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Autore: 9Pepe4    26/03/2009    8 recensioni
"Phineas Nigellus Black si chiedeva come qualcuno potesse decidere spontaneamente di insegnare.
[...] Per non parlare del linguaggio volgare. E del modo in cui si esprimevano, neanche fossero stati una massa di gorilla deficienti (no, meglio non offendere i gorilla, o qualcun pazzo animalista se la sarebbe presa). Se a loro veniva posta una domanda, ecco che iniziavano a mugugnare le loro risposte, masticando le parole come quei dolciumi appiccicaticci e disgustosi che si mangiucchiavano di nascosto.
Ah! Ma lui li avrebbe spediti tutti in guerra, se solo avesse potuto!"

Cosa pensa del ruolo di insegnante il Preside meno amato che Hogwarts abbia mai avuto (Umbridge a parte, va)?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ecco perché insegnare mi fa schifo!

Phineas Nigellus Black si chiedeva come qualcuno potesse decidere spontaneamente di insegnare. Al massimo avrebbe capito se la gente avesse fatto la fila per il posto del Preside – che, però, era solo suo! – perché era una bella sensazione, essere al di sopra di tutti.
Ma insegnare così! Fare il comune professore, addossarsi la responsabilità di tenere una classe strapiena di mocciosi urlanti e impertinenti.
Perché i giovani non solo facevano un chiasso terribile, ma pretendevano di sapere ogni cosa. E poi guai a cercare di capire i loro drammi esistenziali – quali brutti voti in Pozioni (oh mio caro, studia la prossima volta!) – diventava ancora peggio!
Perché i professori, persone più adulte, più mature, più intelligenti, più esperte e chi più ne ha più ne metta, non potevano assolutamente capire la grande sofferenza del loro mondo, il dolore dei loro delicati cuoricini! Giammai!
Se un professore provava a capire uno studente, poteva solo guadagnare uno sfogo isterico – e alquanto immotivato – da parte di questi.
A volte, Phineas si meravigliava che non si mettessero a correre per la scuola con le dita nel naso e una mano – l’altra mano – nei pantaloni.
Poi guai a parlare di punizioni! In ogni caso lo studente incriminato sosteneva di essere innocente – tutti avevano una specie di sosia, in quella scuola, a quanto pareva – o di aver agito inconsciamente – ovviamente, anche la Maledizione Imperius era di moda – o di averlo fatto per sbaglio – e comunque il danno restava – o di essere innocente – di nuovo – o di essere un adolescente complessato – i complessi li facevano venire loro a lui, altro che storie! – o di essere malato – eh già, nel cervello.
Oppure si lagnavano sull’ingiustizia delle punizioni.
Per non parlare del linguaggio volgare. E del modo in cui si esprimevano, neanche fossero stati una massa di gorilla deficienti (no, meglio non offendere i gorilla, o qualcun pazzo animalista se la sarebbe presa). Se a loro veniva posta una domanda, ecco che iniziavano a mugugnare le loro risposte, masticando le parole come quei dolciumi appiccicaticci e disgustosi che si mangiucchiavano di nascosto.
Ah! Ma lui li avrebbe spediti tutti in guerra, se solo avesse potuto! Così avrebbero tirato fuori il coraggio. Non era del tutto sicuro che ce l’avessero il coraggio, ma in quel caso avrebbero potuto contare sull’istinto di conservazione. Se non avevano nemmeno quello... Be’, sarebbero morti nel giro di una settimana. Ma sarebbero morti da eroi – a Phineas non importava come sarebbero morti, gli sarebbe bastato non averli tra i piedi.
I corridoi, poi, erano pieni di Mezzosangue e feccia simile, mischiati come se nulla fosse ad ottimi Purosangue. E, per il suo disgusto, si vedevano anche Purosangue a braccetto con Mezzosangue o – per il grande Salazar, che orrore, che cosa oscena! – Purosangue fidanzati con Mezzosangue. In quei casi, Phineas Nigellus sperava che non facessero in tempo a procreare. E dopo cercava di pensare ad altro: vedere come il sangue puro veniva intaccato da quella cosa (come si chiamava? Quella roba ridicola, da bambinetti creduloni... Ah, già. Amore. Ma che non lo facessero ridere. Ahahahahah) lo deprimeva.
E quell’aria di fastidiosa superiorità che aleggiava nei loro occhi. Talmente presuntuosi da dargli la nausea, annuivano sempre con aria annoiata, quasi il mondo non fosse degno della loro eccelsa attenzione. Fissavano dall’alto in basso anche lui, il Preside, il Black per eccellenza, discendente di una nobile famiglia!
Brutti mocciosi. Ma una volta che venivano appesi a testa in giù per le caviglie non guardavano più i docenti dall’alto in basso, eh no. Sarebbe stato difficile, in effetti.
Tutti avevano quell’aria stupida che si illuminava – di idiozia – solo quando commettevano qualche effrazione al codice scolastico. Dicevano “sì, sì, sì, abbiamo capito” e poi prendevano T in tutti i G.U.F.O., poco ma sicuro.
Insegnare a quella massa di zoticoni era senza dubbio un’impresa impossibile e alquanto presuntuosa.
Decisamente, le persone che desideravano fare i professori erano davvero fuori di testa.
  
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