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Autore: LadyDenebola    20/04/2016    2 recensioni
Dopo sette anni dai MAGO, Violet torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria, e qui ritrova un vecchio professore di cui non sentiva parlare da tempo. Fra lupi mannari, lezioni di duello e nuove assunzioni, Violet avrà modo di ricredersi sul suo ex Direttore. Versione aggiornata di una fanfic che pubblicai qui anni fa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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VAMPIRI
 
 
 
<< In ritardo di dodici minuti, Rosenao >>fu il buongiorno di Madama Pince. Se non avesse ostentato un sorriso velenoso, quel suo tono falsamente bonario sarebbe stato convincente.
<< Non succederà più >>bofonchiò Violet prendendo posto sullo sgabello che fluttuava dolcemente a mezz'aria. Aveva due belle borse sotto gli occhi che neanche il trucco magico riusciva a nascondere e l'aria più stravolta di chi si prepara agli esami MAGO.
<< Oh no, cara, devi riporre i testi che sono stati restituiti >>aggiunse la Pince non appena Violet si fu messa comoda.
Solo allora la ragazza si accorse della decina di libri – tutti molto voluminosi – impilati alla sua sinistra: erano talmente alti che all'inizio li aveva scambiati per una specie di colonna. Madama Pince la osservava ancora sorridendo.
"Ti piacerebbe vedermi rinunciare già al secondo giorno, vero?" pensò Violet con una fitta di rancore, ma, se possibile, riuscì a sfoggiare un sorriso ancora più falso della Pince e, estratta la bacchetta, fece levitare i libri davanti a sé.
Il problema era che, come avrebbe dovuto immaginare, ciascun libro andava sistemato in una parte diversa della biblioteca. E la biblioteca di Hogwarts non era di certo come quelle babbane. Aveva schiere e schiere di scaffali alti fino al soffitto, corridoi di libri che si incontravano e incrociavano formando un vero labirinto… e poi c'era la minaccia costante di incappare nella Pince. A ogni angolo era difficile non avere la sensazione di vederla sbucare all’improvviso, con quell'aria da avvoltoio, pronta a fare un interrogatorio al malcapitato di turno sul perché e il percome stava girovagando là dentro, come se fosse innaturale per uno studente fare delle ricerche in biblioteca.
Violet cercò di impiegare tutto il tempo che poteva per riporre i volumi, purché fosse rimasta lontana dal suo simpatico capo. Era così stanca che non avrebbe sopportato molte frecciatine, quel giorno. Nonostante i suoi sforzi, però, alla fine trovò anche il ripiano dell'ultimo libro che, guarda caso, era proprio quello in cima, a pochi centimetri dal soffitto. Sospirando, Violet strinse il volume – un vecchio libro di Rune – sotto il braccio e iniziò ad arrampicarsi con la mano libera sulla scala accostata agli scaffali, cercando di ignorarne il traballio minaccioso.
<< Ehi, la Pince mi ha detto che il vocabolario di Rune Antiche sta da queste parti >>esclamò una voce squillante sotto di lei.
Violet abbassò lo sguardo e da sopra la spalla vide, quasi due metri più in basso, una ragazza riccia osservarla con impazienza. Cercando di non far caso alla mano che iniziava a sudare sotto il peso del libro e all’altra che tremava per lo sforzo di reggersi a quella vecchia scala, Violet sporse appena il capo per leggere i titoli dei libri attorno a lei.
<< Ma non poteva venire lei, visto che ho da fare? >>sbuffò senza riuscire a trattenersi.
La riccia alzò le spalle.
<< Ha detto che le assistenti devono essere pronte a rispondere a qualsiasi richiesta >>disse, << e che in questo modo ti saresti ricordata meglio dove stanno tutti i libri >>
<< Oh, certo, infatti non avevo notato quella targhetta dove c'è scritto a caratteri cubitali “Sezione di Rune Antiche"! >>esclamò sarcastica Violet, ma si interruppe: aveva individuato un volume gigantesco che aveva tutta l'aria di essere un dizionario. Con un leggero colpetto di nocche, ordinò alla scala di spostarsi in quella direzione, ma quella si mosse con tanta rapidità da urtare contro il piede della studentessa, troppo vicina agli scaffali. L'urto in sé non fu violento,  ma Violet, che già faticava a tenersi in equilibrio su due pioli, con il libro che iniziava a scivolarle da sotto il braccio, quando arrivò lo scossone non riuscì a trattenerlo. Il volume le scivolò tra le dita e lei, nel tentativo di riprenderlo, si sbilanciò verso il basso, trascinandosi dietro tutta la scala.
