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Autore: Just_blue2    16/02/2016    0 recensioni
-See how beautiful it is.- Mi dice. -We can close our eyes and be wherever we want.-
Chiudo gli occhi, come mi ha detto, ma non riesco proprio ad immaginarmi da nessun'altra parte, se non qui con lui accanto a me.
-I am happy where I am now, honestly.- Mi lascio sfuggire. (...)
Lui sorride ed io sono felice.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noi ci sdraiamo proprio lì, sotto a un albero e di fronte al fiume Avon che scorre tranquillo.

La giornata è splendida, per essere una quasi estate inglese: sole con pochissime nuvole e un leggero venticello.

Il giardino è gremito di persone che si godono quella meraviglia, proprio come noi.

Anziani, adulti, ragazzi e bambini che rotolano sul verde.

Io e Christian non facciamo altro che parlare, di tutto.

Di Dio, della religione, di bambini, di viaggi, di sogni, della nostra famiglia e di noi.

Spesso ci sorprendiamo ad osservarci e nell'imbarazzo ridiamo.

Sdraiati sotto un albero dalle foglie verdi e dai rami ampi, riusciamo a vedere spicchi di cielo azzurro e raggi di sole scavalcarli fino ad arrivarci addosso e scaldarci.

-See how beautiful it is.- Mi dice all'improvviso. -We can close our eyes and be wherever we want.- Guarda quanto è bello. Possiamo chiuder gli occhi ed essere ovunque vogliamo.

Chiudo gli occhi e non riesco proprio ad immaginarmi da nessun'altra parte, se non qui con lui accanto a me.

-I am happy right where I am, honestly.- Mi lascio sfuggire, aprendo gli occhi per guardare i rami, il cielo e poi lui. Sono felice proprio dove sono, onestamente.

È la verità. Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta in cui sia stata così tanto felice o in cui abbia sorriso così tanto.

La mia famiglia inglese è molto allegra e ironica e anche con loro sorrido la maggior parte del tempo, ma i sorrisi che mi regala Christian sono di natura diversa. Sono spontanei e sinceri, per niente forzati. 

Sono i sorrisi di una persona che per la prima volta si sente davvero completamente al posto giusto al momento giusto e con la persona giusta, ma, soprattutto, sono sorrisi che nascono dal riflesso dei suoi, numerosi , caldi e dolci.

Dopo avere scattato alcune fotografie ed esserci spostati due volte per inseguire il sole caldo ed allontanarci dall'ombra, ci rinuncio divertita. Non voglio più spostarmi.

-There's a quote, you know..? " Who cares about the sun..?"- C'è una citazione,sai.."A chi importa del sole...?"

Mi interrompe ridendo – who cares about the sun?- A chi importa del sole?

-Ooh, you're distracting me- rispondo, mettendomi a sedere e ricominciando. Ooh, Mi distrai

-It says.."who cares about the clouds when we are together? Just sing a song and bring the sunny weather."- Dice.."A chi importa delle nuvole quando siamo insieme? Canta una canzone e porta il tempo soleggiato.

E lui è li che si mette seduto accanto a me e incrocia le sue gambe alle mie,distese, per riscaldarmi e portare il sole e il bel tempo anche dentro di me.

Mi volto e il suo viso è proprio vicino al mio. È lì di fronte ed ho il suo sguardo addosso.

E capisco che vuole tanto darmi un bacio. I suoi occhi continuano a saltare dai miei alle mie labbra.

Ed anche io vorrei tanto.

Lo vedo avvicinarsi ancora, ma io ci penso troppo e mi tiro indietro senza neanche rendermene conto.

-No?- mi sussurra nell'indecisione ed io mi sento piccola piccola.

"Idiota idiota idiota!" mi rimprovero mentalmente.

Ma perché l'ho allontanato?

Devo pur sempre rovinare ciò che mi sta a cuore.

Farfuglio qualcosa in risposta e torno a sdraiarmi, poco a mio agio. Non per colpa sua, ma mia.

Cerco in tutti i modi di riparare al danno fatto non intenzionalmente e riprendiamo la conversazione in modo tranquillo. Non so come, ma non me lo fa pesare più.

