Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Blueorchid31    25/04/2016    11 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

#19 Jealousy turning Saints into the sea,

swimming through sick lullabies,

choking on your alibis.(1)







« E così è finita?! »

« Ino, non può finire qualcosa che non è mai iniziato. » replicò Sakura, schizzando come una saetta da una parte all'altra del piccolo studio.

« Ma ti ha detto grazie, ti ha toccato la fronte… io non riesco a spiegarmelo! » esclamò la Yamanaka, quasi più disperata della diretta interessata.

' Neanche io ' convenne Sakura, fingendo tuttavia di non aver percepito il chiaro dolore inferto dall'elenco dettagliato delle promesse non mantenute di Sasuke e dei suoi incomprensibili ringraziamenti.

« Cioè, pensavo che ormai fosse fatta! » sospirò Ino, che da quando aveva fatto irruzione in quella stanza aveva perpetuato a scuotere la testa tanto da indurre Sakura a temere che da un momento all'altro potesse staccarsi dal collo e rotolare sul pavimento.

' Ti sbagliavi, e anch'io ' e questa volta il dolore fu ancora più forte, dritto nello stomaco, come una coltellata.

« Fronte spaziosa, vuoi fermarti un secondo? Sembri una scheggia impazzita! » protestò, poi, la Yamanaka.

« Sto cercando dei documenti. Ho un appuntamento con l'Hokage, lo hai dimenticato? »

« Ti riferisci a questi? »

Ino sventolò davanti alla sua faccia una cartellina con su scritto '' Hokage '' a lettere cubitali che era stata per tutto il tempo in bella vista sulla scrivania: Sakura stava messa peggio di quanto pensasse.

« Ah! Finalmente! » esclamò Sakura, sollevata « Ma dove era finita? »

« È sempre stata sotto i tuoi occhi. » le rispose Ino, prima che lei gliela sottraesse dalle mani. « Pensi davvero che un mucchio di dati possano aiutarci ad ottenere quei fondi? » le chiese, subito dopo, in apprensione per le sorti della clinica e per la salute mentale della sua amica: se davvero la non-storia con Sasuke poteva dirsi finita, non ottenere quei fondi sarebbe stato il colpo di grazia.

« Non lo so. Ma tentare non nuoce. Mancano solo due giorni al Tanabata e Kakashi-sensei ha promesso che farà tutto il possibile per convincere il Consiglio. »

« Speriamo! » sospirò la Yamanaka, abbassando le spalle sconsolata.

« Già. » si accodò Sakura, sospirando allo stesso modo, mentre teneva stretta al petto la cartellina come per darsi coraggio.

« Haruno-sama? »

La voce dell'infermiera, dall'altra parte della porta, interruppe la conversazione.

« Sì, avanti. »

La donna entrò nella stanza e fece un breve inchino.

« C'è un ragazzo all'ingresso che chiede di lei. » le comunicò.

Sakura e Ino si scambiarono uno sguardo carico di stupore e ansia.

'' Di nuovo? ''

Ino si emozionò così tanto all'idea di avere avuto ragione per l'ennesima volta – perché sì, lei di storie d'amore ne capiva – da avere quasi la tentazione di accompagnarla a braccetto fino all'ingresso in modo che quell'idiota di un Uchiha si sentisse talmente umiliato da pensarci due volte la prossima volta – perché tanto ci sarebbe sempre stata una prossima volta, era fisiologico.

Sakura, come se avesse subdorato le intenzioni dell'amica, le lanciò con lo sguardo un chiaro monito e s'incamminò verso l'ingresso ripetendo dentro di sé come un mantra : '' Questa volta lo pesto. ''

Inutile dire che rimase abbastanza scioccata, per non dire delusa, nel constatare che appena fuori dalla porta principale della Clinica non ci fosse affatto Sasuke.




« Sapevo che ti avrei trovato qui. » esordì Naruto, appoggiato con le spalle al tronco di un albero a braccia incrociate – perché lui, furbo, il braccio posticcio se l'era fatto attaccare a differenza di qualcun altro che amava talmente tanto crogiolarsi nella sua disperazione da rifiutare categoricamente anche solo l'idea.

Quando Sakura in quei giorni aveva aperto l'argomento, lui l'aveva brutalmente richiuso, senza spiegarle nulla – come al solito, insomma. Quel moncherino era per lui una specie di monito a non commettere nuovamente gli stessi errori e l'idea di farsi impiantare il braccio, nella sua mente contorta, sarebbe stato come ripudiare il passato, cancellarlo, e lui, detto tra noi, non aveva alcuna intenzione di farlo. Sì, amava crogiolarsi nella sua disperazione, ci sguazzava come quei pescegatto che un tempo avevano vissuto in quel laghetto.

Vivere in quel modo gli risultava più semplice, ci era abituato dopotutto.

« Hai intenzione di rimetterla apposto? » gli domandò l'Uzumaki.

