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Autore: Kirale    24/04/2016    6 recensioni
A volte serve allontanarsi da chi si ama per diventare più forti e a volte, perdere qualcuno che si è sempre dato per scontato, può portare a fare chiarezza sui propri sentimenti.
Però non è detto che si sia ancora in tempo per tornare indietro.
Ambientato subito dopo la fine della sesta serie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi eccomi, scusate l'attesa!
Sono state settimane difficili, purtroppo ho avuto problemi di salute e con la febbre non riuscivo a guardare lo schermo per scrivere, aggiungiamo che questo epilogo è venuto così lungo che devo dividerlo e che ho avuto un blocco per una settimana quindi vi lascio immaginare...
Chiedo ancora scusa, la prima parte dell'epilogo, più corale la metto oggi.
Poi c'è quella che mi ha fatto sudare e che è ancora in fase di scrittura, spero di poterla postare presto ma la prossima settimana sarò in viaggio e potrebbe non essere possibile per me finirla.
Ma mi impegno, promesso!
Grazie ancora per la continua attesa, perfino per questo epilogo.
Non so se è come ve lo aspettate, questa parte include anche gli altri mentre la seconda parte è qualcosa che volevo scrivere da un sacco e sarà più intima, nel senso che riguarderà strettamente la nostra coppia preferita e basta.
Qui do una piccola conclusione al resto così poi da potermi dedicare solo a Camilla e Gaetano, ma ci sono eh in questa parte, non è che non appaiono, anzi.
Grazie ancora a tutti, veramente dal cuore, spero davvero che mi diciate cosa ne pensate!
E come al solito vi lascio con un buona lettura!

 


Epilogo prima parte: All's well that ends...well?

 

- Ok allora, vediamo di muoverci perché saranno qui presto, George tesoro per favore sistema quegli addobbi che stanno storti, papà invece di romanzare su come hai cucinato il dolce, lo spumante è nel frigo? -
Livia girava per la casa dando ordini sia al marito che al padre mentre teneva Camilla in braccio.
- Livietta, e io che faccio? -
Tommy si guardava intorno mentre gli altri erano indaffaratissimi a sistemare vivande, festoni e bibite.
- E tu Tommy...- ci pensò un attimo - tu ti metti alla finestra così ci dici quando arrivano! -
Il bambino fece un sorriso enorme contento di avere anche lui un compito e corse a mettersi di vedetta.

