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Autore: Piccola1204    31/03/2009    1 recensioni
Noemi, ragazza dal corpo perfetto ma con la testa sulle spalle vive una vita tranquilla e spenzierata, quando l'ultimo anno di scuola superiore arrivano due ragazzi...i più belli che avesse mai visto che stravolgeranno completamente la sua vita di diciasettenne e quella della sua migliore amica Emily... °°Le ReCeNsIoNi SoNo GrAdItE =)=)°° ScUsAtE Ho ApPoRtAtO MolTe MoDiFiChE Al PrImO CapItOlo CoMe POi FaRò CoN tUtTi GlI AlTrI pERcHè NoN mI tOrNaVAnO alCuNe CoSe... ScUsAtEmI SpERo ChE vI PiACcIa UgUaLmEnTE... LaScIaTe MoLtE ReCeNsIOnI =)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La mattina seguente ero stanchissima, non avevo chiuso occhio e quel poco che avevo dormito avevo dormito male.
Preparai la colazione, mangiai con tutta calma e subito dopo mi vestì per andare a scuola. Quel giorno ci sarei andata con il mio motorino.
Andai in garage lo presi e lo portai fuori alla luce del sole, era un Libery grigio non molto vecchio ma funzionante aveva solo uno specchietto rotto per colpa dell’incidente avvenuto l’anno prima a mio padre mentre tornava dal lavoro.
Mio padre Ryan McAdams era un uomo bellissimo e credo che mia madre si ritenga fortunata a stare con lui… aveva un viso a dir poco perfetto, però non aveva avuto molte ragazze anzi forse la mamma è stata l’unica donna della sua vita. Era slanciato con un fisico muscoloso ma lui dice di non aver mai fatto palestra ma, io non ci credo molto, ha i capelli castani e gli occhi azzurri… ecco da chi ho preso i miei.
Oltre a questo era un uomo in carriera e per questo viaggiava molto, ad esempio ora era a New York e ci sarebbe rimasto per circa un mese.
Mia madre Helen McAdams era casalinga e infatti passavamo molto tempo insieme. Anche lei era molto bella, ovviamente per tutti i figli i propri genitori sono i migliori però modestie a parte era davvero bella. Era castana, con gli occhi marroni, molto dolce e riservata come me e credo che questa caratteristica abbia colpito maggiormente mio padre che invece quando era giovane era molto “galletto” ecco come potevo definirlo. Quando la mamma mi raccontava di lui ridevo sempre e lui si irritava molto. La mia famiglia era normale come tante altre.
Mi infilai il casco misi in moto e partì in direzione della scuola.
Durante il tratto di strada continuai a pensare a quello sguardo. Odiavo Mark: quella sera non mi aveva fatta dormire!
Era una mattina grigia, sembrava che la città e i suoi abitanti stessero ancora dormendo. Mi sentivo sola e osservata da occhi indiscreti. Mi sembrava che da dietro le finestre mi stessero osservando, decisi di non percorrere la solita strada.
Imboccai una via molto stretta che mi avrebbe ugualmente portata a scuola solamente sul retro. Ero arrivata prima del previsto, non c’erano molti ragazzi all’entrata.
Parcheggiai, e dopo aver sistemato il casco dentro il bauletto mi guardai un po’ intorno. Vidi due ragazzi di seconda superiore avvicinarsi. Erano quelli che mi perseguitavano da un anno ed erano conosciuti come Cip e Ciop perchè erano inseparabili.
Non volevo di prima mattina sentirmi fare complimenti e proposte di uscita… dovevo nascondermi. Vidi cinquanta metri più in la della scuola un bosco, doveva essere il bosco che più di un anno fa era andato a fuoco per colpa di un fulmine nel giorno di un terribile temporale. Mi sarei nascosta li fino al suono della campanella. Quando i due distolsero lo sguardo iniziai a correre il più velocemente possibile.
Nonostante avessi raggiunto il bosco non mi fermai. Si vedeva che non era curato infatti mentre correvo rischiai di cadere inciampando in una radice. Dopo un paio di metri mi fermai di colpo, qualcosa aveva attirato la mia attenzione.