Sasuke, seduto all'ombra del grande albero posto al centro del giardino, di rimando chiuse gli occhi e si beò del profumo di quella che un tempo era stata la sua casa. Non aveva ancora deciso cosa farne. Essendo l'unico erede del Clan Uchiha, tutto quello che si era salvato dall'attacco di Pain era diventato suo. Kakashi, infatti, quando il Consiglio aveva presentato mozione per la confisca dei beni, si era opposto con decisione, sostenendo che spettasse a Sasuke, come unico erede in vita, di decidere cosa farne e che, in fondo, la ristrutturazione e la vendita di un quartiere disabitato da anni e in cui era stata compiuta una strage non sarebbe stato di molto aiuto per risanare le casse del Villaggio. Stranamente il Consiglio aveva concordato, malgrado Koharu e Homura, ritornati dall'esilio per palese insufficienza di prove, avessero insistito oltremodo, forse terrorizzati all'idea che Sasuke potesse realmente tornare al Villaggio e restaurare in qualche modo il suo Clan – quei due vecchi erano oltremodo ossessionati dagli Uchiha, forse ancor più di Danzo.

Kakashi glielo aveva comunicato durante il loro ultimo incontro, chiedendogli di prendere una decisione anche in merito a quello.

La casa dei suoi genitori era stato l'edificio che aveva subito meno danni, era pressoché integra e, quasi quasi, aveva provato una sorta di dispiacere nel constatarlo: se fosse andata distrutta lui non avrebbe battuto ciglio nel donare l'intero Quartiere al Villaggio. Ma non era stato così, si era salvata, e con essa tutti i ricordi che quelle mura avevano conservato in quegli anni. Sforzandosi un po' era in grado di rivedere sua madre stendere i panni sul filo teso in fondo al giardino, o Itachi seduto sul gradino dell'engawa, o suo padre a braccia conserte nel dojo... o i loro corpi trafitti e sanguinanti o gli occhi di suo fratello che spiccavano nell'oscurità.

Probabilmente la scelta più giusta sarebbe stata quella di liberarsene, una volta per tutte, di quella casa, della triste storia del suo Clan e di quei ricordi dolorosi, ma una parte di lui non riusciva a distaccarsene, rimaneva saldamente ancorata a quel passato.

Naruto si mosse verso di lui, andandosi a sedere al suo fianco: spalla a spalla.

« Di poche parole come al solito, eh? » osservò, ironico, chiudendo anche lui gli occhi e godendosi il canto delle cicale, nascoste tra le fronde del grande albero.

Rimasero così, in silenzio, per un po', non sentendo l'esigenza di aggiungere altro: dopotutto si erano sempre capiti con uno sguardo. Non era stato difficile per Naruto captare l'aura oscura che avvolgeva Sasuke, quel misto di paranoia e angoscia che lo aveva sempre contraddistinto, un marchio di fabbrica di cui l'amico non era ancora riuscito a liberarsi, proprio come non era riuscito a fare con il suo passato, e che per assurdo lo rendeva agli occhi delle ragazze assolutamente irresistibile. Vai a capire le donne!

« Non penso che accetterò la proposta di Kakashi. »

Sasuke ruppe il silenzio, pur sapendo che probabilmente Naruto si sarebbe incazzato e avrebbe dato di matto, illudendosi che dopo avergli confessato le sue intenzioni quel groppone che aveva all'altezza dello stomaco sparisse miracolosamente.

Non era stato così: la sua decisione non aveva nulla a che vedere con quella fastidiosa sensazione, doveva essere qualcos'altro.

« Non mi stupisce. Ho sempre pensato che fosse un'idea assurda. » replicò l'Uzumaki. Sasuke, ancora a occhi chiusi, riuscì a immaginare il sorriso di consapevolezza sul viso dell'amico e rifletté sul fatto che probabilmente fosse diventato troppo scontato persino per lui.

« Kakashi-sensei voleva farti capire di essere il benvenuto. » aggiunse, tentando di giustificare la stupidità della proposta fatta dal Sesto: come aveva potuto mai pensare che Sasuke accettasse di ricoprire il ruolo che un tempo era stato di suo padre?

Kakashi aveva spiegato a Naruto che, lì su due piedi, era stata la prima cosa che gli era venuta in mente per far capire a Sasuke che vi fosse ancora posto per lui al Villaggio e, in fin dei conti, aveva davvero la necessità di trovar qualcuno che si occupasse della Squadra di Polizia di Konoha che, dopo lo sterminio del Clan Uchiha, non era più stata ripristinata, dando sempre più potere agli Anbu.

« Questo lo avevo capito. » ci tenne a precisare Sasuke, evitando di aggiungere: '' Non sono un baka come te ''.

« Sei preoccupato per quello che può accadere, vero? » incalzò l'Uzumaki, stiracchiandosi lungo il tronco dell'albero allo stesso modo di un gatto – o di una volpe nel suo caso.

« Abbiamo sconfitto Kaguya, ma sai anche tu che là fuori, da qualche parte, c'è qualcosa di ancora più potente. » gli rispose, aprendo gli occhi e muovendo le pupille in direzione dell'amico.

« Mh. » concordò Naruto « Ma questo non significa che spetti a te scovarlo. » aggiunse e incrociò il suo sguardo.

« Sono l'unico in grado di farlo. »

« Sì, ma non è detto che tu debba farlo da solo. » obiettò l'Uzumaki che era cosciente del fatto che Sasuke, possedendo il rinnegan, fosse l'unico in grado di seguire le tracce di Kaguya, tuttavia non aveva mai condiviso che quell'onere gravasse solo sulle spalle, costringendolo a stare lontano da lui, da Sakura, da tutte le persone che gli volevano bene.

