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Autore: Recchan8    01/02/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Annuì lentamente, pensando a quanto potenziale avesse quella ragazza. Socchiuse gli occhi e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Lanciò un'occhiata a Hylia e si passò la punta della lingua sulle labbra. Si immaginò la sua pelle candida come la neve striata di un bellissimo rosso scarlatto e i suoi occhi verdi sbarrati, rivolti verso di lui in una silenziosa preghiera. Hisoka, allo stesso tempo, si sentiva attratto e minacciato da quella misteriosa ragazza. Sì, si sarebbe divertito molto con lei.
-E una volta che sarà diventata una manipolatrice del sangue, una degna avversaria... la ucciderò-.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hylia tentò più volte di aprire la porta, ma ogni suo sforzo si era rivelto vano. Avrebbe potuto sfondarla utilizzando il Nen, ma voleva davvero fuggire in reggiseno e slip? Non sapeva neanche dove si trovasse, avrebbe potuto esserci gente peggiore di Hisoka oltre quella porta. Prima di tutto doveva capire in che razza di posto fosse capitata, in che modo ci era arrivata, e che fine avessero fatto i suoi vestiti e la sua borsa.
E, soprattutto, chi diavolo fosse Hisoka.
Doveva per forza aver utilizzato lo Zetsu, l'annullamento dell'anima, altrimenti non sarebbe riuscita a spiegarsi per quale motivo non si fosse accorta della sua presenza. No, molto probabilmente si era servito dell'In, la forma avanzata dello Zetsu.
Lasciò il lenzuolo sul letto e si aggirò per la camera in intimo. Aprì la cabina armadio, convinta di trovare là dentro i suoi vestiti, ma vi trovò solamente una miriade di abiti simili a quelli che indossava Hisoka, però di colori diversi. Hylia scosse la testa e si convinse acora di più di avere a che fare con un manicao utilizzatore di Nen, ergo un maniaco molto pericoloso.
Si spostò nel bagno, grande quasi quanto metà della camera, e non riuscì a resistere alla tentazione di guardarsi allo specchio. Se ne pentì subito. Si avvolse i capelli mossi color cannella in un asciugamano e si sciacquò il viso. Gli occhi le caddero su dei trucchi abbandonati alla rinfusa sul bordo del lavandino e stentò a credere che appartenessero a Hisoka. Si trattava di un eyeliner nero e di almeno cinque o sei matite colorate. Lì per lì rimase basita, poi si ricordò dei disegni sugli zigomi del ragazzo: non erano dei tatuaggi ma dei disegni che lui, evidentemente, si faceva ogni mattina. Quindi forse... Cercò un porta lenti ma non lo trovò da nessuna parte.
-"I suoi occhi sono davvero gialli..."- sussurrò pensosa. -"Come il topazio..."-.
Si rese conto di quello che aveva appena detto e si diede due schiaffetti sulle guance: non era il momento di perdersi in simili pensieri, doveva assolutamente escogitare un piano per uscire da quella camera causando meno danni possibili.
Hylia non era come suo fratello maggiore. Lui non si preoccupava minimamente delle conseguenze delle sue azioni, agiva e basta. Era stato lui a insegnarle i quattro principi fondamentali del Nen e ad accorgersi che il suo Nen apparteneva alla Manipolazione: Hylia era riuscita a svilupparlo in modo da controllare il suo sangue, fino a usarlo come arma. Dopo averle insegnato le basi del Nen, suo fratello aveva lasciato la famiglia per sostenere l'esame per diventare Hunter. L'aveva superato, ma non aveva più fatto ritorno a casa e non aveva fatto avere sue notizie. Erano passati due anni da quando suo fratello aveva sostenuto l'esame, e Hylia si era decisa a partire alla sua ricerca. Anche lei sostenne l'esame e lo superò. Sfruttando la licenza da Hunter aveva iniziato a raccogliere informazioni su Nile, conosciuto come "l'Hunter glaciale".
Hylia riemerse dal fiume dei suoi ricordi e, dopo essersi tolta l'asciugamano dalla testa, uscì dal bagno e andò a sedersi su di una poltrona. Lanciò un'occhiata fuori dalla finestra e, a giudicare dall'altezza del sole, pensò che dovessero essere più o meno le otto del mattino. C'era una televisione a schermo piatto appesa alla parete di fronte alla poltrona dove si era seduta. La accese e il volume troppo alto la spaventò.
