Capitolo 4
Harry non aveva parlato quasi per
tutta la giornata, il
giorno seguente a quel piccolo “incidente”.
Era stato nel suo angolino ad annuire
e ad ascoltare il
brontolare dell’altro ragazzo, che cercava in tutti i modi di
fargli dire
qualcosa. D’altro canto, Draco stava cominciando a perdere le
staffe. L’aveva
perfino tentato con l’offerta di un dolce gustoso in cambio
di una parola. Ma
niente.
Harry era troppo scosso e si sentiva
in colpa per aver
violato in quel modo la mente dell’altro ragazzo.
I ricordi di Draco erano stati
oltre le aspettative, e non era riuscito a reggere.
Subito dopo la visione di Draco,
seduto a terra con il
marchio nero, Harry era uscito dalla mente di quest’ultimo,
si era seduto sul letto e aveva
pensato quasi tutta la notte a ciò che aveva visto.
Aveva visto un ragazzino insicuro in
quella sicurezza, che
evidentemente era solo apparente. Un ragazzino con un genitore che
sembrava
avergli privato dell’affetto paterno. Un ragazzino con
persone contro e per cosa?
Solo per il cognome della famiglia e per la “casa
assegnata” a
scuola.
Si sentì un idiota. Certo,
non scordava tutti quegli anni a
scuola, ma si sentì lo stesso in colpa.
Avrebbe tanto voluto avere Hermione
li davanti e solo per
rimproverarla, e avrebbe rimproverato anche Ron, di quella volta quando
al
suono del nome ”Draco” lui
aveva riso
sotto i baffi. Ma pensò anche che erano soltanto dei bambini
allora. Dei
bambini ingenui e molto fiduciosi alle parole dette da altri contro
Draco
Malfoy e la sua casata. Che i Malfoy fossero malvagi era certo, ma
Draco era
diverso.
-Cosa devo fare per farti parlare?
Vuoi delle scuse? Okay,
scusami per come mi sono comportato ieri. Non ti lascerò
più solo. Ma adesso
dii almeno una sola parola, per diamine!
-Io …ehm …
-Cosa? -, Draco guardava Harry con
indecisione e si
aspettava sempre una risposta da parte di quest’ultimo.
–Sto per perdere le
staffe…-, disse infine più a se stesso.
-Okay! Okay! …Ti perdono-,
sbuffò Harry, appoggiando il
mento sulle ginocchia.
-Oh per l’amore del cielo-
era ora! Non sapevo più che fare
per farti parlare! Solitamente mi dai fastidio quando parli, ma quando
mi
ignori mi dai ancora più sui nervi!
-lo terrò a
mente…uhm... Il dolce è ancora valido?
Alla fine Draco aveva comprato una
buonissima torta morbida
con cioccolato e panna, ed Harry ne mangiò quasi tre fette.
Naturalmente
l’altro ragazzo ne mangiò solo una e sempre con la
solita portata da
aristocratico.
Per un momento, Draco aveva avuto
paura che Harry se la
fosse presa davvero. E’ vero, odiava quando parlava, ma non
sentirlo parlare
affatto e sentirsi ignorato in quel modo era peggio. Gli avrebbe
comprato non
uno, ma anche tutto il negozio di dolci se questo fosse servito a farlo
parlare. Ma poi si disse che sarebbe stato sconsiderato da parte sua
viziarlo
troppo.
E adesso si trovava li, a fissarlo
mentre lui mangiava
quella fetta di torta come se fosse la cosa più buona a
questo mondo e Draco
non riuscì a non sorridere. Pensò che, guardando
il ragazzo da un’altra
prospettiva, fosse tenero. Era tenero quel suo sorridere e canticchiare
a bocca
piena. Era tenero il suo sguardo dolce su quel pezzo di torta. Ed erano
estremamente teneri quei capelli arruffati e scomposti. Tanto che Draco
avrebbe
desiderato affondarci una mano tra di essi, per poterne sentire la
soffice
consistenza delicata.
