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Autore: darkroxas92    28/02/2016    0 recensioni
Un universo finisce… un eroe si sacrifica per salvarlo… e Pikappa sparisce nell’oblio… O forse no?
Paperinik stavolta si ritroverà ad affrontare un nemico del tutto inaspettato! Con nuovi alleati e pericoli dietro ogni angolo, questa potrebbe rivelarsi la più difficile di tutte le sua avventure.
Dopotutto, come potrebbe mai affrontare Pikappa?
Seguito di “L'ultima avventura di Fantomius”
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Paperina aka Paperinika, Paperino aka Paperinik, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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02: Sogni e misteri
Capitolo 02: Sogni e misteri
Paperinik viaggiava a tutta velocità sulla PKar, cercando di raggiungere in tempo la sua destinazione.
“Com’è la situazione Uno?” Domandò attraverso lo scudo Extraformer.
“Critica, socio!” Rispose la voce dell’intelligenza artificiale. “I miei sensori non riescono a identificare la natura della creatura, e ovviamente nemmeno il sale di tuo zio serve a qualcosa.”
“Ricordami solo di controllare che sotto il Deposito non ci sia qualche vecchio cimitero indiano o roba simile. È incredibile come riesca ad attirare tutti i criminali di questo e di altri universi!”
“Secondo i miei dati prima c’era Forte Paperopoli, ma il cimitero era-”
“Ero ironico, Uno.” Sospirò Paperinik, raggiungendo il Deposito, dove un’enorme creatura verde, che sembrava fatta di gelatina, aveva già intaccato le mura per poter mangiare le monete.
“Proviamo con un bel raggio paralizzante!” Propose Paperinik, facendo uscire il raggio dal suo scudo. Ma con sua grande sorpresa esso passò attraverso il mostro senza fargli alcun effetto.
“Ok… Alternative, Uno?”
“Una sola socio… Schiva!” Urlò lui, avvertendo giusto in tempo l’eroe di un pugno che minacciò di colpirlo.
“Insomma, che cosa stai facendo, eroe da strapazzo?!” Gli gridò contro Paperone, mentre caricava di nuovo a sale la spingardina.
“Tento di fare il mio lavoro, mi sembra ovvio!”
“È tutto inutile, Pikappa.” S’intromise una nuova voce, che costrinse il papero mascherato a spostare lo sguardo verso i piedi del mostro, dove si trovava un uomo dai folti capelli castani presenti tutt’intorno alla testa come la falda di un cappello, lasciando completamente calva la parte centrale. “Ho perfezionato la mia creatura. Questa volta non riuscirai a vincerla!”
Paperinik saltò di fronte a lui. “Temo di essermi perso un passaggio. E poi cos’è tutta questa confidenza? Solo gli amici mi possono chiamare Pikappa, mentre gli altri Paperinik. Quindi tu puoi chiamarmi Signor Paperinik.”
“Paperinik o Pikappa, non m’importa.” Rispose l’altro, sorridendo. “Fatto sta che non puoi fermare Vulnus Vendor!”
“Sì, okay, ti aggiungerò all’agenda dei miei nemici tra Evroniani e Pirati Temporali, contento?”
“Tecnicamente dovresti inserirlo dopo entrambi.” Replicò Uno.
“Era un modo di dire.” Disse subito il papero, sospirando. “Bene, facciamo in fretta. Fai il tuo solito discorso da cattivo che vuole conquistare il mondo e-”
L’eroe non finì la frase che dovette evitare un altro pugno da parte del mostro.
“Ehi! Vedi almeno di seguire il copione! Prima la spiegazione, dopo l’attacco!”
“Questa è la tua fine, Pikappa. E dopo che sarai scomparso, il mio genio avrà finalmente la gloria che merita!”
“Fantastico… un altro scienziato pazzo… Non bastava Fairfax, vero?”
“Ti consiglio di non distrarti!” Avvertì Uno. “Sto cercando di analizzare quella creatura per trovare il suo punto debole, ma ci vorrà qualche minuto.”
“Allora ho tutto il tempo per un ballo, giusto?”
A quelle parole cominciò a risuonare una musichetta, che coprì tutti i rumori della battaglia.
“…Stavo scherzando, Uno.”
“Zio?”
 
