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Autore: Duet    19/03/2016    3 recensioni
Sakura fa un lavoro molto particolare: è colei che crea, organizza e perfeziona la carismatica e brillante immagine dell'idol di successo Ino Yamanaka, per farla arrivare alle vette più alte.
Ma non sarà tutto rose e fiori e la vita di Sakura verrà sconvolta dall'arrivo del bel tenebroso giornalista e scrittore Sasuke Uchiha.
Dal capitolo 1: “-...può considerare il lavoro già suo, d'altronde questo colloquio era una pura formalità. Tutto quel che mi interessava stava nella sua domanda di lavoro: lei come persona reale è...secondaria. Ci aspettiamo la massima riservatezza da parte sua. […] Vede, Ino Yamanaka ha firmato un contratto vincolante con la nostra televisione, se riusciamo a portarla alle vette più alte ci assicureremo il monopolio mediatico, ed è quello che noi vogliamo. In breve, dietro la nostra top idol ci sarà la sua mente, Sakura Haruno.-”
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 4

 

Nuvole di cipria avorio danzanti impregnavano l'aria del pungente odore vanigliato, classico della cosmesi, e la luce bianca attorno al grande specchio ovale faceva sembrare l'intera scena onirica e vacua.

Le morbide setole del pennello accarezzavano le narici di Ino, che stava seduta da una mezz'ora sulla sedia nera del camerino: inerme come una bambola si lasciava maneggiare dalla make up artist, Kin.

Quel giorno però Ino non si sentiva bene, la sera prima aveva bevuto decisamente troppo e ora i segni della sbornia erano visibili sulla sua pelle: Kin si stava prodigando con eccessiva irruenza per coprire le sue profonde occhiaie violacee.

Kin non parlava, mai, la truccava in silenzio, mugugnando a tratti qualcosa per farle inclinare il viso o aprire la bocca, ma nulla di più. Ino ci era abituata, e in quella specifica situazione, in cui il mal di testa era troppo assillante e la voglia di parlare meno di zero, riusciva ad apprezzare con sollievo la scarsa loquacità della sua truccatrice.

La monotonia di quel mantra, quasi ritualizzata, la stava rilassando, ci mancava ancora poco e la piccola idol sarebbe caduta sicuramente in uno stato intermedio tra il sonno e la veglia...le palpebre abbassate per permettere all'ombretto di essere steso.

Il silenzio le circondava, si udiva solo il soffio dell'aria condizionata e qualche voce lontana lontana...

Lo scenario onirico fu brutalmente riportato alla cruda realtà: la porta venne aperta con forza e Ino sentì un tuffo al cuore, svegliandosi dal suo torpore, preda di una breve e fastidiosa tachicardia.

-Tu! Vai fuori, subito!- era Sasori, il suo capo, entrato nel camerino come una furia, rivolgendosi seccamente a Kin l'aveva mandata bruscamente fuori. Questa aveva ubbidito silenziosamente, senza ribattere o far valere i suoi diritti di essere trattata dignitosamente, aveva lasciato marionettista e marionetta da soli nel bianco camerino.

Erano poche le volte in cui quell'uomo perdeva la sua facciata impassibile e ora era decisamente fuori di sé dalla rabbia. Sasori non riuscì a controllarsi e proseguendo a passo spedito afferrò Ino per un polso, scuotendola poi con forza. -Mi spieghi che hai fatto ieri sera?-

-Sasori...- gli occhi di lui fremevano di una rara rabbia e la ragazza avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quella situazione.

-Ino, porca puttana! Hai scopato con Sasuke Uchiha ieri sera?! Ma cosa ti dice la testa!- ogni investimento che aveva fatto, anche il più piccolo, era estremamente importante e non poteva permettersi di deviare dal piano prestabilito...e adesso cosa aveva combinato quella sciocca?

La bionda riuscì solo a emettere un flebile “oh”: quindi era quello il motivo di tanta ira da parte di lui. -Sì, è successo.-

A quel punto, come colto da un indicibile disgusto, l'uomo le mollò il braccio e non la guardò più, voltandole le spalle.