Sul tavolo della cucina, Carmen stava sistemando gli stuzzicadenti nei panini insieme a Francesca.
- Certo che comunque è veramente strano trattenere una persona in ospedale una settimana per un semplice svenimento, va bene che è successo di tutto prima, però...-
La dottoressa sgranò gli occhi guardando Marco che stava seduto sul divano fissando divertito la situazione generale, l'uomo scosse la testa in cenno negativo.
- Eh, sai insomma, Camilla non stava passando un bel periodo, un check up completo e un po' di calma le hanno fatto solo che bene -
- Beh direi di sì, ancora non ho ben capito tutta la storia del rapimento ma immagino che sia rimasta traumatizzata, meno male che qui c'era Gaetano ad aiutare...-
- La professoressa Baudino si ficca sempre in situazioni che non le competono, poi ecco che arrivano i guai, e meno male che non sono sfociati in tragedia...-
Non si erano accorte di De Matteis che era arrivato alle loro spalle e sembrava stesse cercando qualcosa.
- Che vuol dire tragedia? - chiese Carmen sorpresa.
- No, il commissario intendeva semplicemente che era un'operazione pericolosa, tutto qui - rispose Francesca fulminando Paolo con gli occhi.
- Sì...intendevo quello...- si corresse lui prima di dileguarsi verso il fratello sedendoglisi accanto sul divano.
- Ho pensato che quella dottoressa mi avrebbe ammazzato con lo sguardo poco fa...è degna amica della Baudino - commentò Paolo voltandosi verso Marco che invece guardava Francesca divertito.
- Sì...è proprio degna amica di Camilla - rispose sorridendo senza staccare gli occhi da lei.
De Matteis, accorgendosi sia del tono che della faccia del fratello, si portò una mano sulla tempia.
- No...dimmi di no...tutte a me capitano...-
- Guarda che sono io che dovrei dirlo dato che stai facendo il babysitter ad un neonato, cosa che non avrei mai creduto possibile...-
Paolo sembrò essere stato colpito sul vivo e si agitò.
- Non è colpa mia se Sabr...De Silva non è capace di star dietro al bimbo, e comunque è sola che avrei dov..-
- Sì va bene, va bene calmati...non è il caso che ti agiti anche tu perché credo che qui quando quei due arriveranno succederà un casino -
- Ah, quindi avevo capito bene, non sanno niente... -
- Da quanto mi ha detto Francesca no, Gaetano è uscito per andare in ospedale tre ore fa ma si aspetta un ritorno tranquillo, tu immaginati quando vedranno tutta questa gente qui, oltretutto gli devono dire dello stato di Camilla...-
Paolo cominciò a massaggiarsi la tempia.
- Ho bisogno di qualcosa di forte, no forse di un antidolorifico, la Baudino e tutto quello che gira intorno a lei mi fanno sempre venire un gran mal di testa...-
Si alzò dal divano intercettando Sabrina con il neonato che lo veniva a chiamare per farsi aiutare a cambiargli il pannolino, mentre Marco continuava a guardarsi intorno tentando di immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco.
Francesca, che aveva finito con i panini, prese due bicchieri di prosecco e si diresse verso l'uomo porgendogliene uno.
- Non sarà sicuramente buono come quelli che produci tu, ma meglio di niente...- commentò mentre si sedeva accanto a lui.
- Compensa la compagnia - ribatté lui con il sorriso - e poi voglio vedere la faccia dell'architetto quando saprà della notizia, perché immagino che gliela dicano ora...-
- Non ti sta simpatico Renzo eh? - commentò divertita.
- Diciamo che sono più contento se Camilla sta con Gaetano...poi Renzo con tutto quello che ha combinato...-
- Effettivamente...-
- E quindi sarà con grande piacere che mi godrò la sua espressione oggi, seduto qui -
Alzò il calice verso di lei e brindarono divertiti, non si sarebbero persi quello spettacolo per niente al mondo.

 



- Cioè, se il medico doveva darmi altre raccomandazioni faceva meglio a scrivermele su una lista, mi sono fermata alla quinta!- commentò la donna sbuffando mentre erano fermi ad un semaforo.
- Tranquilla, non ci sono problemi - le rispose l'uomo che stava guidando prima di estrarre dalla sua tasca il cellulare - ho registrato tutto io perché non avevo carta e penna -
Camilla lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
- Non l'hai fatto...-
- Ovvio che lo ho fatto, dovevo essere certo di non perdermi niente e sta sicura che seguiremo queste regole alla lettera...-
- Stai cominciando a diventare un tantino pesante -
- Ti ricordo che non sono io quello che si è fatto rapire mentre aspettava un bambino -

Ah già, vero.
E come dargli torto?

Non ebbe il coraggio di rispondergli perché aveva assolutamente centrato il bersaglio. Anzi, le era andata fin troppo bene che lui dopo quel pomeriggio non avesse più fatto riferimenti a tutta la situazione.
Solo che questa storia della minaccia d'aborto lo aveva trasformato, e se prima era già premuroso di suo, probabilmente la paura di perdere sia lei che il bimbo era stata così forte che ora a malapena la lasciava per qualche ora, non di più, e quando era a lavoro la tempestava di messaggi.
In ospedale inseguiva il dottore ovunque per fargli duemila domande, e se Camilla aveva un minimo dolore era capace di far andare nella sua stanza una équipe di medici al completo a farla visitare.
E poi chissà come mai, tutte le volte erano dottoresse a entrare, sempre pronte a visitarla con un sorriso rivolto più a Gaetano che a lei...sì decisamente era molto contenta di essere stata dimessa.

Quell'ospedale non era un posto sicuro.

