Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Yellow Canadair    02/02/2016    3 recensioni
"Tornava bel bello dalla sua passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre in un anno a caso dei Cent’Anni del Grande Buio, don Emporio, curato d’una delle terre nel Mare Settentrionale. Chiuse il breviario che leggeva tenendovi dentro un indice per portare il segno, si girò verso il lago come faceva sempre giunto a quel punto del sentiero e guardò le acque placide..."
Bloccati su un'isola piovosa per esigenze di magnetismo, Rufy e i suoi compagni decidono che l'ultima storia che Nico Robin narra loro è troppo noiosa, e corrono ai ripari.
Da un'idea di Alessandro Manzoni.
Genere: Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Donquijote, Doflamingo, Monkey, D., Rufy, Mugiwara, Sorpresa
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un piano suuuper!

 

– Questa è una storia… – Fra’nky Stofaro estrasse una chitarra dal saio, s’accomodò di sghimbescio su una seggiola e principiò a suonar tristi note. – …molto, molto cupa… – plon plon, faceva la chitarra. – È la storia di come un carpentiere immolò il proprio cuore a Dio…–

– E chi se ne frega! – protestò Lorenzo o, come dicevan tutti, Rufy, rovistandosi nel naso alla ricerca del Santo Graal.

– Non fare il maleducato! – lo rimbeccò il nonno assestandogli un cazzotto in testa che lo piantò nel pavimento fino alle reni. – Renditi utile e va’ dal dottor Azzecca-garbugli! –

– Da chi?? –

– L’avvocato!

– E chi lo conosce?! –

– Quello che abita dietro alla banchina del fiume, ha i capelli afro e un naso che non finisce più! – rispose di malagrazia Garp. Poi sollevò il nipote e lo sbattè fuori casa. Pensò che forse sarebbe stato il caso di dargli dei capponi, come regalo all’Azzecca-garbugli, ma Rufy se li sarebbe mangiati per l strada e quindi accantonò l’idea.

– Continui, Fra’nky Stofaro. –

Lorenzo o, come dicevan tutti, Rufy, atterrò sulle terga oltre lo serbino di casa Mondella. Sospirò. Aveva fame, ma la porta era stata chiusa alle sue spalle e non aveva voglia di fronteggiare il nonno a stomaco vuoto. Decise di recarsi così a casa dell’Azzecca-garbugli, che era un grande avvocato di fama internazionale di cui parlavano tutti, in paese: si diceva che le accuse si sciogliessero da sole al suo passaggio, che i giudici gli chiedessero clemenza, che la sua toga fosse stata intessuta con le lacrime della Fata Turchina, che aveva osato frodare un suo cliente. Era stato un caso piuttosto legnoso, ma le bugie della donna avevano le gambe corte, e in aula la Fata era stata come un balocco nelle mani di un burattinaio.

Rufy così si incamminò verso la casa dell’Azzecca-garbugli.

– Venite, figliuolo. – disse l’Avvocato, e lo fece entrar con sé nello studio.

L’avvocato si ergeva fiero sul suo seggiolone a braccioli, in una stanza gremita de’ libroni, cartigli e manoscritti, e stava dietro una scrivania affollata di libelli e di gride. Il padrone di casa era in veste da camera, e aveva il naso tuffato in libri pieni di cavilli e commi.

– Siete stato fortunato a trovarmi – sorrise il dottore. – Sa… normalmente il lunedì mattina uccido i draghi nella provincia di Lecco.

– Woooow! – s’illuminò Rufy. – Sul serio? –

– Certo. – rispose solenne. – Orsù, non chiacchieriamo invano… racconterei volentieri di quando ho ucciso tre giganti colpendoli nelle pupille con delle noccioline, ma non abbiamo tempo.

– No, no, raccontate! – disse una renna dagli occhi a stellina affacciandosi alla finestra (si era al pianterreno).

– No. Se no la trama non va avanti. Sono stato minacciato dalla regia. – piagnucolò l’Azzecca-garbugli. Si accomodò meglio sullo scranno e disse: – Ditemi il fatto come sta. –

– Non mi fanno mangiare. – rispose il futuro sposo. – Il nonno aveva organizzato un banchetto bellissimo, e invece niente, non si mangia. –

L’Azzecca-garbugli aggrottò le sopracciglia e si grattò la nuca con la cima di un pennino. – Tutto qui? Soffrite di gastrite? Disturbi intestinali? O vostro nonno ci ha ripensato? –

– Dice che se non mi sposo, non mangio. –

– Ahhhhh! – sorrise l’avvocato. – Ma certo. Lei si è messo nei guai con una giovine, nevvero?

– “Messo nei guai”? –

– Lei l’ha sedotta, è evidente! Anche io sedussi tre donne contemporaneamente, una volta, a Como… –

– Ma che vuol dire?