« Tu devi stare qui. Devi proteggere il Villaggio. » gli ricordò « E poi hai una famiglia, da quel che so stai anche progettando di avere un figlio… » aggiunse e trattenne a stento un sorriso nel vedere il viso dell'amico diventare improvvisamente rosso.

« Questo potrebbe essere anche il tuo posto, se solo tu non fossi così cocciuto, Teme! »

« Non voglio mettere in pericolo nessuno e sai bene anche tu che, prima o poi, se io rimanessi qui potrebbe accadere. » ringhiò l'Uchiha, seccato.

« Tu non sei Itachi. »

E l'affermazione di Naruto, se possibile, lo infastidì ancora di più.

« Capisco che ti senta responsabile dell'eredità che ti ha lasciato, ma non sarai mai come lui. » continuò l'Uzumaki, cosciente di aver toccato un tasto dolente, ma necessario per far comprendere a Sasuke che stesse sbagliando – di nuovo. « Per quanto continui a negarlo, l'idea di rimanere a Konoha non ti dispiace affatto. E stai usando Itachi come alibi per giustificare la tua ennesima fuga. » concluse, poi, incrociando le mani dietro la nuca, soddisfatto.

« Non devi fare la spesa per tua moglie? » gli chiese, l'Uchiha, contrariato e intenzionato a cambiare argomento.

'' Alibi? Tsk! ''

« No, oggi no. » replicò l'Uzumaki, divertito: Sasuke voleva liberarsi di lui, ne era certo.

« Nessuna missione? » incalzò l'altro, celando la sua irrequietezza dietro una perfetta maschera di indifferenza.

« No. Sono appena tornato da Sunagakure e prima che l'Hokage mi assegni un'altra noiosissima missione diplomatica passeranno diversi giorni. »

Sasuke capì di essere in trappola e si portò una mano alla fronte: poteva dirsi spacciato; conoscendo Naruto gli sarebbe rimasto alle calcagna ventiquattro ore su ventiquattro.

« Comunque… » Naruto si alzò in piedi e fece qualche passo « È bello sapere che ti preoccupi per il Villaggio. » dichiarò, serio, volgendo appena il viso sopra la spalla « Ma non trovo giusto che tu debba sacrificarti. »

Sasuke aveva promesso a se stesso di seguire il credo ninja di suo fratello, di proteggere il Villaggio della Foglia da ogni sorta di pericolo a qualsiasi costo. Come Itachi aveva capito il vero significato delle parole Shinobi, Villaggio e Clan ed era intenzionato ancora a cambiare il mondo, ma non da protagonista, bensì rimanendo nell'ombra. Un bel cambiamento per uno come lui che, da sempre, aveva avuto una certa attitudine ad essere egocentrico e megalomane.

In quel viaggio aveva fatto un bagno di umiltà, aveva capito i suoi sbagli, e aveva scelto la sua strada e per quanto Naruto, da un certo punto di vista, non avesse poi tanto sbagliato nell'affermare che si trattasse di un alibi, rifiutava di vedere, tuttavia, la realtà dei fatti spinto da un genuino affetto verso di lui e dal suo inguaribile ottimismo.

« Se qualcuno venisse a cercarti per ucciderti o per appropriarsi del rinnegan, pensi davvero che io, Sakura-chan, e tutti gli altri, rimarremmo con le mani in mano? »

Sasuke tacque per evitare di confermargli che fosse proprio quella la sua preoccupazione maggiore.

La prima volta che aveva abbandonato il Villaggio, i suoi compagni avevano corso molti rischi contro il quartetto del suono, e ancora, quando Sakura e Naruto avevano fatto irruzione nel covo di Orochimaru erano stati costretti ad affrontare il sennin in persona e Kabuto prima che Sai riuscisse a infiltrarsi all'interno del nascondiglio; tutti avevano già corso troppi pericoli a causa sua e non desiderava affatto che questo accadesse ancora.

« Dai, andiamo a mangiare. Offro io. » concluse l'Uzumaki, porgendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.



●♦●



« S-scusa. Credo di non aver capito. » balbettò Sakura, sbattendo ripetutamente le palpebre degli occhi.

« T-ti ho c-chiesto se vuoi uscire con me. » ripeté il ragazzo, grattandosi la nuca per l'imbarazzo: non aveva previsto di doverglielo chiedere più di una volta e la prima era già stata abbastanza sofferta.

« Oh. » e la bocca di Sakura dopo aver pronunciato quell'esclamazione rimase spalancata a mo' di ovale per diversi secondi: aveva capito bene, quindi.

« Dopo che ci siamo visti, siccome non avevi risposto alla mia domanda, mi sono informato un po' in giro. » le spiegò Morio « Ah! Dimenticavo! » sbottò, subito dopo, rivelando un mazzetto di fiori che fino a quel momento aveva tenuto nascosto dietro la schiena.

Sakura rimase impalata a guardarlo, incapace di muovere le mani per afferrarlo. Alzò appena gli occhi verso il viso del ragazzo che stava lì, in attesa, con il braccio proteso verso di lei, imbarazzato e nervoso, e si sentì in colpa, proprio come quel giorno nella tenda dell'accampamento medico.

« Meglio di una lettera, non credi? » ironizzò il ragazzo per stemperare la tensione, strappandole un timido sorriso.



●♦●



« Il chiosco di Ichiraku non è dall'altra parte? » domandò Sasuke a Naruto « Non pensavo che mangiassi anche altro. » sbuffò ironico.

