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Autore: Kodocha    21/03/2016    5 recensioni
La storia tra Sana ed Akito è finita da sei lunghi anni.
Lei è fidanzata con Naozumi Kamura.
Lui è il classico donnaiolo.
Insieme gestiscono una palestra da soci alla pari.
Entrambi sembrano essere andati avanti con le proprie vite, ma un piano elaborato da Fuka per farli riavvicinare, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Cosa succederà se si ritroveranno a condividere la stessa stanza per un'intera settimana?
Si riaccenderà la fiamma o capiranno di aver preso la decisione giusta, restando solo amici?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino successivo si svegliarono avvinghiati l'uno all'altro.
Lei aveva la testa appoggiata sul petto di lui, mentre Akito la stringeva forte a sè.
«Buongiorno, Aki»
«Giorno»
La situazione era piuttosto imbarazzante, ma nonostante ciò nessuno dei due sembrava intenzionato ad allontanarsi.
«Dormito bene?» chiese, alzando il viso per guardarlo meglio.
Annuì, accarezzandole distrattamente i lunghi capelli ramati «Tu?»
«Sì» arrossì «Decisamente sì»
Sorrise, guardandola di sottecchi: bella, timida, fragile, stupenda.
Era abituato a svegliarsi al mattino con una donna la suo fianco, eppure quando aprendo gli occhi l'aveva trovata lì, con quegli occhi color cioccolato ancora assonati intenti a fissarlo dolcemente, aveva avvertito i battiti del suo cuore aumentare all'impazzata e il motivo di ciò gli era ben chiaro: lei non era come le altre, non lo sarebbe mai stata.
Avrebbe voluto restare in quella posizione in eterno, godendosi il suo profumo alla vaniglia e il calore del suo corpo, ma a quanto pare la persona che bussava alla porta della loro camera non era del suo stesso avviso.
«Chi sarà mai a quest'ora?»
«Non ne ho idea»
Sbuffando, si alzò ed aprì la porta, trovandosi davanti un giovane cameriere con in mano un vassoio stracolmo di roba da mangiare
«Buongiorno, signore» lo salutò cordialmente «Come richiesto dalla signorina Matsui, vi ho portato la colazione a letto»
Akito si spostò per permettergli di entrare, mentre Sana si mise seduta sul grande letto matrimoniale «Come mai ha richiesto questo servizio?»
«Non lo so, ma...» si voltò verso di lei, sgranando gli occhi «Wow, che visione» si lasciò sfuggire.
Sana, imbarazzata, si coprì con il lenzuolo, mentre Hayama infastidito strinse i pugni lungo i fianchi, conficcandosi le unghie nella carne e digrignò i denti come una belva feroce
«Hai finito di sbavare?» il tono minaccioso del ragazzo alle sue spalle lo fece sussultare «S-si, mi scusi» appoggiò il vassoio sul tavolo, per poi voltarsi nuovamente verso di lei «E' stato un vero piacere signorina, spero che...»
Akito lo prese per il colletto della camicia, trascinandolo fuori la porta
«Signore!» lo richiamò, tentando di liberarsi
«Sparisci!» urlò l'altro, sbattendogli la porta in faccia.
«Akito, ma che modi sono questi?» lo rimproverò, mentre cercava di trattenersi nello scoppiare a ridere.
«Se l'è cercata lui»
«Geloso?» sorrise maliziosa.
«Geloso di te?» inarcò un sopracciglio «Nemmeno per sogno!»
Peccato che il suo comportamento dimostrasse ben altro e lui lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene.
«E allora perchè hai reagito in quella maniera?»
«Perchè...» tentennò «Non sopporto quelli come lui»
«Non sei mai stato bravo a mentire»
«Pensala come vuoi, Kurata» sbuffò, sedendosi accanto al tavolo.
Lo raggiunse, accomodandosi vicino a lui «E questo cos'è?» domnandò perplessa, prendendo un biglietto posto sul vassoio.
Lo aprì, leggendolo a voce alta:

-Certi amori non finisco mai, fanno dei giri immensi e poi ritornato.
Amori invisibili, indissolubili, inseparabili. Ma amici mai, per chi si cerca come noi-


