Capitolo
1
Prigioniera!
-
Fratello,
devi partire per forza? - chiese Lothian, aggrappandosi al mantello del
ragazzo.
Lui
accarezzò i capelli arancioni della bambina e sorrise.
-
Si purtroppo. Quando c'è una guerra io sono il primo a dover
stare in prima linea.
- disse.
Un
soldato in armatura si avvicinò ai due e fece un inchino.
-
Principessa... - disse, poi si rivolse al ragazzo.
-
Re Elya, siamo pronti a partire, attendiamo le sue istruzioni.
–
Elya
fece un cenno di assenso, poi prese la sorellina tra le braccia e le
stampò un
bacio sulla fronte.
-
Tornerò presto, te lo prometto! –
Lothian
osservò dalla finestra della sua stanza il fratello, che
saliva a cavalcioni
del suo drago rosso sangue e partiva alla volta della guerra, seguito
da
migliaia di soldati accompagnati da altrettanti draghi.
Elya
fissava l'orizzonte, dove la grande distesa del Mare Orientale si
congiungeva
al cielo. Le tre lune blu erano sorte già da un pezzo, e
ciò significava che
avrebbero combattuto nascosti dall'oscurità della notte.
Il
ragazzo ricordava ancora le parole pronunciate dal padre in letto di
morte.
“
Proteggi il tuo regno come fosse il tuo cuore! ”
Così
era stato detto, e così avrebbe fatto.
Il
regno di Orion, di cui Elya era sovrano, era da sedici anni sotto la
minaccia
di invasione da parte di un grande regno limitrofo, il regno di Lyra,
che
mirava ad impadronirsi di tutti i territori della regione di Howl.
Elya
non era pronto per la guerra. A soli diciotto anni era la colonna
portante di
tutto Orion. A soli diciotto anni la sua mente era stata costretto a
pensare
come quella di un uomo adulto. Aveva dovuto dimenticare in fretta i
suoi
divertimenti giovanili, i suoi voli spensierati con il drago, le sue
tirate di
scherma con gli amici. Tutte le sue attenzioni dovevano convergere
nella guida
del regno e nella sua protezione.
In
breve tempo, l'esercito arrivò nei pressi regno di Lyra. Il
castello, dimora
della regina Laya, si stagliava nero all'orizzonte, e si riconosceva
subito dai
tanti altri castelli che punteggiavano il territorio. Il castello era
il
baluardo della capitale del regno, la città più
vasta, che si estendeva tutta
attorno alla fortezza. I draghi volarono sopra la città, ma
non planarono,
restarono sospesi in aria, e i loro cavalieri rimasero in attesa
dell'ordine di
iniziare la battaglia. Nella mente di Elya, il piano era già
stato ripetuto più
volte, ma per essere sicuro al cento per cento, fece un cenno al suo
fidato
consigliere, il Gran Sacerdote Gaot, che lo seguiva come un'ombra anche
in battaglia.
Gaot sosteneva che bisognava reagire ai torti con la vendetta. La
regina di
Lyra aveva distrutto quasi tutto il regno in un attacco a sorpresa
qualche mese
prima, proprio alla morte del vecchio sovrano, quando il regno era
debole e
privo di sostegno. Quella notte avrebbero ripagato Lyra con la stessa
moneta.
-
Ecco il palazzo reale! - gridò Elya, per farsi sentire da
tutti i soldati. -
Ora, dovete solo seguire attentamente le istruzioni del generale Karal
e del
maggiore Chang. Siete tutti pronti? –
I
soldati lanciarono un solo, unico grido e alzarono le spade al cielo.
La
battaglia era iniziata.
La
truppa guidata dal maggiore Chang si fiondò sul lato nord
– orientale del palazzo,
e i forti draghi iniziarono a lanciare fiammate e ad accanirsi con gli
artigli
d'acciaio sulle pietre della costruzione, distruggendo un torrione e le
merlature superiori.
Le
guardie accorsero subito a contrastare l'attacco, lasciando
praticamente sguarnita
l'entrata principale. Il generale Karal e la sua squadra, assieme al re
Elya e
a Gaot, uscirono dall'ombra e misero fuori combattimento i pochi
soldati
rimasti a guardia dell'ingresso principale. Lasciarono i draghi a
distruggere
le mura e il ponte levatoio, e il gruppo si diresse verso le stanze
della regina.
Li, avrebbero contrattato la conclusione dei conflitti e la deposizione
delle
armi.
Al
passaggio dei soldati, la servitù e gli abitanti del
castello, svegliatisi per
il frastuono, scappavano
in preda alla
paura, e cercavano nascondigli sicuri.