Ero meravigliata: cosa ci faceva una casa in mezzo al bosco o meglio cosa ci faceva una casa in mezzo a quel bosco? Se un anno prima era andato a fuoco e ne era bruciato gran parte come faceva quella casa ad essere ancora in piedi?
Mi avvicinai anche se molto insicura. Era una casa molto vecchia, però aveva un fascino molto particolare, probabilmente era stata costruita nella seconda metà dell’ settecento. Aveva un cancello come entrata all’immenso giardino ed era circondata da un recinto in metallo molto alto, forse per non far entrare i ladri. Volevo capire di più… decisi di entrare.
Mi avvicinai al cancello, lo spinsi e con mia enorme sorpresa vidi che era aperto. Iniziai a percorrere un sentiero che mi avrebbe portata all’entrata della casa.
Mentre percorrevo il giardino vidi molte piante che ormai in città non si vedevano più. Erano perlopiù erbe benefiche, la mia A a biologia era servita a qualcosa. I proprietari della casa dovevano essere dei medici…Si era alzata una nebbiolina da mettere i brividi a chiunque ma non a me, ero troppo presa dalla casa per avere paura.
Arrivai alla fine del sentiero e davanti a me vidi la casa. Era fatta in marmo grigio, diventato così perché molto vecchio e consumato. Le finestre erano molto piccole, non poteva entrare molta luce… ormai erano tutte sporche si vedeva che non era abitata più da nessuno da tempo. Diedi un occhiata all’interno per vedere se avevo ragione. Mi avvicinai ad una finestra e guardai dentro.
Vidi un enorme sala con tanti divani e poltrone. Non capivo… perché sprecare una stanza così grande solo per essere occupata da poltrone? Mi smentì subito quando vidi nel centro della stanza un pianoforte in legno. Continuai a guardarmi intorno: tutta la casa era ricoperta di polvere, non ci abitava più nessuno, come avevo dedotto prima, ma perché tutte le cose erano ancora sistemate al loro posto? Con una casa così bella e così grande rivendendola avrebbero potuto fare tantissimi soldi… o forse in quella casa era successo qualcosa di brutto?
Avevo tantissime domande che volevano delle risposte e le avrebbero trovate… volevo entrare nella casa! Vidi vicino alla porta un campanello con sopra scritto in oro: “Famiglia Pharrel”. Avvicinai la mano al pomello della porta per vedere se ero fortunata come prima e trovarla aperta. Lo afferrai ma non appena cercai di vedere se la porta era aperta sentì come un ringhio provenire dalla foresta. Anche se non avevo paura quasi di nulla quella volta mi spaventai… non me lo aspettavo.
Sentì il cellulare squillare… Emily mi stava chiamando… ma che ore erano?
Le otto e cinque ero in un ritardo pazzesco la scuola era già iniziata da dieci minuti. Iniziai a correre e in pochi secondi attraversai tutto il giardino, non appena uscì dal cancello notai davanti a me due lapidi.
Mi stropicciai gli occhi per vedere se avevo avuto un allucinazione dopo tutte quelle nuove scoperte… ma non era così: le due lapidi erano ancora li.
Con molto cautela, levai le radici che si erano formate sopra i nomi dei morti. Sopra alla prima lapide c’era scritto Emma Pharrel 1811 – 1845, sulla seconda lapide invece c’era scritto Eric Pharrel 1810-1845.
Ma chi erano questi Pharrel e perché erano morti così giovani? Una grave malattia? Ma perché lasciare la casa incustodita?
Erano le otto e un quarto… indagherò più tardi!
Corsi verso la scuola…non appena entrai in classe il professore mi riprese.
«Le sembra l’ora di arrivare signorina McAdams?»
«Scusi non si ripeterà mai più»
Mi sedetti accanto a Emily e presi dalla cartella i libri.
«Perché sei arrivata così in ritardo?» mi chiese.