La studentessa urlò per il dolore e la paura e balzò via per non lasciarsi travolgere, ma Violet la vide appena:  pronta all'impatto col pavimento, l’unica cosa che le venne in mente di fare fu serrare gli occhi. Udì la scala cadere con un rumore scricchiolante di legno spezzato ed ebbe l’impressione di udire anche uno sbuffo spazientito. Ma lei ancora non si era schiantata.
Perplessa, la ragazza riaprì gli occhi e quasi urlò per la sorpresa. Galleggiava a pochi centimetri dal pavimento di pietra: i capelli che le cadevano davanti al viso le impedivano di vedere altro. Posò le mani a terra e si rialzò, e il suo stupore aumentò quando vide davanti a sé Piton.
<< Ti sei fatta male? >>le domandò lui, la bacchetta ancora in mano.
Violet scosse la testa, mormorando un ringraziamento e sentendosi incredibilmente sciocca. Era certa che in quel momento la biblioteca pullulasse di studenti di ogni età ed esperienza, eppure l’unico che era accorso era Piton, l’ultima persona che Violet si sarebbe aspettata di trovare lì dentro.
Ostentando un’aria completamente indifferente, Piton riparò la scala e la fece tornare al suo posto con un altro gesto della bacchetta, e in quel momento sopraggiunse anche Madama Pince, accompagnata dalla ragazza riccia.
Seguì un istante di silenzio in cui la bibliotecaria cercò di capire cosa fosse accaduto, poiché non era rimasta alcuna traccia della caduta di Violet, ma poi il suo sguardo fu catturato da qualcosa a pochi centimetri dalla ragazza, e un verso di isterica disperazione le fuggì dalle labbra.
Anche Violet guardò, e il sangue le si ghiacciò nelle vene: il libro che doveva rimettere a posto giaceva sul pavimento, spaginato e con la rilegatura strappata via. Adesso era nei guai, Violet ne era consapevole, e quasi rimpiangeva che Piton l’aveva salvata. La Pince la guardava con furia omicida, come se le avessero rapito il suo unico figlio. Raccolse il libro e lo accarezzò mentre gli occhi, ancora puntati sulla sua assistente, si riempivano di lacrime.
<< Incosciente! Irrispettosa! Vandala! >>urlò.
<< Ma basta un colpo di bacchetta >>protestò Violet, riprendendosi. Iniziava ad averne abbastanza di tutte quelle scenate. Inoltre, Piton era ancora lì e, anche se gli dava le spalle, Violet poteva immaginarsi la sua espressione divertita. Quasi quasi veniva a lei da piangere.
Nella speranza di calmare Madama Pince, estrasse la bacchetta e la puntò contro il libro, ma la donna fraintese il gesto e, strabuzzando gli occhi, balzò indietro come se Violet avesse voluto dargli il colpo di grazia.
<< Cosa vuoi fare, vandala? Questo è un libro antico! >>urlò.<< Sapevo che in mano a un'inesperta non era al sicuro, sapevo che non eri portata per un compito del genere... La gente pensa sempre che ci vuole poco a gestire una biblioteca, ma non sa che servono attenzione e serietà! E tu non hai nessuna delle due! Stasera stessa andrò dalla Preside per farti rimuovere! Se non sei capace, non posso rischiare di tenerti qui a danneggiare i miei libri! >>
<< E' stato il mio primo errore! >>ribatté Violet, indignata. << E se era così convinta che non fossi in grado di rimettere a posto quel suo bel libro, allora avrebbe dovuto farlo da sola! >>aggiunse alzando la voce.
La Pince sbiancò: sembrava un vero avvoltoio pronto a tirar fuori gli artigli. Era fatta: Violet poteva anche dire addio al suo nuovo lavoro dopo neanche quarantotto ore...
