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Autore: luley0    23/01/2016    2 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 14

Non sentivo Harry da almeno - senza esagerare - tre giorni. Il che era davvero troppo tempo se si teneva conto del fatto che praticamente vivevamo in simbiosi!
 
Era la mattina dell'antivigilia, il 23 Dicembre, e nel mio appartamento - grazie soprattutto alle decorazioni allestite da Em - si respirava aria natalizia.
 
Beh, la respirai fin quando non entrai nel salotto.
 
Appena l'immagine di due corpi mezzi nudi sul divano mi si parò davanti, tutto lo spirito di poco prima si trasformò in stupore.

E poi in orrore.
 
Lanciai un urlo.
 
E un urlo mi tornò indietro.
 
«Sophia!»
 
La voce di Emma era di rimprovero. Sebbene mi fossi coperta gli occhi con le mani, nella mia mente era limpida la faccia color peperone della mia coinquilina.
 
«Questa è un'area neutra! — le rimproverai, ancora con gli occhi chiusi, sperando che si stessero rivestendo — cavolo, Em! Il divano... Che schifo!»
 
«Puoi riaprirli» mi disse lei.
 
«Dovreste cambiarlo... Non è molto comodo... — alla vista di Niall in boxer e maglietta, rigorosamente bianche, sarei tornata volentieri al buio dei miei palmi — sai cosa intendo, no?!»
 
«Niall!» Emma lo richiamò.
 
«Andiamo, sto scherzando»
 
«Siamo rincasati alle otto di stamattina...— spiegò la mora — Ed eravamo così distrutti che ci siamo buttati direttamente sul divano»
 
«... E ora ci stavamo dando il buongiorno» concluse Niall con un occhiolino mentre Emma, sebbene ancora rossa in viso, scuoteva la testa divertita.
 
«Datevelo rinchiusi nelle vostre camere, per cortesia»
 
Circumnavigai l'isola della cucina con la lentezza di chi è stata appena spinta giù dal letto (ed era il mio caso) cercando di lasciarmi alle spalle quel risveglio indesiderato. Aprii il frigo con altrettanta apatia, e afferrai il cartone del latte.
 
«Ah, mi sono dimentica di chiedertelo. Ma l'altra sera che fine hai fatto?» mi chiese Em, con la camicia blu di Niall addosso, sedendosi accanto a me. E io che speravo accettassero sul serio il mio consiglio di rinchiudersi in camera.
 
«Ho preso un taxi per tornare» dissi evitando la parte del 'ho litigato con Harry e voi siete tra i motivi della discussione'.
 
«Ecco perché Harry sembrava un'anima in pena, ad un certo punto della serata» si intromise Niall, lasciandomi per un attimo senza parole. Incuriosita al cosa volesse alludere.
 
«Avete parlato con lui?» che, tradotto, significava 'Vi ha detto che Niall dovrà far finta di essere fidanzato con una supermodella Americana?'. Tuttavia mi finsi distratta mentre aprivo un pacco di biscotti al cioccolato.
 
«Io no» rispose Emma, guardando poi verso Niall. Lui abbassò la testa verso la tazza che si era riempito, dandomi l'idea di non essere del tutto tranquillo.
Nonostante ciò, il biondo scosse il capo e disse «ha lasciato il locale quasi subito dopo il taglio della torta di Meredith».
Una risposta non risposta.
Lui sapeva.
 
*
 
«Dove passerete la vigilia?» un Niall stranamente interessato pose la domanda ad entrambe, aspettando che Em riordinasse la propria borsa prima di lasciare l'appartamento insieme a lui.
 
«Da Louis» risposi.
 
Il biondo strinse le labbra coinvolgendo l'intero viso in una smorfia.
 
«Siamo sempre andati da lui ogni anno... La nonna prepara delle cene squisite — aggiunse Emma entusiasta come una bambina di tre anni che crede ancora in Babbo Natale — la vigilia in casa Tomlinson è uno dei giorni che più preferisco dell'anno»
 
«Non stare troppo appiccicata a Louis» rispose il ragazzo infastidito.
Emma lo guardò confusa, ma decisi di intromettermi e cambiare argomento.
«Tu cosa farai?» chiesi.
 
