Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Vago    11/03/2016    2 recensioni
Libro Secondo.
Dall'ultimo capitolo:
"È passato qualche anno, e, di nuovo, non so come cominciare se non come un “Che schifo”.
Questa volta non mi sono divertito, per niente. Non mi sono seduto ad ammirare guerre tra draghi e demoni, incantesimi complessi e meraviglie di un mondo nuovo.
No…
Ho visto la morte, la sconfitta, sono stato sconfitto e privato di una parte di me. Ancora, l’unico modo che ho per descrivere questo viaggio è con le parole “Che schifo”.
Te lo avevo detto, l’ultima volta. La magia non sarebbe rimasta per aspettarti e manca poco alla sua completa sparizione.
Gli dei minori hanno finalmente smesso di giocare a fare gli irresponsabili, o forse sono stati costretti. Anche loro si sono scelti dei templi, o meglio, degli araldi, come li chiamano loro.
[...]
L’ultima volta che arrivai qui davanti a raccontarti le mie avventure, mi ricordai solo dopo di essere in forma di fumo e quindi non visibile, beh, per un po’ non avremo questo problema.
[...]
Sai, nostro padre non ci sa fare per niente.
Non ci guarda per degli anni, [...] poi decide che gli servi ancora, quindi ti salva, ma solo per metterti in situazioni peggiori."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 - Buongiorno ragazzi… questo è… il nostro… terzo incontro… dico bene?-
Hile appoggiò la fronte sul bancone. Un’altra mattinata ad ascoltare quel vecchio parlare dei suoi ricordi, perché dopotutto sessant’anni non sono poi così tanti. Poteva anche non essere nato all’epoca del Cambiamento, ultraottantenni non ce ne erano più molti, ma quando l’Ordine era stato ricostruito lui era di sicuro già in grado di intendere e volere. E ancora si definiva storico.
- No, si sbaglia. Questo è l’ottavo incontro. Ieri era il settimo.-
- Ah… molto bene… vedo che… sei stato… attento…-
“ Ogni volta la stessa storia. Per fortuna mancano solo altri due incontri.” Pensò il Lupo.
- Allora… oggi parleremo… di come fu… creata la… vostra setta. Quando i… sei partirono… nel loro viaggio… lasciarono in gestione… il Palazzo della… Mezzanotte… a sei discepoli… ognuno specializzato… in un'arma diversa. Questi,… non avendo… più Cavalieri… da addestrare,… decisero di… fondare… un gruppo armato… imparziale… a difesa delle… Terre. Diviso… però in… sei parti… una per ogni… discepolo. Ma con gli… anni… il corpo… divenne una… scorta per chi… poteva permetterselo… e da lì… un gruppo di assassini… a pagamento. La struttura… prese il nome… di Setta… dei Sei,… molti si… impegnarono… a far circolare… leggende macabre… sul Palazzo… per tenere… a bada… i curiosi. Così la… setta è… diventata come… la vedete… voi ora e…-
Il vecchio Nerga venne interrotto da un servo, che aprì la porta di colpo.
- Cosa… vuole?- Ansimò irato lo storico.
- Il Lupo Hile è tenuto ad andare dal Direttore. La vuole in abito.- rispose remissivo il servo, con li occhi bassi.
Il lanciatore di coltelli si alzo dal suo posto e, presa la porta, salì fino alla sua camera. Ogni adepto della setta, di qualunque sezione, aveva a disposizione un abito normale, una camicia e un paio di pantaloni comodi, simili a quelli dei cittadini, e un abito cerimoniale, o da missione. Questo variava da sezione a sezione.
Hile si mise la giacca con cappuccio coperta di pelliccia grigia di media lunghezza, un surrogato alchemico dei peli di lupo, e i pantaloni dello stesso materiale. Ripose accuratamente i dodici coltelli nelle tasche, distribuite otto sulla casacca e quattro sulle braghe, e riuscì dalla stanza.
Percorse la scala a chiocciola fino all’ultimo piano, dove il direttore sedeva tutto il giorno. Non era strano che venisse convocato, era uno Spellicciato preso di mira da diversi Ringhianti, per questo molto spesso la colpa di azioni contrarie alle regole della setta erano fatte ricadere su di lui.
Bussò alla porta.
