Alle
dodici e mezza in cucina è il finimondo; urli a destra
e a sinistra, pentole che sbattono, cibo che finisce in terra, piedi
calpestati
e aria viziata dal fumo e dal sudore. Quel giorno, però, sei
stato fortunato,
visto che ti hanno relegato al banco a servire i detenuti: certo, ogni
tanto capita
di ricevere qualche insulto se sei troppo lento o se il piatto non
è riempito
fino all’orlo, ma è sempre meglio che starsene
lì dietro a morire dal caldo. Sei particolarmente di buon
umore quando servi la zuppa ai
tuoi compagni, peccato che bastino due iridi fluide di colore giallo
per
capovolgere la situazione; per poco non ti fai sfuggire il piatto,
quando te lo
ritrovi davanti con quell’aria spaventosamente tranquilla,
fatta di falsi
sorrisi e pugnalate alle spalle.
«Da cuoco a cameriere, Uzumaki» commenta bonario,
scrutandoti
mentre gli servi il pasto del giorno.
«Erano a corto di personale» rispondi gelido,
porgendogli la
sua porzione.
Orochimaru la afferra lentamente, stando attento a non
versare il brodo. Persino il quel gesto così banale ti
sembra disgustoso. «Ho
visto il tuo amichetto in cortile, poco fa. Sembra si sia intrattenuto
con un
detenuto del nostro braccio, quello della cella in fondo»
butta lì prima di
andarsene, con il solito sorrisetto ad increspargli le labbra.
Non hai il tempo di chiedere spiegazioni perché la Serpe si
allontana e devi darti subito da fare per servire il prossimo detenuto.
In effetti Sasuke non è ancora tornato dal turno di lavoro mattutino. Sai che alcuni gruppi si intrattengono di più rispetto ad altri, ma lui è sempre il primo a presentarsi a mensa; mangia qualcosa al volo e si ritira subito in cella per concedersi qualche minuto di relax in totale silenzio - guai a te se osi fiatare, sarebbe capace di soffocarti con il cuscino.
Ci
vuole poco perché un groppo alla gola ti blocchi la
deglutizione; è stato proprio un detenuto del vostro braccio
a ricevere la lama
da Sasuke e subito hai pensato che fosse stato un gesto rischioso,
soprattutto
in relazione ad Orochimaru. Di sicuro quel brutto ceffo aveva qualcosa
a che
fare con lui, il quale, ovviamente, non si è lasciato
sfuggire l’occasione per
tormentarvi ancora. Lasci improvvisamente il mestolo della zuppa,
borbottando
che hai mal di pancia e devi scappare in bagno; approfittando della
confusione
generale, invece di dirigerti alla toilette, ti disfi del ridicolo
grembiule
bianco fiondandoti all’uscita sul retro.
Come pensavi ad accoglierti c’è una
guardia: fortunatamente una delle più stupide.
«Dove credi di andare?» chiede svogliatamente,
accompagnando
il tutto con uno sbadiglio, come se fino a quel momento avesse dormito
in
piedi, invece che perlustrare i dintorni.
«Ho scordato di chiudere la porta dello
sgabuzzino». È la
prima cavolata che ti passa per la testa pensando agli attrezzi che
utilizzano
gli “addetti” al giardinaggio.
«Ci penserà qualcun altro per te»
replica pronto quello,
cercando di mandarti via.
«No! – esclami mettendo le mani avanti –
sono io l’ultimo
del mio gruppo ed è compito mio riporre tutto al posto
giusto. La prego, mi-».
«D’accordo, datti una mossa» concede
finalmente la guardia,
già stufo di starti a sentire.
Ringrazi chinando il capo e ti fiondi in una ricerca
disperata del tuo compagno. Alcuni detenuti stanno ancora lavorando, ma
è
questione di minuti e tutti lasceranno ciò che stanno
facendo per andare a
mangiare. Solo i più lenti o i più meticolosi
sono rimasti: Sasuke solitamente
non è tra quelli.
Dopo aver perlustrato metà perimetro, senti dei rumori
sommessi
provenire dal retro della prigione, dove si trovano le zolle lavorate,
ormai
deserte e illuminate dal sole. Ti avvicini lentamente e, dietro una
colonna, lo vedi. Si sta dimenando,
mentre tenta
di opporre resistenza ad un braccio possente che spinge la lama dritta
verso il
sul collo. Ogni vena del corpo di Sasuke sembra pulsare assieme al suo
cuore,
ogni muscolo si comprime al limite della sopportazione per evitare un
colpo che
potrebbe costargli la vita.
