Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Arydubhe    09/02/2016    1 recensioni
Quale mistero si cela dietro alla singolare scelta di Kohala di indossare anch'essa, come Sabo, un cappello e un paio di googles? Cosa rappresentano per Sabo quei due oggetti, che legame finirà per unire i due ragazzini agli albori della loro amicizia?
Un insight sull'adolescenza di Sabo e Kohala all'interno dei ranghi della Rivoluzione.
L'evoluzione della loro storia dal punto di vista imprescindibile dei...loro cappelli.
ATTO I:Cappelli che sopravvivono -cappello nero e google azzurri-
ATTO II:Cappelli che arrivano -cappello bordeaux e google gialli-
ATTO III:Cappelli che riassumono una vita
___________________Dal testo:____________________________
“Be’, vai, è la tua festa!” le disse Sabo piazzandole grandi pacche sulla schiena.
Kohala restò un attimo in silenzio.
“Quando…potrò ricambiare?”
Per un attimo a Sabo sfuggì il senso della frase, snocciolata tutta d’un fiato.
Poi comprese…
Oh…
“Be’ io non lo so quando sono nato. Diciamo che allo scadere dell’anno mi sono arrogato il diritto di ritenermi più vecchio di un anno. Quando mi sono svegliato sapevo solo quanti anni avessi, non quando li compissi…quindi non ho una data di nascita ben definita”.
“Compiamoli assieme. Tanto con cappelli e googles oramai sembriamo fratellino e sorellina…”
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Emporio Ivankov, Koala, Sabo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTO III: cappelli che riassumono una vita
*Alcuni anni dopo*
 
Passi famigliari risuonavano nel corridoio, andandosi a fermare proprio davanti alla porta di Koala. La ragazza li aveva sentiti mentre ancora erano distanti, ma il loro ritmo lo avrebbe riconosciuto fra mille.
Prima ancora che alla porta risuonasse un allegro bussare o che una voce chiamasse il suo nome, la ragazza, sdraiata sul suo letto, tirò un sospiro di sollievo.
Era andato tutto bene.

TOC TOC TO-TOC
“E’ permesso? Koala, sei qui?”
Koala scese dal letto simulando calma, quando invece avrebbe solo voluto saltare al collo della persona che stava oltre la porta. Il cuore le scoppiava nel petto…saperlo lì la rendeva felice...
Quando l’aprì la figura di Sabo, sorridente, si stagliò di fronte a lei. Illeso. I capelli biondi quasi rilucevano alla luce delle lanterne.
Koala si concesse un sospiro di sollievo e un sorriso di benvenuto prima di lasciarlo entrare.
“Bentornato, Sabo. Come è andata a finire?”
Erano partiti assieme per una missione piuttosto complessa, ma a un certo punto, per cause di forza maggiore, si erano risolti a seguire ciascuno una pista diversa, che li avrebbe portati a ritornare alla base separatamente. Si erano separati a malincuore.

Lei era stata la prima a fare ritorno e da allora aveva atteso nella sua stanza, abbracciata al cappello di Sabo.
“Tieni, te lo affido” le aveva detto Sabo, semplicemente.
Era divenuta la prassi da anni, ormai, quella, da quando erano entrati in servizio a tempo pieno per la Rivoluzione: se la missione che Sabo si apprestava a compiere gli puzzava di complicazioni, si toglieva il cappello e lo affidava alla sua migliore amica. 
Quindi, quando anche questa volta si era trovata il cappello di Sabo in mano era stato con un misto di orgoglio e preoccupazione. C’era abituata, oramai: non bastavano le dita per contare le volte in cui si erano salutati a quella maniera e Koala si era poi ritrovata da sola, nel suo letto, ad aspettare il ritorno di Sabo, abbracciata al cappello di lui.
Scambiava i reciproci googles, indossava il cilindro, ci giocava per ammazzare il tempo in attesa del suo ritorno.
Ma ora non c’era più nulla di cui preoccuparsi: il legittimo padrone del cilindro e dei googles blu era tornato, anche questa volta.

Fu senza sorpresa da parte di Koala che Sabo si inchinò di fronte a lei. Koala gli riposizionò il cappello badando che fosse dritto, proprio come piaceva a lui.
Si guardarono un attimo negli occhi. Quello era il loro personale rito, che non aveva bisogno di tante parole e cerimonie. Era l’atto che sanciva che anche stavolta ce l’avevano fatta.
Era strano per Koala pensare che solo qualche anno prima era lei a doversi inchinare di fronte a lui perché era la più alta. Tutte le volte la veniva da sorridere…

Anche il volto di Sabo lasciva trasparire senza filtri la felicità e l'orgoglio.
“E’ andata alla grande, come al solito, ho recuperato tutti i documenti e li ho già consegnati. Tu?” rispose Sabo alla sua domanda. Essenziale ma esaustivo. Avrebbe avuto parecchie ore per raccontarle tutto per filo e per segno.
Voleva sapere di lei...
“Bah, nulla di che, è stata una cosa tranquilla…mi è quasi mancata un po’ di azione. Qualche imprevisto, ma niente che abbia dato noie al tuo cappello”
Per la verità non era stato così facile farla franca, ma non aveva intenzione di farlo preoccupare raccontandogli ogni minimo dettaglio.
Sabo sapeva benissimo che la ragazza stava mentendo. Aveva notato subito una piccola bruciatura in cima al cilindro, molto piccola, quasi impercettibile, ma che prima non c’era. Odorava leggermente di polvere da sparo. Poteva solo immaginare quali evoluzioni Koala si era trovata a compiere per custodire quell’oggetto. Altro che mancanza di azione…
“Grazie Koala” le disse, posando una mano sul suo cappello rosso.
Lei scosse la testa in senso di diniego. “Grazie a te per la fiducia, Sabo”
 
Il cappello nero di Sabo era stata l’ultima cosa a volare via.
Prima era stato il turno del cappotto di lui e della blusa di lei, poi della camicia e del reggiseno. Si erano ammonticchiati in completo disordine ai piedi del letto, presto ricoperti dal resto degli indumenti, gonna, pantaloni, biancheria.
Sabo e Koala, l’uno in fronte all’altra, si guardavano nudi, contemplando le reciproche forme, i loro corpi nella loro completezza. Tremavano e  ansimavano in un misto di eccitazione ed emozione.
“E’ arrivato il momento di separarci anche da loro…” aveva detto Koala indicando le falde dei cappelli.
Sabo ridacchiò. “Già”

Avevano depositato i loro sacri cimeli a terra, con una cura tutta particolare.
Li avevano osservati ancora un attimo, intrecciando le dita delle mani, prima di tornare a incrociare gli sguardi e baciarsi.
Quei cappelli li accompagnavano da quando avevano 11 e 12 anni, quello nero di Sabo ancora da prima. Erano stati testimoni di ogni cosa, ogni loro litigio, ogni loro risata.
Erano sopravvissuti a tutto.
Adesso sarebbero stati testimoni anche del loro amore.



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Arydubhe