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Autore: ItsDesdemona    27/01/2016    1 recensioni
James è il principe incoronato di Camelot, una terra dove la magia è stata bandita dopo anni e anni di paura e violenza. Remus è un mago, e non il migliore nel controllare la sua magia, è solo che… capita. Sirius è un ubriacone, un nomade in cerca di un posto dove non tutti lo disprezzino. E poi c’è Lily, serva personale di Lady Bellatrix. I loro sentieri non solo si incroceranno, ma si intrecceranno insieme in modi del tutto inaspettati. ROYAL Alternative Universe
(Traduzione da "The Mighty Will Fall".)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sul Pesce e Streghe Assassine

Tutti soccomberanno al potere dell’amore.
~Sconosciuto
 
Sul Pesce e Streghe Assassine
 
Lily rimase a letto un momento più a lungo di quanto avrebbe dovuto, e fissò il soffitto. Aveva davanti a sé una giornata veramente lunga, e avrebbe potuto essere di almeno due ore più corta se sua sorella non avesse insistito nel comportarsi come… beh, sua sorella. Petunia Evans avrebbe potuto facilmente concludere le commissioni che servivano a suo padre in giornata, anche se Lily in realtà riteneva che avrebbero dovuto essere portate a termine da Petunia. Sarebbe stato molto più facile per sua sorella uscire più tardi durante il giorno ed acquistare le cose che servivano a loro padre per la casa ed il lavoro, ma Petunia riteneva se stessa al di sopra di certe cose. Così toccava a Lily svegliarsi prima del normale, prima di dover salire al castello, e recarsi giù al mercato prima che il sole avesse anche solo iniziato a sorgere dalle montagne.
 
Petunia Evans era di due anni più grande di Lily e, nell’opinione della sua sorella più piccola, una ragazza davvero stupida. Impiegava la maggior parte del suo tempo camminando per le strade con le amiche, aspettando che arrivassero degli spasimanti a corteggiarla, o almeno questo era ciò che sembrava alla sua sorella minore. Petunia non aveva un lavoro e raramente faceva qualcosa per aiutare in casa. Suo padre diceva che ciò accadeva perchè Petunia era delicata, ma Lily sapeva che il vero motivo per il quale Petunia stava fuori di casa così spesso era perchè non voleva vedere Lily. Le due ragazze non andavano molto d’accordo da quando erano bambine. L’ultimo ricordo piacevole che Lily aveva di Petunia era quando sua madre era ancora con loro.
 
Suo padre aveva provato a parlare con Petunia la sera prima, chiedendole di andare al mercato per lui, ma lei gli aveva spiegato, in un ridicolo accento con cui parlavano tipicamente i nobili, che semplicemente non aveva tempo per correre al mercato. Aveva una colazione con Yvonne e due gentiluomini di Wolfpine, una città vicina conosciuta per la sua prosperità. Spiegò che non poteva disdire, perchè la zia di Yvonne aveva desiderato l’incontro delle ragazze con questi uomini per molto tempo.
 
“Inoltre, papà,” Continuò Petunia, appoggiando una piccola mano pulita sulla spalla del padre. “Non vorrai farmi andare tutta sola al mercato ora, no? Non sono molto pratica quando si tratta di maneggiare del denaro e quegli uomini saranno in grado di dirtelo. Si farebbero gioco di me.” Lily voleva tirare qualcosa di davvero pesante contro la testa della sorella, ma si trattenne e optò per immaginarsi seduta sulla riva del fiume. Pretese di non sentire suo padre che ingoiava le scuse ridicole di sua sorella, e di star catturando tartarughe e cogliendo fiori come faceva da bambina.
 
E ora, Lily era in piedi prima di dover andare a lavoro, a fare ciò che suo padre aveva bisogno fosse fatto. Peraltro, non molte persone erano sveglie così presto e ciò rendeva le commissioni un po’ più difficili. Lily dovette svegliare un uomo al molo e chiedergli se il carico di ferro fosse già arrivato, poi dovette svegliare due ragazzi così che portassero il ferro al negozio di suo padre per lei. Furono estremamente seccati, ma si rallegrarono un po’ quando Lily dette ad ognuno una moneta d’argento per averli scomodati.
 
Quando tutto ciò fu finalmente finito, il sole stava appena cominciando a sbucare da dietro le montagne, così Lily si avviò verso il castello, senza aver mangiato niente per colazione e con il bordo del vestito ancora bagnato dopo che era stata giù al molo.
 
“Non so perchè non l’ha potuto fare lei.” Borbottò a sé stessa, mentre si affrettava per il corridoio diretta alle camere di Lady Bellatrix. Non aveva nemmeno avuto l’occasione di legarsi i capelli quella mattina, ed era piuttosto difficile legare un nastro mentre si muoveva veloce così come stava facendo. “Mi farà fare tardi uno di questi giorni, e poi cosa farà? Non saremo in grado di permetterci la nostra casa e sarà disp- Oof!-“
 
Lo sproloquio di Lily venne interrotto quando voltò l’angolo e si scontrò con il Principe James. Senza realizzare chi fosse, Lily sibilò rabbiosa. “Perchè non guardi dove vai?” Chiese, tirandosi i capelli dietro le orecchie, prima di raccoglierli ancora per provare di nuovo a legarli.
 
“Sono terribilmente dispiaciuto.” Rispose James velocemente, allungando una mano e posandola sul braccio di Lily. “Non ti ho fatto del male, vero?” Lily alzò lo sguardo ed arrossì. Ovviamente aveva sbattuto contro James. I capelli le ricaddero in onde dietro la schiena quando le sue mani corsero ai fianchi ed afferrarono il vestito. Il suo inchino fu goffo.
 
“Mi dispiace, sir.” Mormorò, tentando di eliminare il suo accento. Stava ancora parlando come se fosse giù al mercato. “Non ho realizzato che eri tu. Avrei dovuto guardare-“
 
“È colpa mia.” Disse James rapido, senza lasciarla continuare con le sue scuse. Lily strinse le labbra ed esaminò l’uomo davanti a sé. Questa era la terza volta in due giorni che lo vedeva, che gli era vicina. Normalmente, non lo vedeva quasi per niente. Solo quando andava nella stanza di Bella per una visita, o se Bella si faceva accompagnare da Lily a cena.
 
