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Autore: Supreme Yameta    11/02/2016    2 recensioni
Il mondo è in subbuglio dopo avere appreso della distruzione del villaggio della Foglia e di quello della Pioggia. Akatsuki è diventata una seria minaccia per tutti ed è giunto il momento che i leader delle cinque grandi potenze militari ninja si riuniscano per decidere le nuove mosse.
Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Kakashi Hatake e Madara Uchiha saranno i principali attori degli stravolgimenti che passeranno alla storia. Il mondo ninja sarà pronto per loro?
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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Salve a tutti, ragazzi. Nuovo capitolo che ricalca la parte più criptica del manga, ovvero il momento di netto distacco fra Sasuke, il suo passato e il suo presente.

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, perché dai prossimi in poi si passa a un’altra fase della storia e cercherò di chiarire moltissimi punti.
Approfitto di questa occasione per comunicare a tutti voi che sto riscrivendo i precedenti capitoli delle storie precedenti di questa serie, per tanto alcune cose cambieranno in questa storia, vi invito per tanto a leggerli. Grazie per l’attenzione.



 

Hinata ebbe qualche difficoltà a riprendere i sensi, dopo tutto quello che era successo. Nel tentativo di rinsavire, ella tentò di focalizzarsi sui suoi ultimi ricordi, fermi sull’immagine di Sakura che scappava verso la direzione in cui si trovava Sasuke, mentre lei e il resto del gruppo veniva intontito da un odore talmente nauseabondo e pesante, il quale, quando entrò all’interno del suo flusso respiratorio, la rese così debole da obbligarla a sedersi un attimo al suolo e chiudere gli occhi, quasi colta da un fastidioso prurito, dopodiché Hinata, come tutti gli altri, aveva perso i sensi.

Quando Hinata iniziò a riprendere padronanza di sé stessa, ebbe maggiore contatto con il corpo intorpidito dagli effetti della nube soporifera; come sempre, Sakura aveva dimostrato di essere la solita mente geniale nella produzione di anestetici di qualunque tipo e potenza.

Hinata provò ad aprire gli occhi, ma ebbe difficoltà a focalizzare ciò che aveva di fronte, era solo in grado di sentire la dura terra sulla quale era sdraiata, parte della polvere mossa dal vento le era entrata pure in gola, lasciando le sue labbra coperte da piccole briciole di terriccio. La ragazza riuscì a usare la lingua per pulirsi le labbra, dopodiché comprese di avere la possibilità di potere riacquisire la mobilità totale nell’arco di qualche minuto.

Hinata tentò di udire la voce di qualcun altro dei suoi compagni, magari erano già alzati e stavano tentando di capire come agire; in tutto questo, era stata solamente in grado di udire Kiba e Shikamaru russare e Ino che si lamentava con una voce molto flebile.

A quel punto, il pensiero di Hinata si spostò rapidamente a Naruto, di conseguenza, lei si chiese  se fosse riuscito a scampare alla nube soporifera; ella ipotizzò che l’amato si fosse già destato e fosse corso da Sakura a salvarla, prima che compiesse qualche pazzia: Hinata lo sperava veramente con tutto il suo cuore.

A un certo punto, fu in grado di mettere a fuoco le immagini a lei più vicine e con sorpresa notò che la prima cosa che vide furono i capelli biondi e l’inconfondibile viso del suo adorato Naruto che dormiva proprio di fronte a lei.

«Oh, mamma!»

La ragazza era stata colta alla sprovvista. Non si sarebbe mai immaginato di essere svenuta proprio accanto a Naruto, rimanendo priva di sensi accanto a lui, quando i loro visi erano separati solamente da qualche filo di erba.

Il cuore di Hinata cominciò a battere all’impazzata, tanto che lei aveva completamente ignorato che il suo corpo fosse ancora intontito dal gas soporifero; non esisteva nient’altro.

Hinata deglutì con tanta preoccupazione e timore di stare sognando, poiché ancora adesso si domandava se quello che avesse di fronte fosse il vero Naruto, il suo amatissimo tesoro che pensava di avere perso.

Lei aveva pianto tante volte per lui,  ma alla fine lui era tornato da lei; quello sì che era un vero miracolo.

Il respiro di Naruto si fece più rumoroso, così da fare attenzionare lo sguardo della ragazza sulle sue labbra, tanto che quest’ultima era rimasta a fissarle per decine di secondi, impalata anche a livello mentale.

Per un attimo, uno solo e unico, nella mente di Hinata balenò la sottile e maliziosa brama di volersi muovere di qualche centimetro per baciarle; sarebbe stata veramente una cosa meravigliosa. Purtroppo però, quando quell’istante di pensiero svanì, Hinata venne assaltata dall’imbarazzo causato dalla sua fervida immaginazione, nella quale Naruto si destava all’improvviso, si metteva sopra di lei per iniziare poi a baciarsi in maniera così tanto passionale e dolce allo stesso tempo. La sola immaginazione fu abbastanza per fare collassare la mente di Hinata, proprio qualche secondo prima che Naruto si ridestasse dal suo sonno.

La prima cosa che Naruto percepì al suo risveglio fu un violento mal di testa.

«Accidenti a te, Sakura!» sbottò poi.

Quando Naruto riacquistò la vista, rimase impalato nel constatare che il suo viso era a qualche centimetro da quello di Hinata, però non ebbe il tempo di potersi solo soffermare a qualunque pensiero, poiché venne scosso da Koichi, il suo allievo quattrocchi che lo strattonava gentilmente.

«E’ sveglio, maestro? Maestro!» domandò il ragazzo.

Naruto sospirò, amareggiato per essere stato interrotto in quel momento.

«Sì… Ci sono...»

Gli effetti del gas soporifero avevano avuto un periodo molto limitato di effetto sul corpo di Koichi, questo perché era sempre stato sottoposto a resistere a una vastità di veleni e pozioni, la ragione era che lui possedeva un’abilità innata molto particolare, unica nel suo genere.

Koichi aiutò il suo maestro a stendersi sul tronco di un albero lì vicino.

In questa occasione, Naruto ebbe opportunità di notare che tutti quanti erano rimasti a terra, ancora vittima del gas soporifero.

«Perché ci hai messo così tanto?» domandò Naruto all’allievo.

A causa di quella domanda, il ragazzino arrossì vistosamente, poiché enormemente imbarazzato per essere incappato in una trappola del genere.

«Il gas ha preso anche me. Non era qualcosa a cui ero stato precedentemente esposto.» rispose Koichi.

Quella dichiarazione lasciò una punta di ilarità sulla bocca di Naruto.

«E brava Sakura.»

Koichi possedeva l’abilità innata che gli permetteva di maneggiare il veleno e qualunque elemento che poteva corrompere gli esseri viventi. Per tanto, riuscire ad avvelenare uno come Koichi, era sicuramente qualcosa da tenere in considerazione.

