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Autore: Aagainst    28/02/2016    2 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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11.
 
 
La cena si consuma in perfetto silenzio. Io e Martha ci guardiamo di sottecchi, sentendoci un po' colpevoli per non aver detto nulla a Tom riguardo alla nostra giornata passata alla People Care.
-Certo che è bello passare serate così allegre.- ironizza Rose. Luke mi lancia un'occhiata di rimprovero.
-Allora, che avete fatto oggi?- chiede curiosa la donna. 
-Matt mi ha aiutato a costruire un razzo.- risponde Mitch, entusiasta. Sorrido, scompigliandogli i capelli con la mano, in segno di affetto.
-Davvero, Matt? Wow.- si complimenta Rose.
-Sì, con una bottiglia e del cartone!- spiega il bambino.
-E voi? Luke, te cos'hai fatto?- domanda Tom.
-In realtà niente di che.- risponde il biondo, evasivo. 
-Non ti va di parlare?- insiste Tom.
-Non ho fatto nulla. Dobbiamo per forza parlare della nostra vita ogni fottuta, schifosa, sera?- ribatte Luke. Non l'ho mai sentito parlare così e la cosa mi sorprende.
-Non parlare in questo modo davanti a Mitch!- lo rimprovera Rose.
Per tutta risposta, Luke si alza da tavola. Faccio per inseguirlo, ma Matt mi blocca.
-Lascialo sbollire.- mi consiglia. Guardo la porta che si chiude e chinò il capo. Mi mordo il labbro. Poi sospiro.
-No.- mormoro, liberandomi dalla presa di Matt, che non oppone resistenza. 
 