-Dio, quanto sei imbecille.- si portò due dita alla fronte, come a voler fare mente locale, cercando di calmarsi. -Tu lo sai quanto è importante questo progetto? E quanto sia stato sconsiderato agire così? Eh? E' così semplice Ino, così semplice...devi sembrare una cazzo di donna che ha passato la sua vita a studiare a Oxford, non una qualsiasi sciacquetta pronta a...- non terminò la frase, reputandolo una perdita di tempo. -Al diavolo.-

Farfugliò qualcosa sul fatto che stesse arrivando Hidan, chiamato precipitosamente dieci minuti prima appena aveva saputo del misfatto da uno dei suoi occhi presenti al ricevimento di beneficienza; non era un completo idiota, non avrebbe mai lasciato Ino completamente sola, ma non avrebbe mai immaginato che lei avrebbe osato tanto. Che insolenza poi!

Bisognava rimediare e subito. La mente di Sasori lavorava febbrilmente, immaginando tutti i peggiori scenari possibili; avrebbe voluto chiedere tutti i dettagli dell'incontro proibito e soprattutto conoscere ogni parola che si erano scambiati quei due. Erano per caso stati visti da qualcuno?

Si sentiva troppo furioso per porre quelle semplici domande inquisitorie alla sua sottoposta: non era abituato a non avere ogni singola cosa sotto il suo controllo...come sarebbe stato bello poter controllare direttamente quel minuscolo cervellino di idol! Non ci sarebbero sicuramente stati questi inconvenienti.

Hidan arrivò poco dopo, il volto rilassato e i movimenti scattanti; lanciò uno sguardo colmo di sarcasmo verso Sasori e uno di biasimo alla ragazza; non palesava la sua rabbia in maniera esplicita, la sua espressione era seria e anche un po' arrogante.

-E adesso risolviamo questo casino.-

 

***

 

L'ultima volta che Sakura aveva visto il suo migliore amico risaliva a diverse settimane addietro, stava svolgendo uno dei suoi turni massacranti al supermercato, uno di quelli notturni che la sfiancavano sempre. Improvvisamente era apparso quell'uragano sotto spoglie umane: Naruto. Le aveva posto un paio di birre sul nastro trasportatore della cassa, riservandole un sorriso furbo. Era vestito da capo a piedi con indumenti da viaggio, uno zaino immenso caricato sulle spalle.

“-Ehi Naruto-” aveva detto lei.

“-Tesoro, parto per Goa stasera!-” aveva replicato lui con esaltata noncuranza.

Era andata proprio così e lui era sparito come suo solito, cellulare staccato, indirizzo sconosciuto...tipico di Naruto. Ormai la rosa ci aveva fatto l'abitudine e aveva perso le speranze; aspettava che lui si facesse vivo.

Lui l'aveva perciò chiamata la sera prima, dopo il suo disastroso appuntamento con Kiba, l'uomo dei cani. Così come se n'era andato era tornato, come se non avesse mai lasciato la città.

Ed eccoci qui: un bel ragazzo biondo dal fisico atletico e la carnagione abbronzata guardava Sakura con occhi più azzurri del mare. -Ehilà Sakura, vuoi un po' di gelato?- I due si erano dati appuntamento ad uno dei tanti moletti che si susseguivano nel porto.

-Allora, Goa?!- si sedette accanto a lui, declinando l'offerta con un cenno del capo.

Per un attimo il ragazzo si accigliò. -Ahh! Meraviglioso...ho così tante storie da raccontarti...ma in realtà sono stato solo due settimane, poi ho preso un volo per Helsinki. Sai un giorno ho incontrato un tizio e facendoci amicizia ho scoperto che gestiva un locale finlandese eee...niente mi ha chiesto di partire con lui per fare una serata!-

-Non ci posso credere!- la rosa rise forte: dall'India alla Finlandia con furore. -Tu sei matto Naruto! Ma come ti viene in mente...almeno ti ha pagato bene?!-

-Il giusto! Sono state settimane esilaranti; però andando a suonare ad Helsinki ho dovuto lasciare in sospeso il mio allenamento di Kalaripayattu...quindi dovrò tornare in India al più presto, mio dolce tesoro! Stavolta mi accompagni eh!-

Lui glielo chiedeva sempre: “Vieni con me Sakura! Per favore!” e lei ogni volta, come seguendo il copione di un gioco, rifiutava.