Non c’era dubbio quindi che Sakura fosse un ninja medico di prim’ordine.

Koichi poggiò le mani sul petto di Naruto e iniziò a risucchiare gli ultimi frammenti di gas soporifero dal suo corpo.

«Non riesce ancora a usare l’energia naturale?» chiese il ragazzino.

Le tipiche chiazze rosse attorno agli occhi di Naruto stavano lentamente apparendo sul suo volto.

«La sto raccogliendo proprio ora. - replicò Naruto. Quanto tempo sarà passato?»

Koichi provò a rispondere alla sua domanda.

«Non so dirlo con l’esattezza, però da quando ho ripreso conoscenza è passato un quarto d’ora.»

Naruto si incupì. Quello era proprio un lasso di tempo in cui sarebbe potuta accadere la qualunque cosa, magari Sasuke avrebbe potuto già lasciare la zona e per Sakura era già troppo tardi.

Naruto sperò infinitivamente che i suoi timori non fossero infondati.

«Maestro, che facciamo adesso?» domandò all’improvviso Koichi.

«Io andrò avanti. - comunicò Naruto. Tu intanto aiuta tutti quanti a recuperare le forze, poi raggiungetemi. Chiedi aiuto a Neji e Hinata per rintracciarmi.»

Il prelievo del materiale nocivo era stato ultimato e Naruto si sentì subito meglio, anche grazie all’ausilio dell’energia naturale che stava iniziando a filtrare nel suo corpo. A quel punto, fu in grado di usare le sue doti sensoriali per captare la presenza di Sakura e Sasuke nel punto dapprima percepito; era ancora in tempo.

«Bene! Sono ancora in tempo!» tuonò Naruto.

«Forza, maestro! Vada tranquillo, ci penso io qui!» lo rassicurò Koichi.

Naruto non se lo fece ripetere una seconda volta, spiccò un rapido balzo verso la direzione in cui percepiva il chakra dei suoi compagni di squadra. Mentre egli percorreva a tutta velocità il sentiero scelto, non poteva fare a meno di notare che il chakra di Danzo era scomparso nel nulla, per questo motivo, gli venne il dubbio se non fosse stato ucciso da Sasuke.

Qual’era l’attuale stato d’animo dell’amico?

Naruto sperava con tutto il suo cuore che Sasuke non sorpassasse quella linea invisibile che lo separava dalla luce all’oscurità, facendo l’impensabile.

«Devo fare in tempo!» ripeté Naruto determinato.

Da quel momento in poi, tutti i suoi sforzi furono focalizzati al raggiungimento del campo di battaglia nei tempi più brevi possibili.


*

 

Un lampo accecante abbagliò lo sguardo di Sakura. Per una manciata di secondi, era stata privata dalla visione di Sasuke ed era certa che qualche attimo dopo, sarebbe stata uccisa dalla tecnica del suo amato. La sua unica, magra consolazione sarebbe stata che avrebbe avuto accanto a sé il suo amato Sasuke, anche in quell’ultimo momento della sua vita; il suo unico rimpianto, era invece che il suo piano non era stato portato a termine e Sasuke avrebbe continuato a fare soffrire il mondo intero.

Anche in quei pochi attimi, Sakura non riusciva a odiare il suo assassino e disse qualche ultima cosa, prima che la morta sarebbe giunta.

Sakura in cuor suo sperava che quelle parole avrebbero giunto il cuore di Sasuke.

«Ti amo, Sasuke.» sibilò la ragazza.

Il lampo fulmineo non si arrestò, l’armatura di tremenda oscurità non venne nemmeno scalfita dal peso di quelle parole.

Sakura chiuse gli occhi, trattenendo il respiro; la morte era giunta.

Poi accadde l’impensabile.

Sakura venne spinta con forza il più lontano possibile dal fascio di fulmini che venne arrestato da l’improvviso intervento di un alleato che si era frapposto fra i due ragazzi.

Sakura aveva le lacrime agli occhi, perché aveva riconosciuto quella persona che le aveva salvato la vita.

«Maestro Kakashi…!!» piagnucolò la ragazza.

Anche Sasuke era rimasto molto sorpreso dall’improvviso intervento del ninja-copia e si ritrovò immediatamente costretto ad allontanarsi da quest’ultimo, poiché lo stava per colpire con un calcio.

Kakashi si rivolse all’allievo con evidente delusione nelle sue parole.

«Sei caduto veramente in basso, Sasuke.»

Kakashi non avrebbe mai immaginato che i suoi allievi si fossero persi in quel modo e probabilmente, a suo giudizio, la colpa era solamente la sua, perché non si era dimostrato all’altezza del suo ruolo.

Pensare comunque a Sasuke che stava per uccidere Sakura, stava facendo montare nell’animo di Kakashi una tale rabbia che avrebbe voluto picchiare quel ragazzo senza mai fermarsi. Allo stesso tempo, però, un senso di rimorso e di dejavu lo aveva trattenuto dal farlo.

Di una sola cosa Kakashi era certo; aveva fatto bene a tornare indietro, allarmato dagli sviluppi tremendi dello scontro fra Sasuke e Danzo.

Kakashi si rivolse all’allievo.

«Ti rendi conto di quello che avevi intenzione di fare? - domandò l’uomo laconico. Stavi tentando di uccidere Sakura! Pretendo delle spiegazioni, Sasuke!»

Sasuke non fu affatto intimorito dal tono ostile del suo ex istruttore; lui era invincibile.

«C’è ne anche per te, Kakashi, non temere. - replicò Sasuke. Questa è un ottima occasione per farti fuori.»

Kakashi sospirò amareggiato, perché fra qualche istante avrebbe dovuto affrontare qualcuno sul quale aveva riposto tante speranze e ambizioni, il suo pupillo che era completamente annegato nella più totale oscurità. Tuttavia, Kakashi era ben conscio che non era solo Sasuke a rischiare di perdersi, anche Sakura aveva bisogno del suo aiuto.

Kakashi valutò le sue priorità e comprese che per prima cosa doveva occuparsi di Sakura.

L’uomo si voltò verso la ragazza e si avvicinò a lei, dopodiché le diede uno schiaffo senza preavviso, il quale però non provocò alcun male fisico alla ragazza, che invece si era messa a fissare in lacrime lo sguardo serio del suo maestro che non vedeva da molto tempo.

«Mi dispiace, Sakura. Penso proprio che questa storia è tutta colpa mia. - si scusò l’uomo. Non avrei dovuto illuderti tutte quelle volte che volevamo riunire la nostra squadra, perché altrimenti non avresti buttato così la tua vita pur di seguire un amore così folle. In realtà, penso proprio che quando ti dicevo quelle cose, cercavo di convincere me stesso.»

Sakura tentò di asciugare le lacrime che colavano copiosamente dal suo viso e tenne costantemente il viso abbassato.

