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Autore: JeytonSawyer    26/04/2016    0 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO:
Essere la migliore amica di Lily Luna Potter non è mai stata una cosa facile. Diciamo pure che a volte è una cosa impossibile. Lunatica, prepotente a tratti, esuberante fin troppo. Essere la sua migliore amica è un lavoro a tempo pieno, con reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro e con gli straordinari, il tutto gratis. E non è facile anche perché la suddetta ha una madre meravigliosa, che però sembra non capire che anche tu hai la tua famiglia, e ti ci trovi pure bene, quindi si sente in dovere di trattenerti a cena e a dormire praticamente ogni volta che capiti a casa loro anche solo per un saluto. E non è facile anche essere sempre oggetto di taglienti battutine sulla tua indicibile goffaggine da parte del fratello di mezzo Albus Severus Potter, che sembra essere l’incarnazione della gentilezza con tutti tranne che con te. Ma soprattutto, più di tutto, essere la migliore amica di Lily è un inferno quando dal primo momento che l’hai visto hai una cotta spaventosa, paurosa, astronomica per suo fratello James Sirius.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Crazy Little Thing Called Love


Essere la migliore amica di Lily Luna Potter non è mai stata una cosa facile. Diciamo pure che a volte è una cosa impossibile. Lunatica, prepotente a tratti, esuberante fin troppo. Essere la sua migliore amica è un lavoro a tempo pieno, con reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro e con gli straordinari, il tutto gratis. E non è facile anche perché la suddetta ha una madre meravigliosa, che però sembra non capire che anche tu hai la tua famiglia, e ti ci trovi pure bene, quindi si sente in dovere di trattenerti a cena e a dormire praticamente ogni volta che capiti a casa loro anche solo per un saluto. E non è facile anche essere sempre oggetto di taglienti battutine sulla tua indicibile goffaggine da parte del fratello di mezzo Albus Severus Potter, che sembra essere l’incarnazione della gentilezza con tutti tranne che con te. Ma soprattutto, più di tutto, essere la migliore amica di Lily è un inferno quando dal primo momento che l’hai visto hai una cotta spaventosa, paurosa, astronomica per suo fratello James Sirius.

Nonostante tutte queste difficoltà, in qualche modo Serena ce l’aveva fatta. Con una pazienza notevole, una buona dose di raziocinio e qualche sorso di Whiskey Incendiario scroccato sottobanco da Roxanne Weasley, Serena Anne Fenmore aveva raggiunto il cuore di Lily ed erano divenute inseparabili. La loro amicizia era nata per caso, sul treno per Hogwarts, al primo anno. Lily era circondata dalla tribù di cugini e parenti che da soli riempivano metà del binario nove e tre quarti, mentre la famiglia Fenmore, madre, padre e Serena, nata babbana, si guardava intorno un po’ intontita dal frastuono dei ragazzi, dei bauli spostasti e delle civette gracchianti.

Ginny Potter si era accorta con la coda dell’occhio che i tre non avevano la più pallida idea di cosa fare, e aveva dato di gomito al marito, -Guarda… Hanno la stessa espressioni che avevi tu quando mia madre ti ha visto in cerca del binario al tuo primo anno.-
E così, i Potter avevano amichevolmente avvicinato la coppia, fatto una breve ma cordiale presentazione, e avevano spiegato che il treno sarebbe partito di lì a poco. –Anche la nostra Lily è al primo anno!- aveva aggiunto Harry, voltandosi a chiamare la figlia, che si era allontanata per salutare suo cugino Hugo.