<< La signorina Rosenao ha fatto del suo meglio per salvare quel libro, Pince >>
Violet si voltò di scatto, incerta di aver sentito bene. Piton non era per nulla divertito dalle sue disgrazie, anzi, guardava la Pince con espressione più seria del solito.
<< È perfino caduta da una considerevole altezza pur di non rovinarlo >>continuò.<< Se mi permette, ci penserò io a sistemarlo, ma mi ci vorranno alcuni giorni per farlo tornare come prima: un volume tanto antico non può essere risistemato con  un qualsiasi Incantesimo Riparatore  >>
La Pince ci pensò su per alcuni secondi, e alla fine, con un gesto seccato, consegnò il libro a Piton. Poi si allontanò borbottando contro gli studenti e gli assistenti incapaci. La ragazza riccia, che si era tenuta cautamente in disparte fino a quel momento, azzardò un passo avanti, e Violet si affrettò ad Appellare il dizionario che aveva causato tutto quel trambusto e la mandò via.
Fu solo allora che rimase da sola con Piton.
<< Grazie >>mormorò per la seconda volta, senza guardarlo.
<< Figurati >>replicò secco lui.<< Niente male, come esordio. Non avrei mai immaginato che lavorare come assistente bibliotecaria comportasse tanti rischi >>
Violet arrossì dalla vergogna ma, anziché rispondere a tono, questa volta preferì cambiare subito discorso.
<< Non pensavo frequentasse la biblioteca >>
<< Mi hai preso per un ignorante? Anch’io ho bisogno di consultare i volumi che si trovano qua dentro. Anzi, perché non cogli l’occasione per dimostrarmi che sai lavorare senza combinare disastri? Saresti in grado di trovarmi un libro di pozioni di terza classe senza far crollare la biblioteca? >>
<< Pensavo avesse visto anche lei che si è trattato di un incidente >>esclamò Violet addentrandosi nel reparto di Pozioni.
Per fortuna, quando era ancora una studentessa passava pomeriggi interi in biblioteca, tanto da ricordare ancora alla perfezione dove si trovava ogni singolo reparto, senza aver bisogno delle indicazioni della Pince. Nel giro di pochi minuti consegnò a Piton il testo che cercava.
<< Avevo capito che era tornato a insegnare Difesa contro le Arti Oscure >>osservò all'improvviso Violet mentre tornavano al banco e lei segnava, sotto lo sguardo ancora inviperito della bibliotecaria, tutti i dati del libro in prestito.
<< Avevi capito bene >>
<< E allora a cosa le serve? >>
Piton alzò un sopracciglio: chiaramente non si era aspettato quella domanda, ma Violet s’affrettò a spiegare, indicando il registro:<< Devo registrarlo qui sopra >>
<< Madama Chips mi ha chiesto di prepararle delle pozioni curative complesse, e qui dentro sono contenute tutte le indicazioni >>rispose allora Piton. Gettò un'occhiata alla bibliotecaria, che stava tornando a pattugliare i corridoi, e chiese:<< Ami a tal punto questa scuola da sopportare un lavoro del genere? >>
Violet alzò lo sguardo sorpresa e un po’ esasperata. Ma perché era così fissato?!
<< Quando ho finito gli studi sentivo di non essere ancora pronta a lasciare definitivamente Hogwarts >>decise di spiegare, << né sapevo cosa volessi fare nella mia vita, così mi sono informata e ho saputo che la preside cercava un'assistente per la Pince. Non è una gran cosa, lo so, ma è un lavoro tranquillo che mi permette di stare ancora un po' di tempo a Hogwarts e intanto di capire qual è la mia strada >>
Violet cercò di mantenere il suo sorriso impassibile di fronte all'espressione di Piton anche se aveva il sospetto che la spiegazione, anziché farla apparire come una assennata che preferiva decidere con calma, lo avesse convinto di avere davanti una ragazzina ancora molto, molto sentimentale.
<< Se ne sei convinta tu >>commentò alla fine il professore.<< Detesto ripetermi, ma da te mi sarei aspettato qualcosa di meglio che passare le giornate a riordinare scaffali e rischiare l’osso del collo per prendere un dizionario >>
<< Be’, mi dispiace averla delusa >>sbottò arrabbiata Violet.