«Tu volevi uccidere Sasuke, non è così? E’ perché lo ami così tanto, vero?» domandò Kakashi.

Sakura non rispose, non serviva farlo perché era quella la verità.

Kakashi emise una piccola risata, dopodiché arruffò i capelli della ragazza con affetto.

«Sei veramente una ragazza dolce.»

Sakura continuò a piangere, perché quelle parole le pesavano veramente tanto, soprattutto quando si soffermava a considerare quanto forte fosse stata la sua determinazione.

Un attimo dopo, Sakura si ricordò che Kakashi aveva un compito importante da portare a termine, ovvero recarsi al villaggio per affermare la sua autorità come Hokage, eppure l’uomo era ancora lì.

«Naruto ci ha detto tutto. - raccontò Sakura. Perché lei è qui? Dovrebbe essere al villaggio, non qui! Lei deve diventare Hokage!»

Sakura aveva ragione, lui non poteva anteporre il bene del suo villaggio a favore di quello di una folle e stupida ragazzina innamorata, un debosciato privo di scrupoli e senza meta e un cretino dall’egocentrismo maniacale.

«Hai ragione, mia cara. - replicò Kakashi. Sarei spazzatura se non pensassi al villaggio in una situazione come questa, ma non appena vi ho visti in questa situazione, non ho potuto fare a meno di intervenire. Sarei ancora più spazzatura se lasciassi i miei amati allievi in balia di loro stessi.»

Le medesime parole di Obito. Gli amici avevano la priorità su tutto e lui non poteva abbandonarli, perché li voleva troppo bene e non poteva lasciarli in quello stato disperato.

Adesso però era necessario tornare seri e pensare a Sasuke.

Lo sguardo di Kakashi si fece truce e Sakura comprese che da quel momento in poi che cose sarebbero solo peggiorate, perché Sasuke non si sarebbe mai arreso e avrebbe provato a uccidere tutti loro; ormai l’Uchiha era incontrollabile.

Kakashi poi si rivolse all’allieva.

«Fermare Sasuke è un mio compito, in quanto vostro maestro. - annunciò Kakashi. Tu allontanati da qui e porta con te la ragazza. Puoi ancora salvarla, così possiamo sapere qualche informazione sul nostro… nemico.»

Sasuke era un nemico, era dura da digerire, ma era proprio così; da quel momento in poi, non si sarebbero dovuti guardare le spalle unicamente da Akatsuki, ma anche da un vecchio amico.

A quel punto, Kakashi si tolse il pesante mantello che portava addosso e si rivolse all’Uchiha.

«Sasuke, sai bene che odio ripetermi, ma dato che sei tu, lo dirò di nuovo. - disse l’uomo. Abbandona questa ossessione della vendetta o finirai male!»

A seguito di quanto appena affermato, Sasuke scoppiò improvvisamente in una fragorosa risata che permeò all’interno delle ossa dei suoi ex compagni di squadra, poiché non lo avevano mai visto in uno stato del genere.

«Ridatemi indietro Itachi, mio padre, mia madre, la mia famiglia e il mio clan e forse la smetterò con questa vendetta! -  sbottò Sasuke. Per anni la Foglia non ha fatto altro che prendersi le vite dei miei familiari, adesso tocca a me ricambiare il favore! Giustizia sarà fatta!»

L’oscurità di Sasuke era ormai filtrata all’interno di tutto il suo essere, il suo odio aveva raggiunto un nuovo livello di intensità, dopo il combattimento contro Danzo; Sasuke non poteva essere più risoluto nei suoi propositi, non dopo quell’avvenimento.

Per Kakashi, la colpa di tutto quel gigantesco odio era di Madara che era riuscito a corrompere totalmente il cuore di Sasuke.

«Parli di giustizia? Che giustizia esiste in quello che stai facendo? Hai già ucciso Danzo e adesso vuoi uccidere tutti questi innocenti. Quello che dici non ha senso!» replicò Kakashi.

«Sta’ zitto! - sbottò Sasuke. Smettila di atteggiarti a mio maestro, quei tempi sono finiti! Nessuno potrà mai comprendere il mio dolore, se prima non assaggia la stessa medicina!»

Kakashi sospirò, lo scontro era inevitabile.

«Non voglio ucciderti...»

Sasuke ghignò malefico.

«Credi di esserne in grado?! Non farmi ridere!»

Il ninja-copia comprese che non vi era più alcun motivo per desistere. Era necessario uccidere Sasuke il prima possibile, anche se questo avrebbe comportato l’odio eterno di Naruto e Sakura; Kakashi sapeva che era una reazione inevitabile, qualora fosse riuscito a realizzare il suo seguente obiettivo..

L’uomo rimosse la fascia che copriva il suo occhio sinistro e si voltò verso Sakura.

«Allontanati da qui. Non voglio che tu venga coinvolta dallo scontro, ti chiedo solo di distruggere il mio sharingan, qualora non riuscissi a battere Sasuke.»

Sakura impallidì, non si aspettava affatto una risposta del genere da parte del suo fiero maestro.

«Maestro...» sussurrò la ragazza.

Non era necessario aggiungere altro. Ormai Sasuke era diventato abbastanza temibile da rendere incerto qualunque calcolo possibile sullo scontro.

«Vai.» ordinò Kakashi.

Sakura obbedì, raccolse Karin da terra e si allontanò il più velocemente possibile dal campo di battaglia, rifugiandosi verso l’uscita del grande ponte. Il suo pensiero era costantemente rivolto a entrambi i contendenti; in cuor suo sperava che entrambi fossero sopravvissuti.

Quando Kakashi e Sasuke rimasero da soli, ebbero occasione di potere parlare con grande libertà.
Kakashi aveva necessità di parlare con Sasuke, senza arrecare ulteriore dolore alla povera Sakura.

«Sei veramente arrivato lontano, Sasuke. Non avrei mai immaginato che saresti persino arrivato a uccidere Danzo.»

Sasuke continuava a mostrare un tono di sfida sempre più acceso nei confronti del suo vecchio mentore.

«Hai capito adesso che faccio sul serio, vero Kakashi? Hai paura di me, non è vero?» sbottò il ragazzo.

«No. - rispose Kakashi. Sono furioso! Non posso credere che avresti ucciso Sakura pur di seguire il tuo folle ideale!»

Sasuke era rimasto in silenzio per qualche secondo, dopodiché riprese a parlare, dopo avere sputato per terra.

«Non m’importa di nessuno. - replicò Sasuke. Voi siete il legame che ho reciso in passato, per tanto non mi interessa quello che provate nei miei confronti. Io desidero solo uccidervi!»

«Non te lo permetterò!» annunciò Kakashi.

Sasuke scoppiò a ridere; la sua era una sicurezza abbastanza evidente di potere battere l’ex maestro senza nessun dubbio.