Lily era arrivata come un tornado, sprizzando allegria e capelli rossi, -Ciao Serena!- l’aveva salutata, mentre Serena tendeva una mano che strinse con vigore. –Vieni con noi, ti faccio conoscere i miei fratelli.-

Così Serena era stata trascinata via un po’ incredula dalla rapidità con cui quella bambina l’aveva presa in simpatia. Serena non era esattamente estroversa, aveva sempre fatto fatica a fare amicizia con gli altri bambini. Lily non si era fatta pregare, invece.L’aveva presa per mano e l’aveva portata verso un gruppetto di ragazzi un poco più grandi. Mentre si avvicinavano, però, Serena era inciampata sui suoi stessi piedi mentre tentava di evitare un carello ed era scivolata malamente sul pavimento.

Era stato allora che era comparsa una mano tesa, per aiutarla a rialzarsi, mentre Lily, spaventata, le chiedeva se stesse bene. Serena aveva alzato gli occhi color nocciola, nel tentativo di riprendere un contegno ormai perso del tutto, e lo aveva visto. James Sirius Potter, quarto anno, capelli neri, scompigliati come se ci fosse stato un forte vento, occhi color verde oliva e un sorriso affabile, con una piccola fossetta che non preannunciava nulla di buono. E infatti, da quel momento, per Serena non c’era stato scampo:  si era follemente innamorata di lui.

-Hey, va tutto bene?- le aveva chiesto, mentre Serena prendeva la sua mano per rialzarsi.

-S-sì, grazie… Io devo… Sono…-

-Inciampata sui tuoi piedi.- un altro ragazzino, poco più basso di James, sempre capelli neri, ma occhi di un verde talmente acceso da sembrare quello di una collina in primavera, non era riuscito a trattenersi dalle risate.
James si era girato guardandolo piuttosto male. –Non essere maleducato! Io mi chiamo James e lui è mia fratello Al. Sei un’amica di Lily?-

Serena aveva aperto la bocca per rispondere, ma Lily l’aveva preceduta. –Certo! Si chiama Serena!-

James aveva sorriso, -Hai un bel nome!-  poi un capannello di ragazzi più o meno della sua età lo aveva chiamato, -Beh… Buon inizio scuola, Serena! Spero che finirai in Grifondoro come Lily! Ti divertirai!- le aveva fatto un occhiolino che l’aveva fatta avvampare prima di allontanarsi, sotto lo sguardo sarcastico di Albus che aveva alzato un sopracciglio.

-Oppure potresti finire in Serpeverde, come il sottoscritto. Non è una cosa molto piacevole, all’inizio, soprattutto se ti chiami Potter, ma col tempo ci si abitua. Magari potrei insegnarti a non cadere sui tuoi stessi piedi.- ridacchiando, le aveva salutate ed era sparito in una folla di ragazzi del terzo anno.

Lily aveva sbuffato. –Maschi. Io li odio. Ho sempre desiderato avere una sorella!- l’aveva guardata con gli occhi che splendevano, -E invece mi sono ritrovata due fratelli e maggiori, per giunta. Tu ne hai?-

Serena aveva fatto cenno di no con la testa.

-Non sai che fortuna. Sei una di poche parole, eh? Poco male, parlerò io per tutte e due!- con una risata contagiosa, la trascinò sul treno.

Ecco, com’era cominciata. Con Serena frastornata dalle chiacchiere di Lily , che piano piano l’aveva sciolta e, senza nemmeno rendersene conto, erano divenute inseparabili, compagne di case in Grifondoro. Così come non se ne era mai andata la cotta per James, oggetto di compassione per Lily e di estremo divertimento per Albus, che se ne era accorto abbastanza presto.

Gli anni erano passati, James e Albus avevano terminato Hogwarts prima di loro, uno diretto alla carriera di Auror e l’altro nel Quidditch, Lily era uscita un paio di volte con Lorcan Scamandro e ci si era messa insieme all’inizio del settimo anno. Serena era rimasta ferma a quel giorno. Alla mano tesa di James. E ci aveva fatto pure l’abitudine. I problemi, però, erano cominciati con la fine del loro tempo scolastico. Dopo i M.A.G.O., per la precisione.

Ed è esattamente da qui che inizia la nostra storia.
 