Piton si limitò ad arricciare gli angoli della bocca – una sua caratteristica che Violet aveva sempre mal sopportato – prima di girare sui tacchi senza aggiungere un’altra parola.
Reprimendo il vago impulso di corrergli dietro e urlargli di lasciarla in pace, Violet iniziò a chiedersi seriamente se il morso di Nagini e la convalescenza non l’avessero, in realtà, fatto impazzire. Ammesso che Piton fosse mai stato completamente normale.
 
***
 
 
Dopo quel giorno, tuttavia, Violet non ebbe altre occasioni per parlare con Piton, né, a dire la verità, nessuno dei due sembrava ricercarle. Violet ogni tanto lo sorprendeva a sbirciarla durante i pasti, con la solita espressione indecifrabile, ma il contatto durava solo un battito di ciglia prima che Piton tornasse a mangiare o scrutare l’intera sala. La ragazza non sapeva proprio cosa pensare. Era ormai certa di non avergli fatto una buona impressione, altrimenti quale altro motivo avrebbe dovuto avere Piton per ignorarla quando con gli altri insegnanti aveva un atteggiamento più civile?
Quella situazione iniziava a scoraggiarla: più di una volta Violet aveva cercato di accontentarsi della gentilezza degli altri professori, eppure proprio l’indifferenza di Piton la faceva sentire incompleta. Tutta quell’ossessione era assurda, eppure sapere che Piton si era fatto un’idea sbagliata su di lei non le dava pace.
<< Dove sono i manuali di Incantesimi che avevo poggiato qui? >>sbottò Madama Pince strappandola ai suoi pensieri.
Violet la fissò imbambolata per qualche secondo, prima di capire e risponderle con freddezza:<< Li ha portati con lei mentre andava a cercare l'Enciclopedia sui Vampiri >>
La Pince sbuffò incollerita.
<< Enciclopedia che tra l'altro non si trova al suo posto! Ed è già richiesta da quindici studenti! Cara >>aggiunse con quel sorriso falso che era ormai diventato una routine, << cerca nel registro chi è stato l'ultimo a prenderla, di sicuro ce l'ha ancora lui >>
Non appena si fu allontanata per riprendere i manuali di Incantesimi Violet le fece una linguaccia e iniziò a sfogliare il registro, di nuovo pensierosa. A Difesa Contro le Arti Oscure erano già arrivati ai vampiri... con un sorriso triste ripensò a quando, sette anni prima, fra i Babbani c'erano stati misteriosi casi d'omicidio e qualcuno alla Gazzetta del Profeta aveva ipotizzato si trattasse di vampiri. All’epoca non aveva potuto fare a meno di temere per la sua famiglia, ma fortunatamente nessuno di loro aveva rischiato di incappare in un vampiro, buono o cattivo che fosse.
<< Alyssa Potier >>lesse infine, bloccandosi su una pagina del registro. Era lei la ragazza a non aver ancora restituito l'Enciclopedia. << Serpeverde del settimo anno. Bene, adesso dovrò anche andare a cercarla! >>Fece per scendere dallo sgabello ma s'arrestò di colpo.
Piton era appena entrato in biblioteca. Con passo deciso, le si avvicinò porgendole un vecchio libro che Violet riconobbe all'istante.
<< Come nuovo >>disse. << Avrei potuto sistemarlo anche prima, ma sono stato rallentato da alcuni test che ho dovuto correggere >>. Alzò le sopracciglia in un gesto di disappunto. << Pensavo che gli studenti fossero più interessati alla Difesa dalle Arti Oscure che alle Pozioni, eppure ho riscontrato in loro un’eguale indifferenza >>
<< Era un test sui vampiri? >>azzardò Violet.
<< No, quello è fissato per la prossima settimana. Sono proprio curioso di sapere cosa ci scriveranno >>sospirò Piton senza nascondere una nota rassegnata nella voce.
<< Sì, stanno tutti cercando l'Enciclopedia sui Vampiri che, a proposito, è in mano a una studentessa Serpeverde >>Violet esitò, colta da un’improvvisa ispirazione. << Professore, non potrebbe chiedere a quella ragazza di riportarla in biblioteca? >>
Piton la fissò incredulo prima di sbottare con freddezza: << Rosenao, non sono affari miei se uno studente trattiene più del dovuto un vostro libro >>
<< Pensavo solo che avesse più occasioni di me di vederla. A lezione >>aggiunse Violet in fretta, sentendosi incenerire dallo sguardo di Piton.