Non è adorabile lui che continua a comportarsi meravigliosamente anche dopo il mio evidente due di picche?

Chissà come deve sentirsi.

"Stupida stupida!"

La conversazione si sposta sulle lingue straniere, in particolare sul giapponese.

-I only know a word in japanese.- confesso, un poco timida. Conosco solo una parola in giapponese.

-Tell me.- Dimmi

-Kisu. It means kiss. I can also write it in that japanese sign.- Kisu, Significa Bacio. So anche scriverla in quei segni giapponesi.

Tiro fuori il mio spesso diario arancione e ne slaccio il filo. Sento il suo sguardo addosso.

-You're prepared.- Sei preparata

-I always have a pen and something to write on.- Ho sempre una penna e qualcosa sulla quale scrivere.

-Is that your diary?- é il tuo diaio?

Annuisco.

-What do you write?-  Cosa scrivi?

-My feelings. I write when I am happy and I mostly write when I am sad. It's like a medecine. It's like going to the doctor. I write and I feel better. Anyway, here you go.- I miei sentimenti. Scrivo quando sono felice e soprattutto scrivo quando sono triste. é come una medicina. é come andare dal dottore. Io scrivo e mi sento meglio. Comunque, ecco.

Gli porgo il mio diario e gli faccio leggere kisu.

キス

Lo osserva e me lo restituisce. Ripongo tutto dentro il mio zainetto e torno a sdraiarmi.

-In French we say Bisou. What's in Italian?- In francese noi diciamo Bisou. Come dite in italiano?

-Bacio. And Baciare means To Kiss.- Rispondo sorridendo, felice che stia al gioco. Bacio. E to kiss significa Baciare.

-Well, in French we say Bisou but we say S'Embrasser when you kiss someone passionately.- Beh,in francese diciamo Bisou, ma diciamo S'Embrasser quando baci qualcuno appasionatamente.

E lo sguardo che mi rivolge dall'alto, con il gomito appoggiato vicino al mio fianco, mi dice chiaramente che vuole baciarmi di nuovo ed io, questa volta, non ho nessuna intenzione di farmi cogliere impreparata da me stessa.

-You know Ed Sheeran, the singer?- gli chiedo alzando il mio sguardo verso il suo e spostando leggermente il suo cappello nero dalla mia testa per vederlo meglio. Conosci Ed Sheeran, il cantante?

Annuisce.

-In a song he says...Kiss me like you wanna be loved.- In una canzone dice..Baciami come se volessi essere amato

Non ci credo che l'ho appena detto, ma capisco di averlo fatto dal modo in cui mi guarda.

Come per chiedermi il permesso, questa volta.

Ed io sento che il tempo intorno a noi si è fermato, mentre sollevo la testa dal prato per avvicinarmi al suo viso e vedere che lui mi viene incontro.

E ci siamo solo noi ai Parade Gardens quando le sue labbra si posano esitanti e leggere sulle mie.

Quando tutto ciò che i miei sensi percepiscono è lui.

Lui sulla mia bocca e sulle mie labbra. Lui dentro i miei occhi e dentro il mio cuore che batte fortissimo e lo sento solo io. O forse anche lui.

Le sue labbra lasciano le mie solo per liberare un sospiro che si era fermato e poi si uniscono di nuovo.

E quel sospiro e gemito contro di me, fa aumentare di velocità il ritmo del mio cuore.

È così che si consuma il nostro primo bacio.

Con una me in un'altra dimensione fatta di leggerezza e il ragazzo in questione che tremando si stacca da me solo per guardarmi dritto negli occhi ancora una volta.

 

Sono le cinque e mezza.

Noi siamo ancora immersi nella nostra bolla di beatitudine e Christian ha due chiamate perse e un messaggio da parte di Mathias, che probabilmente non sa che siamo ancora insieme.

Allora decidiamo di spostarci.

Ho il suo cappello ancora in testa per ripararmi dal vento leggero, anche se lui pensa che a me stia meglio.

Mi tiene per mano, attendiamo che il semaforo diventi verde e nell'attesa mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.

