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Autore: Vavi_14    11/03/2016    3 recensioni
Due ragazzi provenienti da esperienze di vita diverse ma ugualmente dolorose, due destini che si intrecciano per caso e una sola, umida cella da condividere.
****
Dal capitolo 2:
Quando, ancora titubante, torni a guardarlo, ti accorgi che ha sollevato entrambe le palpebre e dall'espressione stranita capisci che sta per dirti qualcosa.
«Tu invece sembri proprio un'idiota».
Alzi un sopracciglio, intenzionato ad approfondire il discorso, ma lui si gira dalla parte opposta dandoti le spalle, come a voler dire che per quel giorno la conversazione sarebbe finita lì.
Sbuffi sonoramente, cercando di resistere all'impulso di tirargli un destro, e ti copri il volto con le mani, sperando che due palmi siano sufficienti per contenere tutto lo sdegno che avresti voluto sfogare.
È appena arrivato e già lo detesti.

[La storia contiene accenni NaruHina]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Limite umano






Rassegnazione. Sofferenza. Disagio. Tristezza. Una giostra di emozioni che è tutto e niente. Qualche mese fa, forse, l’avresti chiamata indifferenza, ma ora quel volto pallido e smagrito dalla miseria della prigione sembra voler urlare mille sfumature che solo in pochi riescono a cogliere.

Hai appena salutato Hinata e stai aspettando che la guardia finisca di discutere con un altro prigioniero per poi riaccompagnarti alla tua cella. In quel frangente ne approfitti per osservarlo: un uomo giovane, forse poco più che trentenne, quello che Sasuke ha definito il suo avvocato. Eppure oggi sembra diverso dal solito; discute in modo concitato, si sporge verso di lui, cerca di richiamarlo all’attenzione pronunciando il suo nome e poi, alla fine, gli stringe entrambe le spalle, come a volerlo rassicurare. Sasuke a volte annuisce, raramente lo guarda; rimane a testa bassa nascosto dietro i palmi delle mani, qualche monosillabo accompagna diversi sospiri. Gli occhi di quell’uomo sembrano vivi, quasi brillano di una speranza che Sasuke ha perduto da tempo e non sembra intenzionato a voler ritrovare, nemmeno sotto l’influsso di una voce così conciliante e familiare.

Quando rientra in cella sembra ancora più spossato del solito, come se la conversazione avuta poco prima lo avesse prosciugato del tutto. Nonostante ti abbia raccontato di come il suo avvocato stia cercando in tutti i modi di scagionarlo dall’accusa di omicidio del fratello, Sasuke è sempre restio a volerlo incontrare. Una volta, tempo addietro, disse alla guardia di essere malato e tu non osasti intervenire nella discussione, anche se raramente ti capitava di assistere al rifiuto del colloquio del mercoledì da parte di un detenuto.
D’altronde Sasuke era sempre stato un tipo strano, perciò preferisti lasciar correre senza fare domande.