In ogni caso, avrebbe dovuto trovare un modo per tranquillizzare l'uomo, anche se onestamente non sapeva come, perché persino lei aveva avuto una grande paura e spesso la notte veniva svegliata da incubi che la portavano a mettersi una mano sulla pancia per controllare che fosse tutto a posto.
Oltretutto, ritrovarsi da sola in un letto di ospedale non la calmava affatto e trovava molta difficoltà dopo a riprendere sonno.
Fortunatamente a casa quel problema sarebbe stato risolto dato che avrebbe avuto qualcuno da abbracciare nel caso i brutti sogni si fossero ripresentati.
Fissò Gaetano quasi sognante prima di sporsi leggermente e dargli un bacio leggero sulla guancia.
- Hai ragione, scusa...-
Il vicequestore fece un mezzo sorriso prima di guardarla con aria interrogativa.
- Aspetta, mi stai dando ragione? Ok chi sei tu e che cosa ne hai fatto di Camilla?-
A lei scappò una piccola risata.
- Ma quanto sei scemo -
- E infine eccoci qui, casa dolce casa - esclamò lui prima di voltare dentro il parcheggio del palazzo e posteggiare la macchina.
- Se la signora mi aspetta un attimo vengo a prenderla -
- Sì ma posso scendere anche da sola...- tentò di obiettare lei.
- Non se ne parla neanche, hai sentito il dottore? Fino alla prossima visita non devi praticamente muoverti, quindi adesso aspetti che ti porto in braccio -

Camilla alzò gli occhi al cielo.
In realtà non le dispiaceva affatto farsi prendere in braccio, anche se poi sarebbe stato difficile non dare nell'occhio.
Dovevano ancora dire a sua figlia e a tutti gli altri del bambino e sebbene sapesse che bisognava farlo il più presto possibile, forse non era proprio il caso di dare la notizia sulla porta di casa.
Però Gaetano non aveva tutti i torti, per qualche tempo sarebbe sicuramente stato meglio evitare movimenti e agitazioni, e poi aveva una gran voglia di farsi coccolare un po'.
L'uomo le aprì lo sportello e la prese tra le braccia sollevandola come se fosse un fuscello.
- Commissario, ma vedo che siamo veramente in forma, complimenti - commentò lei con un sorriso malizioso.
- Beh, devo dire che non mi lamento, e poi mi sento come se potessi sollevare montagne - rispose l'uomo chiudendo lo sportello con un gomito.
- Stai dicendo che sono grassa?-
- Assolutamente no amore mio, anzi, io non vedo l'ora che tu ingrassi un po', anche se prima della fine del terzo mese non penso che vedrò nulla -
Camilla lo guardò sorpresa mentre erano arrivati davanti all'ascensore.
- E tu come fai a sapere tutte queste cose? -
. Non hai idea della cultura che mi sono fatto...- rispose facendole l'occhiolino.
- No infatti, ed è meglio che non la abbia...-
Probabilmente i mesi a venire sarebbero stati un alternarsi di inferno e paradiso, ma in fondo, pensò, ne valeva assolutamente la pena.


- Stanno arrivando! Stanno arrivando! -
Gridò Tommy eccitato appena vide la macchina entrare nel condominio.
Livia e Carmen andarono ad affacciarsi.
- Livietta, ma perché papà ha preso Camilla in braccio? -
La ragazza guardò il bambino sorpresa quasi quanto lui.
- Ah, es l'amor, qué maravilla...- esclamò Carmen.
- Non lo so Tommy, magari mamma è ancora stanca e lui non la vuole far affaticare di più, a questo punto penso sia meglio andare a prepararci per aprire la porta -
Subito dopo Livia si voltò verso gli invitati.
- Mia madre è qui, nascondetevi andando verso la cucina così non vi vede appena entra! -
Tutti si spostarono seguendo le indicazioni della ragazza mentre lei faceva un cenno a George per andare davanti alla porta.


L'ascensore arrivò al terzo piano e le porte vennero aperte abbastanza rocambolescamente.
- Dunque amore, potresti suonare tu il campanello dato che io ho le mani felicemente impegnate? -
Mentre Camilla allungava il braccio per suonare, la porta di casa si aprì mostrando George sorridente.
- Hi mum, ciao Gaetano, vi stavamo aspettando! -
Il ragazzo aprì ulteriormente l'anta per far entrare i due mentre Gaetano si apprestava a portare Camilla sul divano.
Voltandosi verso il salotto, non fece in tempo a fare nemmeno due passi.