 
Paperino grugnì, girandosi nel letto.
“Zio!” Lo chiamarono assieme i suoi tre nipoti.
“Uff… che c’è?” Chiese lui, aprendo gli occhi.
“Noi stiamo andando a scuola. Ma se non ti sbrighi arriverai tu tardi al lavoro.”
“Sgrunt. Grazie…” Bofonchiò lui, mettendosi seduto e sbadigliando.
“Sempre a dormire… e si lamenta pure quando si sveglia… E adesso si mette pure a contare…” Sentì dire da uno dei nipotini, facendolo sospirare.
“Già, proprio sempre a dormire…” Ripeté, per poi scendere in cucina mentre sentiva la porta chiudersi. “Una volta ci riuscivo almeno nei sogni, ora combatto pure in quelli…” Disse tra sé mentre iniziava a prepararsi una grossa tazza di caffè. “E l’idea di affrontare Angus di prima mattina certo non mi aiuta a trovare la giusta motivazione.”
“Un’altra nottataccia?” Chiese una voce alla finestra.
Paperino sospirò divertito. “Angus non ha ancora preparato il servizio, Lyla?”
“Oh, sì, è anche pronto ad andare in onda.” Rispose la papera, salutandolo dalla finestra. “Ma preferisco apprendere una notizia direttamente dalla fonte.”
“Ti va un caffè? O preferisci una pila? Così ti racconto tutto.”
“Accetto l’invito ma declino la colazione. Sono entrambe incompatibili con me.” Rispose lei, per poi raggiungere la porta per entrare. “Allora, cosa preoccupa Paperinik a tal punto da non farlo dormire?” Domandò poi sedendosi di fronte a lui.
“Solo dei sogni più strani del solito. Non li definirei nemmeno incubi.”
“Non starai ancora pensando a Fantomius, vero? È tornato tutto come doveva essere nella storia.”
“Oh, no, no. So che la Tempolizia non fa nessun errore in questi casi. Solo, è da un paio di giorni che sogno di nemici che ce l’hanno a morte con me, ma io non li ho mai visti prima.”
“Davvero? Questo è curioso… dalle mie informazioni sui sogni, dovresti sognare qualcosa che hai visto, al massimo distorto.”
“Non so cosa dirti. Stanotte è toccato a un tale Vulnus Vendor. E continuava a chiamarmi Pikappa.”
“Forse è solo lo stress. Perché non ti prendi una vacanza?”
“Come se potessi. Non posso chiedere a nessuno di prendere il mio posto.”
“Beh, almeno dal tuo lavoro di fattorino a 00 Channel.” Propose Lyla.
“E Angus me lo permetterà secondo te? Quello ama vedermi disperare solo perché sono ‘amico’ di Paperinik.”
“Purtroppo io non posso aiutarti in alcun modo. Sono solo un droide che controlla che il tempo non subisca alterazioni. Se potessi combattere al tuo posto lo farei volentieri.”
“Ti ringrazio Lyla, ma è una questione che devo risolvere io. Dopotutto, sono Paperinik, no?”
La giornalista sorrise, annuendo. “Già. L’eroe di Paperopoli. Va bene, dai. Vedrò di farti guadagnare qualche minuto di ritardo senza che Angus se ne accorga.”
“Sei un’amica, Lyla.”
Il droide continuò a sorridere, per poi alzarsi. “Ora è meglio che vada. Non sono famosa per arrivare in ritardo.”
Paperino la salutò, osservandola allontanarsi attraverso la finestra.
“Sai socio, sognare nemici inesistenti può essere controproducente.” Disse Uno, mentre la sua testa appariva sullo schermo del televisore.
“E spiare un amico non è una cosa bella.” Replicò lui, senza fare una piega, ormai abituato a quelle improvvisate.
 
