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Autore: Winry977    12/02/2016    1 recensioni
-Alla fin fine, non si può certo dire che tutti i Serpeverde siano uguali, no?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grifondoro, Nuovo personaggio, Serpeverde, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Passava interminabili ore in biblioteca a consultare manuali, a spulciare vecchi documenti che potessero esserle d'aiuto in materie, come Pozioni, che non capiva, ma anche solo a leggere della storia di Hogwarts o qualche romanzo. Ricordava di qualche anno prima, quando era arrivato alla Scuola di Magie e Stregonerie Gilderoy Allock, il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, e dato che i suoi libri avevano fatto tanto scalpore, si era cimentata in uno di essi, restando soltanto delusa da tanta vanità. In ogni caso, non si poteva dire che Marleen non fosse un'avida lettrice.

Marleen era solita a prendere posto in una cuccetta vicino alla finestra che dava su uno dei cortili verdi della scuola e lì chiunque la stesse cercando poteva trovarla. “Anche se a dire il vero, non mi cerca mai nessuno” rifletté con una punta di delusione e di nuovo la voce di suo fratello le si insinuò nelle orecchie come un vecchio ricordo “Non fare la vittima”.

Si lasciò scappare un sonoro sospiro, abbandonò il libro di pozioni sulle gambe e volse il suo sguardo fuori dall'enorme finestra alla sua sinistra. Non era una giornata particolarmente soleggiata e probabilmente avrebbe piovuto, il che non le sarebbe dispiaciuto affatto.

Per un po' non pensò a nulla, osservando gli studenti sotto la sua finestra che si spostavano come se facessero parte di uno sciame d'api, poi nella folla notò qualcuno piuttosto distinto dagli altri. Se ne stava seduto sull'erba insieme al suo gruppetto di amici, rideva spesso, ma non parlava mai. Si limitava ad ascoltare e a sorridere, se necessario, probabilmente. Era un Grifondoro. Aveva i capelli neri corti e spettinati, pallido di carnagione, con un accenno di barba lungo la mandibola, al collo portava appesi al maglione grigio, degli occhiali quadrati.

Assomigliava ben poco al famoso Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, eppure aveva qualcosa che glielo ricordava. Non si era mai soffermata troppo a ragionare sulla storia di Potter, per quanto lo si potesse rispettare e forse invidiare allo stesso tempo per la sua fama, le sembrava un ragazzo come un altro, e tra l'altro, in qualche modo se ad Hogwarts accadeva qualcosa di fuori dalla norma, ci si potevano scommettere le penne che Harry Potter c'entrava qualcosa. Forse non sempre, ma il più delle volte.

Si era incantata a fissare quel ragazzo così a lungo e fare tanti ragionamenti su chi gli potesse somigliare, che non si era accorta che lui la stava fissando a sua volta, insieme ai suoi compagni. Per vederla meglio si era pure messo gli occhiali.

Fu come se le fosse balzato il cuore in gola e d'istinto gli aveva dato le spalle, chiuso tutti i suoi libri ed era corsa via. Solo quando fu quasi giunta al suo dormitorio si rese conto di essersi portata dietro uno dei libri della biblioteca, sul quale di certo non aveva intenzione di scervellarsi ancora. Alla fin fine, non sapeva nemmeno perché fosse fuggita così all'improvviso.

Fece un respiro profondo, si passò una mano tra i capelli, scombinati per l'inutile corsa, e fece dietro front, trovandosi però faccia a faccia con uno dei fantasmi della scuola. Nick-Quasi-Senza Testa la fissava facendo capolino sul collo mezzo staccato dal resto del corpo.

-Cosa ti tormenta, giovane fanciulla?- Le era quasi preso un colpo. Di nuovo.

-Nulla, sir Nicolas, io… credo proprio di dover andare.- gli girò attorno, invece che trapassarlo come altri erano soliti fare con i fantasmi del castello, e si avviò a passo svelto nuovamente verso la biblioteca. Quando Madama Pince la notò sfilarle di nuovo davanti le chiese gentilmente se avesse dimenticato qualcosa e neanche il tempo di poterle rispondere, che Marleen si scontrò con qualcuno, facendo cadere tutti i libri per terra.

-Ehi, sta' più attento!- il ragazzo che si trovava davanti era almeno di dieci centimetri più alto di lei e la prima cosa che poté notare di lui erano i suoi occhiali quadrati appesi tra la cravatta Grifondoro ed il maglione grigio di lana. Lei lo fulminò comunque con gli occhi, incrociando però uno sguardo perplesso, il sopracciglio inarcato e un'espressione alquanto divertita nei due occhi verdi. Ma non era un verde come quello dei suoi occhi. Era più acceso, “più estivo” pensò Marleen.

-Scusa, scusa!- ridacchiò alzando le mani in segno di resa e si chinò per raccoglierle i libri. Lei si chinò a sua volta, le erano caduti almeno cinque libri diversi ed escludendo quello di Pozioni che aveva tenuto per sbaglio, gli altri erano pieni di pergamene, di cui alcune si erano sparpagliate sul pavimento.

-Quante cose.- notò il ragazzo, mentre un ciuffo di capelli gli cadeva sugli occhi. -Studi un sacco, tu, eh?

Marleen non rispose. Non sapeva cosa dire, considerato che di solito parlava solo quando era strettamente necessario o a qualche fantasma del castello.

Una volta risolto il disastro che si era creato per terra, borbottò un -Grazie- allo sconosciuto, prese i libri che lui aveva raccolto per lei e si avviò verso la sezione Pozioni, dove finalmente poté posare il libro che non le serviva più. Non ebbe nemmeno il tempo di girarsi che quasi rischiò di schiantarsi di nuovo contro il misterioso ragazzo e almeno altri tre dei suoi amici.

-Ancora tu?- contrasse la mascella e sentendosi circondata superò la barriera di ragazzi che le si era creata attorno.

-Aspetta!- la chiamò il ragazzo di Grifondoro, ricevendo un'occhiataccia di rimprovero da Madama Pince come per richiamarlo al silenzio. Marleen si era fermata, dandogli però le spalle. -Non ti ho chiesto scusa per stamattina, quando ti ho urtata.

“Quindi era lui.” pensò, mordicchiandosi l'interno della guancia e riflettendo su qualcosa da dirgli. Ma alla fine non le venne nulla in mente che ormai potesse sembrare spontaneo, così, semplicemente, riprese a camminare per la sua strada, lasciandosi dietro lui, le sue scuse e i suoi amichetti/gruppo spalla.

  
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