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Autore: LostHope92    14/03/2016    2 recensioni
Ho deciso di scrivere il continuo della serie tratta da "irrimediabilmente innamorato".
Ma in questo caso avverto che si tratta di una raccolta di one-shot (6)!
Spero vi piaccia!
Un abbraccio ed un saluto a tutti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti!

Un grazie immenso a tutti coloro che seguono questa storia, davvero!

Un ringraziamento in particolare a tre persone, che come sempre riescono con le loro recensioni a spronarmi a migliorare ed andare avanti con questa storia:


Francy_remus

TINAX86

Manu75



Grazie mille ragazze! :)





-Incubi e Speranze-





La cella era umida, i capelli biondi si attaccavano al suo collo e alle sue spalle, che tremavano al contatto con le pareti scivolose e fredde.

Le grida degli altri detenuti sembravano non cessare mai, si ripetevano quasi ritmicamente, lasciando lo stremato Lucius Malfoy insonne, ed impaurito.

Alla fine Azkaban era riuscito a divorarlo, e ora lo masticava lento, con gusto, assaporando i pezzi della sua anima che di giorno in giorno si staccavano.

I dissennatori si affacciavano di tanto in tanto, per gelargli il sangue e la mente, per appesantire il suo cuore, che debole tentava di battere con la poca forza che gli rimaneva.

E quando arrivava la notte, Lucius temeva di morire, perchè non c'era neanche il sole a regalargli il conforto dei suoi raggi.

Il gelo si insinuava umido sotto la pelle, avviluppava le ossa fragili in una ferrea stretta mortale.

Una tenue nuvola di vapore usciva dalle sue labbra secche, lasciando i suoi denti tremare al suo passaggio.

Quando la mente glielo permetteva però, faceva risalire dalla corrente dei suoi ricordi, quelli più belli e caldi.

Il volto di Narcissa e di suo figlio gli riscaldavano un po' le membra e il petto, che si alzava e abbassava con sempre più fatica.

Pensava a sua moglie, la sua bellezza e la sua forza, ai loro momenti spericolati da giovani, quando maliziosi si rincorrevano in una danza senza fine, fatta di sospiri e fremiti.

Pensava a suo figlio, si chiedeva se il giovane sapesse quanto fosse orgoglioso di lui, del ragazzo che era diventato.

Così simile a sua madre, così vicino a lui, ma senza perdersi nei loro stessi errori .(*)

Non era facile piangere, e nello stesso tempo era difficile impedirlo.

Perchè i pensieri, e la gelida depressione che veniva forzata dentro al suo animo, volevano che lui si disperasse, ma nello stesso tempo, il gelo bloccava ogni tentativo di sfogo.

Le lacrime sembravano trasformarsi in cristalli, direttamente sulle sue ciglia.

Si accasciò a terra sfinito, toccando il terreno con una mano, immaginando di essere sul proprio letto, accanto alla sua Narcissa.

Allungò istintivamente una mano, verso sinistra, il lato del letto nella quale l'altra era abituata a dormire, e gli sembrò quasi di sentire il calore di lei, sotto i polpastrelli feriti.

Tirò un lungo sospiro chiudendo gli occhi per aiutare l'immaginazione, e fece seguire alla mano il percorso sul corpo di lei che ora, nella sua mente, gli sorrideva complice.

Si addormentò sussurrando il nome di sua moglie, finchè la voce non si spense nel buio.



Narcissa si svegliò urlando, con la fronte umida di sudore.

Si voltò di scatto verso destra, in cerca della figura di suo marito, ma la mano indagatrice, non trovò altro che il freddo lenzuolo di seta.

Si portò le mani sul viso, per calmare i brividi che non sembravano intenzionati a smettere di scuotere il suo corpo.

Era un sogno, solo un sogno.

Lo aveva visto, morente sulla cella, mentre urlava il suo nome, con gli occhi spiritati verso di lei.

Ancora il fantasma di quel suono le pulsava nelle orecchie.

E non riusciva a far andar via l'immagine di suo marito in quello stato, che con voce implorante urlava il suo nome.

Come avrebbe fatto?

Quante altre notti sarebbe stata visitata da quell'orribile visione?

Non un brutto sogno qualsiasi, ma uno così realistico da farle urlare di terrore puro.

Perchè il dubbio non la abbandonava mai, per quante fossero le volte che quel sogno si ripeteva, nei primi attimi era sempre certa di essere là, al cospetto del suo amato, dilaniato dal terrore.

Se non ci fosse stato Draco, che aveva bisogno di lei, ora più che mai, avrebbe implorato di essere accanto a lui, in quella cella oscura, a subire gli stessi tormenti di suo marito.

Narcissa avvertì dei passi poco fuori dalla sua porta.

Era Draco, lo sapeva.

Da quando era tornato da scuola per il periodo di Natale, lo sentiva di notte alzarsi, svegliato probabilmente dalle urla di lei, per assicurarsi che sua madre stesse bene.

Il suo Draco, l'unica luce che illuminava i suoi pensieri di speranza, la quale rischiava di morire silenziosa ogni volta che non aveva notizie di Lucius.

E come ogni volta, la voce di suo figlio le arrivava incerta da dietro la porta, dopo il suo titubante bussare.

-Madre...stai bene?-

-Si..non preoccuparti bambino mio, torna a dormire- sentì la propria voce rispondere.

I passi si affievolirono, fino a cessare.

Narcissa si alzò dal letto, ormai sicura di non riuscire a riprender sonno, e si diresse verso l'unica cosa che riuscisse a farla calmare nella notte.

Il Pensatoio d'argento era un po' pesante nelle sue mani, ma riuscì comunque a prenderlo e posarlo sul letto.

Aveva bisogno di vederlo, o sarebbe impazzita.

Quindi cercò tra i suoi ricordi più importanti e poi vi immerse il volto, lasciando che l'immagine di suo marito , lì sorridente e forte come lo ricordava, le venisse incontro.

E con il viso circondato dai quei ricordi, Narcissa riuscì a sorridere, di nuovo.







(*) So bene che Draco alla fine ha in realtà seguito le orme di suo padre diventando un mangiamorte, ma ho immaginato che ancora Lucius non ne fosse a conoscenza :)


   
 
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