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Autore: Ilhem_Rowling    13/04/2016    1 recensioni
“Aveva una maniera di parlare che gli serviva più per nascondere che non per dichiarare.”
L'uomo è in grado di riconoscere i propri errori, o semplicemente li camuffa per renderli eticamente corretti. La pazzia, la corruzione, la perdita del proprio percorso morale. La guerra riesce a compromettere anche l'animo più buono, ma può persino portare a galla un'anima nera soffocata per tanto tempo.
Un amico può diventare un traditore.
Un animo libero può diventare un prigioniero.
Un lupo può essere abbandonato dal suo branco.
Un eroe può cadere.
Un amante può soffrire.
Un fiore può appassire.
Confessioni del 31 Ottobre 1981.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James.


Da bambino lui adorava Halloween. Merlino, se l’adorava! Avrebbe persino detto di adorarlo più del Natale, perché, che diamine!, ad Halloween c’era tutto un altro tipo di atmosfera.
Continuava a rigirarsi fra le dita l’incarto della caramella mou che aveva mangiato almeno un’ora prima.
Non aveva la forza, o il coraggio, di alzarsi da quella poltrona.
Passò le lunghe dita sul bracciolo di velluto, e subito dopo se le portò agli occhi. Quanto avrebbe voluto dormire.
Non l’avrebbe mai fatto. Non ci sarebbe riuscito.
Sentì un debole vociare fuori dalla sua abitazione, e scattò in piedi, catapultandosi contro il vetro della finestra, e quasi staccando la tenda per l’agitazione: erano solo una coppia di anziani, probabilmente di ritorno dalla messa di quella sera nella piccola chiesetta lì vicino.
James non dormiva più sonni tranquilli. Anzi, non dormiva più da almeno due mesi. Si limitava a stendersi completamente vestito sul letto, fissando il soffitto, fiducioso che un giorno quello stesso soffitto gli avrebbe rivelato come uscire da quella situazione.
Nell’ultimo mese aveva smesso persino di andare di sopra in camera da letto. Rimaneva lì, seduto sulla sua poltrona, a guardare fuori dalla finestra.
Attendeva qualsiasi cosa potesse arrivare da un momento all’altro.
Non gli era mai importato, da adolescente, di morire a causa della guerra, perché sapeva di combattere per una giusta causa, e per una vita che fosse degna di essere ritenuta tale.
James ora aveva qualcosa per cui valesse la pena restare vivo. Qualcosa per cui valeva la pena lottare.
James aveva il dovere di rimanere vivo, aveva il dovere di far da padre a suo figlio, di far da marito a sua moglie.
James non poteva lasciare Harry. James non voleva lasciare Harry. Lui amava Harry.
James non poteva lasciare Lily. James non voleva lasciare Lily. Lui amava Lily.
Lui voleva avere una vita con Lily ed Harry. Una vita felice, una vita serena, una vita lunga.
James non voleva morire.
James… « James! ». Lily aveva posato una mano sulla spalla del marito.
« Sei pallido » accostò la fronte a quella del giovane uomo, tenendogli le mani ben strette ai lati del viso, e gli lasciò un lieve bacio. « Stai bene? »
James annuì, ma chiuse gli occhi. Lui non stava bene. James aveva paura che i suoi giorni fossero prossimi al termine. Lui non voleva lasciare Lily. Lui amava Lily.
Le strinse la mano, e la scostò dal suo viso, stringendola leggermente. Poi la lasciò andare.
La lascio andare.
La lascio andare.
James chiuse gli occhi. « James » la voce di Lily gli arrivò lontana e amara, « Guardami ».
Ma James le diede le spalle, e si concentrò di nuovo sulla finestra. Nemmeno un bambino in giro a fare dolcetto o scherzetto.
« James, ti prego » la voce di Lily, ora, era rotta dal pianto. Appoggiò la testa sulla spalla dell’uomo, e iniziò a singhiozzare sommessamente, come se non volesse farsi sentire. James chiuse gli occhi ancora. Se fosse bastato solo chiudere gli occhi per allontanarsi da tutto quel dolore…
Dal piano di sopra provenne il pianto leggero del bambino, probabilmente aveva appena avuto un brutto sogno.
« Lily… Harry »
Lily si asciugò gli occhi, e fece per voltarsi. « Ehi. Vieni qui » James allargò le braccia, e Lily non esitò a gettarvisi. Le accarezzò il viso, « Va’ da Harry ».
James non avrebbe mai voluto lasciare Lily, nemmeno per un secondo. Ma non riusciva nemmeno a guardarla a lungo senza che la paura di perderla prendesse il sopravvento.
Iniziò a fare avanti e indietro per la cucina.
Lui e Lily meritavano più tempo.
Harry meritava più tempo.
Harry non meritava di crescere in un’era così oscura.
James in quei giorni non poteva far altro che guardare fuori dalla finestra. Aveva bisogno di essere sicuro che non ci fosse nulla lì fuori.
Nulla lì fuori. Nulla…
Qualcuno c’era, lì fuori. Qualcuno stava aprendo il cancello d’ingresso.
No, non era possibile. Nessuno poteva entrare. NESSUNO.
Qualcuno stava attraversando il vialetto.
Qualcuno si stava avvicinando.
James urlò con quanto più fiato aveva in gola. Non poteva essere. Loro avevano bisogno di più tempo.
« LILY! »
« James! Che c’è? Cosa succede? »
« Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Scappa! Corri! Io cerco di trattenerlo! »
« James, ma che stai dicendo? »
« È LUI, SCAPPA! »
L’uomo si precipitò fuori dalla cucina. La porta d’ingresso si spalancò, e una risata acuta riecheggiò per tutta la casa.
James aveva bisogno di tempo ora più che mai. James ora doveva proteggere la sua famiglia.
Harry… Lily…
Non li avrebbe lasciati.
James, Lily ed Harry sarebbero rimasti insieme fino alla fine.
La sua famiglia meritava più tempo.
Una luce verde. Una risata. Un grido.
Perdonami, Lily. Perdonami, Harry.




   
 
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