-Naruto...lo sai che io lavoro.- la ragazza fece un sorriso colpevole, abbassando per un momento lo sguardo. -Non sono libera come te.-

-Che idiozie. Sei tu che decidi il tuo destino!- il biondo incrociò le braccia al petto, leccandosi uno sbafo di crema dal labbro.

“In questo momento il mio destino è nelle mani di un uomo con le manie di grandezza...il mio capo. Se solo sapessi Naruto.” pensò.

-Tu dici così ma...vogliamo parlare dell'università, eh?- la ragazza inarcò un sopracciglio, punzecchiandolo come avrebbe fatto un parente ad una cena di Natale...se lui avesse avuto parenti ovviamente. Il destino però aveva deciso di non concedergli questo calore e un giorno qualunque era comparso Naruto: venuto al mondo non si sa dove era stato gettato poco dopo in mezzo ad un'autostrada, come un cane abbandonato in un'estate assolata. Il neonato si era salvato per miracolo e il caso di Naruto Uzumaki aveva fatto il giro della nazione: su tutti i giornali si leggevano titoli indignati sul caso e ci si domandava come nessuno se ne fosse accorto se non diverse ore dopo. Ma questa è un'altra storia, bisogna tornare al presente, dove Sakura e Naruto se ne stavano seduti al molo.

-C'è sempre tempo per finire l'università, in fondo sono solo due anni fuori corso...non mi sembra così grave!- il biondo si grattò la testa, accantonò le preoccupazioni accademiche e cambiò prontamente discorso. -Ma tornando alle cose serie: sabato prossimo suono, vieni a sentirmi?-

-Per forza!-

-Non è che poi mi dai buca all'ultimo...?-

-Prometto di venire.- la ragazza gli porse il mignolo e lo strinse a quello di lui: la promessa era stata suggellata, un giochino che facevano spesso.

-Ahh sei sempre così bella quando mi dai il mignolo...ti brillano gli occhi! Ecco perché mi piaci.- Sì, Naruto era follemente innamorato di Sakura, non si era mai fatto problemi ad ammetterlo e non perdeva occasione per rimembrarglielo. Il suo amore non era uno di quelli logoranti e asfissianti però, era intimo e puro e il fatto che lei non contraccambiasse non creava disagi fra di loro. Ormai ci avevano fatto l'abitudine.

La rosa, dal canto suo, non sapeva se al posto dell'amico ce l'avrebbe fatta a sopportare un amore non corrisposto e nonostante ciò continuare ad alimentare quel rapporto con la sua presenza. Ma c'era da dire che Naruto era l'opposto di Sakura in ogni piccolo aspetto dell'esistenza e riusciva a prendere la vita con molta più leggerezza di lei, nonostante portasse sulle spalle un fardello ben più pesante. Lui era una di quelle persone che riuscivano a tirare fuori il lato migliore della vita e non si arrendeva mai nel farlo. Anche a scuola i due avevano mostrato comportamenti diametralmente opposti: mentre la rosa aveva diligentemente seguito il suo percorso scolastico, lui aveva continuato a svolazzare libero come una farfalla, interessandosi prima ad una cosa poi ad un'altra...aveva sempre energie per partire alla ricerca di nuove esperienze. Nonostante avesse solo 24 anni la sua vita era stata ricca di avvenimenti e conoscenze interessanti.

In un certo senso Naruto era a Sakura complementare.

La ragazza lo considerava il suo migliore amico perché ovunque se ne andasse poi tornava sempre da lei, per raccontarle le sue scoperte: lui era i suoi occhi posati sul mondo, che perseguivano scenari eterogenei rispetto ai suoi. Entrambi erano alla ricerca di qualcosa, ma cercavano in luoghi differenti, per poi ricongiungersi sempre.

I due amici osservavano le barche scivolare sull'acqua aranciata del tramonto. Naruto aveva preso a giocare con il ciondolo che portava al collo, narrando nel frattempo le sue avventure più recenti, prima in India e poi in Finlandia. Sakura sarebbe rimasta ad ascoltarlo per ore, ma cominciava a percepire la pressione del lavoro che la aspettava sulla sua scrivania, da consegnare per il mattino seguente; guardò ansiosa l'orologio, ancora dieci minuti e poi sarebbe dovuta andare.