«Se ritrovo un’altra volta i tuoi calzini ai piedi del mio futon giuro che te li faccio ingoiare».
Mormora senza troppa enfasi e ti lancia malamente quei due pezzi di stoffa sudici. Li prendi al volo senza replicare, al momento non hai voglia di iniziare l’ennesimo battibecco inutile.
Sasuke si volta, stupito dalla tua mancata risposta. «Hai capito, dobe?» rincara con una punta di acidità nella voce, giusto per rimarcare la sua indignazione.
«Lo conosci bene quell’uomo, vero? L’avvocato».
Rispondi con un’altra domanda, conscio che quel comportamento provocherà il disappunto di Sasuke. Il ragazzo, infatti, si irrigidisce inarcando le sopracciglia, mentre finge di dedicarsi alla sistemazione del lenzuolo pur di non guardarti negli occhi.
«Sarebbe strano se non lo conoscessi, visto che si occupa del mio caso» replica con stizza, sperando che quella risposta idiota ti faccia capire che non ha nessuna intenzione di affrontare l’argomento.
Sospiri, ignorando spudoratamente la sua tacita richiesta. «Sembra che tu lo conosca da molto tempo… mi ha dato l’idea che fosse un tuo familiare».
A quel punto Sasuke interrompe bruscamente ciò che sta facendo e ti lancia un’occhiata di fuoco. Rispondi con sguardo fermo, non hai nessuna intenzione di demordere. Lo vedi passarsi una mano sulle palpebre e scompigliarsi stancamente i capelli. «Non ho voglia di parlarne» ammette finalmente, pensando che chiarire in quel modo possa bastare. O almeno lo spera.
Ti dispiace deluderlo, ma stavolta vuoi sapere di più: come può una persona sopravvivere lì dentro se si chiude in se stessa? Anche se lo conosci da appena qualche mese e spesso ti ha trattato male, non lascerai che crolli sotto i tuoi occhi. Non finché condividete la stessa cella.
«Invece devi provarci» lo incoraggi. «Puoi anche rispondere sì o no, non c’è bisogno che mi racconti tutta la storia».
Alza le iridi e sospira di nuovo, probabilmente vorrebbe chiederti perché ti interessa così tanto saperlo, ma ormai sembra essersi rassegnato alla tua indole incline a volersi accollare i problemi degli altri.
«Era il migliore amico di mio fratello».
Sembra che quella confessione gli costi sette vite, tanto è basso il tono di voce che usa. «Ma lui… noi, lo consideravamo uno di famiglia».
Te lo aspettavi, sebbene inizialmente fossi convinto che Sasuke non avesse nessuno al di fuori di quelle mura. Con un attimo di ritardo ti accorgi che il tuo compagno sta parlando al passato e vuoi approfondire la questione.
«Ora non è più così?» chiedi.
«Non lo è più da quando ha iniziato a girare il mondo per lavoro ed è sparito dalla circolazione».
«Se è un avvocato importante farà parte della sua carriera, no?»
Sasuke scuote la testa. «Promise di gestire l’Azienda Uchiha assieme a mio fratello, dopo che-» si bloccò all’improvviso, frenando la pericolosa inclinazione che la sua voce stava per prendere.Forse si rende conto che hai intuito il finale della frase, però decide di sorvolare.
«Rimase con noi per un anno, dopodiché mio fratello comprese che non era quello che il suo amico desiderava fare del suo futuro e gli intimò di seguire la sua strada. Così Shisui completò gli studi di giurisprudenza e divenne un avvocato… uno dei migliori».
Si lascia scappare un sorriso amaro. «Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe trovato a dover difendere proprio me» dice con sdegno, come se il solo pensiero potesse dargli il voltastomaco.
«Capisco la tua delusione, ma a me sembra che tuo fratello abbia fatto la scelta migliore. Dopotutto se Shisui non avesse intrapreso la carriera giuridica, a quest’ora non potresti averlo dalla tua parte».
«Invece non capisci».
Si sdraia a pancia sopra, con un ginocchio piegato. «Sarebbe dovuto rimanere assieme a mio fratello. Lui ne aveva bisogno».

Solo lui, Sasuke? È  la domanda che vorresti porgli, ma non è necessario. Da come ne parla comprendi perfettamente quanto la partenza di quella persona possa aver destabilizzato Sasuke, in un momento in cui le cose non dovevano andare troppo bene. Eppure dietro quell’immensa sofferenza si annida ancora un affetto profondo, lo stesso affetto che percepisti nei gesti e negli occhi di quell’uomo durante l’ultimo colloquio. Non hai idea di chi sia Shisui, ma sei quasi convinto che Sasuke lo abbia preso come un torto personale, aggravando la questione più del dovuto.
Eppure non si tratta solo di questo.

«Si impegnerà anima e corpo per ottenere dei risultati, Sasuke, ne sono sicuro. Forse dovresti cercare di pensare al presente, adesso».
«Io non voglio vederlo».
Si volta dal lato opposto e, per la prima volta da quando siete lì dentro, ti sembra di scorgere un debole riflesso che si impiglia tra le ciglia nere di Sasuke.
«Doverlo incontrare ogni settimana è una condanna peggiore dell’ergastolo».
Preme le mani sul volto e sospira. «È l’illusione di afferrare qualcosa di incorporeo… qualcosa che non tornerà più».

Shisui rappresenta tutto ciò che non potrà mai riavere indietro. Un volto amichevole, una famiglia, un posto in cui tornare. Simbolo di un legame incrinato, si ripresenta prepotentemente come unico affetto tangibile ma ormai non più afferrabile.

Pensi ad Hinata. Pensi a quanto potrebbe far male doverla incontrare con la consapevolezza di non poterla mai più vivere davvero, lasciandola libera di costruirsi il suo futuro, un futuro senza di te.

Sasuke è ancora in attesa di condanna, ma non ha mai creduto di sfuggire all’ergastolo: la sua vita è segnata e per questo non vuole stringere alcun tipo di legame. Eppure, lì dentro, voi non siete soltanto compagni di cella. Eppure, quell’uomo continua a volerlo proteggere in tutti i modi e lui, anche se cerca di negarlo, soffre per quel sentimento di amicizia che ancora lo incatena a Shisui, che gli ricorda ogni volta il suo passato, suo fratello.

Dopotutto Sasuke è umano. Lo siete entrambi.








So che è difficile non immaginare Shisui come un Uchiha, ma il grado di parentela mi avrebbe creato delle complicanze dal punto di vista prettamente "giuridico", perciò qui lo troviamo in veste di avvocato e migliore amico.
Questo capitolo non era preventivato in realtà, ma tanto ormai lo sapete che questa raccolta nasce giorno per giorno. Spero tanto vi sia piaciuto!
Un bacio grande, ringrazio tutti coloro che mi stanno ancora seguendo e i nuovi arrivati. Grazie di cuore! <3



Vavi
  
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