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Autore: corvonero83    16/03/2016    1 recensioni
Questa storia era già stata pubblicata ma come mi era stato fatto notare avevo messo troppa ciccia la fuoco in una one-shot. Quindi su consiglio di Francine, persona meravigliosa che vive in questo fandom, l'ho ripresa e sotto sua accurata revisione gli ho ridato una seconda vita. Quindi non posso che pubblicarla dedicandola a lei e ringraziandola ancora per l'estrema pazienza che ha avuto con me! Sei un autrice con i controcazzi e davvero una persona speciale!
I Goldini non mi appartengono e la storia è frutto della mia testolina bacata!
Buona lettura!
Dal I cap:
"Lui annuì rassegnato. Si alzò dalla sedia -Allora devo rimettermi in viaggio!-
-Aspetta un attimo.- Nashira lo fermò ed entrò veloce in casa per poi uscirne subito dopo con in mano un panno rosso.
Era un sacchetto in realtà. Glielo porse.
-Cos’è?-
-La mia maschera. È ancora rotta. Io non saprei come aggiustarla, e poi appartiene al Santuario. Shura deve decidere cosa farne. Non posso venire con te, ma…- esitò -Ma se lui mi rivuole con sé, digli che venga a prendermi. Digli che mi dimostri che ci tiene davvero a me. Almeno questo me lo deve, non credi?-"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Tra tutti i giochi

Quello che sa riuscirti meglio

È farmi male…

Ma non per questo ci stai attento

Vedere il sangue ti dà piacere…

Resto in attesa del tuo segnale che

Da inizio al gioco che non sai fermare…

Fino a farmi sanguinare…

Ma va bene così, a me piace così…

Recito i miei lamenti e sembri crederci…

A me piace così, mi sta bene…

È la posta più alta te l’affido qui

A me piace così, mi sta bene così…

Io ti lascio fare

Per provare fino a dove può arrivare

Fino a dove un uomo che pur di non sentirsi morto è pronto a farsi uccidere

Per ciò io ti chiedo di più,

È una rivelazione

Nasce da una semplice constatazione

Lo sai! Lo sai! Lo sai!

Questo nostro gioco io non so se che lo sai

Ma ha una sola conclusione

I miei lividi sono i lasciti di ogni singola emozione

Tu non sai che quel che vuoi donarmi è una liberazione…semplice….”

 

(Mambassa – Il gioco)

 

 

 

 

Era una delle tante giornate afose al Santuario.

Era solo Maggio, ma il sole picchiava forte lo stesso.

Per Nashira solito allenamento, solita fatica.

Aver conquistato l’armatura della Vela, essere ormai un cavaliere d’Argento riconosciuto dall’Ordine non le aveva facilitato la vita anzi; una volta sua, quell’armatura era divenuta per il suo maestro un valido motivo in più per tenerla sotto costante e duro allenamento.

Shura era ancora il suo maestro, armatura o meno, e sempre lo sarebbe stato!

E lui voleva perfezionarla.

In tutto.

Perché lui stesso era riuscito a perfezionarsi solo dopo aver conquistato l’armatura della Decima Casa.

Stavolta però il moro stava forse superando il limite.

-Shura, non ti sembra di esagerare?- Aiolos aveva capito che il tipo di allenamento che l’amico aveva in mente per la ragazza era eccessivo. Erano su una delle piattaforme centrali dell’arena dei combattimenti, quella più bassa, per osservare meglio i movimenti di Nashira.

-Sono semplici automi, li ho testati anche io! Mu li ha progettati con gli scarti delle armature sacre. Sono ottimi strumenti di allenamento, fidati.- La voce secca di Shura fece zittire l’amico che annuì poco convinto.

-Sarà…-

Il Cavaliere del Sagittario era seduto sul bordo della pedana, le gambe a penzolare nel vuoto e la schiena appoggiata ad una delle colonne di marmo che reggevano il tetto. Shura era ritto in piedi, di fianco a lui, le braccia conserte e tutta l’attenzione rivolta alla sua allieva.

Nashira stava imprecando tra sé e sé.

Aveva sentito parlare di quegli automi. Alcuni cavalieri, tra cui Shura stesso, li avevano già testati.

Erano tre perfette sagome umane senza vere forme e prive di lineamenti del viso.

In questo erano pari.

Aveva iniziato a combattere con loro dopo una strana parola pronunciata dal suo maestro, che li aveva azionati senza alcun preavviso.

E non fu semplice affrontarli almeno non subito.

Erano pezzi di metallo, metallo resistente, inscalfibile, metallo divino.

Nonostante gli automi non avessero un vero e proprio cervello, fu complicato per Nashira metterli alle strette.

Ad un certo punto pensò di avere la meglio. Ormai aveva capito come affrontarli, scoprendo una sequenza di movimenti che gli automi ripetevano ad intervalli regolari, o quasi, e Shura dall’alto sembrava compiaciuto del suo operato.

A un certo punto il Cavaliere si mosse dalla sua posizione -Vado a prenderle dell’acqua, sarà assetata!-

-Vuoi che vada io?- Aiolos fece per alzarsi.

