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Autore: _Leda    11/02/2016    8 recensioni
STORIA INTERATTIVA
Iscrizioni aperte fino all'8 febbraio
Ad Hogwarts sta per cominciare un nuovo anno: presto le sue porte apriranno ancora una volta ad una nuova generazione di studenti alle prese con amori, rivalità, amicizie e professori strambi. Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere a tutto ciò nonostante gli ormoni galoppanti e una preside non proprio amichevole?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando il lungo fischio dell’Espresso di Hogwarts riecheggiò sulle teste delle persone che affollavano il binario nove e tre quarti, Scarlett Jane Keen cominciò a saltellare qua e là, incapace di restare ferma, scrutando la banchina con un pizzico di nervosismo.
“Stai aspettando la tua amica?” chiese sua zia Olivia, trattenendo per mano sua figlia Mayra che al momento fissava stupita un piccolo gufo chiassoso che un ragazzo poco distante si lasciava zampettare sulla testa.
Suo padre Ethan diede un’occhiata all’orologio dallo spesso cinturino di pelle di drago che portava al polso.
“Il treno sta per partire Scar, forse è meglio…”
Ma Scarlett non ebbe occasione di sentire cosa sarebbe stato meglio perché in quel momento si sentì chiamare da una voce familiare. Voltandosi riconobbe immediatamente il viso rotondo e al momento un po’ arrossato dalla fretta della sua migliore amica.
“Candy!”
Candice Adele Ackles si lanciò tra le sue braccia e la strinse forte. Le due rimasero unite per alcuni secondi, poi si separarono e Cadice cercò di rimettere ordine alla massa dei suoi lunghi capelli neri.
“Oddio! Avevo paura che questa volta non ce l’avremmo fatta a prendere il treno!” spiegò in fretta “Tutta colpa di quello scemo di mio fratello che come al solito si è ricordato di essersi dimenticato metà della sua roba quando eravamo già a metà strada!”
“Ehi!” fece l’interessato lanciandole un’occhiataccia mente aiutava suo padre a caricare i bagagli.
Candice gli fece la linguaccia ma le sue labbra carnose erano già piegate in un bel sorriso.
“È ora ragazze” ricordò loro Ethan Keen facendosi in avanti per salutare la figlia.
Scarlett gli avvolse le braccia al collo e gli diede un bacio sulla guancia.
“Ci sentiamo presto”
Quando fece per allontanarsi si accorse che ancora una volta i suoi svolazzanti capelli biondi erano rimasti impigliati nella barba di suo padre. Ridacchiando, la giovane Grifondoro li liberò e corse a baciare sua zia e per ultima la cuginetta Mayra mente Candice faceva lo stesso con i suoi genitori. Entrambe promisero ai parenti che avrebbero spedito loro un gufo appena si fossero sistemate al castello, poi si affrettarono a salire salutandoli con la mano.
L’Espresso di Hogwarts chiuse le porte e con un ultimo fischio partì. Le due giovani si affrettarono a raggiungere lo scompartimento nel quale Scarlett aveva già sistemata le sue cose, compreso il suo Chris, il gattone tricolore che la ragazza liberò subito dal suo trasportino.
Chris balzò fuori, si stiracchiò ed infine si acciambellò sulle ginocchia di Candice facendo le fusa non appena lei si fu seduta di fronte all’amica.
“Sei mancata anche a Cri cri” fece Scarlett piegandosi in avanti per dare al gatto una grattatina dietro le orecchie “Alla dimmi, come è andata l’estate? Mi hai detto che ti sei sentita con Julian Spears…”
Prima che Candice avesse occasione di rispondere però, la porta dello scompartimento esplose, letteralmente; sulla soglia era apparsa la multitatuata figura di Abigail Emma Shane, una loro amica e compagna nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
La ragazza si passò la mano tra i corti capelli castani, fissando un po’ sorpresa il vetro in pezzi, poi estrasse la bacchetta.
“Scusate, colpa mia… Reparo!”
La porta tornò come nuova e Abigail riportò la sua attenzione sulle due ragazze e il gatto che la fissavano ancora a bocca spalancata… sì, anche il gatto…
“Ciao belle! Sono passata a farvi un saluto” disse con nonchalance “Ehi, ma non è che vi siete fatte ancora più fighe durante le vacanze?”
A Candice sfuggì una risatina divertita mentre Scarlett scosse il capo tentando di nascondere il sorriso che le stirava le labbra sottili.
“Sei sempre la solita Abby…”
Abigail scosse le spalle e le lanciò con un sorriso birichino.
