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Autore: Elykei    13/03/2016    1 recensioni
[Ci sono stati dei piccoli combiamenti per quanto riguarda il lato formale della storia, questi non modificano in alcun modo la trama, ma solo l'estetica dei capitoli. Ho deciso di fare ciò per rendere la storia più ordinata e magari anche un po' più scorrevole. ]
Alina ed Altea non si sopportano ma sono costrette dalle circostanze a passare molto tempo assieme, per fortuna ci sono Mattia, Paola, Acrisio e Fulvio a distrarle. Eleonora è la nuova arrivata che si ritroverà a far parte di questo strano gruppetto, il suo arrivo come cambierà le cose?
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La vita e la famiglia non sempre sono ciò che sembrano. A volte si è convinti di conoscere tutte le carte in tavola ma quando poi arriva un nuovo giocatore tutti i piani vengono sconvolti.
Tre giovani donne, e ancor più giovani streghe molto diverse tra loro si troveranno riunite da qualcosa di inaspettato.
Il cambiamento è proprio ciò che dovranno affrontare queste ragazze assieme a pericoli inattesi e una vita quotidiana movimentata.
Questa è la mia prima storia in ambito sovrannaturale, fatemi sapere cosa ne pensate!
Gli aggiornamenti sono un po' più lenti rispetto all'inizio ma la storia NON è sospesa, continuerò ad aggiungere nuovi capitoli prima possibile!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuiamo ad introdurre i personaggi con un'altro capitolo.
Sappiate che dopo il terzo, che sarà così come il primo e questo secondo leggermente breve, seguiranno dei capitoli più consistenti, che però potrebbero essere caricati più lentamente.
Comunque sia ecco a voi le nostre streghette.


Lasciatemi un commentino e mi raccomando se trovate qualche errore fatemelo sapere, NO BETA.


xxElykei

 

 

 

2

Quando il professor Buonfelice piazzò davanti ad Altea un foglio che chiedeva il confronto tra tre dei romanzi più famosi delle sorelle Brontë lei imprecò sottovoce.

Se Alina non si fosse messa in mezzo sarebbero apparsi i nomi di tutte e tre e ora lei non si sarebbe ritrovata in difficoltà.

Restò a fissare la strega dagli occhi color della pece per qualche secondo, bofonchiando parole nervose, quando quella alzò lo sguardo dal suo foglio e le rivolse un sorriso trionfante Altea si sentì quasi uscire del fumo dalle orecchie.

Alina era sempre stata una delle migliori in letteratura inglese, anzi in tutte le letterature.

Studiare le piaceva, sin da quando alle medie si era ritrovata davanti la biografia di Dante le era scattato qualcosa dentro, aveva iniziato a chiedersi cosa ci fosse nelle menti di tutti quegli autori che avevano creato capolavori.

Quelle storie e poesie le sembravano magiche e, per lei che era una maga vera, era sorprendente vedere come delle persone comuni potessero creare mondi, personaggi e vite quando lei, nonostante del potere effettivo le scorresse nelle vene, non ci riusciva.

Per questo il poco rispetto di Altea per una tale arte le dava sui nervi.

 Aveva sentito l’energia della magia non appena aveva messo piede sul piano quella mattina e una volta scovata la fonte era riuscita ad individuare il tipo di incantesimo, qualcuno cercava di estrapolare qualcosa dal futuro e che motivo c’era di fare una cosa del genere in un bagno scolastico se non il fatto che il pezzo di futuro da trovare era relativo alla scuola stessa?

Da li a collegarlo con il test imminente il passo era stato breve.

Comunque non aveva interrotto Altea solo per fastidio, ciò che aveva detto era vero: praticare la stregoneria in pubblico era rischioso. E nessuno sapeva essere incosciente come un giovane Montecatini.

Quella famiglia era assurda, pensò. Aveva ragione suo zio quando li chiamava un inutile gruppo di sconsiderati.