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“E spiare un amico non è una cosa bella.” Sbottò Pikappa, seduto nel sidecar, mentre Della era seduta dietro al marito, che stava guidando la moto all’interno di Paperopoli, entrambi muniti di casco con la visiera scura. All’eroe invece avevano nascosto il volto grazie a un berretto, dato che non erano riusciti a convincerlo a togliersi la mascherina. Aveva sostituito il costume grazie alla funzione dell’Extransformer, che aveva poi nascosto in uno zaino, e ora indossava solo una maglietta blu.
Il trio era partito dopo un paio di giorni, che avevano permesso all’eroe precipitato dal cielo di riprendersi a sufficienza dalle ferite subite.
“Paperino ha diversi contatti. Ed è tuo amico, no?” Replicò la nuova Dolly, continuando a tenere le braccia attorno alla vita del marito.
“Ve l’ho detto, abbiamo parlato solo un paio di volte. Non tendo a collaborare con molti civili. E quei pochi con cui l’ho fatto non sono sempre stati così fortunati da uscirne incolumi…” Mormorò, mentre davanti agli occhi, osservando da lontano la Ducklair Tower, poteva quasi vedere un grosso mostro precipitare, senza che lui potesse far nulla per salvarlo.
“Questo spiega perché negli ultimi tempi ti sei isolato sempre di più.” Parlò Oliver. “I giornali dicevano che rispetto a prima collabori di meno con la polizia.”
“Diciamo solo che quando sei il guardiano di un intero pianeta, tendi ad avere qualche attacco di egocentrismo. Però è strano… l’ultima volta che ho visto la città era gravemente danneggiata.”
La coppia di ladri rimase in silenzio. Nonostante le decine di attacchi, Paperopoli non aveva mai davvero ricevuto grossi danni.
“Ti lasceremo a casa di Paperino, poi sarai libero di fare ciò che vuoi, d’accordo?” Continuò il papero alla guida.
“D’accordo. Da lì dovrei essere in grado di contattare il mio… socio, se vogliamo chiamarlo così. Mi deve qualche spiegazione.”
Phantom non rispose, limitandosi ad accelerare, mentre alcune telecamere inquadravano il trio.
 
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“Che strano…” Rifletté Uno, mentre sullo schermo appariva il video appena girato da una telecamera di sicurezza, che mostrava un sidecar sgusciare attraverso il traffico della città. “Tutti e tre i passeggeri sembrano avere con sé delle tracce tachioniche… Ma tutte di basso livello.”
Accedendo ad altri video di sorveglianza, l’intelligenza artificiale cercò di vedere il volto dei tre paperi, ma con suo dispiacere dovette constatare che non era possibile a causa dei caschi e del cappello.
“Forse dovrei sentire un parere di Lyla… Potrebbero anche essere dei suoi colleghi.” Suppose, per poi spostare la sua attenzione su un altro schermo, dove vide Angus sbraitare come al solito contro il Direttore di 00 Channel.
 
“Cos’è questa storia?!” Urlò il kiwi, sbattendo un pugno sulla scrivania del proprio capo. “Avevo già pronto il mio servizio! E lo cancellate per uno stupido buco in un campo?!”
“Quello stupido buco si è creato vicino a una delle città più importanti del mondo!” ribatté il Direttore. “E la polizia impedisce quasi a chiunque di avvicinarsi! Abbiamo la possibilità di avere uno scoop, e rispetto alle tue solite notizie su Paperinik attirerà di sicuro l’attenzione di altri spettatori!”
“Ridicolo! Che cosa c’è di meglio di un servizio che dimostra la colpevolezza del Paperiniko?”
“Angus, c’è una chiamata per te!” Intervenne Paperino, facendo entrare giusto la testa nella stanza. “Dice che è importante.”
“Bah! Questa storia non finisce qui!” Continuò a inveire contro il Direttore, per poi uscire, facendo cadere indietro il fattorino.
“Quando una giornata inizia bene…” Mormorò lui, rialzandosi.
Angus si sedette sulla sua poltrona, prendendo subito in mano il telefono.
“Chiunque tu sia, spero abbia una più che ottima ragione per disturbarmi!”
“Ciao Angus. Di ottimo umore sento, come sempre.” Fece la voce dall’altra parte della linea.
“Ah, sei tu… chiami per vantarti di avermi portato via il servizio?”
Il kiwi fu sul punto di sbattere giù la cornetta quando sentì Roh ridacchiare.
“Scusa, scusa, lo so quanto ci tieni a denigrare gli eroi, ma ti chiamo perché mi serve la tua esperienza proprio in questo campo.”
“Vuoi soffiarmi anche la mia notizia preferita?”
“Oh, no, non sono come mio nonno… non ho una fissazione nel prendere tizi con mantello e maschera, lascio più che volentieri quel compito a te. In compenso, penso che le foto che ti sto inviando ora possano interessarti non poco.”
Angus sbuffò, per poi aprire il programma di posta elettronica sul pc.
Paperino passò lì vicino per consegnare un pacco giusto in tempo per vedere il becco del giornalista deformarsi in un ghigno.
“Queste foto sono vere?” Chiese al telefono. “E l’hai trovato proprio lì?”
Paperino alzò la testa verso di lui, mentre Angus metteva giù il telefono.
“Camera 9! Vieni qui subito!” Sbraitò, costringendo il povero cameraman, che stava parlando con un suo collega, a raggiungerlo subito.
“Che succede Fangus?” Domandò lui, atono come sempre.
“Andiamo a caccia di supereroi. E se siamo fortunati non ne troveremo traccia!”
A quell’uscita sia Camera 9 che il fattorino lo guardarono perplessi, come anche Lyla poco lontano.
“Che cosa voleva dire?” Chiese Paperino alla sua amica, raggiungendola con la scusa di consegnarle un pacco.
“Non ne ho idea, ma il fatto che la sua rabbia sia sparita di colpo mi preoccupa.”
“E se Angus è felice, tutti gli altri hanno ottimi motivi per temere.”
 
