Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Kodocha    07/03/2016    5 recensioni
La storia tra Sana ed Akito è finita da sei lunghi anni.
Lei è fidanzata con Naozumi Kamura.
Lui è il classico donnaiolo.
Insieme gestiscono una palestra da soci alla pari.
Entrambi sembrano essere andati avanti con le proprie vite, ma un piano elaborato da Fuka per farli riavvicinare, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Cosa succederà se si ritroveranno a condividere la stessa stanza per un'intera settimana?
Si riaccenderà la fiamma o capiranno di aver preso la decisione giusta, restando solo amici?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno della partenza era arrivato.
Dopo essersi assicurata per la centesima volta di non aver dimenticato nulla, caricò le valige in auto e si diresse presso l'abitazione di Hayama.
L'idea di passare un'intera settimana a stretto contatto con lui la rendeva particolarmente nervosa ed agitata, visto che dopo la discussione avvenuta in casa sua una settimana prima, il loro rapporto si era decisamente raffreddato.
Entrambi cercavano di evitarsi il più possibile, rivolgendosi la parola solo quando dovevano discutere su questioni riguardanti il lavoro e il torneo.
Sbuffò, facendo svolazzare una ciuffo di capelli che le ricadeva sulla fronte.
-Sarà un inferno!- con questo pensiero, parcheggiò l'auto e bussò alla porta del suo "miglior amico-nemico".
Dopo qualche minuto d'attesa la porta d'ingresso si aprì e Sana non sembrò affatto sorpresa nel ritrovarsi di fronte una delle nuove allieve iscritte della palestra.
La squadrò dall'alto in basso «Tu sei la segretaria della palestra, vero?»
«Wow e poi dicono che le bionde non sono sveglie» ironizzò «Hayama è in casa?»
«Himeko, va pure ci penso io» esordì Hayama presentandosi davanti alla porta con solo un misero asciugamano intorno alla vita.
Sana arrossì vistosamente a causa di quella visione «Ma ti sembra il modo di presentarti, Hayama?»
Quest’ultimo inarcò un sopracciglio «Non è colpa mia se per la prima volta in vita tua hai deciso di presentarti in anticipo»
«Va a vestirti, ti aspetto qui» borbottò, dandogli le spalle.
«Guarda che puoi anche entrare in casa se...»
«No» l'interruppe «Preferisco aspettare fuori»
«Come vuoi» sbuffò, per poi chiudere la porta e lasciarla lì.
Circa un quarto d'ora dopo, Hayama uscì di casa con un borsone caricato sulle spalle, mentre la sua allieva lo seguiva come un cagnolino
«Allora ci vediamo tra una settimana, Sensei» lo salutò, baciandolo con trasporto, incurante della presenza di Sana a pochi metri di distanza da loro che, disgustata ed anche un po’ infastidita, storse il naso.
«Mi dispiace interrompervi, ma dovremmo andare» affermò, accigliata.
Akito si staccò dalla ragazza, borbottando un semplice «Ti saluto»
«In bocca al lupo per il torneo!»
«Crepi» le rispose freddamente, per poi aprire il cofano dell'auto e caricare i bagagli.
«Mi spieghi ancora per quale motivo dobbiamo andarci entrambi con la tua auto?»
«Perchè con quel catorcio che ti ritrovi non potresti mai arrivare fino a Sendai Kurata, ma se vuoi rischiare fa pure»
Sana si limitò a dedicargli un'altra occhiataccia, prima di entrare in macchina e sbattere nervosamente la portiera.
In auto calò un silenzio imbarazzante.
Entrambi erano consapevoli del fatto che uno di loro doveva fare il primo passo ma nessuno dei due era intenzionato a cedere.
Sana aveva lo sguardo puntato fuori dal finestrino, ma non vedeva nulla del paesaggio che scorreva davanti ai suoi occhi, visto che la sua mente era occupata da ben altri pensieri.
Annoiata, prese la cartina dalla borsa e cominciò a studiare il tragitto che avrebbero dovuto compiere.
