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Autore: Annah_Berry    27/02/2016    0 recensioni
"Fece un passo sul pavimento bagnato e quel movimento fece sussultare Malfoy. I suoi occhi rossi e inondati di lacrime schizzarono sul riflesso dello specchio di fronte a lui individuando nel riflesso la persona che più di tutte in quel momento non avrebbe dovuto vederlo in quello stato.
Si sentì nudo, fragile, sporco.
Si sentì preso in contropiede, scavato dentro da quegli occhi verdi che da sempre gli aveva invidiato ma che adesso erano solo un prolungamento di ciò che il riflesso dello specchio gli mostrava: un Draco Malfoy che non aveva diritto a quel privilegio, il privilegio di poter dimostrare a tutti quanto in realtà fosse umano".
Genere: Angst, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Voldemort | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Malfoy, quasi se l’era dimenticato dopo quel Natale.
Stava bivaccando in Sala Grande insieme a Ron ed Hermione, o perlomeno ci stava provando, fin quando non notò una scritta aggirarsi più velocemente del solito sulla mappa del malandrino.
Utilizzarla dopo la morte di Sirius non era stato facile ma aveva dovuto…c’era qualcosa di strano nel serpeverde che per anni era stato il suo nemico. Il trio lo aveva notato aggirarsi furtivamente per le vie di Nocturn Alley insieme ai suoi genitori, per poi spiarlo in compagnia degli scagnozzi dell’Oscuro Signore.
Harry sospettava da tempo ma non ne aveva le prove: Draco doveva avere il marchio nero e cosa ancora peggiore stava sicuramente tramando qualcosa.
Cercando di evitare di stringere troppo le mani intorno alla pergamena a causa dell’odio che provava per quel vigliacco e la sua famiglia si rivolse ai due suoi amici: << Ho una faccenda da sbrigare, torno presto >>
Non voleva in alcun modo mettere i suoi due amici nei guai…già ne avevano passati abbastanza, soprattutto Ron che alzò lo sguardo perplesso dai libri: << Harry, tutto bene? >>
Il grifondoro annuì in silenzio. Non sapeva mentire, non a Ron, così si voltò sperando che il suo compagno non lo fermasse, attraversando il dipinto della Signora Grassa di tutta fretta.
Doveva trovarlo. Aveva più di una faccenda in sospeso con lui.
I corridoi erano deserti e Harry camminava a passo deciso, la mano tremante intorno alla bacchetta. Solo quando vide il suo nome sulla mappa fin troppo vicino a quello del serpeverde si bloccò posseduto da un miscuglio di sentimenti.
Doveva fargliela pagare. Era strano detto da lui, ma era ciò che sentiva in quel momento e per una volta voleva essere egoista…quel ragazzo in quel momento rappresentava dal suo punto di vista il massimo colpevole di tutta la vicenda, anche se indirettamente non c’entrava nulla, ma Harry era accecato dall’odio.
Quando aprì la porta dei bagni con una mano, però, non si aspettava di certo quella scena.
Le finestre facevano trapelare una luce soffusa, grigiastra. Pesanti ombre avvolgevano il pavimento bagnato mentre un ragazzo che conosceva bene stava…piangendo.
Piangendo, aggrappato al bordo del lavabo, con la schiena incurvata su sé stesso. Ciocche di capelli biondi cadevano confusionariamente sulla fronte coprendo i lievi solchi che per lo sforzo stavano facendo increspare anche gli occhi. Le spalle tremanti anche da dietro tradivano i singhiozzi sussurrati e Harry non poté fare a meno di pensare che anche in quella situazione, anche con tutto quel dolore addosso, Draco cercava sempre di risultare più composto possibile.
Gli occhi verdi di Harry quasi non riuscivano ad assorbire tutta quella sofferenza, neanche così tanto aperti e sgranati, per questo rimase immobile con la bacchetta puntata verso di lui e una sensazione di profonda impotenza addosso.
Non stava riuscendo a sconfiggere Voldemort, il mondo che prima lo proteggeva ora era debole e si stava distruggendo, incluso il patetico Draco Malfoy, quel ragazzo che odiava con tutto sé stesso ma che ora gli sembrava solo un fantoccio in balia del destino che altri avevano già progettato al suo posto.
Quella sera capì fino infondo quanto quella situazione fosse insostenibile, ma la rabbia era più forte.
Che cosa se ne sarebbe fatto delle sue lacrime in quel momento? Era solo un codardo se credeva che con quel comportamento da bambino gli avrebbe fatto cambiare idea sul suo conto!
Fece un passo sul pavimento bagnato e quel movimento fece sussultare Malfoy. I suoi occhi rossi e inondati di lacrime schizzarono sul riflesso dello specchio di fronte a lui individuando nel riflesso la persona che più di tutte in quel momento non avrebbe dovuto vederlo in quello stato.
Si sentì nudo, fragile, sporco.
Si sentì preso in contropiede, scavato dentro da quegli occhi verdi che da sempre gli aveva invidiato ma che adesso erano solo un prolungamento di ciò che il riflesso dello specchio gli mostrava.