«Provaci! - lo invitò Sasuke. Ho così tanta voglia di ucciderti!»

Era ora di dare un taglio con le parole, non aveva più alcun senso parlare, perché si sarebbe solamente arrivati a un punto morto.

Era ora di combattere.

Kakashi non poteva comunque fare a meno di ricordare i tempi in cui allenava Sasuke a diventare un grande shinobi, un senso di nostalgia e rimpianto lo colse con forza, facendolo tremare dall’incertezza. L’uomo si era reso purtroppo conto che nella sua vita sarebbe stato sempre costretto a fare del male alle persone che amava; a suo malgrado, però, Kakashi era conscio dell’importanza di fermare quella persona per il bene del villaggio.

«Adesso capisco veramente quello che ha provato il Terzo Hokage, quando ha dovuto affrontare Orochimaru. Nonostante lo abbia combattuto fino alla morte, lo ha sempre voluto bene.» dichiarò malinconico Kakashi.

Anche Sasuke era pronto a combattere.

«Non temere allora. Fra non molto avrai occasione per raggiungere quel vecchio decrepito!»

Lo scontro era imminente. I due avversari si scrutarono attenzione per qualche istante, analizzando con cura le condizioni fisiche dell’altro, nell’attesa della mossa dell’altro e alla dovuta contromossa per mettersi in vantaggio fin da subito.

Gli occhi del maestro e dell’allievo si incrociarono dopo qualche momento di esitazione e in quella occasione Kakashi notò un cambiamento nello sguardo dell’allievo.

«Come osi fissarmi con quell’occhio?! Come osa un verme portare il potere del mio clan! Ridammelo!» tuonò Sasuke.

Nessun’altra parola.

Il giovane Uchiha si scaraventò verso il suo maestro con la pura e semplice intenzione di ucciderlo e di riprendersi l’occhio che, secondo a suo giudizio, era suo di diritto, essendo uno dei pochi membri del clan Uchiha ancora in vita.

I due contendenti iniziarono a combattere furiosamente con le arti marziali. Entrambi si muovevano rapidamente, deviando il colpo dell’avversario e contrattaccando alla mossa precedente con una nuova, la quale era stava rapidamente bloccata dall’altro.

In quella occasione, Kakashi non poteva fare a meno che lo stile di combattimento di Sasuke era identico al suo, in qualunque sfaccettatura possibile. Questo poteva significare solo una cosa, ovvero che nonostante tutto quello che era successo, Sasuke non aveva dimenticato i suoi insegnamenti, nemmeno quando era addestrato da Orochimaru e da Madara.

Kakashi tornò a focalizzarsi allo scontro, nell’esatto momento in cui Sasuke tirò fuori un paio di kunai che stava tentando di pugnalarlo. L’uomo allora bloccò l’avambraccio del ragazzo e lo mosse nella direzione opposta per allontanarlo da sé.

Sasuke barcollò per qualche istante, ma si riprese subito così da lanciare i due kunai contro il suo avversario, dopodiché spiccò un balzo verso l’alto, preparandosi a condire la sua mossa con una tecnica di fuoco.

Kakashi però non glielo permise. L’uomo si era infatti accorto che ai kunai erano legate delle targhette esplosive che erano pronte a detonare in una manciata di secondi, così egli fu in grado di calciare uno dei due kunai, così da deviarne la traiettoria e poterlo afferrare e lanciarlo contro Sasuke.

Entrambi gli avversari si protessero con le braccia dall’esplosione ravvicinata, dopodiché i due approfittarono dell’enorme polverone, prodotto dalla polvere da sparo appena detonata.

Sasuke aveva approfittato della situazione per rifugiarsi sopra l’albero che aveva evocato Danzo a tempo addietro. Il ragazzo era esausto, perché nonostante avesse recuperato le energie con l’aiuto di Karin, l’uso dello sharingan stava deteriorando rapidamente le sue condizioni fisiche.

Sasuke si asciugò la bocca con la mano e notò sorpreso del sangue; le sue condizioni erano abbastanza gravi.

«Maledizione!» sbottò Sasuke.

Il ragazzo ebbe poco tempo a disposizione per riprendersi dalle sue fatiche, poiché l’improvviso stridore prodotto da una tecnica a tipologia fulmine aveva attirato la sua attenzione.

Sasuke strizzò gli occhi, non appena vide una bestia fatta da corrente elettrica sbucare dal nulla e provare ad assalirlo con un rapido balzo. Sasuke fu abbastanza rapido nello scansare l’attacco, gettandosi dall’albero in tutta picchiata, venendo seguito a sua volta dalla bestia che veniva manovrata con maestria dal suo utilizzatore. Quando Sasuke atterrò al suolo, evocò il Chidori e colpì con furia la bestia, riuscendo ad annientarla in un batter d’occhio.

Dopo essere riuscito nella difficoltosa impresa, Sasuke si accorse che Kakashi era apparso alle sue spalle; l’uomo aveva la mano avvolta dai fulmini della sua famosissima tecnica omicida, proprio come lui. Il loro, sarebbe stato uno scontro che avrebbe dimostrato, se l’allievo avrebbe finalmente superato il maestro nell’uso della tecnica inventata appositamente da quest’ultimo.

Sasuke avrebbe dato il tutto per tutto per soggiogare il suo avversario, così modificò la forma del chakra della sua tecnica in una spada luminosa, la medesima tecnica che aveva usato per assestare il colpo finale a Danzo.

A quella mossa, Kakashi sembrò alquanto sorpreso.

«Niente male.» commentò l’uomo.

Di conseguenza, Kakashi aveva imitato la medesima prodezza adoperata dall’allievo, generando anch’egli una spada di fulmini che partiva dal suo Raikiri.

Alche, Sasuke sfoggiò un sorriso colmo di tutta la sua malizia.

«Non deludermi proprio ora.»

Un attimo dopo, i due contendenti iniziarono a sferzare i primi colpi di spada, luminosi fasci di luce si espandevano in tutta la zona con un alternanza di luce e oscurità a ogni minimo tocco delle sue tecniche.

A un certo punto, Kakashi e Sasuke si bloccarono in un punto di stallo con la loro spada di luce bloccata l’una sull’altra a creare un bagliore luminoso, da potere essere notato persino da Sakura che si trovava a diversi metri dal campo di battaglia.

«Che ne pensi, Kakashi?! Ti stai rendendo conto che non hai alcuna speranza di battermi?!» tuonò Sasuke con spavalderia.

Il ragazzo aveva aumentato la sua forza nella situazione di stallo in cui erano e, per un attimo, era quasi riuscito a soggiogare il suo avversario, finché però questi non affermò la propria forza nello scontro della spada.

«Tu parli troppo e agisci poco! - sbottò Kakashi. Ma non te la darò vinta così facilmente come pensi. Fatti sotto.»