«Torno in Irlanda dalla mia famiglia... Almeno fino al 28»
 
Emma mise un broncio scherzoso, ma si poteva ben capire che fosse davvero dispiaciuta per quell'allontanamento momentaneo. Quando si è in una relazione, soprattutto se questa è all'inizio, non si vorrebbe mai separarsi dall'altra metà.
Davanti alla coppietta novella, la parte più coscienziosa e giusta di me faceva a pugni per uscire fuori.
Sapevo bene di dover parlare con Emma di quelli che erano i piani lavorativi di Niall con la modella americana, ma proprio non riuscivo a farmi forza.
Non potevo sapere con chi se la sarebbe presa, ma di sicuro sarebbe stato un duro colpo da incassare e non sapevo se Emma era in grado di sopportarlo. E soprattutto, non volevo rovinare il suo periodo di felicità.
 
*
 
«Soph»
 
Entrai a testa bassa nell'appartamento di Harry. Il rischio di incontrare anche Zayn era alto ma il riccio non rispondeva alle mie chiamate e l'unico modo di intercettarlo era stato quello di presentarmi alla porta di casa sua dopo le dieci di sera.
 
«Zayn non è in casa» disse lui, rispondendo ai miei taciti interrogativi.
 
«Posso parlarti?»
 
«Entra»
 
Indossava un pantalone grigio sportivo e una maglietta degli AB/CD nera a mezze maniche. L'aria sfatta, i capelli in disordine e gli occhi assonnati.
 
«Che ci fai qui?» mi chiese facendomi strada in quel corridoio che già custodiva un bel paio di ricordi piacevoli, ma soprattutto il ricordo di Zayn che lo varcava.
Mi guardai intorno, e un po' ci sperai che da un momento all'altro uscissero quegli occhioni caramello che sognavo ogni notte.
 
«Volevo parlarti. — spiegai, toccando il divano distrattamente — non rispondi al telefono»
 
«Sono in vacanza fino al 26, il telefono che ho per lavoro sarà spento fino a quel giorno»
 
Non era il solito Harry, ma non capii cosa c'era che non andasse.
O almeno, lo imputai alla discussione che avevamo avuto solo il giorno prima.
Tuttavia con lui - imparai nel tempo - non era tutto così facile come sembrava.
 
«Pensavo che quello che avevo era il tuo numero privato»
 
Harry non rispose, ma disse «Soph, è tardi. Cosa vuoi? Hai deciso di dare le dimissioni?»
La sua freddezza mi ferì, gli occhi sul tappeto e le mani nervosamente giocavano con il bordo della maglia.
 
«Volevo scusarmi con te — dissi con un filo di voce — l'altra sera sono stata poco professionale. Lo so che tu fai solamente il tuo lavoro... E lo fai bene. Io vorrei essere una brava assistente per te.. Ma allo stesso tempo anche una brava persona. E le due cose spesso non vanno di pari passo»
 
Harry curvò le labbra in un mezzo sorriso accennato, poi con le nocche mi sfiorò la guancia «Lo so. Tu sei troppo buona per fare questo tipo di lavoro»
 
«Ma io voglio lavorare con te! — esclamai nel modo più spontaneo che potesse esistere — cioè, quello che volevo dire è che ho deciso di lasciare le questioni personali fuori.. ma ad una sola condizione. Voglio essere corretta. Se non sarà Niall a dirlo ad Emma, allora me ne occuperò io»
 
«Va bene – gli occhi verdi erano più radiosi di pochi secondi prima — sei venuta solo per dirmi questo?»
 
«Ehm... Sì, io... Dovevo parlarti. Non potevo aspettare — risposi — poi, in realtà, ...»
 
Harry alzò un sopracciglio, «Poi in realtà...?» lasciò cadere la frase.
 
«Ecco, domani è la Vigilia di Natale»
 
«L'ho sentito dire in giro»
 
Roteai gli occhi «Come la passerai?»
 
«Io.. — sembrò pensarci su più del necessario — non festeggio questo tipo di feste»
 
«Questo tipo di feste?! — mi lasciai scappare una mezza risata — e cosa festeggi? Il giorno della filantropia?»
 
«No, non mi chiamo mica Sophia» ridacchiò.
 