“Va bene, ma non ti avrei dovuto parlare in quel modo.” Rispose, sempre arrossendo. “ È stato inappropriato.” Non che tutto quell’incontro non fosse inappropriato, ma questo non poteva dirlo. Doveva trattenere la lingua ed essere gradevole. Due cose che a Lily Evans non piacevano particolarmente.
 
“Insensato.” Disse James. Poi rise un po’ e guardò in basso. “A quanto pare ho bisogno di persone che mi gridano addosso un po’ più spesso.” Lily gli rivolse un’occhiata veloce, leggermente confusa riguardo cosa stesse parlando, ma poi si ricordò che Bella poteva svegliarsi in ogni momento.
 
“Vado allora.” Rispose, superandolo e rivolgendogli un altro inchino. “Buona mattinata, sua altezza.”
 
“Anche a te, Lily.”
 
Lily interruppe la camminata e si voltò per guardarlo, ma se ne era già andato per il corridoio. Come sapeva il suo nome? Non era la sua serva, ed era quasi sicura che quella fosse stata l’unica conversazione che avevano mai avuto. Era un pensiero strano, che il Principe sapesse chi era lei. Poi si ricordò della notte precedente, di come lui aveva continuato a lanciarle sguardi così spesso, che Lily aveva immaginato fossero perchè non la voleva lì, ad origliare una conversazione privata, ma dopo lo scambio di quel giorno, forse c’era una ragione differente se lui continuava a guardarla. Si riscosse da quei pensieri e di affrettò verso la camera di Bella.
“Oh, eccoti qua.” Esclamò Bella quando Lily aprì la porta qualche momento più tardi. Era ancora seduta sul letto, sebbene molto sveglia. Lily sapeva che aveva aspettato il suo arrivo. “Stavo cominciando a preoccuparmi.”
 
“Mi dispiace molto, Lady Bellatrix.” Sospirò Lily. “Mi sono imbattuta nel principe pochi momenti fa.”
 
“Bene, allora sono io che dovrei essere dispiaciuta, no?” Rise e Lily sorrise con calore. Il rapporto che c’era tra Bella e James era molto più come quello tra una sorella e un fratello. Scherzavano e si infastidivano a vicenda, ma tutti sapevano che tenevano molto uno all’altra. “ È così un idiota arrogante; un amabile idiota arrogante, ma comunque un idiota arrogante.”Lily tirò indietro le coperte di Bella, poi fece un passo indietro così che Bella potesse uscire dal letto. “Cosa voleva da te poi? Sembra che stia annaspando senza un servo permanente per sé.”
 
“Non voleva niente. Volevo dire che mi sono scontrata con lui. Stavo girando un angolo e abbiamo sbattuto uno nell’altra.”     
 
“Oh cara! Stai bene?”
 
“Sto bene. Nessun ferito.”
 
“Menomale.” Svolazzò verso il suo armadio e passò le dita sui tessuti. “Perchè non scegli i miei vestiti oggi, Lily. Hai un così buon gusto coi colori.”
 
“Grazie, mia lady. Ne sarei felice.”
 
“Voglio qualcosa di impressionante però. Devo andare ad una cavalcata con il re più tardi.”
 
“Ma certo, mia lady.”
 
“Lily?”
 
“Si?”
 
“Perchè puzzi di pesce?” Lily si morse un labbro e maledì ancora una volta sua sorella.
 
oOoOo
 
Era l’una passata e Lily non aveva ancora mangiato niente. Non sono era affamata, ma stava anche provando a curarsi il mal di testa e a coprire il brontolio del suo stomaco ogni volta che Bella era nei paraggi. Era sgattaiolata nella cucina dopo aver preparato Bella per la cavalcata con il re, ma la cuoca l’aveva scoperta e buttata fuori. Tutto ciò che era stata in grado di procurarsi era una mela raggrinzita, e solo perchè qualcuno gliel’aveva lanciata dietro dopo che la cuoca le aveva urlato di andarsene. Era un po’ molliccia e finì col darla da mangiare ad uno dei cavalli delle guardie. Ed anche il cavallo non sembrò troppo soddisfatto.
 
Aveva forse un’ora o due prima che Bella tornasse dalla cavalcata quindi andò fuori nel cortile, sperando di comprare un po’ di pane o della frutta, ma invece incontrò Remus, il ragazzo strano che si era trasferito in città il giorno prima. Non sapeva cosa pensare di lui ancora. L’aveva visto opporsi al principe, anche se non sapeva decidersi se ciò lo rendeva coraggioso o stupido. Decise che lo rendeva un po’ di entrambe. Curiosa di sapere come fosse capace di camminare libero nel cortile dopo lo spettacolo di ieri, decise di avvicinarsi e parlargli.
 
“Ciao, Remus.” Disse allegramente, camminandogli vicino. Lui sussultò lievemente, la sua testa scattò intorno per vedere chi fosse. Questa era un’altra cosa strana di lui. Era un tipo piuttosto nervoso, soprattutto per qualcuno che aveva avuto il coraggio di opporsi a tre cavalieri senza nemmeno possedere una spada di alcun tipo. Si rilassò quando la vide comunque e la salutò con un sorriso appena accennato. Lily non sapeva dire se lui fosse più contento o più deluso di vederla, ma decise di non chiedere. Non le capitava spesso di parlare con persone della sua età. Eccetto Bella, in realtà non riusciva a parlare molto con nessuno, e non era selettiva riguardo potenziali amici. Anche se questo potenziale amico era già riuscito a far arrabbiare il principe in meno di un giorno…
 
“Lily! Ciao. Cosa ci fai qua?” Chiese lui, gli occhi rossi ed esausti. Stava quasi per fare un commento su quanto non stesse facendo molto per convincerla che non era malato, ma ci pensò meglio e decise invece di rispondere semplicemente alla sua domanda.
 
“Al castello dici?” Lui annuì. “Beh, sono la serva personale di Lady Bellatrix.” Sobbalzò appena le parole lasciarono la sua bocca e scosse la testa, il che gliela fece pulsare dolorosamente. Chiuse gli occhi per un momento prima di continuare, “Ho provato a farlo suonare impressionate infilandoci ‘personale’ dentro. Sono solo una serva comunque.”
 
“Suonava impressionante.” Disse Remus con un sorrisetto che sembrava un po’ più sincero del primo. “E devi stare al castello tutto il giorno, il che deve essere piacevole.”
 