«Ho scoperto una cosa molto interessante a pranzo te ne parlo».
«Va bene, ma lo sai cosa c’è di strano… anche Mark è arrivato in ritardo… non è che…»
“Emily cosa pensi… non so come mai lui sia arrivato in ritardo ma io ero sola…”
“Scusa, scusa stavo scherzando…”
“Lo so…” sorrisi
Mi voltai verso Mark… che mi avesse seguita nel bosco??
Possibile visto che avevo provato quella sensazione di essere spiata chi non me lo poteva dire che non era lui…
Le tre ore passarono molto in fretta, non avevo fatto altro che pensare alla casa. Raggiunsi a mensa Michael e Emily. Ci servimmo tutti e ci sedemmo al nostro solito tavolo. Gli altri ci raggiunsero poco dopo. Mi ero dimenticata di prendere da bere… era soprappensiero iniziai a camminare velocemente: voleva sbrigarmi per parlare ai miei amici… mentre tornavo a posto quasi correndo non notai Mark che mi stava venendo addosso.
Eravamo di nuovo vicini a scontrarci quando all’ultimo secondo mi scansai schivandolo, in quel momento non me ne ero nemmeno accorta. Mark si fermò, mi guardò meravigliato e poi continuò per la sua strada. Quando mi sedetti al tavolo vidi Emily con la bocca spalancata.
«Cosa c’è?»
«Ti sei accorta di cosa hai fatto?» disse Emily.
«No, cosa?»
«Hai schivato Mark Davis senza nemmeno guardare dove camminavi!Pensavo accdesse un'altra volta un putiferio!»
«Davvero?Non me ne sono accorta».
«Ma gli altri si!»
Mi guardai intorno: tutta la mensa mi stava guardando. «Odio quando mi guardano tutti!»
«Come se non succedesse mai».disse Emily affranta.
«Ad ogni modo volevo parlarvi di quello che ho visto stamani.».
«Dai raccontaci» disse Michael.
Guardai che nessuno ci ascoltasse e cominciai a raccontare.
«Stamattina sono arrivata a scuola prima del previsto e ho visto cip e ciop che mi si avvicinavano, allora ho deciso di nascondermi nel bosco vicino alla scuola per scappare da loro due.”
«Aspetta, quale bosco? quello che l’anno scorso è andato a fuoco?»
«Sì quello. Ho iniziato a correre e sono entrata nel bosco. Dopo qualche metro mi sono fermata davanti ad una casa. Era una casa enorme circondata da un cancello. L’ho trovato aperto e sono entrata. Ho percorso il giardino e sono arrivata davanti alla casa, allora mi sono incuriosita e così ho guardato se la casa fosse abitata, non lo era o almeno non lo era più. Avevo deciso di entrare ma non appena ho toccato il pomello della porta mi sono fermata. Ho letto il cognome sul campanello e mene sono andata.»
«Sembrerebbe una storia dell’orrore… sai potresti fare l’oratrice mi hai fatto venire i brividi!» disse Michael prendendo il suo bicchiere per bere.
«E quale era il cognome?»
«Pharrel!»
A Michael andò di traverso l'acqua che stava bevendo.
«Pharrel? Hai detto Pharrel?»
«Sì perché sai qualcosa?»
«Si, perché te no?Dovresti saperlo anche tu chi sono!»
«Michael, non lo so nemmeno io!» Disse Emily
«Avanti dimmi tutto quello che sai!»
«Emma ed Eric Pharrel erano molto ricchi e non credevo che possedessero la casa che hai trovato… erano entrambi persone deliziose, molto disponibili e di lavoro facevano i ricercatori. Però non facevano ricerche su tesori ma sulle malattie degli animali.
A quel tempo si era diffusa una malattia che stava facendo impazzire gli animali fino a farli morire. Volevano a tutti i costi che le specie non si estinguessero così cominciarono a curarli.Trovarono una medicina capace di curarli che a quanto so non venne mai trovata! Dicono che sia nascosta in qualche muro della casa... Comunque un giorno come tanti altri i due hanno iniziato a comportarsi in modo strano non curavano più gli animali ma li ammazzavano, nel bosco infatti si trovavano molti animali dissanguati… una cosa macabra… in un primo momento pensarono che volessero fare solo degli esperimenti per capire la malattia poi hanno iniziato a morire delle persone.
