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Autore: hunter95    28/02/2016    3 recensioni
Quanti hanno sempre desiderato farsi un giretto dentro alla loro opera preferita? E se a me fosse capitato?
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa sera hanno voluto a tutti i costi festeggiare il mio ingresso in ciurma che, tra parentesi, io non ho mai confermato. Non che la cosa mi dispiaccia, per carità, ma prima o poi dovrò tornare a casa. 
Per ora però mi godo la festa.
Stanno tutti bevendo, ridendo, mangiando e scherzando, mezzi ubriachi. Io dal canto mio mi sono limitata ad assaggiare un po’ di sidro di mele. Il sakè non mi piace, la birra nemmeno e in generale tutto ciò che sa troppo di alcol mi fa abbastanza schifo, ma questo sidro è proprio buono!
Dato che non voglio prendermi la mia prima sbronza in mezzo alla rotta maggiore, mi limito a un paio di bicchieri. Tanto è leggero.
Lo stesso non si può dire di Rufy, Usopp e Chopper. Quei tre stanno facendo uno dei loro soliti balletti stupidi, ubriachi fradici. 
Credo che il caro gommoso sia astemio, gli ho visto bere solo un paio di boccali ed è già ridotto così. Che pirata. 
La sera è bellissima, piena di stelle. Dove vivo io ci sono poche stelle in cielo, anche se essendo in zona collinare se ne vedono di più che 5 km più in basso, dove c’è la mia città.
Una volta ho visto tantissime stelle. Era circa mezzanotte ed ero in campeggio. Abbiamo dormito fuori all’addiaccio e mi sono addormentata guardando la via lattea. Ma non è nulla in confronto a questo. Mi da quasi un senso di vertigine pensare a cosa in realtà siamo noi in confronto alle stelle più lontane. 
E soprattutto mi da un senso di vertigine pensare a dove sono, in compagnia di chi. 
Nella mia vita non è mai successo nulla di eclatante, nulla per cui valesse davvero la pena serbare ricordo. La cosa più avventurosa che mi sia mai successa è stato quando una mandria di mucche ha inseguito me e delle mie amiche mentre stavamo facendo un’escursione, costringendoci a girare due o tre colline per evitarle, o il mio pellegrinaggio a Santiago de Compostela a 18 anni, ma null’altro. 
Ora invece sono qui, sulla rotta maggiore, in compagnia di qualcuno che ogni giorno vive avventure come io vorrei vivere. 
Onestamente parlando ne ho paura. Morire non sarebbe una grande cosa. Soprattutto morire annegata. Ci sono un paio di morti che vorrei evitare, escludendo tutte quelle derivate dalle torture, annegare è una di quelle, ma in quanto possessore di un frutto del diavolo ed essendo io finita in un mondo praticamente solo acqua, le mie probabilità di fare una tale fine sono alte. Per non parlare del dolore. Qui tutti sono in grado di fare cose inumane anche con ossa rotte! Io non mi sono mai rotta niente, non ho mai dovuto usare stampelle o cose varie. Nemmeno mi sono mai incassata un dito! La cosa più seria che mi sia mai successa è stato quando a dieci anni un idiota mi ha colpito la bici con la macchina e sono cascata per terra facendomi un buco in una caviglia. Basta. Come potrei mai seriamente riuscire a resistere anche solo a un decimo di quello che succede qui? Sarò anche un Rogia, ma non sono intangibile a tutto. Ener era un Rogia, si è beccato l’elemento naturale contrario (la gomma) e ciao ciao intangibilità. Così come Crocodile e come Ace, che è morto ucciso da Akainu. No, cioè, in questo momento Ace è ancora vivo, ad Impel Down. Comunque sia resta il fatto che ci possono essere diverse cose che mi possono fregare. Elemento contrario, acqua, algamatolite marina e haki. Un bel numero di nemici, nevvero? 
Sospiro, rendendomi conto che in fondo sono solo io e che non c’entro niente con questo mondo fatto di uomini in grado di tagliare l’acciaio, uccidere mostri marini, sollevare palazzi, tagliare muri con un calcio, volare, correre come razzi e dotati di abilità straordinarie. Ho solo 20 anni per l’amor del cielo! Non sono in grado di fare nulla, non ho abilità particolari. Sono solo io. 
Zoro sembra accorgersi che qualcosa mi turba, perché mi si avvicina posando il bicchiere.
-    Tutto bene? – la sua voce è una sveglia che mi fa tornare ancorata al suolo della nave. 
-    Sto bene. – oddio, mi trema la voce. È paura? No. È consapevolezza. So che non centrerò mai nulla con questo mondo e che non so per quanto tempo dovrò e potrò viverci e la cosa non mi piace. 
-    Non mi sembra. – 
-    Io… - mi blocco. Cosa posso dirgli? Come posso spiegare a un tipo come Zoro che non sono nessuno, che non ho niente che mi renda degna di stare sulla sua stessa nave? Che nel mio mondo basterebbe un calcio nello stomaco per mettermi fuori gioco? Non posso nemmeno dirgli che vengo da un altro mondo. Come posso dirgli delle mie insicurezze? 
-    Non è niente. – concludo. Una grande sintesi.
-    Non hai l’aria di una che abbia vissuto molto in giro per il mare. – 
Bè, questo è vero. Quando ero piccola i miei nonni avevano una barca, ora al massimo abbiamo un gommone. Ma a parte qualche estate ogni tanto non lo usiamo. Saranno almeno due anni che non vado neanche in piscina. 
Ma penso che il senso della sua frase fosse un altro. 