“Si.” Sospirò Lily, spostando delle ciocche di capelli di nuovo dietro l’orecchio. Poteva sentire il suo stomaco brontolare e augurò a sua sorella l’inferno per la centesima volta quella mattina. Sperò che Remus non potesse sentirlo. “Posso vedere tutte le belle cose della vita che non avrò mai. È grandioso.”
 
“Immagino che tu possa vederla così.” Disse Remus, infilandosi le mani nelle tasche e guardando in basso. “Io tuttavia ho scelto di no.” Lily stava iniziando a pensare che Remus fosse una di quelle persone da bicchiere mezzo pieno. Se voleva essere sua amica, doveva iniziare a smetterla con le sue osservazioni pessimiste.
 
Non stava facendo davvero una buona impressione su quel ragazzo.
 
“Oh, lavori anche tu nel castello?”
 
“Dunque, sto facendo l’assistente di Silente fino a quando non riesco a trovare un lavoro pagato.”
 
“È divertente. Ti insegnerà a fare il medico?” Remus rise.
 
“Dubito che ne sarei capace.” Ok, forse non era il tipo di persona da bicchiere mezzo pieno. Lily di solito si vantava di essere in grado di leggere le persone, ma Remus non era molto il libro aperto che di solito erano le persone intorno a lei. Forse il suo mal di testa la stava confondendo.  O forse era la mancanza di cibo.
 
“Perchè no?”  Chiese Lily, intravedendo un carrello di noci affumicate. Si forzò a guardare Remus. “Sei intorno ad un grande medico tutto il giorno, hai tutti i libri intorno a te. Se tu lo volessi, potresti imparare.”
 
“Suppongo di si.” Guardò in basso verso il terreno e calciò con un piede un sasso.
 
“Oh non fare il timido adesso.” Disse Lily, dimenticandosi la fame avendo trovato un modo per portarlo verso l’argomento che l’aveva spinta nella sua direzione in primo luogo. “Ho visto cosa hai fatto ieri.” Remus alzò lo sguardo su di lei.
 
“Cosa?”
 
“Ti ho visto opporti al Principe James. Non solo al Principe James, ma anche agli altri due cavalieri. È stato molto impressionante.”
 
“Oh, quello.” Remus corrugò la faccia e strinse insieme le labbra. “Sai che mi ha sbattuto in una cella per quello.”
 
“Beh, sono sorpresa che sia tutto quello che ha fatto. In effetti, ero molto più che un po’ sorpresa di vederti  già camminare in giro. Come hai fatto a tirartene fuori? Il Re ha imprigionato persone per molto meno.”
 
“Questo è incoraggiante.” Mormorò Remus a bassa voce. Poi afferrò e tirò una ciocca dei suoi capelli. “Questa è la parte più strana infatti, no?” Guardò verso di lei e scosse la testa. “Il principe è sceso nei sotterranei qualche ora dopo e si è scusato. Non lo conosco molto bene, ma da ciò che ho visto ieri, questo sembra estremamente al di fuori del suo carattere.”
 
“Beh, la tua offesa non era così grave. E hai fatto qualcosa di veramente nob- Aspetta, che? Si è scusato?” Remus annuì. “James Potter è venuto giù e si è scusato con te?” Le parole “idiota arrogante” risuonavano nella sua testa da quella mattina. “Davvero?”
 
“Si. E ha portato tre dei suoi cavalieri, ed anche loro si sono scusati e poi mi hanno lasciato andare.” Questo spiazzò Lily. Una cosa era scusarsi con lei mentre erano da soli dopo che gli era sbattuto addosso, ma un’altra totalmente diversa era scusarsi con qualcuno che l’aveva pubblicamente richiamato dalle sue azioni sbagliate. E si era scusato niente meno che con un pubblico.
 
“Non lo capisco.” Disse Lily. “Non riesco a credere che abbia ammesso di aver sbagliato. E di fronte ad alcuni dei suoi cavalieri. Oh, avrei voluto vederlo.”
 
“Il fatto che tu sia così sorpresa mi fa preoccupare sullo stato del nostro regno.”
 
“Shh.” Disse Lily, guardandosi dietro una spalla. “Vuoi finire di nuovo nei sotterranei?”
 
“Non verrò gettato nei sotterranei per aver detto… aspetta, no vero?”
 
“Non lo so, ma non puoi camminare in giro insultando la famiglia reale così.”
 
“Giusto. Bene, dovrei tornare da Silente. Ci vediamo in giro.”
 
“Sono sicura di si. Buona giornata.”
 
“Anche a te.” Rispose lui.
 
Lily lo guardò andarsene, ma non sprecò molto tempo ad affrettarsi verso il carrello delle noci e comprarne una piccola busta. Mentre camminava verso la sartoria, dove aveva da ordinare tre abiti da sera e un altro che Bella le aveva chiesto di rammendare, riflettè sull’incontro precedente con Remus.
 
Sembrava turbato dalla sua apatia decise dopo aver raggiunto il secondo piano e finito metà delle noci. Aveva fatto dei commenti strani all’esecuzione che lo avevano rabbuiato e poi aveva parlato dell’abuso di potere del re solamente con avvertimento nella voce. Lui era nuovo nella città, fresco da un grazioso paese agricolo immaginò, e non era abituato ai metodi del reame. Anche se ciò non rendeva giusti i metodi del reame, pensò Lily. Sapeva che non era giusto decapitare qualcuno senza evidenze concrete, e che il re non avrebbe dovuto gettare persone in prigione in modo poco serio come faceva, ma a lei serviva il suo lavoro e aveva visto persone andarsene per molto meno di un insulto alla famiglia reale. La sua famiglia non poteva permettersi che Lily avesse certi pensieri, quindi non ci pensava mai.
 
Lily si promise che avrebbe trovato un modo per spiegare tutto ciò a Remus e poi, dopo aver raggiunto la sartoria, spinse la porta aprendola e cominciò di nuovo a lavorare. “Buon pomeriggio, Madama McClan.”
 
“Buon pomeriggio, Lily. Hai parlato con Bella riguardo il procurarmi un po’ più di mani qui?”
 
“Glielo chiederò appena sarà tornata dalla sua cavalcata.” Rispose Lily, appoggiando le sue noci su un lungo tavolo di pino coperto di satin, seta, pizzo, velluto e cotone. Madama McClan sedeva a capo tavola, un abito da sera blu drappeggiato sul suo grembo mentre lavorava per cucire centinaia di perline sul colletto. “Bella sarà soddisfatta con quel vestito.”
 