-Since you don't like alcohol, I want to make you try the best Tea in Bath. Would you like to?- Visto che non ti piace bere alcolici, vorrei farti provare il tè migliore di Bath. Ti piacerebbe?

Accetto ben volentieri, ma quando arriviamo in quel bar vediamo che sta già per chiudere.

Così entriamo in un altro bar vicino.

Christian qui incontra un altro amico che ci offre qualcosa da bere.

Decide di farmi compagnia così prendiamo entrambi una bevanda analcolica alla fragola e ci sediamo ad un tavolo fuori, insieme suo amico che trascorre con noi la sua pausa.

Iniziano a parlare di loro, poi di me e Christian. Lui gli dice che sono italiana e che quello in realtà è il nostro primo appuntamento.

Io un poco imbarazzata, guardo attentamente il nuovo ragazzo e cerco di comprendere quello che dice.

Il suo inglese è molto più veloce rispetto a quello di Christian, ma riesco a capire che parla del viaggio in Brasile dal quale è appena tornato e che esce da una relazione seria e lunga.

Christian è sempre accanto a me, mi stringe la mano sotto il tavolo e mi lancia degli sguardi attenti per farmi sempre sentire a mio agio.

Ed io, sinceramente, vorrei solo guardare lui tutto il tempo.

Finita la chiacchierata salutiamo il tipo di cui non ricordo già il nome, lo ringraziamo per il drink e ci avviamo verso il parcheggio.

Salgo in macchina tutta contenta per il calore che mi accoglie dopo i brividi di freddo che iniziavo ad avere.

In Inghilterra non puoi mai prevedere il tempo. Magari sembra caldo e soleggiato tutto il giorno, ma all'improvviso il venticello diventa freddo e il sole viene coperto dalle nuvole, o viceversa. È tutto molto repentino.

Christian mi dice che ha una coperta in macchina se ne ho bisogno, ma rispondo di no ridendo.

Ormai sono al caldo qui con lui.

Prima di accendere il motore, si volta a guardarmi a lungo.

È un'altra richiesta silenziosa per un bacio.

Un bacio più lungo, ma ancora timido.

È tutto così irrealmente naturale e spontaneo.

Sorridiamo e partiamo.

-Maria, would you come with me?-  Maria, verresti con me?

-Where?- chiedo confusa. Dove?

-I need to go to Bristol to work on a photo shooting for my friends. They're going to play some music later. I only need to take photos for half an hour.- Ho bisogno di andare a Bristol per lavorare a delle foto per i miei amici. Suoneranno live più tardi. Ho solo bisogno di scattare delle foto per mezz'ora.

Io davvero vorrei tanto andarci. Non ho pensieri del tipo "Dove diavolo vuole portarmi??" perché so che posso fidarmi di lui. È amico di Mathias e Isabelle e, a prescindere da questo, non mi farebbe mai del male.

Piuttosto, sono un poco in ansia perché significa che dovrò conoscere i suoi migliori amici e loro dovranno conoscere me.

-I will bring you back home in time. I promise. We can go home whenever you want and you need.-Continua. Ti porterò a casa in tempo, te lo prometto. Possiamo andare a casa quando vuoi e quando ne hai bisogno.

Io non voglio ancora salutarlo, al contrario voglio passare con lui più tempo possibile.

Quindi, avviso la mia famiglia inglese per messaggio e ricevo due risposte.

Una da Isabelle: tanti infiniti cuori e tante facce innamorate; e una da Phil: "Till 10.30? What are you two doing together?? GOD IS WATCHING YOU!" Fino alle 10.30? Cosa state facendo insieme?? Dio vi sta guardando!

Io e Christian scoppiamo a ridere.

-I think we are in trouble.- sussurra lui con un sorriso divertito. Penso che siamo nei guai.

Chiamo mia madre in Italia per avvisarla che rientrerò più tardi del previsto e siamo già a casa di Christian per prendere la sua attrezzatura.

Si scusa in anticipo per il casino che vedrò in giro dicendo che probabilmente dopo essere entrata cambierò idea su di lui.

Entriamo e la casa è davvero un caos. C'è disordine in giro e i suoi sono solo partiti questa mattina.

