Pitagora
-capitolo 2-
Il
dorso era delicatamente appoggiato sul materasso, le ginocchia piegate talmente
tanto da premere leggermente sullo stomaco e la testa mollemente abbandonata al
di fuori del letto, all’ingiù. Il suo intero corpo era talmente immobile da
sembrare privo di vita: persino le grosse pupille scure spalancate non
accennavano il minimo movimento, tanto da risultare inquietanti nella loro
fissità.
L’unico
elemento che rompeva quella strana atmosfera era la cassa toracica che si alzava ed abbassava
con lentezza snervante.
Eppure, nonostante L sembrasse una salma
(alquanto bizzarra, peraltro), il suo cervello lavorava frenetico analizzando
minuziosamente ogni singolo evento accaduto nei giorni precedenti: dopo aver
scoperto quegli insoliti incontri pomeridiani fra la cuoca ed “un’anziana-X”,
si era deciso più che mai a sciogliere anche quell’ultimo universo in ogni sua
più piccola componente, quasi smembrare tutto ciò che lo circondava fosse stata
una questione di principio, quasi come se fosse di vitale importanza rimanere
solo con il nulla da analizzare.
Il giorno
successivo all’evento, si era recato nuovamente in cucina ad un orario in cui
avesse la sicurezza che le due amiche non fossero ancora giunte, aveva disteso
con delicatezza una piccola tovaglia bianca, alquanto scarna, sul tavolo, in
modo tale da coprirne la parte inferiore, dopodiché si era infilato al di sotto
del ripiano raccogliendo le ginocchia al petto nella sua solita posizione ed
aspettando pazientemente.
Passò una
quantità considerevole di minuti prima che le due signore chiudessero la porta
dietro di loro, attutendone il rumore in modo da non farsi scoprire. Le sentì
bisbigliare qualcosa e vide le loro gambe muoversi elegantemente da un angolo
all’altro della stanza, accennando appena un lieve rumore di tacchi quando
questi venivano a contatto con il pavimento.
-Ma…..hai messo tu la tovaglia Gwendy?-
chiese la donna sconosciuta all’amica, carezzando la stoffa.
-Uhm….sinceramente, pensavo l’avessi messa tu. Ma oggi ho avuto
tanto da fare, che forse, nella fretta, ho dimenticato di averlo fatto. Anche
perché, se così non fosse, chi potrebbe essere stato?- disse ridacchiando
sommessamente.
L sgranò
istintivamente gli occhi: quella donna era sempre stata alquanto rozza tanto da
suscitare un forte sentimento di sprezzo in chiunque venisse a contatto con la
sua rudezza.
Eppure, se non
fosse stato per la voce inconfondibile, non gli sarebbe sembrata nemmeno essere
lei: non tanto per i vestiti decisamente più curati rispetto a quelli che
indossava quotidianamente, ma per il modo di fare affettato ed al tempo stesso
gioviale, del tutto spontaneo di cui si stava rivestendo da quei pochi surreali
minuti.
Mentre rifletteva su questo, percepì un forte
aroma penetrante farsi spazio nelle sue narici, fino a decodificarlo in una
piacevole sensazione di tepore ed al tempo stesso lucidità.
-Il thè è quasi pronto!-
-Bene! Io ho
già sistemato il servizio…..però non ho avuto il
tempo di passare in pasticceria prima-
-ti ho già
detto che questo non è un problema. Ho già la soluzione!-
-Sì, ricordo:
ma non riesco a capire cosa tu abbia in mente.
L vide un
altro movimento leggero di gambe, le quali dopo aver sostato di fronte ai
fornelli, si spostarono davanti la credenza. Due mani alquanto tozze, callose
ed un pochino arrossate dal troppo lavoro estrassero un pacchetto di biscotti.
A quella
vista, represse il bisogno pressante di zuccheri che lo spingeva a saltare
fuori dal suo nascondiglio ed avventarsi su quella confezione, fino ad aver
svuotato il suo contenuto in ogni sua singola briciola.
Si appellò a
quel poco di lucidità rimastagli, tenuta in vigore dal profumo che aveva capito
appartenere al thè, una bevanda di cui conosceva
perfettamente la storia….ma di cui ignorava il
sapore. In quel momento, le due donne si sedettero, costringendo il ragazzo ad
accucciarsi maggiormente verso il centro del tavolo, spingendo di più le
ginocchia contro il petto.
Passò qualche
ora così: rannicchiato fra due paia di collant, cullato dall’aroma della
bevanda e dal profumo di biscotti, ascoltando discorsi comuni fra due donne
comuni.
