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Autore: The Hopeless Girl    03/03/2016    2 recensioni
Spoiler di Teen Wolf (almeno la 3b) e Supernatural (stagione 7 giù di lì).
Allison Argent, dopo essere stata uccisa dagli Oni, è tornata in vita. Subito la sua strada incrocia quella di due fratelli, due cacciatori come lei, che cercano di aiutarla a scoprire come, perché e soprattutto chi l’ha riportata nel mondo dei vivi. Tra caccie, creature sovrannaturali, angeli, demoni e the family buisness, i due Winchester e la ragazza si trovano ad affrontare insieme al branco di Beacon Hills un nemico nuovo e potente come nessuno di loro ha mai visto prima.
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Dal testo:
«Allison, – disse a voce bassa, lievemente roca – come ci sei arrivata qui? Dove ti trovavi prima?»
Era una domanda bizzarra, se fatta in circostanze normali, ma quelle non lo erano per niente.
Senza riuscire a distogliere lo sguardo da quello profondo di quell’uomo strano, Allison sussurrò, stentando lei stessa a credere alle sue parole: «Prima io… prima ero morta.»
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Nota Autrice:
Questo capitolo è più lungo degli altri, davvero di un bel po’ (per i miei standard almeno) e mi ci è voluto un po’ di più a scriverlo e rivederlo. SCUSATE! Almeno spero vi piaccia :)


CAPITOLO 4


Ovviamente Allison aveva intuito che Dean sapeva, e che avrebbe fatto qualcosa, fin da quando aveva iniziato a parlare del capire le persone e di come lei fosse diversa dalla confusa ed impaurita ragazzina che ci si aspetterebbe dopo una resurrezione.
Si era aspettata che la smascherasse, dicesse di aver capito che era una cacciatrice, che Sam era andato a cercare altri “colleghi” che potessero fornire informazioni sulla sua vera identità.
Si era aspettata che la accusasse di non essersi fidata di dei suoi, in fin dei conti, commilitoni. Ma non aveva minimamente immaginato che avrebbe potuto attaccarla.
Okay, lo ammetteva, era stata presa di sorpresa, ma i suoi nervi tesi erano pronti a scattare da ben prima che Dean facesse partire quel destro.
Con l’avambraccio sinistro deviò il colpo (accusandone però la potenza sul povero arto) quel poco che bastava per sgusciare sotto di esso e sfuggire al raggio d’azione del cacciatore. Ma la mano sinistra di Dean era pronta ad una mossa simile e la afferrò all’altezza del bacino, strattonandola indietro.
«Non così in fretta, cacciatrice
Beccata. Allison strinse i denti e fece scattare all’indietro il capo con quanta più forza poteva. Il rumore sordo che produsse il suo cranio in collisione con il naso di Dean fu altamente gratificante.
Dean la mollò con un gemito di protesta, ma lei non aveva finito: balzò lontano dall’uomo quel po’ che bastava per girarsi e tirargli un calcio laterale in pieno petto.
A quanto pare l’esperienza da Winchester se l’aspettava: Dean si spostò di lato, sbilanciandola e poi le afferrò la caviglia strattonando quest'ultima con forza.
