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Autore: vittoriaM20    16/03/2016    5 recensioni
Dal testo:
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
Selene Brandon è una ragazza studiosa, orgogliosa e insicura. Sirius Black.. Beh, sappiamo tutti chi è Sirius Black.
I due si incontreranno ad Hogwarts e, tra intrecci e triangoli amorosi, si innamoreranno. Ma troveranno qualche ostacolo: la loro testardaggine e il loro orgoglio non saranno gli unici impedimenti.
Questa non è solo una storia d'amore, ma è anche una storia di coraggio e di amicizia. Una storia in cui la vita dei protagonisti non sarà tutta rose e fiori, anzi: dovranno affrontare parecchie difficoltà e le supereranno insieme. Inganni e bugie tormenteranno le loro vite, ma alla fine scopriranno la verità.
{Questa storia parte dall'epoca dei Malandrini e non ho ancora deciso quando finirà. Sicuramente arriverò alla Seconda Guerra Magica.}
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Alle mie adorate lettrici
Che mi sostengono
e sono fonte
della mia ispirazione
Lucius osservava con il ghigno altezzoso che lo contraddistingueva i suoi eredi mentre dormivano beatamente; avevano già sei mesi e lui aveva passato pochissimo tempo con loro. Nella culla blu Draco dormiva composto, con i suoi capelli folti, biondi e lisci come quelli di suo padre; nella culla affianco di colore rosa, giaceva, invece, la piccola Alhena con la copertina attorcigliata attorno alle sue gambe e i suoi capelli biondi, ricci e ribelli, scompigliati come sempre. Narcissa poggiò una mano sulla spalla di suo marito e si mise a contemplare con lui i suoi figli.
"Sono bellissimi, vero? Draco è identico a te.." ammise la donna innamorata dei suoi gemellini e di suo marito.
Lucius annuì impercettibilmente; il suo sguardo era fermo sulla culla rosa.
"Da chi ha preso quei capelli ricci Alhena?" chiese a sua moglie.
Narcissa in quel momento si sentì il cuore in gola; possibile che Lucius avesse qualche sospetto? Era impossibile, i bambini potevano benissimo passare per fratelli nonostante i capelli ribelli di Alhena.
"Nella mia famiglia hanno i capelli ricci, ho sempre invidiato i capelli di Bella e di Andromeda.."
"Le danno un'aria disordinata." sentenziò Lucius.
"E' solo una bambina di sei mesi, Lucius..." disse sorridendo Narcissa.
L'uomo annuì, lanciò un ultimo sguardo fugace sui bambini e andò via, seguito da sua moglie.
Era ora di cena, e l'elfo domestico di casa Malfoy aspettava con ansia di servire i suoi padroni.
Il lungo tavolo da pranzo sembrava quasi messo lì a posta per tenere lontani i due giovani sposi, seduti ai capi opposti. L'elfo servì la cena e nella stanza calò un silenzio quasi imbarazzante, uno di quei silenzi che Narcissa non poteva sopportare. Possibile che suo marito fosse così freddo con lei? Da quando la guerra era entrata nel vivo, Lucius, tanto preso dal desiderio di diventare il seguace più fedele del Signore Oscuro, era diventato distante. Aveva pensato che con la nascita dei loro figli tutto sarebbe cambiato, ma diventava sempre più convinta che solo con la fine di questa maledetta guerra, suo marito sarebbe tornato quello di prima. Non che Lucius fosse stato mai particolarmente affettuoso e cerimonioso; nemmeno Narcissa amava esternare i suoi sentimenti, ma con suo marito era diverso. Narcissa e Lucius non si erano sposati per compiacere i loro genitori che desideravano un matrimonio combinato, un matrimonio giusto, con il fine di mandare avanti le vecchie tradizioni di famiglia. Loro due si erano conosciuti a scuola, si erano innamarati e il loro matrimonio era stato approvato da entrambe le famiglie. Due purosangue innamorati: strano a dirsi. Narcissa si sentiva fortunata paragonandosi a sua sorella Bellatrix, che aveva sposato Rodolphus Lestrange con leggerezza, come se fosse normale sposare una persona che non si ama e che si non conosce. Per Narcissa e Lucius era diverso, loro due erano legati da un profondo legame che, purtroppo, in quel periodo sembrava non fosse mai esistito.
"Ho fisto tua sorella Bellatrix." disse Lucius mentre sorseggiava del vino elfico.
"Ormai vedi più tua cognata che tua moglie.." rispose amara Narcissa.
"Smettila Narcissa."
Il tono di voce di Lucius era così severo che il sangue puro di Narcissa si gelò nelle sue vene.
"Se la vedi di nuovo chiedile di venirmi a trovare quando può. Vorrei presentarle i suoi nipoti."
"Sarà fatto."
 