“Questo non è per Bella.” Disse Madama McClan, agitando con fare esperto l’ago attraverso il tessuto delicato. Accennò verso la sua sinistra e Lily seguì il movimento. “Quello di Bella è qui.”
 
Lily si avvicinò al vestito e fece scorrere una mano sulle maniche di pizzo. “È adorabile.” Sussurrò.
 
“Mettilo.” Disse Madama McClan, facendo un nodo nel suo filo e tagliandolo in due. Incastrò l’ago in un nastro del tessuto infilato nella scollatura e fissò Lily.
 
“Perchè dovrei metterlo?” Chiese Lily, presa alla sprovvista.
 
“Perchè tu e Bella siete finalmente, fortunatamente, della stessa taglia.” Disse la sarta sbrigativamente. “E perchè Bella non ha mai il tempo di venire e provare i suoi vestiti e poi si lamenta con me quando non le stanno. Basta fare domande e indossa quel vestito.” Poi Lily venne spintonata dietro un paravento di carta fine.
“Puzzo di pesce.” Avvertì Lily, sgusciando fuori dal suo vestito. Non aveva notato che lei e Bella avevano la stessa taglia, ma forse era perchè non aveva mai saputo di che taglia fosse. Tutti i suoi vestiti erano troppo grandi perche li prendeva dal cesto che Madama McClan teneva nella stanza per le serve che entravano al castello senza niente di adatto da mettere.
 
“Non mi importa di cosa puzzi. Spruzzerò del profumo sul vestito se lo fai puzzare. Solo muoviti. Ho un’altra dozzina di vestiti da finire in giornata.”
 
La seta era come acqua, scivolava giù in onde e sembrava una pozza sul pavimento una volta che l’ebbe passato sopra la testa. Le maniche erano leggere e areate sulle sue braccia, niente a che fare con il ruvido cotone di cui erano fatti i suoi vestiti. Uscì fuori da dietro al paravento e spinse i capelli dietro le orecchie.
 
“Mettiti qui.” Madama McClan indicò un piccolo sgabello nell’angolo della stanza e poi iniziò ad estrarre degli spilli da una striscia di tessuto e si affrettò verso Lily. Per un momento Lily temette di essere bucata, ma le mani di Madama McClan sapevano cosa stavano facendo, anche se sembrava che lei non le stesse controllando. Avvicinò del tessuto, lo avvolse, lo strinse. Lily osservava, pensando alle proprie dita goffe ed alla quantità di tempo che avrebbe impiegato lei per fare qualcosa del genere. In effetti, c’era un motivo per il quale Madama McClan era la più richiesta delle sarte a Camelot e Lily era una serva.
 
Ci fu un improvviso colpo alla porta e Madama McClan lasciò andare un sospiro, mentre uno spillo le sfuggiva dalle labbra. Soffiò e si piegò per raccoglierlo. “Avanti.” Chiamò, ancora inginocchiata sul pavimento alla ricerca dello spillo di metallo.
 
“Sono venuto a ritirare il mio- Lily?” Lily alzò lo sguardo e rimase attonita nel vedere, per la seconda volta quel giorno, James Potter. “Cosa fai qui?” Si guardò intorno, controllando di essere entrato nella stanza giusta. A causa del tavolo, non poteva vedere Madama McClan accucciata a terra, che ancora cercava lo spillo.
 
“Beh- Io- Umm-“ Lily scosse la testa e si maledisse. Lui doveva pensare che lei stesse giocando con i vestiti di Bella, che era sgattaiolata via per provarli e fingere di appartenere alla famiglia reale. “Non è-“
 
“Cosa ti serve, Sir?” Madama McClan si rialzò, piazzando lo spillo al suo posto. James sembrava essere in mancanza di parole e stazionava sulla porta con la bocca leggermente aperta. “Sir?” Ripetè lei. Lily si sentì arrossire e abbassò lo sguardo sul pavimento. E se lui l’avesse detto a Bella? Lily sapeva che non stava facendo niente di male, ma questo non significava che a Bella andasse bene che Lily indossasse i suoi vestiti.
 
“Io-“ Lui si schiarì la gola e passò una mano tra i capelli. “Sono venuto per prendere i miei vestiti.”
 
“Ma certo.” Madama McClan si affrettò verso una stanza più piccola sul retro della sartoria ed iniziò a frugare tra le montagne di ordini. Lily rimase in piedi sullo sgabello a disagio, James sulla soglia.
 
“Abbiamo la stessa taglia.” Disse lei d’impulso, insicura su quando avesse dato alla sua bocca il permesso di lasciare uscire fuori delle parole, soprattutto quelle che non avevano alcun senso. Vide la fronte di James corrugarsi in confusione. Fede un respiro profondo e si forzò a spiegare. “Io e Bella abbiamo la stessa taglia. Lei pensa che le prove siano noiose quindi Madama McClan mi ha chiesto di farlo per lei.” E poi, visto che se ne era dimenticata, “Sua altezza.” Il suo inchino fu impacciato, impossibilitato come era a muoversi per paura di venire bucata o di perdere l’equilibro e cadere dallo sgabello.
 
“Ah.” James annuì, sorridendo. “Bene, non lascerei Bella vedertelo addosso. Non lo indosserebbe mai,” Lily guardò in basso, arrossendo ancora di più. Non c’era niente come una buona parlantina per farti cadere qualche gradino più in basso- “Sapendo che non può sperare di sembrare bella come la sei tu con quello addosso.”
 
La bocca di Lily si aprì, ma qualsiasi risposta potesse aver avuto le morì nella gola. Per fortuna, Madama McClan uscì dalla stanza sul retro con un mantello rosso scuro ed un vestito da sera. “Ecco i tuoi vestiti, mio signore.”
 
“Grazie mille Madama. Vi auguro una buona giornata, signore.” Prima di voltarsi per andarsene, fece un occhiolino a Lily.
 
oOoOo
 
Sirius Black non era ciò che uno avrebbe potuto chiamare un brav’uomo. Anche se, parlando seriamente, nemmeno era un uomo esattamente cattivo. Passava la maggior parte del suo tempo in taverne, fregando ad uomini dalla morale discutibile stipendi guadagnati duramente per poi spenderli in bevute e donne. A dire la verità, Sirius Black spesso non doveva spendere nessuna delle monete guadagnate in modo sporco in donne. Di solito erano loro a gettarsi su di lui perchè Sirius Black era quel tipo d’uomo.
 