Pensò che quell’immagine era la sintesi di ciò che era da sempre stata la sua vita: lui che faceva di tutto per sentirsi superiore al ragazzo sopravvissuto ma che puntualmente non ci riusciva e piombava nell’ombra di ciò che avrebbe voluto essere, ciò che avrebbe voluto dimostrare ai suoi genitori, all’intera scuola, a sé stesso.
Lui sbagliava sempre, lui era incapace, lui era un fallimento, lui…per colpa di quel mostro era diventato così.
“Come osa farmi sentire così debole!”  pensò e la sua espressione mutò radicalmente in poco più di un attimo. Gli occhi che prima soffrivano ora uccidevano e con un ghigno diede le spalle al suo riflesso visualizzando per intero la figura del Grifondoro.
Harry era confuso, ma non gli importava: aveva un conto in sospeso da capitolare e quella era la sua occasione. Non gli era bastato vederlo piangere, anzi, odiò ancor più Malfoy per avergli mostrato quella sua parte così umana…non era giusto, non in quel momento, non quando finalmente aveva preso quella decisione.
“Come osa farmi sentire così in colpa!” pensò di conseguenza. Non ne aveva il diritto, non aveva mai cercato di cambiare le cose quando ne aveva avuto l’occasione…ormai era troppo tardi.
<< Expelliarmus! >> Harry fu più veloce dell’altro ragazzo, che schivò quel fascio di luce per miracolo e rispose senza proferir parola, non ce n’era bisogno.
Il cuore gli palpitava in gola mentre inseguiva Potter tra gli angoli bui di quella stanza lanciando un incantesimo dopo l’altro. Non era paura, quella, era solo adrenalina. Voleva vederlo soffrire, patire anche solo per un attimo ciò a cui era dovuto andare incontro per tener testa al nome della sua famiglia, voleva vederlo in ginocchio con voce tremante, distrutto, pronto a chiedergli scusa.
Quelle riflessioni però lo fecero distrarre: un altro fascio di luce, più intenso di tutti gli altri, lo colpì in pieno petto. Si ritrovò sbalzato in aria, inerme, mentre una fitta lacerante gli dilaniava ogni parte del corpo e cadde di peso alcuni metri più indietro.
Harry non sapeva bene perché o cosa avesse fatto. Si ricordava solo di aver pronunciato “Sectumsempra” e il tempo aveva agito al suo posto…ma era davvero questo ciò che voleva?
Per una seconda volta rimase immobile, il sangue che gli ribolliva nelle vene a causa di quella corsa improvvisa, il respiro che gli appannava leggermente gli occhiali storti. Avrebbe dovuto sentirsi meglio ora che Draco era a terra, immune, nuovamente in lacrime, eppure al contrario quella visione gli provocò una fitta al petto…perché lo aveva ferito in quel modo? Perché tutta quella violenza? Lui non era così, non lo era mai stato.
“Sto impazzendo” si disse mentre a rapide falcate raggiungeva il corpo del ragazzo disteso su una pozza di sangue e si inginocchiava accanto. Puntò la bacchetta contro il petto del serpeverde provando in qualche modo a riparare ciò che aveva causato, soffocando un colpo di tosse prima di far guarire le ferite: si sentiva la gola secca, come avesse parlato troppo quando in realtà era accaduto totalmente il contrario.
Il respiro di Draco era intenso e usciva tra i denti stretti. Avrebbe voluto strozzare Potter con le sue stesse mani in quel preciso momento ma le forze non glielo permettevano…e poi perché lo stava guarendo? Lui non ne aveva bisogno, non aveva bisogno di lui, avrebbe voluto tanto che Harry non fosse mai esistito.
Il dolore procurato dall’incantesimo iniziò ad affievolirsi facendolo rinvenire…quello dell’incantesimo, sì, ma la fitta che si ritrovava nel petto non sarebbe riuscita a guarirla nessuno.
Piccole lacrime gli rigarono il viso contrito, avrebbe voluto alzarsi e ridergli in faccia, dirgli che era tutto uno scherzo, che era meglio si togliesse di torno, “Stupido sfregiato”, ma entrambi ormai sapevano che era inutile fingere.
Esausto, quando finì, in mezzo alla confusione che avevano causato in quella stanza, Harry poggiò le mani sul pavimento piegandosi sul serpeverde e assottigliando le labbra. Non c’era più traccia di odio, solo di inutile senso di colpa.
<< Scusa >> gli sussurrò per poi andarsene via come se n’era andato, in silenzio.
Draco rimase immobile a terra, con la schiena premuta contro il pavimento freddo e bagnato di acqua e sangue. Rimase in quella posizione con una strana espressione sul volto, quasi di sorpresa: Potter gli aveva chiesto scusa.
Almeno un suo desiderio era stato esaudito.
 
 
 
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Note dell'autrice: Eccomi, finalmente…gli impegni come al solito mi tengono lontana dalla scrittura, ma spero di rimediare ^^
Grazie a quelli che hanno recensito il capitolo precedente anche se piccolo, davvero, siete fantastici e mi avete dato il coraggio di pubblicare il seguito **
See ya  <3
  
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