- Bentornata!!!-

Dall'isola della cucina apparvero oltre a Livia, Renzo, Carmen, Marco, Francesca, De Matteis e Sabrina con tanto di neonato a carico.
Alla vista del padre, Tommy gli corse incontro contento abbracciandogli le gambe.
- Vi piace la sorpresa?- chiese estremamente eccitato con gli occhi che gli brillavano mentre Camilla e Gaetano erano rimasti congelati sul posto.

Addio serata tranquilla.

I due si guardarono per un attimo, la professoressa capì che il vicequestore non sapeva assolutamente niente di quella improvvisata, ma entrambi compresero che era indispensabile evitare di farsi vedere così scioccati, meglio dissimulare con un sorriso.
Fu Camilla che gli rispose.
- Ma certo tesoro...grazie, avete fatto tutto questo per me? -
- E soprattutto, a me non avete detto nulla? - continuò Gaetano ancora bloccato sul posto.
- No, non volevamo che magari ti facevi scappare qualcosa con mamma - rispose Livietta sorridente - comunque come mai la stai ancora tenendo in braccio? -
La domanda li ridestò dal momento di shock.
- Ah sì aspetta...-
Tutti coloro che non sapevano cosa c'era dietro quel comportamento rimasero interdetti quando videro l'uomo non far scendere Camilla ma portarla fino al divano ed adagiarla lì sopra.
Renzo, sebbene ancora un po' stranito da quell'atteggiamento, prese la parola.
- Bene, direi che ora, per festeggiare il ritorno della padrona di casa, possiamo fare tutti un brindisi, che ne dite? -
Gli altri sembrarono approvare questa idea e cominciarono a passarsi i bicchieri fino a quando Livia non ne porse uno anche alla madre.
- Amore, grazie ma io...è meglio se brindo con un succo di frutta o dell'acqua...-
La figlia la guardò incuriosita.
- Non ti senti ancora bene mamma? -
- No tesoro assolutamente, solo che...- sospirò guardando Gaetano che le fece un cenno con la testa.
Era molto prima di quanto si aspettassero, ma in fin dei conti dicendolo ora che si erano riuniti tutti, avrebbe dovuto spiegare le cose una volta sola.
Il commissario si posizionò dietro al divano mettendole le mani sulle spalle, sapeva che quell'annuncio avrebbe voluto farlo lei alla sua famiglia, ma questo non voleva dire che non poteva in qualche modo comunicarle che c'era.
La vide voltarsi e sorridergli mentre una sua mano si posava su quella di lui e le dita si accarezzavano.
- Allora...ecco, io...cioè noi, dovremmo dirvi una cosa prima che facciamo questo brindisi perché è giusto che la sappiate - alle parole di Camilla tutti si voltarono verso di lei e il tono delle voci si abbassò fino quasi a scomparire.
Tommy le si sedette accanto con un broncio preoccupato.
- Adesso sei guarita? Non è che tu e papà avete litigato di nuovo vero?-
Camilla gli fece una carezza sorridendo.
- No tesoro mio, non abbiamo litigato e io sto benissimo solo che...- guardò la sua famiglia - alcuni lo sanno già perché sono stati gli avvenimenti a parlare per me, però ci tenevo a dirlo io personalmente a tutti voi...-
Prese un sospiro, non sapeva come avrebbero reagito, sperava bene ma anche in quel caso, certe notizie erano sempre fonte di reazioni particolari.

- Ecco, dunque, il motivo per cui sono rimasta una settimana in ospedale, è perché...sono incinta...-