***


Serena si era alzata di buon mattino, controllando che tutto fosse in ordine. Era una calda mattina di giugno e si preparava, come al solito, a passare l’estate da Lily, nella piccolo cottage sulla spiaggia che la sua famiglia aveva acquistato nel sud dell’Inghilterra. Con un colpo di bacchetta aveva chiuso i bauli, dopo aver riposto con cura i suoi vestiti. Si era data un’ultima occhiata allo specchio: i capelli lunghi color biondo miele le scendevano dritti sulle spalle esili, incredibilmente a posto per la prima volta nella sua vita. Gli occhi scuri erano un po’ assonnati, ma l’eye liner aveva fatto tutto sommato il suo dovere. Si gettò una giacca leggera sulle spalle e scese in salotto portandosi dietro il baule.

-Mamma, papà! Io sto andando!-

Caroline e Walter Fenmore comparvero dalla cucina.

-Mi raccomando, fate le brave.- disse suo padre, dandole un rapido bacio sulla guancia.

-Tesoro, porta questo alla signora Potter,- e le cacciò in mano un grosso vassoio con una torta ricoperta di cioccolato.

-Mamma, non puoi farci questo! Io e Lily dobbiamo tornare in forma dopo tutte le schifezze che abbiamo mangiato mentre preparavamo gli esami.-
Protestò con un sorriso, mentre Caroline l’abbracciava.

Conclusa la fase dei saluti, si smaterializzò. Era risultata la migliore del corso, così avrebbe evitato metropolveri o passeporte varie.

Con un sonoro crack, era apparsa sotto il portico ricoperto di glicine della casa al mare dei Potter. Il tempo era splendido, soleggiato, e nell’aria il profumo del mare si mischiava a quello degli oleandri bianchi del giardino. Si volò per guardare le onde del mare infrangersi sulla spiaggia dorata e non poté fare a meno di sorridere. Adorava il mare.

Tutta presa dalla poesia del momento, non sentì la porta aprirsi dietro di sé.

-Svegliona, la porta è di qui.-

Il sorriso le morì sulle labbra. Girò sui tacchi per incrociare gli occhi verdissimi di Albus Potter. Se ne stava appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte, e la osservava sbattendo le palpebre. –Posso sapere che diavolo stai facendo?-

Serena si raddrizzò sulla schiena. Negli anni aveva imparato a ribattere a tono, d’altronde era stato necessario, se voleva sopravvivere. –Mi godo il panorama, rovinato dal tuo gracchiarmi addosso, brutta serpe.-

Albus aveva roteato gli occhi: -Ma perché sei sempre così cattiva con me?- cantilenò, -Ti ho mai dato un motivo ragionevole per odiarmi, forse?-

Il suo tono canzonatorio la irritò ancora di più. –A centinaia, Potter, a centinaia! Spostati, devo portare dentro i bagagli.-

-La torta può entrare, tu no.- sorrise mostrando i denti perfetti. Serena lo aveva visto l’ultima volta qualche giorno dopo Natale, quando era passata da
Lily per farle gli auguri. Inutile dire che nemmeno il clima natalizio aveva mai smorzato la voglia di Albus di punzecchiarla.

Prima che Serena potesse rispondere o mettere direttamente mano alla bacchetta e far saltare per aria quel pallone gonfiato, Lily apparve dietro la spalla di Al.

-SERENA!- gridò, scostando brutalmente il fratello che, non aspettandoselo, finì contro lo stipite della porta, mentre Serena sorrideva trionfante verso di lui sopra la testa di Lily. Il fatto che la sua migliore amica fosse molto più bassa di lei non era mai stato un problema, né a Serena era mai andata troppo a genio la sua statura più alta della media (che Albus aveva prontamente commentato, un giorno, uscendosene con un “Ma chi diavolo la vorrebbe una giraffa per fidanzata?”). In quel momento, però, l’altezza permise a Serena di vedere la faccia contrariata di Albus mentre si massaggiava una spalla.