«Non serve la cartina»
Spostò lo sguardo da quel pezzo di carta a lui «Conosci la strada?»
«Ovviamente mi sono informato prima di partire!Fortunatamente non siamo tutti come te...» affermò lasciando una frase puramente allusiva, che lei colse al volo «E' capitato una sola volta Hayama, possibile che tu debba rinfacciarmelo sempre?»
«Si, visto che mi chiamasti alle due del mattino per venire in tuo soccorso» ghignò «Hayama aiutami, mi sono persa» continuò imitando la sua voce.
Attorcigliò nervosamente la cartina tra le mani «Ripeto è capitato solo una volta, quindi piantala!»
«Solo perchè da allora non ti sei più allontanata da Tokyo con l'auto»
Lei incrociò le braccia sotto al petto, evitando di rispondergli.
In fondo aveva ragione.
«Nessuna predica sul fatto che mi sia portato a letto un'altra allieva?» chiese improvvisamente, dopo un'ora di silenzio.
«E' la tua vita Hayama, puoi fare quello che vuoi» rispose sarcastica «Non ho il diritto di dirti ciò che è sbagliato o ciò che è giusto fare»
«Sbaglio o questa era una frecciatina?» constatò, incurvando un sopracciglio.
«Può darsi»
«Hai intenzione di tenermi il muso ancora per molto Kurata?»
Annuì «O almeno finchè non mi avrai chiesto scusa»
Hayama si fermò bruscamente con l’auto, facendole sbattere la testa contro il finestrino.
«Ma sei impazzito?» ringhiò «Se mi esce un bernoccolo giuro che ti ammazzo»
«Illuminami, Kurata, per cosa dovrei chiederti scusa?» sbottò, furioso «Per averti detto la verità riguardo Kamura?»
«Sei il mio migliore amico, Hayama e da tale mi aspetto che tu abbia dei modi più gentili per farmi capire il tuo punto di vista, come hanno fatto Fuka ed Aya per esempio e non facendomi sentire una completa nullità» affermò tutto d'un fiato
«Ah, quindi ora sarei io quello che ti fa sentire una nullità?» ironizzò «Non il tuo adorato fidanzato che ti pianta in asso per andare a lavoro?»
Sana si coprì gli occhi con una mano e scosse la testa leggermente «Ecco, lo vedi? Continui a mettere il dito nella fossa!»
«Si dice il "dito nella piaga"» la corresse
«Quello che è!» sbuffò.
Akito si massaggiò le tempie con le dita, nel banale tentativo di riacquistare un certo autocontrollo.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma ogni volta che ripensava a ciò che Sana e Kamura stavano per fare sentiva il sangue ribollirgli nelle vene.
“Reagisci in questo modo perchè sei ancora innamorato di lei”  gli aveva detto Fuka, dopo aver saputo della discussione.
«Assurdo!» si lasciò sfuggire
«Cosa è assurdo?» lo guardò confusa «Che io sbagli ancora i proverbi?»
«Già...» mentì.
«Guarda che non lo faccio mica apposta»
«Meglio andare, abbiamo già perso troppo tempo» mormorò, rimettendo in moto l’auto.
Se gli sguardi potessero uccidere, Hayama sarebbe diventato un mucchio di polvere sul sedile del guidatore.
Possibile che fosse così difficile per lui ammettere di aver sbagliato?
Dopo altre due ore di tragitto finalmente arrivarono a destinazione.
«Kurata, guarda che non sono il tuo fattorino» esordì un Hayama completamente ricoperto dalle valige.
«No, ma sei un uomo, quindi comportati da tale» affermò, varcando l'entrata dell'edificio
«Stupida ragazzina egoista» mormorò lui, seguendola
«Salve, come posso esservi utile?» li accolse il receptionist dietro al bancone.
«Buonasera, abbiamo una prenotazione su nome Matsui»
L’uomo annuì, digitando dei tasti sulla tastiera del computer «La vostra è la camera matrimoniale n122»
Entrambi sgranarono gli occhi, increduli «Camera matrimoniale?»
«C'è qualche problema?»