Allison sentì il terreno mancarle sotto il piede che in teoria doveva essere poggiato sul pavimento e, capendo di star cadendo, si premurò di portare con se anche il suo avversario. Con un colpo di reni allungò il braccio quel po’ che bastava per afferrare il collo della maglietta di Dean, che venne trascinato a terra con un lamento di stoffa lacerata.
Rotolarono sul pavimento, azzuffandosi, prima verso una sedia dove Allison batté il braccio già intorpidito dal primo colpo di Dean, e poi verso il centro della stanza.
Quando finalmente Allison riuscì a salire a cavalcioni sul petto del cacciatore gli tirò un paio di cazzotti in pieno viso prima di notare che Dean aveva le mani alzate ai lati della testa, quasi in segno di resa, e stava… ridendo.
La ragazza smise di colpirlo e lo guardò, corrucciata e con aria interrogativa.
Dean le regalò un sorriso da un orecchio all’altro, apparentemente incurante del labbro spaccato e del naso che un po’ sanguinava, reduce della testata precedente.
«Davvero brava Allie – disse, con ancora la risata nella voce – Una cacciatrice davvero in forma.» Presa da un’improvvisa rabbia nei confronti di Dean, dei cacciatori in generale e della terribile vita che erano costretti a fare, alzò il braccio destro, pronta a far partire un altro colpo verso quel sorrisetto arrogante.
Forse voleva solo alleviare la frustrazione dell’essere stata scoperta e dover quindi abbandonare quei due che, bene o male, l’avevano aiutata, per buttarsi di nuovo sulla carreggiata dopo essere stata morta per mesi, senza un soldo o un mezzo, e forse non sarebbe servito a nulla colpire di nuovo Dean. Ma non l’avrebbe mai scoperto.
Un attimo prima che calasse il pugno chiuso su quel bel faccino sghignazzante, la porta della camera si aprì e l’alta siluette di Sam Winchester comparve sulla soglia.
Il giovane uomo contemplò, confuso, la scena per qualche istante e poi, sorprendendo Allison, guardò con rimprovero il fratello.
«Dean, ne avevamo parlato. – disse, con tono più seccato che preoccupato – Avremmo dovuto aspettare ancora un po’ e parlarle.»br> Si rivolse alla ragazza: «Scusalo, per qualunque cosa abbia fatto. Noi…»
«Ahh Sammy! Smettila con le tue stronzate bon-ton. Interrogarla di nuovo non sarebbe servito a nulla. Ora invece sappiamo di per certo che è una cacciatrice e lei sa che lo sappiamo. Semplice e veloce.»
Allison sentì il torace di Dean vibrare sotto di lei ad ogni parola e diventò improvvisamente consapevole della posizione in cui erano e di come lei indossasse ancora solo una maglia larga.
Incrociò lo sguardo di Sam che, accortosi di come era arrossita, le porse un sacchetto di carta.
«Allison, ti ho preso dei vestiti… spero ti vadano.»
Prima di alzarsi la ragazza lanciò un’ultima occhiata fulminante a Dean, che ridacchiò, e, preso il sacchetto che Sam le porgeva, andò in bagno.
Prima di chiudere la porta sentì la voce di Dean dire: «Visto, fratellino? Non è andata poi così male.»
Allison quasi riuscì ad immaginare l’espressione di Sam, e per un momento pensò che, per quanto strani, quei due le piacevano e sembravano a posto, nella media dei cacciatori. Per un momento.

