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Autore: Redferne    11/04/2016    9 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

 

 

 

 

 

 

 

UNA BATTAGLIA IMPARI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick parcheggiò la macchina nell'ampio piazzale. Una volta scesi, lui e Judy si diressero verso la centrale.

Benjamin Clawhauser era alla reception. Ma il paffuto ghepardo non era intento a trafficare con lo smartphone o a divorare ciambelle in confezione maxi da quarantotto, come di consueto.

I due agenti si scambiarono un'occhiata interrogativa e lo raggiunsero.

"Buongiorno, Ben" disse Judy. "Va..va tutto bene?"

"Uh..ciao, Judy. Ciao, Nick." disse lui, con aria afflitta.

No. C'era decisamente qualcosa che non andava, quella mattina.

"Che cosa ti é successo?" chiese nuovamente lei.

"Devo darvi una notizia terribile" rispose. "Vi...vi ricordate di…di Martin, la giraffa?"

"Fredericksen?" domandò Judy. "L'agente rimasto ferito quattro giorni fa?"

"Non...non c'e l'ha fatta, purtroppo. E'...é morto stanotte." disse Benjamin, con un filo di voce.

"No..."Judy portò entrambe le mani sulla bocca, quasi a voler soffocare un grido.

"Dannazione!" imprecò la volpe. "Ancora quei maledetti dardi venefici...stiamo cadendo come mosche, qui!"

Si stava trattenendo a stento.

"La situazione é molto seria, Nick." confermò Benjamin. "I ragazzi qui al distretto sono tutti su di giri. Temo ci saranno problemi, alla riunione di stamane."

"Puoi dirlo forte." replicò lui.

Judy afferrò il suo partner per un braccio, tirandolo via di lì.

"Tra poco dovrebbe cominciare. Andiamo, dai."

 

 

La sala riunioni non era ancora gremita. Parecchi agenti, riuniti in vari capannelli, discutevano animatamente tra loro.

Judy addocchiò quattro posti liberi in prima fila, e si sedette sul primo da sinistra.

Poi vide che Nick era rimasto in piedi.

"Tu non ti siedi?" Gli chiese.

"Grazie dell'offerta” rispose lui, “ma credo che andrò a sistemarmi al mio angolino di fiducia. A dopo."

Detto questo, raggiunse la parete opposta e si appoggiò all'angolo destro, a braccia conserte.

Nel frattempo la sala si era riempita. Due minuti dopo fece il suo ingresso il capitano Bogo.

 

 

 

 

 

Il bufalo prese posto alla sua scrivania e, vedendo che il brusio non accennava a placarsi, zitti' tutti i presenti con due poderosi colpi di zoccolo sul tavolo.

Poi comincio' a parlare.

"Probabilmente ne sarete già tutti al corrente, ma é mio dovere informarvi che purtroppo il nostro collega Fredericksen non c’é l'ha fatta. E' deceduto stanotte, in ospedale."

Un mormorio di disapprovazione serpeggio' tra i poliziotti.

"I funerali avranno luogo domattina" prosegui' il comandante, con tono imparziale. "Chi non e' di servizio potrà parteciparvi. Per le donazioni alla famiglia potete rivolgervi a Clawhauser, come al solito."

Ci fu un attimo di silenzio. Poi Bogo riprese a parlare.

"Anche questa volta ne conosciamo bene la causa. Dall'inizio di quest'anno tra i criminali sono notevolmente incrementati la circolazione ed il possesso di armi illegali. Sono pistole sparadardi molto simili a quelle in dotazione alle forze di polizia, ma il contenuto dei proiettili é ben diverso. Si tratta di una neurotossina che, una volta iniettata, agisce sul sistema nervoso centrale causando paralisi, convulsioni e perdita di conoscenza, fino al blocco cardio - respiratorio."

"Con Fredericksen fanno già otto agenti, dall'inizio di quest'anno." Judy riconobbe la voce di Nick. "Dobbiamo andare avanti con questa situazione ancora per molto?"

"...E a noi ci mandano ancora in giro con i dardi soporiferi!!" Urlò un agente, spazientito.

"Basta! Ci stanno mandando al massacro!!" Gridò furibondo un altro.

"Ve lo dico io cosa bisogna fare...un bello sciopero, ecco cosa!!"

“L’hai detto! Così al municipio sarà la volta buona che capiranno la situazione, quelle teste vuote!!”

"Silenzio!!" Tuono' Bogo. "Fate silenzio, ho detto!! Al momento non siamo ancora riusciti a scoprire chi immetta queste armi sul mercato nero. Si,agente Hopps?"

