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Autore: Sylvie91    20/04/2016    4 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Il drago sorvola la città e lo vedo dallo spiazzo della Montagna fare una prima picchiata rilasciando la sua fiamma sul legno di cui sono formate le case, faccio morire un urlo di terrore tra le mie mani, non posso più nominare Fili, non posso far sì che gli altri sappiano.
Un’altra picchiata, un’altra fiammata e un’altra pugnalata al cuore, mi alzo in piedi e comincio a correre lungo la via, magari passando per Dale, devo arrivare a Esgaroth in qualche modo.
Inciampo sui miei passi graffiandomi le mani e le ginocchia, non riesco a vedere: le mie lacrime mi appannano la visuale, non riesco a controllarmi, non riesco a trattenermi dall’urlare vedendo la città che prende velocemente fuoco davanti agli occhi.
Le colonne di fumo si mischiano con il buio della notte per essere visibili solo nel momento in cui il drago decide di colpire con un'altra fiammata, ed un'altra ancora, odio quel drago; sono ancora in ginocchio non riesco a distogliere lo sguardo da questo spettacolo di morte.
Mi alzo decisa andando verso la zona sicura dove avevamo lasciato i cavalli e i pony, devo andare a salvare Fili e gli altri, devo ritornare ad Esgaroth; non posso pensare d’abbandonare nemmeno uno di loro, tantomeno Fili.
Cado nella corsa continuando ad incespicare sulle rocce, a graffiarmi e ad aggiungere altre lesioni a quelle che mi sono preoccupate poco prima nella battaglia con il drago; sono così stanca e mi sento così inutile mentre mi alzo a fatica dalla roccia.
Come potrò mai sconfiggere il drago?
È impossibile riuscire a raggiungere Esgaroth prima di un paio di giorni, anche se parto ora, non potrò essere di alcuna utilità; non potrò fare niente e proprio per questo la rabbia mi assale tanto da prendere a pugni la roccia sotto di me, fino a quando  non vedo una mano piccola e delicata tendersi verso di me.
Alzo lo sguardo verso di lui che si inginocchia davanti a me togliendosi la sua sciarpa grigia e garzando le mie mani rovinate e graffiate –Non credo che sia il caso di spiegare agli altri quello che volevi fare.-
Io, che non sono ancora in grado di parlare avendo perso prima la voce a forza di urlare, faccio un segno di diniego con la testa senza alzarla.
-Fili e gli altri sono vivi, torneranno… sono in gamba, riusciranno a fuggire.- mi rincuora sedendosi vicino a me, mentre io mi chino sul petto dello Hobbit e piango su di lui, come una bambina, mentre mi accarezza i capelli e cerca di sollevarmi con parole premurose.
Bilbo non si sposta e mi copre la visuale del drago; cerca di proteggermi perchè non vuole che veda cosa sta succedendo, mi sta difendendo da me stessa.
Stringo forte con le mani il panciotto del mio amico dove ormai mi sono affossata con la testa, e finisco le mie lacrime, ma non i miei singhiozzi –Su Anaïs, gli altri ci aspettano non vuoi andare da loro?- mi domanda, ma io scuoto negativamente la testa.
-Rimaniamo ancora e dimmi quello che sta succedendo, per piacere.- chiedo allo hobbit che alla mia richiesta sospira un poco.
-Va bene, se ci tieni- si gira un po’ mantenendo le mani tra i miei capelli e sempre accarezzandoli amorevolmente –Smaug sta ancora volando, però sembra che abbia visto qualcosa. Si sta abbassando su quella che è un torre, credo, è comunque una costruzione alta, ma non la brucia ci va addosso…  Anaïs il mostro ha perso quota!-
Mi scanso da Bilbo e guardo le costruzioni cadere per colpa del drago, che sembra aver perso la capacità di volare, che cosa gli sarà mai successo?
Si erge sulla città e si sente anche da qui quello che  è il suo urlo animale di dolore, cerca di prendere quota utilizzando anche gli artigli come voler afferrare l’aria.
Un ultimo urlo, poi il suo corpo cade di schiena all’interno della città ormai distrutta.
Guardo Bilbo che è a bocca aperta dopo questo spettacolo, lo giro verso di me e lo abbraccio così forte quasi da volerlo stritolare; ormai è arrivata l’alba ed ora si riesce a vedere la città in fiamme ed il fumo che cresce sopra ad essa.