Ne morirono tre. Non credettero mai che fossero stati loro ad ucciderle, ma gli animali ed invece si sbagliavano ala grande!.
Le persone del paese cominciarono a preoccuparsi di queste morti sempre più frequenti.
Passarono due anni dall’accaduto e le uccisioni ricominciarono. Morì una persona però questa volta tutti volevano accertarsi che andasse tutto bene con i Pharrel perché se poi gli animali avessero ucciso le persone nella città invece che solo quelle che entravano nel bosco come avrebbero fatto per salvarsi? Così andarono alla casa.
Videro Emma che gli correva incontro dicendo di andarsene perché Eric stava facendo un esperimento molto importante, e che le uccisioni sarebbero finite visto che avevano trovato la cura. In braccio aveva un bimbo di pochi mesi. Si vede che in quel tempo avevano dato alla luce un bimbo ma non seppero mai il suo nome.
Una sera del 1845 Emma ed Eric insieme al bambino si presentarono ad una festa del paese.Dopo molti anni che non si facevano più vedere in paesetornarono..si vedeva però che tutti e due erano molto strani.
Erano le undici e mezzo di notte precise quando Emma si scagliò su un uomo di trentacinque anni e gli succhiò tutto il sangue. Era diventata una vampira. Eric prese suo figlio e cominciò a correre verso la casa: l’unico posto dove sarebbe stata al sicuro.
Tutti gli abitanti della città iniziarono ad inseguirli, gli avevano ingannati!
Ormai li stavano per prendere, quando Eric si mise tra lei e i cittadini…si trasformò in un lupo enorme e si scagliò sulla folla.
Lui era diventato un licantropo ovvero un lupo mannaro. Dopo che la moglie e il figlio raggiunsero la casa li raggiunse anche lui. Chiusero tutte le porte accuratamente e si nascosero in casa.
I cittadini riuscirono a sfondare il cancello e la porta e non appena entrarono nella casa trovarono i corpi di Emma ed Eric in una pozza di sangue… qualcuno li aveva preceduti e uccisi prima di loro. Del bambino non si ebbe più nessun segno… per dare una spiegazione logica a tutto ciò hanno dato la colpa al figlio dei Pharrel visto che era l'abominio di due creature mostruose.
Questa storia è diventata ormai una leggenda da raccontare ai bambini per spaventarli un po’ e non farli avvicinare al bosco, ma ormai è una storia vecchia!».
«Che storia fantastica potrebbero farci un film!» disse Emily ridendo.
«E come mai la casa e ancora tutta arredata?»
«Dicono che chiunque si avvicini alla casa verrà ucciso dai loro spiriti, quindi nessuno ha mai avuto il coraggio di avvicinarsi alla casa, c’è stato solo un uomo che avuto questo coraggio: un prete che ha dato una degna sepoltura ai due copri in due lapidi vicino alla casa… credo che tu le abbia viste –Annuì – pochi mesi dopo il prete morì, venne ucciso nello stesso modo dei Pharrel in casa sua senza testimoni.
Da quel giorno nessuno, dico nessuno, si è più avvicinato al bosco… nemmeno quando ha preso fuco l’anno scorso!!”
La mensa si era svuotata, erano rimasti solo loro tre e non avevano ancora mangiato nulla.
«E tu come fai a sapere questa storia?»
«Me la ha detta il mio bisnonno e poi tutti in città la conoscono!”
La campanella di fine pranzo suonò, la fame mi era completamente passata, ci alzammo tornando ognuno nella propria classe. Durante le ultime tre ore di lezione che stranamente anche quelle volarono il professore di educazione fisica ci disse che a Gennaio ci sarebbe stata una gita sulla neve, ma non mi interessava, forse non ci sarei nemmeno andata, in quel momento ero troppo presa dai Pharrel.
