Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Valerie Leyl Alekxandre    14/04/2016    6 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo XII. Amore
**❤**

Il cuore gli batteva all'impazzata, non faceva altro che rimbombargli nelle orecchie e nella testa. Un enorme angoscia gli opprimeva il petto e a nulla pensava oltre che a lei.  

I capelli gli si erano appiccicati alla fronte sudata, quest'ultima corrugata. Gli occhi stretti in una piccola fessura, erano infuocati da un'ira nera e da una preoccupazione tale da procurargli un atroce e insostenibile dolore mentre la bocca asciutta e la gola secca non gli permettevano di parlare, ma non sarebbe riuscito comunque a proferir qualcosa non avendo parole da dire in quel momento.  

Batté la portiera dell'auto con forza chiudendola con un forte rumore sordo. Dopo di che come una furia, corse passando oltre le porte automatiche, lanciandosi direttamente al bancone delle informazioni spalmandosi su di esso spaventando così la donna che vi era dietro a chiacchierare tranquilla al telefono, facendole quasi emettere un urlo per quell'entrata così inaspettata e disperata.  

-Dov'è?!-  

-Chi?- chiese quella poggiando la mano sul microfono del telefono dopo aver calmato il cuore impazzito cercando di recuperare un tono calmo e gentile.  

-Lucy, Lucy Heartphilia-  

Ansimando strinse più che poté il bancone con le mani mentre osservava la donna digitare velocemente i tasti del computer, il quale dopo pochi secondi gli indicò la strada.  

Riprese a correre per i corridoi di quel maledetto edificio: non aveva mai frequentato così tanto un ospedale, soprattutto in quel breve periodo di tempo: da quando l'aveva incontrata fino a quello stesso terribile giorno.  

Correndo qualche volta si scontrò contro le spalle di qualche medico o infermiera, addirittura inciampò nella rotella di una sedia di un paziente cadendo a terra, ma non ci badò nemmeno poi così tanto perché la sua priorità, il suo primo e unico pensiero era quello di doverla raggiungere.  

Avvistata la porta non si fermò nemmeno, l'aprì quasi buttandola a terra per quanto fece traballare i cardini.  

Il sollievo lo travolse come non mai alla vista di Lucy seduta su un lettino a tenersi con una certa difficoltà il ghiaccio sopra la testa con una sola mano, dato che l'altra era fasciata e appesa a una spalla.  

Con la sua entrata la spaventò -Natsu!- esclamò lei, ma il pompiere nemmeno a quel richiamo si fermò: lei era lì, in ospedale, a curarsi le ferite, ma viva, salva, lontano dalle grinfie di quel maledetto.  

Con pochi passi pesanti e quel fuoco ardente negli occhi, si avvicinò rapido a lei insinuandole per qualche attimo un briciolo di paura a quegli sguardi quasi iracondi, con un fulmineo movimento del braccio le prese la spalla portando l'altra mano dietro l'esile schiena.  

Non ci fu bisogno di guardarla negli occhi; la baciò. La baciò con tutto l'impeto e l'amore che aveva in corpo, sentendo quel macigno fin troppo grande e pesante per lui cominciare a dissolversi fino quasi a scomparire.  

Il ghiaccio le cadde dalle mani mentre spalancò gli occhi dalla sorpresa con il cuore in gola e una dolorosa stretta al petto nel sentire tutta la disperazione uscire da quel bacio.  

Natsu la strinse a sé con entrambe le braccia approfondendo quel contatto così bisognoso, così disperato, così intenso: Dio quanto le era mancata! Quanto era preoccupato, quanto era arrabbiato, quanto si sentiva impotente e quanto aveva avuto paura di perderla per sempre in quel momento. 

Le lacrime le salirono agli occhi consapevole di averlo fatto preoccupare nel modo più orribile che potesse capitare, si sentì lo stomaco in subbuglio e chiuse gli occhi per potersi far coccolare da quel contatto così intimo e bello.  

