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Autore: EvelynJaneWolfman    22/04/2016    3 recensioni
Cosa ci fa una donna all'areoporto in abito da sposa? Fugge dallo sposo, ovviamente.
* * *
Christina sa che non può assolutamente sposare Gus, non dopo averlo visto baciare un'altra con più passione di quanta ne abbia mai dimostrata a lei in sette anni di fidanzamento. Così, con solo la sua borsa ed il suo abito da sposa, fugge lontano, dall'altra parte dello stato: in Texas.
Ha bisogno di chiarire le idee prima di affrontare i familiari e le chiacchiere che si è lasciata dietro. Peccato che la sua auto a noleggio decida di fermarsi nel bel mezzo del nulla, tutto sembra destinato solamente a peggiorare, ma proprio quando Christina sta per perdere le speranze, arriva in suo soccorso Roy, un'aitante ranchero che sembra disposto a tutto per aiutare lei ed il suo povero cuore ferito a ritrovare la felicità.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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No! Non poteva farlo, non dopo quello che aveva scoperto...

Christina lanciò uno sguardo di panico al bouquet di rose ed iris che se ne stava appoggiato sulla toeletta, aspettando che lei lo stringesse tra le mani e percoresse la navata con un sorriso felice sulle labbra. Ma nessuna di quelle cose sarebbe mai accaduta, non poteva stringere il braccio di suo padre né percorrere quella navata come se nulla fosse, come se non sapesse...

Si avvicinò alla toeletta, prese il bouquet con rabbia e lo gettò per terra, calpestandolo con tutta la furia che teneva dentro dalla sera precedente. Pensò all'uomo che l'attendeva all'altare; Gus, il suo ragazzo dai tempi del liceo. Erano stati eletti come la coppia più bella dell'ultimo anno ed aveva sempre pensato di passare con lui tutta la vita, ora era felice di aver aperto gli occhi prima che fosse troppo tardi, anche se faceva molto male.

Gus era solo un bastardo traditore e lei una stupida ragazzina che aveva sempre vissuto sulle nuvole, credendo di avere una vita perfetta ed un ragazzo perfetto. Quanto si era sbagliata, quanto si era illusa!
La sera prima, le sue amiche erano venute a rapirla dall'appartamento che i due dividevano da tre anni, rammentandole che una sposa non poteva correre il rischio che il suo futuro marito la vedesse prima delle nozze. Era stata così felice di seguirle, perché quello dimostrava che mancava davvero poco all'incoronazione del suo più grande sogno, solo dodici ore ed avrebbe sposato l'uomo che aveva sempre considerato quello della sua vita.

Le amiche l'avevano viziata e coccolata con pedicure, manicure e maschere facciali, ma alla fine non ce l'aveva fatta a stare lontano da lui e, mentre tutte dormivano, era sgattaiolata fuori per tornare a casa e fargli una piccola sorpresa. Peccato che la sorpresa gliel'avesse fatta lui. Aveva parcheggiato un po' più lontano dal loro palazzo, per evitare che lui potesse vedere la sua macchina dalla finestra e giocarsi così l'effetto sorpresa, aveva percorso il marciapiede con trepidazione e tante aspettative, forse troppe. E poi li aveva visti; Gus e Victoria, la loro vicina di casa, avvinghiati l'uno all'altra proprio davanti all'ingresso del condominio, incuranti di chi avrebbe potuto vederli. In quel momento, aveva sentito il suo cuore frantumarsi in mille pezzi, mentre la vista si appannava a causa delle lacrime. Era scappata di corsa, senza farsi notare ed era tornata a casa di Roxanne, la sua migliore amica, senza che nessuno notasse la sua prolungata assenza.

Aveva passato l'intera notte a piangere, ripetendosi come un mantra quanto fosse stata stupida ed ingenua. Ora capiva il motivo dei frequenti ritardi del suo, ormai per lei, ex fidanzato. Ogni volta che aveva chiesto spiegazioni, lui le propinava la classica scusa degli straordinari a lavoro e lei ci aveva sempre creduto ciecamente. Molto ciecamente.

Quella mattina aveva fatto finta di nulla, ma non era riuscita a stamparsi sul viso un sorriso finto, dando la colpa all'emozione e sedando ogni domanda delle amiche e della madre. In un primo momento, aveva pensato di piantare quel bastardo di Gus all'altare, poi ci aveva ripensato ed aveva capito che anche solo la sua presenza le causava una nausea insopportabile. Quindi, l'unica soluzione era scappare ed anche il più velocemente possibile, sua madre avrebbe presto chiesto la sua presenza e lei doveva sparire prima di allora.

Si tolse il velo dal capo con un gesto stizzito, rovinandosi l'acconciatura che quella mattina l'aveva tenuta incollata sulla sedia per tre ore, s'infilò le scarpe da ginnastica che aveva nascosto nella sua borsa prima di dirigersi in chiesa e lanciò uno sguardo alla finestra della stanza. Per fortuna si trovava a piano terra, quindi non avrebbe dovuto fare nessuna acrobazia come saltare su un albero o cose del genere. Afferrò la borsa e lanciò un ultimo sguardo all'enorme specchio che avevano messo a disposizione per lei, la figura che vi era riflessa indossava un ampio vestito bianco da principessa, con un corpetto dallo scollo a cuore e mille ricami impreziositi da piccoli diamanti. L'abito che aveva sempre desiderato, insomma, o almeno così aveva sempre creduto, perché la sola vista di quel vestito ormai le causava un moto di disgusto. Si era sempre immaginata felice, innamorata e sorridente per il suo matrimonio, ma adesso il suo viso non trasmetteva nessun'emozione positiva per quell'importante giornata, bensì un profondo dolore. La realtà non era minimamente paragonabile ai sogni di un'ingenua bambina, lo aveva imparato sulla sua pelle.