“Tanto lo sai che non potresti vivere senza di me… ma comunque ora vado, gli altri mi stanno tenendo il posto più avanti”
Fece per uscire ma prima di richiudersi la porta alle spalle si voltò e aggiunse “Oh, quest’anno la coppa del Quidditch non ce la toglie nessuno, per quanto Raph possa dire… quindi mi raccomando…”
Detto questo fece loro un ultimo cenno e se ne andò.
“Saluta i ragazzi da parte mia!” le gridò Scarlett.
Da dietro la porta videro Abigail alzare un pollice per poi scomparire.
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata divertita, dopodiché tornarono alla loro conversazione privata.


Abigail si avviò con un sorriso lungo lo stretto corridoio del treno, fermandosi poi davanti alla porta di uno scompartimento dal quale proveniva forte il suono di alte risate sguaiate. Ancora una volta entrò senza darsi la pena di bussare e fu subito accolta dalla vista di Michael Alessandro Hoshimura piegato in due dalle risate; di fronte a lui, il suo gemello Raphael Davide lo guardava compiaciuto, l’aria un po’ strafottente di chi ha appena detto una battuta coi fiocchi.
Non appena notò la sua comparsa, Raphael alzò lo sguardo dei suoi occhi di giada su lei e si lasciò andare contro lo schienale del seggiolino, le gambe aperte in un atteggiamento rilassato e confidente.
“Guardate un po’ chi si è degnato di graziarci con la sua presenza!” esclamò con una nota ironica; e tuttavia, il suo sorriso smagliante rivelava che in realtà la sua gioia nel rivederla era sincera.
“Proprio” gli diede corda Abigail prendendo posto accanto ad un Michael ancora scosso dalle risate “È un piacere scoprire che non hai perso il tuo spirito durante l’estate… vediamo quanto sarai in vena di scherzi quando anche quest’anno Grifondoro soffierà la coppa del Quidditch da sotto il naso di Serpeverde”
Raphael sbuffò un po’ contrariato e lasciò scivolare un braccio sulla cima del lungo sedile, incorniciando le spalle di una ragazza dal look un po’ punk seduta al suo fianco.
“Tu che ne dici Rain?” le chiese Raphael in tono beffardo.
Rain Anderson incrociò lo sguardo degli occhi castani di Abigail e qualcosa parve passare tra loro.
“Non avere tutta questa fretta Abby… mi sono allenata molto quest’estate e sono più che certa di riuscire a strapparti quel dannato Boccino di mano”
“Staremo a vedere”
Abigail si soffermò a guardare l’altra ragazza per un attimo, indugiando sui lisci capelli neri di media lunghezza che portava rasati sulla tempia sinistra e sui tatuaggi che riusciva ad intravedere dallo scollo della maglietta; la giovane Grifondoro non poteva nascondersi di provare un certo interesse per lei nonostante fosse una sua diretta avversaria sul campo da gioco, e tuttavia, dato che Rain aveva cominciato a frequentare la sua compagnia soltanto alla fine del precedente anno scolastico, non sapeva molto di lei, a parte che era una compagna di classe di Raphael.
“A proposito” fece Abigail scuotendosi dai suoi pensieri “Scar e Candy vi salutano”
“Come stanno?” saltò su Michael tutto contento “Non vedo l’ora di rivederle, soprattutto Scar! Ho giusto un paio di idee per uno scherzo che potrebbe piacerle”
Raphael sorrise birichino, pregustando già un nuovo anno di bagordi e passeggiate notturne non autorizzate. Abigail sorrise a Michael e gli fece pat pat sulla testa di ricci capelli biondo miele, chiedendosi come quel ragazzo adorabile potesse essere in qualche modo imparentato con Raphael: erano tanto diversi da essere addirittura finiti in case separate, Raph in Serpeverde e Mikey con lei a Grifondoro.
Voltandosi nuovamente in avanti, la ragazza lanciò una rapida occhiata alla sua destra dove, con le braccia incrociate, Alexander Greyson, un Serpeverde del sesto anno, se ne stava seduto guardando fuori dal finestrino, l’aria vagamente imbronciata. Nonostante ogni tanto lo frequentassero, nessuno di loro sapeva molto di lui: Alexander era un ragazzo piuttosto silenzioso e molto riservato, per non dire spesso e volentieri scontroso anche senza motivo.
Abigail lo stava ancora fissando, il chiacchiericcio di Raphael su di una certa ragazza che aveva adocchiato in sottofondo, quando Alexander si mosse e si alzò, la spilla da Prefetto coi colori della sua Casa che gli brillava sul petto. Senza dire nulla si fece strada tra di loro e dopo essere uscito si richiuse silenziosamente la porta alle spalle.