<< Se è tanto importante va' a cercarla, Rosenao: sei tu quella con l’autorità di pretendere indietro un libro della biblioteca. Dovresti ricordare la strada per i dormitori di Serpeverde, no? >>
<< Certamente >>sospirò Violet, e così mezz'ora più tardi si ritrovò a scendere fino ai sotterranei. Per quanto fosse stata una Serpeverde non le era mai piaciuto starsene là sotto: le aveva sempre dato l'impressione di trovarsi in trappola così che, ricordava, il più delle volte passava il suo tempo libero nel parco o in giro per il castello.
Arrivata davanti al muro di pietra spoglio che era l'entrata della sua vecchia Sala Comune, però, fu riportata bruscamente alla realtà da un piccolo dettaglio: non conosceva la parola d'ordine.
"Che cavolo! Avrei anche potuto chiederla a Piton, già che c’ero!" pensò furiosa.
L’unica soluzione era tirare a indovinare, si disse sconsolata. Iniziò a camminare avanti e indietro sparando parole a casaccio, di quelle che potevano funzionare solo per la sua ex Sala Comune.
<< Salazar... Purosangue... Marchio Nero... Superbia... Fieri-di-non-essere-Tassorosso...  no, eh? >>Violet ci pensò un po' su. Era sicura che le altre Case avevano parole d'ordine più semplici, sul genere "Pace e amore con tutti" per Tassorosso, "Sapere è potere" per Corvonero e il nome di qualche liquore per Grifondoro, considerando quanto piaceva alla Signora Grassa alzare il gomito. Ammise di essere un po’ ingiusta, ma, a pensarci bene, anche le parole d’ordine della sue vecchia Casa erano abbastanza prevedibili.
<< E dai! >>esclamò infine, spazientita, al muro. << Anni fa erano davvero semplici! Vediamo… Buio...  Orgoglio... no? Ehm, Voldemort? >>aggiunse speranzosa, ma una voce inaspettata alle sue spalle la fece sobbalzare spaventata.
<< Cos’hai detto?! >>
Violet si voltò. Un ragazzo comparso dal nulla la stava fissando con gli occhi sgranati. Era davvero giovane, non doveva avere neanche vent'anni, ed era alto, molto alto, con i capelli biondi che gli sfioravano le spalle.
<< Perché hai pronunciato quel nome? >>esclamò lui.
<< Io... be', non ha importanza >>borbottò Violet, imbarazzata. << Sei un Serpeverde, vero? Potresti dirmi la parola d'ordine? >>
<< Non ci penso nemmeno! >>replicò sdegnoso il ragazzo, incrociando le braccia. << Chi accidenti sei, tu? >>
<< Violet Rosenao, l'assistente di Madama Pince. Sto cercando una ragazza di Serpeverde, mi deve ancora restituire un libro >>rispose Violet, irritata dal suo tono.
Il ragazzo la studiò in silenzio col tipico cipiglio Serpeverde, anche se era ancora piuttosto pallido a causa del nome di Voldemort. Violet sospirò: a quanto pareva, la gente ancora lo temeva.
<< Chi è questa ragazza? Posso portartelo io, il libro >>
<< Alyssa Potier. La conosci, almeno? >>
Il ragazzo annuì con un sospiro e le ordinò di coprirsi le orecchie con le mani perché non sentisse la parola d'ordine, e tornò due minuti più tardi con l'Enciclopedia sui Vampiri.
<< Quanta segretezza >>commentò Violet. << Anch'io ero una Serpeverde, sai? >>
<< Già, magari di quelli che si sono rifiutati di difendere Hogwarts durante la guerra >>sbottò il ragazzo, e se ne andò senza neanche aggiungere altro.
Basita, Violet decise di allontanarsi in fretta: aveva la sensazione che negli ultimi tempi l’aria dei sotterranei non facesse granché bene ai suoi abitanti. Aveva però appena messo piede nella Sala d'Ingresso già illuminata dalle candele fluttuanti che si sentì chiamare. Una ragazza con lunghi boccoli scuri e gli occhi truccati pesantemente la raggiunse di corsa.