« Infatti stiamo andando in Clinica da Sakura-chan. » dichiarò l'Uzumaki.

Sasuke, di rimando, aggrottò la fronte e girò il viso da un lato, mantenendo lo sguardo basso.

Naruto sbirciò la sua reazione con la coda dell'occhio e ghignò divertito: Sasuke era sempre stato tendenzialmente paranoico e depressoide ma quella mattina, il solo fatto che si fosse spinto fino al Quartiere Uchiha aveva insinuato nella mente dell'amico il dubbio che fosse di nuovo sull'orlo del baratro – cosa che di solito avveniva dopo il compimento di qualche cazzata epica.

Data la sua reazione, per l'Uzumaki non fu difficile associare mentalmente la parola ''cazzata'' a ''Sakura'', conscio anche delle difficoltà a livello relazionale che quei due avevano avuto da sempre. Di sicuro doveva essere accaduto qualcosa, qualcosa di sgradevole, e probabilmente sarebbe toccato a lui, come sempre, far rinsavire l'amico.

Naruto non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che Sasuke fosse così bravo a incasinarsi la vita: era palese che il teme tenesse a Sakura e, dato che quest'ultima non aveva mai fatto segreto dei suoi sentimenti per lui, era impensabile che ancora perdessero il loro tempo tra fraintendimenti, ripensamenti, e…

« Ma chi è quello? » esclamò Naruto, attirando l'attenzione dell'Uchiha su un tizio con in mano un mazzo di fiori e su Sakura che proprio in quel momento si era decisa ad afferrarli.



●♦●




« Ti ringrazio. » mormorò Sakura, ignara che i suoi due ex compagni di Team – e soprattutto uno dei suoi ex compagni di Team, quello più incazzereccio e con una vocazione innata per la vendetta – fossero alle sue spalle e stessero assistendo alla scena.

« La proprietaria del negozio di fiori mi ha detto che le peonie sarebbero state di buon auspicio. » le spiegò Morio « È stata lei a dirmi che non eri ancora impegnata con nessuno. » le confessò subito dopo e Sakura non si stupì più di tanto del fatto che la signora Yamanaka avesse avuto una simile premura – dopotutto Ino doveva aver preso da qualcuno.

« Io non so cosa dire. » ammise Sakura e abbassò il capo per nascondere l'inevitabile tristezza che aveva velato i suoi occhi. No, non aveva proprio la più pallida idea di cosa rispondergli: da un lato sarebbe stato giusto, normale, accettare il suo invito; dall'altro continuava a vedere la sua vita solo ed esclusivamente insieme a Sasuke.

Non era la prima volta che riceveva una proposta del genere, ma era accaduto nel periodo in cui Sasuke era lontano dal Villaggio e lei viveva ancora nell'illusione che, una volta tornato, le cose tra loro avrebbero preso una piega diversa, e quindi non le era stato difficile rifiutare.

Sasuke adesso era lì, ma il loro rapporto al posto di migliorare era, se possibile, addirittura peggiorato: lui l'aveva rifiutata di nuovo e lei non riusciva a capirne il motivo. In cosa aveva sbagliato questa volta?

Forse aveva forzato i tempi, forse lui ci aveva ripensato… non aveva fatto altro che elaborare ipotesi su ipotesi senza arrivare a una conclusione e francamente era stanca, stufa, non ne poteva più di aspettarlo.

« Ma credo che… » tentò di continuare, con un filo di voce, decisa a dare una svolta decisiva a quella situazione, a mandare al diavolo quell'insensibile e a dare una possibilità a quel ragazzo che, ok, non era bello come Sasuke, non era potente come Sasuke, non era lontanamente paragonabile a Sasuke in niente, ma sembrava dolce, disponibile, in una parola… normale.

« Sakura – chan? »

E il suo tentativo morì clamorosamente appena la voce di Naruto arrivò alle sue orecchie, troppo vicina per nutrire il minimo dubbio di averla solo immaginata.

Sakura si voltò lentamente e nel mentre pregò tutti i Kami che quantomeno Naruto fosse da solo.

No, non lo era affatto e il suo compagno, tra l'altro, aveva un'espressione in viso più indecifrabile del solito: era irritato? Felice? Sollevato? Arrabbiato? Deluso? Geloso?

Felice e sollevato: probabile.

Irritato: nulla di nuovo, Sasuke era perennemente irritato.

Arrabbiato, deluso: qualche tacca sotto il probabile e sopra l'impossibile; dopotutto lei aveva dichiarato più volte il suo amore incondizionato e quella scena poteva suggerire un improvviso cambio di rotta, motivatissimo, ma assolutamente incoerente.

Geloso: Ma per favore! In una scala da uno a dieci dove il dieci era il probabile – perché comunque con Sasuke una certezza non c'era mai – e uno l'impossibile, l'eventualità che lui fosse geloso si collocava a meno cento.

« Chi. È. Questo? » scandì Naruto, con un tono stranamente piatto, quasi minaccioso.

« Unamico » borbottò Sakura tutto d'un fiato, a voce bassa, testa bassa, morale basso e autostima ancora più bassa.

« È un ninja di Iwa. » intervenne inaspettatamente Sasuke, senza imprimere nel tono di voce alcun tipo di inflessione che potesse aiutare a comprenderne lo stato d'animo, per nulla sorpreso dello scarso spirito d'osservazione dell'amico: sarebbe bastata un'occhiata al coprifronte o al colore amaranto dei vestiti del ragazzo per identificarne la provenienza.