-Credevo arrivassi con la metropolvere!- disse Lily, staccandosi e prendendo il vassioio con la torta, -Tua madre finirà per farmi diventare un elefante, Merlino!- commentò, sbirciando la torta al cioccolato.

-E’ quello che ho detto anche io, da domani andiamo a correre sulla spiaggia tutte le mattine.-

-Puoi giurarci, sorella!- sentenziò Lily, prima di girarsi. –Ah, Al. Sei ancora qui? Occupati dei bagagli, allora.- così dicendo entrò in casa, seguita da Serena che fece un cenno ad Albus. Poi aggiunse sottovoce: -Se fai in fretta, magari posso darti una mancia…-

Albus sibilò qualcosa sul dove poteva mettersi la mancia, mentre trascinava dentro il baule e andava a sedersi su uno sgabello del tavolo della cucina, direttamente aperta sul salotto, sbocconcellando un sandwich come colazione.

-I tuoi non ci sono?- chiese Serena, sfilandosi la giacca e sedendosi sullo sgabello opposto a quello di Albus, mentre Lily prendeva un coltello per tagliare la torta. –Aspetta! La mangiamo quando ci sono anche loro!-

-Niente affatto! Non esiste che io riesca a resistere a questo capolavoro!- replicò e, sedutasi a fianco dell’amica, si mise a tagliare grosse fette. Ne
passò una a Serena, che la girò verso Albus dicendo: -Ne vuoi?-

Albus la guardò sospettoso: -L’hai avvelenata?-

-No. Ma c’è comunque una remota possibilità che ti vada di traverso, quindi ecco a te.-

-Finitela voi due! Albus, mangia quella torta, la madre di Serena è una cuoca eccezionale.- si intromise Lily, prima che il tutto degenerasse. Passò una seconda fetta all’amica e ne tagliò altre quattro.

Serena fece un rapido conto. –Perché sei fette? Noi tre e i tuoi, no?-

-A-ha.- Albus rispose prontamente. –Torna anche James. Lily non te l’ha detto?- la fissò con finta innocenza.

Serena si voltò lentamente verso Lily, che era un poco imbarazzata. James lavorava al dipartimento Auror del Ministero e aveva passato quell’ultimo anno all’esterno, in missione. Serena credeva che quell’estate non l’avrebbe visto, così si era rilassata pensando che almeno per una volta, non avrebbe dovuto stare troppo attenta a fare brutte figure.

-E’ stata una cosa inaspettata! Ci ha mandato un gufo ieri, mamma e papà sono andati a prenderlo, arriveranno a momenti.-
A momenti. Serena fulminò l’amica con lo sguardo e le fece cenno di andare in salotto, lontane dalle orecchie indiscrete di Albus. Lily deglutì e seguì l’amica, mentre Albus allungava allegramente la mano verso il pezzo di torta intatto di Serena.
Una volta in soggiorno, Serena si voltò: -Come ti è venuto in mente di non avvisarmi?! Lo sai che quanto tuo fratello è nei dintorni la mia mente subisce un temporaneo black out!!- sibilò, torcendosi le mani. Perché in effetti andava esattamente così. Davanti a James, le sembrava di diventare un ippopotamo barcollante.

-Oh, andiamo, quanto la fai lunga! Dopo tutti questi anni!? Credevo che ti fosse passata, dopo che sei uscita con Jeremy!-

-Jeremy era un cretino! No, che non mi è passata, Lily…- si lasciò cadere sconsolata sul divano.