~

Rivestitasi in fretta, Allison aveva passato dieci minuti abbondanti a fissare negli occhi il suo riflesso emaciato, aggrappata al lavandino e riflettendo sul da farsi.
Era in una situazione estremamente complicata e pericolosa: Sam e Dean sapevano che era una cacciatrice, che era morta, e che qualcuno di molto potente la rivoleva in vita. Sfortunatamente lei a riguardo non ne sapeva molto di più, ma arrivati a questo punto di certo avrebbero voluto sapere il suo cognome, e allora avrebbero scoperto dei trascorsi della sua famiglia e, forse, anche di Scott e tutti gli altri. E lei non poteva permetterlo.
Così si era inventata una bella storiella. In quel bagno dalla luce sfarfallante aveva definito ogni dettaglio della suo nuova vecchia-vita: era Allison Silver, suo padre Chris Silver era morto come lei nel combattimento contro degli Oni, scagnozzi di un Kitsune a cui davano la caccia. Vivevano da soli, itineranti. Non conoscevano la città dove erano morti e lì nessuno conosceva loro. Erano diventati cacciatori dopo che un lupo mannaro aveva ucciso sua madre. Era sola al mondo.
In effetti era una storia credibile, non molto diversa da quella di molte altre nuove famiglie di cacciatori (se si ignorava il fattore "resurrezione") e non forniva indizi sul fatto che non solo il lupo responsabile dell’assassinio della madre (Peter Hale) fosse ancora vivo, ma insieme a lui lo era anche una dozzina di creature sovrannaturali a piede libero per le strade di Beacon Hills e dintorni, compresi i suoi amici e il suo ex. Una mezza verità molto mezza e poco verità.
Allison si sciacquò il viso, sperando di trovare coraggio nell'acqua gelida, e, finalmente, uscì dal bagno, pronta a parlare.
Di qualunque cosa stessero discutendo i Winchester, seduti ognuno sul rispettivo letto, si interruppero appena lei entrò nella stanza.
Sam si alzò in piedi, guardandola vagamente preoccupato, mentre Dean si limitò a fissarla, bevendo un sorso dalla birra fredda che teneva premuta sul viso.
«Allison... stai bene?» le chiese Sam.
«Sì, tutto okay. – giocherellò col bordo della camicia – Grazie per i vestiti.»
«Oh... – Sam sembrava sorpreso di aver ricevuto una risposta, e lei non poteva biasimarlo – Figurati. Spero ti vadano…»
Il cacciatore fece scorrere lo sguardo sugli abiti della ragazza: quello che si definirebbe un classico outfit da Winchester: blu jeans, camicia di flanella sopra una canottiera e scarponcini resistenti.
«Sono perfetti.»
Scese un imbarazzante silenzio, finché Dean non esclamò: «Brr, ragazzi, c'è un po' di gelo o la mia birra è troppo fredda? Vieni qui Allison, siediti, non mordiamo mica.»
Dean sfoderò un sorriso accattivante che le fece venir voglia di riprendere lì dove avevano lasciato la zuffa, ma il fratello la guardò con aria incoraggiante e lei si avvicinò ai due cacciatori.
Quando Sam le sfiorò il gomito sinistro, incoraggiandola a sedersi, Allison sussultò alla fitta che le attraversò il braccio: quel povero arto era stato sbatacchiato un po' troppo.
Sam sgranò gli occhi e, lanciando un occhiata di rimprovero al fratello, che fece spallucce, disse che avrebbe preso del ghiaccio.
Rimasta sola con il Winchester più grande, Allison si sedette sul bordo del letto di Sam e squadrò Dean con diffidenza.
Per un attimo sostennero una battaglia di sguardi, poi Dean cedette sghignazzando: «Okay, okay, hai le mie scuse. – la guardò con occhi divertiti, senza un'ombra di pentimento sul volto – Ma sono un fermo sostenitore della terapia d'urto. Dopotutto ha funzionato, no? E non ne sei uscita neanche troppo male.»
In effetti, Allison doveva ammetterlo, lei ne era praticamente intatta, al contrario di lui, e con ogni probabilità era stato volontario. Dean non aveva minimamente dato il meglio di sè in quel breve scontro. La cosa un po' la infastidì (non la riteneva in grado?) ma soprattutto le fece venir voglia di sorridere: in fin dei conti Dean non aveva mai voluto farle del male, aveva solo cercato di farla reagire.
Gli regalò un sogghigno di sfida: «La prossima volta, prima di tirarmi un pugno, lasciami stracciarti a poker.»
Dean scoppiò a ridere: «Piccola streghetta...»
In quel momento Sam tornò nella stanza, con una bottiglia congelata di soda in mano, e a vederli scherzare insieme si illuminò il volto con un sorriso.
Si sedette di fianco ad Allison, facendo incurvare il materasso, e le porse la bottiglietta: «È il meglio che ho trovato.»
Lei gli sorrise e la prese: «Grazie, Sam.»