Il mattino dopo i coniugi furono svegliati dal pianto disperato di uno dei gemelli. Lucius, vedendo che sua moglie stentava ad aprire gli occhi, decise di alzarsi per tranquillizare uno dei suoi figli. Alhena si dimenava nella sua culla e piangeva disperata alla ricerca di sua madre. L'uomo, che portava sulla spalla  una lunga coda di capelli biondi, guardò la bambina indeciso sul da farsi; se avesse continuato a piangere avrebbe svegliato anche Draco, che invece dormiva tranquillo. Lucius così si convinse a prendere in braccio Alhena e la bimba subito si calmò, tanto era intenta ad osservare l'uomo di fronte a lei con i suoi occhioni grigi. Quello sguardo curioso e impertinente quasi indispettì Lucius, ma non appena comparve un sorriso su quel piccolo viso, non potè far a meno di sorridere anche lui. Si sedette con Alhena tra le sue braccia sul letto; Narcissa si era svegliata nel frattempo e guardava rapita suo marito e sua figlia sorridere.
"Credo che lei ci darà del filo da torcere.." ammise Lucius con un piccolo sorriso appena accennato sulle labbra e gli occhi fissi su sua figlia.
"Lo penso anche io."
 
-
 
Qualche giorno dopo casa Malfoy fu invasa dall'esuberante presenza di Bellatrix Lestrange.
"Cissy, che bello vederti!" disse la strega con voce squillante.
Era vestita di nero dalla testa ai piedi, un bustino di pelle le stringeva in modo esagerato la vita e i suoi capelli ricci e neri, raccolti con grande maestria in un'acconciatura, fluttuavano attorno al suo viso candido. Gli occhi neri di Bellatrix scrutarono con arroganza la sorella.
"Bella, sono contenta che tu sia venuta a trovarmi."
"Sì, sì.. - disse con sufficienza la signora Lestrange - Cosa volevi dirmi?"
Narcissa guardò con stupore sua sorella che sembrava non vedere l'ora di correre dal suo Signore Oscuro.
"Veramente io..." iniziò a dire Cissy imbarazzata.
"O volevi farmi vedere qualcosa?"
La minore delle sorelle guardò arrabbiata l'altra e se non fosse stata sua sorella l'avrebbe volentieri incenerita con il potere di un suo sguardo.
"Dai, sto scherzando Cissy - disse Bellatrix ridendo sguaiatamente - Come stanno i marmocchi?"
Alla fine le due sorelle Black si ritrovarono nella stanza dei bambini, dove Draco e Alhena, sotto gli occhi stanchi e allo stesso tempo attenti dell'elfo domestico, giocavano e ridevano tra loro.
"Che mostriciattoli." commentò la maggiore con un po' di disprezzo..
"Bella!" la rimproverò Narcissa ridendo.
Sua sorella non aveva mai avuto uno spiccato istinto materno; non era come tutte le giovani donne con il sogno del vero amore, l'ambizione di avere una bella famiglia e dei figli. No, Bellatrix aveva come suo unico obiettivo quello di essere la più leale e fedele seguace di Voldemort e avrebbe dedicato tutta la sua vita a lui.
"Ultimamente tutti si mettono a fare figli.. " commentò sarcastica Bellatrix.
"A chi ti riferisci?" chiese curiosa Narcissa.
"Ai Paciock, al nostro amato cuginetto Sirius, ai Potter... Anche se dubito che continueranno ad essere genitori ancora per molto tempo."disse Bellatrix con un ghigno maligno.
"Me l'ha detto Lucius..."
Bellatrix guardò negli occhi sua sorella e Narcissa fu sicura che sua sorella stava per tentare di leggerle nella mente; si sforzò di bloccare l'intrusione e proteggere i suoi pensieri. Bellatrix doveva sapere che proprio grazie a lei Narcissa era diventata un'abile occlumante.
"Perchè nascondi i tuoi pensieri a tua sorella, Cissy?" disse la maggiore adirata.
Nel suo tono di voce c'era tutto tranne che dolcezza e comprensione. Bellatrix sapeva che la sorella non era pienamente d'accordo con ciò che facevano lei e Lucius; Narcissa, nonostante fosse legata all'idea di purezza del sangue e disprezzasse profondamente i babbani, si era sempre rifiutata categoricamente di diventare una Mangiamorte e di portare sul suo candido avambraccio il Marchio Nero e questo Bellatrix non l'aveva mai accettato. Ma era l'unica sorella che le era rimasta, da quando quella traditrice di Andromeda aveva sposato un Nato Babbano.
"E così Sirius ha avuto una figlia assieme alla Brandon?" disse con odio Narcissa, cercando di spostare l'obiettivo dell'ira di sua sorella su suo cugino.
Suo cugino Sirius, l'ultimo erede Black che era rimasto, non faceva altro che infangare il loro buon nome e la loro tradizione.
"Già - rispose amareggiata e furiosa allo stesso tempo Bellatrix - Ma qualcosa gli  è andata male finalmente.. Aspettavano due gemelle, una è morta appena nata."
Bellatrix sembrava sinceramente contenta, mentre Narcissa, nonostante l'odio che provasse per suo cugino era grande, pensava che doveva essere una cosa orribile perdere un figlio appena nato. Mentre pensava, alzò lo sguardo e vide i suoi bambini pieni di salute giocare e litigare tra loro e subito si sentì più serena.
 

