Fake Forgetfulness
Epilogo
šsšt›s›
“ Hermione,
svegliati è tardissimo!”
Sento dei rumori, fastidiosi, oltre la porta della mia camera da
Caposcuola. Mi sembra di sognarli o forse esistono davvero...
“ ‘Mione! Sto per sfondare la porta!”
Non so perché sto sognando Ginny e
Silvia insieme, perchè Silvia non può mettere piede ad
Hogwarts. E se fosse Draco?
Forse vuole che lo apra, altrimenti tutti lo vedono fuori
dalla mia porta e si insospettiscono!
Mi alzo di scatto. Scendo dal letto inciampando nelle coperte,
cadendo anche per terra; mi rialzo, stropicciandomi gli occhi. Metto la mano
sul pomello della porta – me lo ricordavo diverso... – e apro, facendo si che un’onda di luce mi attraversi.
Non vedo subito chi è, ma improvvisamente vengo
sommersa da una valanga di pizzo e tulle verde mela, insieme a voci urlanti.
Qualcuno sposta le tende, inondando la stanza di luce e finalmente
i miei occhi vedono e capiscono.
Era stato tutto un sogno. Un sogno così realistico che avevo quasi
pensato, per un attimo, di trovarmi ancora ad Hogwarts, di avere ancora diciassette anni, di trovarmi
nella mia stanza da Caposcuola.
Invece le espressioni arrabbiate delle mie damigelle mi fanno
capire tutto il contrario.
“ Scusate ragazze...”
“ Scusate?! Ma è tardissimo, farai tardi in chiesa, tua madre e
tuo padre sono giù, tutti nervosi!”
Giusto, stavo a casa dei miei, perché
solo dopo il matrimonio saremmo andati a vivere insieme. La nostra futura casa ancora
non l’avevo ancora vista, però...
“ Hermione Jane
Granger, cadi da questo stato di dormiveglia, va’ a
lavarti e vestirti!” mi urla Silvia e io mi riscuoto.
Sto lì, adesso, a guardarle. Silvia, Ginevra, Michelle
e AnnaLou – le due cugine del mio futuro marito –
vestite con degli abiti splendidi verde mela, elegantissime e composte.
Sorrido come una scema, emozionata e commossa. Ma mi devo muovere!
“ Per Merlino, avete ragione!” esclamo, correndo in bagno a
prepararmi.
Non ci posso credere di aver perso tutto quel tempo. Lui sarà già
in chiesa? I suoi genitori staranno pensando che anche il giorno del matrimonio
faccio tardi? E mia madre? Sta già morendo d’infarto?
Mi lavo più in fretta che posso. Uscita fuori, Ginny
pensa ad un incanto per sistemarmi i capelli, alzandomeli in una crocchia
morbida boccolosa, piena di piccoli fiorellini.
Silvia mi aiuta a mette il vestito, un
bellissimo abito bianco chiarissimo, tutto lavorato a mo’ di corpetto nella
parte superiore e con una gonna di tulle nella parte inferiore.
Michelle ed AnnaLou mi
aiutano a mettere il velo, i guanti di pizzo fino ai gomiti, mi truccano e mi
allacciano le scarpe. E’ proprio vero che sono un team fortissimo. Mi ricordo di quando mi aiutarono a preparare la festa a sorpresa al
mio – adesso – futuro marito. Sono state grandiose!
“ Su, scendiamo avanti!”
Corro – o almeno cerco di farlo – per le scale di casa mia e
scendo al piano di sotto, dove mia madre appena mi vede già scoppia a piangere.
Mi abbraccia e mi mette al collo la sua collana, quella che aveva
quando si sposò con mio padre.
Stavo per dirle quanto le volessi bene,
quando Silvia mi trascina per un braccio urlando che è tardi, ficcandomi nella
limousine con autista che il mio lui aveva insistito nel mandarmi. Dentro,
salgono anche le mie damigelle mentre i miei genitori ci anticipano con la loro
auto.
Il tragitto per arrivare in chiesa è adrenalinico. Lui ha
acconsentito a sposarsi in una chiesa babbana perché
i miei ci tenevano parecchio, e di questo gli sarò sempre grata. E poi adesso i
miei genitori lo adorano...veramente lo adorano dal primo giorno che si è
venuto a presentare a casa, portando fiori e dolcetti.
“ Allora, tu parti dalla prima navata, tu sistemi questo...no no...!” sento lamentarsi le
quattro damigelle, ma sono troppo presa dai miei pensieri.
Non vedo l’ora di arrivare a destinazione, di percorrere quella
navata e vedermelo davanti, vestito con uno smoking nero e l’aria emozionata.