Sentì un lieve calore invaderle il viso «Ma cosa...»
Hayama alzò gli occhi al cielo «Dannata Matsui»
«Fuka?» alzò lo sguardo su di lui, corrucciando la fronte «E' opera sua?»
Non rispose, si limitò solo a lanciarle uno sguardo ovvio.
«Ma...» spostò lo sguardo dal biglietto a lui un paio di volte «Perchè l'ha fatto?»
Sospirò «Se te lo dico, mi prometti di non arrabbiarti?»
Sana e
sitò per qualche secondo.
Era una promessa difficile da mantenere per lei «Ok, te lo prometto» incrociò le braccia sotto al seno «Ora però sputa il rospo!»
«Matsui ha organizzato tutto questo per farci tornare insieme»
«Quindi la storia del torneo era solo una scusa per farci riavvicinare?» sbottò, incredula.
Annuì.
«E tu da quanto tempo sei a conoscenza di tutto questo?»
«Da quel giorno al bar» rispose, sorseggiando del caffè «Ho subito capito che ci fosse qualcosa sotto»
Si alzò di scatto dalla sedia, non riuscendo più a rimanere ferma in un posto, iniziando a camminare avanti e indietro per la camera «E perchè non me l'hai detto?» lo guardò con rabbia «Se avessi saputo del suo piano, non avrei mai accettato di venire qui»
«Ti sei risposta da sola»
Ci mise qualche minuto buono per capire cosa intendesse dire «Quindi mi hai portata qui con l'inganno»
«Kurata, ricordi della promessa di poco fa?»
«E il bacio di ieri sera faceva parte della farsa, vero?» urlò, ormai sull'orlo di una crisi di nervi «E io che invece....» si morse un labbro per impedire a se stessa di continuare.
Era consapevole del fatto che l'avesse baciata solo a causa di quei due vecchietti che avevano incontrato a cena, ma dopo ciò che le aveva sussurrato durante la notte mentre lei fingeva di dormire, si era illusa che anche lui avesse provato qualcosa.
Akito spalancò gli occhi, mentre il suo battito cominciò a correre come un dannato «Tu cosa?»
Possibile che avesse provato qualcosa anche lei?
«Lascia perdere» prese il cambio d'abiti dall'armadio «Sono solo una stupida» mormorò. entrando in bagno e chiudendo nervosamente la porta dietro di sè.