Se una goccia di acqua fosse caduta, la avrebbero sentita fino in cortile per quanto silenzio si fece nella stanza dopo il suo annuncio.
Gli occhi grandi di Livia erano, se possibile, sgranati ancora di più, Carmen era rimasta con la bocca aperta, Renzo sembrava congelato sul posto, un sorriso teso sulle labbra.
- Oh my God but that's amazing!!! - esclamò George rompendo quell'aria tesa e abbracciando Camilla.
Suo genero le era sempre stato molto simpatico, ma in questa situazione lo stava decisamente adorando.
- It's wonderful, congratulazioni!!- dopo aver stretto lei andò anche verso Gaetano.
Livia, appena ritornata in sé si sedette sul divano accanto alla madre e con un sorriso enorme la abbracciò.
- Oh mamma, ma è stupendo, come sono contenta! E' proprio da te, e io avrò un fratellino o una sorellina!! Non ci posso credere! Va tutto bene vero?-
- Amore, grazie, eh non ci potevo quasi credere neanche io e comunque sì...devo solo stare molto a riposo e non muovermi per i prossimi tre mesi perché ho avuto alcuni...problemi, ma la faremo andare bene - rispose mentre continuava a tenere stretta la figlia.
Anche Carmen si avvicinò.
- Sono tanto felice per voi, un altro bimbo in giro, cosa c'è di più bello! -
Renzo era ancora rimasto fermo, il sorriso marmoreo sulle labbra mentre Marco gli si avvicinò da dietro.
- A quanto pare non sei stato l'unico a riuscire a far figli alla tua età... è interessante notare come ci abbiano messo poco quei due non è vero? -
L'architetto si voltò a guardarlo, le labbra ancora tirate.
- Sì...-
Marco invece aveva un volto estremamente soddisfatto mentre gli dava una leggera pacca sulla spalla.
- Beh, adesso sì che siete una grande, grandissima famiglia zio Renzo...-

Senza girarsi neanche a vedere la sua reazione, l'uomo si allontanò andando da Camilla e Gaetano, non prima di venire affiancato da Francesca.
Renzo rimase a guardare da lontano quella scena come se per un attimo si sentisse escluso da tutto.
Un'amarezza di sottofondo si faceva strada in lui dopo le parole di quel produttore di vini; con Camilla avevano provato ad avere altri figli per un periodo, ma non era mai successo.
A lei e al poliziotto superpiù erano bastati due mesi.
Non sapeva se doveva considerarla come un'ulteriore sconfitta, certo era che se il destino aveva fatto sì che una grappa aromatica cambiasse il senso di tutta la loro vita, questa ulteriore prova gli sbatteva in faccia per l'ennesima volta la verità da cui aveva tentato di scappare per tanti anni e che infine era riuscito ad accettare solo recentemente.
Quei due erano fatti per stare insieme e per quanto ci si potesse opporre, il risultato sarebbe stato identico.

Il tempo questo finale non era riuscito a cambiarlo.

Sospirò prima di incamminarsi verso la coppia.
- Che dirvi, congratulazioni a tutti e due, stavolta vicequestore vediamo di tenerla tranquilla questa futura mamma eh? -
Il volto di Gaetano sembrava ringiovanito di dieci anni e il sorriso sincero che gli rivolse colse Renzo totalmente impreparato.
- Su questo puoi stare sicuro anzi, a proposito, vorrei dire anche io una cosa se non vi dispiace...-
La festosità del momento si interruppe per far spazio nuovamente al silenzio mentre i presenti spostarono su di lui l'attenzione.
- Allora, lo so che forse è un po' troppo per me chiedervelo, ma siccome questa donna è la cosa più preziosa che ho nella mia vita insieme a mio figlio...anzi ai miei figli, ho bisogno del vostro aiuto.-

Sul volto di tutti si dipinse un'aria curiosa.