« Iwa, eh? » riflettè Naruto ad alta voce « Lo Tsuchikage è davvero un simpatico nonnetto! » aggiunse poi, incurante che quella sua affermazione potesse essere poco gradita dal ninja di Iwa: se un tizio appena conosciuto avesse definito Kakashi- sensei un '' tipo strambo '' lui come l'avrebbe presa?

Morio, infatti, si adombrò, animato dal senso di appartenenza al suo Villaggio e dalla stima verso il '' simpatico vecchietto ''.

« Comunque io sono Naruto. Naruto Uzumaki. »

L'atteggiamento di Morio cambiò radicalmente.

« Oh! È davvero un immenso onore per me conoscerti. » esclamò entusiasta « Sakura, non sapevo che anche lui fosse un tuo amico. » aggiunse, stringendo con eccitazione la mano dell'Uzumaki – cosa che aveva provato a fare anche con Sasuke, ma con scarsi risultati.

Sakura nicchiò e si chiuse ancora di più nelle spalle. Sasuke si godette la scena, ghignando divertito: quel tizio era proprio uno sfigato.

« Così mi metti in imbarazzo! » replicò Naruto, con falsa modestia.

« Io sono Morio e come ha detto Sasuke-san sono un ninja di Iwagakure » si presentò il ragazzo e Sasuke non potè non provare un briciolo di soddisfazione nel constatare che almeno a livello formale il ninja di Iwa gli avesse portato rispetto – che poi ci stesse provando con Sakura… beh, quella era un'altra faccenda. « Ho combattuto anch'io durante la guerra. » si affrettò ad aggiungere quello con un pizzico di orgoglio.

« Mi dispiace, ma io non ti ho visto. » dichiarò l'altro, con placida ingenuità, smontandolo su tutta la linea.

Sasuke si irrigidì per trattenere una spontanea risata e Sakura arricciò il naso, affondando ancora un po' di più il capo tra le scapole, quasi fino a farlo sparire.

« Comunque Sakura non mi ha mai parlato di te. Da quando siete amici? » infierì l'Uzumaki, impersonando il ruolo del fidanzato geloso visto che qualcun altro – un teme a caso – sembrava essere intenzionato a rimanere lì a fare scena muta forse perché non aveva ancora ben compreso cosa stesse accadendo poco prima del loro arrivo – non aveva esperienza il pivello – o semplicemente perché era troppo orgoglioso per ammettere che fosse infastidito quanto lui, se non più di lui, dalla presenza di quel tizio – e poi era lui il baka.

Il teme in questione trovò la domanda molto pertinente, considerando il fatto che fosse stato Naruto a pronunciarla, benché già conoscesse la risposta essendo già a conoscenza degli scabrosi trascorsi di quei due.

« Dai tempi della guerra. » rispose Sakura, la cui testa era improvvisamente riemersa dalle spalle, scossa dalla necessità di porre fine a quella conversazione prima che sfociasse in qualcosa che non sarebbe stata in grado di gestire – o almeno non davanti a Sasuke. « Ma cosa ci fate qui? » chiese subito dopo, sforzandosi di apparire il più naturale possibile.

« Eravamo passati a prenderti perché volevamo pranzare insieme a te » le spiegò Naruto, infischiandosene di aver parlato al plurale: la decisione era stata presa da lui, ma Sasuke non si era mica opposto. « Ma se sei occupata… » aggiunse con una punta di malizia nella voce.

« Io stavo andando via. » intervenne il ninja di Iwa, intuendo di essere di troppo « Devo raggiungere i miei compagni. »

E Sakura pensò che lassù, nell'empireo dei Kami, qualcuno si fosse finalmente ricordato di lei.

« L'ambasciatore dello Tsuchikage ha intenzione di rimanere fino al Tanabata » continuò Morio, lasciando finalmente la mano di Naruto per concentrare la sua attenzione di nuovo su Sakura « Mi farebbe piacere che tu pensassi a quello che ti ho detto. » concluse prima di scappare via.

Sakura rimase a guardare per un po' il punto in cui il ragazzo era uscito dal suo campo visivo, tentando nel contempo di vagliare tutte le possibili risposte da dare alle inevitabili domande che Naruto le avrebbe posto – solo Naruto, come sempre.

« A cosa dovresti pensare con precisione? »

Per l'appunto.

« Nulla che ti riguardi. » gli rispose, voltando il viso da un lato con stizza, decisa a mantenere un briciolo di dignità « Andiamo da Ichiraku quindi? » domandò subito dopo e senza attendere la risposta degli altri due s'incamminò in direzione del chiosco.


Mangiarono in silenzio sotto lo sguardo perplesso di Ayame e Teuchi che, a memoria, non riuscivano a ricordare una volta in cui quei tre, o almeno due di quei tre, erano stati così tranquilli. A dire il vero sembravano quasi affranti.

« Non mi hai ancora detto che cosa voleva quel ninja. » sbottò improvvisamente Naruto una volta terminata la sua scodella di ramen.

« Ti ripeto che non sono affari tuoi. » replicò Sakura, con un tono di voce stanco, afflitto.

« Dai, Sakura-chan! »

« Lasciala in pace. » intervenne Sasuke che francamente ne aveva le scatole piene di quella storia e dei tentativi di Naruto di estorcere informazioni che, in vero, lui preferiva rimanessero taciute.