-No, rimani pure. Ci metto un minuto.-

Il Cavaliere del Sagittario annuì e tornò ad osservare il combattimento.

Fu un attimo.

Nashira non riuscì mai a capire se avesse commesso lei un errore di calcolo oppure no, ma improvvisamente fu colpita al volto, con estrema violenza, da una di quelle macchine da guerra.

Lei non riuscì a reagire. Aveva sempre difeso il viso, per ovvi motivi.

Come era potuto succedere? Come aveva fatto a distrarsi? Non realizzò subito cosa le fosse successo, sentiva solo un forte dolore alla guancia, ma poi ecco il vento sulla pelle.

La maschera?!

La maschera le si era sfilata dal viso, rotta in due per il colpo ricevuto. Metallo sacro contro metallo sacro.

E quell’errore la fece cadere a terra, colpita di nuovo con violenza dall’automa ancora in piedi.

Aiolos aguzzò la vista e vedendola in difficoltà si precipitò nell’arena dove con pochi colpi ben assestati mise fuori uso l'ultimo ominide di metallo ancora funzionante, non ricordandosi la parola che Shura aveva usato per azionarli.

-Nashira?- le si avvicinò.

-Resta lì! Non ti avvicinare!- La ragazza si teneva il ventre. L’avevano colpita forte e sentiva dolore anche al volto. Ma il dolore più lancinante lo provava guardando la maschera spezzata vicino a lei.

-Nashira fatti aiutare.- Aiolos non l’ascoltò e tentò di afferrarle una mano, ma appena la sfiorò, lei lo cacciò via, attenta a nascondergli il viso.

-Stai lontano, Aiolos!-

-Ma cosa…- Lui non capì subito, ma quando la ragazza fece per alzarsi la vide vacillare e si precipitò a sostenerla, allora vide.

Nashira aveva perso la maschera che giaceva ai suoi piedi spezzata.

Aiolos ebbe un brivido. Un brivido di piacere. Il viso della ragazza era bello, pulito, attraente e lui deglutì a fatica. -Nashira?-

Gli occhi verdi e brillanti come due smeraldi lo guardavano persi, pieni di paura e incertezza. Aiolos ne capì subito il motivo e provò lo stesso smarrimento, conscio del suo ruolo in quello che stava succedendo.

E per una frazione di secondo entrambe si persero l’uno negli occhi dell’altro.

-Nashira?- La voce di Shura li fece voltare e il Capricorno, di fronte a quella scena, si gelò, lasciando cadere per terra la brocca d’acqua che teneva in mano e che si frantumò ai suoi piedi.

-Cosa, cosa è successo?- Era incredulo. Non voleva crederci!

Nashira non indossava la maschera. Il suo volto era libero. Quel volto che tante volte aveva cercato di immaginare senza mai riuscirci veramente.

Nashira abbassò gli occhi e si ritrovò a fissare i due pezzi di acciaio che giacevano ai suoi piedi. Istintivamente si staccò dalle braccia di Aiolos per reggersi da sola. Ma era rigida, immobile.

Si sentiva persa. Sconfitta.

Annullata.

-Maestro?- Le uscì una debole invocazione di aiuto. Cosa doveva fare?

Come un fulmine Shura la raggiunse e la prese per le spalle, preoccupato, perché la vide sofferente e sconvolta. Ma non quanto lui, i suoi occhi a quella visione si erano spiritati.

Aveva davanti a sé la creatura più bella che avesse mai visto. Più bella quasi di Atena, osò pensare, blasfemo.

Con una mano le accarezzò il volto, la pelle pallida della ragazza divenne fuoco a quel contatto improvviso. -Stai bene?- vide che aveva il volto graffiato e la guancia gonfia.

Lei annuì. Ma non riusciva a parlare.

Shura non stava ragionando, era mosso dall’istinto e dal desiderio. Vederla in volto per la prima volta gli aveva suscitato un terremoto dentro. Un terremoto che aveva sentito molte volte quando l’aveva vicina e a cui ora poteva dare un nome: amore.

Era innamorato di lei?

Passò d’istinto un dito sulle labbra rosse e morbide della giovane e fissandola dritto negli occhi disse -I tuoi occhi sono verdi!- una constatazione.

Aveva sempre creduto fossero marroni, invece no.

Verdi come un bosco in estate, come smeraldo puro.

Poi come se se ne fosse ricordato solo in quel momento alzò lo sguardo verso Aiolos.

-Tu…tu... ?- non riusciva a dirlo.

Aveva capito di essere innamorato della sua allieva, di volerla e desiderarla, ma aveva anche capito che cosa era successo. Aiolos ne aveva visto il volto per primo.

E la legge del Santuario era chiara e semplice.

Inviolabile.

Aiolos annuì. Shura strinse i pugni per la rabbia e lanciandogli uno sguardo gelido se ne andò via avvolto dal fruscio del suo mantello.