Aveva una linea della mascella decisa, un naso lungo e sottile, un sorriso malizioso che faceva tremare le ginocchia, misteriosi occhi grigi che sembravano sempre guardarti dentro e lunghi capelli scompigliati che amava lasciare a coprirgli metà volto. In breve, era un uomo estremamente attraente.
 
Al momento comunque, Sirius Black era un uomo estremamente ubriaco. Dopo aver speso metà del pomeriggio imbrogliando uomini in combattimenti con la spada e gare di tiro con l’arco, si era guadagnato un bel po’ di monete. Più del solito comunque, e ciò significava che probabilmente il giorno dopo sarebbe dovuto partire. Né all’uomo che aveva battuto avrebbe fatto piacere vederlo in giro molto a lungo, né agli altri avrebbe fatto piacere essere sconfitti più di una volta da lui. In più, una volta che tutti si fossero accorti che non potevano batterlo, non avrebbe più guadagnato del denaro. Ogni tanto, uno o due tra loro sarebbe stato presuntuoso o ubriaco abbastanza da chiedere una rivincita, che Sirius avrebbe sempre accettato, e poi avrebbero perso molti più soldi e si sarebbero arrabbiati. Era un circolo vizioso. Avrebbe potuto uscire e cercarsi un vero lavoro, ma si piaceva più come nomade e non trovava interesse nello stabilirsi in un posto.
 
Quindi sì, se ne sarebbe dovuto andare il giorno dopo. Si sarebbe procurato un cavallo (non suo ovviamente, non poteva affatto permettersi un cavallo) ed avrebbe cavalcato fino ad un’altra città.
 
“Signor Black?” La proprietaria dietro il bancone abbassò la testa fino a che non fu vicina alla sua. Aveva capelli castano scuro come gli occhi. Se fosse stata qualche anno più giovane, Sirius l’avrebbe definita bellissima. “Tutto bene?” Doveva averglielo chiesto perche Sirius non si era propriamente  mosso in quasi un’ora. La sua testa era appoggiata sul braccio  steso mollemente sul bancone e i piedi erano sollevati sullo sgabello vuoto vicino al suo. C’era un’unica candela accesa nella stanza, poiché Sirius e la barista erano gli ultimi due rimasti nella taverna. Se ne erano andati tutti quasi un’ora prima.
 
“Che domanda, m’signora.” Rispose Sirius. Si lasciò sfuggire uno sbadiglio e si alzò, stirandosi i muscoli, ma mantenendo lo sguardo fisso sulla candela ondeggiante. “Ma ne ho anche io una per te. C’è qualcuno di noi che starà bene?”
 
“Scusami?” Chiese la donna radunando alcune tazze vuote in fondo al bancone e depositandole nel lavandino. “Direi di sì. E poi, non sono io quella ubriaca all’inverosimile, grazie mille.”
 
“Alla fine intendo,” Disse lui, impastando leggermente le parole. Si avvicinò per toccare la fiamma con le dita, ma la barista si sporse e sottrasse la candela alla sua presa. Gli occhi di lui scattarono via dalla fiamma e trovarono il suo viso. Era stanca e sfinita e Sirius si sentì in colpa per averla intrattenuta fino a tardi, ma ancora non abbastanza in colpa per andarsene di già. “Moriremo tutti,” Disse, guardandola dritta negli occhi. “Quindi c’è qualcuno di noi che starà davvero bene?”
 
“Se siamo onesti e sinceri,” Rispose lei con uno sguardo tagliente verso l’uomo ubriaco che le stava davanti. “Dio ci lascerà andare in paradiso, figliolo. Se siamo buoni, dobbiamo andare in paradiso.” Sirius rimase in silenzio per un momento, mentre ci pensava. Poi sospirò e portò una mano al petto.
 
“Quindi sono dannato allora?” Chiese, più curioso che altro. “Non sono stato onesto o sincero un giorno nella mia vita. Non buono nel modo più definitivo.”
 
“Dio può perdonare tutti.” Disse lei, prendendogli il boccale vuoto e riempiendoglielo. “Se chiedi, può perdonarti.”
 
“Non ho chiesto di riempierlo ancora.” Rispose Sirius, afferrando comunque il boccale. Prese un sorso lungo e lento lasciando che il liquido caldo facesse la sua magia nel suo corpo. Sentì le dita dei piedi e i polpastrelli formicolare e la sua testa stava nuotando in una nebbia nuvolosa che si inspessiva di più ad ogni sorso.
 
“Questo lo offre la casa.” Disse lei, prendendo uno straccio e passandolo sul bancone. “Mi hai fatto dispiacere per te ora, povero ubriaco pazzo.”
 
“Come ti chiami?” Chiese Sirius. Poi aggiunse con più sincerità che potè, “Sono stato in molte taverne, ma penso che tu sia una delle bariste più carine che abbia mai conosciuto. Dandomi boccali gratis ed il resto.”
 
“Ti ringrazierei gentilmente se tu non fossi così ubriaco ragazzo.” Sorrise. “Il mio nome è Emmaline, ed il tuo?”
 
“È Sirius.” Rispose, scacciandolo con la mano come se fosse una distrazione. “Emmaline… è un nome insolito.” La barista annuì. “Anche molto carino.” Lei arrossì. Arrossivano sempre. “Hai un altro nome Emmaline?”
 
“Vance. È Emmaline Vance.”
 
“Come pensavo.”
 
“Cosa intendi con questo?”
 
“Hai una cugina a Lorkeep, no? Doe- Intendo Dorcas Meadowes.”
 
“Come conosci Dory?”
 
“L’ho incontrata a Lorkeep.”
 
“Come sapevi di me allora?” Emmaline aveva appoggiato le mani sui fianchi. “Lei non va a raccontare di me agli stranieri. Non sono il tipo di cui ci si vanta in giro, lavorando in una taverna ed il resto. Il mestiere non guadagna molto rispetto nella famiglia.”
 
“Dovrebbe. Comunque, conosco la tua famiglia.” Disse Sirius con un altro sbadiglio. “Io sono un Black.”
 
