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Autore: International_Love    10/03/2016    1 recensioni
Immaginate un Draco Malfoy diverso. Un Draco che nasconde un grande segreto, di cui solo pochi ne sono a conoscenza. Questa è la storia di un ragazzo che ha perso tutto e che ha ritrovato tutto.
Una storia d'amore che va oltre le barriere sociali e razziali. La storia che nessuno si aspettava di Draco Lucius Malfoy.
Tratto dalla storia:
Draco la guardò e mai si sentì così fiero. Era fiero di se stesso per la scelta che aveva fatto e fiero di lei, per la sua testardaggine e la sua voglia di vivere. Era sua e sempre la sarebbe stata. Gli bastò questo per calmarsi e proseguire la loro passeggiata [....]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Erano passate due settimane dall'inizio della scuola e Draco, quel lunedì mattina, era particolarmente nervoso. Era uscito dalla sua stanza in fretta e furia, spaventando un ragazzino del primo anno e buttando per terra qualunque cosa si presentasse davanti al suo cammino, incurante del caos che stava procurando in tutta la sala comune.

Una indecente Astoria Greengrass era appena uscita dalla propria stanza e lo stava chiamando a gran voce, fino a che la figura alta del biondo non uscì dalla sala, senza degnarle di una risposta. Non aveva tempo di ascoltare la voce petulante di quella ragazza e nemmeno di stare due secondi di più a farsi avvelenare con il suo profumo, pensò mentre percorreva i corridoi per raggiungere la Sala Grande. Ripensò, invece, alla lettera che aveva ricevuto la sera prima dai suoi genitori, comunicandogli che da lì a due settimane sarebbero arrivati per soggiornare nel castello, proprio come aveva previsto lui. L'aveva letta per così tante volte che poteva ripeterla anche ad occhi chiusi, e ogni parola di quella missiva lo faceva ribollire di piena rabbia.

In sovrappensiero, quando voltò l'angolo non si accorse di aver urtato qualcosa e non sentì nemmeno il rumore di oggetti caduti per terra, fino a quando qualcuno non lo riportò alla realtà.

-Malfoy! Potresti almeno chiedere scusa! Ah ma è troppo chiedere ad uno come te,vero?- inveì una ragazza che si era scontrata con lui ed era caduta per terra, assieme a tutti i suoi oggetti.

Il biondo si voltò, come rinsanito da un coma profondo, e vide un'indaffarata Hermione Granger intenta a recuperare tutti i suoi libri e pergamene che albergavano nel corridoio. Capì che era stato lui a fare quel casino e, nonostante il suo orgoglio gli dicesse di andare via, che aveva molte cose da fare e pensare, cacciò via quel pensiero e si avvicinò alla ragazza, chinandosi per prendere i libri sparsi lì vicino. Ne prese due e li porse alla ragazza, la quale rimase a guardare i suoi tomi incantata.

-Tieni! Mi dispiace – disse a bassa voce, facendo sgranare gli occhi di lei per ciò che aveva sentito -E non essere sempre acida mezzosangue!-

Hermione non sapeva cosa fare. Solo l'ultima frase la fece tornare alla realtà e gli fece riconoscere il ragazzo che per lunghi otto anni aveva odiato. Prese i libri con una mano e li guardò con attenzione, convinta che fossero maledetti e che avessero sortito qualche effetto strano al ragazzo di serpeverde. Alzò lo sguardo verso il biondo ma questi se ne era già andato. Era rimasta a terra, ancora a terra, e con il corridoio deserto, quando due ragazzi la raggiunsero preoccupati.

-Mione! Che ti è successo?- chiese il ragazzo rosso, prendendola per le braccia per aiutarla ad alzare.

-Ma.... Ma...- balbettò questa, indicando con una dito il punto in cui era sparito poco prima Draco.

-Herm, stai balbettando. E' successo qualcosa di grave?- Harry Potter aveva preso i libri e li aveva appoggiati sul parapetto della galleria, scambiandosi uno sguardo d'intesa con il suo migliore amico. In tutti quegli anni pochi avvenimenti erano riusciti a sconvolgerla e qualcosa l'aveva colpita nel profondo se non riusciva nemmeno a parlare.

