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Autore: Weather    16/03/2009    1 recensioni
Venezia, 1630: la peste è padrona della città e i suoi orrori dilagano. Oltre al Morbo forze oscure e subdole hanno il possesso della laguna e nel clima dell'Inquisizione la vita è davvero difficile. Margherita è una giovane nobile che deve salvare la vita al suo unico amore, colto dalla peste: per far ciò dovrà servirsi delle arti occulte e avrà a che fare con misteriose entità. Ci sono cose più temibili della morte: a volte si nascondono nel baratro infernale, altre volte nelle acque scure di una laguna di morte, altre volte dentro di noi. Lasciate pure commenti di ogni genere:D!!!
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-          Oh Lavinia, dobbiamo fare in fretta.. ogni minuto che passa può segnare la differenza tra la salvezza di Riccardo oppure.. non mi ci fate pensare..

Le due donne stavano attraversando Venezia grazie ad un traghettatore coraggioso che aveva acconsentito di caricarle a bordo in quella  penosa ma funzionale imbarcazione.  I raggi dell’alba non erano ancora riusciti a sfondare quella coltre di nubi grigie e spesse che si muovevano sopra le loro teste, ed era un bene. Nessuno avrebbe fatto caso a loro.

-          Siate fiduciosa, signora, e state certa che lui sarà salvo.. al più presto! Desdemona non sbaglia mai. L’ho vista strappare alla morte ben più di un giovane, e con quale perfezione! Certo, è un po’ strana.. a volte mette i brividi, ma sa il fatto suo: non siate timorosa quindi in sua presenza. Andrà tutto bene.

Margherita soffocò un singhiozzo e cercò di ricomporsi.. dopotutto si fidava ciecamente della sua domestica.. Lavinia era con lei da così tanti anni e non l’aveva mai delusa: non si era rifiutata nemmeno quando c’era stato bisogno di lei nell’alloggio di Riccardo, dato il suo grave male.

Giunte a riva, in una zona molto vicina al ghetto, la domestica pagò il traghettatore e fece segno all’altra donna di seguirla. Il cielo era ancora molto scuro ed ora soffiava anche un vento gelido che sferzava le poche persone presenti in quelle stradine desolate: ci misero non poco tempo a trovare il vicolo esatto, in quell’intreccio di vie indistinguibili, ma alla fine giunsero in uno spiazzo con un antico porticato. La donna riconobbe subito quel posto.. era passato così tanto tempo! Ci veniva a giocare da bambina, quando quella strada brulicava di vita, voci, odori di spezie e di pesce .. in meno di un decennio non era rimasto più nulla di quella realtà. Non un rumore.. era tutto così malinconico e cupo. Pareva che fosse un altro mondo, un universo dimenticato da Dio.. Il rumore di una carrozza lontana la riportò alla realtà: dovevano essere veloci e non farsi trovare per strada dai funzionari del Doge.

-          Di qua.. presto! È sotto questo porticato che abita.

Margherita seguì trepidante la sua domestica fino ad un imponente portone d’ebano finemente intagliato. Bussò.. qualcuno aprì.

L’ambiente che si presentò alle due donne era ben diverso da quello che faceva presupporre la preziosa entrata: un salone molto ampio, si, con pareti alte e affreschi al soffitto.. ma quasi vuoto, al punto che ogni rumore era ampliato, e completamente buio, se non fosse stato per alcuni candelabri, che erano comunque incapaci di contrastare tutta quell’oscurità. Non c’erano finestre.. neanche una! Che stranezza era quella? Ma la cosa più sconcertante era l’odore di quel salone. Sembravano mandorle amare.. o poteva anche essere.. Ma cosa le saltava in mente? Com’era possibile collegare quell’odore dolciastro a quello del cianuro?  Eppure.. era così penetrante, le metteva inspiegabilmente brividi lungo la schiena.

-          Lavinia, che odore orribile.. che cosa pensi che sia? Non è strano?

-          Io non sento proprio nulla.. di che odore state parlando?

