Quel cappello non è solo un cappello!!
Il silenzio venne subito interrotto da mio zio, che si alzò
in piedi e, con un gran sorriso, mi disse:
“Benvenuta Veronica, avvicinati”
Imbarazzantissima, mi feci coraggio e, con falcate non molto decise,
attraversai quell’immenso corridoio che sembrava non voler
finire mai.
Chiunque in quella sala aveva gli occhi puntati su di me (sicuramente
anche Harry!) e ciò rese veramente molto arduo mettere un
piede d’avanti all’altro senza rischiare
d’inciampare davanti a tutti. Fortunatamente, arrivai al
tavolo dei professori senza cadere. Mi stavo ancora chiedendo come ci
fossi riuscita, quando venni presa alla sprovvista da mio zio, che mi
abbracciò, dicendomi di seguirlo. Mi portò verso
uno sgabello con sopra uno strano polveroso cappello dicendomi che
quello era il loro modo di smistare i ragazzi nelle quattro differenti
case. La cosa mi lasciò veramente basita. Come diavolo era
possibile che l’arduo compito di smistare gli studenti era
stato dato a quel vecchio cappello? Il mio stupore dovette essere
evidente perché zio Albus mi incoraggiò dicendomi
di sedermi e non preoccuparmi.
E così feci.
Appena mi fui seduta, mi adagiò sul capo il capello che
iniziò, con mia immensa sorpresa, a parlare. Allora non era
solo un logoro e vecchio cappello!
“Mhhh... cosa abbiamo qui? Una studentessa più
grande? Sei un caso molto raro signorina e sei veramente un soggetto
molto particolare. Hai almeno una qualità di ogni casa
quindi non è semplice. Ma dove ti colloco? Serpeverde?
Grifondoro? Corvonero? Mhhh... Magari sai darmi un
suggerimento?”
Ancora incantata dal fatto che quel cappello parlasse, fui presa in
contropiede e non riuscii a pensare lucidamente, per cui dissi la prima
cosa che mi venne in mente:
“Voglio un posto dove possa stare tranquilla e farmi degli amici”
Il cappello, dal canto suo, non sembrava molto rassicurato, ma decise
lo stesso per me e disse:
“Allora forse sarebbe meglio smistarti in...
Grifondoro!”
Ottimo, ero nella casa di Harry Potter! Potevo chiedere di meglio?
Scoppiò un boato di grida e applausi e venni subito accolta
da una decina di ragazzi, che mi trascinarono a sedermi insieme a loro.
Non ebbi neanche il tempo di guardarmi intorno per vedere dove fosse
Harry, che il mio sguardo fu subito rapito da “Occhi di
ghiaccio” che, non solo non stava applaudendo come tutti gli
altri, ma mi guardava come se fossi la cosa più strana sulla
faccia della terra. Imbarazzantissima, voltai la testa e cercai lo
sguardo di mio zio, che con un gran sorriso si unì agli
applausi.
Appena l’esuberanza si fu placata, mio zio prese la parola e
con l’incantesimo “Sonorus”
amplificò la sua voce per poter essere udito in tutta la
sala.
Così, iniziò il suo discorso di benvenuto:
“Cari studenti, per i nuovi benvenuti e per i vecchi
bentornati. Voglio augurarvi un buon inizio anno scolastico e darvi le
nuove notizie.
A partire da quest’anno, Veronica Silente, mia nipote,
frequenterà la nostra scuola. Si è trasferita qui
su mio consiglio, vi prego di farla inserire e di spiegarle le nostre
abitudini principali. Tornando a noi, vorrei avvisarvi che
l’ala est del quinto piano è al momento in
ristrutturazione e sarà inaccessibile fino a nuovo ordine.
C’è stato qualche cambiamento nel corpo insegnati
per cui il mio amico, nonché ex professore, ha accettato il
mio invito ed è tornato ad occupare la sua vecchia cattedra
di pozioni.
Ecco a voi il signor Lumacorno”
La sala venne all’improvviso attraversata dagli applausi e
dal chiacchiericcio insistente di tanti studenti che si domandavano chi
avrebbe occupato il posto di Difesa contro le Arti Oscure.