 
* * *

«Matsui abbiamo un problema»
«Buongiorno anche a te, Hayama» lo salutò, sarcastica «Cos'è successo?»
«Ho detto a Sana del piano»
Sentì dei rumori in sottofondo, segno che si era spostata per poter parlare tranquillamente. «Tu cosa?» urlò, costringendolo ad allontanare il telefono dall'orecchio «Ma ti sei bevuto il cervello o cosa?»
«Dopo che ha letto il biglietto che ci hai fatto mandare insieme alla colazione, mi sono trovato con le spalle al muro e...»
«Tu sei un'idiota» l'interruppe bruscamente «Hai mandato tutto all'aria te ne rendi conto?»
«Il tuo piano era destinato a fallire fin dall'inizio, Mastui!»
«Quindi il bacio di ieri sera non ha significato niente per te?»
Sgranò gli occhi, sorpreso «E tu come diavolo fai a saperlo?»
«Ho le mie fonti!»
«Sei incredibile! Non dirmi che hai pagato qualcuno per spiarci?»
«Non hai ancora risposto alla mia domanda»
«Non ho provato nulla» si affrettò a risponderle, forse troppo velocemente per essere creduto.
«Ah si?Allora perchè l'hai baciata una seconda volta?» ironizzò «Che io sappia bastava solo un semplice, casto, bacio»
«Sai proprio tutto, eh?»
Annuì «Allora?»
«Io...» tentennò «Non lo so...»
«Hayama, sii sincero...hai provato qualcosa?»
Sbuffò «Si...»
Fuka urlò dalla gioia, perforandogli un timpano «Lo sapevo, lo sapevo!»
«Ti decidi a calmarti?»
«E lei? Ha detto qualcosa a riguardo?»
«Prima durante il litigio stava dicendo qualcosa, ma poi si è fermata»
«Voglio sapere con precisione cos'ha detto»
«E' proprio necessario?»
«Sì»
Hayama alzò gli occhi al cielo «Quando ha saputo del piano mi ha accusato dicendomi che anche il bacio era stato una farsa e poi ha detto "E io che invece..." e si è fermata»
Urlò nuovamente «Lo sapevo!»
«Matsui, piantala!» urlò a sua volta «Il mio povero orecchio sta implorando pietà!»
«Dunque, è chiaro che anche lei abbia provato qualcosa e l'idea che tu l'abbia fatto "per gioco" l'ha ferita» constatò, ignorando la sua lamentela.
«E tu come fai ad esserne così sicura?»
«Fidati, così funziona la mentalità femminile»
Hayama fissò la porta del bagno dove si trovava ancora chiusa Sana «E ora cosa devo fare?»
«Semplice, devi farle capire che anche per te ha significato qualcosa»
«A che pro?Lei ha Kamura al suo fianco»
«Quella sottospecie di fatina con i capelli tendenti al lilla non fa per la nostra Sana e tu lo sai»
Ghingò divertito. Adorava la sua amica quando prendeva in giro quello lì.
«Lo so, ma lei no»
«Allora faglielo capire tu»
«Ci proverò»
«Hayama...»
«Mmmh?»
«L'ami, vero?»
Sospirò.
Ormai era inutile continuare a mentire, non soltanto agli altri, ma soprattutto a se stesso.
 «Credo di non aver fatto altro che amarla da sempre»

Non era da lui dire cose sdolcinate, ma quando si trattava di Sana, emergeva quel lato del suo carattere che non credeva nemmeno di possedere.
«Allora riconquistala»
«Sarà dura»
«Non credo, visto che anche lei è innamorata di te»
«Te l'ha detto lei?»
«No, ma sono la sua migliore amica e certe cose le so»
Sorrise «Ti chiamo dopo»
«Tienimi aggiornata!»


 
* * *

 

Quando Sana uscì dal bagno lo trovò seduto accanto al tavolo, con lo sguardo rivolto nella sua direzione «Kurata»
«Non ho tempo da perdere in inutile chiacchiere, Hayama» prese la borsa «Anche se sono stata trascinata qui con l'inganno ormai ci sono dentro e ho diversi impegni lavorativi che mi attendono» era così concentrata nel trovare una scusa per scappare via da lì che non si era nemmeno resa conto che si era avvicinato velocemente a lei.
Deglutì a vuoto, trovandoselo a pochi centimetri di distanza «Devo andare»
«Ieri ti ho baciata perchè quei due mi hanno chiesto di farlo»
Abbassò lo sguardo, permettendo alla frangia di coprirle gli occhi «Lo so, Hayama»
Le afferrò il viso con le mani, costringendola a guardarlo negli occhi «Ma ciò non significa che mi sia dispiaciuto»
Sentì le proprie gote andare a fuoco «D-dici sul serio?»
Sorridendole annuì.
Quegli occhi magnetici la stavano divorando e lei non riusciva a smettere di guardarlo «Ora... devo andare»

«A dopo allora»
Annuì ancora imbarazzata, per poi uscire da quella stanza che improvvisamente era diventata troppo stretta peri suoi gusti.

