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Autore: tixit    02/04/2016    2 recensioni
Solo per amanti di storie su Girodelle e su sorelle di Lady Oscar - idealmente, come universo/headcanon, fa parte della serie Sorellitudine. Solo due capitoli brevissimi.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorelle Jarjeyes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sigyn la rossa'
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Disclaimer: Girodelle appartiene alla Ikeda. La ragazzina no.

In uno specchio


1.Visto da destra

Era seduta sotto il pontile con la chitarra in mano - un buon posto per esercitarsi. Aveva sentito l'eco dei suoi passi - gambe lunghe -  ma non sapeva se andare a salutarlo o meno: stava diventato un po' troppo serio. Era grande lui. E aveva sempre meno tempo per quelle piccole.

C'erano pure dei pettegolezzi su Jeanne-Marie Salvetat, Madame Mars come la chiamavano a teatro, una attrice provenzale - pareva che qualcuno li avesse visti baciarsi in un giardino. Una che recitava malissimo, roba da tirarle addosso un torsolo di cavolo pensò irritata, chissà che diavolo ci aveva visto... poi sospirò: era buio e lui di sicuro non si era accorto che lei era lì in spiaggia. Avrebbe accompagnato il Vecchio da suo Nonno e si sarebbero chiusi nello studio, dove lei non sarebbe entrata.
Non valeva nemmeno la pena correre a salutarlo: anzitutto non avrebbe avuto tempo - figuriamoci, doveva parlare con gli adulti lui - e poi nemmeno si ricordava che in questi giorni in casa c'era pure lei.

Alzò lo sguardo, un pochino rattristata e lo vide lì, una sagoma lunga e scura.

Lui le tese la mano, ma lei scosse la testa. Era grande anche lei e faceva da sola!

"Non vuoi entrare?" le chiese cortesemente, ma lei era dubbiosa - rientrare per fare cosa? stare ad aspettarli dietro una porta chiusa mentre finivano di pianificare questo e quello? non era mica un cagnolino.

"Ho sete, non mi offri qualcosa da bere?" Tipico di lui fare leva sulla buona educazione della padrona di casa.

Si alzò da sola, ignorando il suo braccio - non era mica una bambina - e lo precedette verso casa, le scarpette in una mano, insieme alle calze di seta, che lui fece finta di non vedere - senza scarpine in pubblico! Senza calze! Lui era così attento alla forma... adesso sicuramente l'avrebbe criticata! I bambini girano scalzi!
Ma quelle scarpine, nella sabbia...

Sentì il ragazzo circondarle la vita, senza esitazione e poi lo sentì chinarsi e prenderla in braccio, senza uno sforzo percettibile. 

"Mettimi giù!" doveva smettere di trattarla come se lei fosse ancora piccola! Prenderla in braccio, che idea bislacca.

"Va bene" disse lui divertito ed invertì la direzione andando a passi decisi verso il rumore della risacca.

Lei trattenne il fiato "Va bene, va bene..." si arrese ridendo "Tienimi! Tienimi pure!"

"Sul serio? Ti tengo? Ti posso tenere?" la prese in giro, ma lei non colse: aveva sollevato la mano e gli stava cercando le labbra con le punta delle dita "Stavi sorridendo, non lo avresti mai fatto!" disse sicura, sfiorandogli il sorriso,"Buttarmi in acqua, intendo", delicata con il pollice, gli sfiorò l'angolo della bocca

Lui con un movimento brusco se la riaggiustò tra le braccia, facendole scivolare il braccio in grembo.

"Sei sicuro di farcela?" chiese dubbiosa la ragazzina dai capelli rossi.

"Sei piccola..." mormorò. Poi aggiunse brusco "e quindi sei leggera."

"Se lo dici tu." incuriosita gli tastò il braccio, stupendosi dei muscoli tesi - era proprio cresciuto e non se ne era accorta.

La poggiò delicatamente su un muretto e si chinò davanti a lei, prendendole le scarpine dalle mani; con delicatezza le spolverò la pianta da eventuali granelli di sabbia e le infilò una della calze.
"Ce la faccio da sola, sai?" disse piccata - la stava trattando come una bambina; prima la portava in braccio per la spiaggia, poi le infilava le scarpette, ma lei era cresciuta! "Non sono piccola!"

"Se lo dici tu..." le rispose divertito. 

Poi le porse il braccio. "Cosa mi offri?"

"Sidro?" chiese, "o è troppo da ragazzini?" c'era di tutto a casa, pure lo sciroppo per la tosse! Bastava che chiedesse.

"Se mi tieni compagnia... vada per il sidro."  Lei annuì.

Entrarono in casa, la stanza illuminata da un paio di lampade ad olio.

"Prima devo parlare con tuo Nonno" le disse il ragazzo cortese, "ma dopo abbiamo un po' di tempo, così mi racconti cosa combini..." 

Lei sorrise "Intanto ti porto dell'acqua..." replicò sussiegosa. "Per tutti voi. Poi se lo gradisci possiamo discorrere nel Salottino Piccolo."

"... e mi spieghi quando torni" aggiunse con aria indifferente il ragazzo, "... se vuoi, quando rientro, passo a prenderti e viaggiamo insieme."

"Non ti piace viaggiare in carrozza, lo sai!" scosse la testa e si avviò verso la cucina. "Ti annoieresti... ma grazie per la cortesia."

Poi ripensandoci, si girò e corse verso di lui "Clément..." attraversò la stanza in un attimo e si catapultò addosso a lui abbracciandolo stretto.

Lui interdetto, le poggiò le mani sulle spalle solo a sfiorarla.

"Sono piccola!" disse la ragazzina, strofinando la guancia sul suo petto "hai ragione, mi sa, sono ancora piccola..." e ne sono contenta, perché ti posso salutare così... "Mi sei mancato sai? Ormai stai proprio tanto per i fatti tuoi..." sospirò "ti aspetto di là, intanto ti preparo uno spuntino, e poi ti racconto... sono successe tante di quelle cose!"

Victor Clément de Girodelle sospirò, poi le sollevò con due dita il mento e, delicatamente, le baciò la punta del naso. "Eh si... sei piccola."  
   
 
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