10/02/2016
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The Sorting Hat
Ezra Fitz
Ezra Fitzgerald detestava il cognome Fitzgerald. Così, alla sola età di undici anni, quando entrò per la prima volta in uno scompartimento dell’Hogwarts Express e gli chiesero come si chiamasse rispose di chiamarsi Ezra, solo Ezra.
« Dovrai pur avercelo, un cognome ».
« Fitzg… » s’interruppe « Fitz. Ezra Fitz ».
Ora, mentre tutta la Sala Grande gli puntava gli occhi curiosi addosso si sentiva davvero bene. Come se finalmente fosse al posto giusto, sotto la volta incantata che era il soffitto di Hogwarts. Si sentiva a casa, lontano da sua madre, così ossessionata dalle ricchezze…
Si sedette sullo sgabello, e la professoressa McGranitt gli posò il Cappello Parlante sui capelli castani. Subito una vocina iniziò a sussurrargli all’orecchio.
« Ezra Fitz, eh? Astuto. Una nuova identità per una nuova vita. Credo che però la professoressa ti abbia tradito quando ha fatto il tuo nome ».
« Io… » cercò di rispondere il ragazzino. Ebbe l’impressione che il Cappello Parlante stesse ridacchiando. Si chiese se i cappelli potessero ridere.
« Non posso risponderti, Ezra » disse la vocina « ma è una domanda curiosa. Corvonero, forse? Ma sei così astuto, e così ambizioso. Quasi abbastanza per utilizzare le persone per i tuoi scopi ».
« Non sono così cattivo ».
« Oh, Ezra, non si tratta di cattiveria, ma di astuzia. Il fine giustifica i mezzi, non è così? ».
« No. Non sempre. Esiste anche la gentilezza, la… nobiltà d’animo ».
« Tu non sei un Grifondoro, Ezra. Ma quella ragazzina bionda sul treno aveva ragione, sei quasi troppo romantico per questa vita ».
« La vita non è sempre romantica. A volte, è realistica ». Ripensò alle cinque ragazzine nello scompartimento da cui era passato, ad Alison, che aveva pronunciato quella frase dopo che lui aveva preso le difese della bambina con i capelli neri e la macchina fotografica babbana.
« Ho già Smistato Alison DiLaurentis » disse il Cappello « è una Serpeverde. Potrei mandarti con lei ».
Per un solo attimo, la testa di Ezra si svuotò completamente, e gli prese il panico. Non gli piaceva quella sensazione che sentiva salire dalla punta dei piedi sino alle orecchie. Alison era sicuramente la bambina più graziosa che avesse mai visto, con quei suoi capelli biondi e gli occhi chiari. Eppure c’era qualcosa in lei che non riusciva a comprendere, che lo incuriosiva e spaventava contemporaneamente. Se era quella, la sensazione che davano i Serpeverde, quella che si respirava tutti i giorni e tutte le notti in Sala Comune, Ezra non voleva averci niente a che fare. Ripensò invece alla bambina che aveva difeso, con il viso più infantile delle altre, e la macchina fotografica babbana in mano, agli occhi scuri e ai capelli che le aveva sentito dire non le piacevano di quel colore scuro così banale, e si rilassò un poco. Ora che ci pensava, non aveva idea di come si chiamasse la bambina.
« Però hai fantasia, originalità. Sai dare buoni consigli, per quanto saggi possano essere gli undicenni. Che ne diresti di Corvonero? ».
Ed Ezra non si accorse che aveva urlato quell’ultima parola, mentre uno dei tavoli difronte a lui esultava. Si sedette vicino ad un ragazzo del terzo anno con ricci capelli scuri, immerso in un libro, che sembrava alquanto infastidito dalle urla. Ezra, mentre cercava la ragazzina del treno, vide Alison parlare con una ragazza del secondo anno con il naso grande al tavolo dei Serpeverde. Spostando un altro po’ lo sguardo la vide, nella folla di primini, e quando i loro occhi si incrociarono sorrise amichevole.