-          Ma come! È così insopportabile.. come potete non sentirlo anche voi? .. ma.. adesso che ci penso.. perché qui non c’è nessuno? Chi è stato ad aprire la porta?

-          Signora..  pensavo che fosse venuto qualcuno ad aprire.. mi era parso di sentire un rumore di passi ma probabilmente mi sono ingannata: la porta doveva essere già aperta.

A Margherita parve di avvertire un insolito nervosismo nella voce della donna..  e questo la rese ancor più in ansia. Non le piaceva quel posto. Forse sarebbe stato meglio andarsene da lì e cercare aiuto altrove? No.. quella era l’ultima speranza che le rimaneva e sarebbe andata fino in fondo. Dopotutto un pericolo davvero serio incombeva fuori da quelle mura.. e cosa poteva esserci in quella stanza di peggio rispetto al Morbo Nero?

-          Benvenuta, mia cara Lavinia, ben trovata nobile Margherita. Avrete freddo.. e sarete affamate: vi prego, seguitemi nella stanza attigua.

Una voce melliflua era giunta dall’altra parte della stanza, il posto meno illuminato, dove all’improvviso venne acceso un altro candelabro che rese finalmente visibile colei che aveva parlato. Margherita venne colta da un timore tanto irrazionale quanto agghiacciante: era certa di non aver mai visto prima quella donna dall’età indefinibile eppure.. Man mano che si avvicinavano riusciva a mettere a fuoco sempre meglio la figura di Desdemona, e la faceva sentire sempre peggio: quella maga era bellissima.

Quel suo aspetto non riusciva però a comprenderlo fino in fondo. Qualcosa non tornava. Quella creatura aveva un viso di porcellana senza nemmeno la più piccola imperfezione, dalle lunghe ciglia nere e labbra così scure che contrastavano con la bianchezza della pelle: il viso di una bambina; eppure quel viso così giovane era sovrastato da una coppia di occhi stupefacenti.. quanto di più diverso si potesse immaginare rispetto ad una giovane. Quegli occhi mettevano i brividi. L’iride si confondeva quasi con il resto dell’occhio: era chiarissimo.. solo quelle due pupille piccolissime e nere si stagliavano nettamente da quel biancore ed inoltre l’espressione che ne derivava.. c’era un’indescrivibile bagliore in quello sguardo, che era in netto contrasto con quel sorriso gentile. Quelle pupille erano tutt’altro che gentili.. e la fiamma che si rispecchiava in essi li rendeva ancor più inquietanti. Poi i capelli.. erano lunghissimi e bianchi.. molto radi. I capelli di una vecchia. Una bellissima vecchia. Al collo le pendeva un medaglione d’oro con un pentagramma inciso che le usciva dal mantello che la vestiva. Adesso che la vedeva meglio, mentre parlava, Margherita rimase davvero scioccata: dentro quella bocca perfetta erano celati i denti più orribili che avesse mai visto.. erano tutti neri, come la pece.. e stranamente piccoli, quasi corrosi. Chissà da che cosa.

-          Lavinia, devo chiederti di attendermi qui. Dopotutto, mi hai detto che il mio aiuto è necessario alla tua dama. Il mio servitore ti porterà quanto di cui avrai bisogno. Margherita, seguitemi invece.. veloce, non ho tempo da perdere, purtroppo..

Non le piaceva quella voce. Non le piacevano quegli occhi. Odiava quel profumo. Se solo avesse potuto sarebbe corsa cento leghe lontano da quel posto.. Invece la seguì nell’altra stanza.

Quel nuovo locale era un decimo del salone d’ingresso, ma ricolmo di oggetti e libri, posizionati su scaffali impolverati lungo tutte le pareti. Era una stanzetta circolare: l’unico oggetto presente nella stanza a parte gli scaffali ricolmi era una specie di pozzo proprio al centro. Un lampadario d’oro pendeva dal soffitto, proprio sopra di esso e si specchiava nell’acqua scura e immobile.