Mi comporto da persona educata e lo tranquillizzo dicendo che non scapperò da nessuna parte.

Non ne ho la minima intenzione, onestamente.

Mi mostra la casa: la cucina, il salone, "la stanza della tv", la camera dei suoi, del fratello e infine la sua.

Anche questa è in disordine, ma non troppo.

La scrivania, alla mia destra è piena di fogli e roba da fotografi.

Il letto alla mia sinistra, di fronte alla scrivania, è grande. Sembra morbido e comodo.

Ha le lenzuola scure, bordeaux e nere con dei disegni delicati e tondi di colore bianco.

Il tetto è uno di quelli in legno, spioventi. Tipici dell'Inghilterra, insomma.

E c'è una finestra proprio sopra il letto.

I muri sono chiari, quasi bianchi e su una parete è appesa una cartina geografica del mondo intero e un quadro in bianco e nero di Piazza San Pietro, Roma.

Mi avvicino a quella parete e lui conferma che quella è Roma e mi dice, con mia grande sorpresa, che è stato lui a disegnarla, dopo averla visitata.

Ci spostiamo poi sulla mappa.

Lui si avvicina all'Africa. Mi indica dove vive sua nonna e dove i suoi genitori saranno da lì a poco. Cape Town.

Poi mi indica tutti i luoghi in cui è stato e quelli in cui vorrebbe andare: Australia, Giappone, Malesia, Messico. La lista non è breve e il suo viaggio sarò lungo sette anni.

Rimango basita e affascinata allo stesso tempo e dopo sono io ad indicargli il posto in cui sono nata e cresciuta, i pochi luoghi che ho visitato, quelli in cui andrò a breve e quelli che un giorno voglio visitare.

Ed ecco che lui mi rifà la stessa domanda: -Show me the place you'd rather be to.- Mostrami dove vorresti essere.

Punto il mio dito in quel puntino al sud dell'Inghilterra e la mia risposta è la stessa di questa mattina:

-Christian, again.. I am happy right where I am.- Christian, di nuovo.. sono felice dove sono

Lui sorride ed io sono felice.

Non solo per lui.

Okay. Molto felice a causa sua, ma sono in Inghilterra. Ho aspettato questo momento a lungo e adesso voglio godermelo in pieno e non vorrei essere da nessun'altra parte.

Torniamo al piano inferiore, nella "stanza della tv". Una stanza con una libreria, una tv, una xbox, un divano blu ad isola ed un lettone alto, grande e verde in fondo, dietro al divano.

Mentre lui prepara l'attrezzatura io do un' occhiata ai libri.

Sono tanti e sono in inglese ed in francese.

Molti sono di geografia, altri di linguistica. Ci sono anche dei dizionari di tedesco e altri libri ancora sono uguali a quelli che Phil ha a casa.

Sento Christian dietro di me, tiene in mano uno di quei libri per bambini con poche pagine di carta spessa, quasi cartone.

Sento che inizia a leggerlo ed è in francese.  Adoro ascoltarlo mentre parla quella lingua elegante e dall'accento sensuale e raffinato.

Quando finisce mi da un leggero bacio sulle labbra e mi dice che è pronto per andare.

Prima però, mi fa indossare il suo giubbotto e lui corre di sopra a prenderne un altro per sé.

Lo vedo scendere dalle scale con un vecchio giubbotto tra le mani, sporco di vernice, tra l'altro.

-You don't have to. I am not even cold. You can wear this one, I 'll be fine with my cardigan.- Non devi. Non ho nemmeno freddo. Puoi indossare questo, starò bene col mio cardigan.

Non l'avessi mai detto.

-Maria, I know you are freezing cold even if you say you're not. I don't mind wearing this one. Look, it's cool.- Ride. Maria, lo so che che muori di freddo anche se dici di no. Non è un problema indossare questo. Guardalo, è figo.

Saliamo in macchina per l'ennesima volta, oggi.

Direzione Bristol.

È la mia prima volta a Bristol.