Nel frattempo, un uomo alto e abbastanza cicciottello si
alzò per prendere i suoi applausi. Non appena si fu
accomodato, mio zio riprese la parola e diede la notizia che tutti
stavano evidentemente aspettando.
“Come avete capito, il professor Piton non
insegnerà più pozioni, ma gli è stata
affidata la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Ora, prima di
lasciarvi alla vostra cena, volevo ricordarvi che le selezioni per le
squadre di Quidditch saranno la prossima settimana, di rivolgervi al
Signor Gazza per quanto riguarda la lista degli oggetti proibiti e di
seguire i rispettivi Prefetti a fine serata. Adesso dateci dentro
ragazzi!!”
Detto ciò, il tavolo, poco prima vuoto, fu sommerso da mille
pietanze diverse, che avevano tutte un odore e un profumo veramente
invitanti.
Non sapendo da quale pietanza assaggiare per prima, decisi di riempirmi
il piatto con del semplice pollo al forno con le patate e un po' di
verdure miste grigliate. Nel frattempo, stavo già facendo
amicizia con due gemelli dai capelli rossi veramente molto divertenti,
che iniziarono, tra un boccone e un altro, a spiegarmi alcune cose
riguardanti i professori.
I ragazzi si chiamavano Fred e George Weasley ed era veramente
difficilissimo distinguerli, per cui non li chiamai mai per nome, ma
cercai di farli parlare il più possibile, limitandomi ad
annuire o facendogli qualche domanda. Mi dissero che il posto di Difesa
contro le Arti Oscure era da sempre molto sfortunato, visto che alla
fine di ogni anno si cambiava professore. Questa sfortuna, mi disse
Fred, era iniziata nel momento in cui a Voldemort fu rifiutata la
cattedra di codesta materia e, aggiunse George, quel posto era sempre
stato molto ambito dal professor Piton, ma che fino allora non gli era
mai stato concesso. Era per questo che la cosa li aveva completamente
sconvolti.
Parlammo del più e del meno, mi chiesero da dove venissi,
com’era la mia scuola di magia in Italia e come mai avessi
deciso di trasferirmi lì per concludere i miei studi. Visto
che non avevo una risposta a quest’ultima domanda, decisi di
tenermi sul vago e dire soltanto che era perché volessi
cambiare aria. Non mi parsero molto convinti, ma lasciarono correre.
A fine cena, mio zio diede la buonanotte a tutti e mi fece segno di
seguirlo.
Mentre stavo andando verso di lui, lo trovai intento a parlare con un
ragazzo cicciottello con in mano un rospo, riferendogli di avvisare il
Prefetto che mi avrebbe accompagnato lui nella mia stanza.
La prima cosa che mi disse fu:
“Grifondoro? Non me l’aspettavo”
Non sapendo cosa dire, mi limitai ad annuire, così lui
iniziò ad incamminarsi verso i dormitori, spiegandomi che le
lezioni sarebbero iniziate l’indomani mattina alle 8.30, che
avrei diviso la stanza con una ragazza e che, al mio arrivo, vi avrei
trovato i miei bagagli, più la divisa e
l’occorrente con lo stemma di Grifondoro. Più
camminavamo e più mi fu difficile seguire i suoi discorsi,
anche perché il castello era di una bellezza e di una cura
così surreali, da lasciarmi senza parole ad almeno ogni
svolta.
Arrivati alla torre di Grifondoro, mi disse la parola segreta per
accedervi e mi salutò dicendomi che il giorno dopo mi
avrebbe aspettato nel suo ufficio alla fine delle lezioni per poter
parlare in tranquillità di tutti quei cambiamenti.
Così gli diedi la buonanotte, dissi la parola segreta al
ritratto di una signora molto in carne e varcai il buco dietro di esso.
Se siete arrivati fin qui vi meritate un grandissimo abbraccio *-*
Grazie mille per aver letto anche il secondo capitolo ;)
Ringrazio di cuore anche la mia amica e scrittrice Ellynor K. Watson per aver rivisto e corretto la mia storia.. Senza di te ci sarebbero state mooooolte meno virgole di quante realmente ne servano xD Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che decidiate di lasciare una recensione qui sotto e che mettiate la storia tra le ricordate/seguite/preferite ;) detto ciò vi aspetto la prossima settimana per il prossimo capitolo!!
Veryrorò