-    Da dove vengo io non ci sono molte occasioni per vivere avventure. – 
-    Che cosa fai di solito? – 
-    Niente. Mi sveglio. Vado all’università. Torno a casa. Studio. Passo il tempo. Vado a letto. La mia vita è più o meno così. – 
-    Perché? Da come ne parli sembra che non ti piaccia. – 
-    Non vedo alternative. I miei coetanei sono persone vuote. O per lo meno è ciò che vogliono fare vedere. Non pensano ad altro che ad uscire, divertirsi, ubriacarsi, vivere in funzione del presente e basta, senza obbiettivi, senza futuro. Ciò che accadrà non gli interessa, vogliono solo fare la bella vita. Il massimo del problema per loro è decidere come vestirsi per andare in discoteca. Tutto ciò non ha niente a che fare con me. – 
-    E allora comportati diversamente. Fai ciò che vuoi. – 
-    Non è così facile. Nella società da cui provengo ci sono regole precise, che nemmeno volendo puoi rompere. Vai a scuola, trova un lavoro, sposati, metti su famiglia, lavora una vita per un magro stipendio che ti consenta di sopravvivere. Vai in pensione ad un’età troppo avanzata per goderti il meritato riposo. Muori. Non c’è spazio per i sogni. Ti vedi la tua vita passare davanti in un lampo e prima che tu te ne accorga sei vecchio, stanco e deluso. – 
-    Quanti anni hai? – 
-    20. Perché, che centra? –
-    Per avere 20 anni sembri molto delusa dalla vita. – 
-    È che non ho trovato nulla per cui valga davvero la pena vivere. – 
-    Non hai un sogno? – 
-    No. – dico imbarazzata. Non ho niente che possa essere confrontato ai sogni di questa ciurma.
-    Non ci credo. Tutti hanno un sogno. – 
-    È una cosa stupida. – 
-    I sogno non sono mai stupidi, è stupido definirlo tale. –
Ma da quando Zoro è un tipo così saggio? Pensavo fosse in grado quasi solamente di bere, dormire e combattere e che i discorsi profondi li tirasse in ballo ogni tanto, invece…
-    Io, ecco… - mi vergogno, ma prendo coraggio. – Mi piacerebbe scrivere un libro. – ecco, l’ho detto.
-    Un libro? – 
-    Sì. – non capisco che cosa stia pensando. 
-    È un bel sogno. – 
-    Davvero? – colta di sorpresa. Non lo facevo un intellettuale.
-    Sì. Io non vado pazzo per i libri, - ah, ecco, mi sembrava. – ma ritengo che per scriverli ci voglia un cervello notevole e tanta abilità. Credo che la scrittura ti permetta di rimanere nel tempo. – 
-    Credo che sia la massima espressione di immortalità umana. – gli confido, prendendo troppa confidenza. Non dico mai a nessuno ciò che penso, ma con Zoro mi lascio andare e dico cose che non pensavo sarebbero mai uscite dalla mia mente. 
-    Vorresti raggiungere l’immortalità? –
-    No. Vivere in eterno non è qualcosa che mi ispiri. Vedi cambiare il mondo, lo vedi evolversi, vedi le persone vicino a te crescere, invecchiare e morire, andare avanti, mentre tu sei lì, inchiodato per sempre ad una vita che man mano perderà sempre più di senso. No, non voglio l’immortalità, voglio solo lasciare il segno, anche piccolo, in questo mondo. Voglio vivere una vita lunga e appagante e morire sapendo di aver fatto ciò che volevo. Non mi sembra di chiedere molto. – 
-    Ma non hai il coraggio di farlo. – non è una domanda. 
-    Giusto. È che sono giovane, voglio prima finire di studiare. – 
-    E poi sarai costretta a trovare lavoro. – a quanto pare è stato attento. 
-    Sì. Ma prima voglio un anno sabbatico. Voglio fare ciò che mi pare per un anno. Uno solo, per vivere la mia vita e la mia giovinezza, prima che sia troppo tardi. – 
-    E allora fallo. –
-    Mi manca ancora un po’. – 
-    Nel frattempo vivi la tua vita su questa nave. Se sai davvero la metà delle cose che sembri sapere allora sarai a conoscenza del fatto che qui non c’è proprio il tempo per avere una vita normale. –
-    Oh, fidati, lo so. La cosa più normale che avete fatto è stato il Davy Back Fight a Long Ring Long Land con Foxy. –
-    Dici? Era normale? – 
-    Di sicuro più che sventare un colpo di stato a cura di un membro della flotta dei sette, o salire a diecimila metri di altezza per combattere contro un dio o sfidare il governo mondiale. – 
-    Sei davvero informata. – sembra ammirato. La cosa mi lusinga.
-    Già, a tal proposito – c’è una cosa che vorrei dirgli da anni. – quello che hai fatto a Thriller Bark, con Kuma – Zoro si irrigidisce e sgrana gli occhi. – Tranquillo, non lo dirò a nessuno. – si rilassa, un po’ per lo meno. – Volevo solo dirti che è stata la cosa più coraggiosa, nobile, altruista e valorosa che abbia mai visto. Sia perché eri pronto a morire, sia perché eri pronto a rinunciare al tuo sogno per qualcun altro. Non è una cosa da tutti. – mi alzo e me ne vado, certa come il Sole che sono rossa come un peperone. Di nuovo lo stesso discorso di prima: ciò che penso non lo dico ad alta voce, non cose imbarazzanti come queste per lo meno. 
Però sono contenta di aver parlato con Zoro. Mi ha dato fiducia, un po’. Non gli ho rivelato le mie insicurezze per ciò che riguarda questo mondo, ma ora mi sento meglio. Posso farlo, se mi impegno posso fare di tutto. Io sono una persona che si lamenta molto, ma che alla fine fa tutto quanto quello che deve fare. Questa volta non sarà diverso.
   
 
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