Si sentì male nel sentirlo attraversare da qualche tremito e strinse gli occhi consapevole di avergli indotto una sofferenza troppo grande con il suo atteggiamento dannatamente immaturo. Lui avrebbe potuto aiutarla, era sicura che nonostante quello che era successo quella mattina, Natsu non si sarebbe tirato indietro dall'accompagnarla pur di proteggerla da situazioni come quella. 

Si mise nei suoi panni e a quel punto la stretta al cuore le fece mozzare il fiato al solo pensiero di poter perdere Natsu così improvvisamente, senza avere il tempo di potersi conoscere appieno, di poter vivere insieme e invecchiare l'una accanto all'altro. 

E il dolore la travolse con la forza di mille uragani.  

Si sentì così crudele, incosciente, troppo ingenua e irresponsabile, si era comportata come una ragazzina. Aveva ridotto in quello stato l'uomo che amava. 

Perché era stata così stupida? Perché lo aveva fatto soffrire così tanto? Era davvero stato necessario arrivare a tal punto pur di superare le proprie paure?  

-Non sai che sollievo- le disse interrompendo l'ondata di pensieri che l'aveva sommersa, poggiando intanto la fronte contro la sua accarezzandole i capelli e sfiorandole il collo con le dita -Ti giuro, io...-  

Eppure dopo aver affrontato senza scudi e senza armi le sue paure, si sentiva più forte, più determinata e finalmente felice per essersi lasciata alle spalle i fantasmi e stavolta nel modo giusto con la certezza che mai sarebbero tornati a tormentarla, perché lei finalmente amava e si faceva amare anche dopo tutto quello che Sting le aveva fatto, lei lo aveva comunque perdonato con il cuore in pace.  

-Ehi- gli sussurrò accarezzandogli la guancia per poi posargli un casto bacio sulle labbra. No, non poteva vederlo ridotto in quel modo -Ora va tutto bene- gli disse piano con la voce tremante e un timido sorriso ad incresparle il volto, perché vederlo in quel modo a causa sua era troppo doloroso -Io sto bene, sono qui con te-  

La sua mano scivolò dietro la nuca rosata, s'intrecciò tra le ciocche di capelli e cominciò ad accarezzargli il capo mentre il ragazzo continuava a stringerla fra le sue braccia come a volersi accertare che Lucy fosse realmente lì, davanti a lui e non solo un misero sogno. 

-Ora va tutto bene- disse ancora una volta percependo le calde lacrime bagnarle la spalla e un silenzio aiutante che tentava compassionevole di tamponare dolcemente quelle ferite ancora aperte nei loro cuori.  

 

Sulla via di ritorno tutto sembrava essersi sistemato, di certo Lucy prima di salire in macchina dovette affrontare la furia di Natsu che, in ospedale si era decisamente dato da fare per farle una bella lavata di capo: Lucy infatti si assorbì con aria colpevole le prediche, consapevole di aver fatto preoccupare tutti più di quanto avrebbe mai potuto immaginare. 

Chiuse gli occhi poggiando piano la testa contro il sedile onde evitare un'ulteriore fitta alla testa, dopotutto il lieve trauma cranico l'aveva stordita, confusa e disorientata non poco, per non parlare della piccola lacuna che le stava oscurando tutto ciò che riguardava quell'incidente, ma riguardo ciò non aveva di che preoccuparsi: la memoria le sarebbe ritornata in meno di ventiquattro ore.  

-Come ti senti?- Natsu si passò la mano tra i capelli tenendo gli occhi puntati sulla strada, lanciando qualche volta un paio di veloci sguardi sulla figura seduta accanto a lui.  

-Come se qualcuno mi avesse buttato giù dalle scale- sospirò Lucy nel tentativo di scherzare, ma quando si voltò per poter guardare il ragazzo, gli vide le labbra serrarsi in una linea dura e sottile –Cosa c'è?- gli chiese subito, allarmata da quell'espressione.  

-Ti è capitato?- le chiese, la voce neutra che cercava di nascondere una strana rabbia che mai Lucy aveva visto in lui.  