Lily si morse il labbro: -Tu devi assolutamente trovare una soluzione, non puoi continuare così. Devi dirglielo.-

Serena scattò in piedi. –Ti sei bevuta il cervello!?-

Lily scosse il capo. –E’ l’occasione perfetta! Gli dirai quello che provi, così poi se lui ci sta saranno unicorni rosa e arcobaleni, se non ci sta… Alla
fine dell’estate andrai a lavorare alla Gringott, conoscerai qualche tipo interessante con cui hai molto in comune, e rideremo insieme di tutte queste tragedie.-

-Un tipo interessante? Alla Gringott? Vuoi che mi metta con un folletto, per caso?-

La risata di Al le fece voltare: -Sareste la coppia perfetta… Finitela coi segretucci, comunque. Mamma e papà sono qui.-

Prima che le due potessero dire qualunque cosa, infatti, i signori Potter erano entrati seguiti da James. Era ancora più bello di come lo ricordava: i
capelli era ancora in disordine, ma l’accenno di barba gli dava un’aria più matura dei suoi vent’anni. Indossava una divisa da Auror che slanciava la sua figura snella, mentre abbracciava con grandi pacche suo fratello Al.

-Oh, Serena, sei qui!- Ginny Weasley andò verso di lei e le diede un bacio sulla guacia. –E’ sempre un piacere averti con noi.- sorrise, mentre Lily veniva sollevata da terra da James.

Harry Potter le rivolse un cenno cordiale, mentre con la moglie spostava di mezzo i bagagli del primogenito e li portavano nella sua stanza.

James, dal canto sui, si tolse il mantello e lo lanciò sul divano: -Questo non voglio vederlo per almeno due settimane!- ridacchiò, prima che i suoi occhi si posassero su Serena. Quando la vide, le sue labbra sottili si aprirono un sorriso: -Guarda, guarda! Non ti vedo da almeno un anno, Serena! Come stai?- e la raggiunse per abbracciarla. Serena avvampò, cercando di sembrare perfettamente a suo agio.
-Molto bene, grazie.- Ecco. Iniziava a mancare la salivazione e per quanti sforzi facesse, non riuscì a trovare altro da dire. Nel silenzio imbarazzante che si creò, vide Albus scuotere leggermente la testa, mentre Lily, in apprensione, si inserì nel discorso: -Serena è risultata la migliore studentessa del nostro anno ai MAGO!-

James sorrise compiaciuto. –Beh, non posso dire di essere sorpreso, lo sappiamo da sempre che potresti tenerle tu, le lezioni a Hogwarts!- rise, mentre l’imbarazzo di Serena crebbe.

-Jamie, vado ad allenarmi per la partita di domani, mi raggiungi al campo?- Albus, intanto, aveva raccolto il suo borsone da terra e si era avvicinato alla porta, senza degnare Serena di uno sguardo.

-Mi faccio una doccia rapida e arrivo.- rispose James, mentre Serena dovette scacciare dalla testa l’immagine di James nella doccia.

-Io vado a preparare il pranzo, Serena mi aiuti?-

-Certo, Lily! A più tardi allora!- disse verso James, in quello che probabilmente fu il più alto numero di parole che gli avesse mai rivolto.

James non sembrò farci caso e annuì, ma prima che sparisse in cucina dietro Lily, la fermò: -Serena, hai qualcosa di diverso!- la osservò pensieroso, -… i capelli! Di solito sono più corti!- esclamò dopo qualche secondo.

Serena non poté fare a meno di sorridere: -In effetti sì! Non li taglio da un po’.-

-Meglio così! Ti stanno bene!- così dicendo, sparì nel corridoio verso la sua stanza.

E il cuore di Serena saltellò nel petto. Sarebbe stata un’estate interessante.
















Buonasera a tutti!
Se siete arrivati fin qui... beh, grazie! Ho deciso di scrivere una storia leggera, così, senza troppe pretese, ma spero comunque di fare un buon lavoro ^^ Mi piacerebbe davvero sapere le vostre opinioni in merito, anche negative chiaramente! :)
Questo capitolo è un po' lungo, lo ammetto, ma non volevo spezzarlo troppo! Che ne pensate della povera Serena alle prese con una cotta tremenda per James?! Ce la farà a dichiararsi?
A presto :)
J

 
  
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