Ritorniamo verso Erebor, io ho cercato di togliere il meglio possibile il segno delle lacrime, tuttavia non mi avvicino troppo al rimanente della compagnia diversamente da Bilbo, che li da la notizia della morte del drago.
I nani festeggiano e si battono le schiene a vicenda, io non riesco a partecipare alla loro gioia; chissà quanti sono morti per la nostra avventura, quanti innocenti… come si fa a festeggiare? Lo trovo crudele… capisco essere felici per essere vivi, ma essere vivi a scapito di altri è veramente giusto?
I miei compagni vanno dentro la Montagna seguendo il loro Re, mi chiedo se stia pensando ai suoi nipoti dato che li abbiamo lasciati nell’inferno, in preda dell’ira del drago; poco dopo mi raggiunge Balin –Anaïs, non vieni con noi?-
-No... io non me la sento di festeggiare.- rispondo incassando la testa tra le spalle e calciando un sassolino con un poca di frustrazione.
-Bambina mia… mi dispiace per la gente del lago, abbiamo fatto il possibile…ma…-
-Ma?- mi metto una mano tra i capelli per il trattenere il nervoso, Balin non si merita alcuna parola scortese da me –Saranno morte centinaia di persone. Capisco essere sollevati dell’essere vivi, ma loro hanno assorbito un carico che sarebbe stato nostro, non trovo giusto festeggiare… non ce l’avere a male.-
-Non c’è altro?- mi domanda poi il nano con un sorriso paterno, dopo avermi fatto sfogare.
-Probabilmente poi stiamo festeggiando la morte di parte della compagnia per colpa nostra.- sussurro e a queste parole un paio di lacrime scivolano rigandomi le guance, l’anziano nano però si avvicina e con una carezza le cancella delicatamente.
-Bambina mia, ti ho sentito urlare un nome prima… credo che sia lui la tua vera preoccupazione.- afferma, mentre io alzo la testa e lo guardo basita, tuttavia lui mi sorride tranquillo –Lo so solo io, ero quello più vicino solo che non te ne sei accorta… e non dirò niente.-
Gli sorrido sollevata –Grazie Balin, ma oltre a lui e il rimanente della compagnia, anche la gente del lago mi sta a cuore; lì in mezzo c’è anche ci ha ospitato e ci ha curato…Sigrid, Bain, la piccola Tilda… lo stesso Bard.- singhiozzo  con fatica, rendendomi conto che anche pensando a loro sento le lacrime approssimarsi.
-Hai un gran cuore, anche se lo fai vedere poche volte: sei un riccio mia cara bambina, ma quando ti apri come ora sei bellissima… capisco la scelta di Fili.-
Abbasso la testa arrossendo, purtroppo il suo pensiero mi fa solo piangere e Balin se ne accorto e come prima mi asciuga le lacrime con le sue tozze, ma gentili mani.
-Quando vuoi siamo dentro, intanto calmati.- mi rassicura muovendosi per andare dentro.
-Balin...- lo chiamo raggiungendolo e lo abbraccio quasi da farlo cadere –grazie…-
-Vuoi che rimanga ancora un po’ con te?- mi chiede mentre mi accarezza nuovamente i capelli e la schiena.
-Ma… ti staranno aspettando.- affermo, senza comunque lasciarlo andare.
-Festeggeranno senza questo povero vecchio e poi sarei uno stupido preferire la loro compagnia, rispetto a quella della nostra graziosa fanciulla.- ribatte il nano staccandosi appena e facendomi l’occhiolino.
-Che bugiardo di nano.- rido dandogli un bacio sulla guancia e mi siedo su una roccia lì vicino insieme a lui, che mi tiene semplicemente la mano, che mi sorregge silenziosamente.
 
Dopo un bel po’ di tempo, in cui sono riuscita a riprendermi  in parte, rientro con Balin dentro Erebor, superando le rocce che ostacolano l’ingresso e mi avvicinano piano al resto della compagnia, che ora si trova seduta su un ampio tavolo.
Dwalin alza lo sguardo all’arrivo mio e di suo fratello e mi fa sedere al suo posto, c’è uno strano silenzio da quando sono entrata, mi fissano tutti quanti come se fossi un alieno.
-Anaïs.- comincia Gloin rompendo ogni indugio –Thorin ci ha detto tutto su di te…-
Cerco con gli occhi il nano menzionato che si trova appoggiato ad una parete diroccata dandomi le spalle –Che non sono di questo mondo?- chiedo in modo da capire quanto Thorin ha spifferato su di me.