<< Quell'Enciclopedia mi serve >>disse senza preamboli.
<< Alyssa Potier? >>Violet ricambiò lo sguardo diffidente. << Non sai che dopo trenta giorni bisogna restituire i libri? >>
<< Ma io non l'ho ancora consultato tutto >>
<< Serve anche agli altri >>tagliò corto Violet,  ma Alyssa la trattenne per la camicetta.
<< Mi serve ancora >>ripeté. Non la stava pregando: la sua era una pretesa bella e buona.
"La tipica Serpeverde viziata da mamma e papà" pensò Violet con disprezzo.
<< È la regola >>disse liberandosi dalla sua presa.
Ma Alyssa parve infischiarsene: sfoderò la bacchetta e urlò: << Accio! >> e l'Enciclopedia le volò tra le mani.
Furiosa, Violet estrasse la sua, di bacchetta, ma esitò: non poteva attaccare una studentessa, o avrebbe anche potuto dire davvero addio al lavoro... 
Alyssa sembrò cogliere i suoi pensieri perché sorrise trionfante e fece per tornare indietro, ma a quella vista Violet si indispettì ancor di più e, mandando al diavolo le regole e la prudenza, richiamò a sé il libro. Alyssa si voltò di scatto, chiaramente pronta a un duello, ma lei la prevenne agitando minacciosa la bacchetta: << Non provare a recuperarlo. Conosco più maledizioni di te >>
Alyssa la guardò con odio, ma decise di andarsene senza opporre resistenza. Con enorme soddisfazione, Violet riconsegnò l'Enciclopedia a Madama Pince, ignorando le sue lamentele sul tempo che aveva impiegato per riprenderla: tutto quell'interesse per i vampiri aveva incuriosito Violet, perciò decise di cercare qualche lettura. Dopo cena, sdraiata sul suo letto davanti a un fuoco scoppiettante, sfogliò A cena con i vampiri, Fratelli di sangue e altri libri sul genere. I vampiri erano gli unici esseri magici a non averla mai interessata molto, e infatti scoprì di non ricordare praticamente niente su di loro.
Aveva iniziato a leggere da poco quando bussarono alla sua porta. Con orrore, si ritrovò davanti Alyssa accompagnata da un Piton straordinariamente scocciato.
<< Posso esservi utile? >>riuscì a dire Violet, appena superato lo sconcerto.
<< La signorina mi ha sottratto il libro che stavo usando per prepararmi al suo test, professore >>esordì Alyssa senza staccare gli occhi da lei.
Violet arrossì e spostò lo sguardo su Piton, che ricambiò con crescente antipatia, aumentando l'imbarazzo della ragazza, che solo allora si accorse di indossare una semplice vestaglia da notte che le sfiorava appena le ginocchia.
<< La signorina Potier aveva superato i giorni a disposizione per leggere quel libro >>replicò con una voce che si augurò suonasse ferma e professionale. << Quel testo serve anche ad altri ragazzi, e lei non ha alcun diritto di pretenderlo ancora senza una richiesta specifica in biblioteca. È la regola >>
<< Lo so >>rispose Piton. Guardò Alyssa, che si era fatta livida e lo fissava come se l'avesse tradita. << La signorina Potier, spesso, vuole sentirsi ripetere le cose all'infinito, finché non accetta la sconfitta >>
Alyssa fissò entrambi con odio, ma sotto lo sguardo di Piton preferì non controbattere e andarsene. Piton tornò a Violet, il volto un po' più rilassato.
<< Non volevo disturbarti, ma Potier sa essere davvero insopportabile quando insiste. Ho accettato di accompagnarla perché sapevo che se avesse fatto una brutta figura davanti a me avrebbe lasciato perdere >>spiegò.
<< Non avrei mai detto che lei si sarebbe piegato a uno studente, per quanto possa essere petulante  >>Le parole le sfuggirono dalle labbra prima ancora che Violet se ne fosse resa conto. Impallidendo, guardò Piton, che aveva l’aria di chi ha ricevuto un colpo in testa, e si affrettò a sciorinare una serie di scuse, ma parlò talmente in fretta che furono incomprensibili.
