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Autore: Eden_9489    08/02/2016    0 recensioni
Sono già passati tre anni da quando Logan ha perso l'amore della sua vita, perdendo con lei ogni speranza per il futuro e ogni sogno di una vita insieme. L'unico legame che ancora lo trattiene nella città in cui è nato, Santa Monica, è l'oceano che ha il colore dei suoi occhi. Un blu così intenso in cui amava perdersi e naufragare. Solo, e ormai rassegnato a non poter mai più amare qualcuno tanto quanto ha amato Isabel, passa le giornate tra il lavoro, il cimitero, e l'anziana signora Smith che si prende cura di lui. Quello che Logan non sa è che molto presto qualcuno farà irruzione nella sua vita come un treno in corsa, distruggendo quelle poche certezze che gli restano.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 La luna è così alta in cielo questa sera, tanto lontana, ma ugualmente tanto grande. La sua candida luce illumina la città rendendola ancora più magica. Sento un delicato tocco sulla spalla, mi volto e ad accogliermi i suoi dolci occhi e il suo sorriso. Nonostante siano passati anni non riesco ad abituarmi alla sua straordinaria bellezza, credo che non ci riuscirò mai. Mi colpisce in pieno petto come fosse la prima, è come se, dopo esserci andato a sbattere contro come un cretino in mezzo ai corridoi della scuola, ogni volta la rivedessi stretta in nei suoi jeans e con quegli occhi blu oceano tanto profondi da affogarmi. Ero solo un ragazzino, avevo paura di come mi facesse sentire ma, grazie a lei, capì tutto ciò che c'era da capire sull'amore.  Tende la sua mano verso di me, la stringo forte e tutto magicamente è al proprio posto. Ci incamminiamo verso la macchina, è stata una bella serata, per adesso, con il diploma che si avvicina, le domande per il College e la borsa di studio che potrei non riuscire a prendere, sono abbastanza stressato e ci voleva proprio una serata così. Solo io e lei, a me non basta altro. Imbocco senza pensarci l'Interstate 10 West diretto a Santa Monica.

- Io mi sono divertita, e tu? - la sua voce rompe il silenzio tranquillo che si è creato, purtroppo sono di mio un tipo taciturno, di poche parole, e tutto si accentua quando guido. La guardo di sott'occhio, guarda fuori dal finestrino le luci che passano veloci ed illuminano a tratti la macchina.

- Mi sono divertito anche io - sorrido tra me e me, tenendo gli occhi ben piantati sulla strada. La sento voltarsi verso di me.

- Hai visto che non era poi una così cattiva idea venire qui? - ride soddisfatta incrociando le braccia al petto. Devo ammetterlo, questa volta ha ragione lei. Ero un po' scettico all'inizio, avrei preferito restare a Santa Monica o meglio ancora a casa sul divano a guardare un bel film. Lei però voleva fare qualcosa di diverso e, dopo minuti e minuti di "per favore" e baci ruffiani, l'ho accontentata. Come potrei dire no al suo faccino? Mi è praticamente impossibile.

- Ok, va bene. Los Angeles non è stata una cattiva idea, abbiamo mangiato bene e ci siamo divertiti, è contenta signorina? -  dico in modo ironico.

- Moltissimo! - mi fa la linguaccia ed io le accarezzo il viso. Torna a guardare il finestrino mentre distratta aggroviglia una ciocca di capelli rossi tra le dita, le basta poco per perdersi nel suo mondo. Ho sempre amato i suoi capelli, come qualsiasi parte di lei ovviamente. Quando la conobbi li aveva lunghissimi, erano il mio passatempo preferito, ci passavo ore a giocarci. Ricordo il trauma quando li tagliò sopra le spalle, fortunatamente adesso sono ricresciuti ed io ho potuto riprendere con il mio passatempo. La guardo per qualche secondo, mi capita spesso di fissarla quando non se ne accorge. La guardo e mi sento perso. La guardo e ogni cellula del mio corpo mi spinge a stringerla forte tra le mie braccia e non farla più andar via. Ho bisogno di lei, sempre. Sentire il suo profumo, il suo calore, toccare la sua pelle nuda, bearmi delle sue carezze leggere. Non voglio che torni a casa questa notte, voglio che resti con me.

- I miei non ci sono questa sera, magari potresti dormire da me. Ti va? - forse sono stato un po' precipitoso ma è più forte di me. La prendo di sorpresa, mi guarda qualche secondo incuriosita. Probabilmente si starà domandando cosa mi passa per la testa, ma non c'è niente di malizioso. Ho solo voglia di lei nel modo più innocuo e semplice possibile.

- Si, si potrebbe fare - le sue parole mi prendono alla sprovvista, è la prima volta che dormirebbe da me, di solito, quelle poche volte che abbiamo dormito insieme, è stato sempre a casa sua.  Sorrido raggiante e lei posa la sua mano sulla mia gamba. Lo fa spesso, a me piace, è il suo modo per farsi sentire, per mantenere quel contatto a cui entrambi non riusciamo a rinunciare. Il bisogno di toccarci supera ogni cosa. Passano una decina di minuti in completo silenzio, entrambi persi tra i propri pensieri, ma la sua voce lo rompe ancora una volta.

- Ti amo - due parole. Bastano due parole a farmi tremare così forte da star male.

- Ti amo - mi volto verso di lei e vengo completamente inghiottito dai suoi occhi, tanto profondi da non trovar più via di fuga. Piano si avvicina a me e le nostre labbra si incontrano. Sento il suo sapore, quel sapore che ormai è come una droga per me.

- Logan attento! - Tutto quello che succede dopo è il caos. La macchina con cui andiamo a sbattere. Il testacoda che avviene mentre cerco di riprendere il controllo. Un'altra macchina che ci sbatte addosso. La macchina che cappotta più e più volte. Frammenti di vetro, pezzi di lamiera che finiscono ovunque. Rumori assordanti. Sangue. Dolore. Poi tutto si ferma. Mi ritrovo a testa in giù, un dolore lancinante alla testa e alla gamba destra, il sangue che mi cola sul viso, completamente intorpidito. Mi volto verso di lei, il mio primo pensiero. E' li, ancora accanto a me, immobile. Il viso sfregiato, pieno di sangue.

- I-isabel - cerco di raggiungerla con la mano, voglio toccarla, voglio assicurarmi che sia viva perché l'alternativa che si sta facendo spazio dentro di me non riesco ad accettarla. - Isabel - la chiamo ancora una volta, nessuna risposta. Calde lacrime si mischiano al sangue e piano tutto scivola via da me. La sua immagine, i rumori attorno a me, non sento più niente. C'è solo buio, buio freddo che mi avvolge e mi fa perdere i sensi.
 
La mie palpebre si aprono come molle, i miei occhi fissano il soffitto ammuffito sopra di me. Sono quasi sicuro di poter sentire il dolore, l'odore del sangue e invece niente. Solo silenzio. Volto piano la testa alla mia destra, osservo stranito la sveglia. Segna le sette e mezza. Era solo un sogno, un sogno che a distanza di anni mi tormenta e mi uccide dentro. 

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Ciao a chiunque sia stato così gentile a leggere il prologo della mia storia! Sono molto affezionata a questa storia e per me è preziosissima quindi mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, se vi piace, se ne siete incuriositi. Aspetto i vostri commenti :)  
  
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