Naruto si voltò verso l'amico che con delicatezza stava riponendo le sue bacchette sulla scodella deciso a controbattere, ma un '' Grazie, Sasuke. '' appena sussurrato da Sakura lo fece desistere. Realizzò che forse per questa volta il suo intervento non sarebbe stato di molto aiuto e decise di farsi da parte.

« Torno a casa da mia moglie. » li informò e dopo aver lasciato i soldi sul bancone e aver salutato Ayame e Teuchi, sempre più sconvolti, uscì dal chiosco.

Sasuke e Sakura rimasero ancora un po' seduti al bancone in assoluto silenzio.

« Devo tornare in Clinica. » mormorò la ragazza, quasi con timore.

Sasuke si limitò ad annuire con il capo non sapendo proprio cosa dirle: per coerenza avrebbe dovuto provare una sensazione di sollievo nel vederla con un altro e non fastidio; non si era convinto, dopotutto, che fosse meglio tenerla lontana da lui?

Tutti quegli ineccepibili ragionamenti che lo avevano condotto a prendere la decisione di mandare di nuovo in frantumi le sue aspettative adesso non sembravano più così sensati.

Era geloso – marcio – ma era troppo difficile da ammettere, sconveniente. Ammetterlo avrebbe significato un cambio di rotta radicale destinato a rendere vano il suo intento di proteggerla.

Udì lo stridere delle gambe dello sgabello sul pavimento di legno e si voltò verso di lei che, con un repentino movimento, si era mossa intanto verso l'uscita.

Aveva salutato in fretta i proprietari ed era poi sparita dietro le tendine color avorio.

Era rimasto solo, davanti a una scodella di ramen vuota.

« Desideri qualcos'altro, Sasuke-san? » gli domandò Ayame con gentilezza.

Sasuke alzò gli occhi e incontrò quelli della ragazza ed ebbe come l'impressione di leggervi all'interno tenerezza e comprensione: probabilmente Ayame, da donna, aveva intuito qualcosa, o forse aveva capito tutto a differenza sua che ancora stava lì a lambiccarsi il cervello.

Scosse il capo e, dopo aver controllato che Naruto avesse lasciato abbastanza soldi per pagare il pranzo, si alzò dallo sgabello. Fece un cenno con la mano ai proprietari e uscì in strada, ritrovandosi di fronte a un ennesimo bivio: il desiderio di parlare con lei era pari solo al terrore di farlo per davvero.

Cosa avrebbe dovuto dirle? Come avrebbe potuto iniziare il discorso? Con che diritto poi?

Prese la decisione, a suo dire, più sensata: tornò a casa.




Rimase per tutta la restante parte del giorno sul letto, cercando di distogliere la sua mente da quanto era accaduto. Aveva appuntato su alcuni rotoli le informazioni che aveva reperito su Kaguya e aveva preso a leggerli, senza riuscire, tuttavia, a concentrarsi più di tanto. Dopo l'ennesimo calo di attenzione aveva scaraventato il rotolo che teneva tra le mani lontano dal letto e aveva posato il braccio sulla fronte che sembrava sul punto di voler scoppiare.

Si alzò e si diresse in bagno, sperando che una doccia riuscisse a farlo rilassare. Naruto non si era più visto e quasi sentiva la sua mancanza: una delle sue stupide constatazioni sull'ineluttabilità del fato forse sarebbe riuscita a farlo sentire un po' meglio. Forse era davvero destino che lui e Sakura finissero con lo stare insieme.

Era tornato anche per questo, per mantenere la promessa che le aveva fatto, ma a quel tempo non era ancora a conoscenza di quanto si nascondesse dietro Kaguya, aveva solo un sospetto, mentre adesso seppure le informazioni in suo possesso non fossero molte, aveva la certezza che quel pericolo fosse reale.

Anche se avesse ceduto alla tentazione di ricambiare i suoi sentimenti in toto che futuro avrebbe potuto assicurarle? Nella migliore delle ipotesi l'avrebbe trascinata in una relazione anomala, molto diversa da quella che avevano Naruto e Hinata, che a lei sicuramente non sarebbe bastata.

Più continuava a pensarci, più l'idea di lasciarla andare sembrava essere la più giusta.

Eppure neanche l'acqua fresca della doccia era riuscita a lavare via l'irrequietezza che aveva addosso, quel senso di fastidio che continuava a tormentarlo dall'ora di pranzo.

Sentì il campanello della porta suonare, ma non si affrettò ad andare ad aprire, arcisicuro che si trattasse di Naruto. Si frizionò i capelli con un asciugamano e con molta calma ritornò in camera da letto per indossare dei vestiti puliti, più normali rispetto alla sua tenuta da vagabondo che per quanto comoda non era adatta per gironzolare all'interno del Villaggio senza attirare l'attenzione di ogni passante.

Con l'asciugamano ancorato al collo, si diresse verso la porta a passo lento.

Socchiuse leggermente le labbra, stupito nel ritovarsi di fronte proprio l'unica persona che in quel momento non aveva alcun desiderio di vedere – e per una volta non si trattava di Naruto.