Trovo Luke seduto sul tetto, che osserva il cielo.
-Ehi! Ti va una birra?- gli propongo. Il ragazzo si volta.
-Non ti hanno detto di lasciarmi sbollire?-
-Sì, mi hanno suggerito di farlo.- rispondo.
-Ma, per una volta, ho deciso di fare a modo mio.- aggiungo, porgendogli una birra.
-Capisco. Sai, sei prevedibile, in realtà.-
-Come, scusa?- mi innervosisco. 
-Rilassati. È solo che me l'aspettavo che saresti venuta qui.- mi spiega.
-Arriva al punto o potrei spaccarti il cranio- lo minaccio, ridendo.
-Me lo aspettavo, tutto qua.- afferma, guardandomi. Mi mordo il labbro, abbassando lo sguardo. Non riesco a sostenere il suo, è troppo intenso. 
-Ehi.- sussurra, posando una mano sulla mia spalla, un gesto che mi fa sussultare.
-Voglio solo capire che succede.- mormoro. Tra noi cala il silenzio. Luke sospira, poi scoppia a piangere. Non me lo aspettavo. Lo stringo a me, dolcemente, rimanendo in silenzio. Lo lascio sfogare, come lui ha più volte fatto con me. 
-Oggi ho... Oggi ho rubato.- confessa. 
-Perché?- gli chiedo, cercando di non sembrare delusa dal suo comportamento. 
-Avevo bisogno di soldi. E non riesco a trovarmi un lavoro decente.- spiega.
-Soldi per cosa? Luke, se non mi racconti per bene tutto non posso aiutarti.- insisto. Il biondo china il capo. Si vergogna, lo sento.
-Ho bisogno di soldi per fumare.- dice, tutto d'un fiato.
-E per pagare dei debiti. Ho fatto un po' di scommesse qua e là.- aggiunge.
-Mi dispiace, non... Non sono chi credevi che io fossi, Angel.- piagnucola. Lo costringo a guardarmi negli occhi. E costringo me a sostenere quello sguardo. 
-Perché, cosa credevo che tu fossi?- gli chiedo. I nostri volti sono vicinissimi.
-Io... Io non lo so.- mormora. Deglutisco. Gli accarezzo delicatamente la guancia.
-Ognuno sbaglia, ognuno cade. L'importante è provare a smettere.- gli dico. Poi gli bacio la fronte, socchiudendo gli occhi. Forse sto facendo il passo più lungo della gamba oppure, al contrario, sto perdendo un'occasione. Scuoto la testa. Che occasione starei perdendo? 
"Angel, rilassati." prova a tranquillizzarmi una vocina interiore. Mi sento smarrita e incredibilmente insicura.
-Tu... Tu perché non hai detto dell'associazione di Gus a Tom?- mi riporta alla realtà Luke.
-Beh, perché... Perché voglio prima capire com'è. Io e Martha glielo diremo, prima o poi.-. 
Cala nuovamente il silenzio tra noi due. È un momento piuttosto imbarazzante, almeno per me. Non ho la minima idea di cosa fare. E, a quanto pare, nemmeno lui.
-Ehm... Forse è meglio che scenda. È tardi e domani devo andare presto all'associazione.- mi decido. Scendo e mi dirigo in camera. Mi sento una stupida. Una grande, grandissima stupida. Come si può non accorgersi di provare un sentimento del genere per una persona? O meglio, come diamine ho potuto nasconderlo a me stessa? 
Mi tolgo la maglietta e i jeans e mi butto sul letto, fissando il soffitto. Improvvisamente, la porta si apre. Istintivamente, mi copro con un lenzuolo, essendo in reggiseno. 
-Luke, devi bussare prima di entrare.- lo ammonisco.
-Scusami.- mormora, avvicinandosi. Afferra le mie mani e le accarezza, dolcemente. Ho i brividi.
-L-Luke, f-forse è meglio che tu...- balbetto.
-Forse è meglio che io?- chiede, carezzandomi la spalla nuda.
-Che tu te ne vada.-
-Forse. O forse no.- asserisce. All'improvviso, inizia a baciarmi il collo. Sbarro gli occhi, mollando la presa sul lenzuolo, che cade, lasciandomi in intimo davanti a lui. Ma cosa stiamo facendo?
-Luke.- lo chiamo. Mi ignora.
-Luke.- lo chiamo nuovamente.-
-Che c'è?- domanda.
-Non dovremmo... Ecco, forse è meglio che noi non... Forse è meglio che ci fermiamo qua.- riesco a dire. Il biondo mi guarda. 
-Sì, hai ragione. Mi... Mi dispiace.- si scusa. Si allontana da me e esce dalla stanza. Mi sento doppiamente stupida.
"Complimenti Angel, brava." Mi rimprovero. 
Mentre ripenso a ciò che è successo pochi minuti fa, un rumore mi riporta alla realtà: spari. Mi vesto e mi scaravento in corridoio.
-Cos'è stato?- chiedo a Kyle, la prima persona che trovo.
-Non ne ho la più pallida idea, viene da fuori!- afferma. 
Ci rechiamo tutti all'esterno dell'edificio e ciò che vediamo fa urlare di terrore Rose: c'era uno scontro a fuoco tra una banda e la polizia.
-Amore, prendi Mitch e le ragazze e nasconditi!- ordina Tom. La donna non se lo fa ripetere due volte e, afferrato Mitch da un polso, inizia a correre, seguita da Martha e Jane, ma non da me.
-Angel, vai con lei!- mi urla addosso Luke.
-No!- replico io.
-Ascolta, so che obbedisci molto difficilmente, ma in questo caso fa come ti diciamo!- esclama Matt.
-Ho detto no! Non è una gang quella! Sono solo dei ragazzi! Riconosco Ann Lopez lì in mezzo!- ribatto, disperata.
-Ann Lopez? La figlia di Lopez? Quella Ann Lopez?- 
-Sì, quella Ann Lopez, Kyle.- rispondo, piuttosto seccata, avanzando verso la sparatoria.
-Dove cazzo vai, idiota?- grida Matt. Sento qualcuno che mi afferra dalla maglietta: Luke.
-Farsi ammazzare non è una buona idea.- 
-Nemmeno lasciare che quei poliziotti facciano il bello e il cattivo tempo in questo quartiere lo è.- ribatto, a denti stretti. Ci fissiamo per un tempo che mi pare infinito, fino a quando non cede. 
-E va bene. Ma non sai nemmeno chi è dalla parte della torto.-
-Visti i precedenti, non è difficile immaginarlo.- dichiaro estraendo una pistola dai pantaloni.
-E quella dove l'hai presa?- 
-Ci sono tante cose che non sai di me, Luke. Tante cose.- affermo, raggiungendo Ann e i suoi amici.
 

Angolo dell'Autrice

Sono tornata! E con un capitolo che, inizialmente, non avevo la più pallida di come scrivere.
La situazione si fa bollente e ne vedremo delle belle!
Grazie a Layla e a Eilan21 per le recensioni e a chiunque leggerà e recensirà!
Alla prossima!
   
 
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