-Cosa?-  

-Niente- rispose scuotendo la testa incuriosendola –Comunque la prossima volta che farai qualcosa di avventato, io...!-  

-Lo so- Lucy chinò la testa verso il finestrino sentendo ancora i sensi di colpa invaderle il cuore per l'ennesima volta –Lo so- sussurrò chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore dell'aria che insistente continuava ad entrare dallo spiraglio del finestrino aperto.  

 

-Sono a casa!- urlò Lucy entrando seguendo Natsu, il quale dopo aver aperto la porta la fece entrare accendendo la luce.  

Inutile dire che Juvia fu la prima a catapultarsi piangente verso la ragazza dopo averla sentita entrare, quelli presenti in caserma scesero sollevati di sapere che la loro compagna fosse viva seppur ferita anche se non gravemente.  

Ciò che stupì di più la ragazza fu l'improvviso abbraccio da parte di Gray che la strinse come mai aveva fatto, in silenzio, senza dire una parola e fu lì che Lucy si lasciò andare.  

Pianse tra le braccia del suo amico più fidato, facendosi cullare dalle sue carezze, pianse tutta l'ansia che aveva in corpo, pianse il suo dolore, pianse il suo dispiacere perché l'aver fatto preoccupare così tanto i suoi amici l'aveva sconvolta nel cuore, pianse tutto ciò che aveva liberandosi con le sue lacrime di ciò che l'aveva attanagliata fino a quel momento.  

-Sei a casa- le sussurrò lui stringendola ancor di più, stavolta lasciandosi andare in un sorriso sollevato, chiuse gli occhi immergendo il naso fra i suoi capelli –Ora è tutto finito- 

Natsu sorrise sentendo il suo cuore sollevarsi: Lucy era finalmente tornata a casa, dalla sua famiglia, al sicuro da tutto ciò che fino a quel momento l'aveva ferita.  

Si voltò entrando in cucina per andare a preparare la cena quando il ricordo della telefonata riguardo l'operazione gli tornò in mente, sospirò. Un'altra questione di cui dovevano parlare il prima possibile.  

 

La caserma tornò più viva che mai: tutti si erano sollevati nel vedere Lucy tornata a casa lo stesso giorno dell'incidente, di certo era stata fortunata: il ragazzo che l'aveva spinta in mezzo alla strada aveva calcolato male i tempi, di conseguenza l'auto si era fermata in tempo senza investire Lucy, purtroppo però lei finì per il battere la testa cadendo malamente sul polso slogandoselo. E non era finita qui perché nonostante il lieve trauma cranico e la slogatura del polso a far storcere il naso ai nostri amici, i presenti nel luogo dell'incidente erano riusciti ad identificare il ragazzo che aveva tentato l'omicidio, facendolo arrestare quasi subito.  

Il sollievo invase tutti come un vento fresco dalle capacità curative e calmanti, le preoccupazioni svanirono e la serenità prese il suo posto nei cuori dei componenti della famiglia di Lucy.  

Eppure ancora qualcosa non andava e se ne sarebbero resi conto molto presto.  

 

-Cosa?- Juvia spalancò la bocca nell'udire quelle parole, la rabbia le montò il petto fino a risalirle il viso che si tinse subito di rosso vivo -Lucy! Assolutamente no!- esclamò totalmente contraria battendo il pugno sul tavolo. Eh già, anche Juvia aveva degli atteggiamenti maneschi.  

-Perché no?- chiese Lucy corrugando la fronte. Eppure non le sembrava una cattiva idea, perché Juvia non era del suo stesso parere?  

-Ma scherzi?!- rispose la neomamma -Non ci credo che ti sei dimenticata tutto quello che ti ha fatto! Non se lo merita!-  

-Ma devo farlo- abbassò il capo lei facendo cadere i suoi lunghi capelli sul seno -È vero che... ha fatto quel che ha fatto, ma non credi che, dopotutto, tutti hanno bisogno di una seconda possibilità? Sting è stato cresciuto così, non ha mai fatto niente di diverso da quello che faceva con me, non ha mai visto il bello della vita e non può farsi corrodere dall'odio, dal rancore e dal risentimento per il resto di questa-  