Aveva mille sentimenti contrastanti dentro di sé. Tristezza, rabbia, odio… paura. E Aiolos, che lo conosceva bene, percepì ogni sfumatura di quello sguardo gelido che raramente il Capricorno gli aveva rivolto.

Sapeva che le cose non sarebbero dovute andare così. Perché non aveva insistito per andare lui a prendere l’acqua? Ora ci sarebbe stato Shura al suo posto, come era giusto che fosse! Quei due erano innamorati, lui… lui non c’entrava niente!

-Aiolos?- La voce di Nashira lo fece ridestare da quei pensieri. Le si avvicinò di nuovo.

-Stai meglio?-

Ma lei non rispose. Lo fissò con gli occhi pieni di lacrime -Cosa devo fare? Io…io- lasciò cadere quelle lacrime amare -Io sono innamorata di lui…-

-Lo so- Velocemente il ragazzo raccolse i pezzi della maschera e glieli porse. -Tieni- poi prese un bel respiro. -Io credo che anche lui sia innamorato di te. Devi decidere tu Nashira. Solo tu puoi decidere il nostro destino.-

Nashira non riuscì a rispondere, continuava a buttar fuori quelle lacrime che odiava e che la portarono a scappare da lui quando Aiolos tentò di sfiorarle una mano.

Il tocco di Shura sulle sue labbra e i suoi occhi ardenti le bruciavano ancora sulla pelle e dentro il cuore.

Sapeva da chi andare. Dite! Solo lui poteva aiutarla, lui era un amico, e se anche l’avesse vista senza maschera non sarebbe cambiato niente.

Ormai il danno era fatto.

 

 

 

Rimasto solo Aiolos decise di seguire Shura alla Decima Casa.

Dovevano parlare di quello che era successo.

-Shura?- il cavaliere del Sagittario entrò titubante. Trovò l’amico in ginocchio davanti alla statua della dea Atena.

Quell’enorme statua che troneggiava nel salone principale.

-Perché? Perché?!- Shura lo ripeteva come un mantra, i pugni serrati, le nocche delle dita sporche di sangue perché battute con violenza sul pavimento di marmo, le lacrime agli occhi.

-Shura?- La voce dell’amico lo fece sobbalzare. Shura voltò di scatto la testa e Aiolos si sentì perforare da quegli occhi scuri.

-Aiolos…- si sentiva impotente.

L’amico gli si avvicinò lentamente e gli mise una mano sulla spalla. -Mi dispiace, Shura! Dovevi essere tu! Non io!-

-Cosa hai intenzione di fare?- Shura era serio.

-Sai che non sono io a dover decidere! È Nashira!-

Shura si aggrappò all’armatura dell’amico. -Aiolos io…io credo di essermi innamorato di lei!-

-Lo so! E lei è innamorata di te! Shura ascoltami, io non potrei mai accettare di combattere contro di lei. Ma non posso neanche amarla sapendo quello che ti lega a Nashira! Non ci ha visto nessuno, possiamo fare finta che tu l’abbia vista per primo, non io!- Aiolos lo stringeva a sé, sentendolo però mugugnare con dissenso alle sue parole. -Shura! Per tutti gli dei, ascoltami! Poche sacerdotesse hanno combattuto e poche ne sono uscite vive e vittoriose! Lo sai meglio di me! E sai bene come lei ne uscirebbe a pezzi se dovesse battersi contro di me. Anche tu l’hai vista in viso, dammi ascolto! tu l’hai vista, non io!-

-Aiolos! Non parlare così!- Shura lo riprese subito. -È la legge di Atena e lei deve fare una scelta….Quindi ti prego, dimmi cosa farai se Nashira sceglierà di amarti!- La voce gli si fece dura.

Shura voleva una risposta.

-Shura ascoltami! Nashira è molto bella, oggi ne abbiamo avuto la conferma. E non posso negare che la potrei amare, ma… guardami!- Aiolos scosse l’amico che a quelle parole aveva abbassato lo sguardo. -Shura guardami! Da quanto ci consociamo io e te?... Non ti farei mai del male, mai! Tu, tu per me sei più di un fratello… tu… tu sei…-

-Aiolos…- un sussurro appena.

Shura alzò la testa e si ritrovò il volto dell’amico a pochi millimetri dal suo.

Non poté evitarlo. In quel momento non voleva evitarlo. Il bacio fu improvviso, ma dolce. Come solo Aiolos sapeva essere.

Come gli aveva già dimostrato quella sera di molti anni prima…

Sei la mia capretta testarda! Lasciati andare Shura,! Ti insegno io a fare l’amore…”

-Shura io sono legato a te. Anche se quella ragazza mi attrae, anche se le voglio bene io so che tu la vuoi più di te stesso… io non potrei mai farti del male o tradirti…-

A quelle parole Shura si irrigidì. Lo guardò fisso negli occhi e per un secondo si dimenticò di Nashira per affrontare un fantasma che si portava dentro da troppo tempo. Un fantasma che gli pesava dentro lo stomaco e che non aveva mai avuto il coraggio di combattere.