L’ennesimo sguardo di sfida da parte dell’impudente allievo, dopodiché ancora blocco nella situazione di blocco.

I due avversari ebbero giusto il tempo per fissarsi il tempo necessario negli occhi, per poi flettersi ognuno nella direzione opposta all’altro e assestare l’ennesimo colpo di spada, con il quale prese avvio l’ennesima sequenza di colpi di spada che assomigliavano tanto a una danza, considerando la bravura di entrambi i contendenti nell’arte della spada.

In una delle fasi dello scontro, Sasuke provò un affondo con la spada, che venne magistralmente schivato da Kakashi, il quale ne approfittò della situazione per fare uno sgambetto all’altro, così poi da prepararsi a colpirlo sulla schiena.

Sasuke non era per nulla rassegnato a darsi sconfitto e usò un’altra delle sue tecniche dell’arte del fulmine per salvarsi in calcio d’angolo.

«Flusso Fulmineo!» tuonò il ragazzo.

Con quella tecnica, Sasuke fu capace di evocare una potentissima scarica elettrica che era stata potenziata dalle recenti scariche elettriche che si erano disperse per tutto il campo di battaglia. Considerando appunto di queste cariche elettriche, la tecnica aveva acquisito una potenza tale da riuscire a destabilizzare l’equilibrio dell’avversario.

Kakashi fu obbligato a ritirare la sua potentissima spada di fulmini per mettersi in posizione difensiva e fare scorrere in tutto il suo corpo un flusso di piccoli fulmini per attutire il colpo della tecnica nemica.

«Che tecnica potente! E’ riuscito a potenziare il Chidori a limiti estremi!» fu il pensiero di Kakashi.

Nonostante fosse un pericolo per la propria incolumità, Kakashi non poteva evitare di essere fiero del suo allievo per il modo in cui era riuscito ad ampliare le modalità d’uso della sua tecnica; non c’era che dire, Sasuke era un vero e proprio genio.

«Che spreco...» commentò Kakashi affranto.

L’uomo non ebbe tempo per pensare ad altro, poiché si ritrovò a usare la tecnica della sostituzione per scansare un lunghissimo fendente elettrico dell’avversario, il quale continuò a indirizzare l’enorme potenziale elettrico verso il suo bersaglio, lasciando al suo passaggio una scia di mattoni carbonizzati.

Kakashi dovette agire in maniera tempestiva, al fine di contrastare la tecnica in maniera degna del ninja copia.

All’uomo bastò una manciata di secondi per comporre i quindici segni necessari all’attivazione della tecnica che aveva intenzione di usare.

«Arte dell’acqua: Tecnica del Vortice

Kakashi rimase ritto nella sua posizione, mentre evocava da sotto il ponte un grandissimo fascio di acqua che andò a creare un vortice al cui centro erano situati entrambi i contendenti. Kakashi aveva sfruttato la chimica dell’acqua per disperdere le cariche elettriche in tutto il turbine acquatico, dopodiché si apprestò allo steso tempo a comporre un’altra tecnica, prima che Sasuke piombasse su di lui, armato della tecnica dell’omicidio.

«Arte dell’acqua: Tecnica dell’esplosione acquatica!» urlò Kakashi.

A un tratto, il turbine acquatico generò una violentissima esplosione di vapore ed elettricità che inondò entrambi gli avversari, i quali adoperarono delle procedure appropriati al fine di evitare o quanto meno ridurre i danni provocati della tecnica.

Kakashi usò l’arte della terra per rifugiarsi nel sottosuolo, per questa ragione non fu in grado di vedere la gabbia toracica del Susano evocata da Sasuke per difendere se stesso. Quando Sasuke disattivò la sua tecnica, a causa del rapido deterioramento dei suoi occhi, Kakashi sbucò dal suo nascondiglio, armato dalla sua potentissima tecnica taglia fulmini e si gettò a capofitto verso l’avversario con l’intento di ucciderlo.

A quel punto, Sasuke evocò alla medesima maniera la tecnica che gli aveva insegnato il suo maestro di un tempo e affrontò quest’ultimo con tutta la sua determinazione.

Infine avvenne l’impatto delle due medesime tecniche.

«Raikiri

«Chidori

L’impatto fu violentissimo, ma allo stesso tempo non si raggiunse nessun risultato evidente, tranne da fatto che i due avversari vennero sbalzati con forza nella direzione opposta reciproca.

Kakashi sbatté le spalle contro la colonna dell’ingresso del ponte, proprio vicino al luogo in cui Sakura stava prestando soccorso a Karin.

Non appena Sakura si accorse della presenza del suo maestro, interruppe le cure e si rivolse a quest’ultimo.

«Sta bene, maestro?» chiese la ragazza.

Kakashi impiegò qualche minuto prima di rispondere alla richiesta dell’allieva, dato che stava raccogliendo le forze per risollevarsi e prendere parte alla successiva fase del combattimento.

«Lasci che la aiuti!» si propose Sakura, insistente.

Kakashi sentì benissimo quella proposta e non esitò un attimo a rispondere.

«No, Sakura. Stanne fuori. - ordinò Kakashi. Questa è una mia responsabilità!»

La visione dello sharingan si acutizzò al suo massimo con il solo scopo di individuare le mosse di Sasuke. Quando Kakashi intravide la figura del suo avversario muoversi verso di lui, egli spiccò un rapido balzo in sua direzione, iniziando a comporre dei segni per l’ennesima delle mille tecniche apprese dal grande ninja copia.

Lo scontro sarebbe durato per molto tempo e per tanto, Kakashi doveva riuscire a risparmiare tutto il chakra possibile a sua disposizione, così da poterne ricorrere al suo potere, quando ritenuto necessario.

A un certo punto, Kakashi interruppe la sua marcia, perché aveva notato qualcosa di molto strano, rispetto alle sue prime impressioni provocate all’inizio di questa nuova fase di combattimento. In quella porzione di spazio si era espansa una grande quantità di nebbia.

Kakashi non aveva alcun dubbio di che tecnica si trattasse.

«Sta usando il velo di nebbia per emulare la tattica di Zabuza?» ne dedusse Kakashi.

Era da un po’ di tempo che non si confrontava con una delle poche tecniche capaci di oscurare la visibilità dello sharingan, ciò lo riportava indietro nel tempo, durante la prima vera missione della squadra numero sette nel paese delle onde. Kakashi ebbe il flebile dubbio che Sasuke avesse usato di proposito quella tecnica, perché voleva colpire il suo animo, altrimenti non ci sarebbe stata nessuna ragione per usare una tecnica che poneva in netto svantaggio anche lui.

«Dimmi una cosa, Sasuke...» sbottò Kakashi ad alta voce.

Nessuna risposta. Eppure Kakashi continuò a parlare, convinto che Sasuke lo stesse ascoltando.