-Lucy- la donna le prese le mani avvicinandosi alla sua amica -Hai ragione, ma ha fatto troppo, ha superato il limite anche per uno come lui. È addirittura arrivato a cercare di ucciderti! Non si merita il tuo perdono-  

-Ci ho pensato tutta la notte Juvia, io l'ho visto, mi sono ricordata di come mi ha guardata: lui è come me anche se per un verso un po' più fortunato e per un altro un po' più sfortunato, ma anche lui ha sofferto, forse più di me. Credo che fargli sapere che l'ho perdonato potrebbe cambiargli un poco il modo di vedere le cose e chissà, magari perdonerà anche me-  

La rabbia scese tingendo di rosa le guance pallide della donna, che con un lieve sorriso abbracciò l'amica facendo attenzione al polso slogato, stringendola amorevolmente. Dopo di che si separò.  

-Oh Lucy... Lucy- sussurrò scuotendo un poco la testa -Te lo ripeto chiaro e tondo: io sono contraria, ma se credi che andare a trovarlo possa sistemare ancor meglio le cose, fai pure. Però...!- strinse gli occhi a due fessure avvicinandosi a quelli marroni dell'amica rivolgendosi in tono minaccioso -Non andare da sola, Lucy, non hai più bisogno di andare avanti con le tue sole forze, ora ci siamo noi. Io, Gray, gli altri e soprattutto Natsu: siamo la tua famiglia e come tale non ci penseremo due volte a correre in tuo aiuto anche quando non ce ne sarà bisogno. Perciò parlane con Natsu-  

-Non credo sarà d'accordo con me- rispose sussurrando mentre abbassò lo sguardo -Ieri era davvero arrabbiato-  

-No, era preoccupato, davvero tanto preoccupato. Capiscilo: ha rischiato ancora una volta di perdere la persona che ama più al mondo. Lui era davvero sconvolto quando ha ricevuto la chiamata dall'ospedale-  

-Lo so ma...-  

-Ma niente. Non farlo preoccupare ancora, corri da lui e parlagliene-  

Lucy esitò dal dirle ciò che l'aveva spinta a fare quell'azione avventata e pericolosa e il perché la mattina prima aveva combinato un disastro con Natsu, ferendolo.  

Abbracciò l'amica per poi uscire dalla camera di quest'ultima sussurrando un provato –Grazie- mentre si apprestava a chiudere la porta dietro di sé.  

Sospirò chiudendo gli occhi sentendo il cuore batterle all'impazzata.  

"Ora o mai più" si disse stringendo le mani in preda all'ansia. Cercò di tranquillizzarsi facendo respiri profondi e dopo averli regolati guardò la porta davanti a sé, certa di trovare Natsu ancora intento a dormire nella sua camera.  

Con passi decisi si avviò verso quella porta, ma esitante poggiò la mano sul pomello e sorridendo nel sentirlo qualche volta russare da oltre la soglia, si fece coraggio e lentamente entrò.  

Sgranò gli occhi nel vedere la stanza completamente pulita, in ordine, quasi luccicante per via dei raggi del sole che filtravano dallo spacco delle tende.  

"Non ci credo" fece qualche passo in avanti guardandosi attorno notando solo in quel momento particolari della camera che non aveva avuto l'opportunità di scoprire per via del solito caos che caratterizzava quella stanza.  

Posò lo sguardo sulla figura dormiente, scomposta e legata in quella pasticciata trappola che erano le sue lenzuola.  

Il cuore le accelerò il battito e il respiro divenne pesante. Gli si avvicinò cauta, cercando di non svegliarlo, lentamente e senza fare rumore si sedette sul materasso, attenta a non poggiarsi su qualche arto.  

Lo guardò in volto rimanendo incantata nell'osservarlo come quando non le capitava da tempo: spiare i suoi lineamenti e l'espressione rilassata che aveva sul volto la faceva sentire fortunata, speciale, perché solo lei poteva toccarglieli e baciarglieli, stringere quel corpo perfetto tra le sue braccia e accoccolarsi contro di lui alla ricerca di un riparo da tutto e da tutti quando sentiva che c'era qualcosa che andava, quando aveva il bisogno di sentirsi più protetta e più amata del solito e quando aveva bisogno di lui e del suo contatto caldo e rassicurante, dei suoi baci, dei suoi abbracci.  