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Selene's POV
A Villa Brandon la vita scorreva piacevolmente, o quasi. Più passava il tempo e più Peter diventava inquieto e ansioso; Sirius faceva il possibile per rassicurarlo, e a volte li vedevo parlare in disparte, come se mi stessero nascondendo qualcosa.
"Cosa stanno confabulando quei due?" chiesi a Remus guardando con aria sospettosa Codaliscia e Felpato che camminavano in giardino.
"Non ne ho la più pallida idea.." mi rispose Lunastorta.
Guardai in volto Remus: aveva un'aria emaciata, il viso era scarno e pallido e le sue cicatrici rosse erano ancora di più in primo piano. Spostai il mio sguardo da Remus al calendario: fra qualche giorno ci sarebbe stata la luna piena.
Lara, con al braccino il ciondolo regalatole dal suo padrino, teneva il biberon da sola con le sue manine e beveva il latte avidamente; Sirius e Peter rientrarono in casa sorridenti ed io morivo dalla voglia di sapere cosa si erano appena detti.
"Tutto bene?" chiesi nel vano tentativo che uno dei due mi dicesse qualcosa.
Peter annuì timidamente come al solito, mentre Sirius mi fece l'occhiolino.
Nel frattempo Lara si era sporcata tutta di latte ed io sospirai: l'avevo appena cambiata ed era già sporca! Sirius notò la mia espressione disperata e disse che ci avrebbe pensato lui; prese la piccola in braccio e la portò al piano superiore per cambiarla. Peter si accomdò in salone ed accese la Tv, come faceva ormai ogni giorno. La sua giornata era così suddivisa: colazione, tv, pranzo, tv, cena, tv, nanna. Persino Lara - una bambina di sei mesi - aveva una giornata più varia di lui.
Quando Sirius scese di nuovo in soggiorno, portava Lara vestita con la sua tutina preferita, che aveva allargato con un incantesimo per permetterle di indossarla ancora. Si sedette di fronte a Remus ed osservò anche lui il calendario.
"Stai bene Lunastorta?" chiese Sirius preoccupato all'amico.
"Sono stato meglio." rispose il nostro amico tossendo.
"Sarai di nuovo in compagnia, Remus. - dissi sorridendogli - Peter e Sirius ti faranno compagnia come ai vecchi tempi."
Il viso di Sirius si illuminò per poi spegnersi dopo qualche secondo, mentre Peter sussultò sul divano.
"Se solo potesse esserci anche James.." aggiunse Remus malinconico.
"Selene, penso dovresti andare tu con lui." dichiarò Sirius, mentre Lara giocava come al solito con i suoi capelli.
"Perchè? Non vuoi andarci tu?"
Sirius si voltò a guardare Peter e sospirò.
"E' meglio che io rimanga con Lara, se dovessero attaccarci io sono più allenato di te a combattere. Peter mi farà da spalla."
Sì, certo. Peter da spalla; molto utile e allenata una persona che guarda la televisione dalla mattina alla sera.
Ribollivo di rabbia.
"Hai scocciato con questa storia che sono fuori allenamento! Non puoi tenermi rinchiusa in una campana di vetro per sempre!" dissi arrabbiata.
Lara che fino ad allora rideva divertita si imbronciò sentendo la mia voce aspra. Sirius si alzò in piedi e passò la bambina a Remus, che nel frattempo ci guardava con un'espressione interrogativa.
"Lo faccio per proteggerti, Selene!" ringhiò Sirius.
"Sono sicura che c'è dell'altro sotto! Qualcosa che non puoi dirmi."
Ero furiosa: c'era qualcosa che Sirius mi stava nascondendo e non sopportavo non sapere.E soprattutto odiavo le bugie.
"Questa è impazzitaTu sei impazzita!" esclamò Sirius guardando Remus e facendo spallucce.
Ed io non ci vidi più: involontariamente la mia mano colpì rumorosamente la guancia di Sirius, il cui sguardo trasudava ira e incredulità.
Lara scoppiò a piangere e Remus le tappò le orecchie e le coprì gli occhi prevedendo la reazione del suo amico. Ma non accadde nulla: Sirius mi fissava incredulo e arrabbiato, sembrava davvero senza parole. Io mi ero già pentita di avergli dato quello schiaffone davanti ai suoi amici e a Lara, per di più senza un vero motivo, ma solo sulla base di un sospetto. Non potevo più sostenere il suo sguardo, così andai nell'ingresso, presi il mio impermeabile e corsi via verso le scuderie. Avevo bisogno di fare una bella cavalcata, di respirare aria fresca.
 