«Beh, domani è anche il compleanno di Louis... E noi di solito lo festeggiamo con un cenone a casa della nonna, a Stockport. Se... Se non hai programmi in questi giorni, potresti venire con me»
 
Ecco, l'avevo detto. Forse ero fin troppo agitata, spaventata che lui potesse ridermi in faccia, che non mi accorsi immediatamente dello scintillio che apparse nei suoi occhi.
Non sorrideva, ma tutto il suo viso sembrava volerlo fare.
 
«Non è una cosa prettamente familiare?»
 
«No. Ci sono i genitori di Louis, la nonna, ogni tanto anche degli zii,amici e poi Emma»

«Sì, mi farebbe piacere»
 
Quasi non potevo credere alle mie orecchie.
 
Non c'era un motivo preciso sul perché l'avessi invitato, semplicemente sentivo di volerlo fare.
 
Harry era diventato di più che un semplice amico. Si stava instaurando un rapporto così forte che non ero in grado neanche di definirlo, sapevo solo che quando non c'era sentivo la sua mancanza.
 
Forse sbagliai a non farmi tante domande, eppure lasciai che il mio istinto mi dicesse cosa fare.
 
*
 
«Ho interrotto una serata romantica?»
 
Così assorti nella nostra conversazione, non ci eravamo accorti dell'arrivo di Zayn.
A disagio, sistemai la borsa sulla mia spalla e dopo aver indugiato un po' sugli occhi di Harry che quasi cercavano di discolparsi, dissi «No, stavo giusto andando»
 
«Da sola?» chiese il moro, ancora con le chiavi dell'auto tra le dita.
 
«Sì» risposi prima che il riccio potesse parlare.
 
«È tardi per prendere la metropolitana»
 
«Zayn ha ragione. Dormi qui»
 
«Cosa?» domandai con fin troppa enfasi per essere il mio fidanzato.
 
«Posso accompagnarla a casa, se non ti da fastidio» si propose Zayn, scandendo le ultime parole.
Harry, di tutta risposta, mi prese per mano avvicinandomi a sé.
«Rimani a dormire qui, amore — a quel nomignolo una stretta allo stomaco — così domani partiamo insieme per andare dai tuoi»
 
*
 
«Cosa ti è saltato in mente?» mi lamentai bisbigliando.
 
La camera di Harry e quella di Zayn condividevano una parete, e l'ultimo dei miei desideri era quello di farmi sentire da quest'ultimo.
 
«Solitamente i fidanzati dormono insieme — rispose ironico — qual è il problema?»
 
«Il problema è che noi non siamo davvero fidanzati» sbuffai.
 
«La smetti di lamentarti? Mi sembra un buon momento per iniziare a ringraziarmi»
 
«Di che?»
 
«Del fatto che stiamo per compiere il passo successivo» Harry mi si avvicinò pericolosamente, con il suo solito sorrisetto furbo che in realtà non era altro che adorabile.
 
Ok, adorabile sì... ma preoccupante lo era lo stesso.
 
«Il passo successivo?!»
 
«Sì, sai... — Harry fece un altro passo verso di me, e io un altro indietro verso la sua libreria di dischi in vinile — quando si è in una coppia... Da un po' di tempo...»
 
«D-Da un po' di tempo...c-cosa?»
 
«Beh... Mi sembra normale che si inizi a condividere un po' di intimità...»
 
Sussultai non tanto per lo spigolo della copertina di uno di quei maledetti dischi che mi si conficcò nella schiena, quanto per il fatto che tra le sue labbra era appena uscita fuori la parola 'intimità'.
 
Non mentirò.
Quello mi bastò per farmi avvampare.
 
«Rilassati Soph — mi sfiorò la punta del naso con il suo indice — guarderemo un film, e poi a dormire... ma intanto Zayn sarà dall'altra parte a immaginare l'impossibile»
 
«Ma dove dormiremo?»
 
Harry si stupì e sbattendo le palpebre un paio di volte più del normale, si girò in direzione del suo letto matrimoniale.
 
Oh no, pensai.
Per nulla al mondo, mai e poi mai.
 
Avevamo condiviso una stanza di albergo, sì. Ma non eravamo mai arrivati a dormire nello stesso letto!
 