Distolse lo sguardo dallo specchio e si avvicinò alla finestra, l'aprì ed iniziò a capire quale fosse il modo migliore per scendere e superare quei quaranta centimetri che la dividevano dal suolo erboso senza slogarsi nulla. Avvicinò una sedia sotto alla finestra e ci salì sopra, alzandosi le gonne dell'abito ed allungando il piede sinistro, lasciandolo a penzoloni fuori. Si diede coraggio ed appoggiò le mani sul davanzale e, goffamente, vi si sedette sopra, portando anche l'altra gamba fuori. Strinse la borsa che aveva sulla spalla e si diede una piccola spinta, atterrando illesa sull'erba, sospirò di sollievo e lanciò uno sguardo di addio alla finestra alle sue spalle, mandando delle scuse silenziose ai suoi genitori.

Erano stati così felici quella mattina, le avevano fatto i loro migliori auguri ed avevano speso la maggior parte dei loro risparmi affinché avesse il matrimonio dei suoi sogni, ora li stava sicuramente deludendo ma non poteva convolare a nozze con un bastardo come Gus. Quel pensiero spazzò via ogni briciola di senso di colpa e corse verso il vialetto acciottolato della chiesa, dove aveva parcheggiato la sua auto. Si guardò intorno, per essere sicura che nessuno la notasse mentre cercava di darsela a gambe, e salì velocemente in auto, mise in moto e sparì altrettanto velocemente da quel luogo sacro.

Sospirò sollevata solo quando la chiesa non fu più visibile dallo specchietto retrovisore. Ormai aveva deciso e nulla le avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno le mille scuse che il suo ex avrebbe trovato alla scena a cui aveva assistito la notte precedente. Le sembrava già di sentirgli raccontare stronzate del tipo “è stata lei a saltarmi addosso, io non volevo”, patetico.
In quel momento non aveva voglia né di affrontare lui né nessun altro, doveva fuggire lontano ma dove? Non conosceva nessuno che abitasse fuori città a cui potesse chiedere ospitalità, i suoi unici amici abitavano nella sua stessa cittadina e di sicuro non l'avrebbero nascosta, almeno non a lungo, spingendola ad affrontare Gus prima che fosse psicologicamente pronta.

Strinse con forza il volante, evitando alle lacrime anche solo di appannarle la vista, non avrebbe più pianto per un bastardo del genere. Non meritava nemmeno una delle sue preziose lacrime.

In quel preciso istante, la voglia di scappare in un luogo sconosciuto, dove avrebbe potuto ricominciare, si fece troppo forte da ignorare. Lei aveva sempre adorato la campagna, a differenza delle sue amiche e di Gus, ma non si era mai concessa una gita in montagna o cose del genere, preferendo sempre accontentare il bastardo che la notte prima delle nozze aveva infilato la sua lingua nella bocca di un'altra donna. E forse anche altro...

Be', era arrivato il momento di pensare un po' a se stessa, e non c'era nulla di più salutare dell'aria di campagna per guarire il suo animo ferito.

Aprì il cruscotto della sua auto e prese la cartina della nazione che aveva comprato l'anno prima in un autogrill, dopo essere stata a Miami con Gus...

Smettila di pensarci!, si ammonì.

Accostò sul ciglio della strada ed aprì la cartina, ritrovandosi un po' limitata nei movimenti a causa del poco spazio presente nell'abitacolo. Fissò quasi incantata i diversi colori che rappresentavano i cinquanta stati americani, uno di loro sarebbe stato il suo nuovo inizio, ma quale?

Il primo nome che mi capiterà sotto agli occhi sarà la mia meta, decise infine.

Chiuse gli occhi e li riaprì qualche secondo dopo, il primo nome che lesse fu “Texas” e per la prima volta in dodici ore, sorrise.

Sì, il Texas era perfetto, verde, accogliente e lontano. Molto lontano. Gettò con poca grazia la cartina sul sedile accanto e ripartì in direzione dell'areoporto, avrebbe speso i soldi che aveva messo da parte per il viaggio di nozze per comprarsi il biglietto e non ne avrebbe rimpianto un solo spicciolo.

Avrebbe dovuto abbandonare la sua auto all'aeroporto, però, sperando di ritrovarla ancora lì al suo ritorno, cosa che le sembrava impossibile. Ma nemmeno quello le importava al momento, voleva solo ricominciare lontano, in un posto nuovo, con gente nuova e vivere situazioni nuove. E quando sarebbe tornata, avrebbe messo al suo posto quel bastardo di Gus, mostrando ad amici e parenti chi fosse davvero.


-ANGOLINO DI EVELYN-

Sera ragazze/i!

Questo è il prologo della nuova storia che sto scrivendo, spero vi sia piaciuto. Come avrete ben capito, io sono fissata coi ranch u.u ed anche molto.

Il prossimo capitolo lo pubblicherò il 30 aprile. Lo so, non è proprio prestissimo, ma sto cercando di concludere il secondo e quindi mi prenderò un po' di tempo. Ma tranquille, per quel giorno pubblicherò, solo una connessione assente e la fine del mondo potrebbero impedirmelo!

Ora me la svigno perché ho troppe cose da fare, aiuto! ;^;

A presto,

Evelyn!♡

  
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