 
Sirius' POV
"Ma cosa l'è preso?" chiesi stupito a Remus.
"Non lo so, avrà le sue cose." rispose il mio amico mentre cercava di tranquillizzare Lara in preda ad un pianto disperato.
La bambina era tutta rossa in viso, piangeva, strillava e scalciava. La presi in braccio nel vano tentativo di farla smettere, ma lei continua ad urlare come una piccola mandragola, tanto che Peter si tappò le orecchie con le mani.
"Avrà fame?" chiese Remus preso dal panico quanto me.
"No, ha appena mangiato! Forse ha il pannolino sporco.."
Così la sollevai per constatare se ci fosse qualche odorino spiacevole.
"Proviamo a cambiarle il pannolino." affermai.
"Sei sicuro di esserne in grado?" ridacchio Lunastorta.
"Sono sei mesi che cambio pannolini a questa birbante - dissi facendo il solletico a Lara che sembrava essere ancora più infastidita - E dai, amoruccio, non piangere!"
Il pannolino era asciutto e pulito: fatica sprecata.
"Forse ha sonno, prova a cantarle una ninna nanna." propose Remus.
Iniziai a cantare ma il risultato fu disastroso: iniziò a piangere ancora più forte e stavo per incominciare a piangere anche io con lei per la disperazione.
"Vado a chiamare Selene, solo lei sa come calmarla!"
"NO! Tu non vai da nessuna parte! - dissi furibondo a Remus - Devo dimostrare che me la so cavare anche senza di lei."
"Ma certo lasciamo piangere Lara finchè non si addormenterà per lo sfinimento. Molto maturo da parte tua, Felpato."
 