«Mi sembra ovvio!» sbottò Sana, ormai sull'orlo di una crisi di nervi «Io non ho alcuna intenzione di dividere la stessa camera con questo individuo» continuò indicando Hayama che per tutta risposta roteò gli occhi al cielo con fare esapserato «Smettila di fare scenate Kurata, ora chiamo Fuka e sistemiamo tutto» affermò per poi uscire dall'edificio e comporre il numero della loro amica.
-Questo farà sicuramente parte del suo stupido piano-
«Ciao Aki»
«Matsui, cosa diamine hai combinato?»
«Dalla tua risposta mi sembra di capire che siete già arrivati» rise di gusto «Piaciuta la sorpresa?»
«Sorpresa?» ringhiò «Ma che ti è passato per la testa?»
«Oh andiamo, è chiaro che sarà più facile per voi capire di essere innamorati se condividerete anche la stessa camera»
«Tu sei fuori!» si passò nervosamente una mano tra i capelli «Chiama l'hotel e rimedia immediatamente!»
«Hayama ascolta, ti pare che a distanza di una settimana dal torneo, abbiano due camere singole ancora libere?»
Sospirò rassegnato «Non ci avevo pensato»
«Avanti, un giorno mi ringrazierai»
«No, ti ammazzerò, il che è diverso!»
«Vedremo, vedremo...» sghignazzò «Ora devo andare, salutami Sana e...divertitevi!» concluse marcando l'ultima parola con tono malizioso.
Hayama scosse il capo, esasperato -E ora chi la sente a quella...-
«Kurata» la chiamò, rientrando nell'hotel
«Allora?»
«Non ci sono altre camere libere, dovremmo alloggiare in quella matrimoniale»
«Cosa?» urlò «E si può sapere perchè Fuka ne ha prenotato una matrimoniale, invece che due singole?»
«Avrà sbagliato» mentì, scrollando le spalle.
«Ma...»
«Kurata» l'interruppe «Purtroppo non ci sono altre soluzioni, quindi se non ti sta bene chiama un taxi e tornatene a casa»
«E va bene!» sospirò, rassegnata «Ma questa Fuka me la paga!» concluse dirigendosi verso l'ascensore.
Akito prese le valige e, con un diavolo per capello, borbottò «A quanto pare mi tocca ancora fare da fattorino»
«Wow, è davvero carina» affermò entusiasta dopo che entrambi ebbero fatto il loro ingresso nella camera dove avrebbero dovuto alloggiare insieme per un'intera settimana.
Solo un mormorio d’assenso fu la risposta di Hayama.
«Hai già pensato a come dirlo a Kamura?» le chiese mentre entrambi sistemavano la propria roba.
«Veramente...» tentennò «Io e Nao ci siamo presi una pausa»
«Davvero?» sussultò.
Annuì, assumendo un’aria afflitta «E' l'unico modo per fargli capire che se continuerà a mettere il suo lavoro prima di tutto e tutti, finirà col perdermi»
«Quindi... sei rimasta a bocca asciutta anche questa settimana» affermò divertito, beccandosi subito dopo un cuscino dritto in faccia «Sei sempre il solito!»
«Andiamo, scherzavo» le restituì il cuscino «Lo sai che in fondo mi dispiace»
Sana inarcò un sopracciglio «Non ti crede nessuno Hayama»
Fece spallucce. Aveva ragione, anzi a dirla tutta la cosa lo rendeva particolarmente sereno, visto che per tutta la settimana l'idea di quei due avvinghiati sotto le lenzuola l'aveva tormentato.
«Piuttosto... come facciamo a decidere su chi dormirà sul letto?»
«Semplice, facendo testa e croce» prese una monetina «Testa vinco io, croce perdi tu»
Lei esitò qualche secondo… qualcosa non quadrava, ma non riuscendo a capire cosa alla fine acconsentì ugualmente.
«Croce, perdi tu!»
-Vediamo quanto tempo ci impiega per capire il tranello-  pensò, ghignando divertito.