- Un attimo!- rispose il Direttore dall’interno.
Il Lupo si sedette su una panca a lato della porta, aspettando il suo turno. Si guardò per un attimo nel grande specchio, l’unico nel Palazzo, appeso di fronte a lui. I capelli neri, tenuti rigorosamente non più lunghi di tre dita, gli occhi marrone scuro sopra una lieve cicatrice che segnava la guancia destra. Non era stato un taglio profondo, per fortuna, e la cicatrice non era nemmeno così visibile da deturpare la guancia, ma Hile pensò subito ad altro.
“ Non è una brutta idea eliminare i cognomi, in fondo. Qui dentro siamo, o dovremmo essere tutti, della famiglia dei lupi, senza distinzioni se non per anzianità…” si disse ripensando a come lo aveva chiamato il servitore.
Un ragazzo, non di certo un Lupo, uscì dalla stanza con in mano una scopa. Doveva aver combinato un bel casino se lo facevano ripulire a lui e non ai servi…
Poteva essere un Gatto o un Serpente, a giudicare dalla muscolatura…
Hile entrò nella sala del Direttore tranquillo.
- Buongiorno, Alpha.-
- Hile, siediti pure. Spero di non aver interrotto nulla di importante.-
- No, niente di che. Ero alla lezione di Nerga.-
- Saltiamo i convenevoli, tanto oramai qui dentro sei di casa… quante volte ti avrò dovuto convocare? Cento? Centocinquanta? In otto anni.-
- Non lo so. Ma oramai conosco a memoria ogni passo per raggiungere questa stanza. Mi può solo dire di cosa sono stato incolpato questa volta? Cosa ho sporcato? O rotto? O magari ho scatenato una rissa…-
- Dopo tutto questo tempo che ci conosciamo mi dai ancora del lei, mi parli ancora come se fossi un austero Alpha… Che bel nome che mi avete dato voi Lupi, le altre sezioni non sono state così fantasiose… comunque, le cose serie, questa volta non sei stato incolpato di niente. È incredibile, vero?-
- Come non sono stato incolpato di niente!? Io non ho fatto nulla! Lo giuro!-
- Calma Hile, non ti ho chiamato qui per punirti.-
- No? Davvero? E allora perché sono dovuto salire fino qui?-
- No. Vediamo se hai ascoltato Nerga… cosa successe quando i Sei partirono per il Continente?-
- Lasciarono in gestione il Palazzo della Mezzanotte a sei discepoli che lo resero prima un corpo di difesa, poi una setta di assassini. Ne ha parlato questa mattina. Non capisco però come mai abbiano lasciato una struttura quasi vuota a sei persone che non facevano nemmeno parte dell’Ordine dei Cavalieri…-
- Dei Cavalieri e dei Domatori, nell’ultimo periodo si aggiunsero anche i Compagni.-
- Compagni di cosa?-
- Dei draghi. Per ogni razza c’era un appellativo. I Cavalieri erano umani, i Domatori elfici e i Compagni nanici. Il nome completo era Ordine C. D. e C.-
- Ah…-
- Ma non divaghiamo! Prima di partire lasciarono una lettera ai sei discepoli, come li chiami tu. Quel che vi è scritto sopra è singolare, vorrei che tu lo sentissi.-
- Perché la devo sentire io?-
- Per favore, chiudi gli occhi e ascolta, poi mi potrai fare le tue domande.-
Hile fece come gli era stato detto.

- Scritto dal discepolo Zeyro, sotto dettatura di Vago Tocsin, Cavaliere dei Draghi, incarnazione del Fato e gestore della Terra degli Eroi.
Lascio questa lettera ai posteri.
Inizio dicendo che tutti gli appellativi con cui Zeyro mi ha presentato in questo documento non mi piacciono per niente. Anzi… Però me la sono cercata tutta questa rigidezza di convenevoli quindi mi tocca accettarli. Ma non è per questo che voglio lasciare questo messaggio, quindi bando alle ciance.
Il libro del Fato è uno strumento temibile e misterioso, neppure io ne ho il pieno controllo. Agisce di sua volontà e a volte mi rivela ciò di cui ho bisogno. Da lì in poi è in gioco solo la mia bravura nella decifrazione.