La povera Lara continuò a lamentarsi e a piagnucolare, anche se ormai le forze la stavano abbandonando. Io e Remus continuavamo a controllarle il pannolino, fare vocine e faccine stupide nel vano tentavio di farla smettere, improvvisammo una scenetta con i suoi pupazzi, ma Lara continuava a piangere imperterrita. Proprio quando ormai mi ero abituato al suo pianto ed era diventato quasi un sottofondo piacevole, Selene entrò in casa e sentendo nostra figlia piangere si avventò su di me e prese tra le sue bracca Lara che incominciò già a calmarsi solo guardando il viso di sua madre.
"Da quanto sta piangendo?"
"Da poco." mentii spudoratamente.
"Da un'ora ininterottamente." disse Remus.
Selene mi guardò in cagnesco e portò in camera da letto Lara.
Decisi di non seguirla perchè probabilmente mi avrebbe sbranato in un sol boccone.
 
Dopo un'ora Selene non era ancora scesa giù; il sole era già scomparso dietro le colline del Devonshire ed io iniziavo ad essere preoccupato. Così decisi di salire al piano di sopra per accertarmi che tutto andasse bene.
Bussai silenziosamente alla porta e sentii Selene che cantava una melodia dolcissima; non ricevetti alcuna risposta, ma la porta era socchiusa e senza fare rumore la aprii un po' di più. Lara era sdraiata al centro del grande lettone matrimoniale e Selene, al suo fianco, le accarezzava i riccioli scuri che la piccola aveva ereditato da me. Remus aveva ragione. Lara, mentre dormiva, sembrava il ritratto della felicità e della serenità e non era di certo per merito mio.
Quando notai che Selene si stava alzando dal letto per andare nel bagno adiacente, mi nascosi dietro la porta per non essere notato e scesi al piano di sotto.
Lunastorta mi aspettava preoccupato seduto sulle scale.
"Allora che aveva?"
"Non lo so, ma ora sta decisamente meglio. Dorme come un angioletto."
Remus sorrise ed insieme raggiungemmo Peter sul divano che guardava un programma di cucina.
 
Dopo un'ora Selene era in cucina a preparare la pappa per Lara che sembrava rinata dopo quel sonnellino. La bimba battè le mani entusiasta quando sua madre le mise davanti il piattino con la sua pappa, e Remus seduto affianco a me sul divano mi diede una gomitata invitandomi con un movimento della tesa ad andare in sala da pranzo.
Così mi sedetti di fronte al seggiolino su cui era seduta Lara, che, al posto di mangiare, inzuppava le mani nella minestrina divertita; Selene invece cercava di imboccarla ma con scarsi risultati. Poi mi guardò negli occhi e sospirò, accennando un piccolo sorriso.
"Le stanno spuntando i primi dentini, per questo piangeva." sussurrò Selene mentre sorrideva sognante.
"Di già?" chiesi stupito.
"Sì, forse non te ne sei reso conto, ma ha già sei mesi.."
"Fra poco si sposa e diventeremo nonni. Che amarezza.."
Selene mise una mano sulla bocca per controllare le risate tentendo lo sguardo basso sulla minestrina che Lara non voleva mangiare.
A cena eravamo tutti silenziosi, eccetto Lara che continuava a giocare e a ridere, mostrando le sue guanciotte paffute e rosee. Selene evitava il mio sguardo, non aveva voglia di parlare, era inutile insistere.
 
Quando salii in camera dopo cena, Lara dormiva già nella sua culla beatamente e Selene, seduta alla scrivania leggeva e sottolineava un libro di pozioni; appena mi vide entrare, si alzò di scatto e mi abbracciò.
"Mi dispiace per oggi pomeriggio."
"Non ti preoccupare gattina - le sussurai nell'orecchio mentre ci tenevamo ancora stretti uno all'altra - Sei un po' pazzerella però."
Selene mi diede una sberla sulla nuca.
"Tu mi nascondi qualcosa! Ne sono sicura.."
"Uffaaa, non ti nascondo nulla!" mentii spudoratamente.
"Allora perchè quando devi parlare con Peter lo fai sempre lontano da me?"
"Sei noiosa quando fai così."
"E tu sei un bugiardo."
"Senti, perchè restiamo abbracciati se stiamo litigando?"
"Perchè a me piace così."
 
