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Autore: Full Moon    16/03/2009    1 recensioni
…«Uscì danzando dalla mia stanza e mi diede la buona notte lanciandomi un bacetto. La odiavo quando faceva così, però la amavo proprio perché era così splendida e semplice come la neve che scende dal cielo, non l’avresti trovata mai sporca»…E’amore fraterno o qualcosa di più? Un mondo incantato, elfi, creature mostruose…voltatevi e scoprirete voi stessi.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 al di là dello specchio *ecco il terzo capitolo!! Ringrazio molto rita che ha messo questa storia tra le sue preferite !!*

CAPITOLO 3

Il giorno della festa si fece sempre più vicino, e il castello era tutto un movimento per le decorazioni, il buffet, le musiche ecc…
Io riuscii a concludere in tempo tutti gli inviti, rendendo fiera mia madre finalmente, che ormai aveva quasi perso le speranze nella mia futura educazione. E mi aveva dato il permesso di invitare alla festa una persona che non era inclusa alla lista.
Pensai inizialmente di invitare Temal per farmi perdonare il nostro ultimo e poco gradito incontro, poi cambiai idea ricordandomi che non poteva camminare e una pozione era impossibile prepararla in quei giorni perché era veramente troppo tardi.
Consultai la mia agenda e vi trovai il nome di Neige, una fanciulla che avevo conosciuto nel regno di Thelek, il regno del nord. Il regno delle lande innevate, dei ghiacci perenni.
Lei era una ragazza dolcissima, dai lineamenti delicati e dall’animo nobile, sarebbe stata perfetta per un ballo di corte. Era un ibrido tre una volpe artica e una ragazza, aveva i capelli argentei come i miei e gli occhi azzurri tipici degli abitanti di Thelek.
Quella sera ci sarebbe stata anche la regina del regno del Ghiaccio, una donna con l’aspetto di una ragazzina con un nome impronunciabile, dal carattere tanto freddo quanto giusto.
Due entità molto diverse tra loro, ma legate da un luogo comune.
Seila non stava più nella pelle, danzava per tutte le stanze del castello urlando: “Non ho ancora un abito! Non ho ancora un abito!”; le dame di compagnia la inseguivano pregandola di stare attenta perché non facesse cadere qualche addobbo o sgualcisse i fiori. Delicatissimi fiori del regno della Terra, Geam, che fungevano da “candele”, poiché si illuminavano al crepuscolo e spargevano piccoli luccichi nell’ambiente circostante. Era bellissimo osservare il tutto con il canto delle creature acquatiche. Le dame del lago infatti avrebbero ravvivato la festa con canti sublimi, e le fate del fuoco avrebbero accompagnato il tutto con una danza.
“Kail!” mi chiamò poi mia madre: “hai deciso chi invitare alla festa?”
“Si madre. Avevo pensato a Neige…”
“Mm… ” apparve di fronte a me in un lampo, facendo ondeggiare il suo delicato vestito di seta nera e perle fatte con le lacrime delle anime perdute del regno del Buio, detto Gata.
Quel regno non era ben visto da tutti gli altri regni, forse per degli eterni precedenti. Pregiudizi idioti!
Lì vivevano le streghe, i vampiri e naturalmente tutte le creature più disgustose. Era strano pensare a mia madre come una creatura disgustosa, ma era così.
Le banshee, dette anche Fate Lamentatici o Signore della  Morte, apparivano al mondo umano quando un membro della loro famiglia, a cui loro erano molto affezionate stava per morire, e li avvisavano con canti lamentosi, tuttavia dolci e melanconici, velati e di profonda tristezza, fatti di parole incomprensibili, di suoni caldi e melodiosi, che poi si mutavano improvvisamente in canti gutturali, afoni, rochi,che si facevano via via pieni di silenzi e di mormorii impercettibili.
Tra loro erano in grado di comprendersi, ma per tutte le atre creature era un canto oscuro.
Mio padre la conobbe in una di queste occasioni, e da sciocco se ne innamorò. Lei gli si presentava tutte le sere, piangendo per il padre che aveva perso.