« Ciao, Sasuke-kun. » esordì Sakura in un soffio. « Stavo quasi andando via, pensavo non fossi in casa. » aggiunse mentre il suo sguardo veniva rapito da una impudente gocciolina d'acqua che scivolava giù da un ciuffo di capelli di Sasuke e percorreva la mascella, poi il collo, sparendo infine nell'orlo della maglietta.

« Cosa ci fai qui a quest'ora? » le domandò Sasuke, afferrando con la mano destra l'asciugamo per tamponare la scia della suddetta gocciolina d'acqua ed evitare che altre seguissero la medesima strada, provocandogli ancora quel brivido sulla pelle.

« Volevo parlare un po' con te. Posso entrare? »

Sasuke la fissò per un lungo, interminabile, istante, indeciso su cosa fare e alla fine abbassò il capo in un cenno di assenso, facendosi da parte in modo che lei potesse entrare.

Le fece strada, in assoluto silenzio, e una volta giunti nel piccolo salottino le indicò con la mano il divano, invitandola a sedersi.

« Grazie, ma preferisco rimanere in piedi. » mormorò lei, consapevole che, nervosa com'era, se si fosse seduta dopo neanche un minuto si sarebbe ritrovata di nuovo in piedi.

Sasuke le lanciò un altro sguardo enigmatico e si accomodò al posto suo, creando una necessaria distanza da lei.

« Io volevo spiegarti quello che è successo oggi. » eruppe Sakura, con un tono di voce incerto e lo sguardo fisso sul pavimento.

« Non è necessario. » replicò lui con freddezza.

« Forse non lo è per te, ma per me sì. » obbiettò la ragazza, stringendo i pugni.

Sasuke aggrottò la fronte, indispettito dalla sua arroganza: lui non le aveva chiesto nessuna spiegazione, non era neanche obbligato ad ascoltarla, e giustappunto, non aveva alcuna intenzione di farlo, né per amicizia, né per cortesia; preferiva non sapere, evitare il discorso, far finta che non fosse accaduto nulla… possibile che Sakura non riuscisse a capirlo?

« Io non so più cosa fare. » continuò lei, abbassando il tono della voce fino a farlo diventare impercettibile.

« Non penso di essere la persona migliore a cui chiedere consigli per risolvere i tuoi problemi. » affermò Sasuke, sarcastico.

« Questo è vero. » convenne Sakura « Dopotutto sei tu il mio problema. »

L'Uchiha serrò la mascella e chiuse gli occhi nel tentativo di metabolizzare quelle ultime parole: era cosciente di essere un problema per lei, ma sentirselo dire era stato scioccante.

« Ciò che è chiaro per te a me risulta impossibile da comprendere. » riprese la ragazza, avvicinandosi un po' a lui « Quindi, te lo chiederò per l'ultima volta, dopo prometto che ti lascerò in pace… »

Lasciarlo in pace… Davvero Sakura credeva che per lui fosse un fastidio?

Ma certo! Non era stato lui, dopotutto, a creare questa situazione con le sue inconsistenti spiegazioni e il suo atteggiamento criptico?

Si irrigidì, comprendendo che fosse ormai giunto il momento di fare la sua scelta. Avrebbe potuto mentire dicendole con risolutezza di non provare nulla per lei: avrebbero sofferto entrambi, ma alla fine lei se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe ricominciato la sua vita con qualcun altro con il quale, quantomeno, avrebbe vissuto una vita serena, al sicuro da ogni pericolo perché ci sarebbe stato sempre lui a vegliare su di lei; oppure vuotare il sacco, spiegarle il vero motivo per il quale aveva deciso di rinunciare a lei e sperare che comprendesse.

« Non penso sia necessario. »

Riaprì gli occhi e li incatenò ai suoi che spalancati e lucidi, sembravano supplicarlo di non deluderla ancora « Te l'ho già detto: è tutto dannatamente chiaro, ma è sbagliato. » sibilò a denti stretti, tentando di tenere a bada la rabbia.



« Gli Uchiha sono gli unici a considerare amore e amicizia sopra ogni cosa…

così tanto da dover necessariamente sigillare questi sentimenti

dentro se stessi.

Quando un Uchiha viene a conoscenza dei propri sentimenti

è come se l'oceano di scatenasse. » (2)



Sasuke, durante il suo viaggio, aveva avuto modo di riflettere sulle parole di Tobirama Senju e di comprenderle appieno: l'amicizia e l'amore non lo avevano indebolito, al contrario lo avevano reso più potente, completo. Qualcosa dentro di lui era mutato, quell'oceano di sentimenti che aveva tentato di rifuggire da sempre si era scatenato e riusciva a stento a controllarlo. Amava Sakura, considerava Naruto un fratello e il Villaggio la sua casa, aveva di nuovo qualcosa da proteggere e... da perdere.



« Quando un Uchiha che ha conosciuto l'amore lo perde,

questi sentimenti si trasformano in un odio incontrollabile,

che lo consuma… » (2)



Era già accaduto in passato e non poteva permettere che accadesse ancora, soprattutto a causa sua. Itachi si era sacrificato per lui e per il Villaggio e lui aveva intenzione di fare lo stesso per proteggere le persone a cui teneva. Se qualcuno avesse torto loro anche solo un capello per colpa sua, non sarebbe riuscito a darsi pace, sarebbe impazzito ed era stata questa consapevolezza a portarlo a decidere di vivere lontano dal Villaggio e da loro, convinto che in questo modo sarebbe riuscito a proteggerli.