-
 
Nei giorni seguenti Lara continuò a darci filo da torcere con i suoi dentini; era inappetente e aveva perso peso. A volte nemmeno Selene sapeva come farla smettere di piangere.
"Ho un'idea! - esclamai attirando l'attenzione di tutti - Ehi, Lara, guarda papà!"
La piccola  mi fissò con i suoi occhioni grigi ancora gonfi di lacrime. In un secondo ero diventato Felpato e Lara smise di piangere, rimase in silenzio e mi guardava con occhi spalancati.
Selene la prese in braccio e la avvicinò al mio muso canino.
"Ehi Lara, dov'è papà?" le chiese.
La poverina si guardò attorno e vedendo solo un grosso cane nero al posto di suo padre, scoppiò di nuovo in lacrime. Così ripresi le mie meravigliose sembianze umane e presi la manina di mia figlia.
"Ehi, patatina, sono qui!"
"Vedi papà? Eccolo di nuovo!" disse Selene.
Smise di nuovo di piangere e il suo sguardo si illuminò di nuovo; sorrise e battè le manine entusiasta.
"Ci riprovo, almeno la distraiamo!" dissi.
E con un *pop* ero di nuovo un cane. Lara mi guardava incredula ed era evidente che non sapeva se essere entusiasta o spaventata alla vista di quell'enorme cane nero. Si protese in avanti, desiderosa di toccare il mio manto scuro e lucente, io non resistetti e le leccai la manina paffuta. Selene l'avvicino ancora di più a me e i nostri occhi così simili si incontrarono: finalmente la sua espressione disorientata sparì ed emise un risolino mostrando le gengive infiammate che la tormentavano da giorni.
"Pa- pa- pa.." balbettò indicandomi con la manina e cercando l'approvazione di sua madre.
"Felpato, tua figlia ti sta chiamando!" disse emozionata Selene.
Abbandonai il mio aspetto da cane, per poter prendere tra le mie braccia mia figlia.
Lara scoppiò a ridere di nuovo e iniziò a ripetere in continuazione pa - pa - pa con soddisfazione.
"Però non è giusto! - disse Selene fingendosi offesa - Lara ripeti: MAM-MA!"
"pa pa pa.." disse in modo dispettoso la piccola.
"Mi dispiace, sono io il suo genitore preferito."
"Ma fammi il piacere."
 