Non esiste. Io ed Harry Styles non condivideremo, in nessun modo, mai nessuna superficie orizzontale.
 
Fuori discussione.
 
Fosse l'ultima cosa che faccio.
 
 
 
«Non è stato difficile convincerti» Harry sistemò il cuscino sotto di lui, puntellandoci il gomito sopra e mantenendo la testa con la mano.
 
«Ci credo! Hai minacciato di simulare un amplesso... rumoroso!» risposi stizzita, dopo essermi coperta con il piumone fino al naso.
 
«Sarebbe stato molto più realistico — con la sua mano libera iniziò a punzecchiarmi — hai deciso di fare la mummia stasera?»
 
«Gradirei se non invadessi il mio spazio» borbottai da sotto le coperte.
 
Ovviamente non c'era cosa più stupida che dire ad Harry cosa non fare. Potete stare certi che l'avrebbe fatto.
 
«Ti mette a disagio stare a letto con me?»
Il suo tono non era derisorio come mi aspettavo che fosse, al contrario. Sembrava una domanda seria.
 
«Secondo te?»
 
Quelle poche volte che metteva da parte la sua ironia, Harry era in grado di far calare le mie difese.
 
«Io penso che... tu sia a proprio agio con me, ma fai di tutto per evitarlo»
 
«Che diavolo stai dicendo?»
 
«Sono serio... — sentii il materasso spostarsi sotto il peso di Harry che si muoveva verso il mio lato del letto — tu non vuoi ammettere che stai bene con me... ma datti tregua, non stai tradendo Zayn»
 
«Io.. Ovvio che lo so! Ma dividere un letto è qualcosa di intimo!»
 
«Si e penso che tu ed io siamo abbastanza in confidenza da poterlo dividere per dormire — rispose lui, il tono di voce già basso impercettibilmente più rauco — di me puoi fidarti, non ti mancherei mai di rispetto»
 
«Harry... — lo chiamai, per poi arrendermi — lo so, non è questo»
 
A quel punto mi girai di lato anche io - il suo lato - e a metà tra la luce fioca della stanza e il buio del sotto le coperte, vidi nuovamente quell'espressione.
L'avevo già vista prima.
Sempre li, sempre a casa sua.

 
«Sì, mi farebbe piacere»
 
Quasi non potevo credere alle mie orecchie.
 
Non c'era un motivo preciso sul perché l'avessi invitato, semplicemente sentivo di volerlo fare.
 
Harry era diventato di più che un semplice amico. Si stava instaurando un rapporto così forte che non ero in grado neanche di definirlo, sapevo solo che quando non c'era sentivo la sua mancanza.
 
Forse sbagliai a non farmi tante domande, eppure lasciai che il mio istinto mi dicesse cosa fare.
 
*
 
«Ho interrotto una serata romantica?»
 
Così assorti nella nostra conversazione, non ci eravamo accorti dell'arrivo di Zayn.
A disagio, sistemai la borsa sulla mia spalla e dopo aver indugiato un po' sugli occhi di Harry che quasi cercavano di discolparsi, dissi «No, stavo giusto andando»
 
«Da sola?» chiese il moro, ancora con le chiavi dell'auto tra le dita.
 
«Sì» risposi prima che il riccio potesse parlare.
 
«È tardi per prendere la metropolitana»
 
«Zayn ha ragione. Dormi qui»
 
«Cosa?» domandai con fin troppa enfasi per essere il mio fidanzato.
 
«Posso accompagnarla a casa, se non ti da fastidio» si propose Zayn, scandendo le ultime parole.
Harry, di tutta risposta, mi prese per mano avvicinandomi a sé.
«Rimani a dormire qui, amore — a quel nomignolo una stretta allo stomaco — così domani partiamo insieme per andare dai tuoi»
 
*
 
«Cosa ti è saltato in mente?» mi lamentai bisbigliando.
 
La camera di Harry e quella di Zayn condividevano una parete, e l'ultimo dei miei desideri era quello di farmi sentire da quest'ultimo.
 
«Solitamente i fidanzati dormono insieme — rispose ironico — qual è il problema?»
 
«Il problema è che noi non siamo davvero fidanzati» sbuffai.
 