« Cosa c'è di così sbagliato? » sbottò Sakura, con esasperazione « È forse sbagliato aprire il proprio cuore e lasciare che qualcun altro se ne prenda cura, lo protegga? »

« È proprio questo il problema: io non so se sono in grado di proteggerti, vuoi capirlo? » e questa volta la rabbia venne fuori e il pugno chiuso di Sasuke si abbattè sul bracciolo del divano. « Non così almeno, non come vorresti tu. » aggiunse in un sussurro contrito.

Sul piccolo salotto scese un pesante silenzio, rotto solo dal battito concitato dei loro cuori, che pur essendo affannati, stanchi, per la moltitudine di ostacoli che fino a quel momento avevano dovuto affrontare, continuavano a battere nel loro petto, colmi d'amore e di paura.

« È questo che ti affligge? Pensi davvero che io starei meglio senza di te? » gli chiese Sakura, chiudendo gli occhi e prendendo a scuotere il capo con un sorrisetto divertito « Baka! » esclamò subito dopo, coprendo in fretta la distanza che li separava.

Si inginocchiò tra le sue gambe e Sasuke d'istinto premette le spalle contro lo schienale del divano, tentando di allontanarsi da lei che, adesso, era vicina, troppo vicina, pericolosamente vicina.

« Hai visto tu stessa quello che può accadere. Come Kido, molti altri potrebbero prenderti di mira per arrivare a me. » tentò di spiegarle, per farla ragionare, per farle capire il suo punto di vista e farla desistere da qualsiasi cosa le stesse passando per la mente in quel momento mentre lo guardava con quegli occhi saturi di dolcezza, comprensione e… di amore.

« E io li affronterò… ma con te al mio fianco. »

Ecco, lo sapeva che non avrebbe capito, che se ne sarebbe uscita con una frase del genere. Perché non le aveva mentito, perché non le aveva semplicemente detto che non l'amava? Avrebbe risolto il problema alla base e non le avrebbe consentito di avvicinarsi così tanto a lui da spingerlo a desiderare che ci potesse essere un fondo di verità nelle sue parole, che davvero potessero farcela... insieme.

« Sei sempre la solita ottimista. » sbuffò, contrariato, affondando ancora un po' nello schienale del divano perché lei intanto si era alzata di qualche millimetro, si era avvicinata ancora, e aveva appoggiato con sicurezza le mani sulle sue ginocchia, procurandogli un brivido.

« E tu il solito pessimista. » gli rispose lei a tono, sorridendo divertita.

« Non voglio che tu corra rischi a causa mia. » incalzò Sasuke in un ultimo, disperato, tentativo.

Sakura scoppiò a ridere, gettando la testa all'indietro e lui pensò per un attimo che fosse impazzita: ma lo stava ascoltando? Si rendeva conto di quanto gli stesse costando dire quelle cose?

« Avresti dovuto pensarci molti anni fa. » lo canzonò lei, continuando a ridacchiare « In passato ho rischiato svariate volte di morire a causa tua e… un paio di volte anche per mano tua.» puntualizzò, assottigliando lo sguardo con fare ironico « Ho più paura di un futuro senza di te che con te. » concluse, stringendo appena la presa sulle sue ginocchia.

« È totalmente inutile che io insista, vero? »

Sasuke abbassò le spalle e gettò in avanti alla testa, in un chiaro segno di resa incondizionata dinanzi a cotanta testardaggine, abbassando così la guardia e consentendo a Sakura di rispondergli in un modo che non si sarebbe mai aspettato.

Sentì improvvisamante le mani di lei premere con più forza sulle sue ginocchia e quando fu in grado di razionalizzare ciò che stava per accadere era ormai troppo tardi per fare qualcosa: le labbra di Sakura si erano posate con delicatezza sulle sue.

Il primo bacio.


●♦●




Angolo Autrice


Salve carissimi lettori.

Ci ho messo un po' più del previsto per terminare questo capitolo. Mi sono bloccata svariate volte sui dialoghi, soprattutto gli ultimi. Come sempre Sasuke mi ha messa in difficoltà. - _ - ( Lo amo da morire, ma ogni volta che devo farlo parlare è un travaglio!) Ho scritto e riscritto le sue parole svariate volte e ancora adesso ho dei dubbi, ma Amen! Mi rimetto al vostro giudizio.

Siamo arrivati, aggiungerei '' finalmente '', alla svolta tanto attesa. Adesso arriva il bello! :-)

Il titolo di questo capitolo(1) è tratto dal testo di Mr Brightside dei The Killers che, fu d'ispirazione, a suo tempo, per la storia. Durante i precedenti capitoli ho spesso catalogato Sasuke come Mr. Complicato, Mr. Indifferenza, etc. il mio intento sarebbe quello di spiegare come il nostro Uchiha si sia evoluto fino a diventare Mr Brightside ( ovvero Mr. Ottimismo), ergo il percorso sarà lungo e tortuoso.

Le parti in corsivo verso la fine del capitolo (2) sono tratte dal 619 del Manga.

Spero di avere modo di aggiornare presto e che il capitolo vi sia piaciuto.

Come sempre vi ringrazio per le tante recensioni ( risponderò in serata perché ho un'intera lavatrice da stendere e un mucchio di panni che aspettano di essere stirati) e per il vostro affetto.

Un bacione


Blueorchid31



























   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Blueorchid31