Quel pomeriggio sarei tornata in quella casa e avrei scoperto molte più cose. Mi preparai per uscire e andare a casa ma, Emily mi bloccò.
«Cosa c’è Emily devo andare» dissi scortese.
«Lo sapevo ormai ti conosco troppo bene, vuoi tornare a casa dei Pharrel e scoprire di più su di loro?»
Rimasi in silenzio.
«Me lo immaginavo… che ne dici se vieni a pranzo a casa mia, tanto i miei genitori non ci sono perché sono in viaggio, e dopo esserci rilassate un po’ andiamo a casa dei Pharrel insieme?»
«Non so, devo avvertire mia madre, e poi, non credo che tu abbia tutto questo coraggio!»
«Infatti non l’avrei ma avendoti accanto so che non mi succederà nulla! Giusto?»
«Ma non so potrei anche trasformarmi in vampira come Emma e succhiarti tutto il sangue!»
«Sì certo e io sono un licantropo come Eric! Dai andiamo si sta facendo tardi!”
Uscimmo da scuola, quando sentì una strana sensazione, la stessa che avevo provato quella mattina come se qualcuno mi stesse osservando… già che stupida ero la più carina della scuola, era normale che mi sentissi osservata, ma era diverso.
Nel cortile vidi un gruppo di ragazzi che guardavano qualcosa molto intessati.
«Cosa sta succedendo?»
«Non lo so, andiamo a vedere!»
Ci avvicinammo alla folla, non riuscivo a vedere nulla visto che la gente non mi lasciava nemmeno uno sbocco.
Ad un tratto tutti si misero ad urlare, voleva capire cosa stesse accadendo, afferrai Emily per il braccio e, facendomi spazio tra la gente, raggiunsi facilmente la prima fila.
Rimasi pietrificata: vidi che era in corso una rissa. Ne avevo sempre sentito parlare ma, non ne avevo vista mai una.
Questa però non era una vera e propria rissa… di solito nelle risse si picchiano due o più persone invece in questa due ragazzi di circa diciassette anni picchiavano un ragazzo di soli quindici. Era uno di quei ragazzi chiamati “secchioni”… portava degli occhiali spessi e la macchinetta per i denti, aveva in mano dei libri… questo era un pestaggio!
I due iniziarono a picchiarlo tirandogli calci e pugni. A lui caddero tutti i libri. Il ragazzo non poteva fare nulla: era in trappola, l’unica cosa che poteva fare era cedere… capì che non poteva nulla contro di loro, iniziò ad uscirgli sangue dalla bocca e dal naso. Uno dei due ragazzi lo afferrò per la camicia e lo alzò.
«Ci devi ridare immediatamente i soldi che ti abbiamo prestato!»e… con freddezza e crudeltà lo scaraventò per terra.
La sua testa batte contro un sasso e anche da li iniziò ad uscirli del sangue. I due però rimasero impassibili e continuarono a picchiarlo, Emily si girò dall’altra parte era troppo per lei.
Io stavo per scoppiare! Come potevano tutti rimanere impassibili davanti a tanta spietatezza? Anzi si divertivano anche che branco di deficienti! Guardai quella macchia di sangue che stava uscendo dalla sua testa, era rossa e molto densa…continuai a guardarla intensamente.
Sentì un gemito del ragazzo che imprecava un aiuto. Strinsi talmente tanto i denti che iniziarono a farmi male le gengive e a girarmi la testa. Dettero un calcio al ragazzo e lo fecero svenire… a quel punto non ci vidi più dalla rabbia, il ragazzo sarebbe potuto morire, posai a terra la cartella e mi avvicinai ai due.
«No!! Noemi cosa fai? Vuoi anche tu essere ridotta così?»disse Emily cercando di fermarmi.
Misi una mano sulla spalla a uno dei due facendolo girare, mi guardò.
«Cosa ci fa la nostra bella Noemi McAdams qui? Vuole partecipare anche lei?Con i soldi che mi deve il ragazzo potrei portari a cena ci stai??»