«La smetti di lamentarti? Mi sembra un buon momento per iniziare a ringraziarmi»
 
«Di che?»
 
«Del fatto che stiamo per compiere il passo successivo» Harry mi si avvicinò pericolosamente, con il suo solito sorrisetto furbo che in realtà non era altro che adorabile.
 
Ok, adorabile sì... ma preoccupante lo era lo stesso.
 
«Il passo successivo?!»
 
«Sì, sai... — Harry fece un altro passo verso di me, e io un altro indietro verso la sua libreria di dischi in vinile — quando si è in una coppia... Da un po' di tempo...»
 
«D-Da un po' di tempo...c-cosa?»
 
«Beh... Mi sembra normale che si inizi a condividere un po' di intimità...»
 
Sussultai non tanto per lo spigolo della copertina di uno di quei maledetti dischi che mi si conficcò nella schiena, quanto per il fatto che tra le sue labbra era appena uscita fuori la parola 'intimità'.
 
Non mentirò.
Quello mi bastò per farmi avvampare.
 
«Rilassati Soph — mi sfiorò la punta del naso con il suo indice — guarderemo un film, e poi a dormire... ma intanto Zayn sarà dall'altra parte a immaginare l'impossibile»
 
«Ma dove dormiremo?»
 
Harry si stupì e sbattendo le palpebre un paio di volte più del normale, si girò in direzione del suo letto matrimoniale.
 
Oh no, pensai.
Per nulla al mondo, mai e poi mai.
 
Avevamo condiviso una stanza di albergo, sì. Ma non eravamo mai arrivati a dormire nello stesso letto!
 
Non esiste. Io ed Harry Styles non condivideremo, in nessun modo, mai nessuna superficie orizzontale.
 
Fuori discussione.
 
Fosse l'ultima cosa che faccio.
 
 
 
«Non è stato difficile convincerti» Harry sistemò il cuscino sotto di lui, puntellandoci il gomito sopra e mantenendo la testa con la mano.
 
«Ci credo! Hai minacciato di simulare un amplesso... rumoroso!» risposi stizzita, dopo essermi coperta con il piumone fino al naso.
 
«Sarebbe stato molto più realistico — con la sua mano libera iniziò a punzecchiarmi — hai deciso di fare la mummia stasera?»
 
«Gradirei se non invadessi il mio spazio» borbottai da sotto le coperte.
 
Ovviamente non c'era cosa più stupida che dire ad Harry cosa non fare. Potete stare certi che l'avrebbe fatto.
 
«Ti mette a disagio stare a letto con me?»
Il suo tono non era derisorio come mi aspettavo che fosse, al contrario. Sembrava una domanda seria.
 
«Secondo te?»
 
Quelle poche volte che metteva da parte la sua ironia, Harry era in grado di far calare le mie difese.
 
«Io penso che... tu sia a proprio agio con me, ma fai di tutto per evitarlo»
 
«Che diavolo stai dicendo?»
 
«Sono serio... — sentii il materasso spostarsi sotto il peso di Harry che si muoveva verso il mio lato del letto — tu non vuoi ammettere che stai bene con me... ma datti tregua, non stai tradendo Zayn»
 
«Io.. Ovvio che lo so! Ma dividere un letto è qualcosa di intimo!»
 
«Si e penso che tu ed io siamo abbastanza in confidenza da poterlo dividere per dormire — rispose lui, il tono di voce già basso impercettibilmente più rauco — di me puoi fidarti, non ti mancherei mai di rispetto»
 
«Harry... — lo chiamai, per poi arrendermi — lo so, non è questo»
 
A quel punto mi girai di lato anche io - il suo lato - e a metà tra la luce fioca della stanza e il buio del sotto le coperte, vidi nuovamente quell'espressione.
L'avevo già vista prima.
Sempre li, sempre a casa sua.
Poco prima che ci non-baciassimo.
Mi stava dicendo qualcosa, ma per la seconda volta non lo capii.
 
«Ti va di giocare ad un gioco... Per conoscerci meglio?» propose.
 
«Cioè?»
 
«Una domanda ciascuno... Verità o pegno»
 
«Ci sto»
 
*
 
«Non posso crederci che la prima ragazza che hai sedotto e abbandonato aveva meno di dieci anni!»
 
