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Autore: Whirlwind    30/01/2016    1 recensioni
Una ragazza bardo con l'amnesia, un principe elfo rinnegato e zoppo, un ranger annoiato, un nano scorbutico, una ladra maldestra ed un mago alla ricerca del suo bastone magico. Questa la strana compagnia che si trova a lavorare fianco a fianco attraverso terre sconosciute ed avventure al limite del comico.
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Mi scuso per la lentezza nel continuare, gli esami mi hanno impegnata più del previsto. 


In viaggio verso Agalaz
parte seconda

 
 
Quando i nostri avventurieri incontrarono nuovamente la carovana dei mercanti il sole era già alto nel cielo. Armur, recuperati i suoi barili di birra dal carro, tornò alla sua postazione originaria a guardia delle merci, mentre Enomis raggiunse il mercante in testa alla carovana seguito da Roukan.
- Ce l’avete fatta dunque. -
Esclamò il mercante quasi sorpreso di vederli.
- Non di certo grazie a voi, signore. Siamo stati attaccati da un esercito di ragni la scorsa notte, diverse persone hanno perso la vita per via dei morsi velenosi. -
Per tutta risposta, il mercante scacciò le parole dell’elfo con fare annoiato.
- Che colpa ho io se un gruppo di pezzenti decide di rischiare la vita pur di non pagare il pedaggio? –
Il cinismo e la totale assenza di empatia in quell’uomo lasciarono Enomis di stucco. Se prima quel tipo non gli era piaciuto, ora provava soltanto forte ribrezzo nei suoi confronti.
- Avevate assicurato un viaggio sicuro con la vostra carovana.. -
- Smettetela di scocciarmi. -

Lo interruppe il mercante spingendolo via.
Se non ci fosse stato Roukan a trattenere l’amico, Enomis gli avrebbe volentieri assestato un pugno.
Verso il calar della sera, in coda al gruppo, Spugna e Kerim stavano parlando del più e del meno, quando lo sguardo della ragazza cadde sul fagotto che il mendicante si portava appresso.
- Cosa tenete in quel fagotto? -
Chiese con innocente curiosità notandone la forma strana.
- Oh, semplicemente tutto ciò che mi resta. Un oggetto a cui sono molto legato. -
Rispose lui in modo sbrigativo.
- Voi piuttosto, raccontatemi come siete arrivata a farvi chiamare Spugna. Sicuramente è una storia più interessante della mia. -
Non aveva alcuna intenzione di dire altro su quel fagotto e, seppur la curiosità di Spugna non era stata per niente appagata da quella risposta, decise di non insistere oltre. Il mendicante non la preoccupava particolarmente, tuttavia quell’alone di mistero attorno alla sua persona non la induceva certo a fidarsi abbastanza di lui per raccontargli per filo e per segno ciò che rammentava della sua storia.
- Devo contraddirvi, Kerim. Non è poi così interessante, ho perso la memoria qualche anno fa per via del mio amore per le ubriacate, non contenta, ho continuato a bere fino a guadagnarmi il soprannome. -
Gli raccontò sommariamente per poi unirsi alla risata che aveva provocato in lui.
- Come mai siete diretta ad Agalaz? -
Le chiese Kerim ancora divertito.
- Le taverne di Mariff mi hanno stufato. Voi cosa sperate di trovare nella capitale? -
- Fortuna, in qualunque forma essa mi si presenti. -
Il suo sguardo vagò verso l’orizzonte, perso in chissà quali pensieri.
- Dev’essere dura la vita del mendicante. -
Commentò Spugna.
- Si tira avanti. -
Le rispose Kerim con ottimismo tornando a guardarla negli occhi.
In quel preciso istante, un ululato catturò l’attenzione di tutti i presenti. Prima che nessuno potesse nemmeno rendersi conto di ciò che stava accadendo, la carovana fu circondata da un branco di lupi inferociti. Un paio di questi si scagliò sul carro che trasportava i viveri, eliminando con facilità l’opposizione incontrata da parte di una delle guardie. Il resto del branco si divise attaccando il resto della carovana. Armur scese immediatamente dal carro brandendo la sua ascia contro qualunque cosa gli si avvicinasse, il mercante si nascose dietro di lui con aria terrorizzata. Roukan impugnato l’arco tentò di allontanare i lupi dai viveri ed Enomis si difese facendo uso della magia, incurante di occhi indiscreti.
Spugna si lanciò a sua volta all’attacco con la spada che fino a quel momento aveva tenuto nascosta sotto il suo giaciglio, ma benché fosse impegnata con i lupi, non poté non notare che il fagotto di Kerim era sparito e al suo posto il ragazzo teneva tra le mani una katana e la brandiva contro i lupi con fare consapevole.
L’attacco non durò più di una ventina di minuti, ma l’esito fu disastroso.
Due guardie erano state uccise, così come i pochi civili rimasti e uno dei due mercanti, dei viveri si era salvato poco e parte del vasellame diretto ad Agalaz era stato distrutto.
Kerim ripose la katana nel suo fagotto convinto di non esser stato visto e quando il gruppo si fu ripreso si affrettò a congedarsi e proseguire per la sua strada, lasciando non pochi dubbi in Spugna.
Nella direzione opposta, una guardia a cavallo si allontanò a sua volta abbandonando la carovana.
- Che disastro! Che disastro! -
Gridò il mercante guardando con orrore ciò che era accaduto al suo carico.
- Purtroppo non potrò più pagarvi per i vostri servigi, temo. -
Disse rivolto a Spugna ed Armur.
Il nano, che fino a quel momento aveva sopportato quell’uomo in silenzio e che gli aveva addirittura appena salvato la vita, fu colto da un attacco d’ira tale che con un colpo d’ascia staccò di netto la testa al mercante. Spugna, Roukan ed Enomis lo fissarono interdetti con un misto di approvazione e stupore.
- Che c’è? Quel verme schifoso mi aveva davvero scocciato. -
Proferì il nano con un’alzata di spalle.
- Ci converrà sparire in fretta di qui. -
Spugna prese in mano la situazione spalleggiata da Roukan.
- D’accordo, ma perché lasciare quest’oro ai briganti? -
Disse Enomis strappando una sacca piena di monete dal fianco del cadavere del mercante.
- Quest’elfo comincia a piacermi. -
Borbottò Armur.
- E sia. Già sembra la scena di un incidente.. -
Concordò Spugna. I quattro si divisero velocemente il bottino e si incamminarono alla volta di Agalaz decidendo di non fare ulteriori soste. Restava soltanto mezza giornata di cammino.
Quando l’indomani varcarono i cancelli di Agalaz, certo non si aspettavano l’accoglienza che ricevettero. 
   
 
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