-Tu non mi tradiresti?- lo ripeté a bassa voce -Già, tu non sei un traditore Aiolos, vero?- ma non trattenne il tono sarcastico -Tu non hai tradito Saga? Tu non mi hai usato per vendicarti di lui, vero?- la voce di Shura era una supplica, era come se lo stesse implorando di non distruggergli quell’unico ricordo di amore che aveva nel cuore.

-Shura?- Aiolos si senti male a quelle parole, le sentì infilarsi subdole dentro il suo petto, come delle frecce avvelenate e sentiva il veleno nato dal senso di quelle parole invadergli il sangue e il corpo. -Non ti ho mai usato! Mai!- Glielo urlò in faccia, con voce isterica, costringendolo a guardarlo.

-Ma non ti sei più avvicinato a me, Aiolos. Dopo quella notte non ti sei mai più…-

-Mi dispiace!- Aiolos lo interruppe. -Ero consapevole che il mio atteggiamento ti avrebbe creato dei pensieri, e davvero mi dispiace! Dopo la partenza di Saga, dopo aver capito che lui aveva fatto la sua scelta e che quella scelta non ero io… avevo perso fiducia. In tutti. Lui non era solo il mio amante, lui era un fratello, un amico… un complice! Vi abbiamo cresciuti assieme, tutti voi. Poi, tu ti sei legato a me, subito. Non so per quale motivo, ma volevi solo me e io non ho potuto che lasciarmi vincere dalla tua dolce testardaggine. Non volevo cedere con te Shura, credimi! Ma tu sei… tu sei speciale! Hai un carattere duro, determinato ma sai essere anche dolce e dai l’anima per le persone a cui tieni. Poi sei bello, di una bellezza selvaggia ma pulita, incorruttibile…-

-No! Io non sono così!- Shura stava tremando. Si sentiva esplodere dentro, la sua rabbia repressa da troppo tempo ora si stava mescolando al rancore di vecchi ricordi e alla paura di perdere Nashira.

Aiolos sospirò -Io ti ho voluto con tutto me stesso! Credimi! Ricordati di quella sera! Ricordati di come ti ho lasciato prendere il sopravento, di come ti ho lasciato fare quello che volevi, insegnandoti ad essere meno rude, meno istintivo, insegnandoti ad amare l’altra persona… Credi che lo avrei permesso a chiunque?- Anche Aiolos iniziò a liberarsi di qualcosa che teneva dentro da tempo. -Non dimenticherò mai Saga. Io lo amo! Volevo sapere se potevo fidarmi di nuovo di qualcuno. E tu me lo hai fatto capire, solo che… ho anche capito che non potevo innamorarmi di te…-

Shura sbiancò -Perché?- in realtà non era sicuro di volerlo sapere davvero.

-Perché tu eri già innamorato di qualcuno… e non di me! Quella sera tu eri con me fisicamente, ma con la testa eri da un’altra parte, quando ti sei addormentato hai sognato. E hai sognato Nashira, invocandola più volte. Solo tu non ti sei mai reso conto di essere innamorato di lei.- Aiolos si addolcì.

-No! Aiolos io… io sono stato male per causa tua! Mi sono sentito colpevole, usato… sporco per causa tua!- Aiolos a quelle parole tremò. Shura non ci stava capendo più niente, si sentiva perso in un limbo nero, lugubre. Perso in sentimenti che lo stavano rendendo confuso.

Gli era piaciuto amare Aiolos, gli era piaciuto farsi spogliare da lui, farsi accarezzare da lui! Baciarlo, sentirne il sapore della pelle, l’odore! Sentirlo suo… completamente suo.

Essere due corpi uniti in un unico essere.

Però era anche vero che quella ragazza lo stava tormentando. Era sempre stato attento a non commettere errori con lei, era il suo maestro in fin dei conti. Aveva sempre controllato la maschera ed aveva sempre fatto attenzione a non trovarla senza! Non era cieco, però, e l’aveva vista mutare nel fisico, non più una bambina dalle forme acerbe ma una donna meravigliosa.

Ed era attratto da lei.

Questo era vero.

Ecco perché si infuriava se Death gli faceva notare che non era più una bambina, ma una bella ragazza fatta di carne e desideri.

E lui era un uomo ugualmente fatto di carne e desideri, ed ora lui desiderava lei più di ogni altra cosa. E non era come con Aiolos, no! Lui aveva voluto Aiolos e se lo era preso alla prima occasione. Lui ed Aiolos erano uniti da un legame profondo, ma l’amore era un’altra cosa. Amore era essere pronto ad uccidere lui stesso Aiolos per evitare a Nashira di fare una scelta. Amore era sentire la voglia di prendere la ragazza per mano e portarsela via, lontano, dove non esistevano maschere, armature, il tempio ed Athena.

Per lei lo avrebbe fatto?

Avrebbe tradito Atena per amore?

Non lo sapeva e non lo capiva.

E lui odiava sentirsi confuso e perso.

