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Autore: HollyMaster    23/04/2016    5 recensioni
Yevgeny Milkovich poteva definirsi fortunato. Aveva due padri fantastici e una madre dolcissima. Anche se suo padre Ian era bipolare, sua madre Svetlana era una ex-prostituta e suo padre Mickey era un delinquente nonchè un pappone. Insomma una normalissima famiglia disfunzionale del South Side.
[Raccolta di One Shot sulla vita in famiglia di Mickey, Ian, Svetlana e Yevgeny]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Svetlana, Yevgeny Milkovich
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sick as fuck

 
Mickey si alzò dal letto sbuffando. Non gli importava che Ian gli stesse accarezzando la schiena, svegliandolo dolcemente per una sessione di pigro sesso mattutino, e sentisse già la sua mezza erezione premergli contro i reni. Non gli importava perchè non riusciva a togliersi dalle orecchie il pianto di Yev. Quel piccolo marmocchio continuava a strillare come un pazzo e, Mickey era sicuro, Svetlana non lo stava calmando. Eppure era il suo turno quella mattina!
-Cazzo, vogliamo farlo smettere di frignare!- Urlò il moro aprendo la porta della camera da letto, lasciando un Ian imbronciato, con tanto di braccia incrociate sul petto, tra le lenzuola.
Svetlana se ne stava in salotto, in piedi, il piccolo, che indossava solo il suo enorme pannolino, tra le braccia. -Lui ha febbre, io non riuscire a fermarlo.- Si giustificò la russa. Lo cullava in un abbraccio, ma sembrava che non bastasse a farlo smettere di gridare e piangere. -Lui sempre piange.-
-Ha la febbre?- Chiese Mickey guardando il bambino. Aveva il volto completamente rosso, probabilmente per tutto quel gridare. Gli occhi erano serrati in una smorfia e le sopracciglia aggrottate in un cipiglio. Dalla bocca spalancata e sdentata continuava ad urlare mentre grandi lacrimoni gli scendevano sulle guance arrossate. Svetlana si limitò ad annuire alla domanda del marito, senza smettere di cullare il piccolo.
-Cazzo...- Sospirò Mickey per poi poggiare il palmo della mano sulla fronte di Yev che non aveva ancora smesso per un secondo di gridare disperato, svuotando i piccoli polmoni. -Questo bambino è bollente.- Decretò alzando le sopracciglia incredulo. Senza aspettare nemmeno un secondo lo prese dalle braccia della madre e cercò di sistemarlo sul suo petto. Lo sorreggeva con una mano sotto il sedere e una sulla schiena ma, per qualche strano motivo, sembrava estremamente goffo e impacciato.
-Mickey!- Esclamò la donna colta all'improvviso da quel gesto.
-Mickey, cosa fai?- Chiese cautamente Ian che, nel frattempo, era spuntato ad osservare la scena, appoggiandosi allo stipite della porta con la spalla.
-Quello che va fatto in questi momenti!- Dichiarò il moro muovendosi verso il bagno. Gli altri due lo seguirono preoccupati. 
Era strano. Le occasioni in cui Mickey aveva preso tra le braccia Yev erano state veramente poche.
-Non fare niente al bambino...- Mormorò Ian che, vergognandosi dei suoi stessi pensieri, temeva che l'altro avrebbe seriamente tentato di fermare il pianto del piccolo in modi poco ortodossi.
-Ma sei scemo?! Non voglio fargli niente.- Mickey entrò nella doccia, continuando a tenere appoggiato al petto il bambino, e lasciò scorrere l'acqua su di se, dopo averla regolata cercando la più fredda possibile. -L'ho visto fare a Iggy con Mandy, lui aveva solo sei anni, ma aveva già più testa di quel coglione di Terry.- Spiegò intravedendo gli sguardi interrogativi degli altri due, rimasti sulla porta del bagno.
-Anche Fiona lo ha fatto con Carl qualche volta.- Ian si diede dello stupido da solo. Come aveva anche solo potuto pensare che Mickey potesse fare del male a Yev?! -Me ne ero dimenticato.- Aggiunse, come per scusarsi, mentre guardava padre e figlio sotto il getto dell'acqua. Lo spruzzo freddo e diretto dell'acqua aveva sorpreso inizialmente il piccolo che aveva smesso improvvisamente di frignare per guardarsi attorno sorpreso di quello che era appena successo. Ora, ormai abituato al dolce scorrere dell'acqua su di se, aveva appoggiato la testolina bionda sulla spalla di Mickey e, dal movimento ritmico delle sue spalle, Ian avrebbe scommesso che si era addormentato.
-Io andare a comprare medicine per bambino.- Così dicendo Svetlana scomparve. Era abbastanza sicura che avessero tutto ciò di cui avevano bisogno in casa, ma era l'unica scusa che le era passata per la testa per lasciarli soli qualche momento. Sapeva che davanti a lei, Mickey faticava a impersonare il padre che si interessava del figlio, ma non per questo non lo era.
-Va meglio eh, nanetto?- Mormorò Mickey abbassando lo sguardo su Yev che dormiva tranquillamente sul suo petto. Il moro, nonostante indossasse ancora il suo pigiama, ormai inzuppato, sorrideva al bambino che teneva tra le braccia che, finalmente, aveva smesso di urlare e strillare il suo dolore. Ian si perse nell'osservarlo: le guance paffute ancora di un velato colore rossastro, gli occhi chiusi, le sopracciglia rilassate in una linea, le labbra socchiuse e il lento respiro che si distingueva nettamente, anche con lo scroscio dell'acqua in sottofondo.
-Puoi sopportare un pò di acqua fredda, tough guy?- Mickey lo fece destare dai suoi pensieri. Gli occhi di Ian si posarono finalmente su di lui. Il rossino gli sorrise e, con una scrollata di spalle, entrò nella doccia. L'acqua era veramente congelata. Guardò ancora per qualche secondo Yev che riposava beato dopo aver gridato per ore intere, per poi fermare lo sguardo negli occhi azzurri di Mickey. Si avvicinò a lui baciandolo dolcemente, sotto il getto freddo dell'acqua.



