Capitolo
4
Rivelazioni
Elya
e Bri salirono in groppa al drago,
dirigendosi al castello di Orion.
-
Allora, vuoi dirmi chi è il responsabile di
questo “attentato”? – esclamò
lei. Era seduta davanti al ragazzo, e lui le
circondava i fianchi con le braccia.
-
Se te lo dicessi saresti capace di saltargli
al collo e mandare in fumo il nostro piano! –
-
Uffa! – fece Bri, e incrociò le braccia al
petto.
-
Quando ti arrabbi mi piaci ancora di più! –
sussurrò Elya all’orecchio della ragazza, che
rabbrividì emozionata.
-
Tieni a freno gli ormoni. – fece lei, tentando
di trattenersi.
Arrivarono
al castello in mattinata, e planarono
nel grande cortile centrale attirando l’attenzione di tutti.
-
È tornato il re! – esclamò qualcuno.
Elya
chiamò lo scudiero, che si occupò del
drago, poi, lui e Bri, presi saldamente per mano, si avviarono verso
l’interno.
Entrarono
nella sala del parlamento e
convocarono il congresso dei politici.
-
Cari amici, -iniziò a dire Elya. – che siete
riusciti a riunirvi con così poco preavviso, ho una notizia
molto importante di
cui rendervi partecipi. –
Tra
i presenti si alzò un mormorio conciso, che
venne interrotto dal seguitare del discorso del re.
- La
notizia, la bella notizia, è l’annuncio delle mie nozze.
–
Il
mormorio si trasformò in un vociare confuso.
C’era chi era felice di questa notizia, e chi era sconcertato.
-
Con lei, vostra maestà? –
chiese uno,
puntando il dito verso Bri.
-
Precisamente. – confermò lui.
-
Ma è una nemica! – fece qualcuno.
-
Esatto maestà! – dichiarò Gaot,
allarmato.
-
Amici miei!Lei non è nostra nemica. In verità
lei è la figlia del defunto sultano di Lyra. –
-
La principessa? – sussurrarono alcuni.
-
Metteremo fine al conflitto con un matrimonio.
– concluse Elya, poi lasciò i politici a discutere
della faccenda come meglio
credevano, e si ritirò nelle sue stanze.
-
Perché l’hai annunciato davanti al parlamento?
– chiese Bri, che ancora non capiva.
-
La persona che cerchiamo è tra loro, e sono
certo che non esiterà a mostrarsi. Dobbiamo solo aspettare.
– disse Elya,
togliendosi il mantello.
Bri
si guardò intorno. Era la stanza più
lussuosa e piena di cose inutili in cui era mai stata.
-
Non badi a spese, vero? – fece al ragazzo.
-
Sono un… come mi avevi definito? Ah, si,
viziato e presuntuoso! – replicò lui, con un
sorriso sghembo.
-
Finiscila! – rise lei, togliendo anch’essa il
mantello. – E ora che facciamo? Voglio dire, la trappola
è tesa… -
-
Io avrei una mezza idea… - disse Elya,
circondandola con le braccia e spingendola verso il letto.
-
La vuoi smettere? – rise ancora Bri. – Dico
sul serio. –
-
Beh… dovremmo mettere al corrente tua madre
del nostro matrimonio, naturalmente spiegandole anche il piano di
attacco. La
faremo arrivare in un battibaleno. –
- E
come? –
-
Ovvio, la andrai a prendere tu. Con il mio
drago. – disse Elya, come se non ci fosse cosa più
semplice al mondo.
-
Io? Io non sono brava a condurre un drago! –
esclamò Bri, in preda al panico.
-
Fidati di me. –
In
quell’istante, Bri si congelò nella sua
posizione, e il suo viso assunse un’espressione terrorizzata.
-
Che succede? – esclamò Elya, allarmato.
– Bri,
rispondimi! –
La
ragazza tornò in se e scoppiò a piangere.
-
Ho visto una cosa terribile! – disse tra le
lacrime. – Tu e… eri morto e… vedevo
qualcuno con un pugnale in mano e poi
sangue, tanto sangue! –
-
Calmati! Chi era la persona con il pugnale? –
-
Non lo so, non si vedeva in volto… -
Elya
la strinse tra le braccia, consolandola. –
Su, non piangere. Quello che hai visto potrebbe succedere, è
vero, ma siamo noi
gli artefici del nostro futuro, e se io decido che non
succederà, non
succederà. –
-
Sempre a dare ordini tu… - fece Bri. Quelle
parole la avevano un po’ tranquillizzata. Era chi le aveva
pronunciate che non
ci credeva poi tanto.