Indicò Judy che, nel frattempo, aveva alzato la mano.

"Mi scusi capitano...stando ai dati che abbiamo raccolto, i casi riconducibili a questi...chiamiamoli, DARDI VENEFICI, sarebbero circa centosessanta, fino ad ora. Ma mi risulta che la maggior parte delle persone colpite sia riuscita a ristabilirsi completamente..."

"Esatto, agente Hopps.” confermò lui. “In mancanza tuttora di un antidoto efficace, sottoporre la vittima a terapia intensiva immediata é l'unica cosa ad aver dato dato qualche risultato, almeno per adesso."

"Ascoltate" proseguì. "Non e' una situazione facile, ne sono ben consapevole. In attesa di una soluzione, non rimane altro che affidarci al caro, vecchio buon senso. Indossate caschi e giubbotti protettivi, quando siete di pattuglia. Chiedete ed attendete i rinforzi quando siete in difficolta'. Niente atti di eroismo o colpi di testa. Non vi esponete a rischi inutili. E ancora una cosa..."

Bogo tiro' un altro pugno sul tavolo che rieccheggiò per l'intera sala.

"Ve lo ripeto per l'ultima volta...non voglio più sentire parlare di DANNATI SCIOPERI!! Siamo agenti di polizia, e gli agenti di polizia NON SCIOPERANO!! SONO STATO ABBASTANZA CHIARO?!"

Nessuno fiatò.

"E' tutto." concluse. "Al lavoro, ora."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Lo sai che di questo passo Bogo finirà con l’appenderti ad un muro? Ne sei consapevole,vero?” Disse Judy a Nick, mentre si dirigevano verso la volante.

“Chiedo scusa…” replicò lui. “...vorrà dire che la prossima volta presenterò prima una richiesta in carta bollata in triplice copia, prima di intervenire...tu dici che così potrebbe andare?”

“Il solito esagerato…basterebbe che ti ricordassi di chiamarlo CAPITANO e che alzassi la mano prima di aprire bocca, proprio come ho fatto io.”

“E comunque non sono stato l’unico a parlare senza permesso.” aggiunse.

Salirono a bordo. Judy mise in moto e partirono.

“Sai...” disse. “...Ripensavo a Martin, poveretto. Aveva una moglie ed una figlia. Non riesco ad immaginare come…”

“Già” la interruppe Nick. “Io invece stavo riflettendo sul fatto che uno di questi giorni potrebbe toccare a me, o a TE. Ci pensi mai, ultimamente?”

“Che intendi dire?”

“Intendo dire” proseguì lui, “che giocare ai poliziotti non é più divertente come un tempo. Anzi, a dirla tutta sta diventando molto, molto pericoloso.”

“GIOCO?!” Esclamò lei. “Tu questo lo chiami GIOCO? Come puoi dire una cosa simile?”

“Pace, Carotina. Non volevo offendere. Lo so bene, quanto ci tieni al tuo lavoro.”

“E tu, allora?” Stava andando su tutte le furie. “Stammi bene a sentire, Nick. Quando sono entrata in polizia sapevo bene i rischi a cui sarei andata incontro. La nostra missione é di arrestare i delinquenti e di proteggere gli innocenti. Se per te tutto questo é solo un lavoro come un altro, o un…un gioco, come hai detto prima, allora vuol dire che non hai capito NIENTE! ASSOLUTAMENTE NIENTE!!”

Era veramente furibonda. Per forza, l’aveva punta sul vivo. La sua missione. Per la quale era disposta a rischiare tutto. Ma come si fa? Bisogna avere un coraggio fuori dal comune,pensò la volpe. O un’incoscienza fuori da ogni logica.

Ma nonostante non la comprendesse appieno, in fondo ammirava la sua dedizione.

 

E’ tutto inutile. Non potrò mai essere come te, Carotina.

 

“Scusami” disse Judy, con un sospiro. “Non ce l’avevo con te, Nick. Sono soltanto un po’ scossa per quello che e’ accaduto.”

“Tranquilla, Carotina” la rassicurò. “Anch’io sono preoccupato. Come tutti, del resto.”

 

Sono preoccupato che ti possa accadere qualcosa di brutto, piccola. Non potrei mai perdonarmelo.

Mai.

 

“No. Sul serio, Nick. Dimmi cosa posso fare per farmi perdonare.”

“Beh...” disse lui, stiracchiandosi sul sedile. “...tanto per cominciare, potresti offrirmi un bel muffin ai mirtilli ed un buon caffè a meta’ mattinata. E poi avrei un’altra proposta da farti, se sei libera una di queste sere.”

   
 
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