Ebbene, mi ha rivelato, pochi giorni fa, una sezione a me finora sconosciuta, gli Appunti del Fato, una specie di raccolta di profezie totalmente diverse dai Destini delle creature che affollano queste pagine.
Bene, proprio in questa sezione ho trovato quella che prevedeva l’arrivo mio e dei miei compagni, ma non solo. Infatti ve n’è un’altra interessante. Qui la riporto testuale, la mia analisi ve la proporrò in seguito.

“ Quando l’ombra sui lunghi monti tornerà a crescere inesorabile, sei giovani portatori di morte affronteranno un viaggio per flutti, venti e pietre. Dagli antichi ai moderni il testimone passa. Ma i piccoli non saranno soli, poiché i minori dei maggiori veglieranno e i compagni che non sono compagni li difenderanno. Nati sotto la luna più bella e riconosciuti dall’oro non prezioso, si ritroveranno dopo otto anni di servizio.”

La nostra partenza per il continente è imminente, Fariuna mi ha mandato un messaggio poche ore fa, ha abdicato in favore della figlia, un ottimo partito secondo me… Una giovane dragonessa promettente e molto intelligente. Sono sicuro che farà ciò che è meglio per il suo popolo… Rovere ha fatto lo stesso in favore di un lord che conosco poco, ma ho fiducia nel mio piccolo amico. Quasi mi dispiace per suo fratello Ercoel, si è visto soffiare il trono dei folletti per la seconda volta… I Palazzi sono ormai vuoti, l’Ordine si è estinto a causa di questo maledetto morbo. I tempi si stanno stringendo sempre più. Ho tralasciato molti dei miei incarichi per poter decifrare il significato di queste righe, con gli anni immerso nella burocrazia ho perso buona parte della mia elasticità mentale, ma qualcosa l’ho carpito.
Bene, quasi non so da dove cominciare…
La seconda parte, innanzi tutto, perché è la parte in cui devo fare più riferimenti esterni. “Sei portatori di morte” sono sei assassini, scorrendo sulla vita del buon vecchio Palazzo della Mezzanotte ho scoperto che dopo la nostra partenza, diverrà il centro per un’organizzazione di assassini. Il brutto del Fato è che se una cosa è scritta non può essere cancellata, purtroppo l’ho scoperto a spese di Frida… il bello è che il Destino può essere guidato. Dopotutto l’importante è il viaggio, non la meta. Incaricheremo quindi i nostri migliori discepoli di guidare questa struttura verso la sua sorte nel modo migliore che esiste. Il Palazzo della Mezzanotte darà per la seconda volta i natali a sei prescelti,  sei assassini, appunto, che dopo otto anni di addestramento, vedi la quarta frase, partiranno per un viaggio. Viaggio che li porterà, innanzi tutto, da noi, sul continente, o alle nostre spoglie, se moriremo prima. Questo perché, come si può intendere dalla prima frase, il demone che aveva preso possesso del Re è tornato, indebolito sicuramente ma comunque pericoloso. Almeno questo è quello che credo… ma non posso escludere che l’ombra sia un adepto che ha addestrato Reis stesso durante la sua reggenza.
Come riconoscere questi giovani, si chiederà il mio lettore, ebbene: saranno nati tutti sotto la luna piena, quella più bella, e saranno riconosciuti da una pietra di colore giallo oro, pietra che ho personalmente creato, incantato e incastonato nell’architrave della porta del Palazzo… Questa si illuminerà solo al passaggio dei prescelti.
Per quanto riguarda la parte restante… i minori dei maggiori sono convinto siano i sei dei minori, che proteggeranno i nuovi prescelti come i primigeni protessero e proteggono noi.
Ma la parte che riguarda i compagni che non sono compagni mi è oscura. Non sono in grado di capire a cosa si riferisca.
Comunque auguro buona fortuna e buon viaggio a quelli che ci seguiranno.
Che gli dei vi proteggano, sempre.