Scendiamo dall'auto. Il giubbotto di Christian mi ripara dal freddo e la sua mano nella mia mi rassicura, soprattutto quando svoltiamo l'angolo e mi indica "Il locale" in cui stiamo per entrare.

Da fuori sembra quasi una casa dell'orrore. Si tratta di un vecchio edificio a più piani in pietra.

Davanti alla porta di ingresso vi sono delle panchine e dei tavoli in legno, tutti occupati da giovani ragazzi di ogni genere, alcuni vestiti completamente di nero e altri colorati fino ai capelli.

Non faccio in tempo a parlare che sento una voce femminile chiamare Christian.

Entrambi ci voltiamo ed una graziosa ragazza sorridente è lì che aspetta.

Ha i capelli biondo scuro e lunghi fin sotto le spalle. È magra, alta e ben truccata. È molto carina.

Christian evidentemente la riconosce e inizia ad avvicinarsi a lei, ma si volta verso di me quando io rimango dietro e quasi lascio la sua mano.

Non me ne accorgo nemmeno. È un' azione riflessa. Mi sento improvvisamente piccola, ma basta un suo sguardo, la sua mano che stringe la mia e le mie gambe iniziano a muoversi di nuovo e ci ritroviamo a parlare con la ragazza.

Christian ci presenta e dopo inizia una breve conversazione. Lei ci  offre una sigaretta ma rifiutiamo entrambi.

È davvero simpatica anche se totalmente diversa da me.

Quando ci allontaniamo Christian mi racconta che è la ex del suo migliore amico, che le cose tra di loro sono ancora poco definite e che lei è venuta fin qui da Swindon solo nella speranza di potere parlare con lui.

Mi indica proprio il suo migliore amico seduto in uno di quei tavoli, insieme alla sua band.

Mi dice che è abbastanza timido con le persone, ma che si trasforma totalmente quando sale sul palco.

Ci avviciniamo a loro e, ancora una volta, mi presento. Sono tutti simpatici e sorridenti, non sembrano nervosi per l'imminente esibizione.

È ora di entrare. Christian compra un biglietto per me e dopo essere stati timbrati e quasi controllati dalla sicurezza siamo dentro.

Il locale all'interno non è niente male. È molto buio, è illuminato solo da poche luci colorate, fari più che altro . C'è un palco in fondo e un ragazzo si sta già esibendo con la sua chitarra davanti a un pubblico tranquillo e non numerosissimo.

Prendiamo posto su uno dei divanetti e Christian mi mostra tutta la sua attrezzatura.

Gli chiedo incuriosita come fa scattare delle foto in un posto così buio e lui me lo mostra subito.

Avvicina la Nikon al suo viso, strizza gli occhi, preme alcuni tasti e click.

Mi mostra una foto fatta ad un ragazzo che ci mostra le spalle, circondato da altre persone non messe a fuoco, quando dei ragazzi si avvicinano simpaticamente lasciandoci un biglietto da visita. Christian allora tira fuori i suoi e gliene lascia qualcuno.

Ne afferro uno e lo osservo: su uno sfondo nero c'è la lettera greca phi. Lui mi spiega che sono le sue iniziali proprio messe in ordine. CTD.

-Can I keep one?- chiedo. Posso tenerne uno?

-Of course you can. As a souvenir?- sorride. Certo che puoi. Come ricordo?

Annuisco timida e lo conservo nel mio zainetto.

Sì, un souvenir per quando sarò tornata in Italia e avrò lasciato l'Inghilterra e tutto ciò che ho trovato qui. Ahi.

Quando alzo lo sguardo mi ritrovo il suo addosso, sempre più vicino.

Mi bacia di nuovo, in modo tenero e dolce e ricambio, ma mi fermo poco dopo perché mi sento lo sguardo degli altri addosso.

-Are you okay?- mi chiede subito, con le sue dita sotto il mio mento. Tutto okay?

"-Of course, it's just that..- Certo, è solo che...

-Are you shy?- completa per me. Sei timida?

-Just a little bit- rido, intendendo dire che sono super timida, non timida e basta. Solo un po'.

Ride con me e mi mette subito a mio agio.