- Come voi saprete, Camilla tende spesso a non ascoltare i consigli, a fare di testa sua, a non seguire indicazioni e...va bene la conoscete non credo che debba aggiungere altro - si beccò due occhi spalancati da Camilla a cui lui rispose con un occhiolino - potrete ben immaginare che io non riesca a stare ventiquattro ore a casa a controllarla, ma il dottore ha chiaramente detto che lei deve rimanere a riposo e ferma almeno fino alla prossima visita e probabilmente per i prossimi tre mesi...ora, siccome io alle promesse di questa professoressa qui ci credo poco, vorrei chiedervi di tenerla d'occhio anche voi per quanto possibile...-
- Stai tranquillo Gaetano, - lo rassicurò Livietta - ci penso io, non farò muovere la mamma per nessun motivo, e le metto a guardia Potty, vero piccolo? -
Il cane per risposta abbaiò scodinzolando.
- Grazie Potty il tuo aiuto sarà fondamentale! - commentò Gaetano sorridente.
- Non ti preoccupare, la terremo sotto stretto controllo! - Carmen aumentò la dose.
Camilla era abbastanza sorpresa nel vedere la reazione generale a quelle parole.
- Scusate eh, ma non potrei anche io dire la mia? - si intromise tentando di prendere la parola.
- No!!-
Il coro che era partito la fece rimanere di sasso.
Gaetano le rimise le mani sulle spalle.
- Arrenditi, stavolta non ci sarà ma che tenga, te ne dovrai stare buona buona, e ringrazia che non sto pensando di legarti a letto con le manette per ulteriore sicurezza... -
- Pe...però...- la donna lo guardò con la bocca semi aperta.
Tommy prese un lembo della manica di Camilla tirandolo leggermente.
- Cami...ma quindi io adesso avrò un fratellino? -
Camilla, risvegliatasi dalla sorpresa lo guardò con un'espressione dolce.
- Eh tesoro, sì, un fratellino o una sorellina...- rispose facendogli una carezza.
- E tu e papà smetterete di volermi bene? -
A quella domanda i due si guardarono sconvolti.
Fu Gaetano a rispondere circumnavigando il divano per chinarsi davanti a lui.
- Amore mio, mi spieghi da dove ti viene in mente una cosa del genere? -
- Lo ho sentito dai miei amici a scuola, quando nasce un fratellino i genitori si dimenticano di loro per stare sempre con quello appena nato...-
- Ecco allora qui non accadrà, te lo assicuro - rispose Camilla senza un attimo di esitazione.
- Io ti voglio un bene grandissimo e questo non cambierà mai, non importa chi altro arriverà e anzi, avrò bisogno del tuo aiuto...-
- E papà ti adora...lo sai...- rinforzò Gaetano.
Il volto preoccupato del bimbo sfoderò un sorriso.
- Allora spero che sia una sorellina così da fratello maggiore la potrò proteggere! - esclamò sicuro.
- Eh...una sorellina...-
Il volto di Gaetano si illuminò perdendosi con lo sguardo nel vuoto.
- Mamma...ma perché Gaetano fa quella faccia?- chiese sottovoce Livia divertita.
- Lascia stare, ogni volta che qualcuno ipotizza che possa essere femmina tira fuori quell'espressione da ebete e si perde nel mondo dei sogni...credo che significhi dire che vuole una bambina, anche se questo non possiamo controllarlo...-
- Però è buffo...- commentò Livia quasi scoppiando a ridere.
- Sì...è proprio buffo...shh non ridere che se ne accorge - concordò Camilla trattenendo anche lei le risa.
Mentre gli altri avevano ricominciato a parlare tra loro, Sabrina si avvicinò ai due.
Teneva il bambino in braccio e Livia appena la vide, si alzò dal divano per farla sedere accanto a Camilla, che invece la scrutava ancora con un leggero circospetto.
- Senti Camilla - prese a parlare - io mi voglio scusare veramente con te per tutto...tutto quello che è successo, sono stata una stupida immatura...- la voce per la prima volta, sembrava sincera.
Era ovvio che non ci fosse più alcuna possibilità, anzi, che non ci fosse mai stata, anche se Camilla si ricordava ancora l'amarezza provata quel pomeriggio dopo le parole della donna, ma con tutto quello che era accaduto, l'ultima cosa che voleva era covare rabbia verso qualcuno, non ora che quello che aveva desiderato era a portata di mano.
- Sabrina, non ti preoccupare, è tutto dimenticato...-
- Ti capisco se non mi puoi perdonare, ma vorrei che tu sapessi che io sono sempre stata consapevole che i miei tentativi sarebbero andati a vuoto...anche se ci ho provato...però alla fine un sentimento così grande non può essere sconfitto e vorrei che mi perdonassi anche tu Gaetano per tutto...-
L'uomo la guardò abbastanza soddisfatto da quell'apologia.
- Anche per me è lo stesso, come dice Camilla, è il passato, buttiamocelo dietro spalle e continuiamo guardando avanti...-
La donna sembrò rincuorata e visibilmente commossa, mentre De Matteis si avvicinò.
- Professoressa, spero che ora ci farà il favore di stare buona buona almeno per un po'...- commentò ironicamente.
Sabrina lo guardò un po' sorpresa per quella battuta.
- Ma che tono è questo Paolo? Non vedi come sono belli? Ah, lo vorrei trovare anche io un rapporto così, un amore come questo! -
Camilla e Gaetano non sapevano dove girarsi per l'imbarazzo.
De Matteis invece assunse un'espressione seria.
- Ti faccio presente che nella vita non esiste solo l'amore, esiste anche altro, il lavoro per es...-
- Ma che cosa stai dicendo? L'amore è la cosa più importante, non ti sei mai innamorato tu? - continuò lei senza dargli tempo di finire la frase.
Paolo la guardò come preso in contropiede prima di scuotere la testa.
- Mi riesce difficile innamorarmi...-
Sabrina continuava a fissarlo come se lo stesse studiando.
- Secondo me, tu hai paura di innamorarti.-
Il commissario aveva un viso indecifrabile, all'apparenza duro eppure si percepiva che c'era dell'altro dietro. Non rispose, la guardò per alcuni secondi serio, e poi si limitò a passarle il biberon che aveva in mano, in realtà si era avvicinato solo per quel motivo.
- Il bimbo aveva fame...ma è meglio se glielo dai in una stanza con meno gente sennò non si addormenta, qui c'è un po' troppo rumore...-
Così dicendo la aiutò ad alzarsi dal divano conducendola verso le camere e lasciando due paia di occhi sconvolti dalla scena appena vista.
- No...ma... - Camilla si voltò a guardare Gaetano incredula.
- Molto, molto alla lontana però...sì, ho avuto un dejavù anche io...-
- Forse per la laurea di quel piccolino ce la fanno, noi ci abbiamo messo dieci anni in fondo...- commentò lei ironica.
- Ma spero anche prima, certo povero bambino con un padre come quello...-
La risata che seguì fu quasi liberatoria, mentre la festa continuava tra l'allegria generale.