Stringo il bouchet e quasi non rischio di rovinare le
rose bianche – le preferite di sua madre
– che ho imparato ad apprezzare. E’ una donna molto in gamba e anche il padre,
da diversi anni a questa parte, è cambiato radicalmente. Una volta lo vidi
parlare anche con mio padre sul calcio babbano,
visione assolutamente indescrivibile.
Il paesaggio scorre oltre il finestrino, mandandomi tanti di quei
ricordi. Il parco in cui passeggiamo la prima volta che lui venne in questa
città, il ristorante dove cenammo con le nostre famiglie, la mia scuola
elementare che una volta gli portai a vedere.
E’ incredibile quanto tempo sia passato.
Ormai ho venticinque anni e se da una parte mi sembra passata un’eternità da quando ho messo piede ad Hogwarts,
allo stesso tempo questi anni sono trascorsi velocissimi e mi sembra ieri che
mi sono diplomata ad Hogwarts e ho iniziato fare
“ Arrivati” annuncia l’autista e io ritorno alla realtà. Ci siamo
già?
Le mie damigelle sono più confusionarie di me che invece, quando
sono ansiosa, cado in un silenzio più totale.
Scendo dall’auto e vedo loro farmi l’occhiolino, prima di
precedermi e fare il loro ingresso in chiesa, per posizionarsi sull’altare.
Tremo, ma non vedo l’ora di sposarlo. Di passare la vita con lui e
di poter finalmente dire che è mio marito.
Un passo, un altro, sento subito la mano di mio padre afferrarmi e
così gli sorrido, mentre insieme saliamo i gradini della chiesa.
Superiamo il portone e sono sull’uscio, con tutti gli occhi
puntati addosso e la musica nuziale che sta spandendo le sue note nella sala.
C’è odore d’incenso e tutti sorridono, felici. Vedo mia madre in
prima fila accanto ai suoi genitori, che
mi guarda con un fazzoletto già sotto gli occhi.
Ma i miei occhi dorati sono nei suoi, come sempre. Non vedo più niente, né mia madre, né gli
ospiti, il prete, la chiesa e non sento più il profumo d’incenso e la musica.
Io sento solo il suo
profumo.
C’è solo lui per me, avvolto in quello splendido completo nero, i
capelli chiarissimi stranamente sistemati all’indietro – come un ragazzo
d’altri tempi – i denti perlacei in bella vista e il sorriso tremante.
Non ho mai visto Draco così emozionato.
Mio padre mi accompagna da lui e Draco
china appena la testa, salutandolo. Quando mio padre torna al suo posto e la
musica cessa, lui mi stringe la mano e si avvicina al mio orecchio.
“ Dio mio...quanto sei bella”
Arrossisco e non oso voltarmi verso di lui, altrimenti lo bacio
ancor prima che il prete ce lo permetta.
“ Tu sei più bello, non c’è confronto. Vederti tutto emozionato
poi...”
Lui sorride, voltandosi a guardare il prete che inizia a parlare.
Il cuore mi batte forte e mi manca il respiro.
“ Amore...”
“ Mh?”
“ Stanotte ho sognato i primi tempi. Il Proie
Rouge e tutto il resto”
Mi volto appena, perché non ero stata io
a parlare.
“ Scherzi, Draco? Io ho fatto il
medesimo sogno, ti giuro!” esclamo a voce bassa, sconvolta.
“ Forse perché stiamo affrontando una cosa che cambierà la nostra
vita e...almeno a me, non pare ancora possibile di avere la fortuna di passare
il resto della vita con te. Mi sembrava così impossibile che fino a stamattina
credevo che tu fossi ancora così lontana...” dice, intrecciando le dita nelle mie.
“ Ti amo, Draco” sussurro, stringendo la
sua mano nella mia.
“ Ti amo, Hermione. Per sempre”
“ Per sempre.”
šsšt›s›
Eccoci
giunti alla fine. Spero questo epilogo ci piaccia. Non volevo lasciare la
storia in sospeso, quindi ho preferito ultimarla così perché ne sto iniziando un’altra e non volevo cadere nel banale
raccontando i soliti avvenimenti che avvengono nella vita di Draco ed Hermione ad Hogwarts, anche perché l’ho fatto in altre storie e forse
lo farò in futuro con altre ancora. Questa ho pensato di farla finire così,
come se tutti i capitolo precedenti fossero stati i
ricordi di un Hermione in procinto di sposarsi.
Ringrazio tutti quelli che continuano a
commentarmi, sperando che continuiate a leggere le mie storie, come EDERA, di
cui ho appena pubblicato il primo capitolo.
Alle prossime storie,
Erin.