«Vuoi veramente rinnegare il legame che unisce noi quattro? So che è passato molto tempo, da quando la nostra squadra è stata disassemblata, eppure ci siamo sempre inseguiti e abbiamo sempre perseguito la stessa via, volenti o nolenti.»

Silenzio totale.

Kakashi considerò subito l’opzione che il silenzio di Sasuke avesse il significato di asserire in maniera positiva alle sue considerazioni.

«Oppure stai cercando in realtà di ucciderci tutti, proprio perché non riesci a dimenticarci?»

Un fascio di fulmini e un kunai che sfiorò la spalla del ninja copia. Un punto a favore di quest’ultimo, dato che aveva centrato il punto.

Kakashi cercò di applicare la medesima tattica che a suo tempo usò per sopraffare Zabuza, quindi si affidò al senso dell’udito e dell’olfatto per riuscire a captare le mosse di Sasuke, questo gli permise di riuscire a deviare una decina di shuriken e kunai e di conseguenza capire che il suo avversario stava cercando di perdere tempo, perché aveva necessità di recuperare le forze. All’improvviso, Kakashi sentì l’impercettibile rumore di un passo, dopodiché l’uomo scattò per istinto e bloccò le braccia del suo avversario, prima che la sua katana si abbattesse su di lui.

«Non puoi affidarti alla nebbia per battermi, mio caro Sasuke. I miei sensi sono molto più sviluppato dei tuoi!» tuonò Kakashi.

Sasuke sfoggiò un grande ghigno sul suo viso.

«Sei uno stupido, Kakashi. Ti sei concentrato troppo su di me, senza pensare a quello che hai detto prima.»

In un primo momento, Kakashi non comprese il significato di quelle parole, ma poi rifletté sul fatto che quello che stesse affrontando potesse essere uno specchio per le allodole per permettere a un clone di Sasuke di superare la sua supervisione e dirigersi verso Sakura e Karin per ucciderle.

Quando Kakashi si rese conto, l’uomo sferrò un potente calcio al suo avversario, facendolo svanire in una nuvola di fumo; Sasuke lo aveva gabbato in maniera magistrale, facendo ricorso a due copie.

«Bastardo!» urlò l’uomo dalla rabbia.

Kakashi si mise a correre all’impazzata verso la direzione in cui si trovavano le due kunoichi, impiegando tutte le sue forze pur di raggiungerle, prima che potesse essere troppo tardi.

Non appena Kakashi sbucò fuori dalla folta coltre di nebbia, l’uomo venne investito da una potentissima ondata di calore proveniente dalle sue spalle, quella fonte di calore proveniva dalla tecnica di fuoco che Sasuke stava lanciando contro di lui.

Il ragazzo si trovava sopra la cima del grande albero evocato in precedenza da Danzo, approfittando molto della sua posizione strategica per tirare in trappola il suo maestro, troppo preoccupato dalla prospettiva che lui potesse tentare di ammazzare Sakura.

«Arte del fuoco: Tecnica del ruggito del drago!» urlò Sasuke.

Dalla bocca di Sasuke fuoriuscì una vampata luminosa di fiamme molto intense che si avventarono verso il malcapitato Kakashi, il quale ebbe solamente l’unica possibilità di difendere i propri punti vitali con le braccia, dato che non aveva alcuna occasione di adottare una qualunque altra tattica per scampare a quella tecnica.

L’impatto della tecnica con il suolo generò una violenta esplosione che fece volare una moltitudine di pietruzze e polvere che si espandevano da tutte le direzioni per colpa di una piccola brezza che gettava benzina sul fuoco.

Sasuke atterrò sul campo di battaglia a osservare il risultato del suo operato, era molto soddisfatto della sua mossa, però sapeva con l’esattezza che Kakashi non era ancora morto, eppure sarebbe stato sicuramente ferito dalla tecnica; i suoi occhi non tradivano, Kakashi era stato colpito in pieno.

Sasuke concentrò il chakra nei suoi occhi, in modo da acutizzare la sua vista, con l’obiettivo di captare il colore del chakra del suo nemico.

«Andiamo, Kakashi. Non mi deludere così.» sbottò Sasuke sarcastico.

Una manciata di secondi e il ragazzo fu in grado di scorgere la figura del suo avversario al centro dell’immensa coltre di fumo generata dalle fiamme. Allora, Sasuke iniziò a muoversi verso di lui, con l’intendo ti eliminarlo.

Kakashi tossiva con difficoltà per colpa del fumo che gli era filtrato nei polmoni, il che gli provocava tanta difficoltà nella respirazione. Un malessere che affiancato alle numerose ustioni di primo e secondo grado in tutto il corpo, rendeva le condizioni di Kakashi veramente pessime. Il fuoco aveva bruciato tutta la sua divisa, lasciandolo a petto nudo tutto bruciacchiato e insanguinato.

«Sono stato incauto...» commentò Kakashi fra sé.

Un colpo improvviso al suo corpo; l’uso eccessivo dello sharingan si stava iniziando a fare sentire e per questa ragione, Kakashi cadde in ginocchio, immerso nella propria fatica; un solo piccolo brandello della sua maschera era rimasto fisso a coprire il suo viso, impedendo così di notare l’immensa sofferenza che l’uomo stava patendo in quel momento.

A un certo punto, anche grazie alle doti divinatorie dello sharingan, Kakashi percepì un imminente pericolo provenire dalla coltre di fumo di fronte a lui. Il suo corpo agì in maniera automatica e riuscì a schivare la lunghissima lama di fulmini emessa da Sasuke, proprio all’ultimo istante, procurandosi esclusivamente una piccola ferita da taglio sul petto.

Kakashi barcollò, stava sentendo il peso della fatica persino sul suo stesso animo e per questa ragione, il suo corpo non si muoveva come lui avrebbe voluto. Questo aspetto fu la premessa della mossa successiva che Sasuke riuscì a seguire al suo bersaglio, in modo da annientarlo permanentemente.

Kakashi udì i passi affannati di Sasuke provenire dalla direzione a cui stava dando le spalle, a giudicare dalla rapidità con cui si spostava, sarebbe giunto da lui in una manciata di secondi e andò proprio così.

Un attimo dopo, Kakashi vide uno schizzo di copioso sangue fuoriuscire dal suo petto, la gelida presenza di un corpo estraneo gli aveva attraversato il petto e le scariche elettriche erano in un certo senso di aiuto per tramortire persino i suoi recettori del dolore.

Kakashi si bloccò, ritto nella sua difficoltosa situazione con dietro Sasuke che gli aveva affondato il braccio sul petto, tramite l’ausilio del Chidori.

«Questa non me l’aspettavo proprio...» fu il commento affannato di Kakashi.

Sasuke scoppiò a ridere.