<< È un metodo drastico che si rivela utile con molti ragazzini arroganti >>rispose Piton, sordo alle sue parole e con tono mortifero.<< Vedrai che dopo oggi Potier non mi importunerà più. Quanto a te, Rosenao, non ricordo di averti mai concesso molta confidenza >>
Violet chinò la testa: preferì tacere piuttosto che compromettersi ulteriormente. Seguì un lungo silenzio, poi Piton chiese, con voce leggermente più rilassata:<< Stavi dormendo? >>
Violet rialzò lo sguardo, e si accorse che il professore la fissava con una strana espressione: automaticamente, lei si strinse di più nella vestaglia, nonostante fosse già interamente coperta.
<< Oh. No, leggevo... ehm, un libro sui vampiri >>
<< Non sapevo ti interessassero >>ribatté Piton sorpreso.
<< È solo per curiosità. Sa, ultimamente vanno così di moda >>
<< Certo, voi ragazze vi lasciate ammaliare subito dai vampiri >>commentò Piton con aria di sufficienza. << Sembra quasi vogliate cadere fra le loro braccia e, anche quando ormai siete sull'orlo del precipizio, non avete abbastanza forza di volontà per ribellarvi. Cosa che d'altro canto sarebbe inutile, considerata la forza sovrumana dei vampiri >>
Violet lo ascoltò con crescente incredulità.
<< Non so che tipo di ragazze conosce lei, ma le assicuro che non tutte si lasciano "ammaliare”, per quanto uno possa essere affascinante, che sia umano o vampiro >>sbottò. << E la nostra forza di volontà spesso è superiore a quella di voi uomini >>
<< Ho insegnato tanto a lungo da aver visto abbastanza del comportamento delle donne che si trovano nell’età più a rischio vampiri, perciò fammi un esempio: l’uomo non si lascia affascinare facilmente quanto voi >>
<< Le Veela. Anche senza sentire il loro canto, vi basta guardarle per non capire più niente e cadere sotto il loro incantesimo >>rispose prontamente Violet.
<< In presenza delle Veela è sufficiente tapparsi le orecchie >>ribatté Piton con un sorrisetto. <>
<< Parla come se avesse dati certi >>replicò Violet contraccambiando il ghigno, anche se si sentiva ribollire e continuava a domandarsi perché accidenti si ritrovava a stare lì in piedi, in camicia da notte, a discutere con Piton di vampiri. << Da parte mia, posso assicurarle che non è il mio caso >>
 << Buon per te >>replicò Piton che, adesso, sembrava divertirsi. << Perciò, se mai dovessi incontrarne uno, non cercheresti in nessun modo di attirare la sua attenzione, giusto? >>
<< Non vedo perché dovrei. So che ci sono vampiri che hanno accettato di convivere con gli umani, ma la prudenza con loro non è mai troppa. Non rischierei di provocarne uno per tutto l'oro della Gringott>>
<< Ti auguro di avere ragione. Mi dispiacerebbe vederti contraddire le tue stesse parole. Comunque, devo interrompere questa interessante conversazione: fra poco dovrò iniziare il mio giro di pattugliamento >>
<< Ancora pattugliate il castello? >>esclamò Violet, sorpresa. << Pensavo che ormai non ci fossero più pericoli >>
<< Il vero pericolo qui sono i ragazzini che hanno voglia di farsi due passi nel cuore della notte >>ribatté Piton, annoiato. << Ma tu,  per sicurezza, assicurati di avere le finestre chiuse. Non vorrei ti ritrovassi un pipistrello troppo cresciuto in camera >>
 
 

Angolino dell’autrice: ebbene, rieccomi qui! Dopo un silenzio estremamente considerevole e quasi imbarazzante (perdonatemi, sono reduce dalla laurea e ormai sono impegnata quasi tutti i giorni), sono riuscita a modificare anche questo capitolo, che in realtà nasce dalla fusione di due capitoli più brevi della versione originale!
Spero sia valsa la pena aspettare! Certo, ancora non entriamo nella storia vera e propria, ma posso garantirvi che sono tutte basi per i disastri in cui Violet si ritroverà coinvolta!
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