-
Gaot, riesci a vedere dove si trova la stanza della regina? - chiese
Elya,
fermandosi nel mezzo di un largo corridoio. Da una finestra vide che la
zona
attaccata dal maggiore Chang andava a fuoco.
Gaot
chiuse gli occhi e allungò le braccia in avanti, come per
prendere qualcosa di
invisibile. Tutta la sua figura si illuminò di una luce
verde brillante, poi
tornò come prima.
-
Seguitemi. - disse, e si mise a camminare spedito.
Arrivati
ad un corridoio che curvava, davanti a loro si parò una
ragazza che aprì le braccia
e non volle farli passare.
-
Voi non vi avvicinerete alla regina di un passo di più! -
ringhiò.
All'inizio,
il gruppo non si accorse che si trattava di una donna. Anche se era
notte inoltrata,
e tutti gli abitanti del castello erano in camicia da notte e pigiama,
lei era completamente
vestita, e un pesante mantello verde nascondeva le sue forme. Inoltre,
i suoi capelli
erano molto corti, di un blu tendente al verde, spettinati e in
disordine, che
le davano un aspetto selvaggio. Tutta la sua femminilità si
sprigionava dagli
occhi, felini, di un viola intenso e penetrante.
-
E tu chi saresti, per credere di poterci dare un simile ordine? - rise
il Gran
Sacerdote.
-
Non te ne frega niente di chi sia io. Il fatto importante è
che voi di qui non
passate. –
Gaot
fece un passo avanti, ma venne respinto da una barriera invisibile.
-
Ah... - sorrise. - Ci dilettiamo anche nelle arti magiche? - le disse.
Lei
digrignò i denti, e gli lanciò un'occhiata
gelida. Il re la fissava assorto.
“Chi può essere...” pensava, “
questa ragazza, che sfida così apertamente il
Gran Sacerdote? È davvero così forte che pensa di
poterlo contrastare? Oppure
non sa chi si è trovata davanti?”
Gaot
fece un altro passo avanti, e con un semplice schiocco di dita
distrusse la fragile
barriera magica.
In
quel momento, la ragazza si irrigidì e i suoi occhi si
fissarono in un punto
indistinto nel vuoto.
-
Non riuscirete a farle del male. La regina si
salverà dal vero nemico, colui
che ha causato il male del mondo! - esclamò, poi
ebbe un sussulto e sbatté
le palpebre più volte, come per riprendersi.
Il
Gran Sacerdote trattenne il fiato, e la sua espressione di sufficienza
si
trasformò in una smorfia di terrore e rabbia.
-
Sei una veggente! - tuonò.
La
prese per un braccio e la strattonò, facendola sbattere
contro il muro e cadere
per terra.
-
Gaot, smettila! - ordinò il re.
-
Ma... mio re, lei è una veggente! I suoi poteri psichici
sono pericolosi per
noi! –
Elya
si avvicinò alla ragazza e la aiutò ad alzarsi.
Lei, per tutta risposta lo
fissò con uno sguardo di puro odio.
-
Questa ragazza verrà con noi. - affermò Elya.
-
Cosa? - esclamarono lei e Gaot in coro.
-
Maestà! Non... non si può! - fece il Gran
Sacerdote.
-
Per quale motivo? - chiese Elya. - Anzi, trovo che sia molto utile
avere una veggente
al castello. Può prevedere in anticipo l'esito delle
battaglie, può aiutarci a
modificare i fatti spiacevoli del futuro. Se vogliamo evitare altri
scontri ci
può essere utile senz'altro. –
Gaot
non seppe cosa ribattere, ma la sua espressione rimase contrariata.
Fu
la ragazza, invece, a controbattere.
-
Non sono un oggetto che tu puoi decidere di prendere e portare dove
vuoi, sono
una persona come tutti voi! Inoltre non ti sarò di alcun
aiuto, non decido io
quando avere una divinazione. Succede e basta. - disse, incrociando le
braccia
al petto.
Elya
spalancò gli occhi. Nessuno metteva mai in discussione i
suoi ordini, e soprattutto
nessuno gli dava mai del tu. Tutto ciò gli
provocò un fastidio che non seppe
spiegarsi.
-
Nessuno disobbedisce ai miei ordini. - disse, freddo, poi prese la
ragazza per
un braccio.
-
Gaot, guidaci fino alle stanze della regina Laya. - fece ancora Elya, e
seguì
il Gran Sacerdote per i corridoi, trascinandosi dietro la ragazza
riluttante.