-Ti piace… Ma non ti
sentirai male a mangiare ancora torta
al cioccolato?-, gli chiese infine Draco. Mentre lo guardava ancora,
con una
mano appoggiata alla guancia e il gomito sul tavolino della
pasticceria.
-Lo so, ma non ho mai mangiato un
dolce così buono! Ho come
l’impressione che se non ne faccio scorta adesso poi non
potrò assaggiarne più.
-Possiamo passare qui anche
domani… Non c’è fretta. E poi
non sappiamo per quanto ancora dovremmo restare qui. Quindi rilassati-,
concluse l’altro ragazzo.
Harry si era accorto dello sguardo
del biondo su di se, ma
non aveva voluto fare caso a quel dettaglio e, anzi, aveva continuato a
mangiare la torta a cioccolato; anche
perché sapeva che se avesse alzato lo sguardo
sull’altro ragazzo, lui l’avrebbe
baciato un’altra volta.
Non era la prima volta che mangiasse
una torta del genere.
Ma era la prima volta che la mangiava con Draco e questo già
fece si che la
torta fosse mille volta più deliziosa.
Erano strani quei pensieri, proprio
su Draco Malfoy poi. Ma
non ci poteva fare niente: gli piaceva. Si era sentito vivo dopo anni e
anni.
Finalmente aveva trovato qualcuno che, anche se in modo negativo, lo
facesse
sentire vivo. Si ripeteva. Anche a scuola era così. Ma era
stato troppo preso
da Voldemort e tutto il resto perché se ne accorgesse.
La verità è che
tutti quanti erano bravi a farlo sentire a
casa e a consolarlo, ma non lo spronavano mai a reagire! E Malfoy,
beh… lui
bastava una sola frase per mandargli in cortocircuito il cervello e il
corpo
era già li: pronto a picchiarlo. Ma aveva
istinto… Con Malfoy reagiva. Era come
quando doveva salvare una persona dal male: li reagiva. Draco Malfoy lo
faceva
incazzare, ma lo faceva smuovere da quella vita monotona e divisa fra
il male e
il bene. Insomma, quando voleva picchiarlo non pensava al bene e
nemmeno al male.
In realtà non pensava a niente e basta… Era
assurdo! Assurdo come una persona
sia capace a sconvolgerti interamente. E quasi non riusciva nemmeno a
capire
quello che stesse pensando. La sua mente era piena di confusione, che
si
accorse di essersi sporcato con la panna quando il dito di Draco
finì sul suo
labbro inferiore per ripulirglielo. Harry decide di bere un goccio di
the,
tanto per levare quel grosso groppo che gli si era formato in gola, al
gesto
dell’altro ragazzo, e Draco sogghignò.
-Commini disastri quando
mangi… Sii più ordinario.
Draco portò il dito sporco
di panna in bocca e lo leccò
lentamente. Il tutto sotto lo sguardo di Harry, che si era fatto
rovesciare
metà del the che stava bevendo addosso.
Quest’ultimo sussultò al bruciore del
liquido e si passò un tovagliolo sul petto.
-Sei un disastro su tutta la
linea… Ci stai attento?!-, lo
rimproverò Draco.
-Sì
sì… Sto attento--
-Non mi pare.
Harry sospirò di sconforto
e lasciò andare i fazzoletti
sporchi sul piattino del dolce ormai finito.
Mentre Draco sembrava piuttosto a suo
agio. Come se prima
non avesse fatto niente, e come se gli occhi di tutti quanti non
fossero puntati
su di loro.
°°°
Più la serata passava e
più Harry si chiedeva quale droga
strana c’era messa nel the che aveva bevuto Draco.
Perché quella era la
spiegazione plausibile a ciò che successe.