Dovevo rendere partecipe James di questa bellissima novità. E così il giorno dopo, la silenziosa casa di Godric's Hollows fu invasa dal clan dei Malandrini.
Harry e Lara giocavano con il modellino che avevo regalato qualche mese fa al mio figlioccio ed io raccontavo entusiasta a James che la mia piccolina aveva pronunciato la sua prima parolina ed era stata proprio "papà".
"Lara fai ascoltare a zio James: dì PAPA'! - disse Ramoso ridendo - E' evidente: ha la stoffa da malandrina. Harry e Lara ne combineranno di tutti i colori a Hogwarts, me lo sento."
"E noi gli daremo le dritte giuste per ingannare quel tonto di Gazza!" aggiunsi io.
"Ma vi ricordate quante gliene abbiamo fatte passare a quel vecchio bacucco?"
Quando James ricordava le nostre eroiche gesta ad Hogwarts si trasformava in un bambino.
"Harry e Lara verranno tormentati da Gazza per colpa vostra!" commentò Lily alle nostre spalle.
Selene e Lily si sedettero con noi in salotto e iniziammo a ricordare in nostri anni ad Hogwarts.
"Eravate davvero dei ragazzini insopportabili!" disse Selene indicando me e James.
"Ah! Perchè voi due? Le signorine so-tutto-io." replicò Ramoso.
"Mi ricordo il mio primo incontro con Sirius come fosse ieri. - iniziò a raccontare Selene - Appena entrai nel salone di Andromeda sentii subito che c'era una presenza fastidiosa, un ragazzino dai capelli scuri e ribelli mi fissava con sfacciatagine."
"Ma ti ricordi come eri vestita? Sembravi una bambola di porcellana!" dissi io unendomi alle risate di James e Remus.
"Si okay, mia madre mi vestiva in modo ridicolo, ma non è questa la cosa importante. E' importante sottolineare quanto tu sia stato insopportabile e arrogante: ti atteggiavi a uomo vissuto!"
James e Remus ripresero a ridere e si aggiunse al coro anche Peter.
"Beh, Felpato, devi ammetterlo: te la credevi un po' troppo eh!" disse James continuando a ridere.
"Stai parlando proprio tu, Potter! - intervenne Lily facendo smettere James di ridere- Tu non eri da meno con il tuo ego spropositato e quel maledetto boccino che ti portavi anche in bagno a momenti!"
"Mi seguivi in bagno? Ecco che si scoprono gli altarini!"
James lanciò un'occhiata ammicante a sua moglie, che di tutta risposta gli lanciò un cuscino in faccia.
"Lily ha ragione, giravi sempre con quel boccino.. - disse Selene - Quando Sirius mi ha presentato a te non mi hai rivolto nemmeno uno sguardo. Per fortuna c'era Remus che mi considerava e non mi metteva in imbarazzo!"
"Scusa ed io? - chiesi allarmato - Se non fosse stato per merito mio non avresti conosciuto Remus! Io sono stato gentile a chiederti di unirti a noi.."
"E giustamente dopo qualche ora hai rimediato: eri stato troppo educato prima e perciò ti sei sentito in obbligo di prenderla in giro durante la cerimonia dello smistamento." affermò James con le braccia incrociate
"Questa non la sapevo: sputa il rospo, Ramoso!" lo minacciò Selene.
Io nel frattempo diedi una gomitata a James per consigliargli di non parlare.
"Cara Selene, la verità è che il tuo Felpato è sempre stato cotto di te, sin dal primo anno!" si salvò il mio migliore amico, sviando l'argomento.
"Anche Selene, a dir la verità... Io l'ho sempre pensato." ammise Lily.
"Taci tu!" la minacciò scherzando Selene.
"Peccato che nessuno dei due se ne fosse accorto: tu con Regulus - prese parola Remus - tu con la McKinnon... Che campioni!"
Io e Selene ci guardammo negli occhi e arrossimmo imbarazzati.. Certo è che a quei tempi non avrei mai immaginato di avere una figlia con lei.
"Per non parlare di James - riprese Lunastorta - Ramoso, davi il tormento a quella povera Lily.."
"Però dai, bisogna ammetterlo: un po' te la tiravi, Lily" disse James guadagnandosi un'ennesima occhiataccia.
"Ehi, Lunastorta, non fare tanto l'eroe, che per colpa tua Selene ha infranto un sacco di regole." feci notare a Remus che mi guardò interdetto.
Selene nel frattempo rideva, ricordando quante volte aveva infranto le regole per le lezioni di Trasfigurazione clandestine che io e James le davamo.
"Di che state parlando?" chiese Lily curiosa.
"Abbiamo insegnato noi a Selene a diventare un Animagus. - rispose James - Io e Felpato, e ne siamo fieri."
"Sappiate che l'ho fatto solo per non lasciare Remus con degli irresponsabili come voi!" si giustificò colei che era stata chiamata in causa.
"E dai, gattina - iniziai a dirle io con sorriso sornione - ammettilo che lo hai fatto per passare più tempo con me."
"Pagliaccio!"
Quella fu una delle serate più belle della mia vita: passata a ridere e a scherzare, a ricordare i momenti felici ma anche quelli difficili; era bello stare insieme ai miei amici, alla mia famiglia.
 
Selene's POV
Harry e Lara si erano addormentati uno abbracciato all'altra, come due fratellini, mentre noi ricordavamo il passato, come dei vecchi amici, non rendendoci conto che avevamo ancora una vita intera da vivere. Tutti ci riunimmo attorno al box in cui i bimbi dormivano e ognuno di noi li guardava con il sorriso sulle labbra.
Era ormai notte e decidemmo di tornare a casa: Sirius prese in braccio Lara e lasciammo i Potter con uno sguardo malinconico. Era triste sapere che loro vivevano da soli in quella enorme casa mentre noi eravamo tutti insieme. Il destino aveva voluto così e si sa, non si può dir di no al destino visto che sottomette pure i re.
 