Ian guardò Mickey starnutire un'altra volta, steso sul divano davanti all'ennesimo programma di merda che trasmettevano alla televisione. -Devi andare da un dottore.- Lo informò sedendosi sulla poltrona, guardandolo con occhi severi.
-I Milkovich non vanno dai dottori!- Si limitò a dire quello appena prima di starnutire fortemente.
-Dicevi?- Ian alzò un sopracciglio guardandolo. Mickey era fiero di avergli passato quel tratto così caratteristico e distintivo dei Milkovich, era come averlo ammesso in famiglia.
-Ho un pò di influenza, cosa vuoi che sia?!- Il moro si alzò per metteresi a sedere ma venne scosso da un altro starnuto che gli fece portare una mano davanti al viso per coprire il naso che colava. Ian gli rivolse uno sguardo fermo e severo mentre si allungava per prendergli un fazzoletto. Non capiva perchè quel ragazzo fosse così ostinato nel non voler andare da un dottore. Che ne avesse paura?!
-Tu andare da dottore o tu contaminare tutta casa con tuoi germi. Io non posso essere malata, io deve lavorare!- Esclamò Svetlana dalla cucina mentre Mickey riservava un sorriso grato ad Ian che gli aveva passato il fazzoletto.
-Non sono malato, cazzo!- Urlò esasperato. Perchè nessuno gli credeva? Starnutiva qualche volta, e allora? Non aveva di certo bisogno di uno stupido dottore. Non ne aveva mai avuto bisogno, non avrebbe cominciato oggi.
-Poi tu attaccare a piccolo Yevgeny e lui stare a casa da scuola. Chi tiene lui in casa dopo?- Continuò la russa senza ascoltare il marito. Quando si metteva in testa qualcosa non c'era modo di farle cambiare idea.
-Noi siamo qui quasi sempre...- Cercò di intromettersi Ian anche se, in cuor suo, sapeva che non sarebbe servito a niente.
-Yev non deve vedere voi che strofinate vostri peni insieme!- Gridò sorprendendoli entrambi. Il bambino entrò nel salotto sentendo chiamare il suo nome ma, al contrario degli adulti, sembrava non dare importanza a quelle parole. Non è che non avesse mai sentito parolacce in casa.
-Io voglio andare a scuola!- Dichiarò Yev portando le mani sui fianchi. Non avrebbe rivelato il perchè, ma Lilith era a scuola tutti i giorni e lui non voleva passarne neanche uno senza di lei, se non era strettamente necessario.
-Okay, okay. Andrò dal fottuto dottore.- Acconsentì Mickey con un borbottio sommesso. Prima o poi tra il bambino, la russa e il rossino, ci avrebbe rimesso la sanità mentale, già precaria grazie al fatto che vivevano nel fottuto ghetto.
-Ti accompagno.- Disse Ian con un sorriso. Mickey gli sorrise di rimando, non riusciva proprio ad evitarlo quando l'altro era il primo a piegare gli angoli della bocca, cazzo se era una checca! 
Il moro sbuffò recuperando una sigaretta e infilandola tra le labbra, mentre con le dita cercava un accendino nella tasca. Ian scosse la testa e gli strappò la sigaretta dalla bocca. -Non finchè non andiamo dal dottore.-
-E poi mi chiedi perchè li odio?!- 
 
