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Autore: Duet    21/04/2016    2 recensioni
Sakura fa un lavoro molto particolare: è colei che crea, organizza e perfeziona la carismatica e brillante immagine dell'idol di successo Ino Yamanaka, per farla arrivare alle vette più alte.
Ma non sarà tutto rose e fiori e la vita di Sakura verrà sconvolta dall'arrivo del bel tenebroso giornalista e scrittore Sasuke Uchiha.
Dal capitolo 1: “-...può considerare il lavoro già suo, d'altronde questo colloquio era una pura formalità. Tutto quel che mi interessava stava nella sua domanda di lavoro: lei come persona reale è...secondaria. Ci aspettiamo la massima riservatezza da parte sua. […] Vede, Ino Yamanaka ha firmato un contratto vincolante con la nostra televisione, se riusciamo a portarla alle vette più alte ci assicureremo il monopolio mediatico, ed è quello che noi vogliamo. In breve, dietro la nostra top idol ci sarà la sua mente, Sakura Haruno.-”
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 5

 

Aveva letto...o non aveva letto?

Non aveva letto...o diamine, aveva letto quei maledettissimi fogli?!

Qual era la verità? Come avrebbe fatto a scoprirla? Come agire?

Scenari caleidoscopici inondavano la sua mente confusa, facendole salire un leggero senso di nausea.

-Devo vomitare.- proruppe Sakura qualche minuto dopo aver sentito la risposta di Sasuke sulla sua cartella.

Sasuke Uchiha fu colto alla sprovvista, si irrigidì d'un tratto, tutto impettito sulla sua sedia, guardandola con allarmato disgusto.

-Prego?- sperò di averci sentito male.

No, aveva capito benissimo. -Devo vomitare, adess...- la rosa si piegò (ebbe la decenza di farlo dal lato opposto dell'uomo) e rovesciò la sua misera colazione in poltiglia sul pavimento lucido dell'ospedale. Emettendo rumori imbarazzanti per giunta.

Lui sentì il peso dell'impotenza incombergli addosso: che importanza aveva essere ricco e famoso se dinnanzi ad una ragazza che vomitava si sentiva paralizzato?!

E lei invece sentiva sulle spalle il peso del male di vivere. Poteva essere più sfigata di così?!

Evitando la pozza di vomito Sasuke si sporse nel corridoio per chiamare un infermiere, incapace e impossibilitato nel rendersi utile in qualche altro modo. Questo fatto riuscì a turbarlo e iniziò a sentirsi davvero in colpa per averla investita e ridotta in quello stato confusionale.

Il nervoso per aver dovuto cancellare un importante meeting dalla sua agenda svanì completamente, e si sentì in dovere di fare qualcosa. Eppure desiderava ardentemente fuggire via da lì, fermarsi in un bar accogliente per mettere qualcosa di dolce nello stomaco, pensare ai suoi impegni giornalieri, rispondere alle mail...tutte cose che avevano il potere di tranquillizzarlo.

-Ti prego dimmi se hai letto o non hai letto...- biascicò Sakura, rivolgendogli uno sguardo implorante e ai limiti della disperazione.

-Eh?- aveva già dimenticato la cartella che teneva in mano.

-La cartella!-

-Ah! Non ho letto un bel niente...non capisco perché ti agiti tanto.- innervosito non riusciva ad essere gentile con lei, ma vide improvvisamente che le spalle della rosa si rilassavano.

Una seconda infermiera fece capolino, entrò con decisione, e spinse via la barella su cui era adagiata Sakura. -Ora andiamo a fare degli accertamenti!- aveva una voce squillante ed allegra.

Nessuno badò a Sasuke, venne lasciato solo in quella stanzetta.

-Stia tranquilla cara, stia tranquilla! Faremo veloce così potrà tornare dal suo ragazzo!-

-Non è il mio ragazzo...mi ha investita!-

Il moro sbuffò nel sentire quegli stralci di conversazione che si allontanavano nel corridoio. Ora sarebbe stato libero di andarsene, aveva ancora in mano la cartella.