-Ti amo così tanto- gli accarezzò la fronte spostandogli le ciocche rosate tutte scombinate, sparse e annodate l'una con l'altra in un pasticcio più spettinato del solito. 

Lucy si lasciò sfuggire un urletto nel sentire improvvisamente due forti mani cingerle la vita e risalire rapide dietro la schiena attirandola di scatto contro il petto solido del ragazzo.  

-Ti amo anch'io- le soffiò Natsu tra i capelli dorati baciandola in testa, prese il polso ferito e lo fece appoggiare sul suo petto con delicatezza mentre con l'altra mano si apprestò ad accarezzarle la schiena.  

Lucy, contro la maglia che profumava di lui, sorrise a quelle parole che tanto le erano mancate soprattutto dopo quello che era accaduto il giorno prima. Non avevano nemmeno avuto l'opportunità per parlarne la sera poiché fu la prima ad addormentarsi dopo cena sul divano, dopotutto aveva passato una giornata davvero... movimentata.  

-Come ti senti?- le chiese aprendo gli occhi cominciando a fissare il soffitto bianco sopra di sé.  

Lucy aspettò qualche attimo a rispondere, si lasciò cullare dai respiri dell'uomo che amava per poi alzare lo sguardo e fissargli il volto, attirando la sua attenzione.  

Si sentì folgorata da quello sguardo chiaro, di un verde brillante, tinto di una flebile preoccupazione e di un deciso tocco d'amore. Amore solo per lei. 

-Bene- rispose sorridendo timidamente, ancora incantata da tale trasparenza.  

-Sicura?-  

-Sì, ora sono con te no?-  

Natsu finalmente sorrise e sollevato chiuse gli occhi ancora in preda al sonno, dopo di che sciolse l'abbraccio per poter far spazio nel letto anche alla ragazza, la quale lo guardò per un attimo titubante, un attimo che Natsu accolse come uno schiaffo in pieno viso e con un buco allargarsi nel petto quando gli tornò nella mente il pensiero che lei non si fidava più di lui.  

-Alza il lenzuolo: voglio stare al calduccio anch'io- sorrise Lucy lasciandolo interdetto, ma non se lo fece ripetere due volte, dopotutto voleva davvero averla tra le braccia, addormentarsi immerso nel suo profumo e rassicurato dalla sua presenza.  

-Ai suoi ordini- scherzò alzando di scatto il lenzuolo e Lucy rise mentre scalciò piano le ciabatte per potersi infilare nel letto -Fai attenzione- l'ammonì facendole capire di essere cauta con il polso. Lei sbuffò fintamente stizzita.  

A quel punto sorrise e prendendole il braccio sano appoggiò su di esso la propria testa mentre il braccio dolente lo appoggiò sulla sua spalla, sulla base del suo collo, dove lì spesso e volentieri si attorcigliava la sua adorata sciarpa. Dopo di che la strinse premendola contro il suo petto.  

Si guardarono negli occhi per interminabili secondi.  

-Scusami-  

Si osservarono sorpresi di sentire allo stesso momento le scuse dell'altro non capendo entrambi il motivo per cui l'altro pensasse di doversi scusare.  

-Perché?- stavolta la anticipò Natsu guardandola confuso -Perché mi chiedi scusa?-  

Lucy chinò il capo distogliendo lo sguardo dai quegli occhi profondi trovando solo poco dopo il coraggio di rispondergli -Perché è colpa mia: ho avuto paura. Paura di quello che sarebbe successo con te, paura di rivivere qualcosa che sono sicura con te non rivivrei mai, di rivedere lui in te... e soprattutto di ricordare cosa mi aveva fatto... provare- sussurrò -Ma quando ti sei alzato e mi hai lasciata sola, io... ho capito che avevo sbagliato, mi sono sentita male nell'aver pensato questo di te e soprattutto di averti ferito con il mio comportamento... egoista-  

-Non sei stata affatto egoista, Lucy. Invece è colpa mia: ho voluto...- deglutì -...spingermi oltre senza chiedermi se era quello che volevi anche tu-  

-Ma io lo voglio!- rispose lei guardandolo dritto negli occhi, decisa -Io voglio...- arrossì -…amarti anche così- il cuore prese a batterle come se non ci fosse un domani a quelle parole così dirette, sincere, profonde. 