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Oliver frenò davanti al numero 17 di via dei Platani.
“Eccoci qui.” Annunciò, abbassando il cavalletto della moto.
Pikappa saltò subito fuori dal sidecar, per poi entrare nel giardino, fermandosi dopo pochi passi e girandosi verso i due parenti.
“Perché non vi fermate da Paperino? Sono sicuro che sarebbe più che felice di rivedervi. Per non parlare di Qui, Quo e Qua.”
Della sorrise triste. “Ci piacerebbe, ma purtroppo non possiamo. Sarà per un’altra volta.”
“Come sarebbe a dire?” Domandò il papero mascherato. “Sono i vostri figli! Come potete ignorarli?!”
“Abbiamo preso questa decisione tempo fa. È per il loro bene.” Rispose Oliver.
Pikappa chiuse le mani a pugno. Aveva chiesto più volte alla sorella il perché non fosse più venuta a riprendersi i tre paperotti. Non che se ne volesse liberare, anzi, avrebbe sofferto non poco se fosse successo. Tuttavia sapeva riconoscere che per loro era meglio crescere con i loro genitori invece di uno zio disoccupato che passa metà giornata ad affrontare criminali o alieni e l’altra a dormire.
“Credici Paperinik, non è una soluzione che abbiamo scelto volentieri, ma per loro stare con noi era ed è pericoloso.”
“Più pericoloso di restare in una città piena di criminali e invasa puntualmente dagli alieni?” Replicò retorico lui, ignorando ancora una volta quel nome.
“Ci sei tu a proteggerla. E c’è Paperino. Ho sentito che anche lo zio Paperone si preoccupa per loro.” Fece Della, ridacchiando sotto il casco. “Anche se l’ultima volta che l’ho visto ci ha buttati tutti fuori dal deposito.”
“Fosse davvero così facile…” Mormorò Pikappa, voltandosi nuovamente, sentendo solo il motore della moto riaccendersi, seguito da un’accelerata.
 