«Non è divertente, mio caro maestro? Ucciso dalla tecnica che tu stesso mi hai insegnato. - commentò il ragazzo. Devo ammettere che questa tecnica è veramente utile per fare fuori i miei avversari. Ti faccio i complimenti per averla inventata.»

Kakashi sganciò un ennesimo colpo di tosse, però decise di non proferire alcuna parola per replicare a quanto detto dal suo vecchio allievo. L’uomo spostò lentamente la sua mano sopra quella con cui Sasuke gli aveva perforato il petto e la strinse con tutte le sue forze rimanenti.

Una mossa che rese Sasuke molto perplesso.

«Che vuoi fare? Ormai è finita per te.»

Kakashi non prese parola fino al momento in cui non ebbe abbastanza forza per stringere la mano di Sasuke, così da impedirgli di tirare fuori il proprio arto da quella posizione; quella per la perfetta occasione per assestare un colpo decisivo nei suoi confronti, anche a costo della sua vita.

Kakashi respirava a fatica, ma era ancora determinato a mostrare la sua volontà nel continuare il combattimento, anche in quelle situazioni così critiche.

«Tu mi sottovaluti, Sasuke.» disse l’uomo ansimante.

Pochi istanti e Sasuke comprese la ragione di quelle parole, dato che il suo avversario si era improvvisamente illuminato dal nulla, per poi scomparire nel nulla per lasciare una fortissima carica elettrica alla quale Sasuke non riuscì a scampare.

In quel breve momento, Sasuke aveva capito che aveva ucciso una banalissima copia, però non sapeva che quella clonazione era abbastanza particolare e molto complessa da realizzare. La tecnica della moltiplicazione del fulmine garantiva alla copia di produrre una fortissima scarica elettrica che sarebbe stata capace di tramortire un energumeno dalla stessa stazza del Quarto Raikage; Sasuke Uchiha non faceva eccezione.

Il giovane Uchiha scacciò un urlo profondo per colpa delle violente scariche elettriche, il colpo era stato talmente devastante che lo aveva messo in ginocchio a sganciare copiose quantità di saliva per colpa dell’enorme stress subito.

«Merda!» tuonò Sasuke furente.

Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo per lasciarsi prendere dalla furia, poiché proprio sotto i suoi piedi, Kakashi era emerso dalla terra e aveva assestato un potente montante al mento del suo avversario, così questi venne sbalzato in aria per colpa della potenza del colpo inferto. Dopodiché, Kakashi spiccò un rapido balzo in direzione di Sasuke, con lo scopo di colpirlo in maniera ancora più forte, però l’uomo arrestò la sua folle corsa, perché il suo sharingan aveva predetto la rapida contromossa di Sasuke.

Sasuke aveva concluso la formulazione della sua tecnica e fissava minaccioso il suo avversario, preparandosi ad assestare la sua tecnica.

«Arte del Fuoco: Tecnica della Palla di Fuoco Suprema

La gigantesca sfera di fuoco si abbatté contro il ninja copia, rappresentando una evidente minaccia per l’incolumità di quest’ultimo, con la prospettiva di rendere reale la situazione che Kakashi era riuscito a scampare dapprima.

Purtroppo per Sasuke, l’uomo si era preparato a dovere per contrastare la tecnica.

«Arte dell’Acqua: Tecnica del Dragone Acquatico!» recitò Kakashi.

L’enorme dragone evocato non tardò a divorare senza difficoltà la tecnica lanciata dall’Uchiha, il quale venne successivamente investito da quella tecnica, con il risultato di farlo sbalzare per tutti i lati del ponte, sino a farlo sbattere contro la montagna più accanto.

Kakashi si premurò a raggiungere Sasuke con l’intento di approfittare di quella situazione, evocando il Raikiri per l’apposita situazione.

Dal canto suo, Sasuke non era certo rassegnato a farsi sconfiggere in quella maniera, non dopo avere battuto il folle potere di cui si era servito Danzo per il combattimento precedente. Sasuke aveva promesso a sé stesso che non avrebbe mai perso, per tanto non riusciva ad accettare che il suo vecchio maestro gli stesse dando così tanti grattacapi.

Sasuke inoltre sentiva che il peso della sconfitta era qualcosa che mai sarebbe riuscito ad accettare, per questa ragione, alla sola vista del sangue che gli colava dal viso, il ragazzo perse le staffe.

«Merda! Merda! Merda!»

La rabbia di Sasuke non tardò a tramutarsi nell’immenso cavaliere spirituale, evocato tramite l’attivazione del mangekyo sharingan in entrambi i suoi occhi; la tecnica era ancora nella sua fase scheletrica, ma rappresentava sicuramente un pericolo più che evidente.

Kakashi arrestò il suo passo, non appena vide la figura dell’enorme mostro che proteggeva il corpo del suo evocatore. In quel momento, l’uomo comprese che la battaglia stava prendendo una brutta piega.

«Ma quello è...» commentò l’uomo.

Nessun altro momento per riflettere, poiché Kakashi fu costretto a un rapido balzo felino verso la direzione opposta nella quale si stava trovando, dato che il Susano aveva tentato di colpirlo con un suo poderoso pugno. Di conseguenza, il mostro spirituale si agguantò pericolosamente sul suo avversario, tentando di schiacciarlo con tutta la sua violenza, rendendo così l’intero ponte come un groviera.

«Qui le cose si complicano!» sbottò Kakashi ad alta voce.

Il pericoloso cavaliere spirituale obbediva a ognuno degli ordini che gli impartiva il suo evocatore, al fine di annientare l’ostico avversario, il qualche si muoveva rapidamente come un’anguilla da un punto all’altro per schivare il colpo mortale del cavaliere scheletrico.

A un certo punto, Kakashi spiccò un rapido balzo verso il basso, gettandosi dal ponte senza il benché minimo pensiero che quella sua mossa avrebbe spostato il combattimento in un nuovo campo di battaglia, con condizioni differenti e con incognite ben più difficili da affrontare.

Kakashi si voltò verso il suo avversario, notando che lo stava seguendo.

L’evocatore del Susano stava manovrando il suo mostro per dirigere i suoi attacchi sempre contro il suo avversario; la sua furia era ben percepibile dall’intensità della sua voce.

«Muori!» tuonò Sasuke.

Kakashi cominciò a roteare fra sé, al fine di sfruttare la forza centripeta generata dal suo movimento per rapidi spostamenti in aria, in modo da evitare i colpi del pericoloso nemico mostruoso. Kakashi fu immensamente grato al suo sharingan che gli permetteva di prevedere le mosse nemiche, benché fosse certo che non sarebbe riuscito a durare molto nelle schivate con una forza così prorompente da contrastare.

Quando Kakashi fu vicino alla superficie del fiume sotto il ponte, egli usò le mura della parte in basso del ponte come trampolino per un rapido balzo, in questo modo fu in grado di distanziarsi temporaneamente dal cavaliere spirituale.