La rigirò fra le mani, un porta documenti totalmente insospettabile, eppure la ragazza sembrava tenerci particolarmente. Non sarebbe stato corretto scoprirne il contenuto eppure la curiosità era troppa, non sapeva cosa fare, quella Sakura aveva il potere di metterlo continuamente in crisi e nemmeno la conosceva!

 

***

 

Rilasciarono Sakura nel pomeriggio, non aveva riscontrato alcun trauma; quando racimolò le sue cose trovò la cartella sul letto e sopra attaccato un biglietto firmato da Sasuke: “Avevo un impegno e non ho potuto aspettare che finissi gli esami, spero non ti sia fatta niente, in caso contrario ti lascio il mio numero per contattarmi, buona giornata. Sasuke”.

Dopo aver letto quelle scarne righe sentì il battito cardiaco farsi più vivace; per qualche secondo studiò la calligrafia, era bella e elegante, sfregò il polpastrello dove erano segnate le poche cifre del numero telefonico dell'uomo e in quel momento avvampò leggermente. Aveva...il suo numero di telefono?! Quindi, avrebbe potuto chiamarlo?

Le pupille di Sakura si muovevano frettolosamente, tremando appena, incerte sul da farsi. Nel frattempo uscita dall'ospedale salì sul primo autobus utile per recarsi al lavoro. Era ormai in ritardo di parecchie ore e non c'era più bisogno di andare di fretta.

Quando tirò fuori il cellulare per registrare il numero di Sasuke notò le diverse chiamate del suo capo. Ma la sua mente vagava altrove e si stava domandando cosa farne di quel recapito telefonico, l'avrebbe dovuto avvisare? Però aveva scritto di avere un impegno...forse chiamarlo non era la mossa giusta, avrebbe potuto disturbarlo. Chissà quali mirabolanti impegni di lavoro avrebbe interrotto con la sua stupida chiamata.

Si immaginò perfino la scena: “Ehi Sasuke, sono io...io, cioè sono Sakura...volevo dirti che è tutto a posto, mi hanno rimessa dall'ospedale...” “Ah! Stavo rilasciando un'intervista per l'uscita del mio prossimo libro...ti devo lasciare, stammi bene!”

Fine della storia. Che scenario triste e desolato.

Non avrebbe mai voluto incappare in una situazione telefonica del genere.

Gli avrebbe mandato un sms! Cominciò goffamente a digitare qualche carattere sul display del cellulare, cancellando e riscrivendo almeno una ventina di volte.

“Eh no, così non va...così è troppo formale? Però se scrivo in questo modo sembriamo amiconi...forse così...”

Nessuna forma la convinceva e arrendendosi mise via il cellulare, prenotando la fermata e preparandosi a scendere.

Attraversando la grande hall dell'edificio gli balenò in testa un pensiero poco piacevole. E se le avesse dato un numero falso? Se il bigliettino era solo una scusa e semplicemente voleva sloggiare alla svelta dall'ospedale?

Dentro di sé sentiva che quella era l'opzione più plausibile. Perché mai avrebbe dovuto lasciarle il numero privato? In fondo era piuttosto chiaro che non aveva subito danni fisici...

Sorprendentemente sentì un bruciante sentimento di delusione crescerle nello stomaco e invaderle il resto del corpo, provocando una sensazione di disagio e debolezza.

Ancora più sorprendentemente capì che quell'estraneo, piombato dal nulla nella sua vita, le piaceva. Non aveva mai provato qualcosa del genere ed era perciò un sentimento nuovo.

Ehi, ehi, ora non esageriamo. Si sentiva incuriosita, ecco. Scopriva, dopo 24 anni di vita, di non essere una frigida bacchettona asessuata e che, per la prima volta, un essere umano la interessava su diversi fronti. A questo pensiero le sue guance si arrossarono. Si sentì stupida nel fare questi vaneggiamenti mentali, ma scoprì quanto piacevole fosse fantasticare e costruire scenari immaginari...improvvisamente capiva le sue amiche che la riempivano di chiacchiere e chiacchiere che riguardavano le loro fiamme, capiva i desideri di ognuna, le battutacce libidinose e scherzose di Ten Ten e le timide ammissioni di Hinata quando diceva che il suo uomo ideale avrebbe dovuto portarle la colazione a letto.