Draco era stato gentile e dopo la
torta aveva voluto fare
una passeggiata lungo il canale. Li c’era un fioraio e lui
gli aveva comprato
dei fiori! Gli aveva baciarlo la guancia e gli aveva tenuto la mano!
Ed Harry voleva morire dalla
vergogna…
Gli occhi di tutti erano su di loro,
come sempre.
-Tom, non ho potuto fare a meno di
notare che stasera sei
diverso dal solito
-Non dire assurdità,
preferisci quando ti ignoro? Lo terrò a
mente.
-No! No! Io..ehm…mi piace
che tu sia gentile con me, ma …
Draco si girò verso Harry,
lanciandogli uno sguardo furtivo
e inarcando il sopracciglio destro. –Ma?
Harry si sentì in
confusione. Parlare o non parlare? Una
parola sbagliata e addio al Draco tenero e premuroso.
-Nulla… Solo che
attiravamo tanti occhi indiscreti..
-Oh, ti vergogni? Non
c’è niente da vergognarsi. Sei con
me..
Harry inarcò le
sopracciglia e decise di lasciar perdere.
Fosse stato il solito Harry, senza la memoria persa, gli avrebbe
risposto a
tono. Ma non in quel caso. Non voleva che l’altro ragazzo
potesse sospettare
qualcosa. Quindi si ritirarono a casa poco dopo e, ironia della sorte,
Draco
gli si era avvicinato come per toccarlo, ma infine gli aveva solo
spettinato i
capelli con una mano e gli aveva dato la buona notte; ed Harry, con il
sangue
che bolliva nelle vene e la voglia di saltargli addosso, se ne
andò a letto
molto frustrato.
Nemmeno con Ginny aveva mai provato
tutta quella
frustrazione. Forse perché Draco in quel senso lo evitava,
mentre invece la
rossa cercava in tutti i modi di avere un contatto fisico con lui. Ma
anche
solo immaginando, quello che provava quando stava attorno al biondo era
molto
più forte di quello che provava quando Ginny lo sfiorava
soltanto.
In sintesi, Draco lo faceva impazzire
anche solo con la
vicinanza. Anche solo con l’odore. Ed Harry si
sentì un idiota. Voleva
vendicarsi del
ragazzo e non
infatuarsene o peggio! E voleva scappare. Scappare da quella situazione
e
dirgli la verità: che ricordava tutto e che era solo una
finzione. Ma poi
l’altro ragazzo l’avrebbe
davvero
cacciato via ed a quel punto Harry avrebbe dovuto dire addio a quello
strano
rapporto che si era creato fra di loro.
-Senti Tom…
Perché ti sei comportato così carino stasera? Quasi come se fossi il
mio…ehm…fidanzato...e
adesso ti comporti così---
Draco lanciò ad Harry uno
sguardo interrogativo.
-Il dolce, i fiori, la passeggiata
mano nella mano e il
tutto e poi arriviamo qui e … Boh…
-Non riesco a capire davvero dove tu
voglia arrivare…
- Non mi hai nemmeno baciato.
-Oh… -,
Sussurrò Draco, voltandosi altrove. -Davvero molto
perspicace e coraggioso da dire. Io bacio solo quando mi va.
Harry pensò di non aver
sentito bene.- Come scusa?
-Hai sentito perfettamente, Daniel.
Adesso vai a letto e non
mi scocciare con questi argomenti da adolescenti. Ma per
favore…
La discussione finì li.
Almeno per il momento…
Il giorno seguente Draco si
svegliò con il rumore dell’acqua
della doccia. Infatti, appena aprì gli occhi vide Harry che
si stava lavando,
sempre con il vizio di non chiudere la porta del bagno.
Si alzò quindi dal letto,
stiracchiandosi e andando in
bagno, cercando di non guardare al ragazzo che si faceva la doccia e
incominciò
a lavarsi la faccia e i denti, controllando se ci fosse qualche caria:
l’igiene
era fondamentale per lui. Poco
dopo
ritornò in camera e sistemò il letto ( sempre
stando zitto) . Infine si sedette
sul letto, guardandosi intorno. L’unica cosa che
c’era da sistemare era il
letto di Harry e i suoi vestiti sparsi a terra.