Dopo un attimo di silenzio seguito all’uscita di scena del ragazzo più grande, Raphael riprese a parlare come niente fosse mentre suo fratello lo ascoltava attentamente. Abigail rimase a fissare la porta ancora per alcuni istanti, poi, quando distolse lo sguardo, i suoi occhi incrociarono ancora una volta quelli neri di Rain: l’angolo sinistro delle sue labbra carnose era arricciato in un vago sorrisetto compiaciuto.
Il contatto visivo durò solo pochi istanti, dopodiché la Serpeverde tornò a rivolgere la sua attenzione su Raphael. Abigail promise a sé stessa che avrebbe trovato il modo di carpire qualche informazione in più su quella ragazza.

L’arrivo a Hogsmeade fu caotico come sempre: i ragazzi del primo anno continuavano a guardarsi attorno con un timore quasi reverenziale e rischiavano in ogni istante di venire travolti dalla folla degli studenti più anziani che invece si sentivano perfettamente a loro agio, forse anche troppo.
Alastair Flynn Carsen, ben consapevole della spilla da Caposcuola nuova di zecca appuntata sul suo petto, sorvegliava la situazione dall’alto grazie alla sua considerevole statura, ben attento che tutto filasse liscio e senza incidenti.
“Primo anno! Ragazzi del primo anno da questa parte!”
La potente voce di Hagrid risuonò nella piccola stazione, facendo voltare di scatto decine di piccole figure infagottate contro il fresco della sera scozzese. Osservandoli avvicinarsi al Mezzogigante, Alastair rifletté sul fatto che ad ogni anno che passava i nuovi studenti parevano farsi sempre più piccoli e indifesi: non gli pareva affatto che lui e i suoi coetanei fossero stati davvero così minuscoli a loro tempo. O forse era semplicemente per il fatto che ormai era cresciuto e tutto gli sembrava più ridotto e familiare. Ciononostante non poteva dimenticare l’emozione della sua prima volta ad Hogwarts.
Lanciando un ultimo sorriso agli studenti più giovani che stavano seguendo Hagrid diretti al lago, Alastair si diresse verso l’uscita della stazione assieme agli ultimi gruppetti di ritardatari.
D’un tratto, qualcuno lo colpì di malagrazia al fianco e gli sfrecciò davanti tagliandogli la strada. Alastair fu costretto a bloccarsi, gli occhi di una sfumatura tra il verde e l’azzurro carichi di disappunto.
“Ehi! Voi due!” gridò dietro alle due ragazze che lo avevano appena superato “Vi sembra il modo? Un’altra scena del genere e sarò costretto a fare rapporto ai direttori delle vostre case!”
La brunetta in testa, con la divisa di Serpeverde, si voltò giusto il tempo di lanciare al ragazzo un tagliente sguardo di biasimo per poi continuare per la sua strada.
“Scusaci tanto! Andiamo di fretta” fece la Tassorosso bionda che la seguiva, i lunghi capelli boccoluti che le si agitavano attorno al viso mentre raggiungeva l’amica.
Alastair rimase a guardarle lievemente accigliato mentre le due salivano al volo su di una carrozza in partenza. Poi scosse il capo disapprovante e si affrettò a raggiungere la vettura seguente.


Gwen Morris e April Millington si accomodarono sul sedile della loro carrozza ed April tentò di farsi un po’ d’aria con la mano; non aveva idea del perché Gwen avesse avuto tutta quella fretta.
“Nina! Come mai questa corsa? Mica perdevamo la carrozza! E poi hai spintonato un Caposcuola!”
Gwen parve non ascoltarla mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli mossi, lo sguardo fisso fuori dall’abitacolo: come ogni anno da quando era arrivata ad Hogwarts, un lugubre Thestral trainava le carrozze che trasportavano gli studenti da Hogsmeade al castello. Tuttavia, sapeva di essere una dei pochi che riuscivano a vederli: la maggior parte dei ragazzi credeva che le vetture si muovessero da sole per magia. Non che avesse molta voglia di pensare al motivo per cui lei poteva vederli…
Dopo alcuni secondi di silenzio, la bruna si rivolse finalmente all’amica.
“C’è gente che preferisco…” i suoi intensi occhi nocciola si posarono sul ragazzo seduto di fronte a lei e che parve riconoscere solo in quel momento “…non incontrare”
James David Grey, di Corvonero, ricambiò il suo sguardo con i suoi folgoranti occhi azzurri ed un’aria strana, quasi divertita.