-"Buongiorno a tutti!"- esclamò una ragazza coi codini fucsia e un microfono in mano. -"Qui è Lily che vi parla, la vostra speaker preferita in diretta dall'Arena Celeste!"-.
-"Arena Celeste?"- ripeté Hylia abbassando il volume della televisione. Aveva già sentito nominare quel posto da qualche parte.
-"Tra meno di un'ora avrà luogo il primo incontro della giornata, nonché il più atteso!"-.
La speaker scomparve e al suo posto mandarono le immagini di un'arena composta da lastre bianche e circondata da spalti stracolmi di persone euforiche.
-"Proprio così, amici spettatori! La vostra Lily seguirà in diretta e commenterà per voi lo scontro tra Nemell e Hisoka, il ragazzo che sta scalando i piani dell'Arena Celeste a una velocità impressionante! La regia mi dice infatti che Hisoka vanta ben cinque vittorie e zero sconfitte!"-.
Sullo schermo passarono alcuni spezzoni presi dai video dei combattimenti di Hisoka. Per qualche strano motivo, sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Prese il lenzuolo dal letto e se lo avvolse intorno al corpo, tornando poi a guardare la televisione con gli occhi spalancati. Stando a quanto stava dicendo la speaker, Hisoka aveva vinto tutti gli incontri in meno di un minuto, e solo una volta su cinque l'avversario non aveva subito danni permanenti. Quello con cui Hylia aveva a che fare non era un semplice maniaco combattente.
L'Arena Celeste era un grattacielo composto da più di duecento piani in cui si riunivano i combattenti più esperti e più forti per disputare incontri in cui il vincitore guadagnava un'ingente somma di denaro. Per chi amava combattere ed era forte, frequentare l'Arena Celeste era un metodo veloce e pratico per racimolare soldi. Una volta superato il centesimo piano, si aveva diritto a una stanza dove alloggiare; Hisoka quindi aveva superato il centesimo piano dell'Arena.
-"Attenzione!"- esclamò a un certo punto Lily. -"Mi comunicano che Nemell ha abbandonato l'incontro!"-. Dalla folla emersero boati di disappunto. -"Hisoka guadagna la sua sesta vittoria consecutiva e il diritto di avanzare fino al centoquindicesimo piano!"-.
Hylia spense la televisione e gettò il telecomando sul divano accanto alla poltrona. Aveva sentito abbastanza e si era resa conto che la sua fuga sarebbe stata molto più difficile del previsto. Probabilmente la cosa migliore da fare era chiamare aiuto all'esterno. Quel ragazzo era troppo pericoloso. Aveva quasi ferito a morte un avversario servendosi solamente di un mazzo di carte.
Come i suoi vestiti, anche la sua borsa era sparita, e con essa il cellulare. Fece per buttarsi sul telefono della camera, ma si bloccò quando sentì la porta aprirsi.
-"Buongiorno!"- esclamò Hisoka chiudendosi la porta alle spalle. -"Ancora con il lenzuolo?"-.
Hylia gli lanciò un'occhiata sprezzante e si girò dall'altra parte, ignorando la sua frecciatina.
-"L'incontro che ho appena visto alla televisione era una registrazione?"- gli domandò.
-"No"-.
Hisoka era tornato in camera in meno di dieci secondi. Impressionante.
-"Con permesso"- disse il ragazzo sparendo dietro al bagno. Pochi secondi dopo Hylia sentì scorrere l'acqua della doccia. Si alzò lentamente in piedi e si avvicinò alla porta della camera, convinta di trovarla aperta.
-"Maledizione...!"- sibilò.
Si guardò intorno ma non vide da nessuna parte nemmeno l'ombra di una chiave. Il rumore dell'acqua si interruppe e Hisoka rise.
-"E' inutile che ci provi, è chiusa!"-.
-"Me ne sono accorta, grazie tante!"- sbottò Hylia.
Hisoka rise nuovamente e riaprì l'acqua della doccia.
-"Guarda sotto il letto!"- disse cercando di sovrastare lo scroscio dell'acqua.