-Ma... Malf..-

-Cosa ha fatto Malfoy questa volta? Giuro che lo schianto se so che ti ha fatto del male!- Ron Weasley divenne rosso come un pomodoro in viso per la rabbia quando capì di chi stava parlando la sua ragazza. Aveva già sguainato fuori dalla federa la bacchetta ma una mano lo bloccò.

-No... Malfoy... Malfoy mi ha aiutata. E mi ha chiesto anche scusa!- riuscì a dire alla fine, convincendo poco anche se stessa per ciò che era accaduto.

Hermione tornò a guardare il punto in cui era sparito il serpeverde, convinta che quello non fosse il ragazzo che li aveva sempre maltrattati, e così fecero anche i suoi due amici, guardandosi tra loro per capire se la loro amica fosse pazza o meno.

L'aiutarono ad alzarsi e mentre Ron la teneva sotto braccio, Harry trasportava i suoi pesanti libri.

-Andiamo Herm. Ci racconterai in Sala Grande.- disse il rosso, stampandole un bacio sulla testa per rassicurarla.

-Oh ma pensi sempre e solo a mangiare tu!- tuonò questa di rimando, ricomponendosi come se fosse tornata la vecchia Hermione di sempre.

 

 

-Hai una faccia. Per caso non ti si alza più?-

Quando Draco si sedette accanto a Blaise, quest'ultimo gli riservò la prima battuta del giorno e in tutta risposta ricevette una fulminata alla Draco Malfoy.

-Anche la tua non è delle migliori. Dovrei iniziare a pensare lo stesso.- rispose il biondo all'amico, con il suo solito ghigno, colpendo il moro nel suo punto debole.

-Ok, ok. Qualcuno si è alzato male stamattina.-

-Oh no! Tranquillo! Mi sono alzato benissimo. Ho solo scoperto che quest'anno pozioni mi occuperà gran parte degli allenamenti, ho delle lezioni da recuperare e la scuola è iniziata solo da due settimane, il mio migliore amico sta architettando la mia rovina alle mie spalle e mio padre è rimasto il solito stronzo. Per il resto direi che va benissimo!- si sfogò Draco, oramai incontrollabile con le sue emozioni. Appena aveva visto il suo migliore amico la rabbia gli era risalita prepotente, attirando a sé tutte le forze di autocontrollo per non schiantarlo davanti a tutti.

-Draco... io..- Blaise non era stupido. Capì di cosa stesse parlando il suo amico ed intuì che non sarebbe stato facile spiegargli il motivo. Non quella volta.

-Non ti azzardare a dire una sola parola.- sussurrò il biondo, versandosi una generosa dose di caffè nella tazza con la speranza che potesse cambiare la giornata e cercando di non attirare altri sguardi incuriositi su di sé.

Blaise intanto non aveva smesso di fissarlo, da quando pochi istanti prima lo aveva accusato di confabulare contro di lui.

-Draco..-

-Cosa c'è? Ti senti in colpa?- rispose di botto, adirato come non mai. I suoi occhi grigi si scontrarono con quelli neri dell'amico, il quale per niente intimorito sostenne il suo sguardo, tranquillo come se non avesse colpe di cui doversi giustificare.

-Ne possiamo parlare in privato.. per favore- Blaise si sforzò di dire quelle due parole, tanto odiate dai Serpeverde. Non erano persone che chiedevano, né tanto meno imploravano. Ma loro due erano amici dai tempi della culla e non voleva che la loro amicizia si frantumasse per uno stupido equivoco.

-Ti concedo due minuti.- rispose Draco, alzandosi e dirigendosi fuori dalla Sala Grande, curioso di sentire le scuse che il moro tirerà fuori per liberarsi dalle sue accuse.

Blaise lo seguì fino ad una aula vuota, e quando chiude la porta vide che il suo migliore amico era appoggiato ad un banco, con le braccia incrociate al petto, in attesa di una risposta.

-Due minuti.-

-Non ho confabulato contro di te.- si difese Blaise, appoggiandosi anche lui ad un banco poco lontano, mantenendo una distanza per far sentire più tranquillo il biondo.