Natsu si sentì sprofondare in una dolce agonia preceduta da un potente colpo al cuore che gli fece mancare il respiro e farlo sentire sospeso come se non credesse a ciò che avevano sentito le sue orecchie.  

"Maledette farfalle" quasi sorrise nel sentire uno sfarfallio nella pancia. Guardò con tutto l'amore che poteva darle quello sguardo imbarazzato, ma sincero e prendendole il viso tra le mani, la fissò ancor di più avvicinando le loro labbra.  

-Sicura?- la richiesta si perse in un soffio nella stanza poiché ciò che traboccava dai loro cuori non poteva più aspettare.  

Entrambi si fiondarono l'una nelle labbra dell'altro e rapidi si unirono in un bacio sconvolgente quanto passionale e bisognoso, irruento ma anche carico di quel sentimento che tanto li univa: forte quanto la forza di gravità.  

Si spogliarono dei loro abiti sfiorando con baci e carezze le pelli bollenti che bruciavano come fiamme. Le lenzuola scivolarono scoprendoli, ma l'imbarazzo non era per loro. Natsu e Lucy volevano solo amarsi, non c'era posto per la vergogna che non aveva ne capo né coda.  

Natsu la portò sotto di sé con un colpo di bacino baciandole il collo fino a scendere in basso, sempre più giù, laddove ancora non aveva avuto l'opportunità di vezzeggiare quel corpo con la sua bocca.  

La sentì ansimare e sorridere mentre con le sue dita affusolate gli premevano una spalla e con il polso dolente sulla fronte per cercare di placare quei gemiti che qualche volta le sfuggivano dalla gola.  

-Sei bellissima- le sussurrò tornando sulle sue labbra con il fiatone a muovergli freneticamente il petto e con un radioso sorriso dipinto sul volto. Le baciò ogni angolo e lembi di pelle di quel viso arrosato e dolce. 

Le accarezzò i capelli guardandola un attimo negli occhi e poggiando la fronte su quella di Lucy, percorse con un dito tutte le sue curve solleticando volontariamente il ventre ottenendo contento una piccola risata cristallina uscire da quella delicata bocca già rossa e gonfia dei il loro baci.  

Scese e salì con la mano raggiungendo i seni, ne strinse uno con la mano mentre con le labbra si apprestava a baciarle salendo sempre più su fino a raggiungere l'orecchio e morderle il lobo con delicatezza.  

La sentì fremere sotto di sé e gemere a quelle dolci torture che le dedicava pizzicandole e accarezzandole i capezzoli.  

Lucy portò una mano tra i capelli del ragazzo stringendoglieli in uno spasmo di piacere quando la mano scese ancora più giù raggiungendo quel punto tanto sensibile. Gemette inarcando la schiena quando le sue dita sprofondarono in lei.  

Ansimarono a quei movimenti lenti e lascivi, lasciandosi sfuggire vari sospiri e gemiti mano a mano che quel continuo entrare e uscire divenivano veloci e poi di nuovo lenti, veloci e poi nuovamente lenti, lasciando Lucy sospesa in quell'abisso di piacere nel quale sarebbe caduta di lì a poco.  

Tutto le era nuovo, come se fosse la sua vera prima volta; la prima volta che faceva l'amore con qualcuno, con qualcuno che amava davvero, che la faceva sentire amata anche lì e non un oggetto senza valore.  

Inarcò la schiena sentendo l'orgasmo prossimo ad arrivare, ma Natsu si fermò poco prima, rapido uscì cogliendola alla sprovvista mozzandole il fiato quando lo sentì avventarsi sulle sue labbra.  