-Shura?- Aiolos lo richiamò a se, gli occhi dolci e pieni di comprensione. Shura si lasciò catturare da quello sguardo ancora una volta.

Quella dolcezza innata che contraddistingueva il Sagittario e lo rendeva unico, quella delicatezza, quella preoccupazione per gli altri che lo avevano attratto subito. Lui piccolo orfano bisognoso di attenzione. Semplice e puro affetto.

Amore.

Shura si strinse tra le braccia dell’amico, come faceva quando era più piccolo e Aiolos era sempre pronto a consolarlo e aiutarlo.

-La mia piccola capretta. Ti voglio bene Shura, non ti farei mai soffrire… la mia più grande paura è deluderti!-

-Non mi deluderai mai Aiolos! Come potresti!-

Sei la mia capretta testarda! Lasciati andare Shura,! Ti insegno io a fare l’amore…

 

 

 

Afrodite stava sorseggiando dell’ottimo vino italiano seduto nel suo giardino di rose.

Erano ancora sane, belle e pulite, non ancora avvelenate ma comunque destinate a diventare il suo strumento di morte preferito.

Rifletteva su alcune cose che stavano succedendo al Tempio da un po’ di tempo, cose strane: aveva notato movimenti insoliti, il Sacerdote che non sembrava più lui, la scomparsa di Saga e la voce che Athena si fosse reincarnata o lo stava per fare. Ne aveva parlato con DeathMask ma al solito quello zotico gli aveva dato del paranoico sotto stress.

-Forse è vero, forse sto solo esagerando! Mi serve una vacanza!- si massaggiò la fronte stanco. Poi sentì una voce che lo stava chiamando. -Nashira?-

Si alzò di scatto.

La ragazza lo raggiunse, stava piangendo ma soprattutto era senza maschera.

-Per Atena! Cosa diavolo è successo? Dimmi cosa è successo?- Dite la strinse a sé, sapeva che era scoppiato un casino.

Ora bisognava solo risolverlo.

La fissò in viso e ne rimase abbagliato. Era bella, non che la cosa lo stupisse più di tanto, lo aveva sempre immaginato. Ma era una bellezza strana, la sua, semplice e pulita: labbra rosse e morbide, lineamenti quasi nobili, occhi verdi come due smeraldi.

-Come è potuto succedere?-

-È capitato tutto all’improvviso! Mi… mi stavo allenando con gli automi ideati da Mu! Io non capisco, Dite! Shura controlla l’armatura tutti i giorni, maschera compresa. Mi hanno colpito al viso e la maschera si è spezzata…- si stringeva a lui come ad un fratello. Aveva bisogno davvero di aiuto. Era piena di confusione.

-Metallo divino contro metallo divino…- Afrodite lo sussurrò tra sé. -Chi ti ha vista? Dimmi che è stato Shura, ti prego?!-

-Aiolos. Mi ha vista Aiolos e dopo pochi secondi è arrivato Shura.-

Dite sospirò. -Aiolos…- Dite ebbe un brivido. -Non poteva andare meglio di così…- ironia nella voce.

-Perché? Dite perché è andata così? Perché non mi ha vista Shura? Io lo amo, sono innamorata di lui! Io non voglio Aiolos!-

Nashira era scossa da brividi. Cercando di calmarla, Afrodite le prese il volto tra le mani, quel volto sconosciuto eppure così familiare. -Lo so Nashira. Ma la legge è chiara! Shura cosa ha fatto?-

- Scappato! credo che Aiolos gli sia andato dietro…-

-Bene se non si scannano adesso, quei due non lo faranno mai più!-

Dite la prese per mano e la fece sedere sui gradoni dell’ingresso della sua casa. -Nashira, è semplice. Tu sei un cavaliere, ma sei anche una donna. Per questo il tuo volto deve restare nascosto. Perché non sei come le altre. Tu sei votata ad Athena. Ma questo lo sai! Lo hai sempre saputo! Se malauguratamente un uomo dovesse vedere il tuo viso, tu puoi scegliere di amarlo o combattere contro di lui fino all’ultimo sangue. Sono poche le sacerdotesse che hanno dovuto fare questa scelta e poche sono quelle che hanno deciso di combattere. Quasi tutte hanno scelto di concedersi all’uomo che le aveva viste, anche senza amore, per poi abbandonare l’ordine.- Dite esitò un attimo. -Tu però sei diversa dalle altre e sei nata per combattere…- Afrodite l’aveva vista in azione un paio di volte ed era convinto che quella ragazza avesse un potenziale micidiale. -Sono dell’idea che se decidessi di combattere seriamente, potresti anche uccidere Aiolos…- e alle sue stesse parole Dite ebbe quasi un brivido di piacere.

Uccidere il prediletto di Atena.

-No!- Nashira lo urlò.-Io non voglio combattere con Aiolos. No! Io non posso, Dite…- la ragazza alzò il volto arrossato, non piangeva più ma aveva lo sguardo perso.