Vago Tocsin -

- Perché me lo ha detto a me?-
- Perché ho ragione di credere che tu sia uno di questi sei prescelti. Sei nato sotto la luna piena, la pietra gialla di Vago ha reagito al tuo passaggio e questo, benché valga poco, è il tuo ottavo anno all’interno della setta.-
- Magari mentre entravo nel palazzo il sole ha illuminato la pietra! E poi, come fa a sapere che io sono nato sotto la luna piena? Visto che non lo so nemmeno io.-
- Sai come la setta sceglie i nuovi adepti?-
- No.-
- Vengono scelte persone con requisiti fisici e mentali superiori alla media. Inviati della setta si adoperano per creare coppie con queste persone e a sorvegliarne i figli. Il migliore di questi viene assorbito, per così dire, dalla setta. Abbiamo tutto su di te, compreso che luna c’era quando sei nato.-
- Quindi era già scritto che io finissi qui dentro?-
- Nel libro del Fato, come ben saprai, ci sono scritte tutte le mete delle persone. Quindi anche questa. Ma forse tu intendevi un’altra cosa. No, noi non sapevamo quanti figli avrebbero avuto i tuoi genitori, come non sapevamo se saresti stato migliore di tua sorella Aurea. Vi abbiamo tenuto sotto osservazione per anni, finché non abbiamo deciso che tu eri più adatto.-
- Comunque non c’è nulla che indichi che io sono uno di questi sei prescelti.-
- Hile, è inutile che continui a negare l’evidenza. Tu sei uno dei prescelti. Non hai altra possibilità che uscire da questo posto. È scritto nel tuo destino. E ricorda che in un modo o nell’altro ti troverai coinvolto in tutto questo. E potrebbe accadere in una situazione peggiore.-
- Ma è una situazione troppo grande per me! Come faccio ad imbarcarmi in questo viaggio? Ho bisogno di più informazioni!-
- Purtroppo non so altro. Però, secondo te, come hanno fatto cinque ventenni a riunire sotto la stessa bandiera razze diverse? Come hanno fatto cinque ventenni a resuscitare dalla Volta? Come hanno fatto a sconfiggere un semidio? Te lo dico io. Erano predestinati a fare tutto ciò. Erano protetti dagli dei!-
- Non posso declinare l’offerta? È vero che questa vita non mi piace, ma partire per l’ignoto mi attira ancora meno.-
- No. È il tuo destino partire. Fatti coraggio e… mentre esci, prendi quella borsa da viaggio nell’angolo. Consideralo il mio regalo d’addio.-
- O di arrivederci.- lo corresse Hile.
- O di arrivederci. - ripeté il direttore - E, ricordati, per mezzanotte devi essere fuori dalle mura. Per raggiungere l’isola dei draghi, la vostra prima tappa, recatevi a Sarnasj. Lì troverete un marinaio, il suo nome è Gebe. I draghi dovrebbero poi conoscere il resto.- aggiunse.
Il Lupo prese la tracolla scura e uscì dalla stanza distrutto. Doveva andarsene, il suo sogno era diventato un incubo. Doveva andarsene verso l’ignoto.
Si chiuse in camera. Stava perdendo la lezione, ma dopotutto cosa gli poteva importare? Lo avrebbero punito? E come, visto che da quella notte non sarebbe stato più lì?
Hile aprì lentamente la tracolla in pelle marrone che gli aveva regalato l’Alpha. Ad occuparla c’erano soltanto uno schizzo delle terre e del continente, che, nonostante la rozzezza con cui era stata disegnata, riportava tutti i paesi esistenti, perfino i villaggi più piccoli; assieme a questa un biglietto con sopra disegnato il simbolo dell’Elementarismo, il pentacolo cerchiato e contenuto nell’esagono, in rosso, provviste sufficienti per otto giorni, all’incirca, ammassate sul fondo e un sacchetto di monete. Per la precisione cinque Laire d’oro, otto d’argento e tre Laire di rame. Dopotutto una somma non da poco, per un viandante.
Si sdraiò sul letto, esausto. Non sapeva se lo avesse scosso di più la rivelazione del suo imminente viaggio o l'apprendere che la sua nascita era stata progettata, che la sua infanzia era stata una specie di gara contro sua sorella.
La campana suonò la mensa, facendo vibrare le pareti.
Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti.-
Rayn entrò nella stanzetta, sedendosi sul mobile. - Ehi, che succede? Perché non sei più rientrato questa mattina?-
- Niente, una sciocchezza.-
- No, seriamente. Che cosa ti ha detto l’Alpha?-
- Niente. Davvero. Va tutto bene.-
- Avanti, se andasse tutto bene non staresti qui dentro. Non ti vedevo così giù da quando Rènez… -
- Non dire un’altra parola su quella storia.-
- Va bene. Ma tu dimmi cosa ti ha detto l’Alpha.-
Hile prese un profondo respiro. - Bene. Se vuoi proprio saperlo... Mi ha detto che sono un prescelto, che devo partire entro questa mezzanotte insieme ad altri cinque ragazzi per Sarnasj, da lì prenderò una barca da un certo Gebe. Mi dovrò poi dirigere verso l’isola dei draghi e da lì, in un modo o nell’altro, arriverò sul Continente. Dove verrò addestrato dai Sei per combattere un demone che potrebbe distruggere le Terre. È sufficiente?-
- Ah, ah. Si certo. Ora dimmi cosa ti ha detto davvero. Cosa sarai costretto a pulire, questa volta?-
- Non sto scherzando. Entro questa mezzanotte questa stanza sarà vuota.-
Rayn spalancò gli occhi, incredulo. - Dai… basta. Non scherzare che non è divertente. Porco Reis, non puoi lasciarmi qui!-
- Devo lasciarti… comunque sarebbe molto peggio se dovessi partire tu e io rimanessi qui. Dopotutto gli altri Lupi ti evitano solo perché sei amico mio. Hanno tutti paura di Ernest e di quei quattro Ringhianti. Vedrai che appena me ne andrò ti verranno a cercare. Se dovessi scommettere, ti direi che i primi saranno Gerlo, Lanter e Rend. Ah, si, anche quella ragazza che ti viene dietro da anni.-
- Fantia non mi viene dietro da anni.-
- Secondo me si. Sai che percepisco certe cose.-
- Tu e le tue percezioni… quindi questo sarà davvero il nostro ultimo giorno insieme?-
- Ho paura di si.-
- Se è così, allora, esigo almeno che venga a mangiare un ultima volta con me.-
Hile si alzò dal letto, un po’ più tranquillo. - Va bene. Posso anche stare con te durante l’allenamento pomeridiano… cosa c’è oggi?-
- Eh… dovrebbe esserci lo scambio di coltelli.-
I due si diressero in mensa, scivolando silenziosi tra i Lupi concentrati sul cibo, sedendosi negli ultimo posti rimasti, fortunatamente vicini.
Lo scambio di coltelli era un esercizio a coppie, per cui un coltello veniva lanciato e afferrato dal compagno, che lo avrebbe rimandato indietro. Hile e Rayn, coppia inscindibile, erano riusciti a controllare quattro coltelli in volo, prima che uno di questo non lasciasse un profondo taglio sull’indice di Rayn. Hile si era talmente spaventato per il compagno da distrarsi, lasciando che il coltello in arrivo gli sfiorasse il viso, sotto l’occhio destro. La cicatrici che erano rimaste ricordava ad entrambi quanto fosse facile perdere il controllo su un coltello.
Quel pomeriggio arrivarono fino a tre coltelli. Non volevano dover faticare troppo, durante il loro ultimo confronto.
L’esaminatore, come al solito, camminava impettito tra le file. Era lì più che altro per far figura, non apriva bocca, e Hile era convinto che non avesse nemmeno i calli del lanciatore, che si formavano con l’uso prolungato e ripetuto dei coltelli.
La campana suonò nuovamente.
Rayn abbracciò l’amico, che ricambiò con forza.
- Vedi di tornare.-
- Vedi di non andartene tu.-
- Magari potessi… hai detto che andrai sull’isola dei draghi, vero?-
- Si. Se tutto va bene. Prima dovrò raggiungere Sarnasj… e poi ci sono i miei cinque compagni di viaggio. Ho paura che non ci siano altri Lupi… con la fortuna che ho ci sarà almeno una di quelle teste matte dei Gatti. Ci sto a scommettere.-
- Comunque, se riuscirai ad arrivare fin là, mi prendi un souvenir? Così sarai costretto a ripassare da queste parti per darmelo…- Rayn sorrise tristemente.
- Va bene. Vedrò di prenderti qualcosa.-
I due si abbracciarono di nuovo, per poi dividersi. Uno si diresse alla mensa, l’altro nella sua stanza per preparare la borsa.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Vago