In quell’istante Alina si rese conto che con le sue elucubrazioni su Altea Montecatini stava perdendo troppo tempo, tempo che doveva invece dedicare alle audaci sorelle Brontë. Si concentrò quindi sul compito che aveva sul banco.

La sua attenzione fu interrotta dieci minuti prima della fine dell’ora dall’inaspettato ingresso in aula di una ragazza.

I suoi scuri ricci erano scompigliati, le guance colorate come dopo una corsa. Puntò gli occhi cervone sul professore subito dopo aver avuto una panoramica della classe, che tutta la guardava sorpresa come Alina.

- Si?- chiese il professore un filino infastidito.

- Buongiorno, sono Eleonora Caccialupi –.

Parlò come se Buonfelice dovesse sapere chi fosse, ma dalla sua faccia a nessuno sembrò che l’avesse riconosciuta.

Probabilmente se ne accorse anche lei perché si affrettò subito ad aggiungere – Mi sono trasferita qui oggi mi hanno detto che avevano mandato un avviso? –.

Man mano che continuava a parlare la sua voce sembrava diventare sempre più incerta tanto che alla fine la frase divenne una domanda.

Il professore scavò tra le varie circolari nel registro, quasi tutte venivano messe li senza essere lette o per lo meno senza essere ascoltate, finché non ne trovò una che lo fece fermare.

- Oh si eccola- sventolò il foglio soddisfatto, come se quello fosse un premio.

Eleonora sorrise rassicurata.

- Devo dire comunque signorina Caccialupi – asserì dopo una breve controllata sul pezzo di carta per assicurarsi che il cognome fosse giusto – Che irrompere nel bel mezzo di una verifica non è molto corretto, soprattutto se si considera che lei sta effettivamente entrando in classe per la prima volta durante la terza ora –.

Eleonora notò un po’ divertita che il professore le stava dando del lei, ma dopo essersi riscossa dallo straniamento iniziale, rispose – Si in realtà sono stata fino ad ora dal preside per discutere di alcune cose, sa siamo già a fine febbraio e ci sono alcune verifiche che devo recuperare perché voi non avete i due quadrimestri, ma un trimestre e un pentamestre, e quando abbiamo finito mi hanno detto che potevo venire in classe e che mi sarei dovuta sbrigare per riuscire a non perdere del tutto anche questa ora e io pensavo che l’avessero avvisata, non sapevo nulla del compito in classe.. -.

- D’accordo, d’accordo, ci sono un paio di banchi liberi a causa degli assenti, prenda posto in uno di quelli ora, così gli altri possono finire la verifica –.

Altea considerò che era stata una fortuna che Buonfelice l’avesse fermata o a momenti la ragazza le avrebbe fatto venire un bel mal di testa.

Alina d’altro canto si sbraciò per farsi notare dal docente e, quando questi lo fece, disse concitata:                     - Professore! Ma l’ora è terminata e noi abbiamo perso dieci minuti, non è corretto -.

La seguirono un coretto di assensi, molti come lei dovevano ancora concludere il piccolo tema.

L’insegnante sembrò rifletterci per qualche secondo per poi acconsentire – Ha ragione, vorrà dire che chiederò dieci minuti alla professoressa De Tullio non appena arriverà, voi però affrettatevi -.

I ragazzi ritornarono al proprio compito scrivendo con affanno per poter finire in tempo, Eleonora d’altro canto si sedette in silenzio.

Passò i suoi primi quindici minuti nella nuova classe a scarabocchiare sul suo diario.

Si sentiva un po’ in colpa per aver messo fretta ai suoi neocompagni, metterli in difficoltà non era certo stata sua intenzione, temeva però che loro potessero non vederla così e che per questo potessero averla presa già in antipatia.

Quando tutto fu finito e Buonfelice lasciò il posto alla Di Tullio quella paura si accentuò, nessuno le aveva ancora rivolto la parola.

   
 
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