-Allora devi concederti a lui.- La sentì tremare dentro il suo abbraccio. -La tua purezza Nashira, la tua verginità è il premio che ogni uomo brama. Non credo che Aiolos si farebbe problemi ad amarti, sei bellissima, però lui è molto corretto, lui sa che tu ami Shura e credo sappia cosa Shura sente per te! Solo quell’imbecille di un caprone si ostina a non capirlo!- sospirò -Certo, la parola amore è complicata, si può amare qualcuno anche nel senso di volergli molto bene ma senza desiderarlo fisicamente. O si può desiderare qualcuno fisicamente senza esserne troppo innamorati…- Dite si perse un attimo nelle sue parole chiedendosi quale fosse la sua situazione nei confronti di DeathMask ma poi tronò alla ragazza per evitare isterismi non adatti a quel momento.

-Dite, io non credo che Shura sia innamorato di me…-

-Questo lascialo dire a chi se ne intende più di te! Tu sei inesperta! Quella capra testarda è cotta di te! Solo che è troppo razionale e orgoglioso per ammetterlo! Aiolos si sentirà malissimo, si è trovato tra voi due, da ostacolo…-

-E se rinunciassi all’armatura?- Nashira alzò il volto arrossato.

-Ma non dire sciocchezze! L’armatura è tua per diritto!- Il cavaliere dei Pesci saltò su con tono arrabbiato.

-Non posso affrontarli! Aiolos e Shura sono legati da molto tempo, e il loro legame è profondo, è molto più di un semplice legame tra amici…-

-Lo so…- Dite sorrise amaramente. -Ma non puoi solo svicolare! Non è nel tuo sangue, tu sei nata per essere una guerriera! Ascoltami... torna da loro e agisci secondo quello che ti dice il tuo cuore. Tu non vuoi scappare, io lo so. Lo sento! Il tuo cuore non vuole scappare! Vai da loro e affrontali!-

Nashira lo guardò mordendosi il labbro inferiore.

-Ho paura… non posso combattere contro Aiolos! Non voglio combattere contro di lui!- Lo ripeté ancora come se dicendolo potesse evitare di fare una scelta.

-Nashira! Devi decidere tu! È il tuo destino, e qualunque decisione prenderai io sarò dalla tua parte!-

-Decidere io?...- la voce debole della ragazza fu un sussurro che si andò a perdere con il vento tiepido. Nashira guardò le scale che scendevano verso le case sottostanti quella di Dite. Si alzò e decise di seguire davvero il suo istinto.

-Ti prego dimmi che riuscirò a prendere la decisione giusta!-

-Certo che ci riuscirai!- Afrodite annuì convinto e la osservò scendere quella scalinata di marmo freddo e indistruttibile con fare fiero da vero cavaliere.

 

 

Nashira rimase fuori dall’entrata della Decima Casa per un tempo indefinito. Fissava la maschera che aveva tra le mani. Le sembrava strano tenerla lì, separata da lei. Separata dal suo viso, dalla sua pelle. Solo in quel momento si accorse di quanto fosse bella la sensazione di libertà del suo volto senza quella piccola “gabbia”, quanto fosse bello sentire il fresco sulla pelle, quanto fosse più chiara la sua visuale.

Eppure, quella era sempre stata la sua difesa.

Ora, invece, era una semplice nemica.

Decise di entrare. Doveva entrare e affrontarli.

Avrebbe preso una decisione trovandoseli davanti agli occhi. Seguendo i battiti del suo cuore.

Avvertì perfettamente i due cosmi, si trovavano tutti e due lì dentro e la cosa la fece tremare un poco e tremò ancora di più quando vide che si stavano baciando nella stanza di Shura, le armature abbandonate sul pavimento gelido.

-Promettimi che la proteggerai, Aiolos…- La voce di Shura si faceva sentire debole tra un bacio e l’altro. Spezzata da un qualche sentimento che Nashira non capiva se fosse dolore o piacere.

-Farò tutto quello che può renderti felice…- le mani di Aiolos scorrevano delicate sulla pelle dell’amico, accarezzandolo e cercando di dargli un qualche conforto.

Nashira ebbe un moto di stizza e rabbia. Eccola lì la verità, limpida e reale davanti ai suoi occhi: quei due si amavano. Era lei ad essere l’intruso, e non poteva farci niente.

-Caro Dite, ecco il modo in cui mi ama Shura!- lo disse a denti stretti.

L’istinto le disse di andarsene, di lasciare tutto, il tempio, l’armatura… Shura! Ma a quel pensiero un nodo le legò lo stomaco.

Voleva andarsene ma qualcosa la stava trattenendo, non capiva bene cosa ma poteva immaginarlo. La bellezza dei due ragazzi, il legame che la univa ad entrambi, la voglia di essere amata da loro, la voglia di essere desiderata da Shura nello stesso modo in cui lo vedeva desiderare Aiolos.

Non provava gelosia e il piccolo moto di rabbia era passato, voleva solo essere “amata” dal suo maestro ed era disposta a tutto pur di averlo. Anche ad accettare Aiolos tra loro.

Non riuscì a trattenersi ed entrò in quella stanza.