April fece scorrere gli occhi dall’uno all’altra, un po’ preoccupata; di tutte le persone con le quali avrebbero potuto condividere quella breve gita, perché mai il destino, o la sfiga, avevano scelto proprio lui? James aveva trascorso l’anno precedente a stuzzicare Gwen e a lanciarle frecciatine argute; April si era convinta che in qualche modo quello fosse il suo modo malato per provarci con la sua amica. Fatto sta che, in ogni caso, Gwen lo detestava, e se c’era una persona che non avrebbe mai voluto incontrare, ebbene, quello era proprio James Grey.
“Sempre la stessa faccia seria, eh Morris?” fece il ragazzo dopo un po’, spezzando il silenzio teso.
“Sempre il solito rompicoglioni, eh Jamie?” ribatté velenosa la ragazza.
James fece una smorfia alla menzione del soprannome che senza ombra di dubbio gli piaceva di meno.
“Rilassati Morris”
“Rilassarmi? Sarei più rilassata in compagnia di un branco di Schiopodi Sparacoda! Che tra l’altro sarebbero anche una vista più piacevole di te!”
Prima che James potesse dire qualcosa, April si mise in mezzo.
“Sapete una cosa fantastica?” si lanciò con finto entusiasmo “Mio padre mi ha raccontato un divertentissimo aneddoto di quando frequentava Hogwarts!”
E fu così che la giovane Tassorosso si lanciò nel mirabolante racconto di quella volta in cui Adam Millington rimase incastrato nel gradino furfante di quella certa scala al quarto piano e Pix il Poltergeist lo utilizzò come cavia per il suo esperimento comprendente parecchia colla magica e immani quantità di carta igienica. Senza contate che, dato che tutto quello accadde di notte, quando finalmente fu salvato dal custode dell’epoca il poveraccio si beccò pure una punizione.
Tuttavia, per quanto divertente, il racconto parve non interessare affatto gli altri due occupanti del piccolo abitacolo, i quali rimasero a guardare imbronciati in direzioni differenti per il resto del triste viaggio. Fu un vero sollievo per tutti e tre quando finalmente la loro carrozza si fermò davanti agli enormi battenti di quercia del castello.


Il banchetto luculliano che gli studenti di Corvonero si erano appena spazzolati come un branco di lupi mannari a digiuno da un mese, non aveva deluso le aspettative di Anthony Josh McGarett, che si stiracchiò soddisfatto premurandosi di mettere in mostra i bicipiti sui quali aveva arrotolato le maniche della divisa.
“Tiratela di meno, omaccione” gli disse Amalia Connie Davies in tono scherzoso, lanciando un sorriso smagliante al suo indirizzo.
“Non vedo l’ora di andare a letto e farmi un bel pisolo” commentò il ragazzo dai capelli blu, colore che guarda caso aveva deciso di provare dietro consiglio di Amalia che il blu lo adorava.
La ragazza si lasciò scorrere una mano tra i folti capelli biondi che le incorniciavano il viso in un taglio asimmetrico di cui andava molto fiera, per poi soffermarsi a stuzzicare la ciocca di cui si divertiva a cambiare colore una volta al mese e che al momento era azzurra.
“Sono stanchissima anch’io, dopo questa mangiata sento che potrei dormire per tutta la giornata di domani e saltare direttamente le lezioni”
“A chi lo dici…”
“Shh! La preside sta per fare il suo discorso” sussurrò Charlotte Anne Mcmillan, seduta alla destra di Anthony.
I due ragazzi si zittirono ma senza perdere l’occasione di scambiarsi un’occhiata divertita prima di seguire l’esempio della compagna e mettersi in ascolto.
Grazie al cielo, pensò Anthony, il discorso fu piuttosto breve e conciso e il ragazzo riuscì persino ad applaudire assieme al resto dei diligenti studenti di Corvonero. Quando finalmente la McGranitt pronunciò le fatidiche parole “la cena è finita” invitandoli a ritirarsi nei propri dormitori, il giovane non riuscì a nascondere la sua gioia e si sciolse in un “andate in pace, Amen” che aveva sentito spesso nei film Babbani nei quali comparivano cerimonie religiose.
Amalia scoppiò a ridere ma Charlotte roteò gli occhi neri con aria vagamente annoiata. Accanto ai tre anche Eleonore Emily Blackwood, si lasciò sfuggire un sorriso timido cominciando ad alzarsi in piedi.