Distesa sul letto, si girò nella direzione di Akito, trovandolo con lo sguardo rivolto verso il soffitto «Dormi?»
«Ti pare che io dorma con gli occhi aperti, Kurata?»
Sana si mise a pancia in giù, poggiata sui gomiti «Ti va di fare un gioco?»
«Se si tratta di un gioco erotico si, altrimenti no»
Lo colpì con il cuscino «Smettila di fare il pervertito!»
Si girò di fianco verso di lei, con la testa sorretta dalla mano «Che gioco vuoi fare?»
«In verità non è proprio un gioco, diciamo che è...una sorta di confessioni, ecco»
«Un che?» domandò perplesso, incurvando un sopracciglio.
«Ci facciamo delle domande a vicenda alle quali dobbiamo rispondere sinceramente» sorrise «E ciò che diciamo rimarrà tra queste quattro mura»
«E se uno dei due non vuole rispondere ad una domanda?»
«Non avevo pensato a quest'eventualità» si picchiettò il mento con le dita un paio di volte «Facciamo che se uno dei due si rifiuta, dovrà scontare un obbligo richiesto dall'altro»
«Solo tu potevi avere un'idea così stupida»
«Eddaiii, sarà divertente»
«No!»
«Ti prego, ti prego, ti prego» ripetè a mitraglietta, punzecchiangoli la guancia con un dito.
Hayama sbuffò.
Quando ci si metteva diventava peggio una bambina «E va bene!»
Sorrise vittoriosa «Bene, inizio io» ci pensò su qualche secondo «Perchè ti diverti tanto a fare il donnaiolo?»
«Perchè il sesso è piacevole e divertente»
«Se è così divertente e piacevole non mi resta che provarlo quando tornerò a casa» lo provocò «Con Naozumi»
Akito s'irrigidì e, fulminandola, rettificò  
«Guarda che non è niente di che» 
«Sei contraddittorio, lo sai?Un secondo fa avevi detto che era...»
«Per l'uomo, non per la donna» l'interruppe acidamente.
«Fuka ed Aya dicono il contrario»
«Sbagliano»
«E tu che ne sai? Non sei mica una donna»
Digrignò i denti «Perchè ci tieni tanto a farlo con lui?»
«Che domande» arrossì «E' il mio ragazzo»
«E non puoi aspettare un altro po' prima di concederti a lui?»
«Stiamo insieme da due anni, non credi che abbia già aspettato abbastanza?»
«No» rispose deciso «Meglio aspettare un'altra decina d'anni»
«Ma sei impazzito o cosa?»
«E poi mi sembra di ricordare che siete in pausa, no?»
«Sì, ma è solo una cosa momentanea»
Akito respirò profondamente.
Doveva cercare di mantenere una certa calma, anche se era maledettamente dura.
«Lo ami?»

A quella domanda sussultò «Io non lo so...» iniziò a tormentare le povere lenzuola «A volte sono convinta di amarlo, altre volte invece no...»
«C'è qualcosa o qualcuno che fa nascere i tuoi dubbi?»
Questa volta fu lei ad irrigidirsi.
Non poteva certo confessargli che la causa dei suoi dubbi era proprio lui.