Entrambi gli avversari atterrarono sulla superficie liquida, uno con una calma placida da disturbare il flusso dell’acqua, l’altro con un enorme boato, mentre il suo proprietario concentrava le proprie energie per fare assumere alla sua evocazione il livello successivo di trasformazione; arco e frecce erano pronte a scattare.

Kakashi si accorse immediatamente del cambiamento dell’enorme cavaliere spirituale e capì, dal chakra che stava emanando, di essere in serio pericolo e che avrebbe dovuto ricorrere a tutte le sue risorse per riuscire a sopravvivere.

Sasuke ordinò al Susano di lanciare una rapidissima freccia contro il suo bersaglio, generando così un grande fragore acquatico nel punto in cui era situato Kakashi. In quel momento, Sasuke era certo che il suo nemico era stato annientato.
Invece non era proprio così.

Kakashi era ancora lì, ritto e con uno sguardo minaccioso diretto al suo ex allievo.

Il Mangekyo Sharingan sull’occhio sinistro del ninja copia brillava della propria luce, evocante del potere mistico di cui solo quell’occhio era l’unico proprietario.

La luce di quello sguardo raggiunse persino l’attenta osservazione di Sasuke.

«Ma guarda un po’ - commentò Sasuke. Anche questa volta sei stato salvato dal tuo sharingan. Sei davvero fortunato, Kakashi.»

Kakashi rimase in silenzio a studiare con attenzione il cavaliere spirituale, con la speranza di riuscire a trovare un qualsiasi punto debole per riuscire a scampare dalla drastica situazione in cui si era cacciato.

Sasuke sfoggiò un ghigno malefico nell’osservare lo sguardo truce del suo maestro.

«E’ veramente incredibile che uno che non appartiene al clan Uchiha sia riuscito a risvegliare il potere del Mangekyo. Sei veramente qualcosa di speciale, te lo concedo questo, ma per quanto pensi di resistere?»

Sasuke aveva dannatamente ragione, eppure Kakashi doveva in un qualche modo riuscire a bluffare e perdere tempo per recuperare così le forze necessarie per l’ultima fase dello scontro.

«Preoccupati per le tue condizioni.» replicò l’uomo.

Kakashi poi continuò a osservare il potere del gigantesco cavaliere e alle sue minacciose frecce. Quelle armi erano così veloci, che molto probabilmente solo il Quarto Raikage avrebbe potuto schivare quella tecnica; per fortuna, Kakashi poteva ancora disporre del potere del Kamui per riuscire ad annientare quel colpo mortale.

«Così questo è il Susano. Non lo avevo mai visto in vita mia. - commentò Kakashi. Questa volta ti sei spinto veramente oltre al prevedibile. Chi lo avrebbe mai immaginato.»

«Ho ucciso Danzo con questa tecnica, non hai nessuna possibilità di battermi!» sbottò Sasuke malefico.

«Sasuke!» tuonò Kakashi.

L’uomo voleva attirare l’attenzione dell’allievo per qualcosa di importante che aveva da comunicargli; il suo ultimo tentativo per tendere la mano a quel rinnegato.

«Posso credere che nel tuo cuore c’è spazio solo per il tuo clan e il tuo odio? Cerca di riflettere bene su te stesso. Sai benissimo che non è così.»

Sasuke scoppiò a ridere.

«Sempre con lo stesso discorso, eh?»

«Tu sai benissimo ciò che voglio dire!» replicò Kakashi con forza.

Sasuke strinse i denti dalla rabbia, perché si era reso conto che anche in quel momento, i residui del suo legame con i suoi vecchi compagni di squadra continuavano a bruciare nel suo animo e questo gli stava dando troppo fastidio. Al fine di conseguire il suo obiettivo, proprio come gli aveva insegnato Orochimaru, doveva essere in grado non solo di recidere i suoi legami, ma anche di annientarli completamente sia a livello fisico che metafisico.

Sasuke non poteva fare a meno di questo aspetto, dato che da quel momento, il suo odio per la Foglia si era solamente rafforzato e quindi aveva deciso che non si sarebbe tirato indietro e avrebbe percorso il suo sentiero.

Itachi non aveva avuto tentennamenti nella sua grande dedizione a proteggere la Foglia e il suo amato fratellino, anche a costo della sua stessa vita. Lui, il suo fratellino minore che aveva tanto amato, non poteva tirarsi indietro ed essere da meno.

Itachi rappresentava quella barriera che avrebbe dovuto superare, proprio quando erano dei bambini.

Itachi non c’era più, mentre la Foglia era ancora lì, con i suoi abitanti che vivevano le loro indegne vite, pagate con il sangue della persona che Sasuke Uchiha aveva amato più al mondo.

«Loro stanno ridendo! Tutti quei dannati bastardi stanno ridendo del sacrificio fatto da Itachi!»

Il solo pensare a quelle considerazioni e al desiderio di rimuovere ogni suo frammento di legame, Sasuke era riuscito a fare evolvere il suo odio a un livello così profondo da essere percepito persino da Karin e da Naruto a diversi metri dal campo di battaglia.

Il suo odio si manifestò in maniera evidente, sotto lo sguardo smarrito del ninja copia, quando un gigantesco mantello spirituale avvolse rapidamente il corpo del cavaliere spirituale, facendolo giungere allo stesso livello del Susano di Itachi; potenza distruttiva allo stato puro.

«Li ucciderò tutti! Tutti quanti! Così finalmente la Foglia la pagherà per tutto quello patito dal mio clan!!! MALEDETTA FOGLIA!!»

Kakashi si asciugò le palpebre per una piccola lacrima che gli era uscita fuori a seguito dell’epifania a cui era giunto: Sasuke non si poteva salvare.

«Sasuke...»

Sasuke avrebbe diretto tutto il suo odio contro il suo vecchio maestro, proprio come un tempo fece con Orochimaru.

«Questa volta non ti salverai, Kakashi! Stavolta ammazzo te e i tuoi dannatissimi valori!»

Kakashi sospirò, non c’era più tempo per tentare di convincere Sasuke a ravvedersi e lui, al contrario del suo solito, aveva chinato fin troppe volte la testa, sperando che quest’ultimo lo ascoltasse, ma nulla. Il ragazzino su cui tanto aveva riposto ogni sua speranza era svanito.

«Molto bene. - dichiarò Kakashi. Se è questa la tua decisione, non proverò più a parlare con te. La tua follia è troppo pericolosa per l’intero mondo ninja e io, in qualità di tuo maestro, posso solo fare una cosa per te. Ucciderti.»

Kakashi avrebbe dato il tutto e per tutto per uccidere Sasuke, avrebbe dato anche la vita, pur di riuscire nel suo obiettivo.

«Naruto… Sakura… Perdonatemi.»  pensò l’uomo molto affranto.

Lo scontro riprese.

 
   
 
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