Il punto era che Sasuke Uchiha si era presentato come un uomo così perfetto che le era sembrato troppo bello per essere vero. E la cosa che più la stimolava era il suo retroscena intellettuale, nonostante provasse anche una cocente invidia nel pensare quanta fatica faceva lei nel muoversi nel mondo dell'editoria e come ogni porta fosse già spalancata per “Mr Uchiha-sonoriccoebello”.

Doveva ricordarsi di tenere i piedi per terra. La sera gli avrebbe scritto un sms, giusto per togliersi la curiosità se il numero fosse vero o falso. E poi...

Bussò alla porta dell'ufficio di Hidan e dopo qualche minuto venne fatta entrare da Kakuzu, inquietante come al solito.

-Ma prego! Chi non muore si rivede...!- il capo sembrava parecchio euforico, se ne stava in maniche di camicia stravaccato sulla sua poltrona, fumando senza sosta.

-Mi scusi, sono stata investita stamattina...-

-Oh, ma pensa un po'. Non mandare nemmeno un messaggio, eh?- borbottò un “incompetente” e continuò a divertirsi nel prenderla in giro. -Te lo sei fatta lasciare un fogliettino dall'ospedale, eh?-

-Certo! E' qui...- stava già cominciando a frugare nella borsa a tracolla quando venne interrotta.

-Nah, non mi interessa. E il lavoro che dovevi consegnarmi stamattina?-

-...eccolo.- esitante Sakura consegnò la cartella, posandola sulla scrivania, sentendosi eccessivamente vessata.

Per qualche secondo Hidan non mosse un dito, la guardò con un'espressione serafica, facendo dei cerchi con il fumo. I suoi occhi tradivano un chiaro divertimento. Poi, prese la cartella, i fogli contenuti al suo interno e, con la punta accesa della sigaretta cominciò a bruciare il suo duro lavoro. Le fiamme accartocciavano la carta, prima annerendola e poi riducendola in cenere. Prima che il documento potesse bruciare completamente e far espandere una grande quantità di fumo denso nell'ambiente circostante, Hidan ci versò il bicchiere d'acqua che aveva lì affianco.

-Scusa, ma poi parte l'antincendio e una bella doccetta fredda e non è tanto piacevole. Il mio gesto plateale si ferma qui.-

Sakura era allibita, non sapeva cosa dire, pensava che il suo capo fosse un po' matto e non riusciva a comprendere le ragioni di quel gesto.

-I piani sono cambiati, mia cara. Questo ormai è carta straccia, in ogni senso. Tieni, voglio che fumi con me.- le porse una sigaretta dal pacchetto ancora pieno.

-Partirebbe l'antincendio, no?- fece notare la ragazza, sempre più spaesata.

-Si...in effetti non hai tutti i torti, ho già fumato un po' prima...troppo fumo non va bene.- sembrò pensarci un attimo. -Beh, spostiamoci in terrazza. Abbiamo proprio bisogno di un po' d'aria fresca!-

Hidan la costrinse a seguirlo all'esterno e si accese una cicca, poggiando le mani sulla ringhiera e guardando di sotto: un salto e tutto sarebbe potuto finire. Ma com'era magnifica la vista da lì!

-Io non fumo...- la rosa rifiutò l'offerta dell'uomo, ma questo volle insistere e non fu contento finché lei non si mise fra le belle labbra quella maledettissima sigaretta.

Come da copione Sakura tossì, non abituata a fumare.

-Non vali proprio un cazzo se non sai neanche fumare come si deve!-

Quando era troppo era troppo, si tolse immediatamente quell'obbrobrio dalla bocca e lo pestò con veemenza con le scarpe; si sentiva irritata dal comportamento del capo, eccessivamente strafottente e sarcastico, come colto da un'implacabile gioia. E cosa cazzo era a renderlo così felice?