Lui la guardò in modo strano, come se sentirla chiamarlo per nome fosse inaspettato. Come se non avesse pensato che, nel suo scontroso silenzio, li avesse osservati ed ascoltati.
«Allora Allison... – Sam appoggiò i gomiti sulle ginocchia, parlandole con un'espressione franca ed incoraggiante – Sei una cacciatrice.»
Dean prese fiato, come per dire qualcosa, ma ad un'occhiataccia del fratello sbuffò fuori l'aria senza pronunciare una parola.
Allison abbassò lo sguardo sulle mani, cercando contemporaneamente di non farle tremare e di sorridere. «Già. Beccata.»br> Sam sollevò le sopracciglia: «E?» Allison sospirò profondamente, preparandosi alla storia di menzogne che stava per raccontare a quei due ragazzi.
«Mi chiamo Allison Silver, cacciavo con mio padre, Chris Silver. Ha iniziato a cacciare dopo che un lupo mannaro uccise mia madre, e io, già grande, sono partita con lui. Eravamo in California, un Kitsune. I più potenti si circondano di Oni, demoni giapponesi praticamente indistruttibili. Stavamo appunto combattendo con questi Oni, avevamo ormai scoperto il rifugio del Kitsune, quando prima mio padre e poi io fummo uccisi. Non so chi ci ha sepolti né dove.»
Rialzò lo sguardo, aspettandosi che i due fratelli le leggessero in faccia la menzogna, ma loro la stavano guardando con empatia. Sospirò di nuovo, un po' più rilassata: «E questo è quanto. Niente di speciale.» Sam la fissava con negli occhi qualcosa di inaspettato... tristezza?
«Anche nostro padre iniziò dopo la morte di nostra madre. Un demone. Noi però eravamo molto piccoli: siamo stati cresciuti come cacciatori.»
Per un momento Allison si vergognò profondamente di sé stessa: aveva inconsciamente fatto leva su un punto debole dei due cacciatori, suscitando la loro comprensione e la loro simpatia. Non le meritava, non meritava il loro rispetto.
Si morse un labbro, ben consapevole di non dover lasciarsi sfuggire di bocca una parola di più di quelle necessarie a reggere la sua sceneggiata.
Dean interruppe bruscamente, come sempre, quella pausa piena di emozioni: «Okay, abbiamo pianto abbastanza. Dobbiamo darci da fare. Prima di incontrare Cappuccetto Rosso persa nel bosco, io e Sam seguivamo un caso e un paio di braccia in più non ci faranno male. Poi potremo concentrarci su quel Kitsune ancora in circolazione e su cosa ti ha... diciamo risvegliata.»
Sorpresa da questo enorme lascito di fiducia totalmente gratuito, Allison si dimenticò di precisare che non era assolutamente necessario andare a rivangare il suo passato fasullo.
«Aspetta, Dean! – Sam richiamò il fratello che già si era alzato in piedi, pronto a riprendere il lavoro – Forse prima dovremmo chiamare... – accennò con il capo ad Allison, che non capiva di cosa parlassero – sai, Castiel.»
Per un attimo Dean fissò il fratello con aria vacua, poi si illuminò.
«Oh giusto! Castiel. Giusto.»
Chiudendo gli occhi Dean si schiarì la voce e incrociò le braccia.
«Ahem, Castiel? Mi senti? Ci servirebbe un tuo... parere, ecco. Ci sei?»
Okay questo era davvero strano.
Passati cinque secondi di silenzioso nulla, Allison stava per chiedere che diamine stessero facendo lì imbambolati, con gli occhi chiusi e quell'aria ebete, quando un rumore come d’ali in movimento riempì la stanza.
Allison scattò in piedi, reprimendo a stento un grido di sorpresa: a pochi passi dai piedi del letto era comparso dal nulla un uomo in trench, con i capelli neri e l'aria seria.
Accennò col capo ai due cacciatori, a mo' di saluto. «Dean. Sam.»
Poi i suoi occhi si concentrarono su Allison, e assottigliò lo sguardo in due lame blu che fecero sentire la ragazza nuda e bucherellata.
«Suppongo mi abbiate chiamato per quest'anima rubata al suo luogo legittimo.»
Con aria lievemente imbarazzata, Dean indicò quello strano uomo e Allison ripetutamente.
«Cas, Allison. Allison, Cas: il nostro amico angelo.»
La ragazza spalancò gli occhi e la bocca le si aprì a formare un ovale.
Questa non l'aveva proprio mai sentita.






Ancora io :)
Questo giro vi avverto con preavviso: mi ci vorrà tempo per scrivere il prossimo capitolo, sia perché i miei prof hanno deciso di iniziate TUTTI ASSIEME ad interrogare e fare verifiche a manetta, sia perché… beh l’ispirazione scarseggia ultimamente e sinceramente non ho proprio intenzione di rifilarvi una di quelle schifezze che mi escono nei miei momenti no.
Au revoir (ノ◕ヮ◕)ノ*:・゚✧

   
 
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