***

-Ricordami perchè lo abbiamo mandato dal dottore?- Chiese Ian sbuffando mentre accendeva il fornello sotto un pentolino pieno d'acqua.
Svetlana, seduta attorno al tavolo della cucina, lasciò cadere la testa tra le mani, sconsolata. -Noi non dovere fare questo errore mai più.-
-Portatemi una cazzo di zuppetta di pollo! Sono malato, io!- L'urlo di Mickey che, da quando era tornata a casa, dalla sua camera, con la scusa della sua malattia (un semplice raffreddore a sentire il dottore), dava ordini a mezza famiglia.
-Arrivo, arrivo!- Borbottò Ian lasciando sciogliere il dado nell'acqua bollente. 
Yev, probabilmente richiamato dall'odore di cibo, entrò in cucina guardandosi attorno. Non era ancora ora di cena, ma quel bambino era sempre affamato. -Cos'ha?- Chiese sentendo le urla del padre che rimbombavano con un effetto particolarmente riuscito in quel punto della casa.
-Ha brontolite, malattia del cervello. Tu meglio non averla presa o io buttare te da finestra come spazzatura.- Esclamò Svetlana, il volto nascosto tra le dita.
-E' solo stanco...- Cercò di spiegargli Ian, sempre più diplomatico.
-E un'altra coperta! Fa davvero freddo e io sono fottutamente malato!- Gridò Mickey dalla camera da letta nella quale era rinchiuso. Gli abitanti della cucina sbuffarono all'unisono.
-Adesso ho capito perchè i Milkovich non vanno dal dottore...- Constatò Ian rimescolando il brodo con un cucchiaio di legno, sperando che l'unica altra richiesta di Mickey sarebbe stata quella di giocare all'infermierina e al malato; sarebbe stato una perfetta infermierina!



