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Autore: Umpa_lumpa    28/03/2009    8 recensioni
Se solo qualcuno avesse prestato maggiore attenzione alla sua figura rannicchiata in posizione quasi fetale in un angolo del cortile, avrebbe certamente notato due occhi curiosi, due gemme di carbone sfuggire da un angolo all’altro del giardino e rilasciare sorrisi appena accennati, intrappolati fra due labbra sottili e un’unghia torturata. La verità era che ad L non interessava far parte del mondo, ma solo osservarlo.
Piccolo scorcio dell'infanzia di L, senza alcuna pretesa. [4 capitoli previsti]. Per maggiori dettagli, guardare all'interno^^
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pitagora

-capitolo 2-

 

 

Il dorso era delicatamente appoggiato sul materasso, le ginocchia piegate talmente tanto da premere leggermente sullo stomaco e la testa mollemente abbandonata al di fuori del letto, all’ingiù. Il suo intero corpo era talmente immobile da sembrare privo di vita: persino le grosse pupille scure spalancate non accennavano il minimo movimento, tanto da risultare inquietanti nella loro fissità.

L’unico elemento che rompeva quella strana atmosfera era  la cassa toracica che si alzava ed abbassava con lentezza snervante.

 

 Eppure, nonostante L sembrasse una salma (alquanto bizzarra, peraltro), il suo cervello lavorava frenetico analizzando minuziosamente ogni singolo evento accaduto nei giorni precedenti: dopo aver scoperto quegli insoliti incontri pomeridiani fra la cuoca ed “un’anziana-X”, si era deciso più che mai a sciogliere anche quell’ultimo universo in ogni sua più piccola componente, quasi smembrare tutto ciò che lo circondava fosse stata una questione di principio, quasi come se fosse di vitale importanza rimanere solo con il nulla da analizzare.

 

Il giorno successivo all’evento, si era recato nuovamente in cucina ad un orario in cui avesse la sicurezza che le due amiche non fossero ancora giunte, aveva disteso con delicatezza una piccola tovaglia bianca, alquanto scarna, sul tavolo, in modo tale da coprirne la parte inferiore, dopodiché si era infilato al di sotto del ripiano raccogliendo le ginocchia al petto nella sua solita posizione ed aspettando pazientemente.

Passò una quantità considerevole di minuti prima che le due signore chiudessero la porta dietro di loro, attutendone il rumore in modo da non farsi scoprire. Le sentì bisbigliare qualcosa e vide le loro gambe muoversi elegantemente da un angolo all’altro della stanza, accennando appena un lieve rumore di tacchi quando questi venivano a contatto con il pavimento.

 

-Ma…..hai messo tu la tovaglia Gwendy?- chiese la donna sconosciuta all’amica, carezzando la stoffa.

 

-Uhm….sinceramente, pensavo l’avessi messa tu. Ma oggi ho avuto tanto da fare, che forse, nella fretta, ho dimenticato di averlo fatto. Anche perché, se così non fosse, chi potrebbe essere stato?- disse ridacchiando sommessamente.

 

L sgranò istintivamente gli occhi: quella donna era sempre stata alquanto rozza tanto da suscitare un forte sentimento di sprezzo in chiunque venisse a contatto con la sua rudezza.

Eppure, se non fosse stato per la voce inconfondibile, non gli sarebbe sembrata nemmeno essere lei: non tanto per i vestiti decisamente più curati rispetto a quelli che indossava quotidianamente, ma per il modo di fare affettato ed al tempo stesso gioviale, del tutto spontaneo di cui si stava rivestendo da quei pochi surreali minuti.

 Mentre rifletteva su questo, percepì un forte aroma penetrante farsi spazio nelle sue narici, fino a decodificarlo in una piacevole sensazione di tepore ed al tempo stesso lucidità.

 

-Il thè è quasi pronto!-

 

-Bene! Io ho già sistemato il servizio…..però non ho avuto il tempo di passare in pasticceria prima-

 

-ti ho già detto che questo non è un problema. Ho già la soluzione!-

 

-Sì, ricordo: ma non riesco a capire cosa tu abbia in mente.

 

L vide un altro movimento leggero di gambe, le quali dopo aver sostato di fronte ai fornelli, si spostarono davanti la credenza. Due mani alquanto tozze, callose ed un pochino arrossate dal troppo lavoro estrassero un pacchetto di biscotti.

A quella vista, represse il bisogno pressante di zuccheri che lo spingeva a saltare fuori dal suo nascondiglio ed avventarsi su quella confezione, fino ad aver svuotato il suo contenuto in ogni sua singola briciola.

Si appellò a quel poco di lucidità rimastagli, tenuta in vigore dal profumo che aveva capito appartenere al thè, una bevanda di cui conosceva perfettamente la storia….ma di cui ignorava il sapore. In quel momento, le due donne si sedettero, costringendo il ragazzo ad accucciarsi maggiormente verso il centro del tavolo, spingendo di più le ginocchia contro il petto.