«Okay, dormirò sul pavimento» sbuffò, prese il cambio d'abiti dall'armadio «Vado a farmi una doccia»
Meno di un minuto dopo, uscì dal bagno aprendo nervosamente la porta «Hai barato!» urlò, livida in volto dalla rabbia «In entrambi i casi avresti vinto tu!»
Hayama scoppiò a ridere «E poi ti lamenti quando ti chiamo "cervello di gallina"»
«Tu essere ignobile» gli puntò l'indice contro seria al mille per mille «Dormirai a terra, sono stata abbastanza chiara?»
«Sissignora!» le rispose divertito.
Con il fumo che le usciva ancora dalle orecchie rientrò in bagno, mentre lui se la rideva di gusto.
Non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma i loro battibecchi gli erano mancati.


 
* * *
 

«Per fortuna che qui la cena è compresa nel prezzo, altrimenti con la fame che ti ritrovi avrei dovuto chiedere un mutuo per pagare il conto»
«Guarda che me lo sarei pagata da sola»  ringhiò, corrucciando la fronte «Quindi questa conversazione è inutile... proprio come te»
«Ma rimani comunque un maiale Kurata» ghignò.
«E tu un'idiota!»
«Balena»
«Rospo»
«Culona»
«Cosa?» spalancò occhi e bocca, indignata«Io non ho il sedere grosso!»
«Oh si che ce l'hai» a stento trattenne una risata «A dire il vero mi sorprende che ci entri in quella sedia»
Sana si alzò, battendo le mani sul tavolo «Io ti ammazzo lurido...»
«Scusate per l'interruzione, potremmo sederci al vostro tavolo?»
Si girarono in direzione della voce, trovandosi di fronte una coppia di simpatici vecchietti
«Ma certo, accomodatevi pure» rispose gentilmente Sana.
«I tuoi cambiamenti d'umore sono incredibili, Kurata»
«Taci, idiota» mormorò, tornando a sedersi
«Piacere di conoscervi, giovanotti» esordì sorridente la signora «Io mi chiamo Sakura e lui e mio marito Daichi» continuò, indicando l'uomo seduto accanto a lei, che si limitò a fare un cenno con il capo.
«Piacere nostro, io sono Sana, mentre questo coso biondo seduto accanto a me si chiama Akito»
Quest’ultimo inarcò un sopracciglio «"Coso biondo"?» ripetè infastidito.
Annuì «E pensa che sono stata gentile nel limitarmi a chiamarti così!»
Sakura e Daichi risero di gusto «Per tutti i Kami, sembrate noi quand'eravamo giovani»
«Oh...» avvertì un lieve calore invaderle le guance «Davvero?»
Annuì «E diteci, da quanto tempo siete fidanzati?»
Sana s'irrigidì «Veramente noi...»
«Avanti tesoro, come fai ad essere sicura che loro due stiano insieme?»
«A quanto pare l'età inizia a causarti dei problemi alla vista caro» affermò divertita «Ma non lo vedi come si guardano? Si vede lontano un miglio che sono innamorati persi l'uno dell'altra»
I due ragazzi arrossirono di botto.
«E poi condividono la stanza matrimoniale accanto alla nostra, prima li ho intravisti mentre entravano»
«Dovresti modernizzarti Sakura, ormai i giovani d'oggi condividono il letto anche se non sono una coppia»
La signora Sakura si accigliò «Lo so bene, ma lo fanno solo le ragazze facili e questa dolce fanciulla di sicuro non lo è» si voltò per guardarla meglio «Vero cara?» le chiese sorridendo
«I-io...»
Cosa poteva risponderle?Di certo l'idea di passare per una ragazza facile non le andava a genio.
«Tra quattro giorni sarà il nostro nono anniversario» intervenne Hayama, vedendola in difficoltà.
Sana sussultò sorpresa, non tanto per il fatto che lui avesse deciso di aiutarla, quanto dal fatto che si ricordasse ancora di quella data, anche se ormai erano passati sei lunghi anni dalla loro rottura.
«Wow, ma è fantastico» trillò Sakura, entusiasta.