Shura arrossì imbarazzato, Aiolos vedendola comparire sorrise, ma senza malizia.

La malizia non faceva parte di lui.

E fu proprio Aiolos a parlare per primo. -Nashira?! Hai deciso come vuoi comportarti con noi?-

Gli occhi di Shura a quella domanda passarono dall’amico alla sua allieva. Erano pieni di desiderio, desiderio di sapere che cosa sarebbe successo di loro.

-Io… io… non posso!- la ragazza si lasciò cadere in ginocchio. -Non posso amarti Aiolos!-

Shura le si avvicinò e d’istinto la strinse a sé, forte. Quasi a soffocarla. Come per dirle “Tu sei mia. Io lo so!”

-Shura…- era una delle poche volte che Nashira lo chiamava per nome e lui ebbe un brivido. -Io sono innamorata di te. Non posso amare Aiolos!-

Il cavaliere del Sagittario sapeva che doveva essere così. Fissò l’amico che lo guardò perso. Shura non sapeva cosa fare e Aiolos tentò ancora di convincerlo.

-Io lo so cosa fare Shura! Te l’ho già detto! Tu l’hai vista per primo… non io! E non dire il contrario! Nessuno saprà la verità!- Aiolos si avvicinò a loro e Nashira a quelle parole si illuminò di speranza.

E il Capricorno vacillò. Stava per cedere, perso nel calore del corpo della ragazza che stava stringendo. Ma poi i suoi occhi si posarono sulla statua di Atena che troneggiava su di loro con il suo sguardo severo, freddo.

E si sentì colpevole di quel pensiero, di quella debolezza.

Lui era un Cavaliere d’Oro, aveva sputato sangue per esserlo, eseguendo sempre il suo dovere. Non avrebbe mai tradito Athena, non l’avrebbe mai delusa e di sicuro non avrebbe mandato tutto a puttane per una semplice debolezza!

Ma era una semplice debolezza?

Si staccò bruscamente da lei. -No! È la legge di Atena, Aiolos, e noi non possiamo contraddirla! Lei deve fare una scelta!-

-Io non voglio combattere con lei, Shura!- Aiolos si stava spazientendo. Discutere con Shura era sempre sfiancante per lui - E non voglio che mi si conceda quando lei ama te! Questa è un’idiozia. E tu… tu ami lei! Sei tu il prescelto, non io! Io non sono nulla, mentre tu, tu sei tutto per Nashira.-

-Nashira!- La voce austera di Shura la fece sobbalzare, lei si raddrizzò d’istinto, abituata ad obbedire ai suoi ordini. -Prendi una decisione. Ora! Combatti contro Aiolos o…- tremò nel dirlo -O concediti a lui!- Shura stava facendo una gran fatica a mantenere il suo solito sangue freddo. Si sentiva male, aveva la nausea, avrebbe voluto fare tutto il contrario di quello che stava facendo. Ma Atena lo stava guardando.

Dura Lex, sed Lex.

-Scegli!-

Nashira posò i suoi occhi in quelli del maestro. Lo vide freddo, irremovibile, lo vide incatenato al suo senso del dovere, sottomesso solo ad Atena. Shura avrebbe potuto accettare di perdere lei, di perdere Aiolos, ma non di perdere Athena.

Ma anche lei era un cavaliere e qualcosa le si smosse dentro. Non si era mai sentita una donna, una sacerdotessa. Lei era un Cavaliere d’Argento ed era forte. Se lui l’avesse messa alle strette lei avrebbe accettato, ma non senza conseguenze!

-Aiolos io ti concedo il mio corpo.- Parlò con freddezza, con tono incolore, fissando il Sagittario che a quelle parole spalancò gli occhi incredulo mentre Shura si sentì morire dentro.

-Ti concedo il mio corpo ma non me stessa e questo lo sai, ma lo farò solo se Shura sarà presente. Io lo voglio con me.- E rivolgendosi al suo maestro -Io ti voglio con me!-

-Cosa?- Shura sbottò incredulo e per la prima volta la vide pronta a fargli la guerra. L’aveva vista combattere, aggressiva e forte come una tigre, un nemico da temere. Ma mai si era rivoltata contro di lui e sentì un moto di timore dentro di sé.

-Io concedo ad Aiolos la mia verginità e dopo tornerò ad essere un Cavaliere, ma voglio che tu sia con me. Se non lo accetterai, io non solo mi concederò a lui ma diventerò la sua amante, rinuncerò all’armatura e a te. Andrò a vivere da lui e ti rinnegherò come maestro.-

-Nashira…- Shura si sentiva cedere le gambe.

-Voglio che sia tu a prepararmi per quello che mi aspetta, perché io non ne so nulla e tu sei il mio maestro e me lo devi! Preferisci sopportare per una sera che Aiolos si prenda quello che vorrei dare a te e che tu vorresti, oppure preferisci vedermi andare via da te per sempre? Io speravo che tu mi salvassi da tutto questo!-

-Come? Dimmi come?-

-Mettendo per una volta da parte la tua integrità morale! Ma il tuo orgoglio vince su qualsiasi tipo di sentimento ti leghi a me. Perfetto. Io ho fatto la mia scelta… ma tu devi decidere il nostro destino…-

Nashira voleva metterlo in difficoltà, ferirlo! Perché forse era vero che lui l’amava, ma non era ancora pronto a dimostrarglielo.