“Giusto,” Lei appoggiò lo straccio e lo guardò scetticamente, le mani che tornavano sui fianchi. “Lo sei davvero? Voglio dire, ci assomigli, ma i Black non frequentano taverne come queste normalmente. Pensano di essere superiori della maggior parte della gente che viene qui.”
 
“E i Vance no?” Chiese lui, alzando un sopracciglio insinuante e abbozzando un sorriso. Emmaline alzò le spalle, evitando ora il contatto visivo.
 
“Io e la mia famiglia abbiamo avuto le nostre incomprensioni, ed ora sono qui. Penso che ti dica tutto quello che c’è da sapere.”
 
Sirius annuì fiaccamente. “È giusto. Anche io non sono il tipico Black, no? Mi piace pensarmi come ad una persona decente.”
 
“Ti ho visto imbrogliare più di una dozzina di uomini oggi. E non mi hai detto cinque minuti fa che non sei mai stato onesto e sincero un giorno nella tua vita?”
 
“L’ho fatto.” Fece un sorrisetto. “Penso tu abbia ragione. Non sono una persona decente. Ma non ho imbrogliato quegli uomini, quelli erano scommesse corrette.”
 
“Sapevi che avresti vinto.” Disse Emmaline.
 
“Non sapevo che avrei vinto. Anche se, lo supponevo.” Concesse lui.
 
“Quindi sei un tipico Black allora?” Chiese lei, la testa inclinata su un lato. Lui chiuse gli occhi per un momento e quello fu l’unico che gli ci volle per vedere i lampi di facce arrabbiate, sentire le grida che lo avevano inseguito fuori di casa. Non era più nella taverna, ma piegato su una pozza di sangue a tenersi una mano zuppa, nella vana speranza di poter ritirare tutto, di poter mettere fino a quell’incubo-
 
Emmaline tossì e quando riaprì gli occhi, era ancora nella taverna. Le sue nocche erano bianche per aver stretto il boccale e lo spinse attraverso il bancone, non sentendo più il bisogno di bere.
 
“A quanto pare.” Disse amaramente. “Sono più bello però.” Emmaline fece schioccare la lingua.
 
“Non ne sono sicura.”
 
“Andiamo, Emma. Almeno concedimi questo.” Le sue labbra si arricciarono agli angoli e sospirò.
 
“Non sei per niente male per un uomo dannato, va bene così?”
 
“Andrà bene, Emma.” Sirius sogghignò. “Presumo che dovrò andare bene.”
 
oOoOo
 
“Mettiti qualcosa di carino ed incontriamoci nella Sala Grande.”
 
Remus non aveva niente di buono da mettersi, ma quelle erano state le istruzioni che Silente gli aveva dato. Mettersi qualcosa di carino. Le parole si ripetevano nella sua testa ancora e ancora mentre esaminava il letto dove aveva disposto le sue tre magliette, due paia di pantaloni e l’unico paio di scarpe. Immaginò che la sua maglietta bianca e i pantaloni neri fossero i suoi vestiti più carini. E se avesse indossato la sciarpa rossa avrebbe coperto le macchie nel colletto. Poi si sarebbe pettinato i capelli da una parte e avrebbe sperato di sembrare adatto abbastanza per qualsiasi cosa Silente volesse che lui facesse.
 
Dopo essersi vestito ed averlo colto uno sguardo del suo riflesso in una delle finestre scure nella strada per la Sala Grande, Remus decise che una volta trovato lavoro avrebbe investito in abiti appropriati.
 
Quando raggiunse la Sala Grande, Silente era già lì, in piedi da un lato con una donna anziana che Remus doveva ancora conoscere. Silente notò il suo arrivo ed agitò una mano nella sua direzione. Inconsciamente, Remus alzò una mano per appiattirsi i capelli già sistemati prima di avvicinarsi al Medico.
 
“E questo è il ragazzo di cui ti stavo raccontando Minerva.” Disse, sorridendo apertamente a Remus. “Sua madre era una mia buona vecchia amica, ti ricordi Hope Howell. Questo è suo figlio, Remus Lupin.”
 
“Si ma certo.” Disse la donna chiamata Minerva con un sorriso sulle labbra sottili. “Tua madre era una donna davvero gentile. Minerva McGranitt.”
 
“La è ancora.” Rispose Remus, offrendo una mano alla dona, che annuì con approvazione e la strinse. “Piacere di conoscerti, Minerva.”
 
“Anche tu, Remus.” Disse la donna. Poi si voltò verso Silente. “Sono estremamente eccitata per lo spettacolo.” Esclamò indicando con la testa verso le grandi porte di quercia che accedevano alla Sala Grande. “Dicono che sia una delle più grandi cantanti in tutta l’Inghilterra.”
 
“Si. E spero di trovare del budino. I cuochi del castello fanno un budino fantastico.” Remus sorrise e Minerva, chiaramente abituata alle stranezze si Silente, annuì secca.
 
“Sono sicura che il budino sarà sublime.” Disse.
 
Qualche momento dopo, le porte si aprirono e loro tre, insieme a un’altra dozzina di persone che stavano aspettando, entrarono nella sala. Il soffitto o non c’era, oppure era di vetro, ma Remus non seppe dirlo. C’erano enormi candelieri appesi sopra ognuno dei quattro lunghi tavoli che correvano verticalmente attraverso la stanza. Sull’altro lato della sala, c’era una piattaforma rialzata con un lungo tavolo, disposto nella direzione opposta agli altri quattro, ed in tale tavolo vi erano maestose sedie al posto delle panche, e solo sul lato più lontano. Remus immaginò che fosse dove sedeva la famiglia Reale, e seguì Silente verso un lato del secondo tavolo.
 
“Remus?” Chiamò una voce da dietro di lui.
 
“Ciao.” Rispose, voltandosi per salutare Lily. Non era ancora sicuro su cosa pensare riguardo quella ragazza. Era di gran lunga la serva più amichevole che aveva incontrato in tutto il castello, ma era ancora sconvolto dalla sua reazione all’esecuzione del giorno prima e dal modo in cui generalmente si riferiva al Regno.
 
“Non sei emozionato? La tua prima cena regale!” Disse lei, sorridendo luminosa. “Mi ricordo la mia prima cena. Ovviamente, ho speso la maggior parte della serata a sentirmi in colpa perchè la mia famiglia non era potuta venire con me e non avevano potuto mangiare niente di tutto quel cibo. Non avevo niente di cui preoccuparmi comunque, dopo andai dalla cuoca e mi dette qualcosa da portare loro a casa.”
 