« Dovrai pur avercelo, un cognome ».
« Fitzg… » s’interruppe « Fitz. Ezra Fitz ».
Ora, mentre tutta la Sala Grande gli puntava gli occhi curiosi addosso si sentiva davvero bene. Come se finalmente fosse al posto giusto, sotto la volta incantata che era il soffitto di Hogwarts. Si sentiva a casa, lontano da sua madre, così ossessionata dalle ricchezze…
Si sedette sullo sgabello, e la professoressa McGranitt gli posò il Cappello Parlante sui capelli castani. Subito una vocina iniziò a sussurrargli all’orecchio.
« Ezra Fitz, eh? Astuto. Una nuova identità per una nuova vita. Credo che però la professoressa ti abbia tradito quando ha fatto il tuo nome ».
« Io… » cercò di rispondere il ragazzino. Ebbe l’impressione che il Cappello Parlante stesse ridacchiando. Si chiese se i cappelli potessero ridere.
« Non posso risponderti, Ezra » disse la vocina « ma è una domanda curiosa. Corvonero, forse? Ma sei così astuto, e così ambizioso. Quasi abbastanza per utilizzare le persone per i tuoi scopi ».
« Non sono così cattivo ».
« Oh, Ezra, non si tratta di cattiveria, ma di astuzia. Il fine giustifica i mezzi, non è così? ».
« No. Non sempre. Esiste anche la gentilezza, la… nobiltà d’animo ».
« Tu non sei un Grifondoro, Ezra. Ma quella ragazzina bionda sul treno aveva ragione, sei quasi troppo romantico per questa vita ».
« La vita non è sempre romantica. A volte, è realistica ». Ripensò alle cinque ragazzine nello scompartimento da cui era passato, ad Alison, che aveva pronunciato quella frase dopo che lui aveva preso le difese della bambina con i capelli neri e la macchina fotografica babbana.
« Ho già Smistato Alison DiLaurentis » disse il Cappello « è una Serpeverde. Potrei mandarti con lei ».
Per un solo attimo, la testa di Ezra si svuotò completamente, e gli prese il panico. Non gli piaceva quella sensazione che sentiva salire dalla punta dei piedi sino alle orecchie. Alison era sicuramente la bambina più graziosa che avesse mai visto, con quei suoi capelli biondi e gli occhi chiari. Eppure c’era qualcosa in lei che non riusciva a comprendere, che lo incuriosiva e spaventava contemporaneamente. Se era quella, la sensazione che davano i Serpeverde, quella che si respirava tutti i giorni e tutte le notti in Sala Comune, Ezra non voleva averci niente a che fare. Ripensò invece alla bambina che aveva difeso, con il viso più infantile delle altre, e la macchina fotografica babbana in mano, agli occhi scuri e ai capelli che le aveva sentito dire non le piacevano di quel colore scuro così banale, e si rilassò un poco. Ora che ci pensava, non aveva idea di come si chiamasse la bambina.
« Però hai fantasia, originalità. Sai dare buoni consigli, per quanto saggi possano essere gli undicenni. Che ne diresti di Corvonero? ».
Ed Ezra non si accorse che aveva urlato quell’ultima parola, mentre uno dei tavoli difronte a lui esultava. Si sedette vicino ad un ragazzo del terzo anno con ricci capelli scuri, immerso in un libro, che sembrava alquanto infastidito dalle urla. Ezra, mentre cercava la ragazzina del treno, vide Alison parlare con una ragazza del secondo anno con il naso grande al tavolo dei Serpeverde. Spostando un altro po’ lo sguardo la vide, nella folla di primini, e quando i loro occhi si incrociarono sorrise amichevole.
ODDIO LA TENROSE ASDFGHJKLScusate l'assenza ma sono stata molto presa
prima o poi torno attiva su efp, e rispondo a recensioni e ai messaggi e recensisco. Promesso. Per ora godetevi
Miss Neverland