-Mickey, calmati per l'amor del cielo.- Esclamò Ian sbucando con la testa da sotto la coperta che ora gli arrivava sul naso. Il moro continuava a camminare avanti e indietro nella camera, pestando i vestiti sparsi sul pavimento.
-Sono fottutamente calmo!- Urlò Mickey agitando le braccia nell'aria. -Devo solo assicurarmi che tu prenda le medicine, e stia ben coperto, e che nessuno ti disturbi!- Continuò a camminare per la stanza muovendo le braccia in ampi gesti.
-Hai tirato un sasso nella finestra dei vicini...- Gli ricordò il rossino abbassando le coperte fino a sotto il mento.
-Non volevano smettere di gridare! Tu stai male, cazzo! Hai bisogno di riposo!- Esclamò Mickey per giustificarsi senza fermare la sua marcia per la camera. I vestiti sparpagliati sul pavimento erano sicuramente diventati molto più sporchi grazie alle scarpe del moro che continuavano a calpestarli.
-Stavano solo parlando. Non riuscivo nemmeno a sentirli...- Mormorò Ian stropicciandosi un occhio con il palmo della mano.
-Non importa, gli stronzi hanno imparato la lezione.-
-Mi piaci quando fai il cattivo ragazzo.- Sussurrò Ian con un sorriso sulle labbra guardando l'altro agitarsi per lui, cercando di fare di tutto per farlo tornare a stare bene.
Mickey fermò improvvisamente il suo movimento e sedendosi sul bordo del letto. -Mmmh.- Mormorò avvicinandosi alle labbra di Ian. Anche quelle erano bollenti. -Non dovremmo scopare, stai male...- Era strano sentire quelle parole uscire dalle labbra di Mickey.
-Non sto così male.- Si lamentò Ian.
-Sei uno straccio, una merda.-
Il rossino mise su un broncio offeso e nascose il volto sotto le coperte.
-Non volevo dire quello...- Sbuffò Mickey roteando gli occhi. -'Fanculo...- Mormorò tra se e se. Possibile che Ian non capisse mai le sue intenzioni?!
-Cosa sta succedendo qui?- Chiese Yev entrando nella stanza senza bussare, come suo solito. La cosa gli era costata ricordi indelebili dei due genitori che scopavano in posizioni che avrebbe voluto dimenticare, eppure continuava a non farlo.
-Tough guy, non è poi così tough.- Spiegò Mickey scrollando le spalle mentre Ian se ne rimaneva sotto le coperte per nascondere il suo viso malaticcio.
-E' per questo che hai rotto la finestra dei vicini?-
-Ehi, io dovrei sgridare te, non il contrario!- Lo riprese Mickey alzando le sopracciglia sulla fronte.
-Okay, vado a parlarci io con loro.- Sentenziò Yev annuendo leggermente. -Hai visto la figlia? Quella riccia? Cerco di attaccare bottone da un mese, mi hai risolto la situazione.- Spiegò poi vedendo lo sguardo interrogativo del padre. -Grazie, pà.- Aggiunse prima di uscire dalla camera, come al solito, senza chiudersi la porta alle spalle.
-E chi l'avrebbe detto che sei un cupido?- Mormorò Ian da sotto le coperte, dove il suo broncio si era trasformato in un dolce sorriso. -Dammi la mano.- Sentenziò facendo uscire una mano da sotto la coperta. Mickey ci pensò qualche momento prima di sorridere e intrecciare le dita tatuate con quelle dell'altro. Non era da lui essere dolce, ma sapeva che Ian ne aveva bisogno ogni tanto. E, anche se non lo avrebbe mai ammesso, non gli dispiaceva così tanto. Rimasero così per un pò, semplicemente a tenersi stretti per mano. 
Il giorno dopo anche Mickey stava male ma non gli importava lo aveva fatto per Ian. Importava di più a Yev che, disperato, dovette districarsi tra le assurde richieste di Mickey che faceva sia per se stesso che per Ian.


 



L'angolino di Holly
Salve :)
Prima di tutto, penso che sia ormai d'obbligo dirvi che da questo capitolo in avanti pubblicherò una volta ogni due settimane. Mi dispiace davvero tanto, ma, in questo periodo, non riesco davvero a fare di meglio... Spero che la cosa non vi crei troppi problemi.
Allora è tempo di raffreddori primaverili (almeno per me -__-") e quindi voilà il capitolo. In più un prompt di
follettodispettoso era proprio quello di vedere uno dei nostri Gallavich ammalati e quindi, perchè non tutti e tre?
Con la prima OS ho voluto ricreare un pò quella scena che non è mai andata in onda nella quinta stagione (se non l'avete vista ve la linko qua perchè DOVETE vederla --> https://www.youtube.com/watch?v=ww7W7mluJKw
). Ah, per sapere, se in altri capitoli utilizzasi materiale che viene dalle scene inedite/cancellate per qualche strano motivo che mai capirò e ve le linko in modo da farvi capire a cosa mi riferisco, mi inseguirete con i forconi e le torce perchè non lo considerate canon? xD Tecnicamente avrei un'idea, ma non so se e quando riuscirò a buttarla giù, quindi, tranquilli, è una domanda teorica, non è detto che poi lo faccia.
La seconda vede un esemplare di Mickey malato che è qualcosa di spassosissimo da scrivere e, infine, nella terza mi sono buttata nel fluff più totale. Perchè mai come adesso noi Gallavich abbiamo bisogno di fluff.

Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti per aver letto ♥

   
 
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