-Ma porca puttana...ha finito di fare il cazzone?- avrebbe voluto dirgli, mentre invece gli disse: -Non capisco proprio il motivo di tanta euforia nei suoi modi di fare, qua ho freddo, se non le dispiace vorrei che mi mettesse velocemente al corrente delle sue decisioni in merito al mio lavoro.-

Aveva usato un tono gelido e intenzionalmente formale, mettendo bene in chiaro la sua poca voglia di confidenze con lui e la necessità di mantenere ben eretti i loro reciproci status: capo e subordinato.

Lui se ne accorse e si sentì deluso da come quella ragazzina volesse rovinargli il gioco. -Che noia. Va bene, va bene...dunque, la nostra principessa ha deciso di piazzarsi sul pisello, l'altra sera.-

-Intende...Ino?- Sakura alzò il sopracciglio. -Sia più chiaro.- Coglione, come se quelle battutine fossero divertenti.

-D'accordo, ci arrivo...La nostra top idol non è riuscita a tenersi le mutande fino alla fine della serata di beneficenza e ha rischiato di mandare tutto a rotoli. Il fatto è che non si è nemmeno scelta un tizio qualsiasi...ma è andata a godere delle grazie di un osso duro, molto duro...-

Sakura ignorò le allusioni, ascoltando attentamente quanto le veniva detto, cercando più che altro di capire cosa sarebbe cambiato nel suo lavoro. -Qualcuno l'ha scoperta?- chiese, giusto per prassi.

-Ma non hai fatto la domanda più importante!-

-E quale sarebbe?-

-Con chi si è divertita.-

-Con chi si è divertita?- ripeté a pappagallo le parole del capo.

-Un giovane che guarda caso sta proprio nell'ambiente dove vogliamo far arrivare Ino. Un uomo molto importante, facente parte di una delle famiglie più potenti del Giappone...è ancora molto giovane, perciò non sta ancora troppo in alto, ma è di certo una grande promessa. Il suo nome è Sasuke Uchiha.-

-Ah!- Sakura incassò la notizia, sentendo le farfalle nello stomaco appesantirsi e aggrapparsi ai suoi tessuti in una morsa ferrea; d'un tratto le parve di avere la mente svuotata.

-Ah? Cos'è, non dirmi che lo conosci!- Hidan scoppiò a ridere, deridendola, sottintendendo una lieve differenza di status fra lei e l'Uchiha.

-Veramente sì.- ribatté, giusto per il piacere di contraddirlo.

-E dove l'avresti conosciuto?- domandò infastidito.

-Non sono affari suoi. Continui quello che mi stava dicendo.-

Sospettoso, credendo che lei gli stesse dicendo una balla, l'accontentò e non indagò oltre. -Dopo aver analizzato un attimo la faccenda io e Sasori siamo giunti ad una conclusione ideale per salvare la faccia e per rivoltare a nostro favore questo 'incidente di percorso'. Abbiamo pensato “perché non sfruttare la cosa?”. Quindi crediamo sia necessario che Ino Yamanaka cominci a uscire con Sasuke Uchiha.-

-Che cosa?! Perché?-

-Come perché? Stiamo parlando di un Uchiha. E gli Uchiha vanno dove vogliono. Immaginati la sua fidanzata come potrebbe essere favorita nell'approdare nei circoli intellettuali...in politica!-

-E' per questo che è tanto entusiasta?- l'idea del capo le sembrava ridicola e non riusciva a mascherare un certo scetticismo dalla sua voce.

-Diavolo sì! Se Ino diventasse la sua fidanzata potremmo raggiungere i nostri scopi molto più facilmente e velocemente di quanto ci siamo prefissati. Quindi, da adesso il tuo compito è rendere seducente la mente di Ino agli occhi dell'Uchiha, dev'essere un tipo che pretende molto. Non credo potrebbe stare stabilmente con un'oca di un'idol! Abbiamo bisogno del tuo cervello, Sakura.-

-Questo non lo posso fare...-

Si sentiva arrabbiata, tremendamente arrabbiata. Sfruttata, svuotata della sua umanità. Presa in giro dal destino e da tutti loro.