Non
hai idea di cosa stia succedendo, ma una cosa ti è
chiara: il tuo compagno è evidentemente in
difficoltà. Ti porti le mani nei
capelli, scompigliandoli nervosamente, scuoti la testa come per gettar
via il
nervosismo ed afferri veloce una pietra massiccia da terra:
l’unica cosa che
puoi fare, in quel momento, è aiutarlo, dopo penserai a
farti spiegare tutto. Con
uno scatto fulmineo sei già dietro ai due combattenti, ma
non dai tempo a
Sasuke di aprir bocca, perché in un attimo, senza pensarci,
picchi il sasso sul
capo dell’uomo e subito dopo lo vedi accasciarsi a terra
stordito, mentre il
coltello ricade sull’asfalto ed un finissimo rivolo di sangue
solca la tempia
della tua vittima.
Sasuke è immobile, con le braccia sospese per aria, le
pupille dilatate ed incastonate alle tue, in un misto di terrore e
stupore. I vostri
respiri si fondono in un affanno che abbassa e solleva il diaframma
troppo
velocemente per poter essere controllato.
«Che ti è saltato in mente?» mormora con
un filo di voce,
cercando invano di mantenere la calma.
Ti bagni le labbra, rimaste asciutte per la troppa tensione.
«Cercavo di evitare che quello ti accoltellasse, teme». Rispondi come se avessi
appena fatto il gesto più ovvio del
mondo.
Sasuke finalmente si ricompone, massaggiandosi una spalla.
Guarda prima te e poi il corpo inerme del detenuto che ha attentato
alla sua
vita. «Sei un cretino» sentenzia chinandosi sulle
ginocchia e premendo due dita
sul collo dell’uomo per controllarne il battito. Trattieni
per un attimo il
respiro, rendendoti finalmente conto del rischio che hai deciso di
correre.
«Come diavolo sapevi che ero qui? Volevi forse allungare la
tua permanenza in carcere?» domanda Sasuke in maniera
retorica, e dal suo tono velatamente
più tranquillo comprendi che l’uomo è
ancora vivo. Un omicidio sulla fedina
penale sarebbe stato la tua rovina.
«Ho agito d’impulso» cerchi di
giustificarti, eludendo la
prima questione e rimanendo un po’ sulla difensiva; in fondo
tutta quella
faccenda riguarda anche te e se non fossi stato così
distratto da farti rubare
la fotografia di Hinata, Sasuke non sarebbe stato costretto ad
effettuare lo
scambio. O magari lo avrebbe fatto lo stesso, ma questo tu non puoi
saperlo.
«D’accordo, genio,
ora cosa pensi di fare?» insiste Sasuke, risvegliandoti dalle
tue congetture.
A sentire il modo in cui te lo chiede avresti voglia di
colpire anche lui con quel sasso. Possibile che non riesca a mostrare
un minimo
di riconoscenza neanche in situazioni del genere? Sbuffi, passandoti
una mano
sul volto. Se non fosse che lo hai appena salvato da un epilogo
piuttosto
doloroso, sbatteresti la testa al muro in preda al panico per il casino
in cui
hai messo entrambi. Fortunatamente siete in un angolo isolato della
prigione,
ma dovete pensare in fretta: tra pochi minuti il turno di lavoro
mattutino finirà
anche per i ritardatari e nei cortili si riverseranno centinaia di
detenuti
diretti verso la mensa.
Scruti con diffidenza il corpo inerme dell’uomo ai vostri
piedi; probabilmente ha urgente bisogno di cure mediche, anche se,
fosse per
te, lo lasceresti lì a terra privo di coscienza. Il primo
pensiero che ti
balena in testa è quello di nasconderlo da qualche parte, ma
nessuno vi
garantisce che prima o poi non si svegli e decida di raccontare tutto
alle
guardie: in quel caso sareste fottuti.
«Sasuke…»
«Zitto».
Stavi per dirgli di fuggire, anche se avreste rischiato
ugualmente, quando il tuo compagno tende l’orecchio in
ascolto ed anche tu
percepisci un crepitio di passi sul terreno.
«Merda! Qualcuno sta venendo a controllare»
imprechi sotto
voce, agitandoti. «Che cazzo facciamo?»
Sasuke è apparentemente calmo, ma una goccia di sudore gli
solca la guancia, tradendone lo stato d’animo.
«Vattene!» esordisce poi, facendoti segno con la
mano.