-Sì, ci chiediamo perché non ce l’hai detto prima…- continua il nano grattandosi con la grossa mano la barba.
-L’ho promesso prima a Gandalf, poi allo stesso Thorin a Gran Burrone che mi ha detto di dirlo solo a poche persone: oltre a lui ne sono a conoscenza Fili e Kili.- spiego continuando a guardare la schiena di Thorin.
-T -te ne andrai quindi?- mi domanda quasi sottovoce Ori e con degli occhi enormi quasi già pieni di lacrime.
Io con un tenue sorriso guardo i nani cercando di trasmettere almeno un poco di serenità, non voglio che pensino a me dopo l’avventura con il drago –Ho ancora del tempo, non so quanto…-
Thorin si gira solo ora e lo guardo, ha il viso serio e contratto –Rimarrai qui con noi, e avrai la gestione delle cucine, questo è tutto.- ordina con voce ferma, per poi girarsi e incamminarsi nelle profondità di Erebor.
-Non è tutto Thorin… voglio sapere quanto hai detto!- esclamo.
-Solo il necessario.- rimbomba la sua voce tra le pareti e posso capire dalle sue poche parole che non ha detto chi è l’autore del libro o probabilmente non ha detto niente a nessuno del libro e questo è un bene. Vorrei tanto parlare con Gandalf avrei tanti quesiti: come posso rispondere alla mia famiglia? E come hanno fatto quei fogli ad arrivare a me?
-Per quanto riguarda gli altri c’è un solo compito setacciare il tesoro alla ricerca dell’Arkengemma.- interviene Dwalin, come secondo del suo amico -Bombur tu eri l’amministratore del tesoro una volta: dovrai fare l’inventario di tutto.-
Bombur sbuffa seccato, so bene che non aveva alcuna intenzione di ritornare a fare il ragioniere, tuttavia fa un cenno di assenso con una mano per non far sì che vi siano discussioni; dopo di che cala il silenzio e noto che i nani cercano di non incrociare il mio sguardo.
 -Questo silenzio è perché vi ha sconvolto la mia provenienza o cosa? Vorrei capire, rimango comunque sempre io.- affermo leggermente seccata dalla situazione, probabilmente era meglio che farli rimanere all’oscuro di tutto.
I nani si guardano tra di loro come imbarazzati dalla mia domanda, Dwalin si gira dandomi le spalle perfino, Nori guarda in alto ed altri giocano con le mani; infine interviene Gloin –Credo che a tutti noi dispiace, il fatto che te ne vada. Sei stata una buona compagna.-
-E lo sarò ancora per quanto possibile, dai chi mi accompagna alle cucine?- rispondo sorridendo e devo dire che sono sorpresa da Gloin e dai nani, non avrei mai immaginato una risposta del genere; pensavo più tipo “finalmente fuori dai piedi”.
Quanto mi sbaglio.
Balin e Dwalin mi stanno accompagnando alle cucine; apriamo la porta con fatica essendosi incastrata per l’inutilizzo durante quest’arco di tempo, solo dopo un calcio ben assestato di Dwalin facciamo il nostro ingresso.
E mi si presenta una serie di mobili pieni di fitte ragnatele con un grande camino in fondo che sarà inutilizzabile senza pulire la canna fumaria, mi sposto nella stanza ed apro i cassetti delle credenze per vedere se c’è qualcosa di conservato.
E’ tutto da buttare essendo infetto dalla muffa, non mi fido nemmeno degli alimenti sottovuoto, non vorrei che abbiano effetti indesiderati nei confronti dei nani; per lo meno con questa occupazione non penso più di tanto a Fili o almeno cerco di non pensarci.
-Balin, la cucina non è utilizzabile. Prendo solo gli utensili, dato che è sufficiente lavarli.- affermo rivolgendomi al vecchio nano, che si guarda attorno come incantato.
Apro un cassetto e trovo un numero esagerato di grembiulini, uno attira la mia attenzione il suo colore è di un rosa vivace, tanto che si vede il colore dietro la polvere; lo sbatto un po’ e lo indosso, Dwalin mi guarda e ride –Mi ricorda una scommessa persa, che non è stata mai adempiuta.-
Io sorrido guardando per terra, mi ricordo bene quella scommessa che ho vinto e mi ricordo anche la battuta fatta da Kili alla locanda del Drago Verde, sembra così lontano quel giorno.