-Crede che io sia una cameriera!?-,
borbottò tra
se Draco e andò a prendergli i vestiti da
terra, posandoli nella cesta dei vestiti da lavare. Poi
guardò verso il bagno e
pensò che magari doveva sforzarsi un altro pochino ad essere
gentile con lui.
In effetti il
comportamento che aveva
tenuto la sera precedente, al ritorno della passeggiata, era stato
contradittorio
ai gesti che aveva fatto poco prima
della piccola discussione.
Decise quindi di compiere
un’altra buona azione. Andò a
sistemargli il letto, prendendogli poi dei
vestiti puliti per quanto l’altro ragazzo sarebbe
uscito dalla doccia.
Stava ritornando anche di buon umore.
Quando, afferrando svelto una sua
maglietta pulita , sentì qualcosa
cadere ai propri piedi, per poi scomparire sotto il letto.
Andò quindi ad
inginocchiarsi a vedere cosa fosse caduto e il sangue gli si
gelò nelle vene
appena vide una bacchetta. Ma non la propria e non una qualunque: era
quella di
Harry.
-C-Che--cosa… Cosa
significa …questo? …-, Draco si girò
verso il bagno e il volto gli si dipinse in una maschera di puro odio.
Con
forza lanciò la bacchetta dall’altra parte della
stanza e guardò in direzione
di Harry in modo furioso. Poi afferrò una sedia e la
alzò con una tale facilità
da ricredere alla propria forza e poi… poi
abbassò la sedia con lentezza e
sempre lentamente andò a sedersi.
“Devo stare calmo. Calma.
Calma. Calma. Calma. Uno. Due.
Tre. Quattro… … “
Fece profondi respiri, tentando di
calmarsi. Avrebbe tanto
voluto uccidere Harry Potter in quel momento. Perché era
HARRY POTTER e non
Daniel.
-E lui sa tutto… Ricorda
tutto… Maledetto… bastardo.
Maledetto—
Sentì l’acqua
del bagno chiudersi e in quel momento gli
venne un lampo di genio.
“Ma se Potter sa tutto,
perché lo sta facendo? Perché sta
continuando il gioco…?”
Svelto andò davanti al
bagno e osservò il ragazzo uscire
dalla doccia con un asciugamano in vita. “O la va o la
spacca.” Doveva smetterla
con quei detti babbani. Stava cominciando a contagiarsi.
-Oh, hai finito? Perfetto
perché dovevo farmela anch’io.
Draco incominciò a
spogliarsi davanti agli occhi atterriti
di Harry e non riuscì a non farsi formare un ghigno
compiaciuto sulle labbra.
Si sbottonò i pantaloni con calma e infine sfilò
via anche i boxer, restandogli
completamente nudo davanti. Poi gli passò accanto e con
nonchalance gli lanciò
uno schiaffo al
sedere. Harry sbarrò gli
occhi e tremò visibilmente a quel comportamento, che non
aveva ancora visto da
parte dell’altro ragazzo. Si girò quindi e
andò a vestirsi, sentendo ancora la
scossa della sua mano contro la natica sinistra.
Draco intanto aveva cominciato a
lavarsi, con la porta
aperta anche lui sta volta: Si sarebbe divertito. Eccome se
l’avrebbe fatto.
Voleva confonderlo. Voleva scoprire a quale gioco stesse giocando. Ci
mise poco
a lavarsi e infatti poco dopo finì e uscì dalla
doccia completamente
gocciolante e senza un asciugamano.
-T-Tom stai bagnando
tutto… Insomma, un asciugamano?
- No. Ho troppo caldo. -, Lo
interruppe l’altro ragazzo,
mentre si sdraiava sul letto e faceva versi a dir poco osceni.