L’Azzecca-garbugli ridacchiò. – Benedetta gente! Siete tutti così: in vece di raccontar il fatto, venite a interrogare! Giovanotto, dovete stare tranquillo: secondo la legge Dolores in causa del 1548, emanata nel Califfato di Dressrosa, “Colui che cagiona nascituro a donzella poscia siffatta, Urbis et orbis, cave canem, al costo di una comun pigione, sarà cotanto al sicuro...”

– No no no… quale nascituro? Nascituro vuol dire bambino! – protestò Rufy. – Il problema è un altro! –

L’avvocato sobbalzò.

– Il nonno non mi fa mangiare perché il curato non mi vuole sposare! –

– Oh, ma certo. Non vi sposa perché siete già sposato. – disse l’Azzecca-garbugli capendo tutto, anche se in realtà aveva travisato e non aveva capito proprio niente.

– Uhmmm… no. Non mi sposa perché Don Flamingo gli ha detto di non farlo.

– DON FLAMINGO??? DOV’È????? – urlò l’avvocato.

– Non c’è…

– NASCONDIMI! NON MI DEVE TROVARE!!! –

Rufy si accucciò sotto la scrivania per guardare il tremebondo avvocato lì dove si era nascosto.

 – Don Flamingo non è qui. Ha solo detto che non mi devo sposare. – spiegò calmo.

– CHE FAI, LO NOMINI???? –

– Scusa, ma che altro dovrei fare? Mi devo sposare con Boa Mondella, ma Don Flamingo…

– FUORI! FUORI DI QUA!!! –

L’avvocato estrasse da un cassetto della scrivania un enorme martello da diecimila tonnellate e cacciò via Renzo o, come dicevan tutti, Rufy, senza dargli modo di spiegare altro.

 

~

 

Fra’nky Stofaro si appoggiò allo stipite della modesta abitazione e sollevò i suoi occhiali da sole sulla fronte, facendo correre lo sguardo fiero per la piccola cucina.

– Buongiorno, sorellina! – disse a Boa – Mi è giunta voce che ti sia messa in un suuuper-guaio –

Il portamento ancora fiero e i modi di fare da mototeppista che emergevano timidi di tanto in tanto, tradivano il passato di quello che all’epoca era conosciuto come Fra’nky Stofaro. Colui che adesso si presentava come un umile fraticello, una volta era stato un conosciutissimo carpentiere, cresciuto nelle coorti veneziane fra i migliori costruttori di navi che andavano verso le Indie orientali.

Un giorno, camminando bel bello sul ponte di Rialto, facendosi spazio a grida e spallate tra mercanti e cortigiane, Fra’nky Stofaro, che all’epoca rispondeva al bizzarro nome di Cutty Flam, aveva incrociato per la sua via un uomo che era suo avversario, nel quartiere dell’Arsenale, nel costruire navi mercantili: parente del Doge, uomo di potere che aveva fior di manovali al suo servizio, era Iceburg, prossimo a controllare Venezia.

– Fatti da parte, Fessoburg – lo aveva apostrofato malamente il futuro frate – Abbiamo un lavoro da portare a termine e non posso perdere tempo con te e i tuoi… – aveva guardato alle spalle di Iceburg, e aveva notato una donna abbigliata in maniera succinta e vagamente anacronistica – …i tuoi scagnozzi e la tua segretaria –

– Questa è chiaramente una molestia sessuale – aveva osservato piatta la donna aggiustandosi le autoreggenti.

– Fate luogo – aveva detto severo Iceburg quando si era trovato viso a viso con Cutty Flam.

– Fate luogo voi! – aveva risposto l’altro.

I bravi de’ l’uno e dell’altro guardavano gli avversari da dietro ai rispettivi signori, impugnando le daghe pronti a dar battaglia.

Flam e Iceburg si eran gettati l’uno contro l’altro, ad armi sguainate, pronti a conquistarsi il diritto di precedenza sull’altro. Ma la squadra di Iceburg, più numerosa e più addestrata (era infatti uno squadrone di assassini professionisti, ma tale fatto era ignoto anche al loro padrone), stava per aver la meglio su Cutty Flam e sui suoi amici.

Quando uno de’ bravi di Iceburg, con ferino scatto, era saltato alle spalle di Cutty Flam come un leopardo su una gazzella, uno scudiero si era parato in difesa dell’uomo: un ragazzetto piccolo piccolo che era stato salvato anni prima da Cutty Flam dopo che era finito sotto un treno (il primo in circolazione, costruito appunto da Cutty Flam).

Una zampata del bravaccio aveva reciso il collo del ragazzino al posto di quello di Cutty Flam.

Giratosi e mirato l’orrore, Cutty aveva estratto la daga dal ventre di un avversario e l’aveva immersa in petto all’assassino.

Poi, stremato dal sangue perso durante il pugnare, era crollato in terra.

Si era svegliato due giorni dopo, nel convento francescano che era lì presso: un frate l’aveva raccolto e, per salvarlo dalla giustizia, l’aveva messo al sicuro nel monastero.