La
mattina dopo, Bri partì alla volta del suo
regno, sulle ali del drago rosso di Elya.
Il
ragazzo invece si dedicò ai preparativi del
finto matrimonio.
Organizzò
il banchetto e la lista degli ospiti,
chiamò il sarto reale per confezionare un abito da sposo.
- E
la sposa, vostra maestà? – chiese il sarto,
convinto di dover realizzare anche quello di Bri.
-
Arriverà. – fu la risposta di Elya, che
sorrise divertito. Quell’espressione si trasformò
subito in una smorfia,
ripensando alla premonizione di Bri del giorno prima.
Dopo
aver avviato i preparativi, Elya si ritirò
a meditare.
“
Le premonizioni sono garantite al cento per
cento?” pensò.
Qualcuno
bussò ala sua stanza. Elya si irrigidì.
-
Chi è? – chiese.
-
Sono Gaot, vostra maestà. – rispose
l’uomo
dall’esterno.
-
Entra, mio vecchio amico. – disse Elya,
alzandosi dalla poltrona su cui sedeva.
-
Mio re, vorrei conversare con lei, se non sono
di troppo disturbo. –
-
Saggio Gaot, arrivi in un momento opportuno.
Ho proprio bisogno di distrarmi dai miei pensieri. Che ne dici se
svolgiamo la
nostra chiacchierata sulla terrazza del tetto? Vorrei prendere una
boccata
d’aria. –
Dalla
grande terrazza si poteva ammirare tutto
il meraviglioso regno di Orion.
-
Allora, di cosa volevi parlarmi? –
Gaot
sospirò pesantemente.
-
Maestà, siete sicuro di tutto questo? Del
matrimonio intendo. –
-
Non ti seguo… -
-Dico
solo che state correndo un po’ troppo… La
conoscete solo da tre giorni, in più è molto
sconveniente per voi! –
-
Sconveniente per me, Gaot? Vorresti dire
sconveniente per te! –
Gaot
lo guardò stralunato. – Maestà?
–
-
Con un matrimonio posso mettere fine al
conflitto, sai? Credevi non l’avessi capito che trami
qualcosa? Credevi fossi
così ottuso o ingenuo da non capire cos’hai in
mente? Tu non vuoi la pace. Tu
vuoi che la guerra continui.–
-
Non capisco, davvero… -
-
Getta la maschera, consigliere ingannatore! So
che hai ordito una cospirazione, ma non ne capisco ancora il
perché… -
-
Vi sbagliate, maestà, io… -
-
Taci, avrei dovuto accorgermene dall’inizio… Sei
stato tu a liberare Bri e a lasciarla fuggire,
sei stato tu ad aver assoldato i predoni per farla fuori.
L’ho capito
dal talismano dalla pietra verde, che tu hai dato al loro capo per
distruggere
la barriera magica. Quel talismano era un dono di mio padre. Come ho
fatto ad
essere così cieco! E quando abbiamo rapito Bri! In
realtà a te non interessava
la sua libertà, bensì il fatto che fosse una
veggente. Avrebbe potuto predire
le tue mosse in maniera cristallina. Una cosa però non mi
è chiara. Cosa ti ha
fatto Bri? Avresti potuto farla tornare al suo regno e basta.
–
-
Siete perspicace, maestà, ma non abbastanza.
Perché farla tornare al suo regno se la colpa del delitto
poteva ricadere
direttamente nelle vostre mani? Il mio vero obiettivo siete voi, fin
dall’inizio. –
Elya
gli lanciò uno sguardo truce.
-
Senza la vostra esistenza, il trono sarebbe
stato mio, mio di diritto! –
-
Cosa stai blaterando? – esclamò il ragazzo.
Gaot
rise malignamente. – L’anno prima della
vostra nascita, il re si era rassegnato a non poter avere figli, e non
avendo altri
parenti in vita, mi promise che alla sua morte il regno sarebbe passato
direttamente nelle mie mani. Immaginate la collera e
l’irritazione quando, non
solo siete nato voi, ma anche quel fiore della
vostra sorellina… -
-
Se oserai toccarla anche solo con un dito,io…
-
-
Maestà! Non si alteri, per carità! –
gracchiò
il Gran Sacerdote. – Così, - proseguì.
– decisi che bisognava darci un taglio.
Sai perché è scoppiata la guerra tra il nostro
Paese e quello di Lyra? –
-
Ovvio, perché loro ci hanno dato battaglia
improvvisamente e senza motivo. –
-
In realtà un motivo c’era. –
precisò Gaot, il
cui viso si era trasformato in una maschera di follia.