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“Allora Uno, hai idea del perché Angus sia diventato improvvisamente così felice?” Domandò Paperino, entrando nel rifugio per poi lasciarsi cadere seduto su una poltrona che il suo amico virtuale fece spuntare sotto di lui.
“Beh, sì, e devo dire, sono piuttosto curioso su come sia possibile.”
“Davvero? Tu, la più grande intelligenza artificiale terrestre (e forse non solo) non riesci a capirlo? Oggi nevicherà…”
“Beh, potrei formulare più ipotesi se avessi l’oggetto in questione da poter analizzare.” Replicò Uno, per poi accendere lo schermo di fronte all’eroe, mostrando una foto.
“Ma quello è-” Fece lui sorpreso, subito interrotto dall’alleato.
“Un pezzo del tuo mantello. Dai dati della foto sembra corrispondere in tutto e per tutto. Salvo il fatto che non è possibile, visto che non sei mai andato vicino a New York, luogo dov’è stata scattata questa foto.”
“Aspetta, hai detto New York? Non è lì che è caduto quel meteorite di cui parlavano oggi al telegiornale?”
“Esattamente. Ho subito fatto degli esami al luogo grazie alle telecamere della polizia e della PBI, e sono rimasto sorpreso.”
“Che cos’era? Una nave evroniana? Qualche altra razza di alieni malvagia? La mia lista dei debiti scivolata da un aereo di mio zio?”
“Nulla, Paperinik. Il cratere era vuoto. Sembra che l’unico pezzo di qualcosa, che tuttavia non è stato trovato dalla polizia, fosse quel tessuto.”
“Non può essere finito lì dopo uno dei miei scontri, spinto dal vento?” Azzardò il papero.
“Lo escludo. Secondo i miei dati, nessuna corrente può averlo portato fin-”
“Ok, ok, ho capito. Se voglio una lezione mi basta andare da Pico. Hai scoperto qualcos’altro?”
“Nulla di rilevante. C’è stato solo il furto di un diamante esposto in un museo di New York quella sera stessa, ma-”
“Non mi occupo più di furti a distanza.” Lo interruppe subito Paperino. “Se capita fermo ancora i Bassotti, ma solo se sono sulla strada. Ora ho altre priorità.”
“Lo so, ma per il momento non rilevo alcuna nave Evroniana in orbita attorno al pianeta.”
“Una buona notizia. Bene, allora se non hai bisogno d’altro, mi assenterò per un po’. Lo zione ha usato la sua dose di crediti per richiamarmi a lucidare le sue monete, perciò vedi di trovare un qualsiasi pericolo che mi dia una scusa per assentarmi.”
“Dovresti cominciare a farti pagare, socio. Almeno non avresti problemi di questo tipo.”
Paperino sorrise, per poi alzarsi e dirigersi verso l’uscita. “Un eroe lavora gratis, fa parte del nostro contratto.”
 
“Dovrei davvero farmi aumentare lo stipendio…” Borbottò Pikappa, riuscendo a entrare in casa da una finestra lasciata aperta. “E ho pure perso le chiavi… dove lo trovo un ferramenta con cui non ho debiti?”
Mentre diceva ciò si tolse la mascherina, per poi salire le scale ed entrare in camera sua, dove prese subito una delle sue amate magliette e si coprì la testa con il suo immancabile berretto.
“Ehi Uno, che ne dici? Non puoi aiutarmi, eh?” Domandò ad alta voce.
Ma non arrivò nessuna risposta.
“Uno? So che mi senti, perciò rispondi.”
Attese qualche secondo, ma nessun rumore accennò alla presenza del suo amico.
A quel punto il papero sbuffò, prendendo lo zaino che nascondeva lo scudo Extraformer.
“Uno, questa farsa è durata anche troppo. Che ne dici di rispondermi adesso?”
Ma lo schermo dove di solito appariva la testa verde rimase spento.
“Che cosa significa? Non mi ha mai fatto aspettare tanto…”
Si diresse verso il televisore, per poi batterci contro le dita, come per bussare.
“Uno? Che ti prende? Cominci a preoccuparmi… Ho violato qualche altro regolamento dei Guardiani? Se sì dai, evita pure di darmi lo stipendio il prossimo mese, ma almeno fammi sapere qualcosa!”
Paperino guardò ormai implorante lo scudo, ma nessuna risposta arrivò.
“Uno…” Mormorò, per poi voltarsi verso la finestra, da cui poteva vedere la Ducklair Tower. “Non ti è successo nulla, vero?”





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Ed eccomi ad aggiornare anche questa storia!
Beh, direi che la situazione non è affatto semplice per i nostri due eroi... E le cose non faranno altro che complicarsi ulteriormente!
In questo capitolo non è successo molto, ma nel prossimo posso assicurarvi che ci sarà uno degli incontri più attesi di sempre... e non sarà tra i due supereroi!
Detto questo... al prossimo capitolo!
   
 
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