Perché mai avrebbe dovuto prestare i suoi pensieri, i suoi ragionamenti critici per far innamorare un uomo di un'altra donna? Una donna che senza il suo aiuto non avrebbe potuto realizzare mezzo proposito di Hidan.

Era avvilente dover spingersi a tanto. Le sembrava eticamente ancora più sbagliato di quello che già era di per sé l'intero lavoro.

-Non dire stronzate. Tu devi farlo.-

-E a Ino non pensate? Dovrebbe fare la prostituta per ammaliare un uomo a caso?-

-Ma che prostituta e prostituta...e poi mica è uno qualunque. Ino non ha avuto nulla in contrario.-

“Ino non ha mai nulla in contrario!” pensò esasperata.

-E cosa dovrei fare?! Immaginare le conversazioni che potrebbero avere a lume di candela?!-

-Ti aumenterò lo stipendio, d'accordo?-

-Oh diamine, non è questo il problema!-

-Senti, non farla tanto difficile. Il lavoro è questo. Il contratto l'hai firmato, non puoi tirarti indietro Sakura. Non capisco la tua improvvisa ritrosia, si tratta solo di mettere un po' di sale in zucca a quella ragazza per assicurarci i privilegi dell'Uchiha.-

-E immagino che lui di tutta questa storia non saprà mai nulla, giusto?-

-Esatto, non c'è motivo per cui dovrebbe saperlo. Non stiamo facendo nulla di male, anche lui godrà del suo premio dopotutto...una ragazza da sballo che gli giura eterno amore...e conversazioni interessanti a letto.- ghignò, arrischiandosi a prendere fra le dita una ciocca di capelli di Sakura.

-Lo prenderemo in giro, dunque.-

-Ma a te che ti frega, cristo santo. Scrivi solo quei cazzo di fogli, ok? Ti daremo noi le direttive, non devi preoccuparti di nulla. Ti aumento anche lo stipendio, ho deciso. Però piantala di mettere sù quella faccia lunga, mi irriti maledizione!-

-Va bene.- si costrinse a dire lei, ritraendosi da lui e seguendolo mentre tornava all'interno dell'ufficio.

Stava già preparandosi per uscire da lì quando venne trattenuta ancora.

-Non ti ho ancora congedata. Volevo dirti che domani tu e Ino partirete per andare a stare in una dimora di campagna.-

-Eh?- pensò di non aver compreso, ormai tutto poteva essere possibile.

-Ho pensato che sarebbe il caso che vi conosceste meglio. Non si può fare un lavoro ben fatto senza aver legato un po'...Ma in città è rischioso, troppe telecamere e paparazzi. La campagna sarà perfetta. Avrete una settimana di tempo, dovrebbe bastare. Dopodiché avrai gli elementi necessari per far sembrare Ino naturale agli occhi di Sasuke Uchiha. Un'autista ti passerà a prendere domani mattina alle 9. Buona giornata.-

Sconcertata Sakura uscì dall'ufficio, scese gli innumerevoli piani a piedi, senza fermarsi mai, senza guardarsi indietro. Voleva uscire, allontanarsi il più possibile, sentire la brezza del vento freddo e riempire i polmoni.

Non aveva voglia di prendere il pullman, voleva camminare, camminare, camminare, camminare...

Non era neanche sicura di come si sentisse in quel momento, una miriade di emozioni percorrevano le sue connessioni neuronali in una danza vorticosa e senza fine, stimolando un bruciante dolore che si propagava rapidamente nel suo corpo.

Scoprì di star tremando e che gli occhi le pizzicavano un po', sorrise amaramente. Aveva già vissuto la sua prima cotta e delusione “amorosa” in meno di un'ora. Che gran fortuna, cazzo.

Si sentì molto stupida ad aver permesso alla sua mente di vaneggiare su lei e Sasuke, un tizio che a conti fatti nemmeno conosceva e che non avrebbe mai potuto conoscere, realisticamente parlando.