«No!» Gli detti uno schiaffo così forte che riuscì a farlo indietreggiare. Tutti mi guardarono stupiti.
L’altro ragazzo corse verso di me, io mi scansai e lo feci finire addosso al suo amico.
Non ero più me stessa… quando mi arrabbio riesco fare tutto. Facendomi aiutare da Emily prendemmo in braccio il ragazzo svenuto e lo portammo in infermeria. I due ragazzi ci seguirono.
«Dove lo stai portando? Quel ragazzo ci deve dei soldi!»
Li guardai male… anzi li fulminai di netto! Non osarono dirmi altro.
I due arrabbiati se ne andarono. Lo accompagnammo in infermeria c’era un odore di sangue che mi faceva venire il mal di stomaco.
Dissi alla professoressa che doveva curarlo perché era caduto dalle scale…per questa volta li risparmia... stranamente credette alle mie parole.
Mi sentivo strana, quell’odore così forte mi aveva dato noia, non c’ero abituata. Mi appoggiai ad un muro per paura di perdere l’equilibro,quando un ombra nera mi avvolse e caddi a terra priva di sensi.
Non so dopo quanto mi svegliai sapevo solo di trovarmi in infermeria con accanto la professoressa che doveva avermi assistita. Poco dopo entrò anche Emily, era preoccupata e si vedeva, mi saltò con le braccia al collo, la professoressa mi spiegò che avevo avuto un calo di pressione e che mi dovevo un pò riguardare.
Dopo essersi accertata che tutto andasse bene mi permise di andare. Durante il tragitto fino a casa di Emily non aprimmo bocca, io perché non volevo parlare di cosa era successo prima anche perché nemmeno io sapevo darmi una spiegazione… Ruppe il ghiaccio Emily non appena arrivammo a casa.
«A che ore andremo a casa Pharrel?»
«Non lo so, per me va bene e a qualsiasi ora!»
«Ti va bene verso le sei».
«Siamo in pieno autunno a quell’ora sarà già buio».
«Va bè e poi un po’ di paura non guasta qualche volta!».
Facemmo la lezione e Emily mi raccontò che gli piaceva Matthew anche se lo conosceva da due giorni.
“E… te… Emy…-rise- come va con Mark?”
La guardi un pò stupita.
“Di solito quando non rispondi vuol dire che va tutto bene! Allora piace anche a te Mark? Hai trovato qualcuno che non ti è indifferente!”
“No! Ti sbagli io detesto Mark!” “Mmm… Noe…non mi incanti… io ti leggo nella mente so benissimo che ti piace!”
“No! Non è vero!”
“ Sarà ma se ti arrabbi così tanto vuol dire che un pochino ti interessa!”
Risi… Emily era brava nel far confessare le persone. “E va bene lo ammetto… devo dire che il primo giorno di scuola non mi era del tutto indifferente… ma adesso mi ha fatto proprio arrabbiare!”
“Tanto presto o tardi fra di voi succederà qualche cosa! È solo questione di tempo…”
“Io non ci conterei!Può avere tutte le ragazze che vuole non penso propio che voglia me...”
“Ah no… ma lo hai visto come ti guarda tutte le volte?”
“No, perché mi guarda?”
“Di continuo… o almeno quando ci sono io si… ”
Mi aveva sorpresa…questa non me la aspettavo…
“Non sai cosa dire eh? secondo me a lui piaci e anche tanto”
“Non dire cavolate se no si sarebbe già fatto avanti è un ragazzo troppo sicuro di se…”
“Ma è questo il mondo di oggi e i ragazzi si fanno avanti con le ragazza prima trattandole male e poi confessandogli i loro sentimenti!”
“E che vantaggio hanno? Solo di essere odiati!”
“Lo so… sono davvero ingenui!”
Ci fu un momento di silenzio.
“E poi… cosa predichi te… mi hai detto che Matthew e te avete una storia!”
“Non è una storia… è solo che lui è davvero dolcissimo…e andiamo molto d’accordo…”
“Si… a lui piaci, a te piace… perché non ve lo dite?”