«Ehm... hai fatto troppe domande, ora tocca a me»
Ghignò «Spara!»
«Ti sei mai innamorato?»
«Dopo di te non c'è stata nessun'altra» rispose senza esitare.
«Perchè no?»
Si strinse nelle spalle «Nessuna è riuscita a darmi ciò che volevo»
«E cos'è che vuoi?»
Sbuffò «Guarda che ora tocca a me» la guardò. sorridendo malizioso «Ti è piaciuto il bacio di ieri?»
Sana arrossì fino alla punta dei capelli «Ma che diavolo di domande fai»
«Ti voglio ricordare che sei costretta a rispondere, a meno che tu non voglia ricevere un obbligo»
Abbassò lo sguardo, nel banale ed inutile tentativo di non far notare le sue gote arrossate «S-si...»
«Lo immaginavo»
«Montato che non sei altro» borbottò, pizzicandogli un fianco.
«Non si tratta di essere montati Kurata, ero solo sicuro che ti fosse piaciuto»
 «E sentiamo, questa sicurezza da dove deriva?»
«Semplice, perchè altrimenti dopo il primo bacio, non avresti chiuso gli occhi per riceverne un altro»
«L'ho fatto semplicemente perchè mi era entrato qualcosa nell'occhio!» tentò invano di giustificarsi, ma ovviamente con scarsi risultati.
«E visto che ti era entrato qualcosa nell'occhio, hai pensato bene di ricambiare anche il bacio...»
«Io...» si morse un labbro. provocando l'ilarità del ragazzo.
«Piantala di ridere, ora tocca me» respirò profondamente, doveva trovare il coraggio per porgli quella domanda che l'aveva tormentata per anni «Quando stavamo insieme, tu e Mizu...»
«No» l'interruppe, capendo subito quale sarebbe stata la sua domanda.
«Ma non mi hai lasciato nemmeno finire»
«So cosa vuoi chiedermi, Kurata!Non c'è stato nulla tra me e Mizu mentre stavamo insieme, ti sei fatta solo inutili film mentali»
Sana abbassò lo sguardo, iniziando a torturare i lembi del lenzuolo con le mani «Ma andavate così d'accordo...»
«Eravamo solo amici Kurata, nulla di più» affermò indispettito «Ma tu come sempre hai frainteso tutto e hai mandato all'aria la nostra storia»
Avvertì un nodo alla gola che le impediva di respirare mentre calde lacrime spingevano prepotenti per uscire dai suoi occhi «Avresti potuto sforzarti di dimostrarmi il contrario, non credi?»
«Ci ho provato e tu lo sai» le urlò contro «Ma ormai avevi già tratto le tue conclusioni e...» si bloccò di colpo quando la sentì singhiozzare.
L'abbracciò «Scusami, non avrei dovuto alzare la voce con te» le sussurrò, baciandole il capo ed inebriandosi del suo profumo
«Tocca a me fare l'ultima domanda»
Alzò lo sguardo per incontrare il suo «Credevo che avessimo finito»
Sul suo volto comparve un sorrisino che non prometteva nulla di buono «Eh no, c'è un'ultima cosa che voglio chiederti»
«Devo preoccuparmi?»
«Forse...»
Si mangiucchiò l'unghia del pollice, preoccupata «Spara!»
«Hai mai...» le sue labbra si piegarono in un ghigno malizioso «Pensato di fare l'amore con me?»
Si staccò di scatto da lui, con gli occhi sgranati e le guance arrossate «AkitoHayama! Non credi di esagerare ora?»
«Rispondi»
 «No, mi rifiuto di rispondere a questa domanda» brontolò, incrociando le braccia al seno.
Come poteva dirgli che spesso si era svegliata di notte, accaldata e sudata, per aver sognato di fare l'amore con lui, piuttosto che con Naozumi?

«Ok, allora passiamo all'obbligo»
«Cos'hai intenzione di farmi fare, Hayama?» sussurrò con un fil di voce.
Quel ragazzo delle volte sapeva essere davvero imprevedibile e la cosa, la intimoriva un bel po'.

Sorridendo, iniziò ad accarezzarle le labbra con il pollice, facendola sussultare «Akito, ma che...»
Si posizionò sopra di lei, sorreggendo il suo peso con le braccia «Se non ti va puoi fermarmi» sussurrò, avvicinandosi lentamente al suo viso.
Restò a fissare il suo sguardo per qualche secondo, prima di fiondarsi sulle sue labbra che dopo il primo attimo di stupore si schiusero leggermente, lasciandogli libero accesso alla sua bocca.
Le loro labbra erano incastrate, le lingue si rincorrevano senza mai stancarsi.
A Sana scappò un gemito represso percepito dal ragazzo che di rimando le sorrise sulle labbra, ma fu quando le mordicchiò il labbro inferiore che la mandò letteralmente in delirio.
Affondò le mani nel capelli di lui, rispondendo con maggiore passione al bacio.
Quando capirono che si stavano lasciando troppo andare, si fermarono.
Lei aprì gli occhi con una lentezza esasperante, lui la fissava estasiato
«Sai» appoggiò la fronte su quella di lei «Potrei abituarmi a questi baci della buonanotte»
Sorrise, timida «Ora andiamo a dormire»
Tornò a stendersi di fianco a lei, facendole appoggiare la testa sul suo petto «Buonanotte Aki»
«Buonanotte»
Mentre la osservava dormire, gli venne in mente una domanda alla quale non aveva risposto:
«Nessuna è riuscita a darmi ciò che volevo»
«E cos'è che vuoi?»

Le spostò delicatamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Te Sana, ho sempre voluto solo te»
   
 
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