Quella notte, per la prima volta dopo settimane, Camilla dormì nel suo letto, di nuovo tra le braccia del suo vicequestore, sentendo che il mondo finalmente aveva davvero cominciato a girare nel verso giusto.
Sarebbe stata così la vita d'ora in poi, addormentandosi con lui, venendo risvegliata dai suoi baci e perdendosi in quegli occhi ogni volta che voleva.

Come volevasi dimostrare, nessun incubo sconvolse il suo sonno.

La mattina seguente, dopo un leggero tocco delle labbra sulla fronte, unito al rumore di qualcosa che veniva poggiato sul letto, aprì gli occhi vendendosi quel sorriso luminosissimo davanti.
- Buongiorno...hai dormito bene? -
Come faceva quell'uomo ad avere una voce così dolce persino al mattino?
Sorrise stirandosi.
- Benissimo, come una bambina...-
- Molto bene, ed ora le ho portato la colazione professoressa...-
Camilla si spostò per vedere eccitata cosa c'era sul vassoio rimanendo di sasso.
- No aspetta un attimo, ma il mio tè che fine ha fatto? -
- Il tè per un po' lo bandiamo ma guarda, qui ti ho preparato un succo di verdure, che serve perché hai bisogno di alimentarti in modo equilibrato, poi ci sono i cereali, la frutta, le fette biscottate integrali, questa invece è marmellata biologica, ed ovviamente lo yogurt -
L'incredulità sul volto di Camilla era palese.
- E questa roba per quante persone è? -
- Ma come siamo spiritosi questa mattina, è tutta tua, e devi finirla perché la colazione è il pasto più importante della giornata! - decretò come se stesse recitando un libro a memoria.
- Ma tu sei...no aspetta non crederai davvero che io possa finire tutto...-
Gaetano la guardò deciso e soddisfatto.
- Assolutamente sì e...- aprì la porta lasciando entrare Livietta - c'è qualcuno qui che si accerterà che non rimanga assolutamente niente...-
La ragazza aveva un sorriso furbo e le braccia incrociate.
- E non barerai...-
Camilla li guardò sconfitta.
- Voi farete così fino alla nascita del bambino? -
Gaetano e Livia si scambiarono un'occhiata complice.
- Esattamente! - risposero all'unisono sorridendo.
- Adesso però io devo andare in ufficio quindi... -
A quelle parole Livia uscì dalla stanza mentre Gaetano si sedette al lato del letto dalla parte di Camilla che intanto si era di nuovo distesa, quasi a comprovare la sua sconfitta.
- Posso salutare questa bellissima donna? -
- Almeno il succo di verdure posso evitarlo? - rispose lei sperando di contrattare.
Lui sorrise prima di baciarla dolcemente sentendola sospirare.
- Facciamo così, se finisci tutto, prima di tornare passo da Boffi e ti porto una torta al cioccolato...-
Il volto della professoressa si illuminò.
- Così non vale, conosci i miei punti deboli...-
Sentirlo ridere di cuore al mattino era una musica, non aveva idea di come avesse fatto fino a quel momento a viverne senza.
E subito dopo la sorprese immensamente, perché si spostò sulla sua pancia dove poggiò prima l'orecchio, sebbene sapesse che era troppo presto per sentire qualsiasi cosa, e poi la baciò.
- Ciao amore mio, non far venire troppa nausea alla mamma e mi raccomando falle magiare tutto, il tuo papà non vede l'ora di conoscerti lo sai? -
Vederlo in quello stato, così emozionato e felice provocò in Camilla una voglia pazzesca di trattenerlo lì, anche perché era ovvio che non volesse andarsene neanche lui.
Lei gli passò una mano tra i capelli mentre l'uomo aveva nuovamente avvicinato l'orecchio come se potesse veramente percepire una risposta alla sua raccomandazione.
- Anche lui non è molto felice del succo alle verdure eh...- commentò molto addolcita.
Gaetano non rispose, si sporse per baciarla ancora una volta e poi con grande fatica si avviò verso la porta.
- Cerco di tornare il più presto possibile, mi raccomando a tutti e due! -
- Agli ordini commissario...- rispose la donna mentre lo vedeva andare via dopo averle dedicato un sorriso mozzafiato.
Gli occhi poi si spostarono su quella specie di colazione che sembrava più un banchetto di nozze, la guardò come se fissasse un avversario.
Livietta entrò in stanza andandosi a sedere sul letto e incrociando le braccia.
- Allora, da dove cominci?-
No, decisamente un'alleanza Gaetano-Livietta non se l'aspettava, sarebbero stati giorni complessi, eppure anche così una strana serenità la aveva invasa.