 

Passò qualche ora così: rannicchiato fra due paia di collant, cullato dall’aroma della bevanda e dal profumo di biscotti, ascoltando discorsi comuni fra due donne comuni.

 

Dopo essersi riscosso da quell’estraniante contemplazione di quel pomeriggio, resosi conto dell’ora, alzò la testa dal letto,  e, quindi, si diresse verso la mensa per cenare.

 

Quel luogo era alquanto inquietante.

E non lo pensava solo a causa dell’ambiente perfettamente bianco in ogni sua componente (capelli della cuoca compresi), ma anche per l’inserviente stessa: il naso arrossato dal freddo era risaltato da un sorriso sbilenco e forzato, e da dei piccoli occhietti azzurri incavati nel viso tondo, solcato da decenni di rughe. Benché non avesse mai dato importanza all’aspetto esteriore, non poteva fare a meno di percepire dei profondi brividi di raccapriccio arrampicarglisi veloci lungo tutta la schiena alla sola vista di quella donna. Era decisamente sgradevole sotto ogni aspetto: ad infastidirlo non era solo la malagrazia e l’evidente nervosismo che l’accompagnava in ogni suo movimento, e nemmeno la perenne scortesia che non poteva  fare a meno di esprimere in epiteti appena sussurrati.

Ciò che più urtava i suoi nervi (benché nemmeno l’ombra di contrarietà alterava quelle nere pietre lisce che rilucevano fra i suoi occhi) era il suo continuo negargli il piacere, ma soprattutto la necessità di glucosio ogni qual volta il sangue pulsante nelle vene la esternava al cervello. In poche parole, era infastidito dal fatto che la donna si rifiutasse di dare al “gufo sconvolto” qualche biscotto.

Decisamente frustrante, nonché irritante per L. 

La cosa buffa, però, era che in quegli ultimi giorni la disapprovazione naturale da sempre provata nei suoi confronti, era fronteggiata da una sensazione quasi di complicità e simpatia, del tutto illogica.

 E questo non faceva altro che far impazzire L.

D’altro canto, la stessa cuoca era piuttosto perplessa di fronte al cambiamento netto di quel ragazzo. Se qualche giorno prima la ignorava guardando oltre le sue spalle, sbirciando chissà quale pazzia che solo il suo sguardo perso riusciva ad identificare, negli ultimi tempi osservava lei. Sì, la guardava quasi in maniera morbosa, eppure distaccata per alcuni minuti. Dopodiché, accennava un lieve sorriso e, distogliendo lo sguardo, si allontanava lentamente, quasi preoccupato dal perderla di vista. 

 

 

 

 

Salve a tutti^^ Ecco la fine del secondo capitolo: non so cosa vi aspettavate, ma non sono minimamente capace di scrivere testi incentrati sull’azione^^”. In poche parole, riesco a descrivere solo taaaante pippe mentali XD (e scusate la mia volgarità). Beh, spero che il testo e la grammatica siano corrette e, vista la presenza di alcune ripetizioni nel capitolo scorso, ho dato un’occhiata a questo per evitare di commettere lo stesso sbaglio. Inoltre, una parte del testo è in corsivo per sottolineare il “salto temporale” ed evitare confusione. E ora, passo a ringraziare le anime pie che hanno avuto la bontà di recensire lo scorso capitolo:

 

Juu_nana: madda!! Non ti ringrazierò mai abbastanza per la recensione e per tutte le belle cose che mi hai detto^^ Mi dispiace solo che temo il testo deluderà un po’ le tue aspettative: sai che non sono brava a scrivere storie che non siano introspettive^^”. Beh, ti ringrazio ancora e spero di beccarti su msn, sempre che il tuo computer faccia la grazia di funzionare e che il mio abbia la bontà di non zompare nel mezzo della conversazione XD Bacioni^^

 

Fe85: Innanzitutto, sono contenta che il mio nick-name ti piaccia XD come vedi, ho la tendenza a fare sproloqui sproporzionati, perciò cercherò di essere concisa e di non ammorbarti oltre^^”. Ti ringrazio infinitamente per la tua recensione: sono felice di non aver fatto un pastrocchio con la grammatica, ma soprattutto mi fa piacere sapere di aver tratteggiato bene L, che è la cosa a cui tengo di più. Temo che per la fine della storia non avrai più la stessa opinione…..ma finché dura, ne approfitto XD Spero che lascerai un commentino anche a questo capitolo^^” (che ruffiana che sono -___-“)

 

Concludo ringraziando tutti coloro che hanno letto e che hanno aggiunto la storia fra i preferiti (ovvero Fe85 e sorika)^^ Spero lascerete un commentino a questo capitolo e mi facciate sapere cosa ne pensate^^”. Al prossimo sabato!

 

0*Umpa_lumpa*0

 

 

 

   
 
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