Arrivarono
davanti ad una porta bianca a due battenti, decorata con intarsi
floreali e rami
intrecciati. Gaot aprì la porta con un tonfo, ed
entrò seguito dal re e da alcuni
soldati. La stanza era molto ampia e praticamente vuota. Vi si trovava
solo un
grande letto a baldacchino, proprio al centro della camera, e lungo la
parete
opposta all'entrata si trovava un'alta porta, più piccola,
che conduceva
probabilmente al guardaroba o al bagno.
In
un primo momento credettero che la stanza fosse vuota, poi videro una
figura stagliarsi
in controluce davanti alla grande vetrata, che si apriva sulla
balconata.
-
Regina Laya... - disse Elya, facendo un passo avanti.
La
donna si voltò e si avvicinò al ragazzo.
-
Ma... - esclamò la ragazza, spalancando
gli occhi e tendendo un braccio
verso la regina, ma si interruppe subito. La donna le lanciò
uno sguardo
sconsolato.
-
Cosa desiderate da me, re Elya di Orion? - chiese Laya, lisciando la
sua
sottile veste da camera. Nonostante la sua camera fosse occupata da
soldati
armati, la sua figura emanava dignità e orgoglio, e non
traspariva alcun senso
di paura. I suoi lunghi capelli neri e viola scendevano morbidamente
lungo la
schiena, e i suoi occhi dorati erano decisi e saldi.
-
Sapevo che sareste arrivati. –
-
Ve lo ha predetto lei? - fece Elya, spingendo la ragazza in avanti.
-
Come fate a saper... - esclamò la regina, ma la ragazza
abbassò la testa,
rammaricata.
-
Perdonatemi, ho avuto una visione alla loro presenza... Se volete
punirmi,
fatelo, mia regina. - mormorò, mentre le lacrime le velavano
gli occhi.
Elya
si schiarì la gola, mentre in quel momento nella sua mente
si delineava un
nuovo piano.
-
Regina Laya, sono venuto qui perché pretendo che voi
ritiriate tutte le truppe
e vi facciate vincere in questa guerra, durata da ormai troppo tempo.
–
Gaot
lo fissò incredulo.
-
Vostra maestà! Non era questo il piano... -
sussurrò, ma Elya lo zittì.
-
Sapete benissimo che non potrò mai accettare questa
richiesta, eppure me la
proponete ugualmente. Perché? - chiese Laya, che intuiva un
tranello.
-
Questa ragazza è molto importante per voi, non è
vero? È la veggente di corte o
sbaglio? -
disse
il re, stringendo involontariamente il braccio della ragazza.
-
Se oserete farle del male, io vi giuro che... - fece per dire la
regina, ma venne
interrotta.
-
Diciamo che non le farò del male, ma la porterò
momentaneamente al mio castello,
così voi potrete decidere con tutta calma il da farsi...
–
-
Regina, non dovete preoccuparvi per me, voi pensate solo a vincere la
guerra e
ciò mi renderà felice. Aspetterò con
trepidazione il giorno in cui verrete a
liberarmi da questi miserabili e spregevoli rapitori. –
affermò la ragazza.
-
Ora basta! – gridò Elya. – Hai parlato
fin troppo. E voi, regina, meditate
sulle mie parole.-
I
soldati uscirono dalla camera con passo veloce, seguiti da Gaot e dal
re.
Si
diressero all’ingresso principale, dove i loro draghi avevano
abbattuto tutto,
e vi salirono in groppa, per tornare a Orion.
-
Tu verrai con me. – disse Elya, alla ragazza, trascinandola.
Lei
si puntellò sui piedi, ma lui era molto più
forte, e la smosse subito.
-
Lasciami andare, bastardo! – gridò la ragazza,
scalciando.
-
Ah, la metti così? – fece Elya, al che se la
caricò in spalla come un sacco di
patate e salì sul suo drago. Lei si dimenava e cercava di
divincolarsi, ma le
braccia forti di Elya la trattenevano. La fece sedere davanti a lui e
prese le
redini del drago, intrappolandola.
-
Me la pagherai! – ringhiò, incrociando le braccia
al petto e cercando di distanziarsi
da quell’individuo.
-
Ti consiglio di reggerti, invece di mettere il muso. A me piace la
velocità! –
rise Elya, spronando il drago in una vertiginosa picchiata.
La
ragazza decise che da quel momento, la sua guerra personale contro Elya
era
aperta.
Questa
storia è nata per
un concorso, ma durante la sua stesura, ho capito una cosa. Elya,
Lothian, e la
veggente ( che presto rivelerà il suo nome), stavano
aspettando da tempo di
uscire dalla mia testa spettinata e di vivere le loro avventure. Ditemi
cosa ne
pensate!