-
 
Il giorno di luna piena arrivò senza che ce ne accorgessimo, anche se in realtà l'umore altalenante di Remus era un ottimo indizio. Quel pomeriggio lasciai a malincuore la piccola Lara con Sirius e Peter.
"Se dovesse scoppiare a piangere per i dentini in frizer ci sono i ghiaccioli alla camomilla!" furono le mie ultime parole dette a Sirius, il quale annuiva sfinito dalle mie raccomandazioni.
Il sole era appena calato dietro le colline ed io e Remus camminavamo a braccetto nel bosco della tenuta di mio padre. Era debole e a stento si reggeva in piedi.
"Potevi anche evitare questa scampagnata, ce la faccio da solo." disse il mio amico con un filo di voce.
"Ma cosa dici? Sono contenta di farti compagnia, davvero." risposi sorridente.
"Selene, posso chiederti una cosa?"
Guardai interdetta Remus.
"Dimmi."
"Cosa ho fatto per meritare tutto questo affetto?"
La sua domanda mi sorprese, possibile che dopo tutto questo tempo ancora si facesse domande di questo tipo?!
"Non hai fatto nulla, Remus. Ti vogliamo bene e basta."
Nel frattempo eravamo arrivati alla casetta sperduta nel bosco che mio padre aveva fatto costruire per le sue teneute di caccia.
Il cielo si fece sempre più scuro, le prime stelle iniziarono a brillare nel cielo blu ed io decisi di trasformarmi per evitare brutte sorprese. Era passato del tempo da quando mi ero trasformata in un puma l'ultima volta; non ricordavo nemmeno quando fosse stata l'ultima volta. Fu come la prima volta: era strano camminare su quattro zampe, avere una coda, una pelliccia, degli artigli, una vista e un udito più sviluppati. Mi accovacciai vicino a Remus in attesa che la luna facesse la sua entrata trionfale, sperando come ogni volta che quel satellite misterioso non comparisse nel cielo notturno.
Il mio amico guardava il cielo sfidando proprio colei che lo condannava ad un'esistenza di sofferenze.
La luce solitaria della luna illuminò il bosco buio e Remus, proprio sotto ai miei occhi, emise un grido raccapricciante e dopo alcune convulsioni, i suoi occhi rassicuranti erano stati rimpiazzati dagli occhi arrabbiati di un lupo mannaro. Il licantropo si guardò intorno smarrito, e in quello sguardo perso riconobbi il mio amico; pensai a quanto doveva soffrire in quel corpo da bestia che non voleva, che non gli apparteneva. Ma non era il momento di pensare: emisi una specie di miagolio per richiamare l'attenzione di Remus, per invitarlo a goderci quella nottata nel bosco in libertà, proprio come ai vecchi tempi. 



NdA: Salve carissimi! Eccomi qui. E' passata più di una settimana lo so, ma non riesco ad impormi delle scadenze, sono uno spirito libero. Alloraaa.
Questo capitolo si apre con uno scorcio sulla vita a Villa Malfoy. Cosa ne pensate? Ho cercato di mettere in chiaro quello che secondo me è il rapporto complicato che c'è tra Lucius e Narcissa, ma anche quello tra Bellatrix e Narcissa. Ci ho messo tutto l'impegno per rimanere fedele il più possibile ai personaggi originali, ma noi non sappiamo come si comportavano in famiglia e con i proprio cari, quindi per me è stata una bella impresa cercare di non sconvolgerli troppo. Se vi è piaciuto questo pezzo su Narcissa e Alhena fatemi sapere, e fatemi sapere anche se volete proprio dei capitoli a parte dedicati a loro oppure se va bene così. Anche se in futuro, quando Alhena sarà cresciuta e potrà interagire con i suoi genitori e il suo amabile fratellino, penso che dedicherò proprio un capitolo intero a lei. :) 
La seconda parte del capitolo mette in luce le difficoltà che Sirius e Selene passano da genitori, non è tutto rose e fiori insomma! Poi c'è la parte dei ricordi... Per questo dovete ringraziare Never_Anna che con la sua recensione nello scorso capitolo mi ha fatto venire un po' di maliconia. E diciamocelo in momenti come quelli viene un po' di malinconia...
Alla fine ho inserito la nottata di Luna piena: volevo che Selene ritornasse ad essere un puma almeno per una notte e che avesse una serata libera dai suoi impegni di mamma. :3
Spero vi sia piaciuto.
Vado di corsa e non posso ringraziare tutti, mi limiterò a scrivere un enorme GRAZIE.
Vicky

Ps: Piccolo bonus per chi mi fa sempre complimenti per i miei collage. Un bacione.
   
 
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