Aiolos non fiatò. Riguardava loro due e stava apprezzando la risolutezza della ragazza nei confronti di Shura.

-Maestro… cosa vuoi che faccia?-

Shura deglutì a fatica, una saliva amara come veleno. Vederla rinunciare all’armatura dopo tutti i sacrifici fatti, vederla rinunciare all’ordine, lei che era un cavaliere nato, vederla tradire Atena, poteva sopportarlo? Ma soprattutto poteva sopportare di vederla concedersi ad Aiolos e accettare che lui se la portasse via?

Le si avvicinò conscio di quanto diventasse impossibile per lui ragionare con lei vicino.

-Sei forte, e ora so anche quanto tu possa essere micidiale. Tu sei una mia creatura, io ti ho fatta diventare quello che sei… tu! Tu sei mia!-

-Io sono tua!- ripeté lei -Per questo devi guidarmi verso quello che mi aspetta. Solo tu puoi farlo…-

Shura le prese il viso tra le mani, baciandola. Lo fece piano, con dolcezza, anche se un lieve bacio tra di loro c’era già stato, stavolta non c’erano maschere a dividerli. Non voleva spaventarla ne farle del male, voleva farle capire cosa sarebbe successo. Perché era vero!

Doveva essere lui a fare tutto questo.

Era compito suo.

Lui era il suo maestro da sempre.

E si ritrovò per la prima volta a maledire il destino che gli aveva affidato un’allieva femmina.

Aiolos lo vide condurla nella sua camera e li seguì; un brivido gli corse lungo la schiena quando si rese conto di quello che stava per succedere. Da quanto tempo non toccava una donna? Ci sarebbe riuscito?

Il fantasma di Saga si aggirava ancora nel suo cuore, però lui non aveva mai sdegnato il corpo femminile, Nashira era molto bella e desiderabile e Shura aveva deciso di essere presente.

Fosse sarebbe riuscito a coinvolgerlo, rendendo la situazione molto più piacevole anche per la ragazza. Se così non fosse stato, allora Shura avrebbe imparato una dura lezione.

Nashira si lasciò guidare da Shura, come aveva sempre fatto in tutta la sua vita. Distesa sul letto si godeva le carezze e i baci via via sempre più impetuosi del ragazzo, e non le importava se Aiolos era lì, con loro, non le importava sapere che sarebbe stato proprio Aiolos ad amarla.

C’era Shura con lei e questo le bastava, coltivando nel cuore la speranza che all’ultimo Shura ci ripensasse, accettando il compromesso proposto da Aiolos.

Ma non fu così.

Shura alzò gli occhi fissando l’amico e questi si avvicinò come se quello sguardo fosse stato per lui un cenno di permesso.

Da solo, di suo istinto non l’avrebbe mai toccata; anche se lei aveva deciso di concedersi a lui, lei non gli apparteneva.

Nashira apparteneva a Shura.

Aiolos non era Shura.

Nashira lo sapeva bene.

Aiolos era bello. Di una bellezza oggettiva che ti lasciava senza fiato. Ed era premuroso, di una dolcezza paurosa. La toccò come se avesse avuto cristallo tra le mani, bello ma fragile. La differenza era evidente tra i due e Nashira capì perché Shura avesse paura di essere al posto di Aiolos pur desiderandolo da morire. Shura in certe situazioni non sapeva controllarsi.

Aiolos non le avrebbe fatto male. Lui sì.

Eppure rimase al suo fianco, tormentandosi dentro di sé perché la voleva come non aveva mai voluto niente in vita sua. La voleva più di quanto avesse desiderato l’armatura. Peccato se ne rese conto troppo tardi.

E aveva troppa paura di rischiare. Così le strinse le mani quando Aiolos entrò in lei e inizialmente dovette sostenere il suo sguardo perché Nashira continuava a guardare lui anche se era Aiolos quello che stava facendo l’amore con lei. Shura capì il suo errore ma non poté tornare indietro. La teneva tra le sue braccia, la sentiva rigida, immobile ma poi qualcosa si ruppe e lei poté sciogliersi.

Lasciarsi andare.

La dolcezza di Aiolos era sincera e Nashira decise di accettarlo.

Il gioco si fece più intenso, Aiolos cercò di far capire a Shura che doveva partecipare anche lui, passando le sue attenzioni da Nashira al ragazzo, non privando l’amico delle sue carezze e dei suoi baci.

E il Capricorno si sentì spezzato in due, era conscio di averla delusa e di aver perso la sua occasione, ma era anche conscio che stava facendo la cosa giusta affidandola ad Aiolos.

Il suo dolce e premuroso Aiolos.

Per questo non divenne mai un vero gioco a tre.

 

 

 

 

  
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