“Molto gentile da parte sua.”
 
“L’ho pensato anche io. Anche se, ti avverto, non andrei nelle cucine a meno che non ti sia stato esplicitamente detto di farlo. È un po’ selettiva a volte. Per la maggior parte del tempo urla e lancia cose alle persone.”
 
“Qualsiasi cosa serva a far andare le cose tranquillamente immagino.”
 
“Immagino.” Spinse la mascella in fuori ed arricciò le labbra. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
 
“Cosa? No. Perchè dovresti pensarlo?” Chiese lui, sperando che non insistesse sull’argomento. Non gli piaceva mentire, ma non voleva discuterne ulteriormente. Non voleva nemmeno turbare l’unica potenziale amica che aveva lì.
 
“Beh, avevo la sensazione che non ti piacesse parlare molto quando sei arrivato qui, ma… ti stai comportando freddamente con me.”
 
“Non intendevo farlo.” Rispose Remus veloce e quasi onestamente.
 
“Non mentire.” Disse Lily. “Che c’è?” Remus sospirò e si guardò intorno. Erano ancora in piedi mentre intorno stavano tutti prendendo posto. Se non si fossero seduti velocemente, sarebbero rimasti in piedi.
 
“Non è il momento.” Rispose. “E non è niente.”
 
“Ne parleremo dopo.” Disse Lily, sfilando un nastro dai capelli e lasciandoli ricadere sulla schiena. “Sì?”
 
“Sì, va bene.” Acconsentì lui. Lily fece qualche passo verso una panca. “Aspetta, Lily?”
 
“Sì?”
 
“Sto bene? Voglio dire,” Si morse un labbro ed abbassò lo sguardo. “Sono vestito in modo appropriato.” Lily ridacchiò.
 
“Remus, stai bene. Io puzzo ancora di pesce per essere stata al mercato stamani. Almeno i tuoi vestiti sono puliti. E ti sei pettinato i capelli. Io non lo faccio da una settimana.” Ravviò qualche ciocca dietro le orecchie per sottolineare il concetto. Remus annuì.
 
“Grazie.”
 
“Prego.” Rispose lei. “Ora, andiamo. Non vogliamo rimanere senza posto.” Lo prese per il polso e lo trascinò in cima al tavolo.
 
Non furono gli ultimi a prendere posto, anche se ci arrivarono vicini. Dopo che si furono seduti (quasi direttamente di fronte al tavolo della famiglia reale per la soddisfazione di Lily) il re, il principe e Lady Bellatrix entrarono nella stanza. Tutti si alzarono finchè non raggiunsero le loro sedie e si sedettero. Poi, una volta che tutti ebbero ripreso posto, il re di alzò e salutò tutti. Remus ebbe una sensazione molto diversa mentre lo ascoltava parlare adesso rispetto al giorno prima nel cortile. Era come se il re fosse una persona completamente diversa. Prima di tutto stava sorridendo, il che lo faceva sembrare molto più gentile.
 
“Buona sera, mie buone genti. Vorrei dare a tutti voi il benvenuto alla modesta cena di stasera. Non solo mangeremo il miglior cibo che Camelot ha da offrire, cibo che mio figlio a catturato di prima mano,” Annuì nella direzione di James ed il principe alzò una mano quando la sala applaudì a dimostrare l’apprezzamento. “Ma avremo il piacere di gustarci l’eccezionale talentuosa voce del meglio d’Inghilterra; Lady Celestina Warbeck!” Indicò il fondo della sala dove furono aperte le porte per rivelare una giovane donna attraente vestita in abiti maestosi ed eleganti gioielli.
 
La stanza eruppe in un applauso e Celestina si inchinò e ridacchiò felice. “Grazie.” Tubò. “Grazie molte a tutti voi. È il mio piacere più grande esibirmi per voi tutta la sera.”
 
“È fantastica.” Sussurrò Lily piano nell’orecchio di Remus. “È venuta l’anno scorso per il compleanno di Bellatrix, ed ero sbalordita.”
 
“Qual è l’occasione questa volta?” Chiese Remus, non avendo sentito di alcun compleanno regale.
 
“Oh non c’era un’occasione vera questa volta, il re ha sentito che sarebbe passata per Camelot e le ha chiesto di cantare.”
 
“Facci sentire una canzone o due prima della nostra cena.” Disse il re, il suo sorriso brillante e aperto. Celestina incontrò il suo sguardo di delizia ed annuì in accordo. “Quando sei pronta, mia lady.” Il re le rivolse un piccolo inchino e poi sedette, lasciandole il palco.
 
Ci fu un momento di silenziosa anticipazione mentre Celestina piegava la testa. Improvvisamente la stanza si riempì con una morbida voce melodica. Le note uscivano lunghe, piene e lente. Il tono si alzava e si abbassava in un modo ipnotico, affascinante che lasciò l’intera stanza immediatamente accattivata dalla bellissima musica.
 
Remus si sentiva completamente appagato ascoltando la donna cantare. Non aveva mai sentito nessuno cantare così bene. C’era sono una ragazza nel paese a casa sua che poteva cantare abbastanza bene, ma non aveva niente di Celestina. Celestina era magnifica e la sua voce, ancora di più. Si sentiva riscaldato e confortevole ed era solo lontanamente cosciente del fatto che stava lentamente dondolando a ritmo della canzone.
 
Venne riscosso dal suo stato di trance quando sentì la testa di Lily cadere sulla sua spalla. Guardò in basso e vide che si era addormentata. Remus si chiese per un momento come chiunque potesse addormentarsi durante uno spettacolo così maestoso, ma poi si accorse che anche lui si sentiva un po’ stanco. Guardò intorno alla sala e notò che Lily non era l’unica ad essersi arresa al sonno. Guardò alla sua destra e vide Silente e Minerva dormire uno addosso all’altro. Dall’altra parte della stanza, la coppia di guardie che controllava la porta si era addormentata contro il muro. Remus lasciò vagare lo sguardo su e giù per i quattro tavoli prima di giungere alla conclusione che non c’era nessuno, eccetto Celestina, ad essere ancora sveglio.
 