-Maria, I'm gonna need to stay in front of the stage to work. You can sit here if you want, or you can come and stay next to me.- Maria,avrò bisogno di andare di fronte al parco per lavorare. Puoi sederti qui se vuoi, o puoi venire e stare con me.

Ovviamente decido per la seconda. Sono molto curiosa di vedere come lavora.

-Just go and do whatever you need to do. I'm gonna stay here watching and listening.- Dico assicurandomi un posto con una buona visuale sul palco e su di lui. Vai e fa ciò che devi. Resterò qui a guardare e ascoltare.
Sono in prima fila accanto a due ragazzi.

Non che di file ce ne siano molte, comunque.

I ragazzi che ho conosciuto poco prima salgono sul palco e si alza un leggero coro e un applauso di sostegno al quale aggiungo anche il mio.

Iniziano a suonare e con mia grande sorpresa nessuno inizia a saltare o scatenarsi . Solo a muoversi molto tranquillamente seguendo il ritmo.

La musica e i ragazzi sono fantastici. Hanno una carica ed un'energia assurda.

I miei occhi, però, sono principalmente rivolti verso il ragazzo con la macchina fotografica in mano, che continua a camminare a destra e a sinistra scattando foto ai suoi amici, cercando diverse luci e angolazioni.

Sembra quasi danzare. La Nikon che stringe con sicurezza è la sua partner perfetta.

Mi sorprende a guardarlo un paio di volte e così anche io lo sorprendo a fare lo stesso, con la sola differenza che lui mi punta addosso la sua arma e scatta una foto, sorridendomi.

Alzo gli occhi al cielo e torno a guardare il palco e godermi la musica.

Tre o quattro canzoni più tardi il concerto è finito e Christian torna da me.

Lo aiuto a sistemare l'attrezzatura e stiamo ancora un po' prima di decidere che sia ora di andare o faremo tardi.

Così salutiamo i suoi amici.

-Nice to meet you, Maria.- Mi dicono sorridenti e sudati. Piacere di conoscerti Maria.

-Nice to meet you too guys! Wow, you were awesome on the stage.- Mi congratulo entusiasta. é un piacere conoscere anche voi! Wow, siete stati fantastici.

-Thank you very much!- Grazie mille!

Uno addirittura mi abbraccia, mentre Kyle, più timido, mi stringe solo la mano.

Siamo in macchina, di nuovo in viaggio.

Io e Christian parliamo del concerto e di altro.

Mi permette di scegliere una canzone e quindi ci ritroviamo ad ascoltare "kiss me" di Ed Sheeran perché lui non la conosceva prima e poi ascoltiamo "A sky full of stars" dei Coldplay.

-Nice choice, Maria- mi dice quando la canzone finisce. Ottima scelta, Maria.

"Un cielo pieno di stelle". È un po' così che mi sento in questo momento. Piena.

E lui è la mia heavenly view.

Sono immersa nelle mille sensazioni che mi sono state date dalla giornata incredibile appena trascorsa, dagli incredibili paesaggi inglesi che ci scorrono intorno, dal magnifico tramonto che ci accompagna e dalla meraviglia di ragazzo che mi trovo seduto accanto.

Sono felice e non voglio che questa giornata arrivi ad una fine. Non ancora.

Ma la fine arriva anche controvoglia, anche se messa a tacere da baci veloci rubati quando il semaforo è rosso e quando la porta di casa è ormai stata aperta e non resta che entrare, ma nessuno dei due vuole che succeda.

La fine arriva, ma è dolce se accompagnata da sorrisi e sguardi complici e da un bacio della buona notte che ci rimane attaccato alle labbra.

 

****

Hello! :) Capitolo lungo e storia conclusa!

Spero davvero vi piaccia. é una storia davvero importante per me, anche se breve. Letteralmente. Solo scriverla ha riportato a galla diverse emozioni e ricordi a cui tengo davvero tanto. Penso che ogni ragazza dovrebbe incontrare un suo Christian almeno una volta nella vita.

Vi prego di lasciare un commento (anche minuscolo) se la leggete, così da rendermi felice e  farmi sapere cosa ne pensate :D  Io  ho messo il cuore in queste parole. :*

  
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