In breve, i quattro cominciarono ad avviarsi assieme verso la Torre di Corvonero discutendo tra di loro su quali nuovi enigmi avrebbe posto quell’anno la porta che conduceva alla loro Sala Comune. Anthony pareva un po’ preoccupato dalla cosa, dato che non sarebbe certo stata la prima volta che rimaneva chiuso fuori: non che fosse stupido, ma certi indovinelli erano davvero contorti e complicati.
“E com’è che sei tato smistato a Corvonero se i quesiti della porta sono un problema?” chiese Charlotte.
“In realtà me lo chiedo anch’io… a dire il vero ero certo di finire a Serpeverde quando sono arrivato” rispose Anthony sfregandosi la tempia.
Charlotte pareva poco convinta.
“Ti manca l’ambizione per essere un Serpeverde, se ne avessi ti applicheresti un po’ di più nei tuoi studi…”
Quando infine giunsero d’innanzi al battente di bronzo a forma di corvo che adornava la semplice porta di legno, Charlotte non esitò a bussare con gentilezza.
Subito il becco del corvo si spalancò e una voce musicale chiese “Il Vuoto e il Tutto sono agli antipodi?”
I ragazzi cominciarono a ragionare ma quasi subito Eleonore si fece avanti e dopo essersi aggiustata gli occhiali dalla montatura nera sul naso con un attimo d’esitazione, spiegò “Il Vuoto è contenuto nel Tutto e il Tutto è a sua volta contenuto nel Vuoto, il che significa che entrambi sono tutto e niente”
“Decisamente” rispose il corvo e l’uscio si spalancò per accoglierli nell’ampia e ariosa sala circolare.
“Per fortuna che ci sei tu Elly” proferì Anthony facendola arrossire appena per poi precederle nella stanza.
Amalia prese le due compagne di dormitorio sotto braccio ed assieme a loro attraversò la soglia, lasciando che l’antica porta si richiudesse alle loro spalle con un tonfo sordo.


Una volti giunti alla Sala d’Ingresso, Daniel Holbrook Williams e l’amico Jayden Harris puntarono verso la scala che scendeva fine alle cucine ma che conduceva anche alla Sala Comune di Tassorosso.
“Sono proprio curioso di vedere l‘orario di quest’anno” stava dicendo Daniel gesticolando animatamente “Guarda, a me va bene tutto, ma spero proprio che non sia come quello dell’anno scorso! Avevo tutte le materie peggiori lo stesso giorno e di lunedì per giunta! Sul serio, se dovesse capitare di nuovo non credo che riuscirei a sopravvivere! Seriamente!”
Jayden sghignazzava senza nemmeno darsi la pena di nasconderlo: quando ci si metteva Daniel sapeva essere davvero tragico.
“E non voglio nemmeno cominciare a parlare di… uoh”
Daniel inciampò su un gradino ma l’amico ebbe la prontezza di riflessi di afferrarlo per un braccio e di impedirgli di cadere rovinosamente giù per le scale.
“Ohi Denny, non vorrai mica finirmi spalmato sul pavimento ancora prima che inizino le lezioni? Se non ti conoscessi da sei anni direi che questo è una specie di record” fece il bruno aiutando l’amico a rimettersi in piedi.
“Merda… mi hai salvato Jay, di nuovo…” fece il biondo, un po’ imbarazzato dalla sua ormai famosa goffaggine.
“Non c’è di che… per sdebitarti dovrai soltanto consegnarmi il tuo primogenito”
Daniel si fermò di colpo in fondo alla scalinata e i due rimasero a fissarsi, seri, per alcuni secondi. Poi gli occhi verde intenso di Daniel si strinsero in un sorriso divertito.
“Ma vaffa!” esclamò il biondo mentre lui e l’amico ripresero a camminare ridacchiando di gusto.


Buondì!
Scusate il ritardo, avevo previsto che sarei riuscita a postare prima ma la vita si è messa in mezzo.
Allora? Che ne pensate? Sono riuscita a rendere i vostri personaggi abbastanza IC? Non fatevi scrupoli e ditemi tutto!
È stato un po’ complicato presentare tutti in un solo capitolo e forse alcuni personaggi non hanno ricevuto abbastanza attenzione ma dai prossimi capitoli ciascuno di loro sarà giustamente approfondito.
Vi lascio chiedendovi di scrivermi per chi non lo avesse ciò accennato nelle schede a quale professione puntano i nostri ragazzi una volta lasciata Hogwarts. Questo vale soprattutto per chi mi ha proposto studenti del sesto e settimo anno ed è un dato che mi serve per capire quali materie M.A.G.O stanno seguendo.
Kiss,

_Leda
   
 
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