Rilassandosi ed
inarcandosi con la schiena. – Mmmhh…
Harry sentì le mani
tremare e la gola secca, mentre cercava
in tutti i modi di non abbassare lo sguardo al fisico asciutto, ma
scolpito
dell’altro ragazzo. Chi l’avrebbe detto che Draco
Malfoy avesse dei muscoli
sotto quelle camicie larghe. “Dev’essere stato
tutto quel Quidditch” Pensò. “Carine
quelle fossette sotto la schiena”.
Intanto Draco sentiva lo sguardo su
di se e forse cominciò a
capirci qualcosa. Si alzò quindi dal letto e
afferrò Harry per la maglietta,
spingendolo contro l’altro lettino e gli si mise di sopra.
-Infin dei conti non penso che poi a
te dispiaccia se resto
nudo.
-N-Non capisco dove---
Ma prima che potesse finire la frase,
la mano di Draco andò
alla sua gola, avvicinando pericolosamente il viso alle sue labbra ed
Harry si
sentì accaldato. Istintivamente mosse le labbra vicino alle
sue. L’altro ragazzo
per risposta emise una leggera risata e si scostò di poco
dal suo viso.
-Mi desideri allora…
Dimmelo. Voglio sentirlo uscire dalla
tua bocca: “Ti desidero…”
-N-non riesco a capire io--, Harry si
lasciò sfuggire un
leggero ansimo mentre la bocca di Draco era alla sua gola e fremette al
ginocchio che sentì tra le gambe.
-I-io….Sì…Sì,
ti voglio…
-Dillo ancora.
-T-Ti voglio…
-Sii più
convincente…
-T-Tom…ti prego…
-Dillo!
-Ti voglio! Ti desidero! Toccami, ti
prego!
Draco emise dei suoni appagati e gli
alzò il mento con una
mano, mentre l’altra si spingeva fino al ventre di Harry.
-Oh, lo sento… Lo
sento molto bene…Potter.
Harry sentì come il sangue
andargli alla testa e poi
scendere in basso fino
allo stomaco,
dove una mossa di puro terrore lo investì. -Potter?...
Draco si alzò da sopra lui
e strinse le labbra- Oh, sì.
Potter. Hai sentito bene.
-Ma io non sono--
-Smettila con questa messa in scena!
Mi hai stufato! Magari
la prossima volta nascondi la bacchetta in qualche posto più
sicuro ai miei
occhi!
Harry si mise seduto, per poi alzarsi
del tutto, mentre il
cuore sembrava volergli scoppiare dal petto.
-Non è come
credi…Io…Non è come credi…
-Ah, no?! E allora a cosa dovrei
credere?! Da quanto sai
tutto?! Dimmelo o
giuro che ti crucio
qui e me ne sbatto se vado a finire ad Azkaban!
Harry non riuscì a
parlare. Era successo tutto troppo in
fretta e non poteva certo dirgli che aveva continuato quel gioco
perché la cosa
gli piacesse. Aveva già fatto la parte dell’idiota
confessando a Draco la sua
voglia verso di lui, figuriamoci anche questo. Abbassò
quindi lo sguardo a
terra e l’altro ragazzo sentì salire
l’odio dentro di se e svelto andò a vestirsi.
Quest’ultimo sfilò la bacchetta dai pantaloni e se
la girò tra le mani, mentre
tentava in tutti i modi di darsi un contegno.
-Dimmi subito tutto e giuro che se lo
farai in fretta non ti
ritroverai schiantato.
-Draco, davvero—
-Malfoy!! Solo Malfoy per te,
Potter!-, puntando la
bacchetta contro al ragazzo.
-Malfoy…. Okay…
Io—
Ma venne interrotto da un frastuono
enorme e prima ancora di
rendersi conto di cosa fosse stato, la porta della camera
d’albergo era
schiantata ai loro piedi.