-Se non lo vuoi Lucy, davvero, posso fermarmi ora- le disse ansimante dopo aver fatto congiungere le loro fronti, guardandola profondamente negli occhi e Lucy poté cogliere in lui la paura che lui stesso aveva di ferirla.  

-Natsu Dragneel, non sono più vergine, non ho più paura- scherzò sorridendo lei sfiorandogli il naso dolcemente causandogli uno sbuffo divertito -E poi te l'ho già detto: voglio amarti. In tutti i modi possibili, con ogni fibra del mio corpo e voglio che tu mi ami allo steso modo...- sussurrò -...con la stessa intensità...- disse ancora più piano avvicinando le loro labbra -...non ho più paura Natsu, non di te e di nessun'altro- lo baciò -Mi fido ciecamente di te, sei tutto ciò che voglio, il mio sole, e ti amo più di qualunque cosa al mondo. Come potrei aver paura qui, ora?- gli accarezzò una guancia sorridendogli sentendo gli occhi bruciarle un poco: lo sentiva che se avrebbe detto altro le lacrime avrebbero cominciato a scendere, perché lei gli aveva aperto ancora una volta il suo cuore e stavolta senza alcun timore, con gioia e sincerità.  

"Non dubitare delle mie parole"  

Il sorriso raggiante che le dedicò lui le cancellò quel pensiero, e rise quando quello sguardo divenne accattivante, pieno di aspettative, divertito, sollevato, ma soprattutto eccitato.  

-Oh Natsu- a quel punto lo strinse baciandolo con il sorriso sulle labbra, lui la strinse ricambiando altrettanto divertito guidando quelle labbra morbide e dolci in una danza fatta dalle loro lingue che scattanti si assaggiarono attorcigliandosi l'un l'altra, sfuggendosi a vicenda per poi tornare alla ricerca dell'altra metà mancante. 

Entrò in lei e i loro fiati si fermarono all'unisono venendo inondati da quel piacevole torpore e poi da quelle scariche sempre più violente, portatrici di piacere e passione.  

E Lucy finalmente cadde, in quell'abisso su cui era rimasta sospesa per fin troppo tempo, si lasciò andare come mai aveva fatto, si lasciò trasportare da quel ritmo incalzante e allo stesso tempo quasi sfuggente per quanto si sentisse confusa e allo stesso tempo chiara e mai come in quel momento le fu più chiaro che le miriadi di sensazioni che lui le stava trasmettendo non erano altro che un'altra forma del suo amore che provava per lei.  

Si amarono, si amarono ancora e ancora, raggiungendo poi quell'apice che li lasciò senza forze, senza più energie, ma appagati e finalmente sereni.  

Avevano fatto l'amore e non solo sesso. E Lucy capì che nulla sarebbe stato più bello di lasciarsi andare in quel modo altre infinite volte con lui, con l'uomo che amava e che avrebbe amato per sempre.  

 

Si svegliò pigramente sentendo lente carezze lisciarle i lunghi capelli. Non osò aprire gli occhi, ancora troppo assonnata per poterlo fare, si apprestò invece a sfiorare quel petto marmoreo con le sue dita appurando ancora una volta quanto questo fosse solido e piacevole da toccare.  

Non nascondeva che si sentiva un po' intorpidita, tutto quello che era successo qualche ora prima l'aveva sfinita, letteralmente, anche se lei era sicura che nonostante quell'accenno di stanchezza e di dolore avrebbe ripreso in quello stesso momento da dove avevano interrotto se non fosse per il fatto che le era mancato stare in quel modo tra le braccia calde e sicure di Natsu.  

Trattenne un sospiro ricordandosi all'improvviso come erano finiti a fare l'amore: doveva ancora parlargli di Sting e di quello che aveva intenzione di fare con lui.  

Quando si decise ad aprire gli occhi, alzò lo sguardo per poter osservare i lineamenti del viso del suo uomo, gli sfiorò quello della mandibola fino a raggiungere la guancia morbida e leggermente ruvida accarezzandola a sua volta. 

Attirò la sua attenzione e notò subito che qualcosa non andava. C'era qualcosa che lo stava turbando. Forse un po' troppo per quanto era pensieroso e serio.  