Con la sensazione positiva completamente sparita, Remus scattò dalla sua postazione, facendo cadere la testa di Lily sul tavolo. Guardò verso la cantante e vide che era concentrata interamente sul principe, era come se lei e James fossero gli unici nella stanza. Lei non si era accorta che Remus era ancora sveglio, ma non sembrava affatto sorpresa che tutti intorno a lei si fossero addormentati. Remus si avvicinò e si coprì le orecchie più velocemente che potè. Appena non riuscì più a sentire la canzone che Celestina stava cantando, la sua testa tornò nuovamente normale.
 
“Cosa stai facendo?” Urlò Remus. Celestina comunque lo ignorò, o forse non lo sentì, e continuò a camminare verso il principe dormiente completamente indifeso. Non lasciò mai gli occhi da lui mentre afferrava dal suo abito e poi estraeva un pugnale lungo e sottile. Celestina tese indietro il braccio, la sua canzone addormentante che ancora riempiva la stanza, e Remus seppe cosa stava per accadere. Capì che l’intero spettacolo era stato allestito per ferire il principe e che se non avesse fatto niente, il principe James sarebbe morto nel sonno. Lei tese il braccio, e Remus seppe cosa stava per succede prima che la sua mente afferrasse completamente le azioni della cantante, e ancora più importante, seppe cosa lui stava per fare prima di iniziare anche solo a muoversi.
 
Il braccio di Celestina iniziò a lanciarsi in avanti e tutto intorno a Remus iniziò a muoversi al rallentatore. Poteva sentire la magia dentro di sé, scorrere attraverso tutto il suo corpo. La nota che Celestina stava cantando si abbassò di tono, il suo lancio che avrebbe sicuramente ucciso James si fermò quasi completamente. Remus si sollevò ed avanzò verso il tavolo reale, camminando ad una normale andatura attraverso la massa di persone dormienti. Raggiunse il Principe lo afferrò sotto le braccia, spostandolo dalla sedia sul pavimento. Appena James fu fuori pericolo, Remus smise di usare la magia, anche se non avrebbe saputo dire come, ed il pugnale volò dalla mano di Celestina, sibilò nell’aria e si conficcò in cima alla sedia dove era stata la testa di James fino a pochi secondi fa.
 
Celestina urlò oltraggiata facendo svegliare tutti con un sussulto.
 
“Ma che-“ James si trascinò su dal terreno, fino a una posizione seduta, e guardandosi intorno i suoi occhi si fermarono su Remus. Prima che chiunque potesse realizzare cosa fosse accaduto, una dozzina di cavalieri si alzò dai tavoli ed estrassero le loro spade. Remus alzò le mani per indicare che non voleva ferire nessuno. “Cosa pensavi di fare?” Chiese. Poi la sua testa si voltò, guardando Celestina, che lo stava fissando minacciosamente. “Perchè mi hai buttato giù dalla sedia?” Chiese ancora, girandosi verso Remus.
 
Il re aveva continuato a guardarsi intorno mentre suo figlio stava provando a capire come era finito sul pavimento ai piedi di Remus. Vide quella donna rabbiosa davanti a sé, il pugnale nella sedia di suo figlio ed il ragazzo dal viso arrossato in piedi vicino a James e sembrò capire da solo la situazione.
 
“Hai salvato la vita di mio figlio.” Disse piano, guardando Remus in un modo con cui non era mai stato guardato prima. La gratitudine che si riversava dagli occhi del re fu abbastanza per far arrossire le orecchie a Remus, ma il re non disse altro, continuò a guardare Remus, aspettando che parlasse.
 
Remus si chinò per aiutare James a rialzarsi. “Beh, dormivano tutti.” Rispose rapido Remus pensando che, forse, il re aveva visto qualcosa o solamente sapeva che Remus aveva utilizzato la magia. “Mi dispiace di averti spinto, ma non sapevo cos’altro fare.” James lasciò andare una risata asciutta e prese la sua mano, lasciando che Remus lo rialzasse da terra.
 
“Beh, sono felice che tu l’abbia fatto.” Rispose lui, fissando cautamente il pugnale.
 
“Guardie!” Chiamo Re Charles. Le guardie che sostavano alla fine dei tavoli ed alle porte avanzarono. “Arrestate questa donna.”
 
“Sei stato fortunato!” Gridò Celestina. “Sei stato molto fortunato!” Strillò ancora frustrata. “Doveva morire! Non te lo meriti! Hai portato via mio figlio e poi dai una festa! Tu godi della morte di un uomo innocente! Ti porterò via tuo figlio, fosse l’ultima cosa che faccio! Lo porterò via da te!” Alzò le braccia e battè insieme le mani sopra la testa e scomparve prima che le guardie potessero catturarla con un forte ‘crack’.
 
“Una strega!” Urlò il re inutilmente, totalmente esterrefatto. “Era una strega!”
 
“Certo che lo era papà. Perchè pensi ci fossimo tutti addormentati?” Disse James. Remus rise, ma provò a camuffarlo con un colpo di tosse. James ghignò verso di lui.
 
“Qual è il tuo nome ragazzo?”
 
“Lui è Remus.” Disse James, dando una pacca sulla schiena di Remus. “Ci siamo conosciuti ieri. È nuovo di Camelot.”
 
“Esatto. Sono arrivato ieri mattina.” Aggiunse Remus. Poi offrì la mano al Re. “Sono Remus Lupin, sua maestà.” Il re fissò la sua mano per un momento e poi fissò Remus che questa volta sentì le guance andare a fuoco, e velocemente riportò la mano al lato. Con l’angolo dell’occhio vide James fargli un sorrisetto.
 
“Devi essere premiato, Remus.” Esclamò il re. Prima che Remus potesse ribattere, quello si voltò verso James e chiese, “Hai ancora bisogno di un nuovo servo, si?”
 
Il sorriso abbandonò il viso di James. “Si, ma padre-“
 
“Remus, sarai il servo di James. Il reame ti deve un grande debito, ragazzo.” Remus e James fissarono il re con espressioni stupefatte. Il re non prestò loro nessuna attenzione comunque perchè stava annuendo agli applausi della sala.





Secondo capitolo, ed è arrivato Sirius Black! Nonostante molti continuino a leggere la storia non sono ancora state fatte recensioni, ma vi prego ho bisogno del vostro parereeeee! Ed ho anche bisogno di sapere se la storia vi sta prendendo, cosa ne pensate dei personaggi, di Camelot, di quello che succederà! Sono fiduciosa, al prossimo capitolo :*
   
 
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