-Scommessa che verrà adempiuta, non vedo l’ora che Fili lo indossi.- continua Balin cercando di mantenere un aria serena –Anaïs, se mi segui ti faccio vedere una stanza per te.-
-Ma non serve...-
-Seguimi.- insiste il nano, uscendo dalla cucina e percorrendo a passo sicuro un lungo corridoio.
Seguo Balin per un paio di stretti corridoi, non molto lontani dalla cucina e facilmente raggiungibili senza che mi perda, per fermarci dinanzi a ad una stanza che credo  sia importante; già la porta sembra preziosa così  grande e dal legno nero con degli intarsi floreali dorati da contrasto.
Balin la apre e c’è una grande stanza da letto… ben arredata, con uno scrittoio persino di legno bianco e sopra questo un grande specchio ovale, il letto è grande pur essendo appartenuta ad una nana e le lenzuola sono state cambiate, dato che non sembrano vecchie; saranno stati i nani durante la mia assenza? 
Non è che ce li veda proprio a pulire e rassettare, forse Dori essendo un maniaco dell’ordine, ma sembra proprio che il tempo non abbia toccato questa stanza, non c’è molta polvere –Era la stanza di Dis, la sorella di Thorin…- mi spiega il nano.
-Balin, non posso accettare non sarebbe giusto nei confronti degli altri.- rispondo rivolgendomi a lui che mi sorride sinceramente.                                                                                                                               
-Anche gli altri hanno delle stanze chi singole chi doppie, ma ce l’hanno… io ho proposto questa a Thorin, per te mi sembrava quella più adatta. Inoltre se apri l’armadio ci sono dei vestiti che avevamo di scorta nel caso ci fossero delle ospiti umane nelle visite diplomatiche.-
Mi avvicino all’armadio e lo apro, diversi vestiti sono stipati in esso e sembrano tutti molto preziosi e delicati
-Balin, non so come ringraziarvi… è bellissima.- afferma abbracciando il nano che mi accoglie tra le sue braccia.
-Non ringraziarmi, anzi è quasi mezzogiorno devi metterti a lavoro. Dwalin avrà già preso le provviste.-
-Corro!- esclamo uscendo di corsa dalla stanza per andare a preparare il pranzo: il primo pranzo ad Erebor.
 
Questa infernale giornata è finita, sono riuscita a distrarmi e a non pensare buttandomi nei lavori che odio sia in questo che nell’altro mondo: le faccende domestiche: a parte cucinare, il resto per me è una tortura allucinante, ma ho preferito non attivare il cervello e farmi vedere tranquilla davanti agli altri.
Sono distesa sul letto della stanza che mi hanno lasciato e guardo il soffitto, il libro è sopra lo scrittoio e sono riuscita a leggere tutte le lettere, anche quelle dei miei genitori; in questo momento sento davvero il bisogno di tornare a casa.
Non ha senso stare in questo mondo senza Fili, almeno per me… voglio bene ai nani, ma non quanto la mia famiglia e l’unico motivo per cui rimarrei qui per sempre probabilmente si è consumato tra le fiamme del drago.
Ormai non mi scendono neanche più le lacrime…
Oggi ho dato sfogo alla mia riserva per, credo, il resto della mia vita, il dimostrare il mio dolore non porterà indietro nessuno e questa è una constatazione di fatto; gli altri invece si mostrano rilassati convinti del ritorno del rimanente della compagnia.
Io no… io aspetterò i tre giorni, con oggi compreso e poi andrò a cercarli anche se rischio di trovare solo le loro salme bruciate, solo allora mi permetterò di piangere ancora, non prima.
Questa stanza è davvero bella, peccato che la trovi fredda… i colori spaziano dal bianco al nero, anche se so che il freddo che sento comunque non è colpa  della camera; mi alzo dal letto e apro l’armadio cercando qualcosa da mettere per il giorno dopo.
Mi guardo allo specchio appoggiando il vestito scelto sul mio corpo e, accidenti, mi viene in mente che l’ultima volta che mi sono guardata riflessa mi ero appena svegliata dopo aver dormito con Fili, pensieri miei vogliamo essere proprio masochisti oggi.
Metto l’abito sulla sedia dello scrittoio e mi giro seccata di aver visto la mia immagine, mi svesto dando le spalle allo specchio e mi butto sotto le coperte, sperando che di trovare nei miei sogni l’agognata pace.
   
 
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