-Cos'hai?- Lucy si alzò sui gomiti nel tentativo di poterlo guardare negli occhi, ma lui nonostante quel movimento rimase a fissare il soffitto senza mai smettere di accarezzarle i capelli -Natsu. Che cosa succede?- chiese nuovamente, stavolta utilizzando un tono più severo che fece percepire al vigile del fuoco che Lucy si stava davvero preoccupando.  

-Mi hanno chiamato dall'ospedale mentre tu eri a fare la spesa, prima dell'incidente intendo- confessò una dozzina di secondi dopo indurendo lo sguardo nel ricordare la causa di quell'incidente.  

Lei corrugò la fronte, non capendo -Perché?- chiese.  

Natsu finalmente la guardò in viso, si alzò a sedere di scatto e portandosi dietro anche Lucy le prese la mano sana con decisione e il polso mal messo con delicatezza, dopo di che li strinse un poco.  

-Prima che te lo dica, vorrei che tu sapessi che senza di te io non potrei più vivere- disse di getto insistendo nel guardarla negli occhi –Non potrei mai sopportare un'esistenza senza di te-  

Nonostante quelle dolci parole, che le scaldarono il petto e la fecero lottare per non lasciarsi andare in un sorriso, si sporse di più aggrottando la fronte alla ricerca di spiegazioni. Perché le stava dicendo tutte quelle cose? Cosa gli avevano detto da agitarlo in quel modo?  

-Natsu, mi stai preoccupando. Perché ti hanno chiamato dall'ospedale?-  

Ma lui la ignorò -Io voglio passare il resto della mia vita accanto a te, e so che magari potresti pensare che sia troppo presto per poter pensare a questo, ma tempo come sai non ne abbiamo. Per questo...- disse interrompendosi per poterle prendere il mento tra le dita cogliendola alla sprovvista -...vorrei che tu... diventassi mia moglie-  

Un fremito. Il respiro le si mozzò e il cuore prese a fare le capriole.  

-Lucy...- sussurrò richiamandola da quell'attimo di sorpresa.  

E lei non poté far a meno di spalancare gli occhi e trattenere il respiro sentendo già in cuor suo cosa avrebbero pronunciato quelle bellissime labbra.  

-…vuoi sposarmi?-

**❤**
Angolo dell'autrice
Lo so, dannatamente in ritardo, non cercherò nemmeno di giustificarmi.
Spero almeno di essermi fatta perdonare per tutte le cose belle che sono accadute in questo cap :3 a parte la previsione negativa che ho messo in mezzo al capitolo eheh
Il nostro Sting è in galera, Lucy è salva, i nostri piccioncini si sono finalmente chiariti e soprattutto hanno fatto flikiti-flikiti (Ya ya, flikiti-flikiti xD ma ditemi se vi è piaciuta la scena! È la prima volta che provo a scriverne una a R. Arancio :3) e il nostro bel vigile del fuoco ha fatto la proposta di matrimonio alla nostra bella emalata bionda. Ma cosa succederà da ora in poi? Io lo so! Ma non ve lo dirò 😘❤
Non ho molto tempo, in teoria avrei dovuto rispondere alle recensioni, ma purtroppo non posso farlo, sappiate però che le ho lette tutte (anche quelle delle altre storie) e che vorrei ringraziarvi per il vostro sostegno❤ prometto che appena mi libererò risponderò a tutti!
Vorrei ringraziare coloro che mi sono stati accanto in questo periodaccio che purtroppo non è ancora finito.
Grazie ai lettori e a coloro che aggiungono ai preferiti, ricordate e seguite questa storia!
Vi anticipo che questo dovrebbe essere il penultimo capitolo, ma non vi assicuro niente perché se il prossimo mi verrà troppo lungo (cosa molto probabile) dovrò spezzarlo.
Bene, un grande bacione a tutti voi! E spero di non avervi dato noia con questo cap più lungo del solito c:
Alla prossima! Che spero non sia ritardataria come questa D:

Mary la pessima
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Valerie Leyl Alekxandre