-          Conosco il vostro problema. Non dovete neanche domandare.. Il vostro amato sarà salvo: ho il potere di guarirlo, o meglio..  sono in grado di darvi le giuste consegne per portarlo alla guarigione, ma in realtà la riuscita o il fallimento del vostro desiderio dipenderà solo da voi.

-          Farò qualunque cosa voi mi direte. Siete l’unica speranza che ho e ripongo in voi la massima fiducia.

Un sorriso indescrivibile si allargò nel viso di Desdemona.

-          Molto bene, sono certa che non mi deluderete: lo leggo nei vostri occhi. Sapete? Io ho dei poteri molto particolari.. Guardate con attenzione nel pozzo qui davanti.

La maga estrasse un calice dalla sua tunica e lo immerse nell’acqua, che subito acquistò un colore carminio. Le candele del lampadario si spensero in un secondo mentre uno strano bagliore rossastro cominciava ad irradiarsi dal liquido del pozzo. Desdemona si portò il calice alla bocca e bevve. Sotto lo sguardo attonito di Margherita, gettato a terra il calice, le venne vicina e le tagliò una ciocca di capelli con una lama presa chissà dove. Avvicinandosi al pozzo lasciò cadere quei sottili fili neri nelle sue acque e, ripreso in mano il coltello, strinse forte la lama fino a che il suo sangue non fluì con il liquido, senza neanche un gemito, si allontanò. Subito una nuvola di fumo uscì dal pozzo, ma invece di disperdersi nell’ambiente si concentrò fino ad assumere, in pochi istanti, la forma di una piramide rovesciata.

-          Mio Dio…

-          Non devi stupirti, sii piuttosto sollevata, perché il Pozzo ci ha mostrato la soluzione: per la guarigione di Riccardo si richiede un grande sacrificio da parte vostra, una vera prova di coraggio e determinazione.. Il suo male sparirà, ma solo se le sue ferite saranno ricoperte di una cenere molto speciale. La cenere del cuore di un essere umano da voi ucciso.. e non un uomo qualunque. Questo cuore deve nutrire grande stima e fiducia in voi. Tutto qui. Ora la scelta è vostra.. ma dovrete decidere in fretta: avete poche ore.. il malato potrebbe morire da un momento all’altro, e dopo non ci sarebbe alcuna possibilità di tornare indietro. Sarebbe impossibile persino ad una come me strappare un’anima all’aldilà..

La donna, sgomenta, non riusciva a credere a quelle parole.

-          Io non potrei mai sacrificare la vita di qualcuno per la mia felicità.. e anche se decidessi di farlo.. nessuno ha stima di me, a parte Riccardo, non potrei di certo uccidere lui..

-          Beh.. credo che qualcuno che rischia la sua vita per rendere felice la propria signora, qualcuno che esce di casa di questi tempi rischiando di contrarre il Morbo o di essere impiccato solo per aiutare una povera nobile che non sa a chi rivolgersi.. dimostri di nutrire una grande stima e fiducia per quella.

Sussurrò maliziosamente Desdemona-

-          Che? Lavinia.. lei..?

Margherita era in preda al panico, ora..

-          Ricordate, Margherita.. ora la scelta è solo vostra.. andate pure, adesso. Prima però voglio darvi una cosa. Vi servirà.

La maga lasciò cadere nelle mani della nobile tremante lo stesso pugnale che aveva ferito quella mano demoniaca e che aveva tagliato i suoi capelli.

-          Non mi servirà. Io mi rifiuto di compiere un simile gesto..

-          Se lo dite voi, signora..

La donna, giunta all’uscita, venne colta da una curiosità incontenibile.

-          Desdemona, vi ringrazio comunque per ciò che avete fatto.. ma posso chiedervi cos’è quell’odore penetrante che si avverte in salone?

-          Perché, che odore sentite?

-          Cianuro.

-          Oh, niente di importante, vi sbagliate, credo. Buona fortuna.

-          Addio.

-          Se lo dite voi..

Con un ghigno di quei denti marci, la maga Desdemona si dileguò nell’ombra.

  
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