«Ad essere precisi ne aveva tre, era la scuola materna»
 
«Non stai di certo migliorando la tua posizione!» Risi affondando la testa nel cuscino.
 
«Aveva iniziato ad usare i miei colori e stavamo insieme soltanto dalla pausa merenda — si giustificò — non c'erano i presupposti»
 
«Tutte scuse!» 
 
«Ultima volta che hai scaricato un ragazzo» chiese lui.
 
«Scaricato in che senso?»
 
«Due di picche»
 
«Ieri sera, al bar sotto casa»
 
«Chi era?» domandò incuriosito Harry.
 
«Non lo conoscevo... e non ero intenzionata a farlo — risposi — ora tocca a me... Ultima volta che hai fatto sesso?»
 
L'espressione stupita di Harry mi fece intendere che l'avevo colto alla sprovvista.
 
«Ieri sera»
 
«Cosa?!»
Il bruciore allo stomaco doveva essere un campanello d'allarme.
Effettivamente non riuscivo a capire cosa fosse a darmi così fastidio. Forse il fatto che mentre io stavo pensando alla nostra litigata lui stava chissà dove a divertirsi.
 
«Che c'è?»
 
Mi alzai leggermente facendo forza sul braccio sinistro, alquanto schifata.
 
«Non qui, rilassati — si spiegò — non porto nessuna a casa»
 
«Sì, beh... Se lo facessi salterebbe la nostra copertura»
 
Non era quello il problema - in fondo lo sapevo - ma raccontai a me stessa quella storiella perché non ero pronta a sentire altro. E, in ogni caso, era solo l'inizio di quella che si preannunciava la catastrofe dell'anno.
 
«Non le porto qui a prescindere... Non per le storie di una notte»
 
«Hai avuto delle storie importanti?»
 
«Lo sai che tocca a me farti domande» si lamentò.
 
«Si, ma sono curiosa»
 
«L'ultima volta che hai fatto sesso» Harry sorrise beffardo, ignorando la mia richiesta.
 
«Non vale rigirare le domande!» esclamai, e improvvisamente un calore si diramò per tutto il corpo.
 
«Non abbiamo dettato nessuna regola del genere»
 
«Non ho intenzione di rispondere»
 
«Se non rispondi devi pagare pegno, lo sai»
 
«Più di un anno fa — cedetti infine — fattelo bastare!»
 
«Un anno senza scopare?!»
Sembrava che gli avessi appena raccontato di avere dei poteri magici. Ancora rossa in viso mi girai di spalle, tirando con me buona parte della coperta.
 
«Hey... non te la prendere — afferrò il mio braccio e lo sentii avvicinarsi — avevo dimenticato come la pensi»
 
«Non lo dire come se fosse la cosa più infantile del mondo»
 
«Non è così».
 
Harry mi tirò contro il suo petto, mentre io gli davo ancora le spalle. Poi sporse la testa, e lo vidi scrutarmi al di sotto di quel casino che erano i suoi capelli.
«Fare l'amore è sicuramente più appagante di qualche sveltina nel retro di un bar»
 
«E tu che ne sai?» Chiesi con l'intento primario di stuzzicarlo. In fondo però volevo per davvero che mi rispondesse. Non potevo credere che non avesse mai provato nulla che somigliasse all'amore nei confronti di qualcuno.
 
«Tu che dici che l'amore è solo una scusa.Un fermo sostenitore del piacere fine a se stesso come te che si fa scappare delle dichiarazioni del genere...»
 
«Sarà che anche io, in fondo, ci spero che sia diverso» ammise.
 
Sapevo perfettamente che lo stare nello stesso letto sarebbe stato un problema, ma addirittura arrivare a quel punto. No, sinceramente non lo immaginavo.
 
Harry era rimasto in silenzio, i suoi occhi verdi che solo il buio della camera aveva reso più scuri mi fissavano. E io fissavo lui. Impossibilitata nell'abbassare lo sguardo o anche solo muovere un muscolo.
 
«ma mi accontento del sesso» concluse.
 
«Non dovresti»

Deglutii quando i suoi occhi iniziarono a pesare sulle mie labbra e la distanza tra i nostri nasi era troppo poca che iniziava a mancarmi l'aria.
 