Le dispiaceva non poter rimanere, in quelle due ore passate in sua compagnia si era sorprendentemente rilassata, riuscendo ad estraniarsi dai pensieri che la assalivano e dalle insoddisfazioni che troppo spesso facevano capolino nella sua mente.

Odiava interromperlo, ma con fermezza allungò l'indice verso di lui, posandolo sulla sua guancia dorata. Bastò quel semplice gesto per far capire a Naruto che il loro tempo era finito.

-Ti voglio bene.- lo abbracciò con affetto. Lui rimase interdetto per un secondo, riprendendosi presto e contraccambiando la stretta, riempiendosi le narici del dolce odore di Sakura...ovunque andasse non era ancora riuscito a sentire profumo migliore di quello.

-Anche io Sakura-chan.-

 

***

 

Il lavoro che Hidan esigeva sulla sua scrivania alle nove del mattino era stato terminato e rincontrollato alle tre di notte: ancora una volta Sakura era riuscita a comporre un testo che la soddisfaceva e che le aveva permesso di concedersi una breve dormita.

La notte non era stata clemente, portando con sé sogni strani e che parevano prendersi gioco di lei: Naruto la rapiva e la chiudeva in una valigia, spedendola a Parigi, San Paolo e Boston. Ma sfortunatamente veniva trattenuta all'aeroporto da una pattuglia di polizia composta da tanti Hidan ridenti e arroganti che le strappavano il passaporto in minuscoli pezzettini, gettandoli giù da una torre altissima e scacciando Sakura con la mano: mentre cadeva giù insieme al suo passaporto in formato coriandoli vedeva se stessa dormire ai piedi dei molteplici Hidan...
Sakura si svegliò turbata e perse la cognizione del tempo dilungandosi eccessivamente nella scelta dei vestiti e nella colazione.

Uscì di casa alle otto e trenta, precipitandosi dentro al primo pullman utile, per poi fiondarsi giù per la strada: camminava a passo svelto tra le vie affollate del centro, cercando di evitare i vari passanti che ostacolavano la sua missione. Mancavano ormai pochi isolati, doveva mantenere quel ritmo e forse ce l'avrebbe fatta. Non voleva consegnare il lavoro in ritardo, le sembrava qualcosa di molto sbagliato e in più non voleva dare motivi di insoddisfazioni al suo capo, già insopportabile così.

Sakura aveva il fiato corto e sentì di star cominciando a sudare leggermente sotto la camicetta...nel momento in cui si accorse di quel fastidioso dettaglio perse la concentrazione e non si fermò in tempo al semaforo, divenuto irrimediabilmente rosso. I suoi piedi continuarono a muoversi decisi...come se si fosse staccata dal corpo la sua mente si accorse di essere la sola sulle strisce pedonali fresche di verniciatura, così bianche da far male agli occhi. Tutti gli altri pedoni erano rimasti lì, fermi al marciapiede, al sicuro e titubanti avevano smesso di respirare e l'avevano guardata con sorpresa: i loro occhi sembravano voler dire “Cosa sta per spezzare la routine delle nostre noiose giornate?”.

Aveva sbagliato tutto, ma se n'era accorta troppo tardi, maledizione.

Fu un attimo: Sakura venne sbalzata un metro più avanti, cadendo sull'asfalto grigio cupo...la sua borsa schizzò lontanissima, la busta della consegna si aprì e tutto il suo duro lavoro di una notte si adagiò caoticamente qua e là.

Una macchina l'aveva investita. Ma questo lo comprese sempre un momento in ritardo, il colpo non era stato poi così terribile, le era quasi parso di trovarsi ancora nel bizzarro sogno fatto poche ore prima. La fitta dolorosa al fianco e alla spalla destra erano venuti poco dopo. Improvvisamente si sentì spaventata; i suoi occhi vacui si accorsero della calca che la stava circondando. Si sentiva ancora cosciente eppure terribilmente arrabbiata e incredula. Come aveva fatto ad essere così stupida da non riuscire più a controllare il suo corpo? Semaforo verde: puoi andare Sakura! Semaforo rosso: alt! Erano cose così banali e basilari...