– E lì ebbi l’illuminazione – cantò Fra’nky Stofaro con un riff – Non sarei stato più un carpentiere, figlio di carpentiere, ma un frate. E presi il nome di quel ragazzo che si era sacrificato per me. –

– Già, bellissimo nome. – disse sbrigativa Boa Mondella. – Fra’nky Stofaro, un sopruso è stato consumato ai danni della mia bellezza! Si vuole impedire il mio matrimonio! –

– Chi mai osò compiere tale empietà?

– Don Flamingo. – sospirò Garp incrociando le braccia sul petto enorme.

– Non ci abbandonerà, padre? – mormorò timorata la donna.

Fra’nky Stofaro ghignò, abbassandosi gli occhiali da sole sul naso e tradendo un’indole più consona ai signorotti che spadroneggiavano nelle terre del Doge che agli umili frati raminghi. – No problem, sorella. Non abbandono una donna in questo stato!

– Ehi, a proposito! Come sapevi che avevamo bisogno di aiuto? – fece Garp.

– Beh, l’ho saputo dal maniscalco.

– Dal maniscalco? –

– E a lui l’ha detto il sacrestano. –

– Chi?

– Il sacrestano aveva parlato con Mr. Three, sapete… lui va di casa in casa a raccoglier noci e pettegolezzi.

– Mr. Three?

– È il nome in codice di Fra Galdino. – spiegò Fra’nky Stofaro. – A Galdino l’ha detto la lavandaia Tsuru, giù al vecchio mulino, che l’ha ricevuto in confidenza da…

– Da Doctrine, la perpetua di Don Emporio? – completò Boa Mondella.

– Mh… sì, ci sono forse altre due o tre persone che lo sanno, ma… sì, è partito da lei. – confermò Fra’nky Stofaro. – I segreti sono difficili da tenere… – disse grave.

– Posso uscire? – disse uno scheletro affacciandosi dall’armadio accanto alla cucina.

– NO! – rispose Boa Mondella richiudendo lo stipo con uno spettacolare calcio.

– E quello chi era? – si stupì il frate.

– Uno scheletro nell’armadio, naturalmente. – spiegò Garp. – Ma non si può perder tempo, bisogna trovare una soluzione a questo problema!

– Ce l’ho io la soluzione, fratello. Io anderò oggi a parlare a quell’uomo, a Don Flamingo. Se Dio gli tocca il cuore, e dà forza alle mie parole, bene: se no, Egli ci farà trovare qualche altro rimedio. – e qui sia il frate che Garp si fecero schioccar le nocche.

– Stasera, o domattina al più tardi, mi rivedrete. – tuonò il francescano. Si alzò in piedi e calò sugli occhi gli occhiali da sole che aveva sollevati sulla testa. Le spalle crebbero sotto lo sguardo un po’ preoccupato di Boa, diventando sfere rosse ed enormi, il torace lievitò come una rosetta nel forno, il ciuffo azzurro si allungò fino a diventare un cannone di capelli, il saio ormai era diventato un inutile fronzolo aperto sul petto, infatti si era squarciato del tutto con quella trasformazione e ora si vedevano tranquillamente le mutande nere del religioso.

– Vado. – disse Fra’nky Stofaro con voce metallica. – Scusa, Boa, potresti tener premuto il naso per due secondi? –

La giovinetta obbedì devota.

Si prega di tenere premuto per due secondi” disse una voce robotica proveniente dalla testa di Cutty Flam, e subito cominciò a cambiare l’acconciatura dei capelli.

– Ferma, questa mi piace! – disse sorridendo Fra’nky Stofaro lasciandosi due lunghe trecce. – Ci si vede, fratelli! – e sfrecciò via sfondando l’ingresso e filando via sulle gambe, che erano diventate due cingoli, cantando una splendida canzone su Como, su del liquore e su gente che veleggiava sul lago. 





Dietro le quinte...

Credo di aver lasciato appesa questa storia per due anni. Ops. Sono pigra. Sono molto pigra. Sono stati due anni intensi. Volevo aggiornare! Dico sul serio!! Ero... rimasto senza benzina! Avevo una gomma a terra! Non avevo i soldi per prendere il taxi! La tintoria non mi aveva portato il tight! C'era il funerale di mia madre!!! Era crollata la casa!! C'È STATO UN TERREMOTO! UNA TREMENDA INONDAZIONE!! LE CAVALLETTE!!!! NON È STATA COLPA MIA, LO GIURO SU DIOOO ~

Nota 1: esiste davvero Galdino nei Promessi Sposi; mi scuso con Mr. Three per non averlo inserito (è una particina ina-ina), ma almeno l'ho nominato. 

Nota 2: il verbo "anderò" è inascoltabile ma nel libro originale Fra Cristoforo dice proprio così.

Nota 3: avete riconosciuto Azzecca-garbugli? E gli sgherri di Iceburg? 

Scusatemi per gli aggiornamenti leeeeenti ç_ç non mi viene molto spesso l'ispirazione per le parodie! 

Baci,

Yellow Canadair

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Yellow Canadair