«Allontanati da qui» il suo tono di voce
è talmente basso che stenti a
percepirlo.
«Cosa?! Perché??»
Ti avvicini di più a lui, cercando di capire cosa gli stia
passando per la testa. Pensa forse di risolvere tutto prendendosi la
colpa e
finendola lì?
«A mala pena mi sono accorto del tuo arrivo, Naruto, il
detenuto non ti ha neanche visto in faccia. Dirò di essermi
difeso e in qualche
modo me la caverò».
Oh no, non di nuovo. Non gli permetterai di coprirti le
spalle un’altra volta.
«Non se ne parla, io-»
«Sparisci, cazzo!»
Sasuke ti dà una spinta e il rumore di passi si fa sempre
più
vicino. Riprendi l’equilibrio, lo guardi a bocca aperta, vuoi
urlargli contro
qualcosa ma non c’è più tempo. Fai come
ti dice e corri via nel giro di un
secondo.
*
«Scusa Hinata. Ti avevo promesso che sarei cambiato qui
dentro, ma la verità è che sto facendo un
casino».
«Parli da solo, Uzumaki?»
La
voce di una guardia ti fa scattare seduto, mentre infili
il ritaglio sotto al futon, spiegazzandone
gli angoli. Borbotti mentalmente qualche improperio contro
l’arrivo improvviso
di quell’uomo e cerchi di ricomporti.
«Stavo solo-»
«Ho una bella notizia per te» continua la guardia,
ignorandoti. Non riesci a capire se fa sul serio oppure ti sta solo
prendendo
in giro. Si appende alle sbarre e ti rivolge un sorriso
raccapricciante, fatto
di carie e denti gialli. «Stasera avrai la cella tutta per
te! Il tuo compagno è
stato sbattuto in isolamento». Lo esclama gracchiando, mentre
ridacchia tra sé
e sé come se avesse detto qualcosa di molto divertente. Di
sicuro lì dentro
quel brutto ceffo è uno dei funzionari meno professionali
che tu conosca.
«Come?» Aggrotti le sopracciglia, al solito
parlando senza
pensare. Avresti dovuto immaginarlo che sarebbe finita a quel modo.
«Pare che abbia malmenato un tipo dopo essere stato
minacciato con un coltello. Un assassino che ha paura di un ladro!
Questa è
bella». Continua con il suo racconto senza degnarti di uno
sguardo. «Il tipo in
questione è ancora in infermeria, ma quando si
sveglierà toccherà anche a lui
la stessa sorte. Siete proprio un ammasso di imbecilli».
Conclude il discorso
con un insulto rivolto a tutti i detenuti, sputa vicino alla tua cella
e si
allontana raddrizzandosi il copricapo, come se quel gesto potesse
dargli
prestigio.
«Quanto ci dovrà restare?» domandi a
bruciapelo, cercando di
non far trasparire troppo interesse.
L’altro sbuffa rumorosamente e si volta di nuovo nella tua
direzione «Una settimana. Basterà per rimetterlo
in riga».
Sospiri
abbracciandoti le ginocchia, per poi tirare un pugno
al muro. Non va bene. Non va affatto
bene.
Continua tutto a girare nel verso sbagliato, gli eventi sembrano gridarti che è sempre colpa tua, che non sei cambiato di una virgola: ti cavi d’impiccio mettendo nei guai gli altri, finisci per fare del male alle persone a cui tieni. Già, perché è da un po’ che hai cominciato a pensarlo: Sasuke è ciò che, lì dentro, ti ricorda di più la parola amicizia. Forse è solo perché ti senti in colpa e pensi che dovresti esserci tu al suo posto; forse invece quella sensazione di oppressione al petto dipende da altro. Gli hai detto di odiarlo, ed è vero, perché il suo dolore, ormai, è diventato anche il tuo.
L’isolamento distrugge, logora, consuma ogni più residua traccia di speranza: tu da fuori, lui da dentro, l’inferno, stavolta, lo vivrete in due.
Buonasera carissimi!
Dovrei aggiornare altre mille cose, ma ultimamente ho più ispirazione per questa raccolta, perciò ho approfittato. Perdonate la massiccia dose di angst degli ultimi capitoli... non vi sto lasciando un attimo di tregua! XD E' vero che la storia è "drammatica", ma vedrò di darvi anche un pò di respiro, non temete.
Spero tanto vi sia piaciuto! Vi chiedo, qualora vi andasse, di farmi sapere cosa ne pensate con un commentino. Grazie di cuore! :)
Vavi