Ormai sarebbe stata in ritardo per consegnare il lavoro, questo era certo.

Sentì la propria voce farfugliare frasi confuse e concitate e altrettanto confusamente percepì una figura stagliarsi contro tutte le altre...Sì, probabilmente stava cominciando a perdere colpi.

-Di nuovo tu! Non ce la fai a non agire sconsideratamente...- vide solo una bocca, quella bocca... Qualcuno la caricò in una macchina e presto perse i sensi.

Quando riaprì gli occhi Sakura si trovava in ospedale, stesa su una brandina di tela. Per essere stata investita si sentiva bene, aveva solo male alla testa e a qualche parte del corpo.

-Sei svenuta per lo shock.- disse una voce calda accanto a lei.

-Cosa ci fai qui?- sussurrò lei, sentendo mano a mano di riprendere il controllo sulla propria mente, vide Sasuke Uchiha, il misterioso giovane che ironia della sorta l'aveva fatta cadere a terra due sere addietro.

-Ti sei lanciata sotto alla mia macchina...Sakura Haruno.- lui lesse il nome sulla carta d'identità che teneva fra le mani. -Penso che stavolta non mi scorderò di te.- borbottò poi, guardandola un po' torvo.

-Mi dispiace...mi hai portato tu qui?-

-Certo.-

-Sono sicura di non aver battuto la testa, ma allora perché mi fa così male?-

-Nelle situazioni traumatiche si stringe fortissimo i denti istintivamente, questo causa il dolore.-

Sakura annuì e non disse niente, guardando l'uomo nella stanza assieme a lei; non sembrava per niente turbato dalla vicenda, come se si fosse trovato lì per caso. Si ricordò chi fosse, scrittore, giornalista, ricco bastardo, uomo impegnato. E se ne stava lì.

-Ho letto il tuo libro...in una notte.- le parole uscirono da sole, attirando l'attenzione del moro.

-Forse avrei dovuto scriverlo più lungo così perlomeno stamattina saresti stata impegnata a finirlo e non ti saresti lanciata sul mio paraurti.-

Colpita da tanta acidità fu riportata alla realtà: se quella mattina era così di fretta il motivo era da ricondurre solo al lavoro per Hidan...e dove diavolo era andato a finire dopo l'urto?!

-La mia cartella!- Sakura si agitò, guardandosi istintivamente intorno alla ricerca del prezioso oggetto. La sua mente tornò al contratto che aveva firmato poco tempo prima...la segretezza...la massima segretezza stava andandosene in frantumi perché i suoi preziosi fogli si trovavano chissà dove, alla mercé di passanti curiosi. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, quello era lo scenario peggiore.

-Non agitarti di nuovo. Ce l'ho io. L'ho raccolto da terra.- lui sventolò l'agognata busta di carta.

Sakura sbiancò, non sapendo se fosse positiva la piega che la situazione aveva preso: i fogli erano stati sì, salvati dal dominio pubblico della strada, ma ora erano fra le mani di Sasuke Uchiha. 

La sua menzogna fra le sue dita affusolate.




Angolo Autrici
Buongiorno cari lettori, come andiamo?
Abbiamo passato due settimane piene di impegni ma finalmente ce l'abbiamo fatta a postare! 
La bravata di Ino ha avuto vita corta...e chissà Sasori e Hidan che avranno escogitato! Un nuovo personaggio fa la sua comparsa: Naruto. E anche il secondo incontro fra Sakura e Sasuke è andato: lui la investe, poteva andare peggio di così? Sì perché è proprio il nostro moro ad aver raccolto il lavoro di Sakura da terra! Ci stiamo facendo tutti la stessa domanda...avrà letto o no? E vi lasciamo con questi interrogativi.
Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto! :)
Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto Ghost girl fra le storie preferite/seguite/ricordate 
Dopo che una lettrice ci ha scritto un messaggio privato abbiamo deciso di non alzare il raiting, è giusto che anche gli under 18 possano leggere la storia che hanno cominciato. Non per questo ci saranno meno colpi di scena, anzi speriamo di renderla ancora più interessante! Sono molti i temi che si possono affrontare, stay tuned ;)

  
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