Si incontravano alla sua tomba e piangevano insieme, abbracciati l’un l’altro, finché da quel pianto nacque l’amore, e la compassione.
Io e mia sorella siamo il frutto di quella dolce sofferenza: io un elfo, sono nato con una doppia personalità, mentre mia sorella ha preso tutto da mia madre. Proprio tutto.
“Perché non inviti un amico? Maschio…” provò a convincermi, ma non sapeva l’astio che avevo per quei cicisbei!
“Madre, è già difficile per me sopportare tutti quelli che inviterai, figuriamoci se glielo chiedo io personalmente di venire!”
“Va bene Kail, fa quello che vuoi.” Stranamente mi sorrise! Sempre molto elegantemente però, e placida. Non innervosita, il che mi rasserenava parecchio.
“Hai già scelto l’abito?” mi chiese prendendomi sotto braccio e accompagnandomi fuori ai giardini. Ci sedemmo sotto un gazebo circolare, fatto di legno bianco di betulla e intrecciato di edera e fiori simili alle rose umane.
“Si, avevo pensato a quello bianco con la giacca a coda di rondine e con le rifiniture dorate.”
“Molto carino quello. E per tua sorella cosa potremmo far fare?”
“Dovremo chiedere a lei.”
“Ma lo sai che lei accetta solo quello che dici tu Kail”
Mi si aprì un sorriso: “Allora lo sceglieremo insieme. E sarà la più bella fanciulla del ballo!”
“Non c’è dubbio figlio mio.”
Poi fece per andarsene: “Non abbandonarla mai Kail, tuo padre è molto vecchio ed io, io devo stare con lui.” La sofferenza si leggeva nei suoi occhi pallidi.
La paura per la morte del re era senza pari, dovuta anche per il suo continuo stato precario di salute.
Anche se era mio padre non ero particolarmente sofferente per la sua sorte, perché sapevo che poi avrebbe preso il vascello che l’avrebbe portato in un mondo migliore. Non avevo paura per lui, avevo invece paura per la nostra di sorte, non volevo essere costretto a regnare.
In quel momento arrivò correndo Seila: “Madreee!!”la chiamò a gran voce : “Non ho un vestitoooo!! E mancano solo pochi giorni!! ”.
La prese sotto un braccio e la accompagnò da me: “Ti aiuterà Kail a sceglierne uno, o anche due se vuoi”.
Avrei potuto vestire la mia piccola rosa nera dagli occhi di sangue e l’avrei fatto esaltando ogni suo piccolo particolare che rendeva l’insieme ancora più bello!
“Io avrei pensato a qualcosa di dorato e nero, che dici?” le dissi vedendo già il vestito addosso a lei.
“Così saremo complementari eh Kail?” disse lei ricordandosi che il mio vestito era dorato e bianco. Si avvicinò a me con un sorriso ammiccante e si sedette su un mio ginocchio, e stranamente il mio cuore non sobbalzò come le altre volte.
“Certo Seila.”
“Balleremo insieme? E accoglieremo gli ospiti?” sorrise finalmente rassicurata.
“Non ti preoccupare Seila, farò tutto quello che vorrai ”
Nel frattempo mia madre ci aveva lasciati soli, sparendo senza che ce ne accorgessimo, e l’ambiente attorno a noi si fece più dolce.
I changere, illuminati dalla luce del sole al tramonto, cambiarono colore da azzurro a rosso-aranciato, e via via sarebbero sfumati in blu, viola e infine neri come la notte. Per poi tornare rosei, bianchi, aranciati e azzurri, seguendo ad ogni cambiamento i colori del cielo.
Seila mi prese per mano e con delicatezza mi chiese di danzare con lei. Le strinsi la vita, e le presi la mano.
Girammo in tondo passo dopo passo guardandoci semplicemente senza proferire una parola. I suoi capelli brillavano e ballavano anch’essi al vento, mentre un canto si levava lontano.


*Hallo ancora da Full Moon che sta donando il sangue ad un vampiro bellissimo (-,..,-*) per poter finire questa storia, perciò vi chiedo molto gentilmente (T-T)di dirmi cosa ne pensate della storia recensendomi oppure contattandomi! Grazie ancora!!(X3)*
  
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