Decise di non scrivergli più, nessun messaggio, niente di niente. Tanto non doveva dirgli nulla, non si era nemmeno fatta male.

Deglutì più e più volte per cercare di mandare giù il fatto di dover usare le sue energie per mandare un'altra donna fra le sue braccia. In ogni caso sarebbe stata una sconfitta, per lei. Se in questa storia ci sarebbero stati dei vincitori, di certo non lo sarebbe stata lei. Se le parole suggerite a Ino avrebbero sortito l'effetto desiderato, allora si sarebbe rammaricata di non essere al posto dell'idol, un po' come quando facendo il dottorato all'università ti spacchi il culo per scrivere trattati e fare ricerca e alla fine dei giochi è il nome del docente a troneggiare, prendendosi ogni merito. Se invece Sasuke avesse rifiutato la ragazza, allora, dopotutto, avrebbe significato che non era abbastanza stimolato dal frutto della mente di Sakura.

Ripensò alla sera in cui si era scontrata con Sasuke per la prima volta, era la stessa dell'evento di beneficenza. Una fitta di fastidio l'accecò per un attimo: poco prima il corpo di lui era stato a stretto contatto con quello della bella biondina, l'aveva stretta a sé, le sue labbra avevano toccato la pelle diafana e perfetta di Ino, si era deliziato della sua bellezza stravolgente. Senza troppi convenevoli si era preso ciò che aveva desiderato per un attimo. E chissà cosa aveva pensato di lei, di Sakura, una volta aiutata ad alzarsi dall'asfalto. Probabilmente non aveva pensato proprio un bel niente, ancora troppo inebriato dal tête-à-tête con Ino.

Era inutile amareggiarsi tanto. Aveva semplicemente fatto il passo più lungo della gamba ed era ora di tornare al suo posto. Doveva eccellere nel suo lavoro, a qualsiasi costo, per garantirsi un futuro un po' più roseo.

E il mare era pieno di pesci. Prima o dopo anche lei avrebbe trovato un uomo su cui avrebbe potuto posare gli occhi e che l'avrebbe accettata per ciò che era e non per il suo stato sociale.

-Merda!- esclamò improvvisamente, piantandosi in mezzo al marciapiede e beccandosi alcuni insulti da passanti che andavano di fretta.

Si era appena ricordata della serata in cui Naruto suonava, quel sabato. L'indomani sarebbe dovuta partire per la campagna, dettaglio sul quale non si era soffermata perché troppo occupata a mandar giù la questione Ino-Sasuke. Il suo lavoro a quanto pareva le garantiva anche vacanze forzate!

Hidan era stato perentorio, non c'era stato posto per i se o per i ma. E d'altronde quel contratto l'aveva firmato, i soldi doveva pur guadagnarseli.

Sarebbe dovuta partire il giorno dopo e poi quello stesso sabato aveva promesso di andare a sentire l'amico suonare, cosa del tutto impossibile. Non aveva ancora la facoltà di sdoppiarsi. Come avrebbe fatto a riparare questo danno?



Angolo Autrici
Finalmente tornate! Eravamo in un momento delicato con la nostra long fiction principale, arrivata in un punto importante. Comunque sia, per tutti quelli che ci seguono e che hanno voglia di continuare a seguirci, non temete: abbiamo intenzione di portare a termine anche questa storia! Assolutamente :) Abbiamo calcolato che non sarà troppo lunga, pensiamo massimo 15 capitoli. 
Tornando alla trama, Sakura è venuta a conoscenza di tutti i loschi fatti accaduti e che dovranno accadere! La delusione è stata forte. E, ciliegina sulla torta, non potrà nemmeno andare al concerto di Naruto! Cosa si inventerà? E la convivenza forzata con Ino che frutti darà?
Lo scoprirete nel capitolo 6! Che, facendo un pronostico, dovremmo riuscire a postare entro la fine della settimana prossima :)
Grazie mille a tutti quelli che seguono Ghost girl, che leggono, che commentano e che salvano questa storia!
A presto ;)

  
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