«Già... fantastico» mormorò imbarazzata «E voi?Da quanto tempo state insieme?» chiese, cercando di spostare l'attenzione su di loro.
La nonnetta si picchiettò il mento con le dita un paio di volte «Beh, considerando anche gli anni di fidanzamento, sono sessant’anni»
«Sessant’anni?» ripetè incredula «Se posso chiedere, come avete fatto a stare insieme per tutto questo tempo?»
«Semplice cara, siamo nati in un'epoca in cui le cose rotte non si buttavano, ma si aggiustavano» le rispose, stringendo la mano del marito che, per tutta risposta, le stampò un tenero bacio a fior di labbra.
Sana li guardava estasiata, mentre Hayama si era perso nell'ammirare lei.
«E ora tocca a voi»
Li guardarono interrogativi «Fare cosa?»
Il signor Daichi diede una gomitata amichevole a Hayama «Avanti giovanotto, facci vedere quello che sai fare e bacia la tua donna»
Akito rischiò quasi di soffocare con il sakè, tossì diverse volte prima di riuscire a riprendersi «Cosa?»
«Suvvia, non dirmi che sei un timido!» lo schernì.
«No, è che...» si voltò in direzione di Sana, trovandola con lo stesso colorito di un pomodoro.
Sana respirò profondamente, prima di stampare un bacio sulla guancia di Akito «Ecco» affermò poi, sperando di essersela cavata.
«E questo lo chiamate bacio?» sghignazzarono «Ma siete sicuri di essere una coppia?»
Trovandosi con le spalle al muro, Hayama prese una buona dose di coraggio e la baciò evitando di guardarla negli occhi.
Fu un bacio semplice e casto, ma che fece mancare di un battito al cuore di entrambi.
Staccandosi leggermente l'uno dall'altro aprirono gli occhi e si guardarono: miele dentro cioccolato.
Lei richiuse gli occhi e lui la baciò di nuovo, stavolta con maggiore trasporto, staccandosi solo quando sentirono i due vecchietti fingere di tossire.
«E pensare che sembravate così timidi un attimo prima» affermarono divertiti.
Con il cuore che le batteva a mille Sana si alzò dalla sedia «Scusate, ma ora devo proprio andare è stato un vero piacere conoscervi»
«Altrettanto cara» le risposero gentilmente.
Si limitò a dedicargli un ultimo sorriso, prima di scappare da quella situazione e dirigersi in camera.
Dopo aver preso il pigiama entrò in bagno e si buttò sotto il getto dell'acqua calda, sperando che di riuscire a scaricare almeno in parte la tensione che aveva accumulato, non riuscendo proprio a capire come fosse possibile che quel contatto, le avesse scatenato una simile reazione.
Quando uscì trovò Hayama in pigiama, disteso sul pavimento con le braccia incrociate dietro la nuca.
«Allora...» tentennò, salendo sul letto «Buonanotte»
«Notte» bisbigliò, continuando a fissare il soffitto.
«Com'è il pavimento?» chiese, dopo qualche minuto di religioso silenzio.
«Caldo e comodo» ironizzò.
Sbuffò «Sali»
«Eh?» 
«Ho detto sali» si tirò le lenzuola fin sopra la testa «Sbrigati prima che cambi idea»
Akito ghignò divertito e salì anche lui sul letto.
Nonostante fossero ormai le due di notte non riusciva a chiudere occhio.
Si passò le dita sulle labbra ripensando al bacio che si erano scambiati qualche ora prima.
Assaporare di nuovo quelle labbra aveva risvegliato in lui emozioni e sensazioni che da sei anni a quella parte credeva di aver cancellato.
Perchè gli aveva fatto quell'effetto?Possibile che Fuka avesse ragione?
Si voltò nella sua direzione, iniziando ad osservarla mentre dormiva beatamente.
Delicatamente le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Le tue labbra hanno lo stesso sapore di allora» sussurrò.
Ebbe l'impressione che i lineamenti le si distendessero in un leggero sorriso, ma forse l'aveva solo immaginato.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Kodocha