Non poteva ancora immaginare però che di lì a poco, quella stessa serenità, a causa della sua curiosità, sarebbe stata messa a dura prova.
 

Fine prima parte.

 

Lo so, lo so non è finita ma rendiamoci conto, doveva essere un epilogo che notoriamente è più corto di un capitolo normale, invece mi è uscito molto più lungo.
Ci sono cose che volevo scrivere, e quindi dopo questa parte un po' corale e un po' divertente, prometto la che seconda sarà molto più a due.
Almeno adesso abbiamo sistemato tutti gli altri.
Grazie ancora per tutto, spero veramente che mi facciate sapere che ne pensate perché io senza di voi non vado avanti, ma credo che si sappia.
Vi metto un pezzo del seguente?
No perché la sottoscritta riesce a ficcare angst anche in un epilogo...vai vai ve lo metto.


 

Tratto dalla seconda parte dell'epilogo: The box of memories

 

Aprendolo, la donna si accorse immediatamente che il suo contenuto era molto datato.
C'erano una marea di cianfrusaglie vecchissime, foto di Tommy quando era appena nato, foto di Nino dei tempi in cui Gaetano lo aveva ospitato a casa sua a Roma, foto che dovevano risalire al periodo di Praga, e poi c'era anche lei...
Una scatoletta di legno non molto grande chiusa a chiave e un biglietto, tenuto insieme alla scatoletta da un laccio.
La chiave Camilla non era riuscita a trovarla, e la sua coscienza aveva lottato con la curiosità per neanche cinque minuti prima che la donna prendesse il biglietto e lo aprisse per leggerne il contenuto.
Non sapeva che si sarebbe pentita amaramente per quella decisione impulsiva.

"Sei il il ricordo più dolce e quello più amaro. Dovunque io sarò, chiunque amerò dopo di te, qui dentro rimarrà un pezzo del mio cuore, una parte che nessun'altra potrà mai prendersi"

Le mani le tremavano.
Il biglietto era vecchio, ma non vecchissimo, la carta un po' ingiallita ma era sicura che dieci anni non fossero passati da quando era stato scritto.
E quindi quello voleva dire che in un certo momento del suo passato, dopo che loro due si erano già conosciuti, Gaetano aveva amato profondamente qualcun altro...

A prestissimo!!!
   
 
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