Dopo
essersi riscosso da quell’estraniante contemplazione di quel pomeriggio, resosi
conto dell’ora, alzò la testa dal letto,
e, quindi, si diresse verso la mensa per cenare.
Quel
luogo era alquanto inquietante.
E
non lo pensava solo a causa dell’ambiente perfettamente bianco in ogni sua
componente (capelli della cuoca compresi), ma anche per l’inserviente stessa:
il naso arrossato dal freddo era risaltato da un sorriso sbilenco e forzato, e
da dei piccoli occhietti azzurri incavati nel viso tondo, solcato da decenni di
rughe. Benché non avesse mai dato importanza all’aspetto esteriore, non poteva
fare a meno di percepire dei profondi brividi di raccapriccio arrampicarglisi veloci lungo tutta la schiena alla sola
vista di quella donna. Era decisamente sgradevole sotto ogni aspetto: ad
infastidirlo non era solo la malagrazia e l’evidente nervosismo che
l’accompagnava in ogni suo movimento, e nemmeno la perenne scortesia che non
poteva fare a meno di esprimere in
epiteti appena sussurrati.
Ciò
che più urtava i suoi nervi (benché nemmeno l’ombra di contrarietà alterava
quelle nere pietre lisce che rilucevano fra i suoi occhi) era il suo continuo
negargli il piacere, ma soprattutto la necessità di glucosio ogni qual volta il
sangue pulsante nelle vene la esternava al cervello. In poche parole, era
infastidito dal fatto che la donna si rifiutasse di dare al “gufo sconvolto”
qualche biscotto.
Decisamente
frustrante, nonché irritante per L.
La
cosa buffa, però, era che in quegli ultimi giorni la disapprovazione naturale
da sempre provata nei suoi confronti, era fronteggiata da una sensazione quasi
di complicità e simpatia, del tutto illogica.
E questo non faceva altro che far impazzire L.
D’altro
canto, la stessa cuoca era piuttosto perplessa di fronte al cambiamento netto
di quel ragazzo. Se qualche giorno prima la ignorava guardando oltre le sue
spalle, sbirciando chissà quale pazzia che solo il suo sguardo perso riusciva
ad identificare, negli ultimi tempi osservava lei. Sì, la guardava quasi in
maniera morbosa, eppure distaccata per alcuni minuti. Dopodiché, accennava un
lieve sorriso e, distogliendo lo sguardo, si allontanava lentamente, quasi
preoccupato dal perderla di vista.
Salve
a tutti^^ Ecco la fine del secondo capitolo: non so cosa vi aspettavate, ma non
sono minimamente capace di scrivere testi incentrati sull’azione^^”. In poche
parole, riesco a descrivere solo taaaante pippe mentali XD (e scusate la mia volgarità). Beh, spero
che il testo e la grammatica siano corrette e, vista la presenza di alcune
ripetizioni nel capitolo scorso, ho dato un’occhiata a questo per evitare di
commettere lo stesso sbaglio. Inoltre, una parte del testo è in corsivo per
sottolineare il “salto temporale” ed evitare confusione. E ora, passo a
ringraziare le anime pie che hanno avuto la bontà di recensire lo scorso
capitolo:
Juu_nana: madda!! Non ti ringrazierò mai abbastanza per la recensione
e per tutte le belle cose che mi hai detto^^ Mi dispiace solo che temo il testo
deluderà un po’ le tue aspettative: sai che non sono brava a scrivere storie
che non siano introspettive^^”. Beh, ti ringrazio ancora e spero di beccarti su
msn, sempre che il tuo computer faccia la grazia di
funzionare e che il mio abbia la bontà di non zompare nel mezzo della
conversazione XD Bacioni^^
Fe85:
Innanzitutto, sono contenta che il mio nick-name ti piaccia XD come vedi, ho la
tendenza a fare sproloqui sproporzionati, perciò cercherò di essere concisa e
di non ammorbarti oltre^^”. Ti ringrazio infinitamente per la tua recensione:
sono felice di non aver fatto un pastrocchio con la grammatica, ma soprattutto
mi fa piacere sapere di aver tratteggiato bene L, che è la cosa a cui tengo di
più. Temo che per la fine della storia non avrai più la stessa opinione…..ma finché dura, ne approfitto XD Spero che
lascerai un commentino anche a questo capitolo^^” (che ruffiana che sono -___-“)
Concludo
ringraziando tutti coloro che hanno letto e che hanno aggiunto la storia fra i
preferiti (ovvero Fe85 e sorika)^^ Spero lascerete un commentino a
questo capitolo e mi facciate sapere cosa ne pensate^^”. Al prossimo sabato!
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