«È meno doloroso così»
 
Perché voleva complicare le cose?
 
Le sue dita che mi accarezzavano la fronte lo stavano facendo.
 
Così come la voglia che si stava accendendo in me.
 
Non volevo neanche pensarlo.
 
«Ma tu fai bene ad aspettare» mi sorrise, poi accorciò definitivamente le distanze tra noi.
 
Chiusi gli occhi, il suo respiro si infranse sulle mie labbra che iniziavano quasi a pizzicarmi.
 
Ero in piena negazione. Ammettere di desiderare un suo bacio sarebbe stato il primo passo per la mia sanità mentale, per evitare che una catastrofe di dimensioni epocali si abbattesse sulla mia vita, ma - di nuovo - non ero stata abbastanza coraggiosa e lucida.
 
Ma la delusione la ricordo.
 
E sì, perché Harry quella sera non mi baciò.
 
Eppure... perché avrebbe dovuto farlo, mi chiesi.
 
Non c'era nessuno che ci guardava, nessuno a cui dimostrare niente ed era chiaro che io avessi in testa un altro ragazzo. Era chiaro a lui e a me.
 
Era chiaro, no?
 
  «Sogni d'oro, piccola Sophia» premette le labbra sull'angolo della mia bocca, esitando quell'attimo in più che mi portò a sentire le farfalle nello stomaco.
 
*
 
La gola mi bruciava e la lingua era così secca che se me la fossi morsicata non avrei avuto abbastanza sensibilità da accorgermene.
 
Necessitavo di un bicchiere d'acqua, ma il fatto che Harry mi fosse praticamente addosso rendeva quel desiderio un sogno quasi impossibile. Per non parlare del fatto che sarei dovuta uscire dalla stanza, cioè territorio neutro.
 
Tuttavia non mi dispiaceva che Harry mi tenesse vicino in quel modo, o che il suo respiro pesante mi solleticasse il braccio contro cui aveva schiacciato il proprio naso. Era dolce vederlo così tranquillo, in pace. Ancora di più averlo di fronte.
 
E mi sentivo sul serio sollevata dal fatto che avevamo messo da parte la nostra discussione.
 
Quando, però, l'orologio digitale sul comodino segnò le cinque del mattino fui costretta a fare qualcosa. Non volevo di certo morire disidratata.
 
Delicatamente spostai il braccio che Harry aveva poggiato su di me, e mi sottratti dalla sua morsa. Non prima di avergli accarezzato i capelli.
 
Feci piano, per non svegliarlo, ma lui sospirò continuando a dormire. Come se avesse avvertito il mio gesto.
 
Mi sistemai la maglietta che mi aveva prestato per dormire e con passo felpato tentai di raggiungere la porta e di aprirla senza fare troppo rumore.
 
Il corridoio era buio, quindi cercai di muovermi piano per non urtare nessun mobile.
 
Peccato che fu proprio quello che successe.
 
Un dannatissimo mobiletto che non avevo mai visto prima (forse si era materializzato lì appositamente per me) sbattette contro la parete e, contro ogni aspettativa e pronostico, riuscii a fermare il volo suicida del vaso di fiori che vi era sopra.
 
I miei riflessi non furono mai più così pronti.
 
 «Che succede qui?»   dal salone spuntò un ciuffo scuro e disordinato.
 
Era Zayn, che quando mi vide si immobilizzò sullo stipite della porta con quella che era l'espressione crucciata più dolce che avessi mai visto.
 
 
 
***
 
Boom... ed ecco che sbuca Zayn.
 
Volevo fare un unico capitolo, ma era troppo che non aggiornavo... quindi la seconda parte al prossimo :)
 
Ci sarà un confronto tra Zayn e Sophia.
 
Poi il Natale da Louis... pensate che Emma scoprirà cosa stanno architettando il management e l'etichetta discografica per Niall?
 
E Sophia con Harry?
 
Lasciate un commento se vi piace la storia... non leggerne mi avvilisce un po' e poi sono più lenta a pubblicare >.<
 
Se volete leggere l'altra storia che ho scritto legata a questa, è 'Look after me' sempre sul mio profilo
 
A presto!
 
   
 
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