-Davvero? E allora perché non ho ricevuto nemmeno una risposta? Sono passate due settimane! Due!-

Draco era esasperato e in quel momento non provava altro che odio. Odiava suo padre, sua madre e tutti i loro amici. Odiava Blaise perché era il suo migliore amico e non era riuscito a stargli accanto.

Si voltò verso una finestra e la luce tiepida della mattina lo invase totalmente. Si sentiva imponente e così anche Blaise. Voleva aiutare Draco, lo voleva con tutto se stesso, ma c'erano cose che non poteva fare nemmeno lui e far capire al suo amico che si era cacciato in una situazione più grande di lui e che, oltretutto, l'aveva cercata e voluta non era facile. Per niente.

-Lo sai che io non c'entro.-

Draco girò il volto verso il moro, stupito del tono supplichevole in cui chiedeva tacitamente perdono per qualcosa che sapeva, in cuor suo, non esserne il responsabile. Si era alzato quella mattina con la speranza di ricevere una lettera, ma quando vide solo la missiva dei suoi genitori si infuriò con tutto ciò che incontrava sulla strada e dare la colpa a Blaise era l'unica spiegazione possibile.

-Ti ho sempre sostenuto, nel bene o nel male l'ho sempre fatto. Ho mantenuto e sto mantenendo il tuo segreto, quindi non ti permetto di insultarmi come un tuo qualunque elfo!- tuonò Blaise, cercando di mantenere una certa calma, difendendosi da un'accusa che non aveva alcun senso.

 

-Ti prometto che nessuno lo saprà mai, almeno fino a quando tu non lo voglia far presente a tutti.- disse Blaise, stringendo la mano a Draco dopo che avevano guardato felici lo stesso punto.

Il biondo era al settimo cielo e non voleva nasconderlo. Non al suo migliore amico.

-Grazie. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il tuo aiuto.-

-Ehi lo sai che sono essenziale per la tua vita!- scherzò Blaise, finendo di bere il calice di champagne che aveva preso dal vassoio del cameriere che passava in quel momento.

 

Il ricordo della sua promessa lo invase, come una nuvola nera durante una tempesta. Piano piano, tutti i nervi del biondo iniziarono a calmarsi, anche se uno strano senso di disagio non lo aveva ancora lasciato. Si diede mentalmente dello stupido per aver dubitato del suo migliore amico, una delle poche persone a cui avrebbe donato la sua vita, e stanco si massaggiò le tempie, ripensando di nuovo ad ogni parola della lettera di suo padre.

-Lui verrà qui.- disse infine, interrompendo quel lungo silenzio che stava imperando nella stanza, cercando aiuto nella sola persona che poteva darglielo. -Verrà qui e ufficializzerà il mio fidanzato con la Greengrass.-

-Lo so.- rispose Blaise, provando per la prima volta compassione per Draco. Non voleva trovarsi nei suoi panni, sapendo quale reazione avrebbe avuto il padre quando il suo segreto sarebbe stato svelato. Perché lo sarebbe stato e Draco, nonostante voleva scappare e il sentirsi in gabbia, avrebbe dovuto dire la verità.

Blaise si accorse che il suo migliore amico era preoccupato e la compassione che provava prima si trasformò in risentimento verso il caro Lucius. Si avvicinò al biondo, poggiandogli una mano sulla spalla per rassicurarlo della sua presenza e fortunatamente Draco capì.

-Andrà tutto bene, o giuro che non mi chiamerò più Blaise Zabini!- disse con la speranza di strappare un sorriso al compagno di casa.

Draco, perso nei suoi pensieri, si riscosse e giurò a se stesso che nessuno avrebbe distrutto ciò che lui aveva costruito. Aveva una vita per cui lottare e avrebbe sfoderato tutte le sue armi per non farsela portare via, soprattutto da suo padre. Convinto della lealtà del suo amico, si voltò verso il moro, e con una nuova luce negli occhi si diressero verso la prima lezione della giornata, abbracciati da quella nuova consapevolezza: loro avrebbero vinto, Lucius perso.

 

 

 

 

 

   
 
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