Hylia alzò un sopracciglio e guardò la porta del bagno strizzando gli occhi. Che Hisoka la stesse prendendo in giro? C'era davvero la chiave sotto al letto? C'era un solo modo per scoprirlo. Fece dietrofront, allungò una mano sotto al letto e tastò qualcosa di morbido. Non era la moquette... Si trattava dei suoi vestiti e della sua borsa. Li recuperò e diede loro una rapida controllata, verificando che non fossero sporchi o scuciti: era tutto a posto. Passò poi a controllare il contenuto della borsa e si sentì un po' più sollevata quando trovò il suo portafoglio, la foto di suo fratello, la licenza da Hunter e la collana con una falce di luna come pendente. Se la rimise subito al collo per sicurezza.
-"Visto?"- disse Hisoka comparendo alle sue spalle.
Hylia si alzò di scatto in piedi, stringendo al petto le sue cose. Quel ragazzo faceva un uso spropositato di In; evidentemente amava spaventare a morte le persone.
-"Quindi ammetti di avermi rapita”- iniziò Hylia. -”Altrimenti non vedo come..."-. Si bloccò. Credeva che Hisoka si fosse rivestito prima di uscire dalla doccia, invece aveva solamente un asciugamano avvolto attorno ai fianchi. Aveva un fisico asciutto ma allo stesso tempo ben scolpito; di sicuro era un ragazzo agile e forte. Era struccato e i capelli bagnati gli ricadevano in parte sugli occhi. Per un attimo Hylia si perse nella sua contemplazione e finì persino per pensare che fosse un ragazzo attraente.
-"Assolutamente no. Purtroppo non sono stato io a spogliarti"- disse Hisoka mettendosi le mani sui fianchi. La sua voce aveva tradito una certa nota di rammarico che aveva fatto rabbrividire Hylia. -"Quando sono tornato qui ieri notte ti ho trovata nel mio letto senza vestiti"-.
-"Allora perché non mi lasci andare via?"- gli domandò.
Hisoka tornò in bagno e poco dopo ne uscì con un altro asciugamano in testa. Si sedette su una poltrona e iniziò ad asciugarsi i capelli. Solo allora Hylia notò l'enorme tatuaggio sulla schiena di Hisoka: un ragno nero a dodici zampe con un 4 disegnato sull'addome. Le ricordava qualcosa, ma in quel momento non riuscì a collegarlo a niente.
-"Carpe diem"- disse Hisoka.
-"Cosa?"-.
A un tratto i vestiti e la borsa che Hylia teneva stretti al petto le caddero dalle braccia e si sentì strattonare per un polso: doveva trattarsi di nuovo della forza di prima. Piantò i piedi per terra e si oppose con tutte le sue forze.
-"Hai detto di chiamarti Hylia, giusto? Dì un po', Hylia... Sai cos'è il Nen?"-.
Doveva pensare a come liberarsi dalla sua presa e magari anche a capire che tipo di tecnica Hisoka stesse utilizzando; decise così di mentire.
-"No"- disse a denti stretti.
Hisoka socchiuse gli occhi e sorrise beffardo.
-"Non sei brava a mentire..."-.
Hylia sussultò e si girò di scatto. Se lo ritrovò di fronte, con ancora l'asciugamano attorno ai fianchi e il secondo sulla testa; indietreggiò di un passo ma il ragazzo la afferrò per un braccio e la tirò verso di sé.
-"Sei un Hunter, non puoi non conoscere il Nen"- disse, il suo viso a pochi centimetri da quello di Hylia.
-"Hai frugato nella mia borsa!"- esclamò lei indignata.
-"Ti propongo un patto"- disse ignorandola. -"Combattiamo. Se vinci tu ti lascerò andare. Se vinco io..."-. Prese il pendente a falce di luna e cominciò a rigirarselo tra le dita. Chiuse di scatto la mano intorno a esso e la guardò negli occhi.
-"Se vinci tu...?"- lo incalzò Hylia.
-"Sarai mia per sempre"- le sussurrò nell'orecchio, facendo poi roteare la punta della lingua attorno al lobo. Lasciò la presa sulla collana e si allontanò di qualche passo, godendosi l'espressione sconvolta sul viso di Hylia.
-"Allora? Accetti?"-.
Portandosi una mano all'orecchio, gli occhi le scivolarono sul pendente della sua collana e decise di tentare. Hisoka era sicuramente un avversario temibile, ma lei non era da meno. Se il gruppo sanguigno di Hisoka fosse stato uguale al suo, con un po' più di concentrazione avrebbe potuto manipolare il sangue del ragazzo, e a quel punto per lui sarebbe stata la fine. Nel caso in cui il suo gruppo fosse stato diverso, Hylia si sarebbe arrangiata col suo stesso sangue. In sintesi, era sicura di avere la vittoria in pugno.
-"Accetto"- disse Hylia. -"Ma prima vorrei vestirmi. E, ti prego, fallo anche tu"-.

 

 

 

   
 
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