”Primo perchè lo conosco da troppo poco tempo e secondo perché non voglio ferire Simon!”
”Ah… è vero… è tutta l’estate che ti viene dietro poverino… allora prova a parlarci!”
“È quello che voglio fare…”
“Brava!Le cose si risolvono sempr parlandone”
Arrivarono le sei, l’ora esatta per andare ad esplorare la casa dei Pharrel. Prendemmo la macchina di Emily, la parcheggiarono vicino alla scuola e a piedi ci incamminammo verso la casa.
Il bosco la sera non aveva lo stesso effetto della mattina, sembrava molto più insicuro e pericoloso, ogni tipo di ramo sembrava qualcosa di surreale. Vedevo che Emily aveva paura così afferrai la sua mano nel tentativo di farla sentire meglio.
In pochi minuti raggiungemmo la casa, era molto terrificante. Emily era meravigliata non si sarebbe mai immaginata una casa così bella e lussuosa ma allo stesso tempo spaventosa.
«Allora andiamo?» chiesi
«Certo!»
Si avvicinò al cancello non vedeva l’ora di entrare e vederla. Tentò di aprire il cancello in ferro ma, era chiuso.
«Noe… il cancello è chiuso!»
«Come è chiuso?»
Mi avvicinai e tentai di aprirlo ma, anche io non ce la facevo era davvero chiuso! Ma chi era stato? Se tutti avevano paura di quella casa? Forse c’era qualcuno che non credeva a quella stupida leggenda e si era inoltrato nella bosco per trovare degli indizi sulla morte dei Pharrel forse un investigatore venuto qui dall’Inghilterra apposta! Che fantasia che avevo!
Interruppe i miei pensieri la stessa sensazione che aveva provato a scuola, mi sentivo osservata e questa volta non mi trovavo in mezzo ad una scuola affollata ma in un bosco dove tutta la città aveva paura di mettere piede.
Mi girai di scatto verso la folta vegetazione dietro le mie spalle, ma non vidi nulla solo foglie secche.
Mi girai un' ultima volta a guardare la casa e improvvisamente vidi un volto che ci guardava dalla finestra di una stanza dell’ultimo piano della casa, abbassai lo sguardo e poi riguardai la finestra…vidi la tenda muoversi.
Mi insospettì subito non ero tipo da credere nei fantasmi… nella casa c’era qualcuno! Ma chi? Forse qualcuno che sapeva che saremmo andate lì quella sera. Istintivamente iniziai a scavalcare la cancellata.
«Dove stai andando? È una violazione della proprietà privata!»
«Dai non ci abita più nessuno da secoli oramai!»
«Bè allora perché c’è il cancello chiuso? Ci sarà un motivo, forse qualcuno ha deciso di comprare la casa e noi stiamo entrando in casa sua come ladri».
«Non fare la sciocca non crederai mica alla storia che ci ha raccontato Michael vero?»
«N.. o ..-disse Emily tentando di mascherare la paura- è meglio se torniamo domani con gli attrezzi per forzare il cancello ed entrare in casa?»
«Va bene ma per me la storia ti ha messo paura».
«No, non è vero!» mentì spudoratamente.
Mi girai e quella sensazione ritornò…
“Emily prima non hai visto nessuno alla finestra?”
“No… Mi vuoi mettere paura? Dai che poi non ci dormo davvero stanotte!”
“Non è per metterti paura ma a me era sembrato di vedere una persona che ci guardava…”
“Visto vuol dire che la casa è abitata!Che figuraccia che avremmo fatto!”
Non mi convinceva… non era possibile… Guardai la finestra non c’era nessuno… probabile che me lo ero immaginato io.
Tornammo alla macchina, e Emily mi riportò a casa… quella sera feci una ricerca su internet per vedere se esisteva la leggenda sui Pharrel… ma come aveva detto Michael era usata come leggenda per intrattenere...demoralizzata per non aver trovato niente mi misi a dormire.
  
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