-
Tu! – esclamò Elya, che ricollegava ogni
tassello. – Tu hai scatenato la guerra! –
-
Per l’appunto. Ho inviato una “squadra
speciale”… – confermò.
-
Così, mentre eravamo impegnati con il
conflitto avresti potuto tramare indisturbato! –
-
Non solo! Avrei potuto mascherare la tua morte
come un tragico attacco da parte del nemico! –
esclamò, e da una manica
estrasse un lungo pugnale affilato.
Elya
trasalì, pronto a difendersi.
-
Di le tue ultime preghiere. – sibilò Gaot.
Il
ragazzo sorrise. – Attento alla testa. –
mormorò, e un attimo dopo, due forti zampe di drago presero
il Gran Sacerdote
per le spalle e lo scaraventò da una parte, facendogli
cadere il pugnale dalle
mani.
-
Bri! – esclamò Elya, correndo incontro alla
ragazza e alla madre, la regina Laya, che scendevano dal drago.
I
due ragazzi si strinsero in un abbraccio, poi
Elya andò dalla regina e si inchinò davanti a lei.
-
Mi perdoni per tutto l’agitazione che vi ho fatto
passare, regina Laya. Sono davvero mortificato. Sua figlia è
libera di
andarsene quando più le aggrada… -
-
Ma che stai farneticando? Io voglio stare qui
con te, hai capito, zuccone? – esclamò Bri,
dandogli un pizzico su un braccio.
-
Ma sei matta? Comportati un po’ più da
principessa! – rise Elya, e i tre scoppiarono a ridere.
-
Stupida ragazzina… - boccheggiò Gaot,
rialzandosi dal pavimento. Nei suoi occhi si rispecchiava la pazzia.
Alzò
le braccia davanti a se e creò una sfera di
energia verde, pronto a scagliarla contro Bri con tutta la sua forza.
La
ragazza raccolse in un attimo il pugnale che
Gaot aveva perso, e con uno scatto felino fece riflettere la sfera di
energia
sulla lama lucida come uno specchio, rispedendola al mittente.
Il
globo fosforescente colpì l’uomo in pieno
petto, e in un lampo di luce fortissimo ne disintegrò ogni
piccola particella.
Bri
trasse un sospiro. Era finita. Finalmente
era finita.
Elya
le cinse le spalle con un braccio.
-
Hai, visto? Non sono morto come credevi. Il
futuro si può cambiare, siamo noi a decidere in che modo.
–
-
Devi ringraziare me per questo! – disse Bri,
ricambiando l’abbraccio.
-
Quando la smetterete di fare i piccioncini,
dovrete spiegarmi un po’ di cose. – rise Laya,
guardandoli con tenerezza.
-
Le ho spiegato ogni cosa del piano, ma ci sono
ignote tante altre cose… - chiarì Bri.
- Prima
cosa fra tutte… - fece Laya. – Se il matrimonio
era fasullo, perché mi avete convocata
lo stesso? –
Elya
sorrise.
-
Oggi metteremo le fondamenta per una pace
duratura, e cancelleremo una volta per tutte i nostri conflitti. Siete
d’accordo, maestà? –
Laya
si avvicinò a due e sussurrò giocosamente
all’orecchio della figlia: - Se sarai così stupida
da lasciarti sfuggire un
così bravo ragazzo, ti diseredo! –
-
Maestà… - fece Elya, divertito. –
Guardi che
l’ho sentita! Comunque, Bri, l’idea del matrimonio
è ancora lontana… -
La
ragazza scoppiò a ridere. – Inoltre ho un
mucchio di cose da fare prima di sposarmi, e le farò tutte
quante! – affermò
compiaciuta.
-
Mio caro re Elya, temo che morirai scapolo! –
sospirò Laya, che ancora non si capacitava di come sua
figlia potesse essere
uscita così poco principesca!
-
Prima a litigare… poi tutti latte e miele… -
mormorò Bri. – Siamo davvero una coppia di
stupidi… -
-
Stupida sarai tu! – esclamò scherzoso Elya,
chiudendo la bocca di Bri con un bacio, prima che potesse ribattere.
Allora
che ne dite?
La
storia si è conclusa per il meglio e
c’è
stato un bel lieto fine.
Ditemi
cosa ne pensate, e se vi è piaciuta
questa storia leggete anche un’altra mia fan-fiction, dal
titolo “Starlight”.